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Autore: xla    22/05/2023    2 recensioni
[Vegekaka | before battle universe 6, male lactation without milk, nothing meant as sexual, just comfort]
Voleva fare qualcosa per il suo Principe, ma cosa?
Conosceva Vegeta e sa che non ammetterà mai che ha bisogno di qualcosa, soprattutto di aiuto. Goku stesso è molto testardo ma il punto è un altro; Goku ha bisogno di essere utile, di aiuto, ha bisogno di essere qualcosa per Vegeta.
Solo con un morso Vegeta lo faceva sentire al sicuro e Vegeta lo sapeva… Vegeta era così soddisfatto di questo e Goku si crogiolava nella sua protezione… ma voleva ricordare al saiyan più anziano che anche lui doveva sentirsi libero di andare da lui per qualunque cosa.
Genere: Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Top Vegeta, bottom Goku, protective Goku, Goku can't use ki, Vegeta needs a hugs, Goku needs a hugs, Vegeta can't handle feelings, domestic stuff, fluff, cuddles, before battle universe 6, male lactation without milk, nothing meant as sexual, just comfort, hurt/comfort 
 
Intro: “Voleva fare qualcosa per il suo Principe, ma cosa?
Conosceva Vegeta e sa che non ammetterà mai che ha bisogno di qualcosa, soprattutto di aiuto. Goku stesso è molto testardo ma il punto è un altro; Goku ha bisogno di essere utile, di aiuto, ha bisogno di essere qualcosa per Vegeta.
Solo con un morso Vegeta lo faceva sentire al sicuro e Vegeta lo sapeva… Vegeta era così soddisfatto di questo e Goku si crogiolava nella sua protezione… ma voleva ricordare al saiyan più anziano che anche lui doveva sentirsi libero di andare da lui per qualunque cosa.”
 
Per Basil e Pastel <3
 
Se ho dimenticato qualche tag fatemi sapere. Qui per ribadire che non si tratta di niente di sessuale!
 
 
 
Safe Space
 
 
 
Il Torneo contro l’Universo 6 era stato divertente ma quando i suoi abitanti sono andati via hanno lasciato qualcosa di molto pesante alle loro spalle. E al tempo stesso, hanno levato, qualcosa.
Chichi era preoccupata, Goku poteva dirlo dal quantitativo di cibo che preparava. 
Si sentiva dolorante di fisico e ancora di più perché non poteva allenarsi, e sa che Vegeta è arrabbiato.
Vegeta è nervoso e taciturno e beh, non è mai stato loquace ma Goku nel tempo aveva imparato a conoscere il suo compagno. C’era una grande differenza tra Vegeta tacito e Vegeta che ribolliva di silenziosa rabbia. 
La cosa peggiore era che non poteva dargli uno scontro che era ciò che sicuramente desiderava. Aveva il divieto di Re Kaioh e Chichi di allenarsi per quella roba del sovraccarico di ki durante il round con Hit. Era già stato da Gohan e aveva perso la piccola Pan. Tornando a casa sperando di dimenticare la sua inettitudine… invece Vegeta era un blocco di ghiaccio rovente, passando il tempo nella Stanza Gravitazionale portatile costruita da Bulma.
Goku si sentiva… debole. Così debole.
Anche nello sconforto e nella confusione, si rifiutava di rimanere fermo. I primi tempi era stato difficile perché lui era davvero un appassionato dell’aria aperta, del movimento e delle arti marziali. Ma aveva scoperto che poteva camminare tra i boschi, rallentare- per quanto fosse difficile, cogliere le piccole e grandi meraviglie della natura. 
La televisione non l’aveva mai compresa, ma c’erano dei documentari carini e anche i cartoni animati erano divertenti. E wow, i programmi di cucina. Grazie a questi e ai consigli di Chichi, era riuscito a far esplodere il forno solo due volte. 
Si era perso guardando un cartone animato mangiando delle patatine alla paprika e una coca-cola, quando il ki di Vegeta arrivò ai suoi sensi. 
Il Principe era sudato dal suo allenamento e Goku era sicuro che se avesse avuto la coda scodinzolerebbe ogni volta che lo annusava. Era tardi e finalmente Vegeta aveva finito il suo allenamento pomeridiano che, come spesso succedeva, andava avanti fino oltre mezzanotte.
“Geta! Come è andato l’allenamento?” trillò felice di vedere e respirare il suo compagno, alzandosi dal divano e andandogli dietro.
Vegeta prese dell’acqua dal frigo e iniziò a bere.
“Hai fame?”
“Ho già fatto.”
Non era un problema, non era la prima volta. “Facciamo un bagno? Ti lavo la schiena!”
“Faccio una doccia e vado a dormire.”
“… o-okay… arrivo subito.”
“Fai come vuoi.”
I passi rapidi e la porta del bagno che si chiudeva. 
La vista di una barriera fisica tra lui e Vegeta. Solitamente Goku non aveva mai avuto dubbi; sfondare il prossimo muro. Ma questa volta pensava che non era alcuna prova, Vegeta voleva essere lasciato in pace, combattendo da solo… senza di lui che guardava da bordo campo facendo il tifo per il suo compagno.
In pochi minuti, efficace e pratico come sempre, Vegeta aveva finito ed era andato a dormire.
Una volta messo a posto il cibo freddo, Goku scelse di fare quel bagno, forse sapone e acqua calda erano di aiuto per la tensione. Sospirò di sollievo rilassando i muscoli, non rendendosi conto che stava camminando in punta di piedi da giorni.
Dal momento in cui erano tornati a casa… Vegeta aveva cominciato a chiudersi in se stesso e Goku poteva capire, accettare questa ritirata interiore, lo faceva anche lui e poteva dare privacy a Vegeta. 
Ma erano passati giorni… settimane. Goku non era molto bravo a tenere il conto dei giorni… ma anche Bulma era intervenuta e Goku sperava che almeno lei potesse aiutare Vegeta, dopotutto sono stati insieme per molti anni… alla fine della discussione Bulma aveva scosso la testa tristemente verso di lui, dicendo di lasciarlo nel suo stato d’animo perché non avrebbe lasciato entrare nessuno. E che forse un altro paio di mesi in quella gabbia auto imposta gli avrebbe fatto bene. Goku non era d’accordo… erano tre mesi che Vegeta si rifiutava di comunicare anche nel modo totalmente Vegeta. Tre mesi che lo toccava appena. 
Goku aveva dimenticato quanto fosse freddo e buio senza il tocco caldo e confortante del suo compagno. Alcune volte era scivolato vicino a lui, cercando attenzioni, volendo coccole, baci e molto altro. Vegeta lo scansava senza sforzo, dicendo che doveva riposare se voleva davvero rimettersi in forze e di non fare cazzate.
Goku sprofondò nella vasca. La faccenda del ki poteva risolversi in un giorno, massimo due, ma lui non aveva seguito le sagge parole delle persone attorno a lui e aveva solo peggiorato la situazione. 
Voleva fare qualcosa per il suo Principe, ma cosa?
Conosceva Vegeta e sa che non ammetterà mai che ha bisogno di qualcosa, soprattutto di aiuto. Goku stesso è molto testardo ma il punto è un altro; Goku ha bisogno di essere utile, di aiuto, ha bisogno di essere qualcosa per Vegeta. Ora più che mai e se significa farsi ammazzare di botte così sia!
Pulito e un po’ caldo dal bagno, vestito con i boxer Goku entrò in camera. L’unica luce rimasta accesa era quella del suo comodino. Il cuore batté forte, ma Goku si forzò di non lasciarsi prendere troppo dall’euforia. Solo perché Vegeta aveva lasciato la luce accesa per lui non significava che tutto era normale, quando palesemente c’era qualcosa che non andava. 
Sotto le coperte, Vegeta gli dava le spalle e sembrava più lontano di quando era morto anni prima. 
“Buonanotte, Vegeta.”
Un sussurro gentile e Vegeta non rispose, neanche un lieve sospiro e un borbottio. 
Goku si mise sotto, vicino al suo compagno, tendendo una mano verso la schiena, ma senza mai arrivarci, ritirandola. 
Vuole Vegeta. Vuole toccare Vegeta. Vuole che Vegeta lo tocca. Ora più che mai. Si sente debole… ma non può dirlo. Deve solo aspettare senza fare sciocchezze e tutto tornerà come sempre. 
Forse Vegeta era arrabbiato perché non aveva vinto. Aveva scelto di perdere contro Hit. Vegeta non tollerava la sconfitta. Forse stava rivalutando la loro relazione… i saiyan sono attratti da donne e uomini forti… agli occhi di Vegeta non era più degno?
 
