Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! VRAINS
Ricorda la storia  |       
Autore: M a k o    14/05/2023    28 recensioni
• Datastormshipping (Ryoken/Yusaku)
• Raccolta di dodici (meno una) One Shot AU
• January: La malinconia delle primule
• February: I will follow my heart back to you
• March: Just look into my eyes (you will cry)
• April: Shizukesa (静けさ)
• May: L'altra mia metà
• June: Io ti aspetterò
• July: Stelle sporche e impolverate
• August: I'm free (you are my saviour)
• September: You are able to save me and I am able to save you
• October: Pioggia d'autunno
• LA STORIA DEL MESE DI NOVEMBRE NON È PRESENTE IN QUANTO SI TRATTA DI UNA MINI LONG PUBBLICATA A PARTE
• December: Un bouquet di rose bianche — (Eccola, meravigliosamente indescrivibile, la risata che aveva giurato di proteggere per il resto della vita).
• L'intera Raccolta partecipa all'evento Year of the OTP indetto su Tumblr
• Ogni One Shot partecipa alle diverse Challenge indette dal forum Siate Curiosi Sempre
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ryoken Kogami/Revolver, Yusaku Fujiki/Playmaker
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
January

Salve a tutti.
Sono così felice di poter tornare con questa Raccolta dedicata interamente alla mia OTP, ne avevo proprio bisogno. Mi dispiace solo aver scoperto l'iniziativa proposta su Tumblr con diversi mesi di ritardo, difatti cercherò di recuperare i mesi che vanno da gennaio a maggio pubblicando una One Shot a settimana, in modo tale da mettermi in pari a giugno e poi, a partire da luglio, aggiornare la Raccolta mensilmente.

Sopra trovate i link sia dell'iniziativa postata su Tumblr, se volete dare un'occhiata ai prompt, sia il link al mio forum, in quanto ho pensato di accompagnare i prompt della Year of the OTP con quelli delle diverse iniziative indette da me.

Non voglio dilungarmi ulteriormente, infatti questa volta preferisco lasciare delle N.d.A. anche a fine storia, quindi ora vi lascio lo specchietto e poi, a fine lettura, ci troviamo più giù!


January: First kiss
Prompt forum: Primula (giovinezza) (Themed Challenge: Spring Edition)
Rating: Giallo
Generi: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale
Note: Modern!AU, POV Yusaku



La malinconia
delle primule




1

Yusaku avrebbe ascoltato Miyu per ore intere. L'entusiasmo della sua migliore amica era contagioso, come tanti piccoli guizzi di calore ed energia che vibravano nell'aria e carezzavano le gote con fare affettuoso. Dopotutto era impossibile non provare anche solo un briciolo di felicità in quel momento, visto e considerato che di lì a due settimane lei e Jin si sarebbero sposati.
Yusaku aveva seguito Miyu passo per passo nell'organizzazione del matrimonio; erano stati mesi intensi ma, al contempo, particolarmente belli, che avevano senz'altro allietato le rigide e brevi giornate invernali. Ora che la primavera aveva fatto il suo trionfale ingresso nella Sala delle Stagioni rendendo così le giornate più calde e vivibili, non esisteva più alcun motivo per lasciarsi abbindolare dalla tristezza, almeno secondo Yusaku, che desiderava supportare Miyu in tutto e per tutto.
In fondo, perché mai avrebbe dovuto essere triste? Andava tutto così bene…
Ma furono proprio le parole di Miyu a farlo capitombolare in un anfratto di vita che credeva ingenuamente di avere ormai superato; un tono di voce sognante e quella che doveva essere la novità che Miyu non vedeva l'ora di raccontargli furono l'innesco che fece rinascere le primule durante la primavera di dieci anni addietro.
    («Sai che le strade di Den City sono sempre tanto trafficate, ma alla fine io e Jin abbiamo deciso di correre il rischio: prima di recarci in spiaggia andremo al parco cittadino e chiederemo al fotografo di scattarci qualche foto sul ponte dove si può ammirare il laghetto. Dopotutto è proprio lì che ci siamo dati il nostro primo bacio anni fa e… Yusaku, va tutto bene?»)
Ripiombò bruscamente nella realtà, in quel presente senza primule e un po' sciupato che nel corso del tempo aveva cercato di abbellire il più possibile con tutti i piacevoli momenti trascorsi con Miyu, Jin e tanti altri amici che aveva conosciuto durante il periodo dell'università. Ma ce n'era uno in particolare che quando decideva di riemergere tra il fogliame secco portava con sé una fragranza malinconica, un dolce e lontano effluvio dato dalle primule che annunciavano il ritorno della bella stagione che Yusaku, nonostante tutto, non aveva mai cancellato dal proprio cuore.
Lui e Miyu avevano una cosa in comune: entrambi avevano dato il loro primo bacio nello stesso, identico luogo, un puntino insignificante nell'universo che per loro aveva, invece, un valore inestimabile.
E in cuor suo, Yusaku lo sapeva, anzi, l'aveva sempre saputo: che il ricordo di Ryoken, il suo primo, vero
    (e unico)
amore, non l'avrebbe mai abbandonato.


