Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Kikiletoway    06/06/2023    1 recensioni
Dal primo capitolo:
“Questo esperimento dovrebbe, si spera, provare la teoria del multiverso e io mi stavo chiedendo...Pensi che ci siano delle persone che sono destinate a stare insieme indipendentemente dall’universo in cui si trovano? Indipendentemente da quali percorsi le loro strade possano prendere?”
Coppie: Jaime/Brienne
Diverse storyline al prezzo di una! AU.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avvisi dell’autrice: Linguaggio scurrile canonico. Un botto di imprecazioni in questo capitolo. La parola stupro? Questo è un universo dark; accadono cose macabre o si discute di cose macabre. Per favore, leggete responsabilmente.
 
 
 
 
 
 
 
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“Non ho bisogno di una doccia fredda,” Jaime dice mentre si strappa il casco da testa e sfreccia verso la porta, “Ho bisogno di fottuta borsa per il ghiaccio infilata nei pantaloni!”
 
Brienne non sa se ridere o piangere, mentre abbassa lentamente la testa sulla scrivania. Invece si accontenta di un lungo e basso gemito frustrato, prima che anche lei si rimuova il casco, dirigendosi verso la propria doccia fredda, di cui ha disperatamente bisogno.
 
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“Lo sai qual è la cosa più triste?” Jaime le chiede una volta che sono tornati nella sala di controllo, spegnendo la Barriera per ciò che resta della nottata.
 
Brienne si acciglia e scuote la testa.
 
“Ho troppe aspettative di cui devo essere all’altezza,” lui brontola.
 
“Cosa?”
 
“Pensaci! Il Jaime Megastar è, bè, una megastar, e affronta regolarmente del pericolo con e per la Brienne Investigatrice Privata. Il Jaime Cantante ha aiutato la Brienne Contadina a trovare la fortuna che suo padre le aveva lasciato, e il Jaime Prigioniero aveva chiesto a Septa Brienne di sposarlo mentre era letteralmente vestito in un’armatura dorata! Voglio dire...qualsiasi cosa potrei pensare per far colpo su una ragazza nel nostro universo non sarà niente in confronto.”
 
Brienne distoglie velocemente lo sguardo, tenendosi occupata controllando lo stato del download dei dati sul suo portatile. “Bè,” lei replica con un sorriso determinato, “potresti sempre prenderti il merito, senza dire alla ragazza dove hai preso l’idea.”
 
Jaime apre la bocca e poi la richiude. “Giusto,” lui mormora, rivoltandosi verso il proprio portatile.
 
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Brienne sa di aver ferito Jaime col suo rifiuto di ammettere che c’è una possibilità che qualcosa stia accadendo tra loro due qui, nel loro universo.
 
Lei vuole ammetterlo. Vuole fidarsi di lui nello stesso modo in cui Septa Brienne si era fidata del Jaime Prigioniero. Lei vuole essere abbastanza coraggiosa da cogliere l’occasione, nello stesso modo in cui la Brienne Contadina era stata abbastanza coraggiosa da cogliere l’occasione col Jaime Cantante. Lei vuole essere abbastanza forte da afferrare ciò che vuole e al diavolo le conseguenze, come la Brienne Investigatrice Privata.
 
Ma nessuna di quelle Brienne sono lei, e lei non può essere sicura che qualsiasi cosa Jaime possa star provando o pensando qui, in quest’universo, non sia semplicemente un misto di echi dagli altri universi.
 
Lei guarda Jaime con la coda dell’occhio mentre lui guida per portarli via da Castello Nero. Lui è fin troppo bello per lei, Brienne pensa, e sono passati solo pochi mesi dalla sua rottura con Taena...e lui aveva rotto con Taena diverse volte da quando Brienne l’aveva conosciuto, e aveva sempre finito per riprendersela.
 
Lei chiude gli occhi contro l’ondata di ricordi non suoi, voltando la testa per guardare fuori dal finestrino dell’auto, verso la notte buia.
 
Non è coraggiosa quanto loro, lei pensa, sgonfiandosi. Non può semplicemente cogliere l’occasione e sperare che tutto andrà bene. Lei preferirebbe avere Jaime nella sua vita—in qualche modo—invece di perderlo quando gli echi degli altri universi svaniranno.
 
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Jaime chiude la porta con un sospiro mentre Brienne riporta un Pod assonnato nella propria camera. È tardi, e Jaime è esausto, ma non riesce ad evitare di meditare sulla Questione Brienne mentre si prepara per mettersi a letto.
 