 
 
Goku si arruffò i capelli. La mancanza di movimento alcune volte era molto fastidiosa. Per fortuna aveva ricevuto l’okay da parte di Re Kaioh per qualche kata!
Chichi e Goten erano venuti a fargli visita e avevano fatto una passeggiata. Goten era così vivace e gli raccontava tutto quello che stava imparando allenandosi con Piccolo. Goku doveva solo essere un bravo padre e non mostrare quanto gli dispiaceva di perdersi ancora una volta la cresciuta di suo figlio. 
A casa hanno mangiato e poi si erano goduti il pomeriggio insieme, mentre Goten faceva i compiti e Goku serviva la merenda per tutti e tre.
Chichi era impegnata a lavorare a maglia e l’atmosfera era esattamente quella che gli faceva bene al cuore.
Goku si appoggiò meglio al divano e chiuse gli occhi. C’era il rumore della mina della matita usata da Goten, la gomma da cancellare e il soffio per togliere il residuo, i piccolo mormorii infastiditi del suo giovane cucciolo… c’era il respiro di Chichi, il leggero canticchiare rilassante, i ferri che aveva tra le mani che battevano in modo ritmico tra di loro, intrecciando il materiale morbido. 
Non correre, si diceva in testa, respira, non correre.
“Angelo, dici che questa coperta è abbastanza lunga per Piccolo?” 
Il tessuto viola lavorato dalle amorevoli mani di Chichi, aveva formato una coperta abbastanza grande. Forse da mettere sulle gambe oppure da aggiungere sul letto per del calore extra.
“Sono sicuro che l’amerà, anche se non lo dirà, eheh!”
“Lui è solo un finto brontolone,” canticchiò Chichi, bevendo un po’ del suo tea caldo. “A proposito di brontoloni. Come sta Vegeta?”
Goku voleva poter fare la solita faccia sciocca e ridacchiare, ma questa era Chichi. “Lui è beh, è Vegeta!”
Chichi mormorò. “Mh… ricordo che tempo fa lui e Bulma hanno discusso… la situazione non è migliorata immagino…”
Goku si grattò la nuca e si accasciò sul divano accanto a lei. “Se solo il mio ki fosse apposto…”
“Per cosa? Così potete prendervi a pugni? Oh sì, ha sempre risolto tutto!”
Goku sorrise alle parole frustrate, nonostante gli anni, della donna. “Eheh, sì, per noi lo fa.” Improvvisamente si incupì appena e la cosa non sfuggì a Chichi.
“So che voi ragazzi avete un vostro modo per fare le cose, lo so e lo apprezzo. Ti ho amato per anni, Goku, lo faccio tutt’ora… ma… ci sono cose che forse non possono risolversi solo con gli allenamenti e le battaglie. E soprattutto…” lasciò andare i ferri e strinse una sua mano. “La situazione attuale non è stata causata da te. Se tu potessi allenarti non cambierebbe comunque l’umore di Vegeta.”
Goku aveva bisogno di sentirselo dire. Ma non lo faceva sentire meglio. “Lui è il mio compagno, ‘Chi… ma non so cosa fare, quello che conosco non è abbastanza perché il mio corpo non può reggerlo al momento…”
Chichi annuì e si concentrò sul regalo per Piccolo, “Oltre a combattere cosa fate voi ragazzi nel quotidiano?”
“Mh… noi… cose…” balbettò arrossendo.
Gli occhi neri lucenti di Chichi erano divertiti e le sue piccole spalle tremavano per sforzarsi di non scoppiare a ridere. Avrebbe distratto Goten dai compiti! 
“Oh, vedo…” sussurrò ammiccando.
“Chichi!!” gracchiò Goku, era così imbarazzato… lo era sempre stato quando si trattava di cose intime. Solo al ricordo di quando Chichi era corsa da lui alla fine del torneo contro l’Universo 6… Chichi era sempre così premurosa e ponderata e diretta in ciò che voleva. Vegeta era il maestro dei sottointesi… fino a quando non erano arrivati in camera da letto. 
Per dispetto lasciò la mano dell’ex moglie e mise il broncio. Lei ridacchiò ancora di più. Si sgonfiò subito. “Però… è tanto che noi- lui… mh… è così distante, ‘Chi… lui è arrabbiato con me.” 
Chichi sbuffò ancora. “Dimmi qualcosa che non so. Vegeta è sempre arrabbiato o almeno ci prova a mostrarsi così.”
“Questa volta è diverso… lo sento…” mormorò a bassa voce.
Chichi lo guardò per un momento e annuì a se stessa, porgendo i ferri. “So che non è come combattere, ma so che ti piacciono le sfide, tesoro.”
Goku guardava i due oggetti nelle due mani, “Cosa dovrei farci?” Chichi trafficava nella sua scorta di batuffoli, tirandone tre di colore diverso. “Quale vuoi?” bianco, rosso e blu.
“Blu.” la sua bocca si aprì prima che potesse pensare qualcosa.
Pazientemente, Chichi gli insegnò a lavorare a maglia. Molto pazientemente. 
 
