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Autore: Eevaa    07/05/2023    6 recensioni
Vegeta è pieno di scheletri nell'armadio. Anche se sono passati anni dalla sua vita da mercenario, gli incubi di quei giorni continuano a tormentarlo.
Oramai è abituato a quella catena attorno alla caviglia che lo tiene agganciato al passato.
Non si sarebbe mai immaginato, però, che quei fantasmi un giorno potessero assumere consistenze di realtà.
Lo sai e lo percepisci: questa volta non hai via di scampo. D'improvviso hai di nuovo sei anni e Freezer sta per portarti via tutto, tutto quello che hai, anche quello che credevi di non avere più.
[Post-Dragon Ball Super] [No Spoiler al manga]
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Broly, Goku, Nappa, Radish, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se con i crediti all'originale.
L'immagine di copertina è stata realizzata da Giosuè Graci.


 


- GHOSTS -
/how can I move on/





 
PROLOGO

 
Nero spazio.
Lo si chiama nero, ma non è un colore.
Solo buio, il nulla più assoluto. Ma per comodità per te è nero spazio. Lo riconosci così.
Non riesci a distinguere quando apri o chiudi gli occhi. Ci sei immerso.
Come sia possibile, non lo comprendi. Allunghi le mani di fronte a te, c'è solo aria ad avvolgerti le dita.
Non sei nello spazio, lo reputi impossibile. Respingi il panico e provi a percepire il pavimento – terreno, seduta, non sai dirlo – sotto di te, dietro la schiena. Il silenzio è assordante, ma senti dei respiri.
Ti domandi se sei tu ad annaspare, o se ci sia qualcun altro oltre a te.
Ignori il dolore alla testa, la sensazione di averla immersa in una boccia per pesci, poi provi ad alzarti. Tremi. Sei debole. Non è da te essere così debole, non a te che sei il Principe di tutti i Saiyan.
Tenti di ricordare.
Eri con Kakaroth su una navicella, eravate diretti nel sistema galattico 579, su un pianeta lontano di nome Tōmok. Jaco vi aveva detto che c'era bisogno di voi, che Freezer era tornato alla conquista di mondi lontani. Stavate viaggiando. Stava andando tutto bene – mal di spazio a parte.
Ti sforzi di ricordare meglio.
Una, due, tre, quattro astronavi che affiancano la vostra. Una luce verdognola. Poi nero spazio.
Lo realizzi: siete stati rapiti.

«Kakaroth!» provi a chiamarlo, ma la tua voce è roca, la tua gola troppo arida. Da quanto stavi dormendo?
Nessuno risponde.
«KAKAROTH!»
Nell'urlare senti qualcosa solleticarti il pomo d'Adamo. Porti le mani al collo.
Una collana? Con i polpastrelli scorri su una superficie piatta e fredda. Un collare.
Il panico torna da te, ti abbraccia, ti sussurra nell'orecchio che non hai alcun potere. Provi ad aumentare il Ki, non funziona. Provi a rompere il collare, non ne hai le forze. Inibitore di potenziale, ipotizzi.
Riesci ad alzarti a fatica, ti aggrappi alla parete per poter stare in piedi.
«Kak-»