Almeno non ha bisogno di farsi una doccia, lui pensa mestamente mentre si toglie i vestiti e scivola sotto le coperte. Le docce fredde vanno benissimo, ma riesce a pensare a dei modi decisamente migliori di alleviare la frustrazione sessuale che sa che entrambi provano quando tornano dagli altri universi…il che non è l’unica ragione per cui esiste in primo luogo una Questione Brienne su cui meditare, ovviamente…ma comunque.
 
Scivola nel sonno, avvolto da piacevoli fantasie miste ai ricordi degli altri Jaime. Il Jaime Megastar ha certamente avuto più varietà nelle sue esperienze rispetto a tutto il resto degli altri Jaime, anche se la prima notte di nozze del Jaime Prigioniero era stata intensa tanto quanto le altre esperienze di uno qualsiasi degli altri Jaime insieme alle loro Brienne.
 
Spalanca gli occhi, accigliandosi nell’oscurità.
 
Forse è questo che sta facendo trattenere la sua Brienne. Forse lui non è l’unico che ha delle aspettative con cui competere.
 
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Jaime sta ancora meditando sulla questione, quando Brienne arriva per un pranzo tardivo nella sua suite nell’attico, dove dà furtivamente uno stuzzichino o due a Pod dal proprio piatto. Brienne lo guarda male e lo rimprovera quando lo becca, ma lui si limita a rivolgerle il suo sguardo più innocente, mentre dà di nascosto un altro boccone di pollo al piccolo bastardino che sembra un ratto.
 
Brienne rilascia un sospiro di sopportazione e Jaime ride—venendo improvvisamente colpito dalla realizzazione che questo è soltanto loro. Questo: il piccolo bastardino che sembra un ratto e il pranzare e questo momento.
 
Lui sorride lentamente e gli occhi di Brienne si spalancano per poi offuscarsi, mentre lei arrossisce mantenendo il suo sguardo.
 
Il sorriso di Jaime si allarga.
 
Lui crede di avere una vaga idea di ciò che è talvolta noto come un ‘piano’.
 
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“Quale universo?” lui domanda mentre lei guida, riportandoli alla Barriera.
 
Brienne grugnisce. “Sono entrambi orrendi,” lei borbotta.
 
“Vero. Vuoi eliminarli dall’esperimento?”
 
Lei si acciglia, riflettendo, per poi scuotere la testa. “No. Siamo arrivati fino a questo punto. Inoltre, questa sarà l’ultima serie di esperimenti per molto tempo, e forse quando finalmente riusciremo a tornare alla Barriera, saremo alla ricerca di altri universi differenti per la nostra prossima serie di esperimenti.”
 
“Forse.” Jaime le lancia un’occhiata con quel luccichio stuzzicante negli occhi, che era stato lì sin dal loro pranzo. “Hai una preferenza su quale universo visitare nel prossimo esperimento?”
 
Lei scuote la testa. “E tu?”
 
“Dèi, no!”  Lui si acciglia, per poi dire, “D’accordo,” iniziando a scavarsi in tasca. Ne tira fuori un dragone d’oro, affermando, “Testa, è per l’universo Mad Jon; croce, è per il Principe e la Principessa.”
 
Brienne alza gli occhi al cielo, ma annuisce.
 
Lui lancia la moneta in aria, la afferra e se la sbatte sul dorso della mano. Jaime guarda la moneta e dice. “Testa.”
 
Brienne fa una smorfia. “E vada per l’universo Mad Jon,” lei borbotta.
 
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Jaime avvicina un po’ di più la sua sedia a quella di Brienne, appoggiando la propria mano su quella di lei. Lei sobbalza, ma non si allontana.
 
Jaime si sporge in avanti, scrutando gli occhi di lei, che sembrano ancora più grandi e ancora più belli quando Brienne indossa quel ridicolo casco punteggiato. Lui riesce a vedere che lei è tesa e diffidente.
 
“Sei sicura che vuoi farlo?” le chiede.
 
Lei sbatte le palpebre, rispondendo, “No. Ma siamo scienziati, Jaime. Facciamolo comunque.”
 
Lui sorride, le stringe la mano per darle conforto, e preme invio.
 
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Brienne è rilassata, appagata, il sole la riscalda sulla sua pelle nuda. Ma non è nemmeno lontanamente paragonabile al modo in cui la stanno scaldando il peso del braccio di Jaime e la gamba di lui sopra di lei, tenendola vicino a sé. Lui sta sonnecchiando, il respiro di Jaime le stuzzica il collo e la spalla, e lei dice fortemente a se stessa di ricordarsi ogni tocco, ogni sensazione, per imprimere questo momento nella sua memoria. Lei chiude gli occhi, lasciandosi trasportare, e le sembra quasi come se il mondo distrutto che si trova a poca distanza da questo laghetto non esista.
 