2

Riuscì a sfuggire momentaneamente allo sguardo apprensivo di Miyu grazie al borbottare della moka che si era fatto alquanto insistente.
    «Oh, il caffè è pronto» puntualizzò l'ovvio, alzandosi dalla sedia. Diede le spalle a Miyu e si avvicinò al piano cottura, benedicendo forse per la prima volta in tutta la vita quella moka difettosa che sputacchiava sempre qualche goccia di caffè se non si spegneva in tempo il fornello — così facendo, avrebbe potuto evitare il contatto visivo con Miyu un altro po', dato che avrebbe dovuto prima pulire.
    «Yusaku… ho forse detto qualcosa di sbagliato?» domandò lei, e dal tono di voce pareva davvero preoccupata per quanto accaduto. «Hai fatto una faccia…»
    «Strana?» azzardò Yusaku, sicuro che Miyu stesse per dire quella parola — o al massimo qualcosa di simile.
    «No… triste».
Con la moka in mano, Yusaku sussultò, e l'oggetto bollente sbrodolò qualche altra goccia di caffè sul piano cottura. Respirò a fondo e, mentre versava la bevanda calda nelle due tazze colorate, cercò di riconquistare tutta la sua compostezza.
    «Non ti preoccupare» disse, poggiando le due tazze fumanti su un vassoio. Prese poi la spugna dal lavello e rimosse le macchie di caffè con una semplice passata che non gli diede affatto il tempo necessario per riflettere sulle parole successive: «Ho avuto una reazione spropositata. La mia era solo malinconia, tutto qui».
    «Invece mi preoccupo eccome!» esclamò Miyu, che aveva iniziato ad agitarsi sulla sedia. «Sai che io ci sono, per qualunque cosa. E ho la sensazione che tu abbia bisogno di parlare…»
E mentre poggiava il vassoio sul tavolo, Yusaku pensò che Miyu avesse proprio ragione: non aveva mai parlato di Ryoken a qualcuno, almeno non nei dettagli. Ryoken era sempre stato una parte della sua vita che non aveva mai assaporato la luce del sole, perché ciò che avevano vissuto insieme dieci anni addietro non era stata solo una relazione come tante tra due adolescenti come tanti, era stato molto di più e avrebbe potuto continuare a essere tanto di più se solo le loro strade non si fossero divise.
    (E in quel momento Yusaku non poté fare a meno di domandarsi cosa sarebbe successo se avesse deciso di seguire Ryoken in America, anche se ormai non aveva senso alcuno rimuginare su ciò che non era stato — ma che sarebbe potuto essere).
Guardò Miyu negli occhi, quelle iridi blu che riuscivano sempre a infondere tranquillità in chi le osservava, e poi annuì.
    «Sì, credo sia giunto il momento di parlarne».