Bianco. Niente più nero spazio.
La luce si fa accecante, si accende d'improvviso. I tuoi occhi bruciano, fanno fatica a sostenerla, ma tra il ventaglio di ciglia nere riesci finalmente a scorgere bianco ospedaliero sul soffitto, sul pavimento. Sei in ospedale? Non essere sciocco, pensi. In nessun ospedale ti metterebbero un collare inibitore di potenziale.
Finalmente i tuoi occhi non sfarfallano più. C'è un vetro di fronte a te, ti mostra una stanza grande e circolare. Vuota. Dalla parte opposta della stanza ci sono altre celle, come la tua. C'è un energumeno calvo, per terra, prono. Indossa la divisa dell'Esercito di Freezer.
Ringhi. Avresti dovuto saperlo che c'entrasse lui, in tutto questo.
E poi scorgi un ammasso arancione, informe. Non lo vedi bene, ma lo riconosceresti tra mille.
«KAKAROTH!»
Ti avvicini al vetro e ci batti sopra con le mani, ma il suono è ovattato. Kakaroth non ti sente. È svenuto, ma sei certo che non ti sentirebbe nemmeno se fosse sveglio.
Sferri un pugno al vetro, ma è rinforzato. Il suono rimbomba. Rimbomba... troppo?
Non sei più solo tu che stai prendendo a pugni il vetro. Ma, scrutandoti intorno alla ricerca della fonte di quel suono, capisci che non può essere altro che un incubo.
Un incubo dal quale non vedi l'ora di svegliarti.
Perché lì accanto alla tua cella, con le mani premute contro il vetro accanto e gli occhi neri fissi nei tuoi, c'è una persona che non dovrebbe esistere. Non più.
C'è Radish.



 
CAPITOLO 1
In trappola


 
Radish ti guarda e ti senti stretto, chiuso in una morsa di domande a cui non tenti nemmeno di dare una risposta.
Il bagno di assurdo in cui ti trovi è gelido, ma inizi a sudare. Ti avvicini e lui non distoglie lo sguardo, occhi sgranati e bocca spalancata, entrambe le mani ancora premute contro al vetro.
Vi dividono solo battiti di ciglia e una lastra trasparente, ma tu lo sai che la vostra distanza è più densa, percorribile attraverso venti e più anni di silenzio. E sensi di colpa.
Osservi le sue labbra disegnare il tuo nome, non riesci a udire nulla ma ricordi alla perfezione il tono graffiato della sua voce, la cadenza irriverente di come lo pronunciava. Ti sembra di sentirlo attraverso echi di quei vent'anni in cui è stato sotto terra e non l'hai mai riportato in vita.
Ironico che Kakaroth ti abbia domandato il perché, ti abbia chiesto di lui proprio pochi giorni fa, sull'astronave. Ti sei rifiutato di rispondere, così come ti rifiuti di rispondere agli occhi che ti stanno guardando interrogativi.
"Cosa sta succedendo? Dove siamo?" leggi il suo labiale e lo comprendi, ma a stento senti un basso rimbombo, come se ti trovassi sott'acqua.
Non sapresti nemmeno cosa dire. Rimani in silenzio a fissarlo per qualche secondo, poi ti si accende una nuova luce nel lobo frontale e colleghi. Ti volti di scatto, l'energumeno calvo steso a terra acquista anch'egli un nome: Nappa.

Percorri la sua figura, l'immagine di lui che esplode per mano tua ti stringe le budella, ma un movimento scomposto ti distrae. Alla tua destra c'è un'altra persona a terra, pelle scura e capelli arruffati, una pelliccia verde acido attorno alla vita. Riconosci Broly e quando apre gli occhi lui riconosce te. La tua stessa confusione impressa sul volto, ma ancor più terrore quando si accorge del collare inibitore. Lui ne aveva avuto uno, in passato.
"Cosa ci faccio qui?" grida, tu non lo senti, ma percepisci la sua frustrazione mentre prova a togliersi il collare, quando estrae un coltello da caccia dallo stivale e prova a forzarlo invano.
«Ne so quanto te!» dici, sai che non può sentirti.
Non riesci a reprimere l'impulso di voltarti di nuovo verso Radish. Sta fissando oltre la cella di Nappa, sta fissando Kakaroth a occhi stretti, poi si volta di nuovo verso di te.
"Vegeta," pronuncia di nuovo il tuo nome e tu lo senti senza udirlo, "cosa stracazzo sta succedendo qui?"
«NON LO SO!» urli e allarghi le braccia, però ti sorge un dubbio. Ti avvicini di nuovo e scandisci lentamente. «Cosa stavi facendo prima di arrivare qui?»
"Io... stavo morendo? Il Namecciano mi ha ucciso! Ricordo tutto... buio? Nient'altro" alza le spalle, è un gesto che riconosci. "Tu e Nappa dov'eravate?"

