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Autore: eleanor89    13/09/2009    8 recensioni
Cap I: "Per questo quando dopo due minuti Sasuke aprì bocca, Sakura sobbalzò.
«Non mi chiedi di ballare?»
Lo guardò stralunata, rischiando di cadere a terra mentre si ritraeva. «Vuoi ballare?» chiese sgomenta.
«No. Ma mi chiedevo perché non fosse già arrivata la tua domanda.»"

Cap II: "«Io ti amo.»
«Ancora? Sakura, vi ho traditi, quasi uccisi, come te lo devo dire che-»
«Io ti amo.»
«Stupida, diventerai una muke-»
«Io ti amo! Io ti amo! Non mi interessa se ci hai traditi, non mi interessa se non mi ami, non mi interessa neppure se decidi di lasciare che ti uccidano domani perché non vuoi più vivere! Non c'è condanna a morte che tenga, non mi importa di tradire il villaggio, perché io ti amo! Ora o stai fermo e ti fai togliere le manette o ti spacco la testa e ti porto in spalla fin fuori Konoha!»"

Raccolta di one-shot SasuSaku, generalmente spin off dei "100 motivi... perché Choji sa".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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non funziona Questa storia nasce come spin off di uno dei 100 motivi ShikaIno. Per chi non li conosce, lascerò il link qui, e indicherò il punto esatto in cui si colloca la shot ShikaIno rispetto a questa storia con un asterisco, che troverete più avanti.
Il link è questo:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=404993



Questa storia l'avrei voluta dedicare a suni, ma non è degna di lei, quindi diciamo che le dedico l'intenzione di scriverla, o qualcosa del genere. E la ringrazio per il pre-betaggio. Compreso di “Sasuke potrebbe essere I.C., sì, no.


Ringrazio la Sil per il betaggio finale, cosa che fa su ormai tutte le mie storie, povera donna. Se l'intenzione la dedico a suni, a lei dedico l'epilogo e Ino e Kiba che la fanno sempre morire. E a me fanno morire i suoi commenti sulla storia.





Sakura lo guardò: i capelli biondi per una volta pettinati, i vestiti dai colori meno sgargianti del solito, in mano un mazzo di rose che aveva visto giorni migliori, rovinato probabilmente dalla pazza corsa contro il tempo fatta da Naruto appena si era accorto di essere in ritardo, e lo sguardo.
Lo sguardo che la pregava in maniera adorabile di non inveire contro di lui e di accettare lo sforzo.
Poi ricordò il proprio riflesso allo specchio, quel filo di trucco, quel leggero rossore alle guance dovuto all'idea di avere un appuntamento, ma non al fatto che uscisse proprio con lui, perché era Naruto, e per quanto potesse essere imbarazzante provare ad essere una coppia, il rossore era soltanto la prova dell'emozione di avere un appuntamento, non dei suoi desideri, speranze, del suo batticuore. Queste cose non c'erano affatto.
Guardò ancora quegli occhi azzurri, che chiedevano scusa, e lì comprese.
«Non funziona.»
Naruto sgranò gli occhi.
«Ma... io... la sveglia, è solo... sono solo dieci minuti!» boccheggiò, ancora ansante per la corsa. Poi si illuminò di un sorriso furbo. «Offrirò io, naturalmente. Ti farò sentire una principessa oggi, Sakura-chan!» esclamò, felice di aver trovato la soluzione.
Sakura sospirò. «Lo fai già, ogni giorno.» disse lentamente, con voce sicura, «Non è quello il problema. Naruto, guardati.»
Il ragazzo osservò velocemente la felpa grigia e i pantaloni neri, poi si sfiorò i capelli diversi dal solito cespuglio. Sakura considerò distrattamente che stava davvero bene così, ma non ci fu alcun batticuore, di nuovo. «Lo sapevo che non dovevo dar retta a Kiba...» mugugnò Naruto, «Sono inguardabile, vero?» domandò vergognosamente, ma con un sorriso di scuse, ancora.
«No, sei veramente carino oggi. Più di quanto mi aspettassi.» rispose Sakura in tono piatto, e Naruto alzò lo sguardo, prima acceso e poi sconcertato dalla sua espressione. «Naruto, tu ti stai sforzando di essere qualcun altro per piacermi, e non è così che dovrebbe essere. Guardati. Hai vent'anni ormai, sei riuscito a farti accettare da tutto il villaggio per quello che sei, e ora, per uscire con me, ti sforzi di essere un'altra persona. Questo non può essere giusto. Dovrebbe essere tutto molto più naturale, più... Tu devi stare con qualcuno che ti voglia così come sei.» spiegò, incerta. Nella sua mente trovò gli occhi bianchi di Hinata, il suo sacrificio nella battaglia contro Pain cinque anni prima, e si sentì più sicura.
Naruto restò in silenzio.
«E io invece... io dovrei sentirmi elettrizzata, ma sento che è come se stessi uscendo con un fratello. Sì, è diverso, sono in imbarazzo e anche io ho cercato di rendermi carina, ma... ma è diverso. Non dovrei sentirmi così, io so come mi dovrei sentire...» la sua voce terminò in un mormorio colpevole.
Il sorriso fioco di Naruto la colpì al petto: «Ti sei già sentita così in passato col Teme, no?»
«Naruto...» cominciò lei, e per un attimo fu terrorizzata all'idea che i due litigassero seriamente a causa sua.
«E io oggi sono venuto qui perché tu eri gelosa di Hinata.» ammise il ragazzo.
«No, aspetta, lasciami spiegare! E' vero, è tutta colpa mia...» notò l'espressione divertita di Naruto, ma continuò, «Davvero, lo so. Ma non ero gelosa di Hinata in quel senso, è che forse mi dava fastidio l'idea che qualcuno ti allontanasse per sempre da me. Sono egoista, lo so, ma...»
«E io avevo paura che tu ti allontanassi da me se io avessi chiesto ad Hinata di uscire, invece che provarci con te. Avevo paura di perderti. Noi della nostra squadra siamo un po' troppo ossessivi con queste cose, che strano, eh?» scherzò lui, poggiandole una mano sulla spalla. «Lo so da sempre chi ti piace, e credo che forse, un pochino, sono stato egoista anche io. Quindi te lo concedo, ecco.» terminò, giocosamente solenne.
Sakura sentì gli occhi bruciare e li alzò verso il cielo, pregando di non piangere anche in quel momento. «Tu no, Naruto, tu non sei stato egoista.» negò lealmente, «Io dovevo spiegarmi, invece che fare l'offesa. E' che...»
«Non funziona.» riprese lui, agitando il mazzo di rose a riprova del fatto. «Siamo amici, Sakura-chan, e sempre lo saremo.» la rassicurò, dandole poi un bacio sulla fronte, che ad entrambi ricordò Tsunade.