3

    «Mi hai… aspettato per davvero».
    «Avevi dei dubbi?»
    «No, è che…»
    (Non è da tutti attendere per circa un'ora che qualcuno finisca di pulire la propria aula come se niente fosse, non trovi?)
Yusaku non lo domandò esplicitamente, ma sapeva che Ryoken gli avrebbe sicuramente risposto che non era stato affatto un problema attendere tutto quel tempo per lui. Pensò che fosse un gesto davvero adorabile e si sentì lusingato.
Quel giorno, dopo la fine delle lezioni, lui e Ryoken avevano intenzione di pranzare insieme e fare poi una passeggiata, ma il loro intero piano era andato in fumo nel momento in cui, a causa di un malanno di stagione, uno dei compagni di classe di Yusaku non si era presentato a scuola e la rappresentante di classe aveva chiesto proprio a lui di sostituirlo durante l'ora delle pulizie. E dato che Yusaku non aveva intenzione alcuna di discutere per una cosa del genere, anche se a malincuore aveva accettato.
Aveva riferito l'inconveniente a Ryoken durante l'intervallo e quest'ultimo, fortunatamente, non l'aveva presa male, anzi, gli aveva proposito di trascorrere quei quindici minuti insieme e per chissà quale assurdo motivo avevano finito per scambiarsi i bentō e solo in un secondo momento Yusaku si era reso conto che avevano trascorso minuti interi a imboccarsi a vicenda e
    (cielo!)
le sue gote si erano imporporate e accaldate talmente tanto che in confronto la lava di un vulcano attivo sarebbe apparsa più fredda della neve.
Durante quei quindici minuti, tra le pareti del suo cuore, avevano attecchito anche la meraviglia di sentirsi così bene accanto a qualcuno, il desiderio che quel momento non finisse mai e il bisogno disperato di baciare Ryoken. Non accadde, ma in compenso Yusaku realizzò cosa si provasse a essere innamorati.
E mentre uscivano insieme dell'edificio scolastico, non poté fare a meno di sentirsi la persona più felice del mondo.


4

Quando giunsero al parco cittadino, furono accolti dalla quiete e dal candido profumo dei fiori. Quel luogo era un piccolo pezzo di paradiso, il bellissimo cuore verde di una tra le città più trafficate e caotiche dell'intero Giappone; un puntino in confronto alla vastità del mondo che aveva però il grande potere di fermare il tempo per un po' e permettere a ogni individuo di ritrovare la pace interiore.
Era il posto adatto per le lunghe passeggiate, per i pic-nic all'ombra dei Sakura in fiore e per lanciarsi gavettoni ghiacciati nelle torride giornate estive. Ed era altresì un luogo estremamente romantico, perfetto per dichiarare il proprio amore a qualcuno o scambiarsi il timido, primo bacio lontano da occhi indiscreti — questo se si riusciva a trovare il posto giusto.
Ryoken, a quanto pareva, l'aveva trovato: bisognava camminare un po' per raggiungerlo, ma ne valeva davvero la pena. Si trovavano sul ponte che attraversava un laghetto nel quale, proprio in quel momento, due piccoli anatroccoli si stavano affrettando per raggiungere la madre; tutt'intorno, le chiome rigogliose dei grandi alberi quasi impedivano alla luce di filtrare, ma grazie a qualche spiraglio benevolo, dei lunghi fasci dorati gettavano luminosità e calore ovunque potevano. L'erba era fresca, color verde chiaro, ed era impreziosita da centinaia
    (no, migliaia)
di fiori profumati e colorati.
Pareva quasi un sogno a occhi aperti e per un attimo Yusaku si domandò se in realtà non si trovasse ancora a scuola, intento a pulire i vetri delle finestre della sua aula, e non stesse solo immaginando di trovarsi lì con Ryoken nella rappresentazione perfetta di quello che era il suo desiderio più intimo.
Fu proprio Ryoken a fargli comprendere che non si trattava affatto di un sogno, bensì della più pura e semplice realtà: poggiò garbatamente le mani sui suoi fianchi e quel tocco equivalse al tipico pizzicotto sulla guancia, solo molto più elegante e decisamente più gradito.
Yusaku non aveva dubbi su ciò che stava per accadere; eppure, nonostante quella consapevolezza, non poté impedire al suo cuore di battere molto più celere del consueto e alle gambe di tremare appena. Si perse nello sguardo di Ryoken, in quel cielo azzurro che tanto amava, e un timido sorriso gli incurvò le labbra, gesto che il ragazzo ricambiò a sua volta.
    «Sono felice di essere qui con te» disse Ryoken, e in quel momento Yusaku comprese che ciò che sarebbe accaduto di lì a poco dipendeva solo da lui, perché Ryoken non avrebbe fatto la sua mossa fino a quando non avesse ricevuto una risposta.
    (E che senso aveva dilatare ulteriormente il tempo in un momento in cui si desiderava solo farlo avvicinare il più possibile allo zero assoluto?)
    «Anche io» rispose infine, avvertendo il cuore sussultare — e mai singulti furono più belli. «Anche io sono felice di essere qui con te».
Subito dopo, il tempo si fermò un'altra volta ancora. Tutto ciò che Yusaku riuscì a percepire furono le labbra di Ryoken premute sulle sue e il dolce profumo del miele che aleggiava intorno a loro con grazia ed eleganza.
    (Un concerto di primule che assistevano estasiate a quel bellissimo inno all'amore).