Un brivido cammina lungo la tua colonna vertebrale, ma lo ignori. È chiaro che Radish non ricordi null'altro. La memoria dell'esperienza all'Inferno viene cancellata, probabilmente lui pensa che sia passato poco tempo, è convinto che tu e Nappa foste ancora a zonzo per le galassie, magari che foste addirittura in rotta verso la Terra per riportarlo in vita. E invece sono passati più di vent'anni. Il brivido torna a camminare e scuoti la testa.
Capisci che qualcuno deve averlo riportato in vita proprio lì, dove vi trovate. Lo stesso vale per Nappa. Il perché ti è oscuro ma, quando torni a fissarlo, il suo sguardo è più stretto, ancor più confuso di prima. Ti sembra di balzare nel passato, all'ultima notte in cui vi siete guardati sotto le stelle e gli hai dato il permesso di partire. Quando lo hai sminuito, insultato, quando gli hai mentito. Sai bene che lui ricorda, e tu sai bene quanto quella bugia ti abbia corroso senza accorgertene.*
Ti scruta, ti osserva. Non comprende, ma intuisce. Lui è sempre stato scaltro e, anche se i Saiyan non invecchiano in modo vistoso nei primi ottant'anni di vita, sai bene quanto il tuo sguardo sia cambiato, quanto i tuoi tratti si siano rilassati, addolciti. Sai di avere delle nuove cicatrici. E sai anche che Radish ti conosce – ti conosceva, all'epoca – più di chiunque altro.
E nonostante il suo sia solo un sussurro, quasi ti sembra di sentirlo chiaramente.
"Sei... diverso?"

Ti si blocca il respiro, anneghi in te stesso e nei tuoi sensi di colpa quando stringi le labbra e ti rifiuti di lasciare andare qualsiasi risposta. Sei diverso, e sai bene quanto. Quanto tu sia cambiato, quante cose siano cambiate in vent'anni, mentre lui è uguale a quando eravate due mercenari, due ragazzini schiavi che tirano avanti insieme in una giungla di galassia. A quando eravate piccoli e lui ti ha dichiarato un'eterna fedeltà che tu hai calpestato.
Anche se non lo hai ucciso tu, è come se l'avessi fatto. Così come hai fatto con Nappa, che ancora non capisci come farai a guardare in faccia quando si desterà dal suo riposo.
Quasi ti dimentichi della situazione in cui sei immerso, quasi ti scordi di essere stato rapito, in trappola. Quasi ti scordi di essere nei guai, perché la tua coscienza ha delle bizzarre priorità.
Nella tua testa c'è ancora nero spazio ma il bianco ti rende cieco quando abbassi lo sguardo sui tuoi stivali. Proprio quando speri che una voragine si apra per divorarti, il tuo desiderio si esaudisce in modo errato. Il pavimento inizia a tremare.
Uno scossone intenso da farti traballare, da far quasi cadere Radish e costringere Broly ad aggrapparsi alla parete. Nappa rotola lungo la sua cella e si sveglia di soprassalto, spaventato. Ti costringi a non guardarlo e finalmente vedi la massa arancione muoversi, provare ad alzarsi con poca agilità, un occhio chiuso e uno aperto, con lo sguardo da stoccafisso che lo caratterizza di primo mattino. Eppure sono gli unici occhi che sei sollevato di vedere in quel momento, gli unici occhi che sai che non ti guardano più con odio o terrore, oramai da tempo.
Quasi provi pena per te stesso per il pensiero di volerti svegliare da quell'incubo e trovare solo lo sguardo da stoccafisso di Kakaroth, sull'astronave. Invece sei lì e con te ci sono anche due fantasmi del passato e - con tutto il rispetto per Broly - uno scimmione mezzo troglodita.
Eppure rimpiangi di avere intorno solo loro quattro, quando al centro della stanza la voragine che avrebbe dovuto divorarti si apre sul serio. E ne esce con parecchia ovvietà l'unico che avrebbe mai potuto trascinarvi in un guaio simile. Con uno spregevole ohohoh molto famigliare.

