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Autore: susiguci    02/06/2023    5 recensioni
Dal Capitolo I
[... Merlin era in ritardo per l'inizio delle lezioni e, come sempre, correva per i corridoi, cercando di arrivare in aula più presto possibile.
Merlin non vide il ragazzo che allungò un piede al suo passaggio e si ritrovò a terra, battendo forte la bocca e il mento. Un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca e Merlin si girò a guardare il ragazzo con tanto d'occhi!
'Chi è questo grandissimo figlio di puttana?' si chiese.
"Oh, Dio! Scusami!" disse il ragazzo, tendendogli una mano per farlo alzare.
"E perché dovrei? So che l'hai fatto apposta!"
Il ragazzo sorrise e scosse la testa. "Ok. Volevo farlo! Solo … non a te! Ho sbagliato persona!"...]
[..."Abbiamo cominciato con il piede sbagliato…" disse il ragazzo dispiaciuto.
"Già … con il tuo, per l'esattezza"...]
Capitolo I revisionato
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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Capitolo XVII

 

Challenging yourself









 





Merlin arrivò a casa. Sua madre era al lavoro.

Dopo lo spiacevole litigio con Arthur non aveva certo il morale alto.

 

Non aveva nessuna voglia di andare al bar a lavorare. Avrebbe voluto solo mettersi a letto a dormire, per non pensare. Si sentiva solo. Per un attimo pensò di chiamare Gwen, ma la ragazza era a lavorare e non avrebbero potuto parlare.

'Prima Percival e ora Arthur!' Li aveva persi entrambi.

E fece una cosa che non credeva avrebbe mai fatto. Telefonò al bar dicendo che non stava bene, scusandosi per il poco preavviso. 

 

Come gli aveva consigliato il dottor Gaius, nel caso si fosse ritrovato in un momento di crisi, si spogliò e fece una lunga doccia calda. Pianse per quasi tutto il tempo poi si calmò. Prima di uscire dalla doccia, per qualche istante aprì il getto dell'acqua fredda su di sé.

In accappatoio e pantofole andò a prendere un pigiama pulito, ma quando aprì l'armadio gli venne un'idea. Strana, folle.









 

"Ehi, tesoro, in cosa posso servirti?"

Il ragazzo con i lunghi capelli biondi, abbronzato,  con indosso un gilet di jeans completamente slacciato sul davanti, sembrava più un maestro di surf che un barista del 'Kings Arms'.

"Un Aperol spritz, grazie!"

"Non preferiresti qualcosa di più forte? Hai l'aria del novellino e credo ti ci vorrebbe una scossa!"

 

"Ti ringrazio ma devo guidare!"

 

Merlin aveva preso l'unico mezzo che c'era in casa oltre alla macchina di sua madre per raggiungere quel posto e cioè il vecchio furgoncino che suo padre aveva abbandonato, perché già allora aveva dei problemi. Si vede che suo padre aveva il vizio di abbandonare le cose scomode, ma sua madre prima e Merlin poi, l'avevano mantenuto in funzione e il ragazzo ogni tanto lo usava. 

Era partito presto. Arrivare tardi, significava aumentare le possibilità che Arthur fosse già in compagnia. Guaio che forse non avrebbe saputo gestire. 

Era davvero un'idea assurda trovarsi lì. Assurda e rischiosa.

Se avesse trovato Arthur avvinghiato a un altro tizio, cosa avrebbe fatto?

Forse aveva ragione Arthur: valeva la pena sapere la verità …  ma non era per niente facile.

Doveva comunque provarci, fare almeno un tentativo, altrimenti sapeva che l'avrebbe rimpianto tutta la vita.

 

Inoltre, uno dei principali motivi per cui aveva deciso di recarsi al "Kings Arms" era dimostrare ad Arthur cosa fosse disposto a fare per lui.

