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Autore: ineffable    23/05/2023    0 recensioni
Aziraphale e Crowley si ritroveranno di fronte non solo ai sentimenti reciproci ma a un nuovo e pericoloso nemico.
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Belzebù, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'inizio della fine



Questa volta era finita sul serio, finita, chiusa per sempre, con Crowley, con il paradiso, con tutto.
Non aveva più nessuno, un posto dove stare, un luogo dove tornare, bè forse c'era la libreria ma anche quella era piena di ricordi, momenti che gli avrebbe solo fatto male portare alla mente, avevano litigato ma non era stata una delle loro solite liti, questa era seria.
Crowley gli aveva urlato addosso cose terribili, non lo aveva mai visto così furioso, era persino riuscito a vedergli gli occhi pieni di lacrime dietro alle lenti scure, una di esse era riuscita a sfuggire dalla montatura e Crowley non l'aveva nemmeno scacciata o nascosta, pensava solo a sbattergli contro la verità.
Gli aveva dato dell'ipocrita, del pessimo angelo e che anche come demone non sarebbe stato un granché, gli aveva detto che avrebbe preferito non si fossero mai conosciuti perché stare vicino a lui era solo una lotta senza risultati, gli aveva dato del falso, che tutte le sue parole e le sue azioni non valevano niente e che era stato un bugiardo per tutto il tempo.
E Aziraphale era rimasto in silenzio ad ascoltare e subire quella ferocia che proveniva dal suo migliore amico, questo perché lui aveva fatto di peggio, gli aveva spezzato il cuore ma prima gli aveva dato una speranza ed era stato quello che il demone non aveva tollerato.
Crowley lo aveva baciato in un impeto di coraggio e lui sorpreso da quel gesto inaspettato aveva ricambiato, da quanto lo aveva desiderato? Da tutta la vita praticamente e così lo aveva stretto tra le sue braccia e si erano baciati a lungo, aveva sempre pensato che i primi baci fossero tutti brevi ma loro non erano esseri umani, per loro tutto era diverso e lo era stato anche quello.
Gli sembrava di essere nel mezzo dell'universo circondato dalle stelle, le farfalle non le sentiva nello stomaco ma tutte intorno a sé e il colpo di grazia era stato il sorriso del suo migliore amico quando si erano staccati, evidentemente anche lui non si aspettava un bacio così lungo o forse si aspettava di essere rifiutato.
Ma come avrebbe potuto rifiutarlo dopo che aveva desiderato quelle labbra per secoli interi?
Anche lui aveva sorriso.
Poi gli aveva detto di amarlo.
Crowley gli aveva detto che provava lo stesso e che avrebbero potuto parlarne, magari nel suo appartamento o nella libreria, ma Aziraphale a quel punto era già lontano, le sue paure gli erano piombate addosso con tutto il peso che portavano e si era tirato indietro l'istante dopo aver aperto il suo cuore e questo aveva mandato in bestia l'amico.
Lo aveva accusato di essersi lasciato baciare solo perché non aveva mai baciato nessuno e di averlo solo usato, in quel momento Aziraphale aveva capito che il suo migliore amico avrebbe preferito essere rifiutato o che gli avesse detto di rimanere amici che essere baciato per poi vedersi allontanato come se non contasse niente, e non era ovvio?
Chi mai sopporterebbe di vedersi donata la felicità per poi vedersela strappata via l'istante dopo come un crudele scherzo?
L'ultima immagine che aveva di lui erano le sue spalle che si allontanavano, non si era voltato nemmeno una volta e forse se lo avesse fatto sarebbe cambiato tutto perché avrebbe visto la verità, l'angelo stava piangendo, grosse gocce gli solcavano le guance ma Crowley non aveva potuto vederle troppo impegnato a raccogliere i cocci del suo cuore e portarseli via.
Se aveva tentato di scusarsi? Sì lo aveva fatto e la prima volta  il demone gli aveva aperto la porta e cavolo quanto era bello, anche con gli occhi arrossati e spettinato non perdeva il suo fascino, indossava una canottiera nera quel giorno sopra i suoi soliti pantaloni.
Quell'immagine lo aveva lasciato senza fiato ma aveva trovato le parole, purtroppo però non erano quelle che l'amico voleva sentirsi dire, "Crowley ti amo ma non me la sento di stare con te perché ho troppa paura" non erano vocaboli accettabili per uno che aveva rischiato le penne salvando il culo più di una volta a un angelo che amava finire nei guai.
Quante volte aveva rischiato la vita? Perché sì i suoi lo avrebbero fatto fuori eppure mai una volta che abbia pensato "sai angelo ti salverei volentieri ma non ci tengo a finire arrosto."
Aveva rischiato tutto per lui, e sì forse la caduta per un angelo era peggio della morte per un demone ma a lui piaceva la sua vita, la sua vita sulla terra sia chiaro, e non era tenuto a metterla a rischio per salvare un babbeo che sembrava finirci di proposito nei casini.
Chi voleva prendere in giro amava salvarlo, arrivare all'ultimo istante e vedere quella faccina illuminarsi, quegli occhi brillare come se sprizzassero cuoricini.
Sapeva delle paure di Aziraphale, non per niente aveva aspettato la fine dell'apocalisse per farsi avanti, tra tutte le cose non si aspettava di essere baciato in quel modo da una creatura che teoricamente non doveva conoscere così bene cosa fossero i baci, ed era stato felice, sì per un solo istante aveva compreso che cos'era la felicità ma poi Aziraphale aveva rovinato tutto spezzandogli definitivamente il cuore.
Non voleva nemmeno sapere di cosa esattamente avesse paura adesso che tutto era finito, anche se poteva immaginarlo, l'angelo non ci teneva a passare il resto della sua vita strisciando in mezzo allo zolfo nemmeno se avesse significato farlo con lui, e come biasimarlo.
Poteva non incolparlo di questo ma certo non lo avrebbe perdonato.
Quando si era presentato a casa sua quel giorno aveva avuto la tentazione di baciarlo così forte da annullargli ogni timore, da fargli credere che tutto era a posto per poi sbattergli la porta in faccia così come aveva fatto lui, ma non ne aveva avuto il cuore, Aziraphale era fragile, aveva già troppe ferite da sopportare da solo che una in più avrebbe potuto distruggerlo.
E così il demone aveva protetto l'angelo nuovamente, senza che lui lo sapesse, aveva aperto le sue grandi ali scure e le aveva avvolte intorno a quel corpo di luce perché Crowley malgrado ora lo detestasse avrebbe sempre messo il suo intero corpo davanti a quello dell'angelo, il suo cuore era più adatto a prendersi le coltellate e lo avrebbe fatto per il resto dei suoi giorni.
Quel giorno lo ricordava benissimo, era impresso nella memoria come la sua caduta, era ubriaco e certo non si aspettava di trovarsi l'angelo sulla soglia di casa, se ne stava lì con i suoi occhioni tristi e l'espressione da cucciolo, se ne stava lì come se non fosse bellissimo e stupendo, come se al suo cuore non facesse alcun effetto, gli aveva messo una mano su quella bella guancia paffuta, si era avvicinato e Aziraphale era rimasto in silenzio, guardandolo, come se il resto della loro esistenza dipendesse da lui.