5

Fu il loro primo bacio. Il primo dei tanti che avrebbero composto il mosaico del loro anno insieme. Yusaku si sentiva così inesperto e impacciato che non poté fare a meno di aggrapparsi a Ryoken e farsi guidare da lui, dalle sue labbra morbide e dalle sue mani che continuavano a stringergli i fianchi senza malizia alcuna.
Si baciarono per un tempo che parve durare ore, anche se in un secondo momento constatarono che fossero trascorsi solo pochi minuti.
Prima di baciarlo nuovamente, Ryoken lo guardò negli occhi in un modo completamente nuovo, ancora più luminoso e speciale.
    «Mi piaci, Yusaku. Mi piaci davvero tanto».
E in quell'istante il mondo avrebbe anche potuto iniziare a girare al contrario e l'universo accartocciarsi su se stesso, che Yusaku non ci avrebbe badato neanche per un secondo. Si alzò sulle punte, sfiorandogli le labbra con le proprie.
    «Anche tu mi piaci tanto».
E si baciarono un'altra volta ancora.


6

    «E poi…?»
Yusaku alzò lo sguardo, incontrando ancora una volta gli occhi blu di Miyu, sognanti e malinconici al tempo stesso. La ragazza aveva l'espressione tipica di chi stava sì ascoltando una bella storia, ma con la consapevolezza un po' amara che non si sarebbe conclusa con il lieto fine. Ed era proprio così.
    «Siamo stati insieme un anno» continuò Yusaku, e un sorriso mesto gli incurvò le labbra. «L'anno più bello della mia vita, non posso certo negarlo. Io frequentavo il primo anno delle superiori, Ryoken invece era già al terzo e presto si sarebbe iscritto all'università. Lui è sempre stato un ragazzo ambizioso e ricordo di aver sempre ammirato questo lato della sua persona, ma… l'America era il posto perfetto per lui, non per me. E cosa avrei dovuto fare? Battere i piedi a terra e implorarlo di non andare? Di restare qui a Den City con me? Ma sai» e qui si rianimò un poco, sbuffando divertito, «Ryoken aveva le idee chiare anche riguardo la nostra relazione. Lui… lui voleva portarla avanti, in un modo o nell'altro, solo che io… io ho avuto paura. E questo rimarrà per sempre il mio più grande rimpianto».
Calò il silenzio tra loro. Un silenzio che Yusaku tentò di rendere meno opprimente portando alle labbra la tazza contenente il caffè ormai tiepido.
    «E poi…?» domandò ancora una volta Miyu diversi minuti dopo. Nonostante la consapevolezza che aleggiava nel suo sguardo, pareva non voler accettare un finale simile.
    «Ci siamo persi di vista. In tutti i sensi» rispose Yusaku, una nota amara nel tono di voce come il sapore del caffè che permeava ancora sulla sua lingua. Glissò sul fatto che negli ultimi dieci anni Ryoken gli fosse sempre rimasto nel cuore poiché Miyu l'aveva sicuramente intuito.
    «Ora capisco molte cose» disse lei. «Da quando ti conosco, ho sempre avuto la sensazione che mi mancasse un pezzo di te. E comprendo come mai tu abbia preferito custodirlo tra i ricordi anziché dargli una forma con le parole. Ma dimmi, Yusaku: tu credi davvero che sia finita? Che quando vi siete lasciati dieci anni fa fosse una rottura definitiva? Perché a me non sembra. Sul serio, non posso credere che sia finita così».
    «Non ci siamo più cercati per tutto questo tempo, Miyu. E dopo così tanti anni non saprei nemmeno cosa dire o fare… non so nemmeno se vive ancora in America o se è tornato in Giappone. Magari ora si trova da tutt'altra parte…»
    (E magari ora il suo cuore batte per un'altra persona. Il solo pensiero lo devastava).
Come se Miyu gli avesse letto nella mente, si alzò in piedi e si avvicinò a lui, chinandosi un poco per poi abbracciarlo forte.
Yusaku fu talmente travolto dall'amorevolezza di quel gesto, che racchiudeva in sé il significato di migliaia di parole diverse, che un piccolo singulto evase dalla sua bocca e poi un altro e poi un altro ancora, fino a diventare un ammasso a tratti ingestibile. Il groppo in gola a un certo punto divenne ingombrante, ma Yusaku sentiva che una volta superato quello, si sarebbe sentito molto più libero e leggero.
Le braccia di Miyu lo strinsero ancora più forte, i suoi lunghi capelli castano chiaro gli solleticavano una guancia umida di lacrime e il suo profumo aveva una sfumatura materna e rassicurante.
    «Grazie per avermene parlato, Yusaku. Andrà tutto bene, vedrai».
E Yusaku non si interrogò sul perché Miyu, nel dire ciò, parve tanto sicura delle sue parole. Semplicemente, decise di affidarsi a lei e basta.


