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Autore: KurryKaira    06/06/2023    1 recensioni
Bulma e Vegeta, ormai adulti, chiacchierano sotto la luna ripensando teneramente alla loro vita e alle fasi più importanti del loro rapporto!
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Tornassi indietro lo rifaresti?- La donna un po' in là con gli anni sorseggiava il suo bicchiere di vino su una sedia in vimini sotto la luna che illuminava il suo giardino.
Il vento soffiava appena in quella notte primaverile.
Il marito, col suo solito broncio, si voltò a guardarla mentre si godeva la serata steso su uno sdraio accanto a lei, ruppe il bicchiere di vetro, ormai vuoto, sul tavolino che li divideva.
- Ma perché?!- Gli urlò lei.
- Volevo ancora un po' di vino, ma è finito.-
- Ti sembrava un buon motivo per prendertela col bicchiere?! Volevo discutere di qualcosa di romantico ma adesso la mia risposta è "no, tornassi indietro non mi lascerei infinocchiare da uno scimmione!"-
Di tutta risposta lui rimase calmo:- Se ti arrabbi le tue rughe aumentano.-
Allora anche lei ruppe il bicchiere, sulla fronte di lui.
- Di che stai parlando? Rifare cosa?- Chiese togliendosi le schegge una ad una dalla faccia.
- Tutto questo- rispose lei, riprendendo la calma, indicando sé stessa e la casa.
Lui non la capiva e lei sbuffò:- Sei contento di aver messo su famiglia con me??- Fu più chiara e lui imbarazzato sussultò:- Ma che domande sono?! Così all'improvviso- non convinto e un po' preoccupato aggiunse:- Stai morendo?!-
- Non sto morendo!- Cercò un altro bicchiere da rompergli addosso, ma erano terminati. Sbuffò ancora la donna dai corti capelli chiari:- Volevo solo essere romantica, non è facile con te, sai?- Si alzò dalla sua sedia per stendersi accanto o quasi addosso al marito che, tra il fastidio e la sorpresa, la lasciò fare.
- Ti costa tanto rispondere?- Ribadì naso a naso un po' offesa.
- Certo che lo rifarei.-
- Uhh!- Si illuminò:- Non credevo l'avresti detto!-
- E perché me l'hai chiesto allora?!-
- Pensavo te ne saresti uscito con...- alterò la voce:- ..."no, se non fosse per te e quei marmocchi, avrei battuto Kakaroth da un pezzo!"-
Il Saiyan alzò gli occhi al cielo ma poi ridacchiò:- Sarebbe stato bello, ma anche tu non sei male.-
La donna fece finta di prendersela per poi ridere di gusto lasciandosi riscaldare dalle possenti braccia dell'amato.
- Secondo me molti dei nostri amici ancora sparlano della nostra relazione!- Continuò ridendo.
- Io non ho amici, i tuoi semmai.-
- E piantala, Chichi e Goten abitano praticamente con noi si può dire.-
- Quelli non sono amici. Goten è il figlio acquisito del nemico.-
- Che tenero! Questa gliela racconto!- Al che il Saiyan ruppe il tavolo lanciandolo via e la moglie lo fulminò con il solo sguardo.
- E comunque non credo che Chichi e Goten parlino male di noi.-
- No no, loro no. Parlo di altri, che comunque avrebbero anche ragione...- ridacchiò di nuovo e il marito sbuffò.
- Quindi tornassi indietro non lo rifaresti?-
- Lo rifarei in tutte le mie vite- e lo baciò perdendosi in vecchi ricordi.