Ma Crowley non ce l'aveva fatta, non poteva vivergli accanto sapendo del suo amore ricambiato ma senza futuro e allora gli aveva detto, cosa gli aveva detto? Forse altre cose terribili, forse insulti oppure aveva pianto, quella parte non la ricordava, aveva chiuso la porta di casa e con essa quella del suo cuore.
Non avrebbe più commesso l'errore di innamorarsi...né di un angelo né di un umano né di nessuno, come se fosse possibile poi, il suo cuore apparteneva ad Aziraphale e sarebbe stato così per sempre, si poteva amare e odiare qualcuno allo stesso modo? Forse sì e probabilmente questo faceva parte del suo destino.



...


Un anno dopo

Aziraphale si era trasferito in un piccolo cottage fuori Soho, aveva dato un taglio alla vecchia vita, svuotando la libreria e miracolando nella sua nuova casa un posto adatto per tutti i suoi libri dove su di essi aveva compiuto un miracolo perché rimanessero al sicuro, viveva a pochi passi da una piccola cittadina dove solitamente usava rifornirsi di tutto, certo volendo avrebbe potuto miracolarsi ciò che voleva rimanendo comodamente seduto sulla sua poltrona ma era convinto che quel tipo di vita lo avrebbe annoiato a morte.
Essendo una piccolo paese ci misero poco le persone a fare la conoscenza del cordiale e gentile signore che era venuto ad abitare vicino a loro, non aveva vicini di casa ma trovava spesso bambini giocare nei pressi del suo giardino, ragazzi che si tenevano per mano mentre passavano di lì e umani gentili che bussavano alla sua porta donandogli torte e ogni ben di dio che si potesse immaginare.
Gli piaceva la sua nuova vita, lontana dal caos e dai pericoli ma se gli avessero chiesto se era felice...bè quello era un altro discorso.
Un pomeriggio mentre sorseggiava il suo amato tè sentì delle urla e qualcuno che bussava furiosamente alla sua porta, così andò ad aprire trovandosi un bambino di all'incirca sette anni che agitava le braccia e strillava verso di lui.
<< Signor Ziraphale, signor Ziraphale c'è un serpente! Un serpente! >>
A quelle parole il cuore dell'angelo ebbe un sussulto, seguì il bambino che lo portò nei pressi del laghetto che stava vicino a casa sua, lì su una roccia se ne stava acciambellato uno scuro serpente ma non era certo quello che sperava di vedere lui, non era il suo serpente.
Sorrise tristemente accarezzando la testa del bambino.
<< Tranquillo quel serpente non è velenoso. >>
<< Se ne intende? >> domandò il piccolo.
<< Oh no ma...ho un certo istinto con gli animali. Se vi fa paura posso mandarlo via. >>
Il bambino annuì e Aziraphale senza nemmeno avvicinarsi schioccò le dita e come per magia il serpente strisciò via, lontano chissà dove, il bambino si voltò a guardarlo con aria meravigliata.
<< Sei un mago! >>
I suoi amichetti si avvicinarono tutti a quel gentile signore in attesa di scoprire il suo trucco.
<< Come hai fatto? >>
<< Sì sì diccelo! >>
<< Mi piacerebbe essere un mago ma...con i trucchi di magia non sono bravo >> disse dispiaciuto e anche un po' nostalgico.
<< Ma prima hai...- >>
<< Oh quello è un trucco che ho imparato, il serpente ha solo sentito il suono, hanno un udito molto sviluppato. >>
<< Però sei stato bravo >> disse uno di loro e Aziraphale sorrise.
<< Grazie >> rispose.
<< Adesso devo proprio andare, mi raccomando bambini fate i b...giocate tranquilli >> disse per poi allontanarsi.
Non aveva più il coraggio di pronunciarla quella parola, non gli sembrava giusto e non ne era degno, non lo era mai stato, aveva passato la sua vita credendo che quello fosse lo scopo di un angelo e che la sua missione fosse convertire più umani possibili a fare del loro meglio per essere brave persone.
Poi era arrivato un ragazzino di undici anni che semplicemente con il suo essere umano aveva sventato l'apocalisse e lui stesso si era trovato più volte a non essere totalmente buono, forse quelle erano solo idee e parole e...forse era solo che il semplice nominarle gli riportava alla mente qualcuno che gli mancava moltissimo.
La sera stessa qualcuno bussò nuovamente alla sua porta, si alzò dalla poltrona per andare ad aprire e quasi ebbe un crollo quando vide chi si trovava sull'uscio di casa sua.
<< Crowley? >>
<< Ti sono mancato angelo mio? >> domandò quello con un sorriso smagliante e i canini ancora più lucidi di come li ricordava.
Non aveva parole né fiato, non sapeva cosa dire o casa fare, era felice di vederlo ma sorpreso e scioccato, qual era la giusta reazione che doveva avere?
<< I-io... >>
<< Posso entrare? >> domandò il demone impedendogli di continuare il suo balbettio.
<< M-ma certo... >> e si spostò per fargli spazio.
Crowley entrò guardandosi intorno e sorrise.
<< Però che bel posticino che ti sei fatto. >>
<< Grazie...ma che... >> iniziò e il demone si voltò a guardarlo con un sopracciglio alzato.
<< Che hai fatto hai capelli? >> domandò finalmente l'angelo.
<< Oh questi >> disse toccandoseli fiero.
<< Ho deciso di rinnovare il look, ti piacciono? >>
Il taglio era pressoché uguale solo che erano neri, di un corvino dai riflessi quasi blu e anche le sopracciglia erano della stessa tonalità, non era l'unica cosa che era cambiata, Crowley indossava una giacca di pelle sopra a una camicia di seta rossa e dei jeans scuri che sembravano quasi lucidi.
L'angelo deglutì, bello era bello.
<< S-sì ti stanno bene >> disse arrossendo.
<< Oh angioletto guarda quanto sei carino >> si morse le labbra avvicinandosi a lui, gli prese il viso tra le mani e Aziraphale scattò all'indietro nemmeno si fosse scottato.
<< Crowley ti senti bene? >>
<< Sei...sei così freddo >> disse prendendogli le mani tra le sue che in confronto sembravano bollire.
<< La mia natura da rettile ogni tanto viene fuori >> rispose in maniera fin troppo viscida.
Aziraphale sollevò un sopracciglio.
<< Non era mai successo... >>
<< Mi hai mai toccato Aziraphale? >> quasi la gridò quella frase eppure al di fuori sembrava perfettamente calmo.
<< N-no in effetti no. >>
<< E allora non lo puoi sapere. >>
L'angelo sospirò decidendo di cambiare discorso, c'era qualcosa di strano o forse erano tutti quei cambiamenti e il fatto che non si vedessero da un anno che gli facevano girare la testa.