Lei si era permessa di sognare nell’oscura privacy della sua piccola baracca, e la realtà ha superato tutti i suoi sogni...per certi aspetti. Lui è bellissimo e molto...lei si morde il labbro per impedirsi di ridere...entusiasta. Ci sono delle lievi ombre sui fianchi di Brienne lasciate dalle mani di Jaime; ci sono delle ombre più scure lasciate dalle labbra di lui sul collo e sul seno di lei. Quello su cui i suoi sogni sorvolavano, però, sono i marchi che lui le lascerà sul cuore. Sono quelli i marchi che la preoccupano di più.
 
Quando lui la lascerà...e lui la lascerà...
 
Lei si ricorda di Hyle che prendeva i soldi da quella folla di ragazzi che stava intorno al letto. Si ricorda l’umiliazione, il nero pozzo di disperazione in cui era discesa, e la sua determinazione nel non lasciarli vincere, che era tutto quello che poteva usare per strisciarne di nuovo fuori.
 
Brienne spinge via quei ricordi. È stato tanto tempo fa se si parla di esperienze vissute, anche se non a livello temporale. Il mondo è cambiato per sempre e ci sono, sorprendentemente, delle cose peggiori. Spera che riusciranno a convincere Hyle e i suoi amici a tornare all’Insediamento Martell insieme alle sorelle Sand, e per quanto riguarda Jaime...
 
Lei stringe con forza le labbra.
 
Forse Brienne riuscirà a convincerlo a restare...ma lui ha tre figli che hanno la priorità. Se dovesse decidere che sarebbero più al sicuro nell’Insediamento Martell...bè...lei non potrebbe implorarlo di rimanere. La sicurezza e il benessere dei bambini sono la priorità per tutti loro.
 
Jaime si muove, passando la mano sul petto di Brienne fino al fianco di lei. Brienne chiude gli occhi a quella sensazione.
 
“Riesco a sentirti pensare,” le mormora nell’orecchio e, a quello, lei riapre gli occhi, allungando il collo per guardarlo male.
 
“Mi sto rilassando,” lei replica.
 
“I tuoi muscoli sono tesi, e credo che tu non sia riuscita a sonnecchiare nemmeno un po’, vero?” Lui alza la testa, sorridendo, mentre continua ad accarezzare l’intera lunghezza del corpo di Brienne, in modo lungo e lento.
 
Lei sbatte le palpebre. “Stavi dormendo, Jaime,” lei ribatte, arrossendo leggermente mentre si ammorbidisce sotto il tocco di lui. “Come faresti a saperlo?”
 
“Ho imparato l’arte del sonnecchiare senza dormire,” lui replica con un occhiolino, sporgendosi per baciarla.
 
Lei si rilassa contro di lui, pensando che dovrebbero rivestirsi e tornare dagli altri; il cuore le si spezzerà ancora di più quando lui se ne andrà se lo rifacessero un’altra volta; Brienne non dovrebbe essere così distratta, anche se è stato solo per un paio d’ore, perché il mondo è troppo pericoloso per lasciarle abbassare la guardia per troppo tempo; potrebbero non resistere per un altro inverno, e il salvare i bambini dovrebbe essere il suo unico obiettivo.
 
Jaime se la tira stretta a sé, le mani di lui sono calde e minuziose, i baci di lui sono profondi e famelici. Lei va incontro a quella fame con la propria, e crede che potrà essere perdonata per il fatto di volere tutto questo, di voler cogliere qualsiasi momento di felicità riesca a trovare, non importa quanto sia fugace. Il mondo è finito, lei pensa mentre le carezze delle mani di Jaime diventano più esigenti, facendola annaspare e inarcare contro di lui, e se non c’è alcuna felicità da trovare, allora perché disturbarsi tanto a sopravvivere?
 
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Quando tornano, ad Hyle basta una sola occhiata verso di loro per far sì che la sua espressione diventi fragorosamente sprezzante. Lui si volta verso Jaime, schernendolo, “Così mi hai rubato l’dea, non è vero?”
 
Jaime si acciglia, ma prima che possa replicare, Brienne chiede, “Che idea?”
 
Hyle replica, con occhi duri come la pietra, “Non te l’ha detto? L’Insediamento Martell non lo vuole fare entrare. Nessuno vuole lo Sterminatore di Re.”
 
Brienne assottiglia lo sguardo. “Quello che c’entra con la ‘tua idea’? Qual è la ‘tua idea’?”
 