Una giovane Bulma uscì dalla doccia in tutta fretta, i capelli un po' arricciati, bagnati, le scivolavano lungo la schiena. Prese il lungo asciugamano color panna e se lo attorcigliò attorno correndo lungo il corridoio quasi inciampando sulla scia d'acqua che lei stessa lasciava.
- Maledetto Saiyan!!- Urlò beccandolo con la faccia da colpevole in fondo a quel corridoio.
- Ce l'hai con me, donna?!- Rispose scontroso, tanto da sembrare seriamente minaccioso.
- Dove sono i miei vestiti?!-
- Non so di che parli- guardò altrove.
Lei furiosa spiò fuori dalla finestra vedendo benissimo i suoi abiti gettati su di un albero a caso del giardino.
Lo strattonò:- Sono più furba di te, Vegeta. Non pensare di fregarmi.-
Vegeta:- Sarai furba, ma non voli- sogghignò pensando di aver vinto.
Bulma faccia a faccia:- Oh no, ma ho un ex che mi vaga in casa che lo sa fare.-
Vegeta alzò lo sguardo al cielo, aveva ragione lei:- Mi toccherà ucciderlo- disse e a lei venne da ridere.
Fu una risata così spontanea che lui per un attimo dimenticò il motivo di quello screzio incantandosi su quel sorriso e quella pelle liscia e fresca.
- Non dovrei ridere- disse lei ancora tra le risate:- Visto che potresti farlo davvero- posò una mano sulla spalla del Saiyan che tremò appena.
In effetti trovava assurdo lei stessa questa improvvisa fiducia nei confronti di quella terribile creatura che era approdata sul loro pianeta per sterminarli. Non sapeva nemmeno lei perché, ma ora lo trovava quasi innocuo.
- Comunque- aggiunse lei sensuale, la pacca sulla spalla si trasformò in una carezza sul collo con appena due dita:- se vuoi vedermi nuda basta chiedere- ridacchiò di nuovo.
Lui le urlò contro agitato:- Ma sei scema?! Sei fuori strada! Mi vendicavo per quelli stupidi abiti che mi hai fatto indossare! Ricordi?!-
- Che stupida vendetta! Non ha senso, sii sincero con te stesso- Gli fece l'occhiolino continuando a prenderlo in giro dirigendosi verso la sua camera, dove l'attendevano centinaia di altri vestiti.

Sotto quella luna di primavera la donna prese ancora in giro l'ormai storico compagno:- Certo però che eri davvero stupido. Lo sei ancora.-
- Non sono stupido. Non volevo vederti nuda, non mi interessavi neanche un po'.-
- Ah sì?- Non ci credeva minimamente.
- Se avessi voluto sarei entrato in quel bagno e ti avrei fatta mia sotto la doccia.-
- Uoooh!!- Esclamazione da ultrà:- Ma sentilo!!-
- Si faceva così dalle mie parti.-
- Ma piantala! Quali parti? Eri praticamente un bambino quando il tuo pianeta è esploso! Che ne potevi sapere!-
- Sapevo benissimo- si alzò di scatto gettandola sullo sdraio e posizionandosi quasi sopra di lei:- Vuoi vedere?- Tra il minaccioso e il sensuale.
Lei rise di gusto:- Ma dove vuoi andare? Vecchietto!-
Quella donna sapeva sempre affondare colpi più devastanti dei suoi, doveva ammetterlo. Però sorrise pensando a quanto la desiderasse ancora ogni tanto, proprio come allora.