7

Il grande giorno era finalmente arrivato e se Yusaku avesse dovuto descrivere Miyu con un unico aggettivo, avrebbe sicuramente scelto incantevole: Miyu era incantevole nel suo abito da sposa A-line, nella sua acconciatura semiraccolta con una corona di fiori dalle sfumature rosate, nei suoi occhi blu luminosi come un vellutato cielo estivo colmo di stelle e nel suo sorriso che esprimeva così tanta felicità che era impossibile da quantificare.
D'altro canto, Jin era talmente emozionato che aveva rischiato un mancamento almeno tre volte — e queste soltanto durante l'attesa di Miyu prima che iniziasse la cerimonia.
In quanto testimone della sposa, Yusaku le era sempre rimasto accanto, anche se con discrezione. E forse fu proprio per questo che si accorse di come Miyu, una volta terminata la cerimonia, fosse diventata… circospetta? In più di un'occasione, quando l'aveva notata alzare lo sguardo tra gli invitati, non si era lasciato sfuggire l'espressione corrucciata che le increspava sempre i bei lineamenti del volto.
Possibile che qualche invitato avrebbe partecipato solo al ricevimento e lei voleva assicurarsi della sua presenza? Strano, Miyu non gli aveva detto nulla a riguardo, ma in fondo ogni matrimonio presentava sempre qualche imprevisto… sperava solo che questo non influisse negativamente sul buon umore della sua migliore amica.
    «Io e Jin ora dobbiamo andare» gli disse Miyu, abbracciandolo forte. «Con un po' di fortuna, dovremmo raggiungere il parco cittadino nel giro di venti minuti… incrociamo le dita!»
    «Già» concordò Yusaku, ricambiando l'abbraccio. «Senti, Miyu… è da prima che—»
    «Andrà tutto bene, Yusaku».
E mai come in quel momento il tono di voce di Miyu carezzò i suoi timpani con decisione e, al contempo, con una punta di sollievo, come se chi aveva iniziato a cercare con lo sguardo una volta conclusasi la cerimonia fosse finalmente arrivato. E difatti fu proprio così, perché Miyu sciolse il loro abbraccio e con un cenno del capo lo invitò a voltarsi per scoprire chi si stesse avvicinando a loro.
E quando Yusaku lo vide, fu come tornare ad ammirare il sole dopo anni trascorsi a vagare in una foresta fitta e buia. L'impatto fu devastante ma, al contempo, meraviglioso, e nel profondo del cuore sentì di aver compreso le emozioni provate da Jin alla vista di Miyu che percorreva la navata mentre teneva tra le mani il suo bouquet di rose bianche — lo sguardo meravigliato, il cuore che batteva celere (un miliardo di palpitazioni che si accavallavano l'una sull'altra), la gola riarsa; la realizzazione che la persona che ami sta avanzando verso di te e pensare solo e soltanto a una cosa: voglio trascorrere il resto della mia vita con te.
Perché era questo l'effetto che Ryoken aveva su di lui. Ryoken, il suo primo, unico, vero amore che in quel momento, fasciato in un elegante completo coordinato in blu molto simile a quello che indossava Yusaku — come se avessero puntato agli stessi capi di abbigliamento leggendosi involontariamente nel pensiero —, si stava avvicinando sempre di più, accorciando una distanza sia fisica che emotiva durata dieci anni.
Il cervello di Yusaku andò in tilt. Si voltò di scatto in direzione di Miyu, la quale si era già allontanata di qualche passo
    (e mentre Miyu si allontanava, Ryoken continuava ad avvicinarsi pian piano)
e la vide sorridere con una punta alquanto marcata di soddisfazione nell'incurvatura delle labbra.
    «La mia parte l'ho fatta. Adesso tocca a te».
Yusaku non fece in tempo a domandarle in che modo lei avesse fatto la sua parte — come avesse fatto a portare fisicamente Ryoken — che Miyu corse tra le braccia di Jin, pronti per dirigersi al parco cittadino, la prima tappa per il servizio fotografico.
Tutti gli invitati, frattanto, si stavano radunando attorno a un grazioso gazebo allestito vicino alla chiesa dove era presente un piccolo rinfresco, in attesa di recarsi poi alla villa dove si sarebbe tenuto il ricevimento. E Yusaku, in quel momento, avrebbe gradito un drink per dissetarsi, anche due se possibile, magari con un considerevole tasso alcolico per potersi lasciare andare a dovere… ma no, non aveva senso tentare di rifuggire il confronto con Ryoken.
Anche se, a dirla tutta, il suo arrivo era stato così inaspettato che nonostante fossero trascorsi dieci anni, Yusaku temette di non essere ancora pronto.
Deglutì a fatica, poi si voltò nuovamente, questa volta in direzione di Ryoken, il quale si trovava ormai a pochi passi da lui
    (se Yusaku avesse allungato anche solo di poco il braccio, sarebbe sicuramente stato in grado di poggiare la mano sul suo ampio petto e avvertire il cuore di Ryoken battere placido nella cassa toracica).
Ryoken era bello come dieci anni addietro. Anzi, era ancora più bello, come se quei dieci anni fossero trascorsi in maniera differente per lui — era una bellezza eterna, la sua, che perdurava nel tempo e non svaniva mai.
Ed era lì, di fronte a lui. E allora Yusaku realizzò e il suo cuore sussultò: era lì per lui.


