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Autore: Shambelle_97    18/04/2023    0 recensioni
I sogni sono l'interpretazione di ricordi lontani, ma immutabili nel tempo. E le ombre che li popolano, rappresentano la più totale forma delle mancanze nelle quali amiamo rifugiarci. Quando gli Avengers sembrano avere la meglio nei confronti della minaccia robotica col nominativo di Ultron, costui inizia a sfoderare le proprie carte vincenti...due assi nella manica che daranno loro del filo da torcere. Thor credendo di essere immune all'incantesimo lanciatogli da Wanda Maximoff, si ritroverà all'interno di una realtà alterata colma d'insidie dove vivrà un incontro ravvicinato con il fantasma del Dio degli Inganni, vedendo infine la prossimità di un futuro nefasto e incerto.
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor, Ultron, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                                                              𝐃𝐚𝐫𝐤 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐬

Recuperare lo Scettro della Mente all’interno dell’HYDRA si era rivelato nientemeno che il prezzo da pagare per la salvaguardia dell’intera umanità.

Dopo aver ricavato la pericolosa intelligenza artificiale situata dentro il manufatto, Ultron non avrebbe perso l’occasione propizia per ricreare un mondo a sua immagine e somiglianza.

Riuscirono ad intercettarlo nei pressi di un magazzino alle prese con un noto trafficante d’armi.

In preda ad uno scatto d’ira, Ulysses Klaue rovinò giù dalle scale a causa dell’amputazione al braccio sinistro. 

Detestava essere paragonato all’illustre miliardario.

“Figlio mio! Vuoi rompere il nostro legame?”

Proferì Stark in tono sarcastico.

“Se proprio devo...”

L’androide lasciò la frase a mezz’aria per via della replica espressa dal Dio del Tuono. 

“Nessuno romperà niente.”

Fu un intervento deciso il suo: tuttavia Ultron fu lesto a ribattere alle sue parole.

“Non c'è frittata se non rompi le uova!”

Esclamò enfatico l'avversario.

“Mi hai tolto le parole di bocca.”

Aggiunse stupefatto l'inventore, quasi basito in verità.

“Ahhh molto spiritoso, Signor Stark: si sente a casa, qui?”

Esordì sarcasticamente Pietro Maximoff in compagnia della gemella.

Il giovane dalla chioma argentea alluse al suo passato in maniera disarmante, venendo corretto dallo stesso robot.

“Siete ancora in tempo per ripensarci.”

Avvisò Captain America, non affatto desideroso di inutili spargimenti di sangue.

“Oh, lo faremo.”

Proclamò ironica la strega, serrando le labbra.

“So che avete sofferto.”

Riprese Steve Rogers, dichiarando di essere a conoscenza dei terribili trascorsi riguardanti i due fratelli.

“Ahahahah, Captain America! L'uomo giusto del Signore che finge di poter vivere senza guerra.”

Constatò divertito l'essere cibernetico, denotandone l'amarezza.

“Purtroppo non posso fisicamente vomitare, ma...”

Egli venne interrotto prontamente dal Signore dei Fulmini.

“Se credi nella pace, allora manteniamola.”

Ribatté ovvio, guardandolo dritto nelle iridi meccaniche.

“Credo che tu stia confondendo pace con calma.”

Suppose il nemico nel frattempo.
.
“A che serve il Vibranio?”

Domandò Stark, curioso di conoscere il valido motivo per servirsene.

“Sono contento che me l'abbia chiesto, coglierò l'occasione per spiegare il mio piano malvagio.”

Fu allora che lo scontro ebbe inizio, spingendo Ultron a passare alle maniere forti.

Wanda entrò in gioco, abbassando le loro difese sia a livello fisico che mentale.

L'energia scarlatta li avvolse interamente, alterandone la realtà.

Thor credette di essere immune al suo incantesimo, finché l'edificio non lasciò spazio a delle sfarzose mura dorate a lui familiari.

Dinnanzi al Tonante si allestì un banchetto in cui era solito dilettarsi quando conduceva una vita ricca di agi e lodi.

La sala era gremita di gente, intenta a danzare a ritmo d'orchestra.

Pervaso dall'angoscia, il primogenito di Odino percorse ogni angolo del ricevimento con circospezione.

