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Autore: ineffable    27/05/2023    0 recensioni
Seguito di "L'inizio della fine."
Dopo gli accadimenti con la creatura oscura, Aziraphale e Crowley si trovano davanti a una nuova sfida.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Gabriele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tre


Aziraphale aveva mantenuto la parola tornando a casa sano e salvo e senza nemmeno polvere sui vestiti, Crowley l'aveva accolto con un meraviglioso sorriso fiondandosi su di lui come se non lo vedesse da giorni, poi tra un bacio e l'altro gli aveva detto di avere una notizia molto importante.
Si erano seduti sul divano con due calici di vino tra le mani, Aziraphale voleva fare il tè ma il suo fidanzato gli aveva detto che era meglio qualcosa di forte e così rovistando nella sua cantina aveva trovato un vino che teneva conservato per i momenti speciali e quello sembrava esserlo.
<< Allora cosa hai scoperto? >>
<< Tieniti forte angelo, c'è una signora che vive a new york, secondo quello che dice è in grado di mettersi in contatto con le creature come noi e inoltre è specializzata nell'aiutare le persone attraverso la spiritualità. >>
Gli occhi celesti di Aziraphale erano ben aperti e puntati su di lui, ascoltava ponderando ogni parola.
<< So che al mondo esistono persone con questo genere di talento, ma questo come aiuterebbe noi, cioè me? >>
<< Non lo so e non sono nemmeno sicuro dica la verità, ma ci sono un sacco di recensioni che parlano bene di lei, ho provato a contattare alcune persone che ha aiutato e dicono che davvero il suo intervento è stato miracoloso, quindi perché non tentare? >>
L'angelo posò il bicchiere.
<< Se è vero ciò che dice potrebbe scoprire la nostra identità >> disse titubante.
<< Dolcezza se parla davvero con gli angeli sa già della nostra esistenza >> spiegò Crowley sollevando un sopracciglio.
<< Sì ma io intendevo che scoprirà proprio di noi due, non so se voglio rivelare a una sconosciuta chi siamo. >>
<< Aziraphale è quello che hai fatto durante l'apocalisse. >>
<< Lo so ma lì era diverso. >>
Crowley sbuffò grattandosi la nuca, ma si doveva proprio innamorare di un testardo del genere.
<< Vedila come la nostra unica speranza, durante l'armageddon non hai esitato perché sapevi che non potevi fare altrimenti, c'erano in gioco le nostre vite e quelle dell'intera umanità. Ora è lo stesso, in gioco c'è solo la tua ma non vale certo di meno. Dobbiamo tentare, avevi detto che ci avremmo almeno provato. >>
Aziraphale spostò lo sguardo altrove, improvvisamente si sentiva soffocare, si alzò allontanandosi da quella stanza e ovviamente Crowley lo seguì, gli prese piano il braccio facendolo voltare, quei bellissimi occhi chiari erano pieni di lacrime.
<< Che cosa succede? >>
<< E se non funziona? Se andiamo lì e non risolviamo niente e in più quella donna potrebbe...- >>
Crowley gli posò l'indice sulle labbra.
<< Shh... >>
Lo prese tra le braccia.
<< Calmati angelo, se non dovesse andare proveremo all'infinito, proveremo fino all'ultimo senza mai arrenderci e se quella donna fosse cattiva ci penserò io a risolvere il problema con i miei poteri. Ti prometto che non accadrà nulla di brutto. >>
<< Non voglio passare la vita a lottare Crowley... >>
<< E va bene lo capisco, ma non abbiamo nemmeno iniziato, non abbiamo fatto neanche un tentativo. >>
Si scostò prendendogli il viso tra le mani.
<< Almeno uno Aziraphale, me lo avevi promesso. >>
Le labbra gli tremarono e gli occhi celesti si incastrarono in quelli castano dorato, annuì febbrilmente sentendo il petto stringersi e i battiti del cuore andare all'impazzata.
<< Facciamolo >> disse causando un sorriso su quella bocca sottile che amava baciare.
<< Però prima dobbiamo fare una cosa. >>


...


La cattedrale era immensa, situata su una collina che si specchiava sul mare, Crowley la guardò a bocca aperta chiedendosi come avesse fatto il suo angelo a trovare qualcosa di così spettacolare, era talmente bella che non riusciva a staccare gli occhi, titubò all'entrata correndo con la mente a quando era entrato in quella chiesa per salvare l'amico che puntualmente era finito nei guai.
Il suo corpo ebbe un brivido al ricordo del calore sotto i piedi, una volta a casa se li era guardati ed erano fortemente scottati, non usò un miracolo per guarirli, non capì nemmeno lui il motivo a quel tempo ma adesso voltandosi verso quello che dopo secoli di lotte era diventato il suo fidanzato lo capiva.
Voleva gli rimanessero i segni perché quel dolore lo distraeva dalle ferite del suo cuore, tutte le volte che si guardava i piedi pensava che un'altra volta aveva salvato il suo migliore amico dalle grinfie di quelli di sopra che lo avrebbero sicuramente rimproverato, trattato male e forse avrebbero mandato un altro al posto suo.
E lui non poteva proprio permettere che accadesse, perdere Aziraphale avrebbe significato perdere la sua sanità mentale, l'ancora che lo teneva legato alla vita e che gli faceva dire che non era poi così brutto stare al mondo, forse sì, oltre che per non vederlo morire la sua era stata una scelta egoistica, finché fosse rimasto sulla terra insieme a lui Crowley poteva dimenticare l'inferno e non solo quello che stava sotto terra, ma anche quello che aveva nella testa e nel cuore.