 
 
Lavorare a maglia impiegava molto tempo e Goku doveva ammettere che il tempo non gli mancava.
Aveva dovuto disfare la coperta più volte- come gli aveva fatto vedere Chichi, ma era così determinato… al punto da andare il pomeriggio dopo da Chichi e chiederle di insegnargli come si fanno le scritte e i disegni. La coperta di Piccolo era pronta ed era bellissima nel suo pacchetto regalo.
Goku era ancora più determinato, forse doveva iniziare con un centro tavola all’uncinetto o con un cappello o una sciarpa… no, lui doveva sempre puntare troppo in alto e fare una coperta con un disegno e un nome.
Tre giorni dopo la coperta era pronta. Non era il massimo e non era perfetta… ma quando Goku la guardava sentiva che era esattamente quello che aveva in mente. Questo oggetto aveva una missione molto importante, se lui non poteva farla allora l’avrebbe fatta la coperta. 
Vegeta quella sera aveva mangiato con lui, nessuna parola o sguardo ma non si era allontanato quando Goku gli aveva preso una mano e aveva parlato di tante cose inutili e sciocche. 
E mentre Vegeta andava a dormire Goku osservò un momento la piccola cucina: non si sarebbe mai immaginato che avrebbe vissuto tutto questo… era come una battuta d’arresto. Ma non cambiava quello che provava per Vegeta.
Viste le temperature che andavano ad abbassarsi, avevano messo una coperta extra sul letto. Quando entrò nella camera, Vegeta era già nella sua posizione: premurandosi di dare le spalle al suo lato del letto. Goku cercava di non farci caso, semplicemente prese la coperta e la mise su Vegeta, che non si mosse. Soddisfatto, uscì dalla stanza per finire di prepararsi per la notte. 
Il ki di Vegeta era inquieto e Goku deglutì, con indosso i boxer come sempre, tornò in camera, trovando il suo compagno seduto che guardava in cagnesco la coperta stretta tra i pugni.
Sentì un brivido negativo per tutta la schiena ma scelse di fare finta di niente. 
Andò a letto, spegnendo la luce che Vegeta lasciava sempre per lui, “Buonanotte, ‘Geta.” 
Vegeta non disse niente, come da mesi a quella parte. Seduto sul lenzuolo guardando il nulla. 
Goku si stava sforzando di dormire, facendo finta di niente per il quieto vivere, quando la voce roca di Vegeta spezzò il buio.
“Sto aspettando una spiegazione, Kakarot. Cosa significa questo oggetto?”
Goku, di spalle, tremava. Si leccò le labbra secche. “È… è una coperta. Ho pensato che poteva essere utile.”
“Dove hai presto questa coperta? È una presa in giro?”
Goku che era sollevato di avere un dialogo con Vegeta, sussultò e si mise seduto per guardarlo, accendendo la luce. “Ve-Vegeta no, no! Non è una presa in giro! L’ho fatta per te!”
La consapevolezza riempì Vegeta che guardò di nuovo in basso. Il blu era molto simile a quello della sua tuta da combattimento, al centro c’era lo stemma della famiglia Vegeta in rosso, non era dritto anzi, era molto storto come disegno. Sotto c’era scritto “Principe Vegeta IV”.
“L’hai fatto tu…” mormorò Vegeta come se non potesse crederci. Improvvisamente lasciò andare la coperta.
Goku aprì la bocca, stupito dal comportamento dell’altro. “Vegeta…”
“Come hai potuto… Kakarot? Sto ancora aspettando una spiegazione!” ringhiò Vegeta senza degnarlo di uno sguardo.
Goku balbettò. “… so che sei arrabbiato con me perché… eheh, come sempre, ti faccio sempre arrabbiare, amore mio… mi dispiace. L’ho fatta per te, non vuoi che ti abbraccio… ma la notte fa freddo e non voglio che senti freddo, mio Principe.” deglutì ancora e fece un fragile sorriso. “Non sto scherzando… è vero. Non è bella, lo so, ahah… mettila per terra, domani la butto, okay? Non pensarci…” tornò steso sul lato, guardando la parete e cercando di chiudere gli occhi e dormire, non voleva essere ancora più miserabile. “Buonanotte, Vegeta.” spense le luci e la stanza venne inghiottita dall’oscurità ancora una volta.
Goku aveva paura che il rumore del proprio battito fosse così forte da essere sentito anche dall’altro. Si aspettava una sfuriata e dentro di lui scoprì che l’avrebbe ritenuta un passo avanti rispetto al mutismo in cui si era rinchiuso Vegeta. Anche se aveva paura che sarebbe finita male… Vegeta potrebbe lasciarlo? Beh… Goku avrebbe preferito di sì piuttosto che quella stagnante situazione.
Fruscio di coperte e lenzuola e il ki di Vegeta era agitato, così fremente. Oh Vegeta… perché siamo così incapace con le parole?
Lentamente, il corpo di Vegeta si avvicinò, le braccia muscolose del suo compagno lo abbracciarono e le labbra si posarono sul retro del suo collo. La sua gola era muta, sconvolto. I denti si piantarono nella carne, succhiando.
Anche dopo la lontananza fisica ed emotiva da parte di entrambi anche se era il primo contatto dopo molto… Goku non si sentiva eccitato, non esattamente. Sussurrò un gemito umido di gioia, sentendosi caldo e al sicuro, finalmente.
Con il petto di Vegeta premuto alla schiena che vibra al ritmo dei loro respiri e il naso regale immerso nei propri capelli alla nuca.
La carne tra i denti che toccano tutte le corde del suo corpo come se carezzasse ogni vertebra facendogli venire la pelle d’oca e arricciare le dita dei piedi. 
Si spinse contro quei denti. “Ve… Vegeta… oh…” mormorò dolcemente e quando quelle labbra premute contro la sua pelle sorrisero non riuscì a fare a meno di sorridere a sua volta, rilassandosi.
In risposta, Vegeta lo abbracciò anche con le gambe, fino ai piedi. Intrecciando le mani al grande petto di Goku.
Goku inclinò appena la testa per lasciargli spazio, ma Vegeta ringhiò infastidito, tirandolo per la pelle a tornare come prima. Goku sbuffò ma sorrise e il Principe si rilassò, continuando a succhiare.
Non era mai successo. Sì, si erano graffiati e morsi ma questo… era così confortante… i denti affilati e la lingua che stuzzicavano e battevano sulla carne avevano un ritmo perfetto in armonia con i loro respiri e cuori.
Vegeta mormorò sospirando e Goku baciò le sue mani portandole di nuovo al petto. Vegeta tastò alla cieca il seno, iniziando a impastare. Goku arrossì. Sapeva che a Vegeta piaceva il suo corpo ma questo sembrava molto più intimo di tutto quello che avevano fatto e aveva paura di non sapere cosa fare.
Vegeta ringhiò ancora e sbuffò. Goku si morse la lingua per non ridere. Sembrava uno di quei grandi predatori che non volevano addormentarsi.
Allora Goku iniziò a fare le fusa e in pochi minuti Vegeta si addormentò.
 