Stavolta Sakura non fermò la prima lacrima, l'occhio destro l'aveva tradita quando aveva cercato di sorridere, e annuì debolmente. «Grazie.»
«E di che.» fece lui, col sorriso che tornava a splendere.
«Allora vai, ed esci con la persona giusta.»
Stavolta Naruto la guardò apertamente confuso, «La persona giusta?»
«Ah, che idiota, non ti sarai già dimenticato di Hinata?» sbottò lei, dandogli una spinta un po' troppo violenta contro la spalla. «Va' da lei, corri, sei sicuramente ancora in tempo.»
«E tu?» azzardò lui, timoroso, tenendosi la spalla dolorante con una mano.
Sakura fece un'alzata di spalle indifferente. «Io ora me ne torno a casa e mi riposo un po', sarei comunque stravolta dalla stanchezza, dopo questi giorni all'ospedale. Ci vedremo alla festa.»
«Penso che inviterò Hinata lì, invece che uscirci ora. Non sarebbe carino presentarmi da lei col mazzo di fiori che ho per te.»
Sakura inarcò le sopracciglia. Va bene che Naruto era cresciuto, ma non l'avrebbe mai creduto così sensibile, davvero. «Hai ragione.» concordò, più stupita che altro.
Poi da lontano riconobbe i vestiti neri e striminziti di uno dei compagni di squadra.
«Toh, c'è Sai. Vado da lui. Ci vediamo alla festa, Naruto.»
E prima di dargli il tempo di rispondere, fuggì letteralmente via.

It doesn't work.


Si scrutò allo specchio, con sguardo critico. Spostò una ciocca rosa indietro, a suo giudizio troppo lunga per ricadere con le altre davanti, e aggiustò con un piccolo tocco la crocchia sulla nuca. Poi abbassò lo sguardo al decolleté, che non sarebbe mai stato pieno come quello di Ino, inutile illudersi, ma che faceva un po' la sua figura grazie al kimono che perdipiù sottolineava il ventre piatto con la stretta cintura. Suo cruccio che sottolineasse anche i fianchi, a suo parere troppo larghi. Le gambe lunghe erano messe in risalto dallo spacco. I tacchi la rendevano ancora più slanciata.
Eppure non si piaceva.
Tornò a guardarsi, alla ricerca di eventuali difetti: le unghie troppo corte, lavorando in ospedale non poteva permettersi eccessi, il kimono tutto nero che forse faceva troppo contrasto con la sua carnagione chiara, avere i capelli raccolti invece che sciolti come al solito, gli orecchini troppo grandi o troppo piccoli, ma niente la soddisfò come causa del suo malessere. Ci rinunciò, rassegnata.
Voleva sapere se a Naruto le cose erano andate bene, comunque, o perlomeno meglio che a lei, ché Sasuke non l'aveva visto neanche di striscio, neppure dall'Hokage, il quale essendo nient'altri che Kakashi aveva il privilegio di essere degnato della presenza dell'Uchiha tutte le volte che la richiedeva.
Con un sospiro, accettando definitivamente che non si sarebbe piaciuta neanche restando un'altra ora davanti al grande specchio, ruotò i tacchi e si diresse nella stanza in cui si preparavano i ragazzi. Era un ricevimento formale, a cui erano stati invitati i rappresentanti delle nazioni amiche, e tutti dovevano fare bella figura.
Quindi i ragazzi si erano chiusi in uno stanzino per consigliarsi a vicenda ed evitare che qualche membro del proprio gruppo combinasse guai e fosse confinato in una missione di tre anni lontano da Konoha con tutta la squadra. Erano peggio delle donne poi, quando cominciavano a scambiarsi pareri sui vestiti che finivano in offese, risate, e infine botte giustificate. Come quando Kiba aveva chiamato i capelli di Neji, tipici capelli Hyuga, una “chioma da donna”, condendo il tutto con la solita risata sguaiata che a Sakura ricordava quella di Ino nei momenti in cui blaterava di roba piccante. Per una volta il genio della casata cadetta aveva lasciato perdere maniere e modi di fare indifferenti per passare alle mani.
Ad onor del vero, non che Kiba ci fosse andato tanto lontano. Ma visti i gusti estetici dei suoi tre compagni di squadra, sì, tutti e tre, Sakura aveva preferito tacere ed evitare di concordare.
Sentì le voci dei ragazzi e iindividuò la porta giusta appena svoltato l'angolo.
«Sembro un dannato cretino. Oh, i miei poveri veri vestiti...» si stava giusto lamentando Kiba.
«Se intendi la robaccia di pelle che indossi di solito, sei quasi decente con questi. Ti consola?» intervenne Neji, con tono piuttosto altezzoso. Niente, si era legato la storia della chioma al dito. E probabilmente lei stava arrivando giusto in tempo per fermare una rissa.
«Maledizione!» esclamò Naruto, facendola sobbalzare.
«Sei scemo?» sbottò Kiba, in tono sgomento, dimenticando Neji.
«L'obi! Non riesco a fare questo stupido nodo! Non uscirò di qui, chiaro?» si impuntò in tono offeso, sbattendo poi la testa contro una specchiera identica a quella della stanza in cui si era cambiata Sakura.
«Allora dev'essere una cosa prettamente maschile e genetica non riuscirci.» sbuffò Sakura, comparendo alla porta socchiusa. I ragazzi erano già più o meno vestiti, perciò si limitarono a saluti sconsolati che le davano ragione. Naruto non doveva aver detto loro nulla, perché sembravano perfettamente a loro agio e convinti che i due facessero coppia.
Già, Naruto. Quando Sakura lo vide ci mancò poco che si commuovesse ancora. Era davvero bello e impacciato al tempo stesso, con la cintura tutta storta e gli occhi speranzosi a illuminarne il viso.
«Mi aiuti tu, Sakura-chan?»
«Certo che sì. Stai molto bene.» si complimentò, raggiungendolo. «Guarda, non è difficile, ci stavi riuscendo... questo va su...»
«Se dopo lo fai anche a noi, ci fai un favore...» borbottò Kiba contrito.
«Io lo so sistemare.» intervenne Shino, tetro. «Certo, se qualcuno notasse la mia presenza e chiedesse a me...»
«Scusa Shino, scusa!» si affrettò a dire Kiba, «Aiutami tu e facciamola finita, dai.»
«No.»
«Come no?»
«Adesso non ti aiuterò più.»
Sakura sospirò.
«Che occhi tristi hai, Sakura-chan.» sussurrò Naruto, e lei lo guardò stupita. Gettò uno sguardo alle specchio dietro di loro, riconoscendo che incorniciati dalla matita nera le erano sembrati perfetti e non aveva badato alla propria espressione.