 

Quel pomeriggio si era spinto fino a dirgli che avrebbe potuto innamorarsi di lui facilmente, ma tra sé e sé aveva capito che la frittata era giá fatta. Era innamorato di Arthur da tanto tempo, ma si era permesso di pensarlo solo adesso che aveva rotto con Percival. 





 

"Ciao, bellezza! Non ti ho mai visto qui!" gli disse un uomo sulla trentina, carino e dal look stranamente poco appariscente.  

 

"Perché non ci sono mai venuto!"

 

"Hai scelto bene. Qui fanno i drink migliori. La musica è fantastica, e i ragazzi sono i più belli!"

"Bene!" rispose Merlin tanto per dire qualcosa.

"Aspetti qualcuno?"

"... Sì."

"Ovvio! I più carini sono sempre già occupati. Fammi un favore. Se dovesse farti il bidone fammelo sapere, se ti va!"

"D'accordo. Lo farò!" disse Merlin guardandosi intorno.

 

Quando vide Arthur entrare ebbe quasi la tentazione di scappare. Sentiva il cuore battergli forte fino alla gola.

 

Arthur stava salutando diversi ragazzi, dava e riceveva pacche amichevoli sulle mani, braccia, spalle, schiena. Si vedeva che era un habituè di quel posto.

Era in compagnia di tre ragazzi, allegri e piacenti, che Merlin non aveva mai visto prima. 

 

"Scusa?" chiese Merlin girandosi verso l'istruttore di surf. "Sai che hai ragione! Se non hai già fatto, berrei qualcosa di più forte. Lascio fare a te!"

Il barista sorrise orgoglioso e si mise all'opera.

"Questo giro lo offro io!" disse il ragazzo di prima.

"No, grazie. Un'altra volta." disse Merlin tirando fuori una banconota e mettendola sul bancone. "Adesso devo andare!" respirò a fondo Merlin, alzandosi in piedi.

"Ok, peccato! Comunque io mi chiamo Arthur!"

"Gran bel nome!" sorrise Merlin, ingollando uno shottino di colore verde che alla vista gli ricordava quello con l'assenzio che preparava lui. Ma questo era al sapore di menta, pur essendo fortissimo.

 

"Tu invece come ti chiami?" insisteva il vicino.

 

Ma Merlin era ormai altrove con la mente e con il cuore e nemmeno lo udì.

Ed ecco che il suo Arthur, quello vero, si accorse di lui: era immobile vicino alla pista e lo fissava, non capendo se si trattasse di un'allucinazione oppure no.

 

Merlin fece qualche passo verso di lui, poi si fermò.

Finalmente Arthur sorrise, scosse la testa e poi senza staccare gli occhi da lui, parlò con i compagni.

"Mi dispiace ragazzi ma … devo lasciarvi …"

"Come? Siamo appena arrivati e hai già rimorchiato?" fece uno di loro.

"Lo vedete quel ragazzo bellissimo vicino al bar? Non potete capire ma lui, qui, è una … visione, un  miracolo!" disse loro con insolita dolcezza.

"Ok, è carino! Ma da quando ti innamori a prima vista? Tu sei … Arthur Pendragon!" fece un altro che aveva frainteso le parole di Arthur.

 

"Ma non capite? Lui non è uno qualsiasi… lui è l'altra metà di me!"

 

"Oh, Dio! Se tu hai deciso di trovarti un fidanzato, significa che il mondo va a rovescio. Andrà a finire che diventerò etero… " si lamentò un terzo amico, già ubriaco.

 

Arthur con poche falcate raggiunse Merlin. 

"Ciao! Che ci fai tu qui, nel girone dei lussuriosi?" chiese con un ampio sorriso.

"Devi ripassare Dante, Arthur. Qui non siamo nel girone dei lussuriosi, ma in quello dei sodomiti."

Arthur rise e Merlin continuò:

"E quindi siamo molto più vicini agli Inferi di quanti pensi…"

 

"Sei qui … per me?" disse improvvisamente serio.