In lontananza una figura incappucciata proseguiva docile ed elegante, guadagnandone inconsciamente l'attenzione.

Si ritrovò ad osservarla guardingo, notando un'aria familiare nei movimenti.

Era intenzionato a raggiungerla, fin quando la voce di Heimdall non gli impedì di eseguire l'azione.

Avanzò verso l'erede al trono, denotando uno sguardo minaccioso nelle pupille vitree e spente.

Gli afferrò il collo, minacciandolo di aver condannato Asgard all'eterna dannazione.

Liberarsi dalla sua presa fu un arduo ostacolo da superare, costringendo il Dio a lederlo dolorosamente.

Fuggì dalla sua presenza, alla ricerca del misterioso individuo dal manto nero.

Comprese di essere intrappolato in una visione distorta, constatando che l'unica via d'uscita fosse quella di dialogare con l'oscuro spettro.

Avvertiva l'assoluto bisogno di ricevere informazioni.

Quest'ultimo gli si stagliò davanti non lasciandogli alcun scampo.

Nella bocca sottile si increspò un sorrisetto sardonico e crudele.

“Ti consiglio vivamente di rivelarti a me.”

Suggerì ostile, assumendo la posizione di difesa.

L'uomo obbedì silente, rimuovendo il cappuccio.

Il Dio dell'Inganno rivelò il proprio volto, ghignando maleficamente.

“Come ci si sente ad essere in trappola, figlio di Odino? Come ci si sente ad essere impotenti?”

Incalzò gelido con una nota di scherno nella vocalità.

Thor gli riserbò un paio di occhiate perplesse e afflitte, evitando di rispondere.

“Hai osato scaraventarmi in un baratro colmo di follia e disperazione. Per tutto questo tempo hai creduto di essere nel giusto, venendo ricoperto da false lodi e lusinghe.”

Sentenziò lievemente rabbioso, manifestando un'invidia repressa nei suoi confronti.

Le iridi smeraldine erano madide di odio e rancore.

“Sono consapevole di aver sbagliato, ma posso rimediare agli errori commessi.”

Tentò di spiegarsi, ricevendo nient'altro che sguardi impassibili e freddi.

Rammentava tuttora la sua morte per mano di Malekith, avvenuta due anni or sono...uno straziante dolore, seguito da estenuanti sensi di colpa.

“Sono cresciuto nel mio più completo esilio, esercitando un vasto potere...qualcosa che neppure le menti più brillanti possono comprendere fino in fondo.”

Illustrò vago, lasciando intuire che non riguardasse solo l'uso del Tesseract.

“E tu hai rovinato la mia gloriosa ascesa, infischiandotene delle conseguenze.”

Ringhiò maligno e al contempo furente, inglobando il fratellastro tramite il Seiðr.

L'energia verde avvolse il suo corpo, sollevandolo in aria.

“F...fratello...”

Provò a pronunciare, rischiando di rimanere a corto di ossigeno.

La magica e opprimente morsa scaturita da Lingua D'Argento permise al Padrone delle Saette di captare alcuni segnali di vitale importanza.

Senza dubbio una minaccia più grande si ergeva all'orizzonte, bramosa di assoluto e smisurato potere.

Venne colto da una nuova visione raffigurante una gemma d'oro, sovrapposta ad altre dalle differenti tonalità.

Un rapido flash da sconvolgerlo totalmente.

Incanalò le varie scariche di fulmini, riuscendo infine a liberarsi del fantasma.

Era come se la proiezione gli avesse illuminato la mente, esponendo un disegno non ancora ben delineato.

Il giorno successivo avrebbe temporaneamente abbandonato la squadra per indagare più a fondo sulla questione.

Era in cerca di risposte, desideroso di vederci chiaro.

Inoltre non poté far a meno di riflettere sulle terribili frasi rivoltegli dal minore, a cominciare dai riferimenti alla Battaglia di New York.

Come se Loki e quegli artefatti fossero legati da un unico filo conduttore.

Si sedette sopra l'apposito sedile, chiudendo gli occhi.

Tale faccenda ebbe modo di sconvolgerlo.

Neutralizzare Ultron e le sue giovani reclute avrebbe richiesto un necessario recupero delle energie, riordinandone le rispettive idee.
 
                                                                         𝐅𝐢𝐧𝐞
   
 
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