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Autore: Ciuffettina    28/05/2023    4 recensioni
Michael era orgoglioso della missione affidatagli, lui era un bravo figlio obbediente, desideroso di compiacere suo Padre, tuttavia avrebbe preferito non avere quel mantra sempre nelle orecchie
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Metatron, Michael, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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E ora come me la guadagno la giornata?” pensò Balaam irritatissimo. Per due volte aveva aperto la bocca per annunciare le disgrazie (presenti e future) che vedeva aleggiare sulla testa degli Israeliti ed entrambe le volte non gli erano uscite altro che benedizioni. Ci riprovò: «Come sono belle le tue tende, Israele! Il suo re sarà più grande di Agag e il suo regno sarà celebrato… Chi può contare i discendenti di Giacobbe? Chi può numerare l’accampamento d’Israele?» “Una giornata buttata!” sbuffò contrariato.
Era così che si guadagnava da vivere: lui era solo un veggente ma aveva fatto credere che avesse il potere di benedire o maledire le cose e le persone, facendosi ovviamente pagare, d’altronde non sapeva fare altro quindi perché non approfittare di quel dono?
Anche alla persona più felice del mondo poteva accadere qualche contrattempo, lui lo vedeva, lo annunciava e si prendeva i meriti come se il guaio gliel’avesse mandato lui in persona.
«Non ti ho chiamato qui perché tu li benedica!» gli disse il re Balak sull’orlo di una crisi di nervi. «L’hai capito o no che devi maledirli
Fosse così facile…” sospirò Balaam fra sé.
«Non maledirai quel popolo, perché è benedetto» gli aveva detto quell’angelo con la spada.
E per fortuna che è benedetto!” pensò l’indovino ironicamente: tra decenni di schiavitù, calabroni, serpenti, marcie sotto il sole e, dulcis in fundo, restare nel deserto finché non fossero schiattati tutti, c’era solo da ringraziare tutti gli altri dèi di non far parte del cosiddetto Popolo Eletto. Almeno poteva dire a Balak, il committente, di non preoccuparsi di quella masnada perché, almeno per 40 anni, sarebbe rimasta nel deserto, facendogli credere, ovviamente, che li aveva bloccati lui. Prese fiato e: «Lo vedo, ma non ora, lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele, spezza le tempie di Moab e il cranio dei figli di Šet, Edom diverrà sua conquista e diverrà sua conquista Seir, suo nemico, mentre Israele compirà prodezze. Uno di Giacobbe dominerà i suoi nemici e farà perire gli scampati da Ar». “Dannazione! Non solo ho ribenedetto quei disgraziati ma ho pure maledetto il re di Moab e i suoi alleati!” pensò costernato.
Allora l’ira di Balak si accese contro Balaam: «Ti ho chiamato per maledire i miei nemici e invece li hai benedetti per ben quattro volte! Ora vattene al tuo paese!»
«Non ti avevo forse avvisato che non avrei potuto trasgredire l’ordine del Signore e che avrei detto soltanto ciò che Egli mi ha ordinato di dire?» replicò come a scusarsi.
«Ed io non ti avevo detto che ti avrei colmato di doni? Visto che il tuo Signore ti ha impedito di averli, sparisci!»
Doveva assolutamente guadagnarsi la giornata! Ma come fare? Ogni volta che apriva bocca, uscivano soltanto benedizioni, dannazione! Però, però… si chinò svelto e scrisse rapidamente nella polvere: “Manda le madianite e le moabite a sedurli e per far loro adorare i vostri dèi e il loro Dio li punirà, bloccandoli nel deserto per 40 anni”. Poi fissò Balak per accertarsi che avesse capito.
Il re di Moab annuì e gli allungò un sacchetto pieno di monete.
Per fortuna la giornata non era andata totalmente sprecata!
 
 
Dopo qualche giorno, gli “allegri” campeggiatori del deserto ebbero una visione celestiale: decine e decine di ragazze con in mano delle statuette, le quali correvano verso di loro. Erano tutte giovani, carine e, soprattutto, profumate.
E già! Tra il sole del deserto che li faceva sudare abbondantemente e l’acqua bastevole soltanto per dissetare loro e i loro armenti il concetto di “buon odore” era diventato ormai soltanto un lontano ricordo, perciò quando videro e annusarono quelle soavi creature, persero del tutto la testa con grande rabbia delle loro consorti che si lamentarono per il mancato rispetto delle pari opportunità (ovvero l’invasione nel loro campo di bei ragazzoni puliti).
Anche Dio la prese piuttosto male: gli Israeliti erano il SUO popolo e loro stavano allegramente trasgredendo due dei suoi comandamenti in un colpo solo: non solo stavano commettendo adulterio, fornicando con delle straniere ma che, per farlo, avevano acconsentito di buon grado ad adorare il loro idolo Baal-Peor.
L’intervento di Uriel fu inevitabile…
   
 
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