Aziraphale lo prese per mano risvegliandolo da quel sogno ad occhi aperti, sul suo viso si leggeva un'espressione rassicurante, "non devi temere quando sei con me" gli stava dicendo e il demone ingoiò le lacrime ricacciandole indietro.
<< Tranquillo non può farti male >> disse con quella voce resa sottile dal vento.
Entrarono insieme attorcigliando le dita le une alle altre, indossavano degli stupendi smoking, uno chiaro e l'altro scuro, quella mattina si erano guardati e ci era voluto un miracolo perché riuscissero a staccarsi gli occhi e le mani di dosso, Aziraphale aveva gridato che sicuramente avrebbero finito per sgualcire i vestiti e sarebbe stato un peccato.
Giorni prima gli aveva anche proposto di far guidare la Bentley a qualcun'altro o di noleggiare un'auto e a quelle parole Crowley era sbiancato.
Avevano litigato per giorni interi a causa di quella cosa, lui stanco di quelle crisi isteriche lo aveva preso, sbattuto contro il frigorifero e lo aveva baciato mentre ancora gli stava inveendo contro, gli aveva detto "angelo baciami e dopo potrai urlami addosso tutto quello che vuoi" e Aziraphale lo aveva fatto, si erano baciati, lo aveva spinto così forte contro il frigo che alcune cose erano volate a terra frantumandosi ma a nessuno dei due era importato, quella era stata la prima volta in cui avevano fatto l'amore.
Era stato strano perché si era sempre immaginato sarebbe successo su un morbido letto con lui che si prendeva cura di ogni lembo di pelle candida di quella creatura eterea e meravigliosa, preliminari che duravano ore e finalmente sarebbe entrato in lui dolcemente.
Invece era successo tutto in un impeto di passione, l'angelo non si era tirato indietro quando aveva iniziato a slacciargli camicia e pantaloni anzi sembrava avere addirittura fretta, e quali suoni erano usciti da quelle labbra sacre, Crowley li aveva memorizzati tutti uno ad uno, quella splendida gola era stata in grado di raggiungere tonalità mai sentite e lui ad ogni gemito, mugolio o supplica finiva per eccitarsi ancora e per un istante aveva temuto che non sarebbe mai riuscito ad arrivare al culmine.
Invece era successo ed era stato bellissimo cazzo, ma Aziraphale lo aveva preceduto di pochi secondi, accasciandosi con la testa sulla sua spalla e scusandosi perché gli aveva sporcato la camicia, fanculo la camicia aveva pensato prima di venire e piangere per il troppo amore che sentiva, quello sciocco angelo aveva pensato di aver fatto qualcosa di sbagliato e lui aveva pianto ancora di più e poi gli aveva detto di amarlo e Aziraphale lo aveva baciato e non lo aveva più lasciato andare.
Strinse maggiormente la sua soffice mano e a ogni passo che faceva, il piede affondava nel morbido tappeto che li accompagnava fino all'altare, era strano pensò Crowley, non sentire quel fastidioso bruciore ma era una bella sensazione e poteva provare tutto questo solo grazie alla meravigliosa persona che aveva accanto.
La cerimonia fu semplice e veloce, si dissero sì senza esitare nemmeno un secondo, guardandosi negli occhi, dandosi un bacio e infilandosi gli anelli simbolo non solo del loro matrimonio ma di una promessa più grande.
Nei giorni successivi a Crowley vennero riconsegnati i poteri e lo scoprì per caso, mentre discuteva con Aziraphale su quale fosse il giorno migliore per partire dando finalmente inizio alla loro missione, aveva inoltre scoperto che al suo novello marito non piaceva tanto volare, e dire che era un essere celeste dotato di maestose e sicure ali.
<< Senti angelo ti ho detto che ci penserò io a tenere al sicuro l'aereo! >>
<< Sì lo so me lo hai ripetuto almeno dieci volte! >>
Il demone sbuffò irritato da tutta quella situazione.
<< E allora mi vuoi dire per l'amor di tutti i santi dove sta il problema!? >>
<< Non mi piacciono quei grossi uccelli di metallo, sei costretto in quelle strette gallerie impossibilitato a muoverti, ecco dove è il problema >> sbottò incrociando le braccia ma sul viso del suo interlocutore vide solo un risolino appena accennato.
<< Che c'è, perché te la ridi tanto? >>
<< Angelo, possibile che non ti rendi conto della montagna di doppi sensi che hai messo in una frase? >>
Aziraphale alzò gli occhi al cielo guardandosi poi le unghie.
<< Sei tu che hai la mente sporcacciona, non io. >>
<< E comunque visto che ci andremo quando tu riavrai i tuoi poteri potresti portarmici tu in volo. >>
Crowley sgranò gli occhi davanti a quella richiesta.
<< Vuoi dire che ti fidi più delle mie braccia che di un comodo aereo? >>
<< Mi fido più di te è questo il punto. >>
Inevitabilmente le guance di Crowley arrossirono per quel bel complimento detto con tanta facilità, il suo cuore scoppiò dalla gioia ma l'idea di farsi chilometri e chilometri con suo marito appeso al collo non lo entusiasmava, c'erano dei rischi nel volo, soprattutto per gli umani e certo poteva proteggerlo con un miracolo ma non sapeva quanta energia gli avrebbe comportato fare le due cose insieme.
<< Mi lusinga sentirtelo dire ma è impossibile >> rispose.
<< Perché!? >> piagnucolò Aziraphale come un bambino a cui viene detto che non può avere altro dolce.
<< Ah per tutti i serpenti angelo giuro che se avessi ancora i miei poteri porterei qui quella donna con uno schiocco di dita! >> sbottò accompagnando la frase con quel gesto.
TUM.