8

    «Ryoken…»
    «Yusaku».
    «Da quanto tempo…»
Si sentiva un po' stupido a pronunciare una simile frase di circostanza, ma in quel momento era come se avesse parzialmente perso l'uso corretto della parola.
Fortunatamente Ryoken decise di non girarci troppo intorno e di andare dritto al punto: «Immagino che tu ti stia domandando cosa ci faccia qui» disse infatti, mentre estraeva il telefono dalla tasca dei pantaloni e sbloccava lo schermo.
    «In effetti sì» rispose Yusaku, e quando Ryoken gli passò il telefono, si ritrovò a leggere un'e-mail… e gli bastò identificare il mittente per avvertire il terreno sgretolarsi sotto i piedi, facendogli perdere l'equilibrio.


Da: aquamiyu@vrains.com

A: kogamiryoken@soltec.com

Oggetto: Qualcosa di molto importante

Salve,
mi presento: mi chiamo Miyu Sugisaki e tra due settimane mi sposerò.
Anche se non ci conosciamo di persona e anche se all'ultimo, ci terrei a invitarti al mio matrimonio — in allegato troverai la posizione su Maps sia per il luogo della cerimonia che per quello del ricevimento.
Questo perché il mio testimone di nozze sarà il mio migliore amico, ovvero Yusaku, e credo che già solo leggere questo nome ti abbia fatto capire tutto.
Non so dove tu sia ora, se sei ancora in America o da qualche altra parte nel mondo, ma so dove si trova Yusaku, e lui è qui, a casa. Yusaku è qui e posso assicurarti che una persona come lui non la troverai da nessun'altra parte, soprattutto dopo ciò che avete vissuto insieme dieci anni fa.
Mi ha raccontato tutto di voi e fidati, è stato quasi uno shock perché me lo ha nascosto per anni interi!
Ma da come mi ha parlato di te, posso dirti per certo che non ti ha mai dimenticato e forse mi prenderai per pazza o invadente (questo forse sì, dato che ti ho scritto un'e-mail senza neanche conoscerti), ma credo che nemmeno tu l'abbia mai dimenticato.
Poi chissà, magari a quest'ora sarai già sposato con tanto di prole al seguito e smonterai qualsiasi mia congettura e andrà bene comunque, mi assumerò ogni tipo di responsabilità per ogni parola che ti ho scritto, ma se invece pensi ancora a Yusaku, se provi ancora qualcosa per lui… torna. Torna e datevi una seconda possibilità.
Ovviamente io non sono nessuno per importi qualcosa, ma ti invito comunque a rifletterci, va bene?
E scusa se ti ho scritto sulla tua e-mail di lavoro, ma era l'unico modo che avevo per contattarti!