«Buongiorno, scimmioni. Ben svegliati!»
Lo senti chiaro e limpido dall'unico altoparlante bianco incastrato nel soffitto, quindi rimpiangi anche il non udire niente se non bassi borbottii.
Freezer. Non avevi alcun dubbio che fosse lui l'artefice di quella trappola, non te ne sorprendi, ma ancora ti domandi a cosa serva tenervi imprigionati come topi. Passa i suoi occhi su tutti voi come una carezza al vetriolo, tiene le braccia aperte mentre levita a qualche centimetro dall'apertura sul pavimento. Lo sguardo di Radish è sconvolto, mentre Nappa si tiene ancorato con le mani alla parete per non svenire. Palese che non l'abbiano mai visto nella sua forma completa.
Vedi Kakaroth aggrottare le sopracciglia e incrociare le braccia al petto, ma il suo sguardo è quasi di rimprovero, più che di vera e propria paura.
«Ancora?! Accidenti, hai la testa proprio dura! Sbaglio o ci eravamo ripromessi di non attaccarci più?» dice con uno sbuffo, e tu lo senti senza fatica. Probabilmente i collegamenti audio sono stati aperti.
Freezer ridacchia. «E sbaglio o non abbiamo firmato nessun patto di non aggressione? Si suol dire verba volant, no?»
«Verbal che?» risponde Kakaroth, e speri che un accidente ti stronchi all'istante.
Cacci indietro la testa e decidi che ne hai abbastanza. «Freezer, dicci cosa vuoi da noi e facciamola finita».
Vedi sia Nappa che Radish impallidire a cotanta irriverenza, al mancato aggettivo onorifico, al non essere inginocchiato a terra nel parlare al fu più potente essere nella Galassia. Una volta.

«Ma cosa cazzo...?!» soffia Radish rivolto a te, allibito. Senti la sua voce – davvero – per la prima volta dopo vent'anni, ma Kakaroth interviene prima che tu possa trattenere il respiro abbastanza a lungo da farti girare la testa.
«Radish? Ma sei proprio tu? E tu sei Nappa, vero?» cinguetta, innocente, come se fossero lì per una riunione di famiglia. Perdi il conto delle volte in cui hai desiderato avere la sua faccia di bronzo e il suo ottimismo. «Ah, Broly, urca, ci sei anche tu!»
«Broly?! Quel Broly che Re Vegeta ha fatto esiliare da bambino?» grugnisce Nappa, e anche la sua voce ti riempie i polmoni di ricordi troppo lontani.
«Non vorrei ripetermi... ma cosa cazzo?!» ripete Radish con un verso stridulo.
Le mani di Freezer si uniscono in un sonoro applauso di compiacimento. «Ohohoh, che fantastica rimpatriata. Vegeta, sei contento di rivedere i tuoi vecchi amici dopo tutti questi anni?»
Il tuo desiderio di morire lì cresce esponenzialmente, e non per la provocazione di Freezer, ma per la consapevolezza che vedi arrampicarsi sul volto dei tuoi vecchi compagni di squadra.
«... anni?» soffia Radish. Non hai cuore di sostenere lo sguardo incredulo, e nemmeno di guardare in faccia Nappa quando ti parla per la prima volta - l'ultima volta che l'ha fatto è stato per urlare mentre lo uccidevi.
«Vegeta, cosa sta succedendo?»
Ti piacerebbe saperlo, ma non lo sai. Anche se sei abituato da quando sei nato al fatto che Freezer voglia umiliarti, farti del male, infastidirti e soggiogarti, non riesci a comprendere come riportare in vita la tua vecchia famiglia – perché di quello sai che si tratta – possa dare giovamento a quel bastardo.