Hyle ride, in modo ostile e arrabbiato. “Bè, scoparti in modo da controllarti, ovviamente. E tu sei proprio abbastanza stupida da cascarci! Ti sei scordata che lui è lo Sterminatore di Re? Pensi che non ti ucciderà una volta che non avrà più bisogno di te?”
 
Brienne boccheggia e Jaime si infuria. Fa un passo verso Hyle, digrignando i denti dalla rabbia, ma poi si ferma sui suoi passi quando Brienne inizia a ridere.
 
Jaime si volta a fissarla, scioccato dal fatto che dopo tutto quello che era accaduto negli anni dopo l’Evento, questo sia stato ciò che finalmente l’ha spezzata.
 
Brienne sta ridendo così forte che delle vere e proprie lacrime le stanno scendendo lungo le guance. Lei si ferma, guardando Hunt con occhi increduli, per poi scoppiare di nuovo a ridere a crepapelle. Si tiene lo stomaco con le mani mentre si piega in due dalle risate.
 
Tutti le altre persone nella radura—i bambini che non sono in perlustrazione, le sorelle Sand, e gli amici di Hunt—si affrettano verso di loro, e Jaime non sa se dovrebbe prendere a pugni l’espressione ugualmente confusa via dal volto di Hunt, o se dovrebbe gettare le braccia intorno a Brienne, dicendole che sarebbe andato tutto bene.
 
Finalmente, Brienne si ferma, cercando di riprendere fiato, alzando di nuovo lo sguardo su Hunt, gli occhi di Brienne nuotano in un mare di lacrime causate dalle risate.
 
Quella era la tua idea?” lei riesce finalmente a dire. “Credevi che tutto ciò che dovevi fare per controllarmi era scoparmi? Tu?” Lei inizia di nuovo a ridacchiare e si tappa la bocca con una mano, faticando nel cercare di controllarsi. “Oh, dèi—credevi davvero di star flirtando con me, non è così?” E lei inizia a ridere in modo irrefrenabile un’altra volta.
 
“Brienne?” Jaime dice, procedendo con cautela. Per un attimo, ha un improvviso duro ricordo di Cersei, del modo in cui si era comportata quella notte in cui lui era tornato a casa e l’aveva trovata a mettere dell’antighiaccio nel cibo dei bambini. Anche lei stava ridendo, quella volta, prima di iniziare ad urlare.
 
Jaime scruta intensamente Brienne.
 
No, lui pensa, non c’è quel vuoto assoluto che aveva visto negli occhi di Cersei quella notte. Brienne sembra solo…genuinamente divertita...e quello è ancora più disorientante.
 
Brienne riesce finalmente a controllarsi, e si raddrizza, asciugandosi gli occhi.
 
“Hyle,” lei inizia, quasi in modo gentile, “sei così fottutamente stupido, che sono tentata di castrarti anche solo per assicurarmi che tu non possa trasmettere quella stupidità a dei poveri bambini ignari.”
 
Hyle sputacchia e Brienne scuote la testa, alzando una mano.
 
“Mi avevate umiliata,” lei continua, e adesso la sua voce è fredda anche se Brienne ha ancora un sorriso in faccia. “Tu e tuoi amichetti. Mi avevate trattata come un gioco, come qualcosa da usare e rompere per il vostro divertimento, e poi mi avevate gettata via come spazzatura.”
 
Jaime emette un rumoroso respiro sibilante, abbassando la mano verso la propria pistola. Brienne gli lancia un’occhiata.
 
“Oh, non si era trattato di stupro, Jaime—era una scommessa da ragazzi di confraternita su chi di loro sarebbe riuscito a ‘sedurmi’ abbastanza da permettergli di...com’è che tu e i ragazzi avevate detto quella notte, quando ti stavano dando i soldi? Ah, già: ‘sverginarmi’.”
 
La mente di Jaime è in un turbinio di pensieri. “Gli stavano dando i soldi?”
 
Brienne fa un gesto noncurante a quelle sue parole. “Ti racconterò tutto più tardi.” Lei si volta di nuovo verso Hyle e i suoi amici. “L’unico motivo per cui ciascuno di voi è ancora vivo è perché c’è già stata abbastanza morte, e se la razza umana dovrà sopravvivere, dobbiamo smetterla di ammazzarci a vicenda. Ma solo perché vi ho permesso di restare qui non significa che io abbia dimenticato—o perdonato—quello che tutti voi avete fatto.”
 