«Ecco cos'era a non piacermi...» mormorò.
«Come?»
«Niente. Tranquillo, stasera mi divertirò. Tu devi pensare alla tua dama, poi.» gli ricordò a voce più alta, mentre Naruto arrossiva e sorrideva.
«Sì, beh, anche...» farfugliò.
«Prego? Non sei tu la sua dama, Sakura-san?» domandò Lee, esprimendo il pensiero che era passato per la testa di tutti.
«Io? No, no.» rispose lei, scuotendo la testa. «Ecco la tua cravatta. Ora va' da lei.»
Naruto restò immobile a fissarla per altri due secondi, poi fece un passo indietro.
«Sei bellissima comunque.»
«Certo che lo sono.» cinguettò lei, sforzandosi di apparire serena. Poi gli diede una pacca sul sedere, esclamando un: «Fila via!» che lo fece ridere. Anche gli altri risero, pur restando visibilmente curiosi.
«Ehi, vacci piano! Sakura, il tuo cavaliere quasi mi investiva...» si lamentò Ino, introducendosi a sua volta nella stanza dei ragazzi. Quando vide l'amica quasi trattenne il fiato, portandosi poi drammaticamente una mano al cuore.
«Il tuo kimono è quasi più bello del mio. Te lo straccerò mentre scenderemo le scale, te ne rendi conto, vero?»
Sakura osservò il bellissimo abito blu in cui era avvolta l'amica, e fece una smorfia poco convinta. «Comunque non è il mio cavaliere.» precisò.
«Come?» domandò Ino, andando automaticamente a raggiungere Shikamaru e Choji per occuparsi dei loro abiti eleganti.
«Naruto non è il mio cavaliere. Ballerà con un'altra, stasera.» spiegò Sakura, guardandosi allo specchio. Rifletté se togliere la matita, che portava l'attenzione sui suoi occhi. Per un momento desiderò averne imperscrutabili come quelli di Neji.
«Scusami? Devo prenderlo a calci?» la voce di Ino era salita, facendosi minacciosa. «Dimmelo perché lo rincorro ora.»
Sakura si voltò di scatto, allarmata. «Stai buona, ce l'ho spedito io.»
Ino la guardò come se fosse totalmente scema, e Sakura in parte ci si sentì. Poi ricordò le circostanze in cui era finita in quel modo. «Non funzionava, Ino, semplicemente.»
I ragazzi cominciarono a fissare qualsiasi oggetto presente, imbarazzati dall'argomento.
«Oh.» fu il saputo commento di Ino, «E quindi l'altra chi è? Spero...»
«Hinata.»
Le reazioni a quel nome furono diverse: Neji sgranò gli occhi, poi con profondo disappunto lisciò la gamba del pantalone e sospirò, accettando la cosa di buon grado per il bene della cugina; Kiba spalancò la bocca e si portò poi una mano sulla fronte a coprire gli occhi, minacciando interiormente Naruto se avesse osato combinare guai con la delicata compagna di squadra; Shino spostò di qualche millimetro la testa indietro con uno scatto, forse spalancando gli occhi dietro gli occhiali scuri o forse no, poi scosse la testa, arreso.
Ino stirò le labbra in un sorriso che le illuminò anche gli occhi, portando nuovamente le mani al petto.
«Sta zitta! Dici sul serio? Oddio, la nostra piccola Hyuga avrà un infarto prima della fine della serata!» squittì eccitata, mentre Kiba si lasciava sfuggire un singhiozzo di disperazione e guardava Shikamaru, affinché la fermasse.
«Le vogliono bene...» rispose il Nara, vago.
«Sì, e a Naruto conviene fare le cose per bene.» accennò Sakura, ponendo le mani sui fianchi. Il tono però era fin troppo affettuoso, e il sorriso da gatta di Ino mutò in uno dolce.
«E lo stesso vale per lei, immagino. Non che si corra il rischio che sia lei quella a fare sciocchezze ma...»
«Sono veramente carini insieme.» commentò Sakura, tornando allo specchio.
Ino tirò di più l'obi di Shikamaru e annuì soddisfatta al suo indirizzo.
«Va bene?» borbottò lui stancamente, e lei tirò fuori ancora una volta il sorriso dolce.
«Sei un bel cavaliere.»
Shikamaru nascose il rossore voltando il viso e portando una mano dietro la testa, mentre Ino raggiungeva Sakura e la faceva voltare.
«Ferma così.» ordinò, mentre lei si immobilizzava. Le sue mani andarono alla crocchia rosa, che sciolse dalle innumerevoli forcine sotto gli occhi inorriditi dell'amica.
«Hai idea di quanto tempo...» tacque, sentendo le ciocche ora ondulate ricaderle sulla schiena, e poi qualcuna sul viso, che Ino si premurò di scostare con un tocco che sapeva di carezza.
«Così...» sussurrò, osservando il proprio operato. «Ecco. Ora sei la più bella.» pronunciò le parole con tanto orgoglio che Sakura evitò di protestare.
«Credevo che quella fossi tu.» sottolineò con un leggero broncio.
«Beh, per stasera io sono al secondo posto.» ribatté Ino, inclinando il viso. «Ora fa' un vero sorriso, eh? Sei stupenda e ti cadranno tutti ai piedi.»
Sakura arrossì, sentendo anche gli sguardi degli altri su di sé. «Ino...» cominciò, lamentosa, e l'altra le mise le mani sulle braccia.
«Sei splendida, veramente. Un fiore.» disse piano, sperando che le parole sortissero l'effetto sperato. Non ne poteva più di vederla così, davvero.
All'altra tornarono in mente i discorsi su cosmee e su come lei fosse un fiore che ancora non era sbocciato.
«Un fiore?» ripeté Sakura, incerta.
Ino sorrise, con l'affetto non di un'amica ma di una sorella, e la lasciò andare.
«Vado a vedere se Naruto non si è già messo nei pasticci. Tu, mi raccomando...» e si portò due dita ai bordi delle labbra, sollevandole verso l'alto in un buffo sorriso.
Sakura principalmente stava per piangere, ma finì col tirar fuori una risatina, mentre Ino si imbatteva in Tenten nel corridoio.
«Ehi, donna, vieni con me! Naruto deve fare il cavaliere di Hinata!»
«Di Hinata?!» si sorprese ovviamente anche Tenten, e si bloccò, mentre passava di fronte alla porta spalancata e coglieva Sakura che ancora ci guardava attraverso.
«Bellissima.» si complimentò, alzando un pollice e poi tornando a sollevare la gonna per seguire Ino di corsa.
