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Autore: OmegaHolmes    13/05/2023    0 recensioni
Sono passati otto mesi dall'Apocalisse, periodo nel quale Aziraphale e Crowley hanno vissuto felici e contenti, fino a quando non gli viene assegnata una nuova missione che li porterà a fronteggiare i propri sentimenti e a prendere una decisione definitiva tra le loro fazioni.
Dal testo:
“Da quanto non facciamo cose così clandestine?” sospirò roco il demone.
“Non abbiamo molto tempo. Dobbiamo trovare una soluzione.” deglutì nervosamente l’angelo, incapace di guardare l’altro negli occhi, o meglio gli occhiali scuri.
“Non credo ci siano molte soluzioni, angelo.”
“Questa è davvero la tua risposta?” si girò di scatto, fulminandolo con lo sguardo.
“Hai paura?” chiese in un tono dolce il fulvo.
Le sopracciglia del biondo si contrassero in una fitta di dolore: “Più dell’ultima volta. Gabriele è stato molto chiaro. Se sbaglio questa volta-”
“...ti fanno la festa.” finì la frase l’altro “Lo so.”
Aziraphale x Crowley
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Belzebù, Crowley, Dio, Gabriele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spedì la candida lettera contenente il rapporto in quella che sembrava una classica casella postale, invece era un collegamento che portava direttamente al Paradiso, infatti, appena imbucata, scomparve nel nulla.

Un rantolo lo colse, facendolo rabbrividire per l’ansia: “Coraggio, Aziraphale.” si ripetè, prima di continuare la strada a piedi verso la scuola.

Una mattinata tranquilla, tra allievi che parlavano senza alzare la mano, palline di carta lanciate alle sue spalle e risatine nascoste. La sua presenza angelica, però, aveva nettamente migliorato l’andamento delle classi che partecipavano alle sue lezioni. I ragazzi uscivano sentendosi sempre stranamente ispirati, quasi colti dal desiderio di tornare a casa e leggere tutti i sonetti di Shakespeare d’un fiato. L’entusiasmo con cui Aziraphale parlava degli scrittori, esattamente come se li avesse realmente conosciuti, raccontando così tanti aneddoti divertenti da riuscire ad intrattenere anche il più sfaticato degli alunni, rendeva la letteratura quasi un passatempo.

Lo stesso non si poteva dire delle lezioni “del terrore” che avvenivano nell’aula di scienze. O almeno, i ragazzi ne uscivano terribilmente eccitati, con l’incredibile desiderio di andare a casa e far saltare in aria la cantina con la fusione tra coca cola e mentos. Per tutti il Professor Crowley era un pazzo fulminato, che si divertiva a fare esplosioni incredibili e a dar fuoco “quasi con uno schiocco di dita” agli elementi più infiammabili. Aveva però vietato il sezionamento delle rane, questo solo perché nel vedere aperto il corpo di un altro rettile gli procurava i conati di vomito e la voglia di scappare in Mexico. Quel giorno, cominciò un nuovo argomento, iniziando a parlare di stelle, costellazioni, galassie, con una precisione tale e una malinconia nello sguardo, che aveva completamente attirato l’attenzione degli studenti, che rapiti, osservavano le foto uniche di Galassie lontane.

Adam Young sedeva in ultima fila durante quella lezione, restando colpito dal modo in cui quel demone così pittoresco, (che aveva a suo dire inventato l’M25, tentato Adamo ed Eva, fatto scoppiare centinaia di Guerre e chissà che altro) parlava di un qualcosa di così “divino”. La campanella suonò e Crowley salutò bruscamente i ragazzi: “Ora fuori dai piedi, non voglio vedervi fino alla prossima settimana.”

Adam si avvicinò con la cartella in spalle, guardandolo intensamente: “Non pensavo fossi il tipo che ama le stelle.”

“Come non si possono amare le stelle?” rispose alzando le spalle.

“Ma tu non dovresti… odiarle?”

“Sono un demone, non un idiota. Ho dei gusti ed un certo senso per lo stile… e le stelle sono belle. Finito l’interrogatorio?”

“Mi chiedevo solo… se non ti ricordassero qualcosa di più...lontano.”

“Sta zitto.” disse in mal modo, indossando il cappotto: “Non hai preso una decisione su altre cose?” sottolineò.

“Sì… non voglio diventare come te.” disse con una sincerità che disarmò il demone.

“Oh...beh, grazie…”

“Intendo, non che tu non mi piaccia, ma… non voglio avere nostalgia di qualcosa di bello perché sono dannato. Credo… credo… forse Aziraphale ha ragione… forse-”

 

Un urlo, terrificante squarciò l’aria.