Hyle sogghigna. “Ti stai rivoltando contro di noi solo perché lo Sterminatore di Re ti ha scopata. Lui l’ha fatto soltanto per convincerti a permettergli di farlo rimanere qui. Nessun altro è abbastanza stupido da averlo, non importa quanto lui se li scopi.” Lo sguardo di Hyle va a Tyene Sand e poi torna su Brienne, il suo sogghigno si accentua.
 
Brienne inarca un sopracciglio. “Non è per quello che mi ha scopata.”
 
La tensione nel petto di Jaime si alleggerisce leggermente.
 
“Non lo sapevi che ti avevo scopata per soldi,” Hyle ribatte.
 
“Bè, quello fa di te una puttana, Hyle, ma per quanto riguarda Jaime, bè, lui lo sapeva già che sarebbe il benvenuto qui, se dovesse scegliere di restare. Proprio come lo eri tu, proprio come lo sono tutti i bambini. Anche le nostre ospiti dall’Insediamento Martell sono le benvenute ad unirsi a noi, se lo desiderano.” Lei lancia uno sguardo a Tyene e dopo a Jaime.
 
“Sul serio?” Jaime commenta. “Pensi ancora...?” Lui sospira, alzando gli occhi al cielo.
 
Brienne gli sfodera un’occhiataccia accigliata, per poi far tornare la sua attenzione ad Hyle. “Non sono più la ragazza che conoscevi diverse vite fa.” Lei sorride leggermente. “E nemmeno allora ero così facilmente controllabile, non importa ciò che tu e i tuoi compagnucci di confraternita pensavate.”  Lei piega la testa di lato, esaminando attentamente Hyle e i suoi amichetti.
 
“Ne eri davvero convinto, non è così?” lei chiede, con le labbra che le iniziano di nuovo a contrarsi, così lei le stringe con fermezza. Brienne si schiarisce la gola, continuando, “Eri davvero convinto che io sarei stata, cosa? Abbastanza disperata da accontentarmi di te? Non sei davvero l’ultimo uomo al mondo, e anche se lo fossi, non ti prenderei lo stesso.” Lei scuote la testa. “Credo che sia meglio che tu e i tuoi amici torniate all’Insediamento Martell quando le mie ospiti saranno pronte ad andarsene.” Lei lancia un’occhiata alle sorelle Sand, che la stanno fissando con diversi gradi di rispetto e sorpresa. “Se vi vorranno, ovviamente.”
 
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Nei giorni successivi, è sorprendentemente difficile beccare Brienne da sola. O forse non è così sorprendente, Jaime pensa tristemente. Brienne lo aveva guardato a malapena dal suo scontro con Hunt e i suoi amichetti.
 
Bè, almeno sembra che Tyene abbia rinunciato al suo corteggiamento ostinato, quindi è già qualcosa.
 
Non che Jaime non sia altrettanto occupato. Pattuglia il perimetro, insegna ai bambini delle tecniche di sopravvivenza, passa del tempo coi suoi figli, e pensa a Brienne.
 
Sa che le altre persone di quest’insediamento non lo capiscono. Lui stesso non è sicuro di capirlo. Brienne non è qualcuna che si potrebbe definire bella. Lei ha la faccia sfregiata, ha il seno piccolo, è più alta di lui e lui è alto un metro e novanta, e lei probabilmente potrebbe spezzarlo in lui se lo volesse. È diversa da Cersei—bellissima, fragile, instabile Cersei—in ogni aspetto possibile...e forse questo è parte di ciò che lo attrae di Brienne.
 
Quando guarda Brienne negli occhi, non vede altro che onestà sotto la sua diffidenza e la sua rabbia. Quando le parla, sente la forza che sta alla base delle sue convinzioni e il suo desiderio di proteggere i bambini. L’inferno in cui sono sprofondati potrà averla segnata, ma non l’ha spezzata, e quello fa in modo che lui voglia proteggerla ancora di più.
 
Forse Jaime non ha bisogno di capire cosa lo attrae di lei, o il perché. Forse ha soltanto bisogno di accettarlo così com’è.
 
Si siede accanto al falò collettivo e la osserva con occhi cupi, mentre lei mostra un’altra volta ai bambini più piccoli come legare una trappola, ispezionando i loro sforzi. Il sole le splende nei suoi capelli color paglia, facendoglieli luccicare nella luce.
 
E lui vuole disperatamente scoparsela—o almeno stringerla tra le braccia—un’altra volta, anche se dovrebbe essere una cosa scontata. Almeno lo dovrebbe essere per lei.
 