Si sentì un rumore provenire dalla sala, i due si guardarono perplessi e corsero a vedere cosa fosse stato, rimasero entrambi sbigottiti, sul tavolo del salotto, palesemente sotto shock stava una donna, confusa e spaesata che non appena li vide cacciò un urlo che spaventò anche loro facendoli urlare.
Nella stanza si creò un divertente coretto di urla e sguardi diffidenti, fino a che le parti non si calmarono concordando che le parole fossero molto più chiarificative che delle primitive urla.
Quella era la signora di cui stavano parlando, avevano visto la foto su internet.
<< Cosa ci fai nel suo salotto? >> domandò inviperito Crowley.
<< Il nostro salotto caro, siamo sposati, questa è anche casa tua >> lo corresse l'angelo.
<< Giusto, cosa ci fai nel nostro salotto? >>
La donna però era talmente scioccata che non riusciva ad emettere un suono, nella sua vita aveva visto di tutto, angeli, demoni, spiriti ma mai si era ritrovata a viaggiare nello spazio temporale, meno male che quando era successo era a casa da sola altrimenti come lo avrebbe spiegato alle persone che erano con lei?
Crowley si avvicinò con aria minacciosa, che più che un demone arrabbiato lo faceva assomigliare a un adolescente a cui la madre lascia la porta della camera aperta senza richiuderla dietro di sé, tutta via quella semplice caratteristica non era abbastanza perché la donna si sentisse al sicuro.
<< Allora, vuoi rispondere o no? >> domandò sbattendo le mani sul tavolo, con il risultato di farla sussultare.
<< Crowley datti una calmata, la stai spaventando! >>
Il demone si voltò a guardarlo interdetto.
<< Spaventando? Questa ci piomba nel salotto e sarei io quello spaventoso? >>
A quel punto Aziraphale si avvicinò con tutta la sua grazia angelica.
<< Come ti sentiresti tu se venissi teletrasportato in un posto senza il tuo consenso? >>
<< Non mi sentirei in alcun modo visto che mi è successo, è non ho fatto tante scene quando mi hanno evocato! >> sbottò gesticolando con un braccio.
<< Ti hanno evocato? >>
<< Sì, gente folle che voleva farsi una chiacchierata con un demone. >>
All'angelo scappò da ridere, Crowley sollevò un sopracciglio.
<< Lo trovi divertente? >>
<< Bè immaginarmi te seduto comodamente sul divano che all'improvviso ti ritrovi nel mezzo di un cerchio di fuoco è un'immagine molto conturbante. >>
L'espressione del demone divenne molto più irritata.
<< A parte che i cerchi non sono di fuoco, leggi troppi libri e forse ti fai altrettante fantasie, e comunque non c'è niente da ridere. >>
<< Mi rimane la puzza di zolfo per ore >> sbuffò incrociando le braccia, ma niente Aziraphale proprio non riusciva a trattenere le risatine.
<< E che ne fai degli umani che ti evocano, li incenerisci, te li mangi? >>
Ovviamente Aziraphale era del tutto ironico, ma non aveva tenuto conto di un particolare, la donna che era lì con loro non lo sapeva ed era ad ogni battuta sempre più terrorizzata.
<< Mangiarmeli? Che razza di film ti vedi? Mi impossesso dei loro corpi e poi li faccio finire all'inferno. >>
<< Oh così è decisamente meglio >> rispose l'angelo.
Il battibecco continuò per diversi minuti quando finalmente Crowley si voltò verso la donna.
<< Ehm angelo... >>
Ma lui continuava a inventarsi nuovi modi divertenti per schernire il suo maritino senza rendersi conto della situazione.
<< Aziraphale dovresti smetterla... >>
<< E in quale girone li spedisci, in quelli dei ficcanaso? Ho sentito che lì tagliano i nasi della gente e...- >>
<< ANGELO CHIUDI LA BOCCA! >> urlò e questo attirò inevitabilmente l'attenzione dell'altro che si voltò innervosito prima verso di lui e poi verso la donna che stava tentando disperatamente di aprire la porta della libreria che era chiusa a chiave.
<< Oh per l'amor del cielo signora! >> si avvicinò ma lei si fece piccola piccola.
<< Per favore non fatemi del male, farò finta di non aver visto e sentito niente! >>
Crowley si colpì la faccia con una mano.
<< Non deve temere io stavo solo scherzando, noi due siamo amici e lo stavo solo prendendo in giro. Non succedono davvero quelle cose, a parte la faccenda dei nasi...- >>
<< Angelo! >>
<< Ops...ma comunque non deve temere, noi due siamo innocui. >>
La donna li squadrò sbattendo furiosamente le palpebre ancora incollata alla maniglia della porta.
<< Amici? Ma voi due...- >>
<< Veramente siamo sposati >> ci tenne a sottolineare Crowley.
Lei deglutì e lo guardò come se avesse appena detto un'eresia.
<< E' possibile? >>
<< Lo so mia cara signora che tutto questo le sembrerà assurdo, ma se ci fa compagnia le racconteremo tutto dal principio >> disse Aziraphale usando il tono più amichevole possibile.
<< I-io non lo so...non mi sono mai trovata in una situazione del genere >> balbettò.
A quel punto il demone che già possedeva poca pazienza di suo aveva perso l'ultima briciola, gli bastò pensare di volerla interrogare senza che opponesse resistenza e la donna si immobilizzò.
<< Crowley! >> lo rimproverò Aziraphale.
<< Mi sono tornati i poteri! >> gridò guardandosi le mani, poi sorrise felice.