 

Crowley venne travolto da un brivido che lo trafisse da capo a piedi.

“Aziraphale…” mormorò con voce rotta, prima di scattare in una corsa disperata verso l’aula dove insegnava l’angelo.

“Aziraphale!” urlò ora più forte, in quei corridoi colmi di allievi che lo fissavano come se avesse perso totalmente la ragione.

Spalancò la porta con un calcio e lì di fronte a sé trovò Michele e Gabriele che tenevano l’angelo inginocchiato a terra con le ali spiegate, mentre il primo Arcangelo impugnava una spada di fuoco, quella che un tempo era stata di Aziraphale.

“Bene, ora siamo al completo.” disse freddamente Gabriele sorridendo, continuando a bloccare il principato a terra, mentre l’altro Arcangelo gli teneva ferme le ali.

“Lasciatelo… lasciatelo ho detto!” ansimò Crowley, che spiegò a sua volta le nere ali.

“Cosa credi di farci, demone? Siamo due Arcangeli… non puoi farci nulla… Se non è caduto, deve comunque essere punito.”

“La perdita delle ali, la peggiore punizione per un angelo.” aggiunse Michele.

“Vi prego… vi prego…” gemette Aziraphale, cercando di divincolarsi: “Vi prego, deve esserci un’altra soluzione… perché mi fate… tutto questo.”

“Perchè tu sei…” iniziò a denti stretti Michele.

“Troppo buono!” esclamò Crowley, avvicinandosi minacciosamente: “Non è così? E’ per questo che lo odiate… lui è così buono e puro da vedere il bene addirittura in un demone… e voi non potete accettarlo, non è così?” ringhiò a denti stretti.

“Non fare un altro passo.” lo ammonì Gabriele “O la spada sarà usata contro di te. Sappiamo cosa può farti un arma sacra.”

“Fate cosa volete di me…” ammise: “Ma non osate toccarlo!”

Con un sorriso di sfida, Michele iniziò a tirare un’ala, portando il principato ad urlare nuovamente dal dolore.

“Fermi.” disse freddamente la voce del ragazzino alle loro spalle, che incredulo aveva osservato la scena.

“Bene, ci mancava il moccioso figlio di Satana.” sbuffò irritato Gabriele, tirando gli occhi al cielo: “Ciao ragazzino, non è questo il momento, okay?”

“Ho detto fermi.” ripetè irremovibilmente, mentre i suoi occhi divennero neri come la pece: “Dovete lasciare l’angelo portatore di luce o una terribile sventura cadrà sulle vostre teste e sui popoli dei vostri Regni” sentenziò ora, con voce posseduta.

I due Arcangeli restarono impressionati di fronte a ciò, ma Michele decise di agire, abbassando la spada con un colpo secco.

In quel momento i riflessi di Crowley si acuirono, lanciandosi contro l’Arcangelo, buttando così entrambi a Terra.

Tutti i demoni temevano Michele, perché era il più efferato massacratore del maligno e Crowley lo sapeva e se ne rese conto appena l’altro lo gettò sul pavimento con una facilità che si maledì mentalmente per essere stato così stupido.

L’arcangelo lo aveva bloccato contro il suolo freddo, alzando la propria spada verso l’alto, quando con la forza dei poteri Adam lo bloccò.

Michele urlava cercando di sbloccare il braccio e far cadere la lama infuocata contro lo sterno di Crowley, mentre con l’altra mano teneva il demonio fermo per la gola, soffocandolo.

L’esile demone si dimenava, cercando di liberarsi dalla sua condanna.

Aziraphale, nel frattempo stava lottando per sciogliersi dalla stretta con cui Gabriele l’aveva bloccato tenendo un avambraccio intorno al suo collo e l’altro attorno la sua ala. Se si fosse mosso, si sarebbe rotto l’arto piumato.

“Michele, lascialo, smettila, così lo soffocherai!” pregava tra le lacrime l’angelo, odiando l’incapacità di non riuscire a far nulla.

Michele stava vincendo contro la forza telepatica di Adam, la punta della spada stava ormai bruciando i vestiti del demone che iniziò ad urlare a denti stretti.

“Il male deve perire, questo è il tuo destino demon-”

 

“FERMI.”

 

Un lampo squarciò la stanza, congelando i due Arcangeli sul posto.

Michele, sconvolto, lasciò cadere la spada a terra a pochi centimetri dal volto di Crowley, che tossì rumorosamente appena la sua gola fu libera dalla presa.