<< Vuoi qualcosa da bere? >> gli domandò e il demone sembrò accendersi come una lampadina.
<< Oh magari, ho una sete che muoio. >>
Anche la sua voce era strana, Aziraphale lo fece accomodare e gli servì un calice di vino rosso.
<< Allora cosa ti porta qui? >>
Crowley si leccò le labbra.
<< Ma che domande, tu angelo mio, mi mancavi terribilmente >> mentre parlava agitava il bicchiere rischiando di far cadere il suo contenuto al di fuori.
<< T-ti mancavo? >>
<< Non è ovvio? >>
Si leccò di nuovo le labbra mostrando quei denti perfetti, poi qualcosa sembrò attirare la sua attenzione.
<< Ci sono degli umani qui in giro? >> domandò ma la voce gli uscì gutturale come un ringhio basso e feroce.
<< Sì... >> rispose titubante l'angelo.
Posò il bicchiere e si alzò dal divano, i sensi di Aziraphale si attivarono tutti contemporaneamente anche se non sapeva il motivo.
<< Ti spiace se esco un attimo angel...- >>
Ma Aziraphale l'aveva già spinto seduto sul divano in un atto di audacia che mai aveva avuto in vita sua.
<< Veramente preferirei rimanessi qui con me >> disse e la sua voce oh quella riuscì a catturare completamente l'attenzione del demone, si tolse gli occhiali mostrando i suoi perfetti e luccicanti occhi gialli, sembravano quelli di sempre ma c'era un particolare che non quadrava...
<< Oh angelo finalmente ti sei deciso >> disse inarcandosi sopra di lui, Aziraphale era schiacciato nell'angolo del divano con Crowley sopra e le sue labbra a pochi centimetri dalle sue, era una tentazione fin troppo facile a cui cedere.
<< Senti Crowley non dovremmo parlare? >> domandò accarezzandogli piano la spalla.
<< Parlare? E di cosa? >> soffiò sulle sua labbra dandogli un brivido.
<< E' un anno che non ci vediamo e tu...non eri molto incline a...- >>
<< Oh angelo buttati tutta quella faccenda alle spalle, è un bacio che ti sto chiedendo, non voglio promesse o altro. >>
<< Un bacio... >> sussurrò Aziraphale.
<< Uno solo angelo mio, muoio dalla voglia di farlo da quando hai aperto la porta. >>
<< Oh Crowley... >>
Le palpebre di Aziraphale si chiusero sfarfallando e le loro labbra si unirono, il demone lo baciava famelico aprendo maggiormente la bocca per avere più spazio e l'angelo mugolava non potendo negare quanto piacevole fosse, poi qualcuno suonò alla porta proprio mentre Crowley aveva posato la mano sulla coscia di Aziraphale.
Crowley sollevò la testa di scatto e l'angelo aprì gli occhi come se l'incanto si fosse spezzato.
<< Devi aprire angelo >> disse con voce roca.
E una voce urlò NO dentro la sua testa.
<< No Crowley, non voglio vedere nessuno solo te... >>
Il demone non sembrava molto convinto così Aziraphale abbassò lo sguardo sulle sue labbra e poi lo guardò negli occhi con l'espressione più supplicante che riuscisse a fare, e non fu difficile visto che sia il suo corpo che il suo cuore desideravano quel demone più di ogni altra cosa al mondo.
<< Ti prego... >> mugolò.
<< Sei un bastardo tentatore >> disse con un ghigno Crowley mentre con le dita oltrepassava il colletto della sua camicia per andare a sfiorargli il collo carnoso, Aziraphale rabbrividì sotto quel tocco freddo e a sua volta sfiorò il viso dell'amico capendo finalmente che cosa c'era di tanto diverso nei suoi occhi.
<< Crowley...le tue pupille sono...sono rotonde. >>
<< L'ho fatto per te angelo, volevo sembrarti più umano così finalmente forse mi avresti accettato. >>
<< Sai che non è mai stata la tua natura il problema >> soffiò Aziraphale sfiorandogli una guancia.
<< Non mentire a te stesso, non hai avuto problemi a baciarmi adesso. >>
<< Ma se nemmeno mi ero accorto dei tuoi occhi, ti ho baciato perché...lo sai perché >> non sapeva il motivo ma di confessare quel sentimento apertamente non se la sentiva proprio, da un lato quello che gli aveva detto l'amico poteva essere plausibile ma dall'altro gli sembrava così strano e assurdo.
<< Non ti fidi di me angelo? >> domandò il demone come se gli avesse letto nel pensiero.
<< Sei diverso...non sei mai cambiato così tanto in poco tempo del tempo. >>
Crowley gli prese una mano e ne baciò le nocche con quelle labbra fredde come il ghiaccio.
<< Non lo avevo mai fatto per amore, solo per me stesso. >>
Gli sbottonò il primo bottone della camicia celeste.
<< Cosa vuoi Crowley? >> ansimò Aziraphale agitandosi.
<< Te...ma solo quando sarai pronto >> disse per poi infilargli in naso nell'incavo del collo e inspirare forte il suo odore, vi posò le labbra e le schiuse lambendo piano un lembo di pelle, Aziraphale posò le mani sulle sue spalle tentando di respingerlo anche se quei tocchi erano la cosa più invitante che avesse mai provato.
<< Non mandarmi via angelo. >>
<< Non lo farò...v-voglio che resti ma devi...devi avere pazienza io non sono ancora pronto >> confessò deglutendo, ma quella frase non sembrò aver infastidito il demone anzi sembrava addirittura felice.
<< Che ne dici se spostiamo le cose di sopra, ho un letto molto comodo e...noi potremmo...voglio dire...senza correre troppo potremmo fare qualcosa >> disse con un fil di voce e Crowley sorrise, da quel sorriso spuntarono due affilati canini che agli occhi dell'angelo sembrarono più lunghi o forse era solo un gioco di luce.
Salirono di sopra poi Aziraphale disse che aveva bisogno di un minuto e di aspettarlo, scese le scale, prese il telefono e si rintanò in un angolo della cucina pregando che quello di sopra non lo sentisse, compose il numero che conosceva a memoria con dita tremanti, la prima volta il telefono squillò a vuoto.
<< Avanti Crowley... >>
<< Ti prego è un emergenza. >>
In cuor suo sentiva che non era giusto farsi vivo dopo aver taciuto per un anno intero, ma era l'unico su cui poteva contare, l'unico che era sempre stato al suo fianco, in verità si sentiva un idiota perché non era sicuro di ciò che pensava.
Al terzo tentativo partì la segreteria che lo fece quasi imprecare.
E poi finalmente.
<< Si può sapere chi diavolo è!? >>
<< Crowley! >> trillò mantenendo la voce bassa.
<< Ti prego non attac...- >>
Tuuu.Tuuu. Troppo tardi.
Sbuffò e riprovò con il cuore in gola.