<< Mi sono tornati i poteri, mi sono tornati i poteri! Oh grazie a S...grazie a D...Grazie a qualcuno sono di nuovo io! >>
<< Quindi sono stato io a portare qui lei! Wow non pensavo nemmeno fosse possibile! >>
L'angelo sorrise intenerito e felice per lui.
<< Per me sei sempre stato tu, anche senza poteri >> gli prese il viso tra le mani e lo baciò, Crowley lo strinse forte gioioso e brioso per quella nuova situazione, finalmente si sentiva completo e se stesso, guardò suo marito accarezzandogli i capelli.
<< Succederà anche a te, promesso >> disse guardandolo negli occhi.
<< A tal proposito >> iniziò l'angelo.
<< Liberala, non è carino trattare così le persone, si sentirà più a suo agio se usiamo la gentilezza. >>
<< D'accordo se proprio ci tieni, ma lo faccio solo per usare di nuovo i miei poteri, non per fare una gentilezza. >>
Aziraphale sollevò gli occhi al cielo ridacchiando, Crowley schioccò le dita e la donna si guardò intorno spaesata.
<< Che cosa mi avete fatto. >>
<< Nulla mia cara, ma il mio a... voglio dire mio marito ha scoperto ora di riavere i suoi poteri che gli erano stati tolti, non lo avrebbe mai fatto di proposito. >>
<< Invece sì >> disse a bassa voce il demone, ricevendo in tutta risposta una pestata di piede da parte del suo compagno.
<< Ahi! Ma sei impazzito!? >> strillò tenendosi il piede.
<< Voi due siete strani >> mormorò lei spostando lo sguardo prima su uno e poi sull'altro.
<< Ascolti >> iniziò Aziraphale sbloccando la porta.
<< Lei può andarsene quando vuole ma le assicuro che noi non siamo una minaccia, forse a volte siamo un po' combina guai e pessimi nei nostri ruoli ma siamo pronti a raccontarle le cose fin dal principio. >>
Crowley gli posò una mano sulla spalla.
<< Sicuro angelo? >>
La donna lo guardò poi spostò lo sguardo su Aziraphale che annuì.
<< Va bene vi ascolto >> disse sospirando.
<< Ma al primo cenno di pericolo giuro che me ne vado. >>



...


Si erano accomodati rispettivamente su divano e poltrona, la donna il cui nome era Susan aveva accettato la tazza di tè offerta dal padrone di casa, e una volta sopita la tensione di quel bizzarro accadimento si era rivelata una signora disponibile e gentile.
Aveva ascoltato la loro storia incredula, sgranando gli occhi e spostando quelle pupille color acqua marina tra le due entità che prendevano parola finendo o aggiungendo qualcosa al discorso dell'altro, era incredibile persino per lei che per anni era stata in contatto con entità soprannaturali pensare che esistesse al mondo una cosa del genere.
Due creature di fazioni opposte che non solo vanno contro ai loro capi per proteggere la terra, ma rischiano la vita per difendersi l'un l'altro e alla fine si innamorano e come ciliegina sulla torta si sposano pure, come se volessero farsi beffa del creato.
Alla fine del racconto Susan sentiva l'imminente emicrania pulsare in ogni nervo, era confusa ma anche molto stupita e soprattutto non capiva che cosa quei due si aspettassero da lei, era vero che aveva delle doti speciali ma certo non poteva compiere miracoli.
<< Sentite io credo a ciò che mi avete detto, certo è una storia assurda, mai in vita mia avrei potuto immaginare che bene e male potessero unirsi ma, sinceramente io non so come aiutarvi. Molte persone si rivolgono a me per risolvere i loro problemi e io le aiuto, però non posso certo ridare qualcosa che è stato tolto, in particolar modo se si tratta di un'essenza angelica. >>
Aziraphale sospirò sconfortato.
<< Lo capiamo, grazie per...- >>
<< No, col cazzo angelo! Noi non ci arrendiamo, lei è qui, ci ha risparmiato un viaggio e tu vuoi già mandarla via!? >>
Mentre parlava si era alzato in piedi, il suo compagno lo guardò con occhi tristi.
<< Ma Crowley non hai sentito...- >>
<< Ho sentito ma quante volte ci siamo tirati fuori dai guai in situazioni apparentemente impossibili? >>
<< Abbiamo fermato l'apocalisse! >>
<< Non eravamo soli in quel caso >> rimbeccò Aziraphale.
Il demone si voltò verso la donna, si avvicinò a lei e con sorpresa di tutti si mise in ginocchio, le prese le mani e la guardò dritto negli occhi.
<< La prego lei deve aiutare il mio amico, è la persona che amo di più al mondo, senza di lui sarei perso e non so che cosa potrei fare...Io lo amo >> singhiozzò e una lacrima gli rigò la guancia.
Susan si intenerì di fronte a quella scena, soprattutto perché era una creatura degli inferi a pregarla di salvare il suo amore, tutti quelli come lui che erano incappati in lei erano brutali e malvagi, ma questo demone aveva un energia così bella, nascondeva una luce che pulsava forte quasi quanto quella di un angelo.
Ebbe l'istinto di posargli una mano sulla guancia, con il pollice sfregò via il resto della lacrima e sorrise dolcemente a quella creatura che sentiva avere tanto bisogno di amore e affetto, sospirò insicura su quello che stava per dire.
<< Tu sei così buono >> disse e Aziraphale stava per scattare a fermare Crowley convinto che le avrebbe inveito contro, ma ciò non accadde, il demone deglutì sentendo le lacrime spingere per uscire.
<< La prego lo salvi... Anche a costo della mia vita. >>
A quelle parole l'angelo rabbrividì, non avrebbe mai permesso che accadesse.