"No, Arthur. Sono qui per imparare da te come ci si diverte. Sembra che tu la sappia lunga." Merlin sorrideva, ma in realtà tremava come una foglia. E ovviamente mentiva.

 

"Avevi già trovato uno spasimante?" chiese il biondo alzando un sopracciglio.

 

"Così sembra…" e si girò a guardare l'altro Arthur che, proprio come il barman, lo stava fissando con occhi curiosi.

 

All'improvviso Arthur gli mise le mani sulle guance e avvicinò lentamente il viso a quello di Merlin per dargli il tempo di tirarsi indietro, se non fosse stato d'accordo.

 

"Hai intenzione di fargli capire qual è il tuo territorio?"

"Stavolta no. Sto solo facendo ciò che desidero da anni…"

 

Merlin lo stupì e gli andò e incontro, azzerando la distanza tra loro. Fu un lungo, tenero bacio.

E proprio lì, in un posto del genere, Merlin sentì vibrare ogni fibra del suo essere. E sentì vibrare le proprie ciglia, per il piacere intenso che quel bacio tanto atteso gli procurava. Poi si appoggiò alle spalle dell'altro, per sentirlo sotto le sue mani ma anche per appoggiarsi perché gli girava la testa tra l'emozione del momento e quel drink micidiale.

 

Arthur aveva il sorriso più luminoso che Merlin gli avesse mai visto. "Sai cosa ho detto di te ai miei amici?"

"Che sono il ragazzo più geloso del mondo?" sorrise  a sua volta Merlin.

"Che sei bellissimo e che sei mio!"

"Potrebbe darsi. Ma tu, invece, sei mio?"

"Sono soltanto ed unicamente tuo. E se mi darai modo di provartelo te ne accorgerai"

"Se sono qui, in un posto che detesto, è perché vorrei davvero che tu me lo provassi" 

 

Arthur all'improvviso sbarrò gli occhi e si guardò intorno.

"Merlin! Oggi è venerdì?"

"Sì" rispose Merlin.

"Che ore sono?"

"Mancano dieci minuti a mezzanotte"

"Ti va se andiamo via?"

"Adesso?"

"Sì, adesso" rispose Arthur nervosamente.

"Come vuoi, ma …"

Arthur lo prese per mano e lo trascinò fuori dal locale. 

Una volta fuori lo abbracciò. 

"Cosa c'è?" chiese Merlin.

"Niente. Non posso voler star solo con il mio ragazzo per poterlo finalmente baciare un po' dopo tant..." Merlin chiuse la bocca ad Arthur con la sua, portandogli le braccia attorno al collo.

Felicemente sorpreso Arthur ricambiò. E fu Merlin a far schiudere la sua bocca con la lingua, tuffandosi in quel bacio umido e caldo.

 

Entrambi erano già eccitati e dopo essersi staccati, Merlin propose:

"Andiamo da te?"

"Certo! Ma tu come sei venuto?"

"Con il furgoncino-catorcio di mio padre."

"Lo recuperiamo domani?"

"Va bene. Tanto potrei anche lasciarlo aperto che non lo ruberebbe nessuno."

 

Una volta in macchina Merlin domandò. "Ora puoi dirmi la verità. Perché siamo fuggiti dal locale?"

 

Arthur arricciò le labbra e prese tempo.

 

"Di venerdì a mezzanotte, al Kings, c'è … uno spogliarello…"

"Urca! Anche qui?"

"Sì, ma non siamo ad Abbey Wood, nel mio garage. Qui la faccenda è più seria. Lo spogliarello è integrale."

"Oh..."

 

Merlin non disse altro. E se fossero rimasti dentro al locale? Con Arthur, a guardare conturbanti uomini nudi? Sarebbe morto? Meglio non pensarci!

 

Un passo alla volta.

 

Stavolta era andata grassa.

Merito della presenza di spirito di Arthur.

Non aveva senso parlare ancora di questo. Se aveva deciso di buttarsi con Arthur, certi turbamenti interni non dovevano essere sempre esplicitati. E magari non considerandoli troppo sarebbero stati presto dimenticati. O almeno, lo sperava.