<< Che caspita vuoi!? >>
<< Crowley devi ascoltarmi ho combinato un casino. >>
<< Fatti tuoi Aziraphale, non sono più il tuo babysitter! >>
<< Aspetta ti scongiuro è una cosa seria, lo so che non ho alcun diritto ma...non ho nemmeno molto tempo, temo di aver fatto entrare un vampiro a casa mia. >>
Silenzio dall'altro capo.
<< Crowley? >> mugugnò agitato.
<< Fanculo angelo >> e chiuse la chiamata.
Ma Aziraphale non si arrese, non era in pericolo solo lui ma l'intera umanità o meglio perlomeno le persone che stavano nei dintorni.
<< Senti Aziraphale se è un nuovo modo per prendermi per il culo sappi che non ci casco! >>
<< Non ti sto prendendo in giro... >> mugolò di nuovo, la sua voce sembrava davvero spaventata.
<< E poi nemmeno esistono i vampiri! >> strillò il demone.
<< Invece pare proprio di sì o almeno...almeno credo. >>
<< Non è che hai bevuto Aziraphale? >>
<< No! Ti sto dicendo che ho un dubbio, e non so cosa...- >>
<< E io cosa dovrei farci angelo? Correre da te e conficcargli un paletto nel cuore, poi prendere e tornarmene da dove sono venuto perché tu sei troppo codardo per stare con me!? >>
Colpito e affondato.
<< Hai ragione Crowley io sono stato...sono stato un pessimo amico e non ho scuse, ho chiamato te perché non sapevo chi altro chiamare e perché tu sei sempre stato... >>
<< Va bene piantala di piagnucolare, dov'è ora? >>
<< Chi? >> domandò Aziraphale e dall'altro capo del telefono si sentì uno sbuffo.
<< Oh scusa...ehm è di sopra. >>
<< E cosa caspita ci fa di sopra!? >> strillò con voce stridula.
<< L'ho invitato io... >> rispose colpevole l'angelo.
<< TU? Perché accidenti...cosa ti è venuto in mente? >>
<< I-io non sapevo cosa fare e adesso sono in cucina, ho dovuto fare un miracolo per tenerlo lontano per un po' ma non so se e quanto funzionerà. >>
Aziraphale poteva vedere benissimo il suo amico stropicciarsi la faccia e alzare gli occhi al cielo.
<< Perché pensi sia un...vampiro? >>
<< Io...non so...- >>
<< Non lo sai!? >>
<< Lasciami parlare per l'amor del cielo! Ha questi denti così lucidi e affilati...e poi è molto elegante e la sua pelle è fredda. >>
<< Come diavolo sai della sua pelle!? >>
Fu il turno dell'angelo di sollevare gli occhi al cielo.
<< Lo so e basta, forse non ti ho detto un piccolo dettaglio...somiglia molto a te. >>
<< Oh...per questo lo hai toccato? >>
<< Crowley non posso crederci che con tutto quello che ti sto raccontando tu ti focalizzi su questo, non è il momento delle scenate di gelosia! >>
<< Io non sono affatto geloso mio caro angioletto ti piacerebbe! E' finito quel tempo...- >>
<< D'accordo sai una cosa ho sbagliato a chiamarti, volevo l'aiuto di un amico e so che probabilmente io non me lo merito perché sono stato pessimo ma credevo...niente lascia perdere >> e così chiuse la chiamata con gli occhi lucidi e il magone stretto in gola, puntò lo sguardo in alto là dove si trovava la sua camera e il suo ospite, sospirò, prese coraggio e andò di sopra.
Quello che almeno ora poteva appurare era che chiunque fosse non era il vero Crowley e che il suo amico almeno era al sicuro, certo ancora con il dente avvelenato ma in salvo, così salì le scale lentamente ed entrò in camera trovando il finto demone sorseggiare qualcosa da una piccola fiaschetta.
Stava per dirgli che sapeva quando qualcosa gli suggerì di continuare a fingere perché se chiunque fosse avesse voluto fargli del male lo avrebbe già fatto, doveva tentare di scoprire di più.
<< Mi dispiace di averci messo tanto. >>
<< Oh tranquillo mio angelo adesso sei qui >> disse e subito lo tirò a sé.
<< Perché ti nascondi da me? >> quella domanda lo fece rabbrividire.
<< Perché ho paura Crowley, l'ultima volta abbiamo litigato furiosamente e... >> bè quella non era una bugia.
<< Non accadrà più promesso >> disse il demone sorridendo.
Aziraphale si sforzò di sorridere.
<< Ti donano i capelli neri >> disse sorridendo.
<< E tu sei perfetto come sempre >> gli accarezzò il viso e per un attimo l'angelo ebbe l'illusione di trovasi con il suo vero amore, il suo vero amico, il vero Crowley e non un impostore che chissà cosa voleva da lui.
<< Senti Crowley forse ti sembrerà una strana richiesta >> iniziò allontanandosi di pochi passi da lui.
<< Vorrei tu...mi baciassi per tutta la notte, io ho bisogno di sentirti >> disse avvicinandosi nuovamente e posando una mano su quel petto magro, il freddo della pelle si poteva sentire anche da sotto i vestiti e lui fissava la sua mano e non lo guardava negli occhi perché sapeva che se lo avesse fatto non avrebbe avuto il coraggio di porre quella richiesta, perché quello non era il suo Crowley, era un estraneo che aveva solo le sue sembianze e lo aveva ingannato.
Il demone sogghignò e sollevò il mento dell'angelo posando le labbra sulle sue << non potrei mai negartelo. >>
Per tutta la notte si baciarono, si osservarono o meglio l'angelo prestava attenzione a ogni respiro e movimento mentre Crowley, l'impostore lo guardava e bramava la sua pelle come se fosse un cane affamato, Aziraphale durante quei contatti si era chiesto più volte perché non tentasse di sferrare il colpo e che forse si era sbagliato, probabilmente non era un vampiro ma qualcuno che voleva giocargli un brutto scherzo, fu alla mattina che le cose presero una piega molto, molto sgradevole.
L'angelo come tutti i giorni si alzò per preparare il suo tè, quando scese di sotto Crowley lo salutò con un sorriso ma Aziraphale notò che continuava a guardare l'orario come se fosse in attesa di qualcosa.
<< Tutto bene? >> domandò Aziraphale che aveva deciso di aspettare ad agire, voleva che chiunque fosse giocasse le sue carte per primo.
<< Nulla tranquillo. >>
<< Io vado a prepararmi, ho delle commissioni da fare >> disse alzandosi ma l'altro gli si parò davanti, lo fece voltare e lo spinse contro al muro, per la prima volta in vita sua Aziraphale ebbe paura ma solo perché sapeva che quello non era il suo migliore amico.
<< Ho così voglia di baciarti angioletto. >>
<< Temo dovrai aspettare...caro >> disse spingendogli le spalle ma l'altro iniziò ad attaccare il suo collo con baci e labbra molto esperte lambivano la sua pelle calda, l'angelo si ritrovò a mugolare chiudendo gli occhi, sentì sorridere l'impostore sulla sua pelle e poi qualcosa di duro e freddo afferrarla, erano denti.