Spero di vederti al mio matrimonio.

Miyu



Yusaku restituì il telefono a Ryoken senza avere il coraggio di alzare lo sguardo su di lui. Le parole di Miyu l'avevano colpito nel profondo e lui ora non sapeva come reagire o come mostrarsi a Ryoken senza crollare.
Non era pronto, proprio per niente, e forse non lo sarebbe mai stato. Ma era anche così felice di trovarsi lì, in quel momento, a pochi passi dalla persona che non aveva mai smesso di amare…
    «Ryoken…» lo chiamò con voce un po' esitante, mantenendo lo sguardo basso.
    «La tua migliore amica è un angelo».
Qualcosa esplose nel cuore di Yusaku. Qualcosa che lo portò, finalmente, ad alzare lo sguardo e perdersi nei meravigliosi occhi azzurri di Ryoken. E poi si perse nel suo sorriso, poi ancora nei suoi occhi, poi ancora una volta nel suo sorriso e si rese conto di quanto Ryoken fosse emozionato: aveva gli occhi lucidi e le sue labbra tremavano appena, trepidanti, desiderose di dire qualcosa di importante.
    «Credi ci sia altro da aggiungere oltre a quello che ha scritto Miyu oppure posso abbracciarti più forte che posso?»
In realtà c'erano tante cose di cui Yusaku voleva parlare — tante cose che voleva chiedere a Ryoken —, ma in fin dei conti, in quel preciso istante, le parole avrebbero davvero potuto colmare il vuoto che c'era ancora tra di loro?
Assolutamente no.
Ma un abbraccio… quello sì.
Assolutamente sì.
E quando si abbracciarono sentirono di aver vinto, che sarebbe andato tutto bene; che la distanza che li aveva separati per dieci anni era sparita, sostituita dal dolce profumo di un nuovo inizio insieme. Ryoken lo stava davvero abbracciando più forte che poteva, ma non gli faceva male, anzi, era tutto ciò di cui Yusaku aveva bisogno.
Rimasero l'uno ancorato alle braccia dell'altro per minuti interminabili ritrovandosi, riscoprendosi e innamorandosi un'altra volta ancora. E solo quando sentirono di aver riallacciato tutti i fili che univano le loro anime decisero di staccarsi.
Ryoken era in procinto di colmare nuovamente la distanza tra loro, questa volta con un bacio, e anche se a malincuore, Yusaku dovette fermarlo. Aveva una domanda da porgli e non poteva andare avanti senza prima ricevere una risposta esaustiva in merito.
    «E il tuo lavoro?» domandò infatti, con una sfumatura di apprensione che si riflesse nel suo sguardo e vibrò tra le corde vocali. Il fatto che Ryoken fosse tornato gli riempiva talmente tanto il cuore di gioia che avrebbe potuto competere facilmente con Miyu e Jin su chi stesse vivendo il giorno più bello della propria vita, ma se Ryoken avesse deciso di tornare da lui a discapito della sua carriera, non se lo sarebbe mai perdonato.
Ryoken sorrise e gli poggiò una mano sulla gota lievemente arrossata. «La SOL Technologies ha aperto una sede qui in Giappone» spiegò. «Continuerò a lavorare sullo sviluppo e il perfezionamento della realtà virtuale, come ho sempre fatto negli ultimi anni… solo che, d'ora in avanti, sarò a casa».
Esitò un attimo, poi ammise: «Prima di ricevere l'e-mail di Miyu, ho trascorso diverso tempo a riflettere se chiedere o meno il trasferimento. Questo perché l'idea di tornare a casa mi rendeva sì felice, ma cosa avrei fatto se tu… se tu non mi avessi voluto rivedere? Avevo paura, non posso negarlo… perché l'unico motivo che mi avrebbe spinto a tornare eri e sei proprio tu, Yusaku, ma il timore di averti perso per sempre già dieci anni fa non mi dava tregua. Poi ho ricevuto l'e-mail da parte di Miyu e in un attimo il mio intero mondo si è capovolto nel modo più bello possibile. Mi sono sentito così felice, così rincuorato… scusa se sono arrivato solo ora, Yusaku. Mi sei mancato tantissimo».
Yusaku poggiò la mano sulla sua, stringendola con amore.
    «Ryoken, ho avuto paura anch'io. Quando ti ho detto che non sarei venuto in America con te mi sono sentito perso, perché in fondo sapevo che le cose tra noi non sarebbero più state le stesse. Ma tu a differenza mia volevi comunque provare ad andare avanti insieme a me, a non rinunciare alla nostra storia… e ho avuto paura anche in quel caso».
Chiuse gli occhi e lasciò che la malinconia di quei dieci anni senza il suo amato sfumasse pian piano, sospinta via dal vento primaverile.
    «Ryoken…» lo chiamò, sempre a occhi chiusi. «Pensi anche tu a ciò che penso io?»
    «Che forse dieci anni fa non eravamo ancora pronti?»
    «Esatto».
    «E ora, Yusaku?»
Lui riaprì gli occhi e sorrise. «Ora siamo qui, insieme, e se non mi baci entro cinque secondi io—»
Ryoken non gli diede il tempo di concludere la frase: poggiò le labbra sulle sue, unendole nel loro secondo primo bacio.
Fu come se, all'improvviso, un migliaio di primule fossero sbocciate intorno a loro. E fu come se fossero tornati al parco cittadino, nello stesso punto in cui, in quel momento, Jin e Miyu erano i protagonisti indiscussi ripresi dagli obiettivi delle macchine fotografiche.
Rivissero ciò che li aveva legati dieci anni addietro amplificato miliardi e miliardi di volte e si abbracciarono forte, stretti l'uno all'altro, con l'intenzione di non separarsi mai più.
Si guardarono, si desiderarono, si amarono in mille modi diversi e poi Ryoken si dichiarò, e quelle furono le parole che Yusaku aveva atteso per tutta la vita.
    «Ti amo, Yusaku. Ti amo davvero tanto».
    «Anche io ti amo tanto».
E le primule sospirarono felici.