«Che ragazza dolce... Shikamaru, evita di farla prendere a qualcun altro.» commentò soltanto Kiba, il primo a lasciare la stanza.
Shikamaru sussultò, e Sakura voltò il capo verso di lui, divertita. «Ino Yamanaka in Nara. Ti piace Choji?»
«Assolutamente.» rispose questi, mentre si apprestava insieme a Lee a porgerle il braccio. Sakura accettò entrambi, e fu scortata fuori.
Neji, ripresosi dall'imbambolamento, solo mentale, che l'aveva colto alla vista di Tenten, diede una pacca sulla spalla a Shikamaru e imboccò la porta, con Shino al seguito. Sai, aspettando che Shikamaru lasciasse la stanza, fu forse il primo a chiedersi dove fosse Sasuke quando serviva.
Sakura invece si sistemò al fianco di Ino, che si era fermata ancora al piano di sopra ad osservare la sala piena di persone in abito di sera, salutando con un cenno la sua scorta.
Ino, ovviamente, le domandò: «Come ci sei finita a fare da madrina a Naruto e Hinata?»
«Sai com'è... non ha funzionato. Siamo amici.»
«Ci sei arrivata ora? E' così che funzionano i team di solito.»
«Beh, il tuo di team.»
«Shikamaru e Choji sono amici!» ribatté Ino scioccata, guardando Choji affrettarsi ad attraversare la sala, forse avendo individuato qualche vecchia conoscenza.
«Ma tu e Shikamaru non siete amici.»
L'occhiata che Ino le scoccò era peggio che omicida e Sakura si affrettò a spiegare la situazione.
*
E mentre lo faceva capiva che ancora, dopo tanti anni, era sempre e solo Sasuke quello che rispondeva a ciò che cercava. Se avesse ricambiato, naturalmente. Non era neppure lo stesso amore che aveva da ragazzina. Era convinta di averlo superato in quel senso, quando era tornato a vivere tra loro, e proprio per questo si poteva dire che se ne fosse innamorata di nuovo, stavolta di Sasuke per ciò che era, senza idealizzarlo. Un egoista, egocentrico, presuntuoso, rabbioso, vendicativo, infantile, orgoglioso, incivile, splendido uomo, che regalava un sorriso una volta l'anno o meno, ma che sapeva farla sentire l'unica al mondo con un solo sguardo.
Il che era peggio che essere legata alla sua vecchia cotta.
Finito di chiacchierare con Ino, che comunque non gliela contava giusta con tutta quella dolcezza ingiustificata, prese la via delle scale. E dopo i primi gradini capì che per l'amica la serata avrebbe raggiunto una brusca virata verso il basso, nel momento in cui incrociò Temari e Kankuro salire le stesse scale. Avrebbe voluto aiutarla, lei le aveva persino suggerito dove trovare Sasuke, ma quando si voltò ancora indietro scoprì che Ino stava già sparendo lungo il corridoio di sopra. Tornò a scendere, salutando con un cenno poco partecipe i due fratelli.
Rallentò all'ultimo scalino, ora che Sasuke non era più visibile, nascosto dalla marea di persone. Poco dopo arrivò Sai, al suo fianco.
«Oggi, davvero, non sembri un cane rabbioso.»
Sakura non ebbe la forza di prendersela per quell'aggettivo che le affibbiava da sempre e ringraziò riluttante.
Improvvisamente notò che tutti i suoi conoscenti tornavano a salire le scale, forse per salutare i due del deserto, e si fece da parte.
«Scappa appena puoi, è noiosissimo qui.» le consigliò premurosamente Lee, e persino Neji si aggiunse al gruppetto.
Lei annuì con un mezzo sorriso, scoprendo che Sai era rimasto accanto a lei.
«Cosa c'è?»
«Niente.» rispose lui, nascondendosi dietro un sorriso criptico. Diverso dai soliti sorrisi falsi, perlomeno.
«Sai, non mi sai mentire.»
«Mi chiedevo se tu non avessi bisogno di compagnia, fino a raggiungere Uchiha.»
Sakura, semplicemente, lo abbracciò.
«Non capisco...» ammise il ragazzo e lei rise.
«Sei stato veramente carino a preoccuparti per me, Sai. Sei un ottimo amico e compagno di squadra, te lo avevo mai detto?»
A giudicare dalla sua espressione no, non glielo aveva mai detto.
«Anche tu lo sei.» rispose Sai con schiettezza, e Sakura sorrise rincuorata e incoraggiata.
«Ce la faccio, tranquillo. Prima raggiungo Tenten però, per due chiacchiere tra donne. Tu ti ambienterai?»
«Ho visto Juugo.» rispose lui tranquillo. Un po' inquieta, lo lasciò andare. Juugo non era esattamente l'esempio di persona affidabile a suo parere, ma del resto era meglio lui che a regger candela con Suigetsu e Karin, che le sembravo le copie più violente di Shikamaru e Ino, o di se stessa e Naruto ai tempi dell'accademia. Anzi, sicuramente i primi, visto che Naruto non aveva mai osato stuzzicarla, e neppure era arrivato a certi picchi di malignità come Suigetsu. Quanto a Karin, che com'era scontato odiava Sakura ricambiata, purtroppo le sembrava molto simile alla ragazza che era stata, sebbene ora si fossero calmate entrambe. L'aria di pace che si respirava a Konoha faceva bene a tutti, non c'era da dir nulla in quanto a questo.
«Tenten.» la raggiunse, e la ragazza smise di giocare coi propri ricci.
«Sakura... Sono fuggiti a salutare quelli di Suna.»
Tenten era sicuramente molto professionale e cortese in missione, ma non avrebbe mai mandato giù il suo primo incontro con la ragazza del team Sabaku, che oltre a batterla l'aveva umiliata e aveva infierito sul suo corpo esanime. Erano cresciute tutte, certo, ma alcune ferite dell'orgoglio non se ne andavano facilmente con due visite ogni anno.
«Ho notato. Ino sarà entusiasta.» si lasciò sfuggire.
«Eh... a proposito di Ino, ti direbbe che hai fatto un bel colpo.»
«Che intendi?» domandò Sakura, poggiandosi una mano contro l'altro braccio.
«Che la faccia del nostro Uchiha-sama mentre abbracciavi Sai è stata impagabile.» spiegò Tenten, terribilmente divertita. «Pensavo che sarei morta cercando di trattenere le risate.»
«Mi stai prendendo in giro.» decise Sakura, incredula.
«Oh no, no. Assolutamente no.» confermò Tenten, di nuovo sul punto di ridere, «Non lo facevo pure geloso insieme agli innumerevoli difetti che elencate sempre. Ma lo è.»
«Più che geloso direi possessivo, e lo sarebbe anche con una posata se gliela togliessero di mano.» specificò, abbattuta.