Aziraphale lo spinse via facendo appello a tutta la sua forza.
<< Lasciami! >> lo fissò e sgranò gli occhi, nella bocca di quell'uomo erano spuntati degli affilatissimi e lunghi canini, gli mancò il fiato, allora aveva ragione.
<< Tu chi sei? >> domandò appiattendosi contro il muro.
<< Sono Crowley tesoro non mi riconosci? >>
<< No tu non sei lui >> tentò di scappare ma quello lo raggiunse in salotto e gli si parò davanti.
<< Sai bene chi sono. >>
<< Anzi sai cosa sono Aziraphale. >>
<< E...c-cosa vuoi da me? >> balbettò indietreggiando, andò ad urtare contro un tavolino rotondo e fece cascare qualcosa, quanto avrebbe voluto non aver mai dato via la sua spada infuocata.
<< Solo un goccio del tuo prezioso sangue angelico >> ghignò l'altro.
<< Tu...tu non puoi berti un angelo! >>
Quello rise e si passò una mano tra i capelli.
<< Scommetti che posso? >>
Stavano giocando al gatto e al topo, Aziraphale si allontanava ma gli sembrava solo di andare dove l'altro lo stava portando, cercava di evitare i muri e di avvicinarsi alla porta, era troppo scosso per miracolarsi altrove e poi non avrebbe mai lasciato da solo un vampiro capace di bersi chiunque.
<< E come sai che sono un angelo? Come mi conosci? E perché hai quell'aspetto!? >>
Il vampiro gli fu davanti in un secondo, lo spinse mettendogli una mano sul collo contro la porta.
<< Se la pianti di scappare rispondo a tutte le tue domande >> e strinse facendolo gemere, Aziraphale allungò le mani tentando di allentare quella presa ferrea ma con scarsi risultati, fu lui a lasciare andare di poco la presa giusto per permettergli di respirare.
<< Ti ho tenuto d'occhio Aziraphale a te e al tuo fidanzatino. >>
Quelle parole lo gelarono.
<< C-Crowley? >>
<< Chi sennò? Perché credi abbia questo aspetto >> ghignò.
<< Sei...sei...lui ti ha... >>
Il vampiro alzò gli occhi al cielo.
<< Sì sono stato anche da lui e ho bevuto il suo sangue. >>
Aziraphale era sul punto di andare nel panico, eppure aveva parlato con Crowley e gli sembrava stare bene, che non lo avesse...
<< Lo hai trasformato? >>
Il vampiro scoppiò a ridere.
<< Che carino che sei, capisco perché gli piaci tanto ma no non potevo, avrei voluto ma mi serviva vivo e prima di finirvi entrambi avrei dovuto bere anche il tuo sangue. >>
L'angelo cominciò ad agitarsi ma niente sembrava funzionare contro quella stretta micidiale.
<< L-lasciami...avrai delle conseguenze. >>
<< Ah sì? Io non credo sai...e comunque la mia anima è già dannata perciò me ne sbatto delle conseguenze angioletto >> soffiò sulle sue labbra.
<< Non chiamarmi così! >>
<< Shh shh presto tutto sarà finito >> lo premette contro alla porta con entrambe le mani e avvicinò voracemente le labbra al suo collo, Aziraphale strinse gli occhi e urlò con tutta il fiato che aveva in gola quando un frastuono interruppe il momento.
<< Levagli le mani di dosso cazzone! >> il vampiro venne spinto contro una parete, Aziraphale guardò sconvolto prima l'uno e poi l'altro e tirò un respiro di sollievo quando lo vide.
<< Crowley... >>
<< Aziraphale stai bene? >>
Il magone strinse la gola dell'angelo che faticò a rispondere senza scoppiare a piangere.
<< Adesso sì. >>
Il vampiro rise << ma guarda un po' è arrivato Romeo. >>
<< Che cosa vuoi da lui e chi diavolo sei!? >> ringhiò Crowley.
Quando il nemico si avvicinò a loro mostrandosi, per poco al demone non prese un colpo, era davvero come diceva Aziraphale.
<< Ma che paradiso significa? Perché hai la mia faccia? >>
<< Sei stato tu stesso a darmela. >>
<< Cosa? >> fecero eco Aziraphale e Crowley che si erano avvicinati l'uno all'altro.
<< Non volontariamente ovviamente, ho bevuto il tuo sangue caro il mio demone. >>
Crowley ringhiò facendosi avanti di un passo.
<< Stai mentendo. >>
Il nemico sogghignò.
<< Fatti dare una controllatina >> disse e d'istinto Crowley si portò una mano sul collo, Aziraphale si avvicinò titubante e lui lasciò scivolare via la mano.
<< Oh Dio santo >> esclamò l'angelo portandosi le mani alla bocca.
<< Crowley hai...due segni sul collo. >>
<< Non è vero! >> strillò ma Aziraphale aveva lo sguardo più sincero del mondo e non gli avrebbe mai mentito su una cosa del genere, così si voltò di scatto verso quell'essere che era piombato nelle loro vite, quella minaccia senza nome e di cui non sapevano lo scopo.
<< Io ti ammazzo bastardo! >>
Il demone però non fu abbastanza svelto perché il vampiro in una mossa era già dietro Aziraphale tenendolo bloccato e usandolo come scudo.
<< Voi demoni sempre così inquieti...un altro passo e faccio fuori il tuo bell'angelo. >>
<< Ti avrei già fatto fuori ma mi servivi vivo, così ho bevuto da te quando eri troppo ubriaco per reagire poi ti ho cancellato la memoria, il tuo sangue mi ha dato le informazioni necessarie e così eccomi qui a farmi beffa dell'angelo che hai lasciato andare ed è stato proprio lui a darmi il permesso di entrare, non è buffo? >> rise.
Aziraphale chiuse gli occhi sentendosi uno stupido, Crowley strinse forte i pugni.
<< Non lo è per niente. >>
Il vampiro sollevò le spalle con aria indifferente.
<< Ora se non ti dispiace finisco il lavoro così finalmente potrò ammazzare anche te. >>
<< Perché non lo hai fatto prima? >> strillò Crowley in un tentativo di prendere tempo.
<< Semplice se tu fossi morto prima di arrivare a lui il suo sangue non avrebbe fatto alcun effetto. >>
<< Ma che stai dicendo? A me sembra che spari solo un mucchio di idiozie. >>
Aziraphale piangeva in silenzio, aveva capito tutto, sapeva a cosa si stesse riferendo quel vampiro e se fosse riuscito nel suo intento sarebbe successo qualcosa di terribile, aveva letto di creature oscure che bramano il potere a tal punto da ignorare ogni legge universale.
Il sangue di un angelo mischiato con quello di un demone gli avrebbero conferito poteri così forti da mettere in difficoltà le volti celesti e l'inferno.