“M-mia Signora…” iniziò Gabriele, inginocchiandosi di fronte a quel raggio di luce luminoso: “Stavamo punendo questi traditori per il loro-”

“NON E’ IL TUO COMPITO PUNIRLI, GABRIELE.”

“Per questo son venuto con Michele, Signora.”

L’arcangelo Michele abbassò il capo, in segno di riconoscenza.

MICHELE, COLUI CHE E’ COME DIO. MA NON E’ ME.”

“Signora…” iniziò Michele “E’ mia missione combattere il maligno.”portandosi una mano al petto.

NON E’ LUI CHE DOVRESTI GIUSTIZIARE, MA IL FIGLIO DI SATANA.”

Aziraphale, colto dalla durezza di quelle parole, si protrasse verso quel raggio di luce: “Mia signora, la prego non lo faccia è solo un ragazzino!”

AZIRAPHALE, ANGELO DELLA PORTA DI ORIENTE E PRINCIPATO DEL POPOLO, IL TUO NOME MI GIUNGE SPESSO ALLE ORECCHIE ULTIMAMENTE.”

“M-mia Signora… so di non essere il migliore degli angeli e di aver fatto tanti pasticci, ma deve credermi… Adam Young non è un ragazzino crudele, è solo…”

IL FIGLIO DI SATANA, AZIRAPHALE. DEVE ESSERE ANNIENTATO.”

“Ma l’Apocalisse… potrebbe essere riavviata.” disse Gabriele garbatamente.

L’APOCALISSE ERA SOLO UNA PROVA.”

“U-una prova?” deglutì Gabriele.

Aziraphale non riuscì a trattenere un sorriso luminoso.

AZIRAPHALE HA MOSTRATO CORAGGIO, HA CERCARE DI PROTEGGERE IL POPOLO CHE SERVE E GUIDA PER MIO CONTO. MA SO CHE PURTROPPO LO HA AIUTATO...RAPHAEL, QUANTO TEMPO.”

Tutti si guardarono confusi, mentre Aziraphale sorrise rivolto verso Crowley, che si sentì quasi svenire a sentire quella voce chiamarlo come un tempo.

“Err...S-salve…” sbiascicò, alzando la mano in segno di saluto.

“Che cosa?!” esclamò pietrificato Michele “l’Arcangelo perduto eri...tu?”

L’ARCANGELO CADUTO. CROWLEY ORA ...O MI SBAGLIO?”

“Corretto…” deglutì, provando profonda vergogna.

L’UNICO DEMONE CHE ANCORA MI INVOCA IN PREGHIERA…”

L’imbarazzo sul viso di Crowley era diventato così palpabile, da desiderare quasi di essere morto poco prima infilzato da quella maledetta spada.

AD OGNI MODO, PERCHE’ STAVATE GIUSTIZIANDO IL MIO PRINCIPATO?” chiese con tono evidentemente irritato il Grande Capo.

“E’ un traditore, Signora. E’ stato colto a fraternizzare con il nemico per tutti questi secoli.” confessò serio Gabriele.

“E’ COSI’ AZIRAPHALE?”

L’angelo raccolse tutto il suo coraggio: “Sì, mia Signora. Ho passato questi 6000 anni di servizio lavorando per il bene dei popoli, cercando di contrastare i suoi poteri, ma in lui ho trovato in realtà un alleato gentile e spesso buono. Del mio nemico ne ho fatto un amico e… lo amo, mia Signora. Io vi sono sempre stato fedele, anima e corpo, la luce che mi donate ogni giorno la sento come il primo brillare in me, ma… lo amo. E se dovete punirmi, sono pronto. Ma vi prego, non fategli del male. La colpa è solo mia.”

SO CHE SARESTI STATO DIVERSO, DAL GIORNO CHE TI HO CREATO. NELLA TUA MENTE ED ANIMA C’E’ ANCORA LA STESSA PUREZZA DEL PRIMO GIORNO. IN TE NON C’E’ CORRUZIONE. MA SE VERRA’ INTACCATA DALLA VICINANZA DEL DEMONE, SAI COSA TI ATTENDE.”

“Sì, lo so.” annuì risoluto Aziraphale.

L’AMORE E’ AMORE IN OGNI SUA FORMA. SE UN ANGELO E UN DEMONE POSSONO GUIDARE L’UMANITA’ ATTRAVERSO LE PEGGIORI CALAMITA’, IO VI DO LA MIA BENEDIZIONE.”