<< Non c'è affatto bisogno di consegnare la tua vita, anche se questo ti fa onore, riesco a sentire quanto tu lo ami e lui ama te allo stesso modo, ora va a sederti, mi mette un po' in soggezione parlare in questo modo. >>
Crowley obbedì e andò a sedersi sul bracciolo della poltrona su cui era seduto l'amore della sua vita, il quale alzò la testa verso di lui donandogli un debole sorriso, poi appoggiò la mano su quella di lui e si voltarono entrambi verso Susan.
<< Come vi ho detto la situazione non è delle migliori, i tuoi capi ti hanno tolto i poteri e teoricamente solo loro potrebbero riconsegnarteli. Immagino che parlarci non sia pervenuto. >>
I due scossero simultaneamente la testa.
<< Capisco... >> sospirò, poi assunse un'aria meditabonda, le sue sopracciglia chiare si erano congiunte fino alla radice del naso creando delle piccole rughette, le quali non la facevano più vecchia ma le donavano solo un'aria più saggia.
<< Aziraphale vieni qui un momento >> disse alzandosi in piedi.
L'angelo titubò ma si convinse quando il suo compagno gli accarezzo delicatamente le spalle, il tempo di qualche passo ed era già di fronte a lei, lo studiò da cima a fondo, Aziraphale ebbe l'impressione di un radar che lo penetrava fino alle viscere, poi gli posò una mano sulla nuca.
<< Mmm...certo senza i miei strumenti è difficile. >>
<< Se vuoi li faccio comparire >> disse Crowley.
<< No, no per l'amor del cielo non rischiamo, sono molto delicati e poi servirebbero a poco. >>
<< Allora perché ce li hai proposti? >> borbottò il demone a bassa voce.
<< Crowley! >> lo rimproverò Aziraphale.
Quel piccolo scambio fece ridacchiare Susan.
<< Si vede proprio che siete sposati. >>
Dopo quel commento nella stanza calò un silenzio di tomba, Susan continuava a spostare le mani sul corpo dell'angelo quasi fosse alla ricerca di qualcosa, si fermava in particolar modo su petto e pancia, borbottava qualcosa, annuiva ed era come se fosse assorta in un dialogo in cui le due creature non erano ammesse, cosa che ovviamente stava facendo spazientire entrambi.
Aziraphale aveva cominciato a sudare dandosi già per spacciato, mentre per Crowley mancava poco perché non si mettesse a lanciare in aria ogni singolo oggetto presente in quella stanza, ma fortunatamente quel supplizio finì prima che l'inferno si aprisse sotto i loro piedi.
Susan aprì gli occhi incontrando quelli celesti di Aziraphale che la fissavano con un velato timore, lei era seria, cosa che mise ancora più in ansia il suo paziente ma poi il suo volto si aprì in un sorriso che l'angelo però non sapeva come interpretare.
<< La situazione è questa mio caro essere di luce, io non posso tirare fuori ciò che hai dentro, ma il punto è proprio questo >> disse facendo una lunga pausa di sospensione.
Le due entità la guardarono in trepidante attesa. Crowley si sporse con il busto in avanti come se servisse a sentire meglio la voce della donna.
<< Quello che eri è ancora dentro di te, aspetta solo di essere tirato fuori. >>
<< Che caspita vuol dire!? >> sbottò il demone ricevendo un'occhiataccia da parte del suo compagno.
<< Significa che Aziraphale deve ricordarsi chi è e sentirsi adeguato nel suo ruolo, e non solo mentalmente ma spiritualmente. >>
I due parevano ancora più confusi ma prima che facessero altre domande Susan parlò di nuovo.
<< C'è un luogo su questa terra che dicono sia incantato, è uno specchio d'acqua che si trova in una piccola radura, si dice che chi si sente perduto e riesce a raggiungere questo posto potrà ricongiungersi alla sua parte mancante. >>
Crowley si alzò raggiungendoli.
<< Non ho capito, per far tornare Aziraphale ad essere un angelo dobbiamo solo trovare uno stupido ruscello? >>
<< Scusa ma mi sembra un'idiozia. >>
<< Crowley! Modera i termini, lei è qui per aiutarci e tu...- >>
Susan sollevò una mano rassicurando l'angelo.
<< Tranquillo, ho già avuto a che fare con gente testarda, umana o meno. >>
<< Non ho detto che sarà semplice, una volta raggiunto lo specchio d'acqua sarà Aziraphale a dover fare tutto, è importante che si riconosca e la magia che racchiude il ruscello lo aiuterà semplicemente a tirarla fuori. >>
<< Ma come? >> domandò Crowley spazientito.
<< Non è dato saperlo, per questo è un luogo magico, si sa come si arriva ma non come si torna. >>
<< So che è poco ma questo è l'unico modo per tirare fuori la potenza celeste rinchiusa nel cuore di quest'angelo. >>
Il demone ci pensò su.
<< Ha degli effetti collaterali? >>
<< Accade solo ciò che deve accadere >> rispose Susan scuotendo la testa.
Aziraphale che era rimasto in silenzio per tutto quel tempo fissò il suo compagno.
<< Andiamoci >> disse.
L'altro lo guardò sbattendo le palpebre.
<< Sei sicuro? Non sappiamo nemmeno se funzionerà e cosa potrebbe accadere. >>
<< Sono sicuro che esista un modo più semplice. >>
<< No Crowley, questo è l'unico modo e io voglio provarci. >>
Deglutì.
<< Sei con me? >>
Crowley titubò qualche istante, aveva paura ma voleva ad ogni costo che il suo amato tornasse a essere chi era, soprattutto perché così non avrebbe più dovuto aver paura di perderlo a ogni soffio di vento.