 
 
Quella mattina Vegeta era rimasto a letto più del previsto, coccolandolo e baciandolo, facendogli profonde fusa e facendo l’amore nel loro letto ancora caldo dalla notte di sereno riposo, Goku sentiva che poteva piangere per quanto era stato dolce e quanto si sentiva amato. 
Ma le ombre negli occhi di Vegeta non erano svanite, lo sapeva e voleva fare qualcosa per il suo compagno, il suo Principe così forte e fiero, dimostrando che poteva essere lì per lui. Voleva baciare le palpebre di Vegeta fino a quando quella malinconia non fosse svanita.
Solo con un morso Vegeta lo faceva sentire al sicuro e Vegeta lo sapeva… Vegeta era così soddisfatto di questo e Goku si crogiolava nella sua protezione… ma voleva ricordare al saiyan più anziano che anche lui doveva sentirsi libero di andare da lui per qualunque cosa. Non lo avrebbe mai giudicato. 
Vegeta voleva che fosse al sicuro e caldo e amato… Goku voleva altrettanto per Vegeta, ma non era niente come il suo Principe quindi doveva trovare un nuovo modo… l’altro non avrebbe mai parlato chiaramente ma se Goku poteva prendere quello che era successo ieri sera come un suggerimento… fece le fusa al pensiero dei segni di morsi su tutto il corpo. Se era quello che serviva a Vegeta allora lui era d’accordo. 
Ma non era abbastanza… lui voleva mostrare al compagno che poteva prendersi cura di lui… 
Dal modo in cui Vegeta aveva succhiato la sua pelle, rilassandosi in poco tempo… la mente di Goku andò in tilt. Voleva solo abbracciare Vegeta e carezzagli il viso, la testa… mostrargli che era capace di tutto quello che serviva al suo Principe.
Se Goku doveva essere onesto con se stesso… il suo istinto urlava per prendere Vegeta, andare nel loro letto e poggiarlo sul suo petto, avere la testa di Vegeta sul proprio petto nudo, facendo le fusa per lui e… e stare così.
La sua coscienza trillò. Non era mai stato un bugiardo. Il suo istinto non diceva solo questo… ma non riusciva a pensarci senza arrossire. 
Sollevò la maglietta davanti lo specchio della camera da letto: il suo petto era gonfio e ampio, Vegeta amava giocarci e i capezzoli scuri erano diventati molto sensibili da quando stavano insieme. 
Abbassò la maglietta e si abbracciò lo stomaco. No… questo era troppo… era disposto a rischiarare il tutto per tutto dichiarando di essere la persona che poteva dare a Vegeta ciò che gli serviva?
Il suo istinto gli diceva che voleva nutrire e mantenere Vegeta al sicuro, amarlo in ogni modo, ma non spingerebbe mai il suo Principe, voleva solo che Vegeta fosse consapevole quanto lo amava e che era pronto a tutto per lui.
Vegeta non sembrava più così arrabbiato… lo avrebbe fatto infuriare ora? Però… si tastò attraverso la maglietta: la carne sul petto era più piena rispetto al collo e forse era rilassante. E Vegeta poteva rifiutare, in ogni momento. Ma Goku doveva andare per esclusione, fino a quando Vegeta non avesse parlato.
Sentiva anche che il suo ki tornava stabile quindi forse poteva dare un combattimento a Vegeta, con buona pace di Re Kaioh.
Doveva prepararsi, pensare a qualcosa e… e poi era arrivata Bulma a rapirlo per un viaggio e cena nel miglior ristorante della città, in auto c’era anche un imbronciato Vegeta che sicuramente non voleva fare alcun bagno di vita sociale.
Trunks era con Goten da Chichi e Bra con i nonni quindi potevano godersi la serata.
Goku apprezzava molto la sua migliore amica, lei era così carismatica e trascinava tutti… si era quasi dimenticato che doveva pianificare come far stare meglio Vegeta senza far saltare in aria mezzo pianeta Terra. Vedeva Vegeta leggermente più rilassato, Bulma faceva magie! E iniziò a pensare che le cose forse erano davvero tornare normali. 
Lo stomaco pieno e sazio, Goku sorrideva carezzandosi la pancia mentre Bulma li riaccompagnava a casa, salutandoli dicendo che non dovevano sparire di nuovo. Vegeta ringhiò e andò in casa mentre lui rimaneva ad agitare la mano alla sua migliore amica mentre la macchina spariva all’orizzonte.
Goku entrò in casa stiracchiando la schiena e miagolando felice, in camera da letto c’era Vegeta che si stava cambiando con una nuova tuta da combattimento.
“Cosa fai, ‘Geta?”
“Tzè, a te cosa sembra? Vado ad allenarmi!”
“Io pensavo…”
Vegeta scattò. “Cosa? Visto che non sei in grado di allenarti allora non posso neanche io, Kakarot, seriamente?” 
Il corpo di Goku sussultò. Deglutì e guardò altrove. “N-no… non volevo dire--” una mano guantata di Vegeta era sulla sua spalla, poi sul viso per costringerlo a guardarlo negli occhi. Tenendo lo sguardo basso, continuò. “Vai, so che è importante… un bisogno. Io- io… eheh, volevo dirti questo: pensavo che potevamo allenarci insieme.”
Vegeta lo strattonò per la mascella e Goku si arrese, lasciando che Vegeta vedesse quanto fosse debole. La rabbia di Vegeta evaporò, gli occhi di brace ardente divennero silenti oblò dello spazio… ma lo spazio non è calmo e pacifico. 
“Non puoi ancora allenarti, sciocco… peggiorerai ancora la situazione.”
Goku tirò su con il naso. “E allora… come posso dimostrarti che sono degno di te?”
Vegeta spalancò gli occhi. “Cosa?”
“L’hai detto tu… i saiyan sono attratti solo da donne forti… uomini forti… ultimamente non sono stato proprio… bravo in questo. E sono stato spericolato.”
Vegeta continuava a studiarlo. “Mhf, il fatto che lo dici è un miglioramento, lo sai?”
Il più giovane ridacchiò. “S-sì… così ho pensato… forse adesso che non posso soddisfarti come vuoi tu… non mi vuoi… non mi vuoi più, ‘Geta?”
Vegeta sussultò ringhiando e questa volta gli strinse il collo come un avvertimento, gettandolo sul letto. “Cosa cazzo sta partorendo quella tua mente stupida, eh?” il viso affilato di Vegeta era a pochi centimetri dal suo. “Vivo con te, mangio con te, dormo nello stesso letto con te, noi scopiamo e ci amiamo!”
Goku non si sentiva minacciato in alcun modo, soprattutto perché iniziava a sentire la paura dentro Vegeta, posò la propria mano su quella attorno al collo. “Non sto parlando di questo, mio Principe, e tu lo sai…”
La menzione del suo titolo sembrò uno schiaffo per Vegeta, là dove solitamente apprezzava o gonfiava il suo ego… il più anziano lo lasciò andare, sedendosi sul letto accanto alla coperta che aveva fatto per lui.
Goku trattenne il fiato. Stava per succedere? Vegeta aprì la bocca, ma scosse la testa. Goku sospirò abbassando le spalle.
“Vado ad allenarmi, non aspettarmi alzato, Kakarot, farò tardi.”
Disse, sistemandosi i guanti e camminando verso la porta.
Goku sorrise, ammiccando. “E se ti aspetto alzato, mh, cosa fai?”
Il ghigno di Vegeta era tutto quello che serviva per fargli tremare le ginocchia. 
 