«Ma insomma, dov'è la Sakura che non smette mai di sperare? Lui si sta servendo su un piatto d'argento e tu che fai, guardi da un'altra parte?» esclamò Tenten, a metà tra l'esasperato e l'incoraggiante.
«Si sta servendo su un piatto d'argento?» ripeté scettica, con una smorfia divertita sul viso.
Tenten ghignò. «Con tanto di mela in bocca.»
Si separarono sghignazzando, probabilmente prese per ritardate da buona parte dei presenti, e Sakura riuscì a recuperare compostezza e dignità solo in vista del suo obbiettivo, che beveva vino con un calice dietro cui più che altro si nascondeva dagli attacchi rapaci di un gruppo di spasimanti.
Sasuke Uchiha a vent'anni era incommensurabilmente bello, qualcosa che si poteva solo immaginare a dodici o a quindici. Era un uomo così affascinante da far capitolare anche le donne sposate, di questo ne avevano prove sicure, e neppure le voci del suo passato riuscivano a sviare l'attenzione delle signore, anzi. Sembrava quasi che l'aura di mistero e pericolo facesse da afrodisiaco.
Tutte immaginavo un ragazzo dal carattere praticamente perfetto, ostacolato dal destino e da un consiglio malvagio, che usciva pulito persino dopo essere stato tre anni sotto le file di un sennin pazzo e pericoloso e che salvava Konoha da un Hokage e un consiglio corrotti, da un Kyubi e da un suo stesso antenato. Un cavaliere senza paura e con qualche macchia data dalla giovane età.
Certo, tutto vero, tranne il piccolo particolare del carattere.
«Lasciatemi in pace, siete noiose.»
Appunto.
Qualcuna si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa e offesa vera e propria e le prime cominciarono ad abbandonare il campo.
«Sto per farmi portare la katana dal mio compagno.» ammonì le restanti, che decisero che era giunto il momento di lasciarlo solo.
«Spero tu parli di affettare sushi.» disse Sakura in tono di rimprovero. Lui le concesse un'occhiata agghiacciante, che invece che spaventarla o farla sentire in colpa la fece quasi gongolare.
Tenten aveva ragione.
«Vattene.» la scacciò subito, privo di tono. Poteva essere scambiato per il Sasuke dei primi tempi a Konoha, ma il fuoco che gli ardeva negli occhi era qualcosa che mancava a quel ragazzo che sembrava senz'anima.
Tenten aveva mortalmente ragione.
«No.» rispose lei, prendendo posto accanto a lui, con le mani poggiate al muro dietro la schiena e un sorrisetto soddisfatto.
Sasuke represse a malapena un moto di stupore, poi ringhiò: «Devo essere più esplicito?»
«Puoi provarci, ma sai che né io né Naruto ti ascoltiamo.»
«Tsk, quell'altro.» sputò, «Dov'è il tuo cavaliere
«Con la sua dama. Guarda in cima alle scale.» suggerì lei, onestamente divertita.
Sasuke alzò la testa di scatto, e lei ne ammirò segretamente il profilo perfetto.
«Hinata?» pronunciò quel nome con aperto sconcerto. Sapeva soltanto che fino a due giorni prima tutta Konoha mormorava di un appuntamento tra Naruto e Sakura, poi si era chiuso in casa, avendo altro da fare che non ascoltare i pettegolezzi di un villaggio a cui non sentiva di appartenere granché, e ora non riusciva a collegare le due cose.
«Hyuga. In carne e ossa.»
«Ti ha mollata per lei?» sbottò Sasuke, ancora incredulo, voltandosi a guardarla. Certo, in quanto a tatto, Sakura aveva poco da ammirare. Se davvero fosse andata così avrebbe minimo meritato uno dei suoi pugni. C'era anche da dire però che la piega sulla sua fronte segnalava disapprovazione all'idea, e ciò era adorabile.
«No. Ci siamo mollati insieme per lei.» lo corresse. «Anzi, mollati non è il termine giusto, non è mai cominciato nulla.»
Sasuke tornò velocemente impassibile, e riportò il calice alle labbra.
Sakura si sforzò di smettere di guardarlo, e notò che Sai aveva raggiunto Tenten invece che Juugo. O forse era il contrario, che l'amica tentasse di far ingelosire Neji seguendo il suo esempio?
Anche Sasuke li aveva evidentemente notati, perché aveva di nuovo aggrottato la fronte e le aveva lanciato un'occhiata di sfuggita. Sakura l'aveva percepita, era impossibile non notare che Sasuke la stesse guardando dato che le dava sempre i brividi, sempre, ma non aveva detto nulla, limitandosi a mostrarsi serena anche su quel fronte. Per quanto potesse essere serena con lui accanto.
«Tornano tutti giù.» constatò, approvando l'occhiata di Neji che era caduta sulla compagna di squadra e Sai.
«Sai non uscirà vivo da questa sala.» osservò Sasuke.
«Cerca di non sembrarne così compiaciuto.» lo rimproverò.
«Non lo sono.» si giustificò lui, senza troppa convinzione. Ora la stava scrutando. «Perché dovrei?»
«Perché lo detesti da cinque anni a questa parte?» lo provocò Sakura con un falso sorriso innocente. Sasuke si irrigidì, colto sul fatto.
«Ti sbagli. Non provo il minimo interesse per lui.»
Sakura fu tentata di stuzzicarlo ancora, ma era sicura che lui l'avrebbe abbandonata sul posto piuttosto che sorbirsi una cosa simile, specie dato che palesemente mentiva, e lasciò cadere.
Partì una canzone romantica, e alcune coppie cominciarono a ballare. Naruto e Hinata diedero il buon esempio quasi per primi.
Sakura si rassegnò a passare il resto della serata al muro, in compagnia di Sasuke, senza riuscire a trovare la cosa avvilente o patetica. Le bastava. Avrebbe preferito parlare, ma conoscendolo era praticamente impossibile, quindi si accontentò.
Per questo quando dopo due minuti Sasuke aprì bocca, Sakura sobbalzò.
«Non mi chiedi di ballare?»
Lo guardò stralunata, rischiando di cadere a terra mentre si ritraeva. «Vuoi ballare?» chiese sgomenta.
«No. Ma mi chiedevo perché non fosse già arrivata la tua domanda.» spiegò lui, arrogante, facendo poi un cenno in direzione di altre commensali che lo mangiavano con gli occhi. In realtà Sasuke non era così sicuro di sé, anzi, dopo aver visto Sakura scendere le scale si era convinto che per averle dato tutte le volte della poco attraente o noiosa negli ultimi anni doveva esserci qualcosa di molto sbagliato in lui, però per il suo orgoglio doveva limitarsi ad essere il solito stronzo ed evitare di farle capire quanto quella sera lo incuriosisse più del solito.