N.d.A.

Qui solo per dire che questa One Shot sarebbe potuta nascere eoni fa se solo avessi preso in considerazione il rapporto tra Yusaku e Miyu.
Quanto potenziale hanno come BROTP? Ovviamente non ho abbandonato la BROTP con Yusei, e dato che fortunatamente si può avere sia un migliore amico che una migliore amica… sul serio, questa BROTP mi ha aperto le porte a un'infinità di spunti e idee, senza contare che se qui non ci fosse stata Miyu, credo che a quest'ora Ryoken e Yusaku continuerebbero a pensarsi e desiderarsi senza però avere il coraggio di farsi avanti.
Quindi GRAZIE Miyu, da parte di tutti noi.

Per quanto riguarda la Jin/Miyu, qui non è molto approfondita (anzi, per niente), ma magari più avanti potrei scrivere qualcosa in più a riguardo.
Mi piacciono molto insieme e sono la mia terza OTP di VRAINS, quindi direi che meritano un po' più di considerazione — a tal proposito, se volete leggere qualcosa su questa ship, vi invito a spulciare il profilo di angeclear97, che scrive delle Jin/Miyu a dir poco adorabili.

Piccoli riferimenti al canon che ho inserito nelle e-mail di Miyu e Ryoken: in aquamiyu è presente “aqua” che è l'Ignis generato da Miyu, Aqua appunto (Miyu è come Yusaku, ovvero una vittima dell'Incidente Perduto, e anche Jin lo è), mentre vabbè, @vrains penso sia palese; per Ryoken, invece, ho scelto @soltec poiché in questa storia lavora per la SOL Technologies, la stessa azienda che è presente nel canon di VRAINS.
Giuro che ho finito. Grazie per aver letto.

M a k o
   
 
Leggi le 28 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! VRAINS / Vai alla pagina dell'autore: M a k o