 
 
“Kakarot? Cosa stai facendo?”
Era così in ansia da perdere la cognizione del tempo e anche il ki di Vegeta. Goku si girò sul letto, arricciando le lenzuola tra le dita. Ridacchiò nervoso. “Ciao, ‘Geta…”
“Oh no, non provarci.” Vegeta ringhiò, incrociando le braccia al petto nudo fresco di doccia post allenamento, analizzando la loro camera. Goku non sapeva cosa vedeva, non sapeva precisamente come appariva, ma qualunque cosa… il Principe sospirò. “Non prenderla sul personale, Kakarot… ma non sono dell’umore per il sesso. Voglio solo dormire.”
Goku era nel loro letto, portandosi le lenzuola al petto per coprire la propria nudità. Arrossì fino alla punta dei capelli spettinati. “N-no, ‘Geta… non è come pensi. Non intendo--- quello…”
Davanti la sua continua timidezza Vegeta ghignò mentre si sedeva a letto. “E sentiamo cosa ti ha raccontato adesso la tua fantasia… tanto oramai non mi stupisco più con te.”
Goku prese un profondo respiro, le labbra serrate e secche. Ma doveva parlare. Rischiava di perdere la connessione con Vegeta… il solo pensiero era terrificante. Per qualche misteriosa ragione… era stato più facile combattere Frieza e tutti gli altri… anche Majin Bu e Lord Beerus… questo era Vegeta. La sua sicurezza… avere la stima di Vegeta e il suo amore era qualcosa che gli dava vita.
E questo, questo, era per lui, per Vegeta.
Sorrise, anche se tremava. “Vegeta… mio compagno…” allargò le braccia, lasciando scivolare il lenzuolo, “Vieni da me, mio forte compagno…”
Le narici di Vegeta vibravano visibilmente e i canini spuntarono come pronti ad azzannarlo. Ma il saiyan più anziano chiuse gli occhi e negò con la testa. “Kakarot… posso capire che ti sto trascurando. Posso assicurarti che non è il mio intento… devo solo… sistemare alcune cose. Non c’entri tu.”
Allora aveva ragione. Ma era peggio… Vegeta era arrabbiato e oltre… amareggiato. Era scattato quando aveva visto la sua coperta personale. 
Goku fece delle piccole fusa. “Voglio solo provare una cosa, ‘Geta… se non ti senti bene allora lasciamo perdere, okay?”
Vegeta sbuffò. “Questa domanda in genere la faccia io… cosa intendi fare?”
“Permettimi di abbracciarti.”
Vegeta deviò lo sguardo. “Quello è… è stato un momento di debolezza.”
Debolezza. Vegeta si sentiva debole e il Principe odiava essere debole. L’istinto protettivo di Goku era così acceso. Adesso che sapeva che anche il suo compagno era nella sua stessa difficoltà, non avrebbe abbandonato la sua sacra missione di amarlo.
Sorrise dolcemente, avvicinandosi, mettendo un bacio sulla sua spalla. “È tutto okay, mio Principe… non devi dirmi niente… ma puoi farmi tutto quello che vuoi e--.” Vegeta divenne rigido e si allontanò, gelando il cuore di Goku, “Ve-Vegeta! Sono tuo, posso darti tutto ciò di cui hai bisogno, anche se si trattasse di succhiarmi il collo ogni notte per farti riposare! Vegeta!”
“Non dirlo più!” sibilò il più anziano a denti stretti. “È… è imbarazzante. Io… uno come me, Kakarot, non dovrebbe aver bisogno di… trucchetti, per riposare.”
“Anche io, ho bisogno di te, ‘Geta… è okay… sei il mio compagno! Mi sento al sicuro con te… lascia che anche io ti faccia sentire al sicuro. E…” ridacchiò piano, “Non è imbarazzante, anzi… è stato molto bello…”
Uno come me… in che buco era caduto Vegeta? A quella distanza puzzava di rabbia e nostalgia e Goku fece in automatico le fusa, sentiva il suo compagno in difficoltà e non poteva rimanere indifferente. Gli tornarono in mente le parole di Bulma: Vegeta è in una gabbia auto imposta e solo lui poteva scegliere quando uscirne. Lui davvero non poteva fare nulla?
Strisciò fino ad abbracciare la vita di Vegeta, poggiando il viso sullo stomaco. “Vegeta… sono io… il tuo Kakarot… puoi fidarti di me… posso custodire tutto di te, così come fai tu con me.” 
Lentamente, le mani ferme di Vegeta erano tra i suoi capelli, carezzandogli la nuca. Goku sorrise strofinando il naso sulla pelle dell’altro. 
“Sempre un moccioso testardo, mh?”
Goku ridacchiò, baciando i suoi addominali. 
Il sospiro di Vegeta poteva essere equiparato al vincere una battaglia… la guerra sarebbe esplosa presto se non si muoveva adeguatamente. 
“Ti piaccio così.” rispose impertinente, guadagnandosi un ghigno dal compagno. 
“Sì, tu lo fai… ma ancora, non forzare la mia mano, Kakarot. Non vuoi vedere cosa ho nella mia testa.”
Goku si allontanò. Vegeta… non si fidava di lui per accettare il suo cuore? Certo, Vegeta parlava di testa, ma Goku oramai aveva compreso che c’era altro di molto più profondo.
Tornò con la schiena ai cuscini sistemati per rimanere comodamente semi seduto, “Vegeta… dovresti conoscermi meglio di così.”
“Insisterai fino a quando non otterrai ciò che vuoi.” incrociò di nuovo le braccia al petto come una protezione dal mondo esterno e Goku non gli avrebbe mai levato quello schermo. “O non ti metto k.o!”
Goku guardò la coperta che aveva fatto ai ferri. “E tu cosa vuoi?”
“… ciò che voglio non è rilevante, Kakarot.”
Goku sgranò gli occhi.
“Ora possiamo dormire?”
Il più giovane si morse il labbro inferiore. “… sì, ma io… vorrei provare a fare una cosa. Per te.”
Sospirando, Vegeta sapeva che fino a quando non avesse ceduto almeno un po’ doveva solo andare a dormire fuori casa. Annuì e Goku trillò soddisfatto anche se il cuore batteva in gola per l’agitazione.
Aspettò che Vegeta scivolasse nel letto e il Principe lo guardò sollevando un sopracciglio, concentrandosi sul collo dove c’era il segno dei suoi denti. Goku fece le fusa avvicinandosi al suo compagno, sussurrando il suo nome:
“Vegeta…” 
Vegeta era così in imbarazzo per ammettere che gli serviva qualcosa di così semplice come un abbraccio e un morso per poter finalmente dormire. Così testardo nell’ammettere di avere bisogno di conforto. Nella loro relazione Vegeta era sempre stato così sicuro e dominante… lo era ancora… ma sotto una luce diversa e Goku lo amava ancora di lui.
“Beh? Allora?” sputò a mezza bocca il Principe, in attesa.
Goku ridacchiò di cuore e prese tra le braccia il corpo più piccolo e muscoloso, baciandolo. Vegeta oppose resistenza ma non si allontanò e non ringhiò- non troppo. Il Principe gli prese a coppa il viso e Goku coprì la mano con la propria, assaporando il gusto unico e piccante di Vegeta che gli dava sempre il capogiro.
Lentamente, tra uno schiocco e l’altro, Goku abbassò la mano di Vegeta al proprio petto, mormorando un respiro umido per il tocco. 
“Vegeta…” alitò sulle labbra dell’altro, grattandogli delicatamente la nuca. “Io…”
“Kakarot... parla chiaro! Dimmi quello che vuoi!”
Vegeta era facilmente scivolato nel ruolo del compagno protettivo, ma Goku non poteva scivolare via così facilmente. Le labbra ghignanti scesero sulla mascella e sul collo, baciando la clavicola e tuffandosi nel petto pronto per accoglierlo.
Ma quando Vegeta voleva scendere ancora, Goku lo abbracciò. Arrossì e carezzò ancora i capelli dalla forma della fiamma.
“Kakarot?”
“Ti è… piaciuto addormentarti mordicchiando e succhiando il mio collo, ‘Geta?”
Vegeta ringhiò, avvertendolo che non voleva tornare sull’argomento e forse Goku doveva essere più comprensivo, o coraggioso per Vegeta per una volta.
“Vegeta… se è ciò di cui hai bisogno… lo sai, puoi. Cosa vuoi, mio Principe? Dimmi di cosa hai bisogno e dammi il tuo consenso ad amarti! Prendi il mio amore, ti prego…”
Nonostante le fusa e il tono dolce, Vegeta mise una certa distanza. Il suo sguardo nero cupo e lontano. La mano sulla spalla era così fredda… era come si sentiva Vegeta.
“Ci sono… posti, in cui non puoi venire, Kakarot. Luoghi dentro di me che devono rimanere dove sono, capisci?”
Goku arricciò il naso. “È… quella cosa della privacy che mi dici sempre?”
“No… è qualcosa di più di semplice privacy. Ma è tardi e sì, diciamo che è privacy.” Vegeta posò un leggero bacio sulle sue labbra. “Adesso andiamo a dormire.”
Era il modo di Vegeta per dire che apprezzava il gesto, lo sforzo… la sua volontà e dedizione, ma che rifiutava di farlo entrare. 
“Vegeta… in questo posto dove non posso venire… sei solo?”