Gli strinse la mano e sorrise tornando con l'espressione strafottente e impavida di sempre.
<< Andiamo, buttiamoci in quest'altra avventura suicida! >>
Aziraphale ridacchiò, avvicinandosi poi a posargli un bacio sulle labbra, Crowley arrossì e i neuroni che aveva in testa si accalcarono scontrandosi gli uni contro gli altri, il tutto sotto lo sguardo divertito di Susan.
<< Allora è così che si mettono a tacere i demoni >> disse attirandosi lo sguardo compiaciuto di Aziraphale, che accarezzò il braccio di Crowley e disse.
<< Questo in particolare sì. >>
<< Ehi! Vi ho sentito >> si lamentò lui sentendosi preso in causa.



...


Susan gli inviò la piantina di quel posto, con note sul luogo, giorno e orario migliore per raggiungerlo, a detta di lei più si andava in una giornata carica di magia più le probabilità che funzionasse erano alte e così fecero.
I giorni prima li passarono in libreria abbracciati a coccolarsi e parlare di tutto tranne di quell'evento, Aziraphale aveva espresso il desiderio di evitare l'argomento così se non avessero raggiunto l'obbiettivo ci sarebbe rimasto meno male non avendoci dato troppo peso.
Il giorno prestabilito partirono carichi di tensione e con un alto livello di emotività, evitarono di parlarsi perché sapevano che sarebbero potuti scoppiare in un litigio in qualsiasi momento, mentre camminavano per quei boschi che sembravano incantati Crowley prese la mano dell'angelo e la strinse, gesto che fu molto apprezzato.
La radura era proprio come era stata loro descritta, l'erba verde brillante, gli alberi intorno che sembravano formare un nido protettivo e uno specchio d'acqua circondato da mattoni leggermente sgangherati, a differenza del bosco però lì c'era silenzio.
Niente cinguettii o cicaleggi, nemmeno il vento sembrava osare spostare una foglia in quel luogo a detta di Susan mistico e speciale.
Il demone guardava la cartina annuendo tra sé.
<< Deve essere per forza questo. >>
<< Crowley. >>
Lui si girò.
<< Dimmi angelo >> disse avvicinandosi.
<< Volevo...chiederti scusa. >>
<< Che? >> domandò sollevando un sopracciglio.
<< Per essere stato così poco di compagnia in questo viaggio. >>
Il demone lasciò cadere del tutto le braccia che tenevano la cartina, finiva sempre così, ogni volta che pensava di conoscere bene Aziraphale lui finiva per stupirlo in qualche modo, sapeva del suo conflitto interiore, conosceva il modo in cui diceva a se stesso di essere inadeguato ma non credeva fino a questo punto.
<< Non c'è bisogno che ti scusi, anche io me ne sono stato zitto. >>
<< Sì ma tu sei stato così gentile ad accompagnarmi... >>
Crowley sospirò, non era il momento per arrabbiarsi.
<< Non è che ti ho accompagnato per farti un favore, sei mio marito, e a parte questo io ti amo. Sarei andato sulla luna per te e con te se fosse stato necessario. E credimi angelo quando ti dico che non devi scusarti, è un momento delicato, io nemmeno so cosa dire sinceramente. Mentre venivamo qui mi sono dannato per trovare una frase intelligente da dire ma tutto mi sembrava inutile. >>
Aziraphale sorrise << ti sei dannato... >>
<< Sì, pessima scelta di parole >> rispose il demone grattandosi il retro della nuca.
<< Io le trovo moltissimo da te invece >> disse l'angelo e lo baciò.
Quando si staccarono Crowley gli prese il viso tra le mani.
<< Sei pronto? >> domandò.
L'altro annuì stringendo le labbra per assaporare il residuo di quel dolce contatto.
<< Devo farlo da solo. >>
<< Non vuoi che venga con te? >> domandò il demone.
<< Dopo sì, ma prima sento che devo esserci solamente io. >>
<< Andrà bene >> disse stringendogli il viso tra le mani e baciandolo di nuovo.
Aziraphale si avvicinò titubante a quell'anello di acqua cristallina, era di un azzurro quasi innaturale, la luce si rispecchiava creando piccoli luccichii simili a diamanti, deglutì facendo qualche passo fino a che non vide il suo riflesso che ondeggiava sotto si sé.
Le mani strette le une alle altre, le sopracciglia inarcate che formavano piccole rughette alla radice del naso, lo sguardo insicuro e le labbra arricciate, questo era lui, un uomo insicuro persino della sua stessa essenza, sospirò spostando lo sguardo.
Gli faceva male vedere quello che era diventato, anzi ciò che era sempre stato, perché fin dall'alba dei tempi aveva vissuto con il terrore di deludere qualcuno, prima Dio, poi i suoi capi e infine Crowley, forse gli unici che non aveva mai deluso erano stati gli umani, in fondo anche se non lo sapevano aveva salvato loro la pelle, ma non lo aveva fatto da solo.
Anche in quel frangente era stata la spinta del suo migliore amico e la vera faccia mostrata dagli arcangeli che lo avevano spinto a mettersi contro definitivamente alla fine del mondo, era stato così concentrato e attento a tentare di non deludere nessuno che si era dimenticato di non essere una delusione per se stesso.
Una lacrima scivolò lenta fino a colpire lo specchio d'acqua e perdersi in esso, Aziraphale la osservò divenire parte di qualcosa che era molto più grande di lei, ora non era più sua rifletté, chissà quante altre lacrime erano state versate, quante gocce salate questa distesa azzurra aveva accolto come se fossero sue figlie, abbandonate incurantemente da chi pensava al suo dolore e non si curava certo di ciò che lasciava cadere via dal proprio corpo.