Se solo non lo avesse fatto entrare, ma era troppo innamorato e triste e disperato per riconoscere i segni prima di averlo vicino.
Il nemico avvicinò i lunghi canini al collo dell'angelo e in quell'istante Crowley lo attaccò ma venne preso anche lui per il collo, quel tipo aveva una forza veramente brutale, strinse la mano e al demone sembrò di sentire la trachea scricchiolare, a quel punto però Aziraphale sentendo i lamenti dell'amico aprì gli occhi e spalancò le possenti ali bianche facendo mollare la presa a quel mostro che voleva il loro sangue.
Crowley cadde di lato mentre l'angelo sbatteva le ali per allontanarsi, guardò quello che un tempo doveva essere stato un uomo e nei suoi occhi non vide più traccia di umanità.
<< Ottimo tempismo angelo >> gracchiò Crowley massaggiandosi la gola.
Ma Aziraphale sembrava non ascoltarlo più, era avvolto in una luce dorata e bianca, pura come quella del paradiso, il suo corpo brillava così tanto da risultare trasparente come se non fosse più fatto di carne ma di pura essenza angelica.
<< Non ho paura di te >> ringhiò il vampiro.
<< Sono secoli che aspetto questo momento, che voi due foste diventati più forti e il vostro sangue più umano e ora non mi faro fermare da un paio d'ali! >> strillò prima di attaccarlo, ma all'angelo bastò un gesto della mano per respingerlo.
<< Arrenditi e forse se ti va bene potrai finire all'inferno >> disse Aziraphale con una voce che non era la sua, Crowley si alzò da terra e si avvicinò a lui.
<< Aziraphale? >> nessuna risposta, così provò a passargli una mano davanti agli occhi ma niente, in quella situazione che si era creata esistevano solo i due sfidanti, il vampiro tentò nuovamente di attaccare mirando questa volta Crowley ma l'angelo di nuovo lo fermò intimandogli di arrendersi e poi stufo di quei continui attacchi gli posò una mano sul petto inondandolo di luce.
Quello gridava e urlava di fermarsi ma Aziraphale continuava nella sua missione, quel corpo fatto di marmo ora era diventato come se fosse fatto di polvere, dei granelli luccicanti si sollevarono verso l'aria, anche il demone capì che cosa stava facendo e provò pena per quell'essere che in fondo non era tanto diverso da lui, appartenevano entrambi all'oscurità.
<< Angelo non puoi...che ne so inondarlo di luce e farlo diventare buono o spedirlo chissà dove >> sapeva che era una richiesta sciocca, non esistevano posti di passaggio, non potevi mettere in pausa qualcuno fino a che non si fosse redento, ma poi Aziraphale si voltò verso il demone e in lui riconobbe qualcosa.
Con un gesto della mano scaraventò il vampiro a terra e camminò fissando Crowley che a passi lenti indietreggiava, non gli piaceva lo sguardo che aveva Aziraphale in quel momento.
<< A-Aziraphale? Che cosa... >>
Il vampiro scoppiò in una risata gutturale mentre nelle mani dell'angelo comparirono due sfere di luce.
<< Ora è te che vuole >> disse il nemico, divertito da come si stava evolvendo la vicenda.
<< Cosa? >> domandò Crowley indietreggiando.
<< Sei una creatura del male anche tu, ti distruggerà >> gli spiegò tentando di rialzarsi, il demone deglutì fissando Aziraphale negli occhi, effettivamente in quelle due perle celesti non c'era più traccia dell'amico ma doveva comunque provare a fare qualcosa.
<< Ehi angelo sono io Crowley! Sono il tuo...sono il tuo migliore amico >> ma l'angelo gli scagliò contro una sfera luminosa che gli sfiorò il braccio bruciandogli la giacca.
<< Ahi! Cazzo che modi, ora capisco perché hanno dato a te la spada di fuoco. >>
Aziraphale si sollevo fin quasi verso il soffitto agitando le sue possenti ali, il suo corpo divenne più luminoso e altre due sfere di luce comparirono nelle sue mani, solo che erano più grandi e piene di energia.
<< Se ci alleiamo potremmo ancora batterlo! >> urlò il vampiro a Crowley.
<< Che cosa? Io non combatterò contro di lui, è mio amico! >>
Presto Crowley venne preso per il colletto.
<< Lui non è più tuo amico idiota, è una macchina da guerra! Una macchina programmata per uccidere quelli come te! Quelli come noi! >>
Il demone deglutì guardando verso l'alto, gli occhi gli si riempirono di lacrime.
<< No...lui è mio amico. >>
Il vampiro ringhiò e lo spintonò lontano, tentò di fuggire ma Aziraphale ormai era troppo potente e lo fece ripiombare a terra, ma quello si rialzò e un'idea malvagia gli balenò nella mente, con uno scatto fu di nuovo addosso a Crowley schiacciandolo sul pavimento.
<< Mi dovrò accontentare solo di te >> disse con voce roca spalancando la bocca, gli bloccò le mani a terra intrecciando le dita alle sue così che non potesse compiere alcun miracolo, il demone si agitava sotto quella presa ferrea ma sembrava non ci fosse niente che potesse fare.
<< Angelo! >> gridò disperatamente, poi sposto un attimo la testa e vide un'enorme sfera puntare verso di loro.
<< Se non mi lasci ci ucciderà entrambi! >> gridò Crowley.
<< Non se ti lasci bere! >>
Prima che il vampiro potesse affondare i canini nel collo del demone qualcosa divampò nell'appartamento, si voltarono entrambi, era fuoco, il vampiro si alzò terrorizzato cercando una via di fuga ma la casa era già piena di fumo, Crowley si alzò guardando verso Aziraphale, corse da lui.
<< Angelo! Dobbiamo andarcene sei in pericolo! >>
<< Aziraphale ma non mi senti!? E' fuoco infernale distruggerà anche te! >>
Qualcuno intanto lottava contro quel vampiro ma c'era troppo fumo e Crowley era in ansia di portare via il suo amico da quell'inferno, strinse i pugni e afferrò Aziraphale, non appena le sue mani presero quelle vesti piene di luce sentì la sua pelle andare a fuoco, urlò per il dolore ma non poteva lasciarlo.
<< A-Andia...mo angelo. >>
Aziraphale intanto aveva illuminato le sue mani pronte a colpire il demone che era così vicino e vulnerabile, Crowley aprì le sue ali che spazzarono via il fumo e con un battito di quelle piume cineree piombò fuori dalla finestra insieme al suo angelo.
Da quella casa piena di fiamme e fumo grigio uscirono tre figure, in una Crowley riconobbe Beelzebù mentre gli altri dovevano essere due demoni che non aveva mai visto, si rialzò tossendo e rimettendosi in equilibrio, aveva ancora le ali distese e guardava confuso i nuovi arrivati.
<< Era troppo pericoloso persino per l'inferno >> disse Beelzebù.