Lancia un’occhiata ad Hunt, che è seduto al lato opposto del falò, e Jaime non riesce ad evitare di ghignare alla vista del viso gonfio e pieno di lividi dell’altro uomo. Hunt e i suoi amici lo avevano approcciato negli ultimi giorni, separatamente e insieme, cercando di fargli ammettere che lui è interessato a Brienne solo perché vuole il controllo dell’insediamento e dei bambini. Dopo tutto, lui un tempo aveva ucciso un Re in un tentativo non riuscito di conquistare il trono, a detta loro.
 
Lui si era limitato a deriderli e ad allontanarsi ogni volta che si imbatteva in loro...tranne una volta. Hyle Hunt aveva commesso l’errore di azzardarsi a chiedere se Jaime avesse chiuso gli occhi e avesse immaginato un’altra donna mentre si scopava Brienne, come aveva fatto Hunt. Il pugno di Jaime aveva rotto il naso di quel bastardo con uno scricchiolio appagante.
 
Jaime non vede l’ora che Hunt e i suoi compari se ne vadano.
 
Jaime osserva Brienne sorridere ai bambini per poi allontanarsi vero la sua propria baracca. Lui si rialza senza nemmeno guardare i suoi compagni, e si affretta a seguirla.
 
Forse riuscirà a convincerla almeno a parlargli; per farsi almeno dire se lei crede alle accuse di Hunt oppure no.
 
Lui bussa.
 
C’è un momento di silenzio e poi Brienne apre la porta.
 
Lei lo fissa in silenzio, il suo viso non ha espressione, i suoi bellissimi occhi blu sono guardinghi.
 
“È vero che l’Insediamento Martell Town non vuole farmi entrare,” lui inizia, “ma ciò non ha nulla a che fare con quello che è successo al laghetto.”
 
Brienne sbatte le palpebre, e Jaime si domanda cosa risponderebbe lei se lui le dicesse che tutto ciò che vuole è rimanere qui, con lei, e affogare nei suoi occhi blu.
 
Lui continua, “Non ho intenzione di degnare le accuse di Hunt di una smentita, ma se vuoi che io me ne vada, me ne andrò. Non me andrò molto lontano perché ho bisogno di rimanere vicino ai miei figli, ma potrei vivere fuori dall’insediamento se è questo che desideri.”
 
Lei si acciglia, piegando la testa di lato. “Perché dovrei volerlo?”
 
Lui aggrotta la fronte. “Mi stavi evitando.”
 
“Bè, ero imbarazzata dall’idea che tutti potessero capire quello che abbiamo fatto anche solo guardandoci.”
 
Jaime inarca un sopracciglio. “Davvero. Tutto qui?”
 
Brienne arrossisce. “Bè…” lei abbassa lo sguardo, sposandosi sul posto in modo imbarazzato. “Mi sono venute le mestruazioni,” lei borbotta.
 
Jaime si acciglia. “E quindi?”
 
Il rossore di Brienne si intensifica. “E…bè…sai…”
 
Il cipiglio di Jaime si acuisce. “Pensi che si tratti solo di sesso?”
 
Lei rivolge una breve occhiata al viso di Jaime, prima di distogliere nuovamente lo sguardo.
 
“E’ così,” lui si dà una risposta, il proprio cipiglio svanisce.
 
“Bè, che altro c’è?” lei mormora.
 
Jaime si morde il labbro per evitare di ridere. “Bè il sesso è certamente importante,” lui replica, con una voce così solenne che lei finalmente lo guarda abbastanza da rivolgergli un’occhiataccia sospettosa. “Era passato molto tempo dall’ultima volta che l’avevo fatto,” lui aggiunge, facendo spallucce. “Ma non ti ho scopata soltanto perché volevo scoparti...anche se volevo davvero davvero davvero farlo, in caso tu non l’avessi notato. Ma questo...quello che sta succedendo tra noi due...è anche alimentato dal tuo coraggio, dalla tua forza, dalla tua determinazione, dal tuo ottimismo, dal modo in cui hai fatto tutto il possibile per proteggere i bambini che si trovano sotto la tua responsabilità, dal modo in cui non ti fai abbattere da nessuno e da un milione di altre cose che non ho il tempo di descriverti perché ci metterei una vita intera, e tutto questo fa in modo che io voglia scoparti di nuovo fino a quando non griderai il mio nome.”
 
A quello, Brienne rialza di scatto la testa, gli occhi le si spalancano e le diventano più scuri. Lei volta la testa velocemente per guardarsi intorno.
 
“Jaime! Non si può mai sapere chi potrebbe stare ascoltando!”
 
Jaime scrolla le spalle, sporgendosi più vicino a lei. “Lasciali ascoltare. Diremo ai bambini più piccoli che ti sto facendo il solletico senza pietà.”
 