Nel frattempo erano giunti a casa di Arthur. 

 

Il biondo lo prese per mano e lo guidò in camera sua, ma una volta dentro esitò.

"Sei sicuro di voler stare insieme a me stanotte?"

 

"No…"

 

Arthur rimase di sale. Ma Merlin non aveva finito. 

"Però …  non sono mai stato innamorato in questo modo, prima. Non riesco a starti lontano. Mi piacevi da morire già tre anni fa"

Arthur rise.

"Finalmente l'hai ammesso! Però l'hai nascosto bene!" 

"Un adolescente terrorizzato…" sorrise Merlin al ricordo.

"Come adesso…"

"Oh, no! Tra poco farò i venti!"


Merlino si mise seduto sul letto di Arthur. "La tua camera è fantastica"

"Dici che mi rispecchia?" sospiró Arthur con finta sicurezza.

 

Merlin sorrise: "Cosa aspetti?"

 

"Ehi, calmati un po'. Già sono in debito. Ti ricordo che finora l'iniziativa l'hai presa solo tu e nella mia testa non doveva andare così!"

 

"Ma che stai dicendo?"

 

"Sto dicendo che … finora mi hai baciato sempre tu per primo … i primi tre baci intendo."

 

"Non ci avevo fatto caso, è vero, scusami. Devo avere un po' di arretrati…"

 

"Ma se ti sei lasciato con Percival da cinque giorni?"

 

"Sì … ma dopo l'ultimo dell'anno noi non …"

 

"Non l'avete più fatto? Davvero? Non ne avevo idea… mi dispiace!"

 

"E comunque  … intendevo una cosa diversa. Non pretendevo che mi saltassi addosso. Ma siccome per colpa tua ho perso uno spogliarello…" disse Merlin malizioso, anche per cercare di distogliere entrambi da quei pensieri dolorosi del passato.

 

"Tu odi gli spogliarelli…" disse Arthur inalberandosi.

 

"Non quelli fatti solo per mio esclusivo uso personale."

 

Arthur si tolse prima le scarpe e poi i calzini. Conosceva il galateo dell'amore. Poi si sbottonò la camicia e la tolse. Poi fu la volta della maglietta. Il tutto senza guardare mai l'altro e senza movenze sexy di alcun tipo.

"Scusa ma non sono molto a mio agio con lo striptease" ammise incrociando finalmente gli occhi dell'altro.

 

"Allora, perché l'altra volta avevi cominciato a spogliarti tanto spensieratamente?"

 

"Era diverso. Dovevo scuoterti un po'! Ora … me l'hai chiesto tu e mi stai guardando…"

 

"Non posso fare a meno di guardarti. Apprezzo infinitamente  la tua bellezza sebbene non ti abbia mai dato molte soddisfazioni in passato."

 

"Direi! Era una tattica, la tua?"

 

"No, non lo facevo apposta. Credo fosse per tenerti a distanza…Ma ti ho sempre trovato splendido. E ora sei così naturale e … tenero"

 

Arthur sfilò i pantaloni rimanendo con i boxer e andò in un cassetto a prendere qualcosa.

 

"Cos'hai lì?"

"Gel, olio,..."

"Ah!" 

"Ma se non vuoi, non c'è problema."

Merlin ridacchiò. "No, va bene. Ma devo dirti che io non sono mai stato … passivo"

 

"Sul serio? E come mai?"

"I miei pochi amanti preferivano così!"

"E ti andava bene?"

"Sì, ho sempre temuto la cosa… Dicono che sia doloroso."

 

"Le prime volte è vero. Ma se il tuo compagno ha un minimo di tatto può essere molto piacevole, già dalla prima volta. Ma perché tu sei ancora vestito?"

 

"Perché preferisco farmi spogliare. Mi fa sentire desiderato e mi piace molto…"

Arthur sentì le sue dita tremare mentre toglieva i vestiti all'altro. 