Forse era ciò che era successo alla sua essenza angelica, l'aveva lasciata scivolare via senza curarsene mentre era troppo impegnato a correre dietro ai suoi sentimenti, non gli aveva dato abbastanza importanza e il cielo gliel'aveva portata via e forse era stata la cosa migliore.
Lo rifarebbe?
Sì, ogni volta compierebbe quella scelta se servisse a salvare la vita di Crowley.
Era il suo amore, il demone, l'uomo, l'angelo caduto che amava, che lo faceva ribollire di un amore così ardente e forte e impossibile da spiegare usando parole umane, era stato forte quando aveva guardato negli occhi gli arcangeli proponendogli quello scambio.
La faccia stupita di Michele, quella disgustata di Uriel, Sandalphon che stava già sul piede di guerra mentre l'espressione compiaciuta e divertita di Gabriele che non vedeva l'ora di espropriarlo di quel ruolo che secondo lui non meritava affatto.
Una domanda affiorò dalla mente annebbiata di Aziraphale, parole che provenivano dalle viscere profonde di un posto sconosciuto e difficile da raggiungere.
Lui era degno di essere un angelo?
Secondo molte persone che aveva aiutato sì, tanti di persona o nelle loro preghiere lo avevano ringraziato chiamandolo con quell'appellativo, anche se alcuni di loro non sapevano che lo era realmente.
Crowley amava definirlo l'angelo più cazzuto di tutti i tempi, una volta mentre era brillo aveva iniziato un discorso che preferiva tenere seppellito nel limbo per la vergogna che gli procurava, "hai più palle di Lucifero tu!" aveva strillato agitando il bicchiere, vani i tentativi di zittirlo.
"Che ci vuole a guidare una rivolta promettendo fama e potere, tutti avrebbero potuto farlo, ma tu, oh tu angelo mio hai fatto il miracolo. Non ti sei ribellato contro di Lei ma per Lei, hai difeso ciò a cui Dio ha dato vita, dovrebbe esserti grata e non arrab..." a quel punto Aziraphale che temeva di vedere il suo fidanzato colpito da un fulmine lo aveva zittito baciandolo.
Quelle parole però erano rimaste seppellite dentro di sé e in un certo senso gli facevano onore, Crowley aveva un così alto parere di lui, lo aveva sempre avuto.
Sorrise a quel ricordo.
Anche l'anticristo lo considerava un angelo e lo aveva anche riconosciuto donandogli nuovamente il suo corpo e po c'era Lei...
Dio lo considerava tale?
Sì.
<< Sì >> mormorò quella risposta a bassa voce.
Poi deglutendo aprì gli occhi e ripeté.
<< Sì >> questa volta il suono uscì più forte.
<< Sì, sì, sì >> lo ripeté fino a che un fiume di lacrime non iniziò a sgorgare dai suoi occhi, come un rubinetto rotto, piangeva e si asciugava la faccia, si stringeva il cuore sentendo un piacevole dolore stringergli il petto.
Da lontano Crowley guardava la scena e vedendolo piangere travisò completamente l'accaduto, gli si spezzò il cuore.
<< Oh angelo... >>
Si mosse all'istante per raggiungerlo con il solo scopo di stringerlo e promettergli che avrebbe strappato i suoi poteri dalle mani di quegli odiosi damerini, nel mentre Aziraphale vide comparire due immense ali al suo riflesso, poi una luce bianca e luminosa che risaliva dalle profondità fino a smuovere i contorni della sua immagine e finire dritta al centro del suo petto.
Si sentì avvolto da un calore immenso che si espandeva fino a uscire dal suo corpo, Crowley dovette fermare la sua corsa rimanendo a bocca aperta, due bianche ali comparirono strappando le vesti dell'angelo, emanava tanta di quell'energia che l'erba e gli alberi intorno cominciarono a muoversi.
Il demone riconobbe quella potenza, era già accaduto una volta e Aziraphale aveva totalmente perso il controllo.
<< Oh no, non di nuovo, cazzo >> ringhiò tra i denti.
Cosa doveva fare ora? Voleva avvicinarsi ma temeva di non essere riconosciuto come l'ultima volta e finire arrosto, ma non poteva lasciarlo in balia di quel potere così forte, e se una volta tornato in sé Aziraphale si fosse sentito abbandonato o non si fosse ricordato di lui, della loro vita insieme?
Deglutì rumorosamente, non poteva rischiare, si avvicinò a passo lento facendo fronte a quelle ventate di luce azzurrognola che provenivano dal corpo del suo amato, Aziraphale sembrava in trance, presto il suo corpo si sollevò da terra sotto lo sguardo atterrito di Crowley.
<< Aziraphale! >> gridò non sapendo bene cosa fare.
La luce si spense di botto, le ali sparirono e il corpo dell'angelo finì dritto tra le braccia del demone, fortunatamente non era salito di molti centimetri ma era comunque privo di sensi.
<< Angelo? Dio spero di non averlo rotto >> borbottò preoccupato accarezzandogli il viso, poi rendendosi conto di ciò che aveva detto fece una smorfia, ma non c'era tempo di pensare a quello adesso.
Strinse quel corpo che amava a sé facendo scivolare le dita tra quei fili chiari e luccicanti.
<< Non ti chiamerò con stupidi vezzeggiativi solo per farti svegliare, quello è il tuo compito non il mio. >>
<< Però ti amo, lo sai che ti amo e non esiste che viva questa stupida vita senza di te. >>
Una lacrima gli scivolò da un occhio andando a infrangersi sulla guancia di Aziraphale.