Lei sbatte le palpebre, e poi un sorriso riluttante le piega le labbra.
 
Lui sorride mentre un po’ della sua tensione si scioglie. “Avevi creduto a quello che aveva detto Hunt?”
 
A quello, lei sbuffa leggermente dal naso. “Non credo a niente di quello che dice Hyle,” lei risponde in modo secco. “Come avevo detto a lui, non era necessario che tu mi scopassi per rimanere qui, ed entrambi lo sapevamo prima di quella giornata al laghetto.”
 
“E allora perché mi stavi evitando?”
 
Brienne scrolla le spalle. “Tyene è bellissima.”
 
“Sì, lo è,” lui ribatte, “ma lei non è te.”
 
“Non c’è niente di speciale in me.”
 
“Lascia che a deciderlo sia io, va bene?”
 
Lei si acciglia.
 
Lui si sporge ancora più vicino, mormorando, con voce bassa e peccaminosa, “Fammi entrare e ti farò vedere quanto sei speciale.”
 
Brienne si lecca le labbra, e lui quasi grugnisce. “Come—come—ho detto prima, ho il ciclo.”
 
Jaime allunga una mano e le accarezza la guancia. “Non sto parlando di sesso,” lui dice, “anche se non sono contrario ad una rovente sessione di pomiciate, se ti va.” Lui sorride. “Hai delle mestruazioni dolorose? Hai bisogno di un massaggio alla schiena o qualcosa del genere?”
 
Lei boccheggia guardandolo. “Un massaggio alla schiena?”
 
Lui scrolla le spalle. “Cersei era solita avere delle mestruazioni molto dolorose. Un massaggio alla schiena sembrava aiutare.”
 
“Non...non ho mai ricevuto un massaggio alla schiena,” Brienne replica con dell’interesse crescente.
 
“Allora fammi entrare.”
 
Brienne sorride lentamente, facendosi da parte per lasciarlo passare.
 
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Un paio di giorni più tardi, le sorelle Sand se ne vanno, portando con loro Hyle, i suoi compari e Margaery Tyrell. Brienne non è sorpresa; Margaery è invaghita di Mark Mullendore e, anche se avevano tentato di convincerla a restare, lei è determinata a rimanere con l’uomo che dice di amare.
 
La vita è un po’ più difficile adesso che Margaery e gli altri li hanno lasciati, con solamente cinque sedicenni e due adulti rimasti a proteggere gli altri. Comunque, la vita è abbastanza tranquilla e forse anche...Brienne osa a malapena pensare a quella parola: felice.
 
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La tarda primavera si trasforma in un’estate piena di lunghe giornate calde e asciutte, e Brienne è grata che si siano stabiliti così vicini al fiume. Finiscono finalmente il mulino ad acqua e lei e Gendry, Robb e Ygritte vanno ad Approdo del Re a frugare per trovare dei tubi e delle grondaie. Quando tornano, Gendry, Edric e Mya rattoppano un sistema d’irrigazione improvvisato così da poter innaffiare le loro coltivazioni fin troppo misere giorno dopo giorno passati senza pioggia. Le giornate non hanno fine mentre il calore e il sole fanno seccare gli alberi che li circondano.
 
Brienne e Jaime ripetono in continuazione ai bambini quanto ci sia bisogno di fare attenzione al loro falò collettivo, del dover controllare sempre che non ci siano scintille o del fatto che devono assicurarsi che il fuoco sia quasi spento o completamente spento prima che si ritirino nelle loro baracche per dormire. Jon Snow e Jeyne Westerling lavorano coi bambini più piccoli per costruire delle zattere che possono tenere pronte sulla sponda del fiume, mentre Jaime addestra tutti loro—anche Rickon e Tommen—sulle procedure di evacuazione.
 
“Almeno il fiume è relativamente calmo da qui alla Baia,” Jaime mormora un pomeriggio, mentre è fuori a cacciare insieme a Brienne.
 
Lei annuisce. “E’ comunque profondo in alcune zone.” Lei scuote la testa, sospirando. “Aveva piovuto di più lo scorso anno.”
 
Jaime ghigna guardandola. “Non puoi controllare ogni cosa, Brienne. E tu e i piccoli avete fatto dell’enorme progresso in soli due anni. Più di quanto non abbiano fatto altri.” Lui fa una smorfia per poi scuotere la testa. “Avete costruito dei ripari, stabilito e mantenuto un perimetro protettivo. State coltivando, raccogliendo e conservando del cibo per l’inverno. Avete acqua, e siete abbastanza vicini a ciò che resta di una città per poter rovistare e cercare quello di cui avete bisogno quando ne avete bisogno.”
 