La mascella di Vegeta divenne dura e gli strati di muro interiore si alzarono, moltiplicandosi, i suoi occhi si chiusero di un nero che Goku non vedeva da anni. Quasi sussultò, gli era sembrato di sentire mille porte di acciaio che sbattevano. 
“Sì.” la voce del principe era apatica. Attento a non lasciare scappare niente. Goku spalancò gli occhi e Vegeta gli afferrò una mano. “Ma ho bisogno di questo luogo dove sono da solo, capisci? Non puoi esserci tu, perché non devo essere felice in quel posto.”
Goku aprì la bocca ma la richiuse, annuendo piano. “Va bene… io- io…” sospirò.
Vegeta ghignò. “Non capisci, vero?” Goku negò con la testa e Vegeta gli carezzò il viso. “Mio dolce Kakarot…” 
Il saiyan più giovane si appoggiò a quel tocco gentile. “Vegeta… io non posso entrare ma… io sono lì fuori per te, ti aspetto e puoi entrare nel mio cuore in ogni momento. Ti sto dicendo questo, non devo entrare io… ma voglio che tu sappia che sono qui per te.”
Vegeta si sistemò meglio sul letto, indicando con il mento la coperta che aveva fatto. “Così?”
Goku arrossì e afferrò la coperta. “Questo colore mi ricorda te… così fiero e regale. Il simbolo… sì, eheh, non sono bravo a disegnare ma… lo sei, sei il Principe di tutti i saiyan.”
Una scintilla negli occhi neri era nata solo per morire in quell’istante e Goku allungò il collo.
“Sì… lo sono.” e non era niente del solito tono orgoglioso e arrogante che Goku amava.
“Mh hm… il mio Principe…”
Vegeta diede un mezzo sorriso e il cuore di Goku si incrinò. Abbracciò il corpo più piccolo e lasciò che si incastrarono come facevano sempre, baciando la fronte, i capelli e le tempie di Vegeta.
“Presto torniamo ad allenarci insieme, ‘Geta…” mormorò tra un bacio e l’altro, “Non pensavo che usare il kaioken con il super saiyan blue in quel modo mi avrebbe bloccato per così tanto…”
Vegeta sospirò ancora. “E cosa mi dici della tua acrobazia con Hit?” 
Goku ridacchiò schioccando la lingua. “Sì, c’è stato anche quello. Ma hai visto cosa riesce a fare, ed è anche un tipo simpatico… chissà quanti altri combattenti ci sono là fuori…”
“E quanti altri saiyan…” disse Vegeta senza pensarci.
Goku batté le palpebre. “Uh, sì… anche questo mh… un universo dove Vegetasei esiste ancora… suona divertente. Dici che possiamo andare a trovarli, ‘Geta?”
“… no, Kakarot. Loro sono pacifici… hai visto la reazione di Cabba quando gli abbiamo detto come sono i saiyan da noi.”
“Quel giovane ragazzo? Ma lui ti adora, ‘Geta eheh, sei il suo maestro!”
Vegeta si divincolò, scoprendo le zanne. “Ho detto di no!”
“… ‘Geta… non fare così…” tubò preoccupato Goku. Non si aspettava tutto questo… ogni cosa sui saiyan sembrava farlo arrabbiare. Era così al di fuori di Vegeta, così orgoglioso di essere un guerriero saiyan…
Vegeta si massaggiò il viso. “Lasciamo perdere, Kakarot… non penso sia una buona idea. Noi stiamo nel nostro universo… sappiamo come è andata, se andiamo da loro creeremo solo danni.”
Kakarot ridacchiò nervosamente per scaricare la tensione. “Prometto che mi comporterò bene, e tu sei il Principe, so che penserai a tutto.”
“… conserva sempre la tua ingenuità, Kakarot. Ne ho bisogno.” rispose dal nulla il più anziano.
Goku boccheggiò. “Ve-Vegeta?”
Silenziosamente, Vegeta si stese su di lui, di nuovo, poggiando la testa sul petto. Per istinto, Goku lo abbracciò, coprendo entrambi con la coperta che aveva fatto. Forse stava per prendersi cura del suo compagno senza che l’altro se ne rendesse conto, dove stare molto attento, Vegeta poteva prendere tutto questo come un attacco personale.
Baciò la fronte di Vegeta. “Posso essere tutto ciò di cui hai bisogno, mio compagno. Se non vuoi andare in quell’universo allora non andremo.”
Il naso di Vegeta sfregò su un pettorale. “Sarebbe… surreale e ingiusto, per il popolo saiyan, se io andassi lì.”
Goku aveva i brividi, Vegeta stava uscendo da quel posto chiuso?
“Ma sei il Principe, amore mio… sono sicuro che ti accoglierebbero come il reale che sei.”
Vegeta sbuffò un risolino triste. “Principe di quanti saiyan? Siamo una razza estinta, Kakarot… con quale coraggio posso presentarmi da loro, un popolo pacifico e rigoglioso, quando non sono riuscito a salvare il mio popolo?”
Goku si morse il labbro inferiore. Era un argomento spinoso su cui non si era mai soffermato perché non si era mai sentito così vicino ai saiyan… si sentiva terrestre. Ma per Vegeta ovviamente era diverso… non parlava mai del passato, perché neanche con molta fantasia poteva essere l’eroe della sua storia- e il punto era che non aveva mai voluto esserlo in alcun modo. Era stato un ragazzino venduto al tiranno che aveva schiavizzato i saiyan, di cui lui era Principe… costretto a imparare una strada molto violenta per poter sopravvivere.
Vegeta era arrivato sulla Terra per le Sfere del Drago e per via di Goku era disposto a distruggere tutto, pianeta e sfere comprese se significava uccidere il più giovane. Poi c’era stato il super saiyan… e… tante altre cose. Ma adesso Vegeta era tra le sue braccia, significava qualcosa, giusto?
“Vegeta… nessuno ti incolpa di niente. Non potevi fare nulla. E Cabba dice che il Re ti somiglia…” tentò di iniziare qualcosa di piacevole, ma Vegeta grugnì.
“Tzè, appunto, se il Re è qualcosa come me allora decisamente sa che è mia responsabilità.”
“’Geta… eri un bambino…”
Vegeta si agitò appena ma non fuggì e questo per Goku era oltre la semplice vittoria. “Non importa. Rimango un reale e ogni cosa che fanno i tuoi genitori è tua responsabilità una volta che diventi adulto. E grazie a Frieza sono adulto da un bel po’.” voleva essere una battuta ma era amara.
Goku iniziò a fare le fusa per conforto anche se era ben poco rispetto a tutto quello che aveva patito Vegeta e di cui non parlava mai. 
“Quel Re è il Re che sarei dovuto essere? Pensaci, Kakarot… come posso pensare che esista una universo simile quando qui da noi è andato tutto in fumo?” 
Vegeta lo strinse forte e Goku gli carezzò la schiena attraverso la coperta blu naive. Ora tutto aveva senso… la rabbia e la nostalgia del suo compagno erano giustificate. E oltre ogni cosa possibile dal punto di vista di un mortale… Un Re che gli somigliava… il trono che gli era stato strappato…
Nel piccolo spazio che avevano creato, Vegeta sussurrò. “Quando penso di essermi lasciato tutto alle spalle… ecco che il passato torna a mordermi… che dannata ironia della vita…”
I pensieri di Vegeta erano così rumorosi… si sentiva in colpa, pensava di meritare quel dolore per il male che aveva fatto in passato sotto il comando di Frieza e in parte apprezzando quella distruzione che portava nei pianeti.
Ma Goku sapeva che Vegeta aveva indossato una maschera per molti anni, lui stesso ne sapeva qualcosa di maschere per proteggersi.
“Puoi aver chiuso con il tuo passato, ma il tuo passato non ha mai chiuso con te…”
Vegeta continuava a borbottare con occhi socchiusi, come se stesse ripercorrendo tutte le cose che aveva visto, fatto e contribuito a distruggere.
“Dovrei essere felice che ci sono saiyan la fuori… dovrei, vero?... ma non sono come te, Kakarot… se penso che dovrei essere io a guidare i saiyan nel nostro universo… no, non riesco ad essere felice.”
Goku era vicino le lacrime. Vegeta aveva tenuto dentro tutto questo? Rischiava di consumarsi l’anima e Goku non poteva permetterlo.
“Kakarot… ti sei mai sentito… come se non avessi niente? Ogni cosa in frantumi, scivolata via dalle tue mani ancora una volta perché il destino è così sadico…”
Goku tirò su con il naso. “Sì, mi sono sentito così… poi sei arrivato tu.”
Vegeta sorrise contro la sua pelle, respirando su di lui. “Dannazione a te, Kakarot, l’hai fatto di nuovo…”
“Sssh, va tutto bene… ricorda che qui siamo solo noi due. Esattamente come dici sempre a me: puoi essere te stesso con me. Io ti amerò sempre.”
Nonostante la situazione c’era una piccola fiamma felice dentro Goku, esattamente dove Vegeta aveva poggiato il volto: il Principe aveva confessato le sue paure, finalmente. Rompendo i primi strati di muro che sapeva così bene come costruire.