<< Mmm Crowley ancora cinque minuti >> mugugnò stringendo gli occhi, il demone ridacchiò asciugandosi le lacrime con la mano libera.
<< Tutto il tempo che vuoi >> disse stringendolo.
Giusto pochi istanti dopo gli occhi cerulei si riaprirono sul mondo rivelandogli la figura sorridente dell'uomo che amava, l'angelo sorrise a sua volta di riflesso anche se si sentiva ancora molto frastornato.
<< Di questo passo dovrò chiamarti bello addormentato >> disse Crowley.
<< Ho dormito a lungo? >> domandò l'altro corrugando le sopracciglia.
<< Questa volta no, ma mi hai fatto preoccupare lo stesso. >>
<< Scusa >> disse Aziraphale accoccolandosi tra quel nido fatto di braccia.
<< Sono io a dovermi scusare >> rispose con una vena amara nella voce, attirò l'attenzione del compagno che aprì gli occhi sollevandosi con il busto e mettendosi più comodo.
<< Di cosa parli? >>
<< Non lo so Aziraphale. I-Io forse ti ho interrotto, forse non avrei dovuto chiamarti. >>
L'angelo sembrava confuso, rivisse nella sua mente gli ultimi istanti prima di perdere i sensi.
<< Ricordo una forte energia e le mie ali... >>
<< Oddio le mie ali! Dove sono le mie ali! >> domandò allarmandosi e tentando di guardarsi alle spalle, Crowley lo fermò delicatamente prendendolo per le braccia e attirandolo verso di sé.
<< Sono scomparse quando sei svenuto, è questo che intendevo, io avevo paura ti stesse succedendo...Qualcosa ti stava trascinando via e io ho avuto paura e ti ho chiamato, a quel punto tutto si è fermato e tu sei caduto giù. >>
<< Oh...temi quindi che >> non riuscì a continuare la frase.
<< Prova >> disse Crowley guardandolo serio.
Aziraphale abbassò lo sguardo corrugando le sopracciglia, dimenticò per un istante dove si trovava, con chi era, concentrandosi solamente sulla sensazione che aveva provato quando quella luce lo aveva percorso per intero, sollevò una mano, immaginando che proprio accanto a lui comparissero dei profumati fiori di mughetto, schioccò le dita chiudendo gli occhi e quando li riaprì vide i fiori a cui aveva pensato mostrarsi in tutto il loro splendore.
Se ne stavano lì come se gli sorridessero e lui sorrise a sua volta.
<< Ce l'ho fatta >> disse piangendo.
<< Angelo mio >> gracchiò commosso da quella scena.
Aziraphale si voltò prendendogli il viso tra le mani e lo baciò, lacrime e saliva si mischiarono dando a quel momento un sapore ancora più dolce.
<< E' merito tuo, è tutto merito tuo >> mormorò tra un bacio e l'altro.
<< No amore mio sei stato tu a renderlo possibile. >>
Gli occhi dell'angelo si addolcirono.
<< Mi hai chiamato...amore mio. >>
<< Già... >> disse Crowley tirando su col naso.
<< Colpa di questi dannati fiori, devo essere allergico. >>
<< Allora ne riempirò la casa >> rispose Aziraphale sorridendo e accarezzandogli una guancia.
<< Non osare >> rimbeccò il demone.



...


Passarono altri mesi da quel giorno in cui tutte le cose si sistemarono tornando al loro posto, le vite delle due creature ineffabili procedevano molto meglio di quanto si fossero immaginati, il cielo non intervenne per punire Aziraphale visto che non aveva commesso alcun reato e probabilmente anche perché erano arrivati cospicui richiami riguardo la loro condotta inopportuna ed esagerata verso l'angelo che aveva salvato il mondo e il demone che lo aveva aiutato.
La coppia felice non solo si impegnò a far arrivare a casa di Susan mazzi di fiori degni di uno sposalizio, ma andarono anche a trovarla, e lei fu molto felice di riscoprire quella scintilla che prima sopita ora brillava forte e luminosa nel cuore di quel dolce e speciale angelo.
Susan diventò un'amica e i due oltre ad essere testimoni delle sue nozze diventarono felicemente i padrini dei suoi due gemelli, che già dalla più tenera età mostrarono un bel caratterino, Aziraphale aveva fatto scendere su di loro una benedizione mentre Crowley gli aveva promesso che avrebbe preso a calci nel culo chiunque avesse osato infastidirli, e la promessa era valida per tutta la vita.
Carl e Anastasia erano due bambini fortunati, avevano accanto due angeli custodi, uno era caduto ma non aveva perso la sua luce, invece di rimanere nell'oscurità aveva preferito aprire le sue ali scure e volare fino in cielo puntando dritto verso il cuore di un principato che non sapeva di star aspettandolo.
Questa era una delle storie che la mamma gli raccontava ed era in assoluto la loro preferita, i due una volta divenuti più grandini, avevano iniziato a sospettare che le due creature della storia fossero proprio i loro zietti preferiti, in fondo loro si amavano proprio come i protagonisti della storia.



...


<< Angelo ho deciso cosa regalerò ai bambini, uno stereo con i dischi dei Queen. >>
<< Caro ma sono appena nati! >>
<< E allora? Ce le avranno le orecchie! >>
<< Ovvio che le hanno, ciò che intendevo...- >>
<< Sei solo invidioso, temi che il mio regalo piacerà più del tuo, e sarà così infatti. >>
<< Oh ma per piacere, è ovvio che preferiranno il mio, e inoltre sarò io lo zio preferito. >>
<< AH-AH credici angelo! >>
...
Bè le cose non sono cambiate poi così tanto...



Fine.








   
 
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