«Percepisco della confusione. Ma lasciate che vi spieghi, permettete?» dice lui. Sembra così divertito che ti viene la nausea, riflesso di un ricordo sul pianeta Kanassa in cui eravate tutti e tre al suo cospetto a farvi umiliare insieme. Pensi a quanto possa essere schifoso il destino a farti ritrovare nella stessa situazione dopo più di vent'anni.
Rimanete tutti e cinque in un silenzio assenso senza alcuna scelta.
«Ho viaggiato molto dall'ultima volta che ci siamo visti, sulla Terra. Ah, Broly, non ti ho ancora fatto le condoglianze per tuo padre» dice Freezer, divertito, e Broly ringhia e stringe i pugni. «Mio malgrado ho capito che non sarei riuscito a sconfiggervi, ancora. Ho cercato disperatamente di allenarmi con tutte le mie forze, ma voi scimmioni avete sempre questo... maledetto genoma che vi permette di raggiungere forme divine» la sua voce si indurisce quando dice ciò, e tu la percepisci: invidia. In un'altra situazione avresti goduto, ma sei troppo impegnato a osservare Nappa e Radish non capire un accidente. «L'onnisciente Zuno mi ha detto che solo i Saiyan e poche altre specie oramai non più in vita possono raggiungere lo stadio di Dio. Potete immaginare la mia frustrazione? Oh, sì. Ho dovuto assolutamente cercare una soluzione. Ci sono voluti più di tre baci a quel maledetto pervertito per giungere a un giusto compromesso. Tutto ciò che avevo bisogno era di prendere in prestito un po' del vostro DNA e, guarda guarda, mi è bastato davvero poco per mandare delle cimici sulla Terra a prenderlo. Certo, ho dovuto contaminare il mio sangue con quello di voi scimmioni, ma in fondo è per una giusta causa, no? Sono giunto qui su Tōmok, un pianeta di scienziati molto lontano ai confini con l'Universo Sei, che hanno saputo aiutarmi in cambio di... beh, in cambio di risparmiare loro la vita». Freezer ridacchia, ma poi torna serio. «E ora nel mio codice genetico c'è il cromosoma per poter giungere alla forma divina».

Non puoi credere alle tue orecchie. L'assurdità di quel piano riporta la tua coscienza ad avere priorità meno bizzarre, quando comprendi della pericolosità di quella mossa e anche i possibili perché di quella trappola.
«... sono rimasto fermo a DNA» borbotta Kakaroth, e non ti sorprende. «Ma ancora non capisco... ok, sei in grado di trasformarti in un Dio, buon per te. Ma perché ci hai radunati tutti qui?»
La risposta è piuttosto semplice, tu lo sai. Oramai sei già stato in grado di fare due più due. Tuttavia ti manca il passaggio del perché scomodarsi a tirare fuori dall'Inferno le vecchie conoscenze.
«Come, Goku? Non ti ricordi come si fa a trasformarsi in Dio per la prima volta? Serve avere la potenza di sei Saiyan. L'unica postilla per me, che non sono un vero Saiyan e non possiedo tutte le vostre orribili caratteristiche, è che non sarebbe bastato per me avere altri cinque Saiyan compresi i vostri luridi figli mezzosangue. Mi servivano cinque Saiyan purissimi per potermi trasformare e, beh... ho trovato molto comodo riportare in vita i primi due che mi sono venuti in mente e che non sono mai riuscito a uccidere di persona, sebbene ne avessi avuto sempre il desiderio. Ma comunque uno scimmione vale l'altro, no?»
L'ultimo tassello che completa il puzzle fa un rumore assordante nella tua testa, ma Freezer continua.
«Mi sono fatto costruire questo marchingegno e quei meravigliosi collari che sono collegati all'impianto che ho proprio qui,» rivela e si tocca una piastrina nel collo, «per sottrarvi tutta l'energia di cui ho bisogno. Oh, tranquilli, non sentirete male, non dovrete fare il minimo sforzo. Anche se forse alla fine vi sentirete un pochino stanchi, ma non temete: vi spedirò a dormire in un batter d'occhio... per sempre» conclude, e la sua risata maligna rimbomba nelle cinque celle che saranno ben presto le vostre tombe.
Lo sai e lo percepisci: questa volta non hai via di scampo. D'improvviso hai di nuovo sei anni e Freezer sta per portarti via tutto, tutto quello che hai, anche quello che credevi di non avere più.