“Ma non basterà, vero? Non saremo in grado di restare qui, non è così?”
 
Jaime esita. “Potremmo,” lui risponde, facendo spallucce. “E’ solo che non mi piace non avere un campo visivo.”
 
“Nessuno riuscirà a trovarci, se non saremo noi a mostrar loro dove siamo.”
 
“Non è del tutto vero ormai. Hyle Hunt e i suoi compari non hanno più alcun motivo per proteggerci. L’Insediamento Martell è abbastanza amichevole al momento...ma se a loro iniziassero a scarseggiare le risorse, sapendo bene che noi le abbiamo? Che faremmo in quel caso?”
 
Lui si guarda intorno, verso gli alberi e la sterpaglia. “Siamo nascosti; ma lo è anche chiunque altro possa venire a cercarci.”
 
“Quindi che stai suggerendo?” lei ringhia.
 
Jaime sospira, massaggiandosi la tempia. “Voglio un qualche posto alto, così da farci avere un campo visivo in tutte le direzioni. Un qualche posto che potremmo rinforzare con cibo e acqua, armi e munizioni. Un qualche posto dove potremmo resistere a un assedio, se ne dovessimo avere bisogno.”
 
Brienne si ferma e si volta a fissarlo. “Vuoi un castello,” lei afferma in tono piatto.
 
Lui fa un sorrisetto. “Voglio un castello.”
 
*/*/*/*/*
 
La sala di controllo torna a fuoco, e Brienne si volta verso Jaime con un cipiglio.
 
“Come cazzo faranno a mantenere un castello con due adulti e diciannove bambini?” lei ringhia.
 
Jaime alza le mani in finta resa. “Non chiederlo a me, Brienne! Chiedilo al Jaime dell’universo Mad Jon!”
 
“Tu hai i suoi ricordi!”
 
“E tu conosci le regole: non ci scambiamo informazioni su quello che le nostre controparti sanno.”
 
“Lui li farà finire tutti ammazzati!”
 
Jaime sospira, sporgendosi più vicino. “Quell’universo li farà finire tutti ammazzati.”
 
Brienne sbatte le palpebre e ringhia, e Jaime non riesce ad evitare di ridacchiare.
 
“Abbi un po’ di fede nella Brienne dell’universo Mad Jon,” lui dice, “e negli altri. Sono riusciti a sopravvivere fino ad ora, sai.”
 
Lei si placa, borbottando sottovoce quelle che Jaime è certo siano imprecazioni.
 
*/*/*/*/*
 
Il computer fa bip e si preparano con della cupa determinazione.
 
Una volta che sono pronti per l’esperimento, Brienne lo guarda male, ringhiando, “Odio questo fottuto universo,” e preme invio.
 
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--- Piccolo momento “pubblicità”. Ho iniziato a tradurre una fanfiction su HOTD qualche settimana fa. Non mi sarei mai aspettata di tradurre quel tipo di storia….ma eccoci qui. Me ne sono troppo innamorata.
So che alcuni di voi già l’avevano notato, visto che ho improvvisamente trovato alcuni di quelli che seguono o recensiscono o hanno tra le preferite questa ff anche a mettere tra le preferite/seguite/o a recensire anche quella storia, quindi grazie del supporto <3
 
Vi lascio il link, se vi andasse di dare un’occhiata ad una storia davvero unica e inspiegabile, lol: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4053153


 
 
 
--- Traducendo, mi è venuta in mente una piccola curiosità random (lo ammetto mi è venuta in mente in base all’ultimo capitolo della ff su HOTD che ho tradotto, cioè il quarto…chi sa, sa.)
 
A volte questa cosa può sfuggire ai lettori, ma è piuttosto ovvio che Oberyn stesse avvelenando Tywin poco prima della morte di entrambi, nei libri. Ne abbiamo chiari indizi, anche per via di alcune battutine di Oberyn.
 
Oberyn è infatti esperto di veleni, e Tywin mostrava i sintomi di un determinato veleno prima di morire per mano di Tyrion. Un veleno che causa una morte lenta, chiudendo stomaco e intestino alla vittima, e che poteva apparire naturale.
 
Anche il fatto che Tyrion lo avesse trovato in bagno era possibilmente collegabile alla sensazione di dover andare a tutti i costi in bagno che un certo veleno riesce a causare. Il veleno in questione si chiama ‘Sangue di Vedova’.
 
Quindi sì, Tywin sarebbe morto comunque, indipendentemente da Tyrion.
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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