Goku aveva sempre voluto abbracciare questo lato di Vegeta ma questo non ha mai osato farlo. Pensava di non poter dare nient’altro che una bella battaglia al suo compagno, invece poteva farlo sentire al sicuro.
Vegeta iniziò a fare delle piccole fusa e Goku vibrò di gioia. Le fusa di Vegeta erano così rare.
“Sei strano, Kakarot… penso che saresti piaciuto ai miei genitori, sai?”
Era un terreno pericoloso. Se il maggiore non parlava mai del suo passato, decisamente non nominava mai i suoi genitori. 
“Davvero?”
“Mh… soprattutto mia madre. Nel privato lei era molto affettuosa… erano le uniche volte in cui potevo essere me stesso.”
Goku continuò a fargli le fusa, sentendosi così onorato, chinandosi per baciargli la testa e pettinando tra le dita i capelli a forma di fiamma. Pronto per rendere la vita del suo compagno dolce, abbracciandolo e tenendolo stretto.
“Ssh, nessuno ci vede, ‘Geta… sei al sicuro, al caldo, siamo qui. Nel nostro letto.” tubò Goku sussurrando. “Sono così orgoglioso di te, mio compagno.”
Vegeta sbuffò arrossendo.
“Non scherzo, brontolone…” sorrise Goku. “Sei così forte… con così tanti pensieri cattivi nella testa che ti fanno male… lascia che ti aiuti a metterli fuori, okay?”
“E come?” la voce chiaramente scettica ma troppo stanco per combattere.
“Ti sei sentito bene succhiando il mio collo, amore mio?”
“… ho detto che è imbarazzante.”
“Ma non che non ti sia piaciuto. Ecco… puoi farlo con ogni parte del mio corpo, non preoccuparti, sono qui per te.” continuava a ripeterlo perché voleva che Vegeta capisse, carezzandogli il viso e accompagnandolo verso un capezzolo.
“Ka- Kakar-”
“Non c’è problema.” fece altre dolci fusa. “So che ti piace succhiarmi i capezzoli quando facciamo l’amore… ma penso che… che il mio petto sia abbastanza per darti il conforto che ti serve.” prima che Vegeta potesse parlare, lo bloccò, arrossendo. “Non cerco niente di sessuale, ‘Geta… solo cercando di essere di aiuto al mio Principe…”
Gli occhi di ossidiana andarono al capezzolo vicino al viso. “Come ti è venuto in mente?”
Goku sorrise nervoso. “N-non lo so… io… io voglio solo proteggerti, ‘Geta, abbracciarti e tenerti al caldo. E quando ieri sera ti sei rilassato così tanto solo per il collo io- io…” non trovava le parola, alla fine sospirò, “Così posso abbracciarti e carezzarti il viso mentre ti rilassi…”
Vegeta ghignò appena. “Sei senza speranza, lo sai, si?”
Goku sorrise. “Semplicemente ti amo, Vegeta.”
Il viso regale arrossì e Goku voleva baciare quelle guance, ma era troppo catturato dall’immagine da Vegeta che si leccava le labbra osservando intensamente il suo petto.
Forse Vegeta aveva bisogno di quella cosa chiamata privacy però e a malincuore chiuse gli occhi. “Puoi scegliere, ‘Geta. Posso anche fare finta di niente… ma voglio che tu sappia che posso essere qualunque cosa per te, permetti di amarti.”
Il respiro di Vegeta era così vicino alla sua pelle, il peso del corpo sembrava il doppio e il tempo bloccato. Deglutì. Aveva fatto bene? Aveva spinto Vegeta oltre una linea che poteva spezzare la loro relazione?
Cosa sarebbe successo se Vegeta si fosse messo da parte, dandogli ancora le spalle? Era giusto insistere così tanto o doveva lasciar stare e aspettare? Non era mai stato bravo ad aspettare.
Aveva anche paura a muovere le mani sulle spalle e la schiena di Vegeta. Aveva sbagliato tutto… doveva semplicemente dire le cose in modo chiaro un mese prima, anche se neanche lui all’epoca sapeva niente. 
Vegeta stava per perdere la pazienza… andando via e lasciandolo per sem--
La bocca calda di Vegeta si posò sul suo capezzolo, la lingua a coppa come per reggerlo, mentre saggiava la consistenza come se fosse la prima volta.
Goku inspirò a bocca aperta per la sorpresa, trattenendo ancora il respiro.
La lingua bagnava il bottone che si stava già indurendo sotto le attenzioni, ma Goku non era eccitato, era felice. Felice per la fiducia che Vegeta gli dava.
I canini battevano sulla carne e gli ricorda che erano saiyan, la punta di fastidio era sempre la benvenuta e non si sarebbe mai lamentato. Soprattutto perché Vegeta era così attento a non danneggiarlo, a prendersi cura di lui. 
Si leccò il labbro inferiore mentre Vegeta iniziava a sperimentare: leccando con la punta e chiudendo il bottoncino di carne scura tra le labbra, succhiando piano… piano… la lingua sembrava non sapere bene cosa fare.
Goku fece le fusa e gli carezzò la nuca, sfregando dolcemente la schiena attraverso la coperta. Per incoraggiarlo, per dirgli senza una parola che era tutto okay.
Una mano di Vegeta andò al suo fianco, il pollice che si muoveva con i duri polpastrelli, l’altra quasi gli faceva il solletico alla parte bassa della schiena, vicino la cicatrice della coda. Se ne avesse avuto ancora una, era sicuro che avrebbe stretto a sé Vegeta con essa.
La lingua di Vegeta prese a coppa la parte inferiore del capezzolo e anche la carne del seno, succhiando senza denti, cercando il suo ritmo.
Goku sorrise. “Ecco, così amore mio… ho un compagno così bravo. Il mio compagno.” tubò felice con lo stomaco caldo per la nuova sensazione. Non aveva mai provato niente del genere.
Vegeta mormorò qualcosa senza staccarsi e con il suo solito cipiglio indispettito che lo fece ridacchiare.
Era così carino. Goku si era perso ad osservare Vegeta che andava sempre più a rilassarsi tra le sue braccia, succhiando senza fretta e prendendosi il suo tempo. Sperava che fosse rilassante tanto quanto succhiargli il collo, perché Goku giurava che poteva addormentarsi ogni notte così.
Il Principe appariva così concentrato… in un altro mondo… universo… e Goku sperava Vegeta avesse trovato un posto più luminoso e caldo, dove non era solo. 
Le guance si muovevano gonfiandosi appena e incavandosi, come a dargli tanti piccoli baci. Ogni tanto leccava di piatto il capezzolo per poi tornare a succhiare. 
C’era quella ruga d’espressione al centro delle sopracciglia, Goku pressò il pollice lì e Vegeta non emise un suono. Meravigliato, Goku gli carezzò il viso e Vegeta fece le fusa.
Goku si schiarì la gola e si sollevò appena per mettersi meglio sui cuscini. Vegeta ringhiò.
“Sshh, non sto andando via, tesoro, ecco.” 
La sua schiena ringraziava e sistemò anche le lenzuola e coperta sopra entrambi, tornando a tubare per il suo compagno.
Le labbra di Vegeta erano modellate attorno la sua carne e lentamente l’intero corpo del Principe perse la sua tensione. Goku tubava canticchiando, sistemando meglio la coperta per non fargli prendere freddo, immergendo il naso nei suoi capelli e annusando quel profumo tipico di Vegeta.
Iniziò a dondolare senza rendersene conto, piccoli movimenti appena percettibili. Vegeta mormorò e si strinse più forte, aprendo un occhio e borbottando con le guance rosse.
“Non guardarmi così!”
Goku ridacchiò carezzando le labbra, battendo le palpebre pesanti. “Sei bellissimo, mio Principe… e stai andando così bene… continua, per favore…”
Vegeta si mordicchiò il labbro inferiore e poi baciò il suo polpastrello, scansando la mano e inclinando la testa per attaccarsi di nuovo e tornare a succhiare.
Goku prese a coppa un lato del viso principesco, sentendo i movimenti con il tatto. Il viso di lato con un sorriso pigro e gli occhi stanchi… era così orgoglioso del suo compagno mentre si rilassava sul suo petto.
Finalmente era anche lui un posto sicuro per Vegeta. 
Non vedeva l’ora di tornare ad allenarsi ma anche questo non era male, sperava di poterlo rifare in futuro, ogni volta che volevano.
Il suono e il ritmo gli cullavano i sensi con il respiro di Vegeta direttamente sulla pelle e le carezze del Principe alla base della schiena. Continuava a fare le fusa e tubare per lui perché era il suo istinto che voleva proteggere Vegeta e perché vedere come il Principe era rilassato, anche il suo ki era tranquillo.
Sentì un risolino impastato e sorrise con occhi chiusi.
“Come ti senti, ‘Geta?”
Vegeta rispose facendo le fusa e succhiando ancora più lentamente, strofinando la fronte sul suo cuore.
Goku sospirò. “Ne sono felice mio compagno… continua quanto vuoi, è bello…” mormorò con voce sottile, scivolando nel sonno.
 