"Sei assolutamente bellissimo!" sussurrò Arthur sfilandogli adagio un capo per volta.

 

"Grazie…" Merlin si vergognava come un ragazzino. La bellezza di Arthur era tale che rischiava di rovinargli quei momenti. Non si sentiva all'altezza di quel ragazzo dalle proporzioni perfette, ma d'altronde chi lo era? E decise di non pensarci.

 

Arthur sorrise, si spogliò del tutto e si sdraiò a pancia in su. 

A Merlin mancò il fiato.

E trattenne qualche sospiro di eccitazione. Finì di spogliarsi anche lui e si sdraiò su Arthur, baciandolo e accarezzandolo con il suo corpo. Arthur gemeva e respirava affannosamente. 

 

Era la cosa più bella che Merlin avesse mai visto. Non gli sembrava nemmeno di essere se stesso. Non si riconosceva, ma ormai non si sarebbe tirato indietro per niente al mondo. 

 

Arthur cominciò a emettere una specie di brontolio. 

"Merlin … per favore …"

E il ragazzo smise di farsi pregare. Con l'aiuto dell'olio entrò dentro Arthur. Per tutto il tempo in cui fecero l'amore non  staccarono la bocca l'uno da quella dell'altro.

Arthur gemeva forte, a tratti, e sinceramente Merlin non capiva cosa stesse succedendo al suo amante.

 

"Ci sono quasi, Arthur" 

"Dai, Merlin …"

E Merlin si perse in un piacere eccezionale che non credeva potesse esistere.

Continuarono a baciarsi e quando Merlin si spostò vide l'addome bagnato di Arthur.

"Cos'hai qui?" chiese Merlin toccandogli la pancia.

"Mi sa che dovrò insegnarti qualcosa, Merlin" sorrise Arthur.

"Non è ciò che penso?"

"No, ma stimolando alcuni punti, a volte capita…"

"Ed è piacevole?"

"Molto. È simile a un orgasmo, leggermente meno intenso ma molto più lungo. Non ti sei accorto che mi è successo tre volte mentre tu ti muovevi sopra di me?"

"No, mi dispiace."

"A me no! È stato magico! Ma è stato così bello solo perché eri tu."

 

Arthur si mise in ginocchio sul letto. "Vuoi provare?"

Merlin non rispose ma dopo averci pensato un po' si mise gattoni sul letto.

E Arthur cominciò a massaggiargli le spalle e la schiena, alternando baci più o meno delicati sulla sua pelle chiarissima.

 

"Ti ho detto che hai un corpo meraviglioso? Sottile

ma forte, flessibile e armonico. E hai tanti piccoli muscoli che non mi sarei mai aspettato… per non parlare della tua pelle candida e morbida."

 

"Invece io ti ho detto che per me sarebbe la prima volta?" chiese Merlin con voce incerta.

 

Arthur quasi rise "Certo e la cosa mi manda il sangue alla testa, ma posso fermarmi in ogni momento … anche ora"

 

Merlin sussurrò: "Non fermarti"

Arthur sentì il cuore saltargli fino in gola. "Anche per me è la prima volta, sai? … E non ridere!"

"Non ho fatto niente."

"Forse tu non hai riso, ma il tuo sedere sì!" disse "l'ho visto tremare"

"Forse trema perché è terrorizzato!"

Arthur scoppiò a ridere. "Non deve! Lo tratterò come un principe…"

 

Preparò il corpo di Merlin con tutta la dedizione possibile, usando l'olio, le dita e la bocca. Nel frattempo Arthur gli sussurrava dolci frasi. "Prima volevo dirti che …è la prima volta che faccio l'amore con un ragazzo di cui sono così innamorato!"

 

Merlin non rispose. Era troppo concentrato su tutte quelle sensazioni nuove e strane. 

Arthur non lo vedeva ma a Merlin scesero molte lacrime di gioia e di commozione. Poi dal nulla, si mise a ridere. 