In realtà, da quando era tornato a Konoha, ormai da tre anni, e da quando era tornato a vivere a tutti gli effetti, due anni, il team sette più Sai aveva ricominciato a fare i primi passi assieme, e non c'era stato poi così tanto tempo per considerazioni di quel tipo. O meglio, per un altro ci sarebbe stato, ma non per Sasuke, che prima aveva messo un po' d'ordine nella sua testa e nella sua vita.
E quando un bel mattino si era svegliato relativamente in pace, per quanto appunto potesse esserlo, e aveva trovato Sakura a cucinargli la colazione [Naruto dormiva stravaccato sul divano ma questo era altrettanto tipico], si era reso conto di trovarlo non solo naturale, ma come un qualcosa di più che benvenuto. Necessario.
E lì aveva notato che Sakura non era più quella di prima.
[Poi aveva svegliato Naruto con un calcio, naturalmente.]
«Perché davo per scontato che non ti saresti mosso di qui.» rispose Sakura, schietta e forse un po' brusca a causa del tono dell'altro.
«E se non mi muovo io non lo fai neppure tu?» indagò, con una luce di interesse negli occhi. Quello sarebbe stato dalla “vecchia Sakura” non dalla nuova.
«Sono stanca.» ammise. «Sto studiando un nuovo volume che mi ha mandato Shizune-san con... Beh, non importa.» si interruppe.
Sasuke si staccò dal muro, stirando appena un braccio addormentato. Sakura catalogò la smorfia del suo viso che si risvegliava dal torpore come “deliziosa”. «Onestamente credo che parlare dei tuoi volumi di medicina sia molto più interessante che stare qui a guardare persone ballare senza il minimo senso del ritmo o della vergogna. Di cosa tratta?»
E, incredula, Sakura si ritrovò coinvolta in una conversazione intellettuale con Sasuke.
Certo, mentre lui esprimeva qualche opinione lei si perdeva in quei capelli corvini che ricadevano sul suo viso, o magari se faceva l'errore di incontrarne gli occhi scuri, liberi ormai dalle occhiaie e tornati allo splendore che avevano forse solo quando era un bambino, perdeva il filo del discorso, ma Sasuke sembrava averlo perdonato e lo accettava come se gli fosse dovuto.
Imbarazzante a dirsi, ma era probabilmente abituato al fatto che lei perdesse facoltà mentali guardandolo negli occhi, ad eccezione dei momenti in cui lo stava curando o che lo prendeva in giro, dimentica del fatto che fosse “lui”.
E Sakura non sapeva che effetto lei stesse facendogli, ogni volta che scostava le ciocche dei lunghi capelli indietro, che a volte scivolavano sino alla scollatura, oppure dondolando da una gamba all'altra, o quando si erano seduti e le aveva direttamente incrociate, con lo spacco che mostrava generose porzioni di gamba, oppure ascoltandolo rapita con quegli occhi che sembravano due smeraldi, spingendosi avanti e aprendo leggermente le labbra.
Quando Sakura si accorse che Ino era ricomparsa, e niente meno che mano nella mano con Shikamaru, fu solo per caso e per fortuna, perché Sasuke stava giusto arrivando al limite e cominciava a perder pezzi del discorso lui stesso.
«Scusa un secondo.» si interruppe lei, sporgendosi poi sul tavolo. «Psss! Ten!»
L'altra, vicina al buffet, si voltò stupita e notò che Sakura le indicava le scale per poi tornare composta facendo finta di nulla.
Sasuke la guardava interrogativamente.
«Shikamaru e Ino.» spiegò lei, trattenendo a stento l'entusiasmo. Si alzò in piedi, guardando il suo interlocutore dall'alto verso il basso, con un sorriso che non riusciva a reprimere. «Torno immediatamente
Sasuke la guardò allontanarsi velocemente e saltare sulle spalle di Tenten, come se fossero ancora due ragazzine. Sbuffò, divertito all'idea che non sarebbe mai cambiata in quel senso. Solo in quel senso, ma quello migliore che poteva restare anche così.
Alzandosi a sua volta incrociò lo sguardo di Naruto che rideva. Anche i suoi occhi erano gioiosi, in quel modo particolare che faceva sentire Sasuke contemporaneamente a disagio e bene, perché sentiva di essere in parte l'artefice di quella felicità profonda, che quasi lo riscattava di tanti suoi errori.
Naruto sillabò un “Teme” a cui rispose con un “Dobe”. L'altro fece un' espressione tanto buffa al vederlo rispondere di nuovo così, come se fossero ancora due bambini, che Sasuke faticò a non ridere.
«Che c'è?» domandò Sakura di ritorno, un'altra col sorriso genuino.
«Finito di spettegolare?» domandò, tentando di apparire maligno ma finendo col sembrare soltanto paziente.
«In realtà no, ma sono così carini che aspetterò a domani per torturare Ino.»
«E lei torturerà te?» domandò, insinuando come la sua presenza assieme a lui non fosse casuale o soltanto amichevole.
Sakura si finse nel dubbio, portando un indice alle labbra: «Beh, purtroppo non avrebbe molto da farmi dire... Finirà col cercare te, magari, per rifarsi di pettegolezzi.»
«Questo non possiamo permetterlo.» dichiarò lui. «Usciamo a fare un giro. Inventerai qualcosa domani su quel che abbiamo fatto.»
Sakura annuì, cercando di non ridere istericamente.
Non solo stavano civettando, ma forse avrebbe avuto qualcosa da raccontare davvero.
Piano, non montarti la testa, Sakura...” si disse, cercando di calmare i battiti del proprio cuore. “Se ti illudi va a finire che ci resti male. Lui non vedeva l'ora di scappare dall'inizio, quindi calmati.”
Mentre la seguiva ebbe una fugace impressione di Tenten che seguiva Neji fuori dalla sala, per una porta che dava all'interno del palazzo, e non sembravano felici. Reprimendo la curiosità e sperando in bene per l'amica, continuò a camminare, seguendo le spalle di Sasuke e poi accelerando, per trovarsi perlomeno al suo fianco.
«Ino ti fa così paura da costringerti a fuggire?» domandò infine divertita.
Sasuke sbuffò. «La Yamanaka sa essere incredibilmente fastidiosa e testarda, quasi pari a Naruto.» replicò altero.
«Concordo.» disse Sakura, con una sfumatura di affetto nella voce.
Sasuke le rifilò un'occhiata attenta. «Non litigate più.» considerò come se questo particolare avesse un'importanza capitale. «Non sul serio.»