 
 
Il ki di Vegeta lo avvolgeva, facendolo sospirare felice e arricciarsi vicino il suo compagno.
La fronte ampia era premuta sulla sua schiena ed era così assonato e confuso. Emise un rumore di gola, che solitamente attira l’attenzione di Vegeta e del suo sonno leggero. Invece c’era il silenzio.
Lentamente, Goku si girò, osservando il viso rilassato del suo compagno, ancora avvolto nella coperta che gli aveva fatto. Il cuore di Goku era così caldo… così come il resto del suo corpo.
Il suo petto strusciava sul lenzuolo e c’era una leggera puntura troppo sensibile che lo fece sorridere.
I lineamenti di Vegeta erano tranquilli e anche la sua bocca era rilassata, Goku aveva quasi timore a toccare, perché anche una piccola carezza forse poteva rompere l’incantesimo.
Solitamente era una tempesta sotto le coperte, sperava di non aver picchiato Vegeta nel sonno mentre stava avendo il suo momento… e di non aver rovinato niente addormentandosi. Non immaginava che l’atto fosse così rilassante.
Si avvicinò cercando di fare attenzione, con il viso sul cuscino a poca distanza da Vegeta.
“Ti amo, ‘Geta…” sussurrò così leggermente che a stento si sentì lui.
Vegeta mosse la bocca con un brontolio ma non disse altro. Goku ridacchiò facendo le fusa e di istinto, abbracciò il suo compagno incastrando la testa nell’incavo del suo collo e baciando il punto dove si sentiva meglio il battito del cuore.
Era caldo… rilassato… esattamente come meritava il Principe di tutti i saiyan.
Nel loro spazio sicuro.
 

 
   
 
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