“Cosa?” chiese Gabriele sconcertato.

“Cosa?” mormorò Michele stupefatto.

“COSA?” quasi si strozzò con la propria saliva Crowley, ricordando un Dio molto meno comprensivo ai suoi tempi.

“Ti ringrazio, mia Signora.” s’inchinò dolcemente Aziraphale, regalando il più luminoso dei suoi sorrisi.

ADAM YOUNG, E’ GIUNTO IL MOMENTO DI UNA SCELTA.” tuonò infine.

“Rinuncio ai miei poteri. Sono stanco di queste cose bibliche.” disse il ragazzino, totalmente scoraggiato da quella scena appena vissuta.

MOLTO BENE.”

La luce si fece accecante, tanto che tutti dovettero chiudere gli occhi, travolti da un coro di voci celesti ed infine tutto tornò come prima.

Gli Arcangeli, sconvolti, raccolsero le loro cose. Gabriele si avvicinò ad Aziraphale e con quel suo sorriso agghiacciante gli lisciò i vestiti: “Ecco come nuovo. Prenditi una vacanza, ne hai bisogno.” ridacchiò teso dandogli una pacca sulla spalla. Con un soffio di vento scomparvero, lasciando i restanti a bocca aperta.

“Ce l’abbiamo fatta… ce l’abbiamo fatta!” esultò euforico l’angelo, saltando al collo di Crowley che sinceramente, non aveva capito molto.

“Io...uhm… sì.” rispose, scambiando sconvolto l’abbraccio.

“Bene.” s’intromise Adam, schiarendosi la voce: “Sono contento che siate vivi… e Aziraphale?”

“Sì, caro?”

“Il libro che mi hai dato… era davvero noioso… però mi è servito.” annuì: “Posso tenerlo?”

“Certo caro, è tuo.” sorrise gentilmente l’angelo.

“Beh, ora è meglio che vada a casa. Ciao.” e così dicendo prese lo zaino e se ne andò.

“Dovrai ammettere però…” iniziò Crowley fissando il ragazzo: “Che è parecchio inquietante per avere 12 anni…”

“Non ha più importanza…” sorrise l’angelo, che andò a sfiorare la punta del naso di Crowley con la propria: “Ora siamo liberi. E’ finita!”

Crowley lo guardò per alcuni istanti, gli occhi gialli spalancati ed infine scoppiò a ridere: “Cazzo sì, è finita! Ma… Aziraphale?”

L’angelo lo guardò con un sorriso smagliante: “Dimmi.”

“Che libro avevi dato al ragazzo?”

“Jane Eyre.”

“Tu hai dato ad un ragazzino di 12 anni, Jane Eyre?!” chiese arricciando il naso il demone.

“E’ un libro meraviglioso.” lo fulminò con lo sguardo “E credo che gli abbia fatto capire che non possiamo pensare di tenere i piedi in due scarpe, perché prima o poi il destino ci punisce.”

Crowley alzò un sopracciglio: “Quindi mi stai dicendo che ora è tutto merito tuo?”

“Ovviamente. Il bene prevarica sempre sul male.” disse con quel suo tono leggermente snob da checca del sud.

Il demone sbuffò, omettendo che forse il merito della scelta di Adam era più opera sua.

“Come vuoi…” disse soltanto: “Ma andiamocene da questo posto infernale, sono stanco di vedere ragazzini… voglio tornare a Londra.”

“Stavo pensando… che dovremmo festeggiare. Posso offrirti il pranzo?”

“Mi stavo domandando quando me l’avresti chiesto.” sorrise prima di piegarsi in avanti a posare un lungo bacio su quelle labbra angeliche.

***

Un paio di giorni successivi alla fine della missione e dei loro tormenti, un angelo ed un demone sorseggiavano allegramente vino italiano all’imbrunire della sera, comodamente seduti su un divano leggermente scolorito e sfondato, ma che sapeva essere incredibilmente soffice ed accogliente.

I calici si alzarono in aria un ultima volta, mentre i due si sorrisero complici: “A noi due.” disse il demone.

“A noi due.” rispose l’angelo con un filo di emozione nella voce.

Dopo che i due bicchieri tintinnarono brillantemente, le loro labbra si cercarono per sigillare l’ennesimo bacio.
 

“Sai…” iniziò Aziraphale, sistemandosi tra lo spazio che il braccio teso di Crowley poggiato sul sedile del divano aveva lasciato: “Credo che tu sia il demone meno demone dell’universo.”