«Stava ballando con Shikamaru, hai notato? Direi che lei non è più interessata a te, se non come bell'uomo da guardare...» cicalò Sakura con leggera malizia, alzando lo sguardo al cielo stellato. Represse un gemito di stupore alla vista di tutte quelle stelle, più visibili persino che a Konoha.
«Il modo in cui sottolinei che è lei a non esserlo sembra quasi un'offerta da parte tua.» constatò Sasuke.
Sakura non si fermò ma non poté trattenersi dal guardarlo. Sasuke era impassibile, esclusa la piega delle sue sopracciglia che suggeriva una leggera ironia nelle sue parole.
Certo che se l'aspetta, lui è quello che tutte amano, bastardo presuntuoso...” le suggerì la coscienza, che poi si lanciò in una serie di commenti su quanto del resto lui avesse ragione.
«Io non mi offro.» specificò, «Ma non nego che per quanto mi sforzi probabilmente ti amerò per sempre, non ci posso fare nulla. Così come tu e Naruto sarete per sempre sia amici che rivali, è più forte di voi, ce l'avete nel sangue, no? Beh, io ho te nel sangue.» si interruppe. «Oh, speravo in una metafora migliore, questa è leggermente macabra.»
«E ti sta bene così?» sbottò Sasuke, stupefatto dal suo tono fatalista e rassegnato.
«Io sono felice.» rispose lei, con un largo sorriso, danzandogli attorno, «Non potrei essere più felice!»
Sasuke la afferrò per un braccio e la tirò a sé bruscamente, rischiando di farla cadere e costringendola a stringersi a lui per non inciampare. Quando Sakura sollevò la testa con espressione scioccata, pronta ad assalirlo, lui poggiò entrambe le mani sulle sue guance per tenerla ferma e la baciò, togliendole il fiato.
«Non potresti?» ripeté lui piano, sulle sue labbra.
Sakura riuscì a malapena a reggersi sulle proprie gambe per i successivi secondi, e solo quando fu certa che la sua voce non avrebbe tremato rispose: «In effetti potrei esserlo.»
Lui sorrise appena, soddisfatto, e Sakura non poté trattenersi dal saltargli letteralmente addosso, sfogando anni di repressione in un colpo solo e facendo cadere entrambi tra i cespugli.
Forse non era il luogo più romantico o più sicuro, e forse era tutto troppo veloce, ma nessuno dei due ebbe tempo di pensare a null'altro che non fossero loro.

«Ma porca miseria!» Sakura evitò di lanciarsi in imprecazioni peggiori solo perché Sasuke alle sue spalle le aveva appena poggiato un bacio sulla spalla.
«Mh. Che strana reazione.» commentò lui.
«Non per te! Guarda, il vestito si è strappato! E Ino saprà tutto nel momento in cui mi si accosterà per rientrare...» borbottò abbattuta.
«Certo che sei rumorosa...»
Sakura si voltò a guardarlo per dargli una meritata rispostaccia, ma si bloccò nella contemplazione del genio che si stiracchiava con l'eleganza di un gatto e che poi sollevava le maniche del kimono per poterlo indossare di nuovo.
«E perversa, te lo si legge in faccia.» terminò Sasuke, severo.
Sakura arrossì, mandandolo a quel paese mentalmente e afferrando i lembi dell'obi disfatto.
«Dammi una mano a legare questo, o vedrai quante te ne dirà Naruto... oppure potrei mandarti direttamente Ino.»
«E io tradisco Konoha.»
«Sei un idiota al pari di Naruto.» proclamò lei di cuore.
Sasuke la afferrò per le spalle e la tirò indietro di scatto: «Per questo, Sakura, potrei seriamente arrabbiarmi.» le soffiò accanto a un orecchio, facendola rabbrividire.
Un raggio di sole li colpì, ed entrambi si immobilizzarono. Si erano addentrati ancora più profondamente nel bosco, al coperto sotto le fronde, e non si erano resi conto di quanto il cielo fosse luminoso.
«Non sarà mica... passata l'alba? Siamo rimasti qui tutta la notte?» azzardò Sakura, già sapendo naturalmente la risposta. «Va bene che il tempo vola quando ci si diverte, ma non pensavo, cioè...»
«La compagnia della Yamanaka ti fa male...» asserì distrattamente Sasuke, ancora sconcertato dall'aver passato dieci ore così senza rendersene conto. Si chiese se di quel passo l'avrebbero finita col vivere chiusi in qualche camera da letto in modo tutt'altro che dignitoso. E piacevole, naturalmente. Ma comunque poco dignitoso.
«Cos'è quella faccia?» indagò Sakura con un accenno di sorriso.
«Per quanto riguarda Naruto e gli altri...» cominciò Sasuke riprendendosi, pronto a dire di tenere la cosa per loro, quando fu interrotto dalla voce orribilmente ilare di Ino.
«Grazie al cielo siete vestiti...» esordì ridendo, «Naruto stava per mandare squadre di ricerca, ci ha messo un po' ad accorgersi della vostra assenza essendo occupato... beh, non quanto voi ovviamente.» insinuò, facendo arrossire Sakura e assumere un'aria truce a Sasuke, «Comunque l'ho bloccato, salvandogli la sua anima pura probabilmente. Vi aspettiamo entro mezz'ora per tornarcene a casa. Sakura, ho un vestito di ricambio in camera. Tu...» osservò Sasuke per un momento, «Sei quasi perfetto come sempre. Per te ho un pettine in camera. Ci vediamo dopo!» li salutò infine, schioccando loro un bacio con una mano sulle labbra.
«Questo è imbarazzante.» decretò infine Sakura col viso tra le mani, dopo qualche secondo.
«No. Se fosse arrivata dieci minuti fa lo sarebbe stato.» obbiettò Sasuke, tornato odiosamente calmo. «Ah, dato che la Yamanaka spargerà la voce all'istante con le donne ma si tratterrà almeno un minimo con gli altri, saresti pregata di attendere la mia presenza prima di dirlo a Naruto.» la informò, sadicamente convinto di ciò che diceva.
Lei soffocò un urlo di frustrazione.
Poi Sasuke si portò le mani ai capelli, come colto da improvviso panico. «Un pettine ha detto?»

«Era geloso di Sai, ti rendi conto? Sai è perfetto per far mettere insieme la gente! Guarda anche Sakura e Sasuke...» stava dicendo Tenten a Hinata, mentre le quattro erano rimaste dietro la file per fare i loro “discorsetti amichevoli”, come li aveva chiamati Ino.
Sakura alzò gli occhi al cielo: «Non so se ci si può definire “insieme” dopotutto.»
«Come no? Avete passato la notte a far sesso, per ore e ore...» le ricordò Ino con entusiasmo, mentre il viso di Hinata prendeva una sfumatura indefinibile e Tenten mostrava un'espressione di puro rispetto.