 
 
Continua...

Riferimenti:
-La storia è ambientata circa un anno dopo il Torneo del Potere e lo scontro con Broly. Per chi ha letto il manga, questo andrà a sostituire le saghe di Moro e Granolah.
-Per completezza e per comprendere meglio tutti gli Easter Egg di questa storia, consiglio di leggere anche il mio prequel di DBZ, "Mercenari". Sebbene sia anche parte di un'altra saga (quella di "Across the Universe"), può essere benissimo letta come prequel a questa, in quanto nell'ultimo capitolo c'è un flashforward con Goku e Vegeta che viaggiano proprio verso Tōmok. 
-Sempre in "Mercenari", potrete trovare il riferimento all'ultimo dialogo avvenuto tra Radish e Vegeta di cui parlo qui *. 
-Il pianeta Tōmok non esiste nella saga canonica.
-L'onniscente Zuno è un personaggio canonico di Dragon Ball Super, che promette di svelare una grande verità del cosmo se riceve dei baci da persone che gli piacciono (forse nel canon faceva riferimento solo alle donne, ma tant'è).
-Canonicamente è stato detto che è difficile resuscitare persone morte troppo tempo prima del quale il corpo è sparito. Per quanto riguarda questa storia, Freezer potrebbe aver espresso tre desideri di Polunga: uno per ripristinare i corpi di Radish e Nappa, uno per trasportarli su Tōmok, e uno per resuscitarli. E, beh, anche se fosse poco canonica come cosa, mi serviva ai fini della trama quindi fottesega xD chiedo scusa ai più fedeli al canon.
-La storia è narrata tutta in seconda persona (dal POV di Vegeta) e per me è la prima volta, un grande esperimento. Ho preso ispirazione alle meravigliose storie di Aislinn aka MissAdler, che ringrazio di cuore anche per avermi incoraggiata a scrivere questa storia oramai parecchi mesi fa.
-Tutta la questione del DNA Saiyan per raggiungere la forma divina è qualcosa di inventato da me (a parte che per raggiungere il SSGod la prima volta ci sia stato davvero bisogno di cinque Saiyan). Potrebbe essere improbabile? Sì. Toyotaro ha scritto cose più improbabili? Sì. Mi è servito per fini di trama? Sì. Fottesega? Sì. O, beh, almeno a me non importa. Poi ovviamente valutate voi xD
-Il titolo della storia è ispirato alla canzone omonima dei Muse con Elisa. 

ANGOLO DI EEVAA GRACE:
Ehilà, gente dallo spazio!
Sono tornata! Vi sono mancata? Come sarebbe a dire "no"? Oh, andiamo, a me è mancato tantissimo tornare qui!
Avevo completamente perso l'ispirazione e anche adesso non è che io stia brillando, nella scrittura. Ci ho messo da settembre fino a oggi per completare questa long - che sarà lunga più o meno 13 o 14 capitoli, poi vedrò come suddividerli.
Spero davvero di poter tornare ispirata come un tempo, ma la vedo dura. Va beh, nel frattempo inizio a pubblicare questa, poi si vedrà :)
Voi come state? Spero davvero che questo primo capitolo vi abbia intrigatə!
Come sempre aggiornerò ogni domenica, salvo imprevisti! A presto e grazie ancora! Vi abbraccio tuttə!
Eevaa Grace
  
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