Le labbra del fulvo tremarono in uno sbuffo, sonore: “Smettila… sono un demone molto molto pericoloso.”

“Ah sì? E cosa fai di così demoniaco in questo momento?” ridacchiò malizioso l’angelo.

“Beh...per cominciare” schioccò le dita “Ho appena risistemato tutti i tuoi libri in ordine alfabetico.” sorrise orgoglioso del suo misfatto.

L’angelo si rizzò seduto, con la bocca spalancata: “Non avrai osato-” alzò gli occhi verso la libreria più vicina e notò che invece l’aveva realmente fatto: “Tu!” si elevò posando il bicchiere di vino sul tavolo vicino: “Tu vecchio serpente! Come hai osato!” disperato l’angelo corse a controllare se davvero tutti gli scaffali erano ridotti in quel modo.

“Oh andiamo, è così divertente!”

“Anthony J. Crowley.” iniziò stizzito: “Non c’è nulla di divertente nel torturare la mia sanità mentale ed il mio duro lavoro.”

“Beh, hai l’eternità per abituarti a questo demoniaco vecchio serpente.” si elogiò, facendo un inchino, dopo aver finito l’intero bicchiere.

“Oh ma non temere, conosco i miei metodi per tenerlo a bada. Credo che abbia bisogno di un educazione. Dopo tutto… è un serpente. Deve essere addomesticato.” proferì Aziraphale con ormai una colonna di libri in mano.

“Ed in che modo, sentiamo…” incriociò le braccia al petto, allargando le lunghe gambe per mettersi più comodo.

“Beh, come suo amante, avrò modo di approfondire la faccenda.”

“Uh, mi piace questa svolta.”

“Ma solo se quel vecchio serpente rimette tutto come prima. Altrimenti non gli rivolgerò più la parola.” disse imbronciato, con tono leggermente offeso.

Un altro sbuffo, non riusciva a sopportare quando l’angelo gli metteva il broncio, era più forte di lui.

Uno schiocco echeggiò in tutta la stanza, donando ad Aziraphale un luminoso sorriso che si schiuse con un delicato: “Grazie, caro.”

“Sappi che non funzionerà per sempre questa scusa del non parlarmi. Ora…” si avvicinò languido il demone: “Fossi in te, metterei via quei bei libri e verrei a farmi un bel giretto al piano di sopra. Ho una sorpresa per te.”

“U-una sorpresa?” si illuminò d’emozione l’angelo.

Crowley gli rispose con un occhiolino, salendo dinoccolato le scale in attesa del compagno che lo seguì fino alla piccola terrazza della libreria che dava su un meraviglioso cielo stellato.

“Oh Crowley, ma è magnifico!”

“Vieni qui…” gli porse la propria mano, che l’altro accolse delicatamente.

Crowley andò a posizionarsi alle sue spalle, cingendo con entrambe le braccia l’addome dell’angelo.

“Vedi lassù, da qualche parte, c’è una stella che porta il tuo nome adesso.”

“C-cosa?”

“Sì...beeeh… è stata appena creata, ci vorrà qualche mese prima che la scoprano… ma il suo nome è Aziraphale.”

Gli occhi dell’angelo si fecero lucidi e dovette girarsi in quella stretta per poterlo guardare nelle iridi dorate, mentre con i palmi cingeva il viso magro: “Oh Crowley… questo… questo è il più bel regalo del mondo! Grazie, non so che dire…”

“Allora…” sussurrò il fulvo sulle sue labbra “Non dire niente.”

E tutto quello che accadde dopo, furono baci e tenere promesse tra un angelo non troppo efficiente ed un demone non troppo malvagio.

 

EPILOGO

 

I due supplenti di letteratura e scienze erano scomparsi nel nulla da un giorno all’altro, portando la Preside della scuola di Tadfield al limite dell’esaurimento nervoso.
Tutto ciò che avevano lasciato era biglietto con su scritto:

 

Il Professor Fell e il Professor Crowley le porgono i migliori auguri, dimettendosi dal servizio.
Questi ragazzi sono meravigliosi, hanno solo bisogno di essere ascoltati.
Le auguriamo il meglio.

Az. Fell e A.J.C

PS: Smettetela di far sezionare le rane o ci vedremo all’inferno.
 

Fine
 


Nota dell'autrice: eccoci giunti alla fine! Spero che questa storia vi sia piaciuta e se vi va di lasciare un piccolo commento siete i benvenuti/e. Non vedo l'ora di vedere la nuova stagione!
Grazie a tutti/e coloro che l'hanno letta.
A-

  
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