Sakura si voltò furente: «Mi raccomando, racconta tutto ai quattro venti!» ringhiò, facendo voltare anche i ragazzi impegnati in un'altra discussione.
Ino si bloccò, priva di espressione, e con lei Tenten e Hinata, ora entrambe allibite.
«Io... Io scherzavo prima. Pensavo voi aveste solo... Non che addirittura...» boccheggiò Ino, incredula. Sakura si portò una mano alla bocca, sgranando gli occhi. Tipico di Ino darsi arie di donna da gran mondo e poi pensare che avessero passato la notte a baciarsi, come aveva potuto non arrivarci prima?
«Voi... Tu! Come ti sei permesso?!» strillò Ino rivolta a Sasuke, che aveva curiosamente assunto una colorazione rosata e fissava stoicamente altrove senza rispondere, mentre Naruto quasi aveva un mancamento a quella vista.
«E tu... così in fretta... Ah, maledizione! Cosa mi tocca sentire! E cosa mi è quasi toccato vedere!» il lamentò di Ino si tramutò in agonia e la ragazza fuggì verso l'inizio della fila, lasciando una Sakura sgomenta.
«Sai, penso la turbi principalmente che tu l'abbia fatto prima di lei.» ipotizzò Tenten. Shikamaru pensò che avrebbe potuto risolvere la faccenda, ma non disse nulla. Choji gli aveva letto in faccia quel pensiero, perché si era quasi strozzato con le patatine.
«Mi spiace, Sakura.» pigolò Hinata, notando il suo evidente imbarazzo.
«Teme di merda! Sei un pervertito! Un maniaco!»
«Pensa agli affaracci tuoi, dobe. E comunque è Sakura quella.»
«SASUKE!»





Naruto scoppiò a ridere di fronte a Sasuke coi capelli scarmigliati e ancora mezzo svestito.
«Ero venuto a invitarti a pranzo, ma immagino tu non abbia fatto colazione.» boccheggiò.
Sasuke lo fissò con disprezzo.
«Eddai, Teme, non capita tutti i giorni di vederti così arruffato
La fronte di Sasuke e il suo raddrizzarsi indicavano minaccia.
«Va bene, va bene. Hai visto Sakura-chan?»
L'altro inarcò un sopracciglio.
«Giusto, svegliato ora. Comunque, sai, per quanto riguarda lei...»
Gli occhi del moro si allargarono appena, e una mano strinse involontariamente la stoffa dei pantaloni. Naruto rise di nuovo.
«A me sta benissimo la storia tra voi due. Non disturbarti a dire che non ce n'è, ho capito che sei riservato e cose così. Quindi comunque non preoccupatevi, io non penso più a lei.»
«Mh.» grugnì Sasuke, affermativamente. In realtà, in fondo, sollevato, anche se non l'avrebbe ammesso mai.
«Una cosa però devo chiedertela...» cominciò in tono cospiratorio, e Sasuke alzò gli occhi al cielo, «Poi, se rispondi a questo, ti lascerò in pace sul resto. Niente domande, tebayo
Ora l'Uchiha si fece attento, invitandolo a continuare con un cenno del capo.
«Ma quando l'hai capito, di voi due? Perché da fuori non si notava niente... Da te, dico. Da lei sì.»
Sasuke, che in realtà se lo chiedeva da circa due mesi, si passò una mano tra i capelli e poi dovette coprire uno sbadiglio.
«Credo sia una cosa di sangue.» borbottò, concentrato.
«Che cosa?» fece Naruto, sgomento.
«Niente. Tra un'ora portami qualcosa da mangiare.» ordinò, chiudendo la porta e ignorando le lamentele offese di Naruto dall'altra parte.
Fu con insolito passo svelto che si diresse in camera propria, tornando a letto e attirando a sé una Sakura coperta solo dal lenzuolo.
«Di sangue, eh?» mormorò lei con voce soffocata.
Sasuke la lasciò andare, maledicendo il suo udito da pipistrello di prima mattina. O pomeriggio che fosse.
«Citavo.» bofonchiò, imbarazzato, «E tu sei noiosa. Torna a dormire.»
Sakura si voltò, con un sorriso soddisfatto, abbracciandolo.
«Dormire?» ripeté, maliziosa.
Anche Sasuke ghignò.
«No, per una volta hai ragione.» concesse, scivolando sopra di lei.






Salve a tutti. Qui dovrebbe cominciare la raccolta SasuSaku, che prende questo titolo dai loro nomi (per chi non lo sapesse Sasuke significa scoiattolo, mentre Sakura Haruno non ricordo se fiore di ciliegio o ciliegio in fiore, ma del resto lei viene paragonata ad un bocciolo da Ino e ho scritto di conseguenza); Il giardino tutt'attorno sarebbero i loro amici, senza cui non esisterebbe nulla di tutto questo. Anche se, visti i loro nomi, forse sarebbe stato meglio parlare di zoo o manicomio.
Per rispondere a suni, che magari non leggerà mai ma fa niente, quando ho scritto che Sasuke invitava Sakura ad uscire non sapevo perché lo facesse, ora sì: ha paura di quanto Ino sappia essere rompiscatole (1), Sakura è riuscita a svegliare il lato uomo che è in lui (2) se di lato uomo si può parlare, mentalmente almeno.
Alla Sil che mi fa notare come il breve scambio di convenevoli alla festa tra Sasuke e Naruto sia pericolosamente simile a quello di due amanti, purtroppo temo che tutto il loro rapporto, anche I.C. sia tale XD E che ho aggiunto l'epilogo perché si chiedeva se tra Sasuke e Sakura finisse lì. Col cavolo, cara, quei due si sposano.
Spero di aver fatto un Sasuke almeno un po' simile all'originale, anche se già solo essendo innamorato diventa un po' estraneo... E quella battuta finale sul sangue l'ha ripresa dal discorso con Sakura ed è comprensibile solo a lui, perché del resto non ce la fa a dare una risposta sensata a Naruto che comprenda un'ammissione di sentimenti da parte sua. Mentre il suo orrore all'idea del pettino viene dal fatto che ha immaginato i suoi capelli inguardabili [più del solito] e come ho già detto altrove, ce lo vedo Sasuke a preoccuparsene, come di tutto il resto del suo aspetto.
Se pensate che tutto sia avvenuto troppo in fretta, son passati anni da quando è tornato, eh XD
Se vi fa pena Naruto, ricordate che questa storia è NaruHina oltre che HinaNaru.
Grazie se siete arrivate sin qui! Se volete recensire è sempre un piacere, e se trovate qualcuno ooc ditemelo e lo segnalerò.


   
 
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