 

"Come?" si scandalizzò Arthur. "Io sono qui che uso tutte le mie arti seduttive per ammaliarti e tu ridi?"

 

"È perché" e rise ancora "tu mi dici queste cose fantastiche che mi fanno commuovere … ma poi penso alla mia posizione…"

 

"Posso capirti. Ho sempre pensato al sesso come a qualcosa di separato dall'amore, anche per questo. È così fisico, e visto da fuori potrebbe apparire volgare ... Ma quando le due cose sono unite diventa così naturale farlo e infinite volte più bello! Ora posso dirlo! Non mi sono mai sentito così prima."

Poi tacque. Era talmente preso da questo suo delizioso compito che a un certo punto fu Merlin a richiamarlo:

"Credo di essere pronto…"

Arthur non si era reso nemmeno conto di quanto fosse eccitato e il corpo di Merlin reagì in modo sorprendente quando se ne impossessò.

 

Merlin all'inizio si lamentò piuttosto forte, ma Arthur sapeva che il dolore che provava sarebbe stato presto affiancato e poi quasi del tutto sostituito da un piacere intenso e duraturo quindi non solo non si tirò indietro ma intensificò le spinte. Come previsto Merlin, cominciò a gemere ad ogni singolo affondo. Sembrava quasi spaventato da ciò che provava e Arthur se ne accorse.

 

"Merlin … È normale sentirsi così. Capita a tutti!"

Merlin si lasciò andare a quel piacere sconosciuto.

Arthur sentiva che ormai non riusciva più a controllarsi. Avrebbe voluto continuare, ma era al limite …

 

"Merlin che faccio?" chiese con voce soffocata.

 

"Rimani lì e vieni per me"

E Arthur raggiunse quasi subito l'acme del piacere. Così intenso che si ritrovò spossato. Per qualche istante prese fiato, poi fece girare Merlin e usò la bocca per portare il compagno ad una nuova ondata di estasi.


Si erano addormentati nel letto sfatto di Arthur.

Morgana entrò in camera del fratello senza bussare, come faceva di solito. 

E vide suo fratello e Merlin nudi nati che dormivano abbracciati.

 

"Oh, cazzo!" urlò.

 

I due ragazzi all'unisono, si svegliarono, sobbalzando. 

 

Merlin, d'istinto si coprì il pube con le lenzuola e poi coprì anche quello di Arthur.

 

'Dio, che figura di merda!'  pensò Merlin.

 

Morgana aveva subito distolto lo sguardo dai due, ma ormai aveva già visto tutto.

"Morgana! Perché non impari a bussare?" disse Arthur con ferocia.

Morgana parlava con la porta. "Scusa ... Non ce n'era mai stato bisogno finora … Ma tu perché diavolo non chiudi la porta a chiave quando hai … ospiti?"

 

"Ti dispiacerebbe andare  via?" continuò suo fratello astioso.

"Un secondo solo. Visto che sei qui Merlin, volevo chiederti se hai poi deciso qualcosa per il lavoro?"

"Ma ti sembra il momento?" inveì Arthur sconvolto.

 

Merlin parlò tranquillamente. "Non c'è problema… Ho deciso di accettare la tua offerta, Morgana. Grazie. Un lavoro che tenga conto sia del mio hobby preferito che del lavoro che vorrei fare dopo la laurea non credo lo troverò mai più. Dopo gli esami, volevo venire a parlare con te. Fissa tu un appuntamento."

"Molto bene, Merlin. Ti farò sapere. Vi saluto!"

Poi si fermó sempre dando loro la schiena. "A proposito sono ultra felice per voi. Tu Merlin sei il solo che può far mettere la testa a posto a mio fratello … e da quanto ho visto sei molto … carino, diciamo."

La ragazza scoppiò a ridere e se ne andò. Si sentì a lungo la sua risata risuonare per le scale.

 

Arthur corse nudo fino alla porta e la chiuse a chiave.