<< Credevo che voi due foste abbastanza forti da impedirgli di compiere quella follia e invece...questo succede a fidarsi di un angelo >> disse il principe dell'inferno riferendosi ad Aziraphale che si stava rimettendo in piedi, la sua luce sfavillava, forse il potere che aveva usato si stava consumando.
<< Voi ci avete appena...salvati? >> domandò Crowley non potendo credere ai suoi occhi.
I demoni risero.
<< No idiota abbiamo salvato l'inferno, se quel vampiro fosse riuscito a prendere anche solo il tuo potere sarebbe stato un disastro, non esiste che il sangue di un demone e di un angelo si mischino, hai idea di cosa sarebbe venuto fuori? >>
Crowley deglutì voltandosi verso Aziraphale.
<< I-io...non lo so. >>
<< Certo che non lo sai, sei troppo impegnato a spassartela con il tuo...- >>
Una sfera di luce quasi li colpì, l'angelo si era rialzato pronto a combattere, i demoni sfoderarono il fuoco infernale ma Crowley si parò tra le due fazioni.
<< NO! >> urlò.
<< Lasciatelo stare, mi occuperò io di lui. >>
<< Ha tentato di ucciderci e ucciderà anche te. >>
Crowley deglutì e poi sorrise.
<< Vi solleverà di un compito. Per favore andatevene. >>
<< Guarda come ti sei ridotto Crowley, sei la vergogna dell'inferno. >>
<< Io non prendo ordini da un traditore >> disse uno dei demoni e lanciò una sfera di fuoco che venne però polverizzata dall'ala di Crowley.
<< Via. Avete già visto di cosa sono capace, andatevene ho detto. >>
<< Che sta succedendo al tuo amico? >> domandò Beelzebù.
Crowley si voltò, il corpo di Aziraphale stava sfavillando, si accendeva e si spegneva come una vecchia lanterna o un grande falò.
<< Io me ne andrei se fossi in voi >> disse Crowley prima di volare e stringere Aziraphale tra le braccia, in pochi battiti d'ali erano già nel mezzo del firmamento, l'angelo continuava ad emettere luce sempre più forte e incostante, il demone gli appoggiò una mano sulla guancia e sorrise sfiorandogli il naso con il suo.
<< Angelo sono qui con te, andrà bene. >>
<< Mi dispiace se...- >>
Un'esplosione di luce li coinvolse facendo perdere i sensi a entrambi, cominciarono a planare verso il basso iniziando a prendere una velocità troppo elevata, Crowley ebbe la forza di aprire un occhio, schioccò piano le dita e poi le richiuse sperando avesse funzionato.



Due giorni dopo...

Aziraphale aprì piano gli occhi sfregandoseli con i pugni chiusi, si sentiva stordito e con addosso uno strano odore di bruciato, il corpo gli doleva in ogni punto ma era appoggiato su qualcosa di morbido e comodo che realizzò essere un letto.
Si tirò su a sedere guardandosi intorno, alcuni sprazzi di ciò che era accaduto gli tornarono alla mente ma era ancora troppo frastornato per metterli in ordine e dar loro un senso, prima doveva almeno capire dove si trovava e poi avrebbe pensato al resto.
<< Ti sei fatto una bella dormita angioletto. >>
In un primo momento Aziraphale sussultò voltandosi verso quella voce, indietreggiò tirandosi il lenzuolo addosso, una parte di lui diceva che doveva avere paura ma non appena mise a fuoco il volto dell'amico i battiti del suo cuore si calmarono.
<< Ehi tranquillo...non sono quell'idiota di vampiro. >>
<< Come faccio a esserne certo? >>
Crowley abbassò le spalle e il petto.
<< Non lo so Aziraphale forse perché in due giorni che sei stato qui non ti ho ancora bevuto. >>
L'angelo sospirò e gli fece cenno di sedersi, Crowley obbedì titubante sperando che non intendesse scatenare nuovamente la sua potenza celeste.
<< Togli gli occhiali. >>
<< Mh? >>
Aziraphale ripeté.
<< Toglili, voglio vedere i tuoi occhi. >>
E Crowley obbedì posandoli sul comodino, l'angelo lo scrutò e in un istante i suoi azzurri si riempirono di lacrime, si lanciò verso l'amico stringendolo tra le braccia.
<< Crowley... >>
Si scostò pochi istanti dopo facendo scivolare le braccia dalle spalle ossute dell'amico.
<< Scusa >> disse con un velo di imbarazzo nella voce.
<< Come ti senti? >> domandò Crowley tentando di mantenere un tono di voce dolce anche se avrebbe voluto solo urlare.
<< Stupido >> rispose l'angelo.
Il demone ghignò poi sospirò e gli posò due dita sotto il mento facendogli voltare il viso dalla sua parte.
<< Ci sarebbe cascato chiunque >> provò a rassicurarlo.
<< Non è vero, smettila di proteggermi Crowley, tu certo non saresti caduto in un così banale trucco. >>
<< Se fosse somigliato a te... >> iniziò ma Aziraphale lo interruppe con un gesto della mano.
<< Basta, non tentare di farmi sentire meglio, avrei dovuto capire, sono un angelo per l'amor del cielo, quale angelo non riconosce una creatura oscura quando la vede!? >> aveva alzato la voce, ma non voleva farlo, non contro di lui.
<< Non è che se ne vanno tutte in giro con un cartellino sulla fronte >> tentò di alleggerire la cosa Crowley ma l'amico non sembrava disposto a cedere, aveva quell'espressione amareggiata sul volto, stava cominciando ad odiarla, detestava il fatto che succedesse sempre di tutto, e mai era qualcosa che poteva aiutarli ad avvicinarsi.
Poteva sentire gli ingranaggi di quella mente eterea lavorare, incolparsi, e darsi ragione sul fatto di essere inadatto e che bene e male non potessero coesistere, nemmeno sfiorarsi.
<< E adesso cosa farai Aziraphale? Intendi chiuderti nuovamente in te stesso solo perché hai sbagliato? >> non voleva dirglielo, non con quel tono, non adesso ma era stato più forte di lui, non avevano mai davvero finito quel discorso e forse nemmeno lo avevano iniziato.
<< Se non l'hai notato Crowley ho messo in pericolo anche te, l'intera umanità e forse anche il...- >>
<< Al diavolo l'umanità angelo! >> sbottò alzandosi in piedi.
<< Al diavolo tutto quanto, sai qual è il vero problema, non sono i nemici che potrebbero capitare, non è il paradiso o l'inferno ma sei tu! Solamente tu! Dimmi Aziraphale quante persone si sono amate durante una cazzo di guerra oppure senza che le loro famiglie dessero la loro benedizione? Lo sai meglio di me con tutti quei caspita di libri che hai letto ma questo non ha impedito loro di amarsi! >>
L'angelo deglutì.
<< Non è questo il punto... >> disse.