"Ho sempre pensato che Morgana in fondo fosse una sadica … e ora ne ho la conferma"

 

Merlin lo fissava con la testa storta. Come poteva un uomo essere così bello?

E soprattutto come poteva essere suo?

 

"Cosa stai guardando?" chiese Arthur.

"Niente… ti guardavo. Non posso?"

"Beh, sì. Però non prendermi in giro."

 

"Non lo faccio. Io sono solo … cotto!"

 

Dopo averlo raggiunto Arthur sorrise: "Io e te siamo come le due metà di un intero. Non è così che dice il tuo dottore?"

 

"Queste cose che Gaius mi ha detto sono servite a farmi sentire più sicuro del tuo amore…"

 

"E se non te le avesse dette?"

 

"Ci sarei arrivato da solo, ma ti avrei tenuto sulla corda ancora per un po'..."

 

"Sei uno stronzetto, a volte!" sorrise Arthur.

 

"Ma non so se avrebbe funzionato!" lo guardò duramente Merlin.

"Perché?"

"Perché se non fossi venuto fino al Kings ieri sera, tu … che avresti fatto?"

"L'avevo detto, sì! Ma non avrei fatto nulla…"

"Mmh…"

"Oh, sì! Tu avresti dato di matto ugualmente. Perché avrei ballato, avrei bevuto, avrei visto quello spogliarello…"

 

Merlin strinse i denti… non erano cose così importanti. Non più.

E Arthur aggiunse. "Ma non avevo ancora mollato con te, nonostante ciò che ti ho detto. È da settembre che ogni tanto frequento i locali eppure non sono stato con nessuno… mi credi?"

 

"Non mi sembra di avere molta scelta…" disse Merlin con un mezzo sorriso.

 

Arthur sospirò e tornò sotto le coperte con Merlin. 

 

"Scusami. Non dovevo parlarti così…" disse Arthur mettendosi di profilo con la testa sorretta da un braccio, per guardarlo.

 

Merlin scosse la testa. Gli andava bene. Gli andava bene quasi tutto pur di essere lì con Arthur.

 

"Vuoi sapere il significato recondito dei tulipani gialli? Credo che tu te lo sia meritato" fece Arthur.

"Davvero?"

"I tulipani gialli mi piacciono ma non sono mai stati i miei fiori preferiti. Lo sono diventati dal momento in cui te li ho regalati!"

Merlin sorrise.

 

"Amore disperato!"

"Cosa?" domandò Merlin.

 

"I tulipani gialli significano 'amore disperato'. Li scelsi per te. Li scelsi per quello."

"Vuoi dire che già tre anni fa, tu …"

"Sì, da allora, anzi dal primo giorno, dal tuo bacio. Da allora io ti ho amato disperatamente. Anche se mi rifiutavo di ammetterlo."

"Arthur …" 

 

Merlin gli prese il viso e lo baciò. Lo aveva reso così felice. Arthur ricambiò con una tenerezza disarmante. 


Era quella la felicità che entrambi avevano a lungo inseguito.



 

Nessuno dei due poteva dare la garanzia all'altro che il loro amore sarebbe durato per tutta la vita, eppure ognuno dei due intimamente sapeva che se fosse dipeso da se stesso questo era quello che sarebbe successo.



















 

Grazie ai lettori e a chi è arrivato alla fine di questa storia. Non ho scritto se Gwen e Lance si metteranno insieme e neppure se Percival e Gwaine faranno lo stesso. Non ho scritto se Percival tornerà amico di Merlin o se Oswald perderà il processo oppure no. Sono cose che dò un po' per scontate, ma che ormai non sono più così importanti, visto che i protagonisti hanno ottenuto ciò che volevano al di sopra di tutto. Rileggendo la parte "rossa" mi sono resa conto che tutto è molto tecnico e freddino, ma ho lasciato così: per me è meno imbarazzante. Spero comunque che abbiate apprezzato questa storia. Un abbraccio di cuore!

 
   
 
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