<< Lo è invece! Gente che ha rischiato la vita pur di stare con la persona che amava, e certo alcuni sono morti, altri sono stati separati ma almeno hanno lottato! Noi due cosa abbiamo fatto per salvare l'umanità? Siamo andati contro le nostre fazioni pur di salvare persone di cui non ci importa e tu mi vieni a dire che non stiamo parlando di questo? >>
<< Crowl...- >>
<< Le palle le hai avute quando si è trattato dell'Armageddon, certo forse le hai tirate fuori all'ultimo ma lo hai fatto. E con questo tizio invece? Ti sei trasformato in una specie di super sayan angelico pur di farlo fuori...- >>
<< Sì ma ho tentato di far fuori anche te! >> strillò Aziraphale scendendo dal letto per fronteggiare l'amico.
<< Stavi solo facendo il tuo lavoro angelo >> disse Crowley stringendo i pugni.
<< Non puoi dirlo sul serio, tu sei mio amico, non avrei mai dovuto rivoltarmi contro di te. >>
<< E' il tuo compito far scomparire ogni traccia del male! >> gridò Crowley con la voce spezzata e gli occhi umidi avvicinandosi di un passo al suo nemico per antonomasia.
<< Tu non sei il male! >> gli occhi di Aziraphale lasciarono andare una lacrima.
<< Non lo sei mai stato e non lo sarai mai per me! Se dopo essermi svegliato avessi scoperto di averti ucciso mi sarei sentito distrutto, sarei morto con te Crowley, questo perché non posso pensare di vivere in un mondo dove tu non ci sei. Per questo ho aperto la porta, per questo l'ho lasciato entrare perché ti amo...Ti amo Crowley, tu sei la mia debolezza...per questo motivo volevo starti lontano perché credevo che così ti avrei protetto e invece ti hanno usato contro di me. Forse la cosa migliore sarebbe che sparissi io dalla circolazione... >> disse tirando su col naso e guardando verso il basso.
Il cuore di Crowley batteva all'impazzata, sapeva già che l'angelo provava dei sentimenti per lui ma sentirglielo dire con tanta chiarezza, con quella voce spezzata dall'emozione e circondata dalla verità, era tutto più reale adesso, si sedette sul bordo del materasso prendendosi il viso tra le mani.
<< Cazzo angelo... >>
Aziraphale stava per dirgli di non usare quel linguaggio ma poi capì che non era il caso.
<< Perché per noi è sempre così difficile? >> domandò ma la domanda sembrava più rivolta a se stesso.
Aziraphale si torturò le dita delle mani.
<< Perché noi rappresentiamo il bene e il male... >> ma non era nemmeno sicuro lui della risposta.
<< O almeno in teoria, ma forse anche il semplice fatto di appartenere a chi apparteniamo rende la nostra vicinanza impossibile. >>
<< Io non appartengo a nessuno! >> sbottò Crowley alzando finalmente il viso.
<< D'accordo Crowley ma non puoi negare di essere un demone come io non posso negare di essere un angelo. >>
<< Per quanto noi desideriamo che le cose siano diverse non lo sono. Noi due dovremmo essere nemici, farci la guerra e invece ceniamo insieme e condividiamo bottiglie di vino >> sorrise spostando lo sguardo come a cercare quei ricordi che sembravano tanto lontani.
<< Cosa c'è di sbagliato in questo? >> domandò Crowley e Aziraphale sospirò.
<< Niente...non c'è nulla di sbagliato >> rispose prendendo posto a sedere vicino a lui.
<< Se fossimo umani sarebbe tutto più semplice >> disse poi l'angelo.
<< Ma noi non possiamo diventare umani >> rispose il demone.
<< Non possiamo vero? >>
<< No caro... >>
<< Non so se mi sarebbe piaciuto vederti invecchiare e poi perderti >> disse Crowley, ma forse quello era meglio di ciò che avevano adesso, forse tutto era meglio.
<< Ci saremmo ritrovati in paradiso >> sorrise Aziraphale.
<< E poi magari saremmo tornati e...- >>
<< Ah che casino angelo, avrei dovuto cercarti in ogni vita e... >>
Aziraphale si voltò.
<< E mi avresti trovato >> disse.
<< Sempre >> rispose il demone incastrando gli occhi in quelli celesti dell'altro.
<< Grazie per essere venuto a salvarmi. >>
Crowley sorrise << non avrei mai potuto lasciarti...- >>
<< Ma avevi detto...- >>
<< Lascia perdere ciò che ho detto Aziraphale, ero arrabbiato. >>
<< E ora non lo sei più ? >>
<< Sì che lo sono ma questo non significa che ti lascerei morire. >>
<< Non ho modo di farmi perdonare vero? >>
<< Stai con me >> disse Crowley deglutendo pesantemente e prendendo la mano tiepida dell'amico.
<< Non posso... >> soffiò Aziraphale.
<< Angelo... >> piagnucolò Crowley.
<< Dopo tutto quello che è successo, hai visto anche tu che stare lontani non serve a proteggerci. Cosa cambia se mi perdi quando siamo amici? >>
Aziraphale si alzò su dandogli le spalle.
<< Tutto Crowley, sarei meno coinvolto. >>
<< Balle! >> sbottò il demone alzandosi in piedi.
<< Quindi se dovessi morire verseresti una lacrima in meno solo perché non andiamo a letto insieme!? >>
Aziraphale si alzò di scatto, lo raggiunse tappandogli la bocca con una mano.
<< Non dire queste cose. >>
Crowley si divincolò da quella presa e lo guardò con aria di sfida.
<< Cosa? Ti da fastidio che parli di noi due, di sesso, di baci, ti infastidisce l'idea di immaginarci nudi sotto le...- >>
<< Chiudi quella bocca infernale! >> sbottò Aziraphale rosso in viso aggrappandosi alla camicia nera dell'altro e spingendolo verso l'armadio, era costretto ad alzare il viso per guardarlo vista la loro differenza d'altezza e gli piaceva da morire.
<< Altrimenti cosa fai? Tiri fuori un'altra bella sfera di luce e mi spedisci all'inferno? >>
<< Non provocarmi Crowley >> disse allontanandosi da lui, il suo corpo fremeva ed era attratto come una calamita da quello dell'amico.
<< Devo iniziare a temerti angioletto? >> domandò con un ghigno che di felice non aveva niente.
<< Lo sai che non ti farei mai del male. >>
<< Sorpresa angelo lo hai già fatto! >> urlò.
<< E continui a farlo... >> disse poi abbassando la voce, in quella frase uscì tutta la sua ferita.
<< Mi dispiace Crowley ma io non ce la faccio...ti amo, Dio solo sa quanto amore provo per te ma non ci riesco >> disse con la voce spezzata, fece una smorfia, girò le spalle e uscì dalla stanza lasciando il povero demone a chiedersi che cosa avesse fatto di male per meritarsi tutta quella sofferenza.
Si accasciò contro l'armadio e poi scivolò a terra, si strinse le ginocchia al petto mentre deglutiva magoni amari e duri, le lacrime avevano preso a scendergli ma lui non le scacciava, non aveva più la forza nemmeno di fare quello, e così era finita, era finita sul serio.


Fine...forse








   
 
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