Quella notte era una notte simile a questa. Il vento muoveva le tende rossastre nella stanza di lei, vestita di seta, rannicchiata tra le sue lenzuola tratteneva male i singhiozzi.
Lui, appena fresco da una doccia, tornato dal suo allenamento nella camera gravitazionale da lei costruita, passando per quei corridoi la sentì.
Per sua natura sarebbe andato dritto, verso il letto che gli avevano offerto in quei giorni; preoccuparsi per gli altri non faceva parte della sua educazione. 
Però qualcosa lo trattenne, dannazione! Che mai gli aveva fatto quella strega?!
Aprì la porta talmente in fretta che quasi la scardinò, lei sussultò per lo spavento per poi riprendere le coperte tra le mani e ricoprirsi timidamente:- Ma sei impazzito?!- Gli urlò contro tanto per cambiare, ma i suoi occhi rossi non mentivano.
Lui le parlò nervoso ma con un vistoso imbarazzo:- Piangevi! Ti ho sentita piangere!-
Bulma:- Hai vinto! Piango! Vuoi un premio?!- La voce era così alta che probabilmente li sentivano anche dal palazzo del Supremo.
Lui si sedette a braccia conserte sul suo letto, vicino ai suoi piedi.
Lei ora più imbarazzata di lui:- Si può sapere che vuoi?!-
- Senti- le disse abbassando la voce, serio:- donna- sembrava un vecchio samurai:- tu mi sei stata accanto più volte in queste settimane, immagino di dover ricambiare in qualche modo.-
Le accarezzò la guancia asciugandole una lacrima, ma i suoi movimenti erano sempre molto rozzi.
- Tu sei completamente uscito di senno- disse infatti lei quasi inorridita dai suoi gesti, ma poi alzò le spalle e non trattenendo più i singhiozzi si lasciò sprofondare tra le braccia di lui. Lui, che in realtà non aveva affatto previsto questa situazione, una donna estremamente sexy che sfiorava col suo il petto di lui, si sentì debole.
Non era la prima volta che gli era successo; purtroppo, nella sua vita, più di una volta si era sentito debole, ma sorrise, perché quella era la prima volta che sentirsi debole gli sembrava così bello. Timidamente sfiorò i capelli di lei in una pacca consolatoria.
- E' quello scemo del mio ex!- Disse lei pronta a sfogarsi con quel pazzo omicida.
- Devo ucciderlo?-
- No, non devi ucciderlo- disse seria non capendo se lui fosse ironico o meno:- Però è carino da parte tua averlo proposto- dolce come se non avesse detto qualcosa di altrettanto raccapricciante.
Si soffermò a guardare quegli occhioni neri così seri adesso, trovandoli adorabili, e sorrise mentre quei lunghi capelli scompigliati le si incollavano su quelle guanciotte rosse e bagnate.
- Perché mi guardi così?- Disse lui in preda a un piccolo infarto, ok, non era stato toccato spesso da esseri viventi del sesso opposto e questo già bastava ma questa femmina poi, pensava, era la creatura più bella che avesse mai visto.
Si ritrovò a baciarla senza nemmeno rendersene conto. Non si preoccupò nemmeno se a lei andasse bene o no, d'altronde lui questo pianeta era venuto a distruggerlo.
Ma appena lei gli tirò un ceffone sulla fronte lui si staccò immediatamente, come se la sua opinione gli interessasse in fondo. Che cosa gli stava facendo quella maledetta strega?!
Lei però non disse nulla e rimase a guardarlo sbattendo quegli occhioni lago. Rimasero a fissarsi per qualche secondo, poi lei ancora una volta alzò le spalle e ridacchiò lanciandosi al suo collo.
- Lo sapevo di piacerti!- E ricambiò quel bacio salendo sensualmente sulle sue cosce, sfregandosi piano sul quel corpo pieno di cicatrici, la voglia di contarle una ad una era sempre di più.

- E dai! La prima volta io e te, ammettilo che ti ho fatta mia senza pensarci troppo! Proprio come un vero Saiyan!- Era tornato a stendersi accanto a lei.
- Ma tu sei convinto che quella notte sei stato tu a portare a letto me?!-
- Non è stato così?-
Lei gli rise in faccia come poche volte nella vita aveva fatto:- Ma perché mai indossavo una camicia da notte sexy? Non te lo sei mai chiesto?!-
Lui si zittì, la cosa lo fece riflettere.
- Guarda che ti ho incastrato anche con Trunks eh...-
- Maledetta strega- ogni tanto lo ripensava ancora dopo anni.

Passarono molte notti all'epoca a soffocare l'uno nel corpo dell'altra, e passarono anche molte mattine, la passione certo non li mancava.
- Dove vai?- Le disse poi lei quel giorno.
- Abbiamo giocato abbastanza non credi?- Era in volo, a pochi metri dalla donna per cui provava assurdi sentimenti.
Il sole era alto ma il vento era forte, le foglie di quel giardino che recintava l'abitazione Brief volavano via e a volte taglienti li finivano addosso.
- Giocato?!- Disse lei stringendo i pugni.
- Che t'aspettavi da me? Un cagnolino o un bravo marito?-
Lei non rispose, lo guardava severa.
- Io non sono Kakaroth.-
- E non lo sarai mai.-
Quest'affermazione ferì il suo orgoglio ancora di più, si era reso conto che più era il tempo che passava con quella donna più a rimetterne era il suo allenamento.
Non si degnò di risponderle, guardò avanti a sé e sparì davanti agli occhi fieri di lei che si limitò a dirgli:- ciao- seppur sapendo che lui non poteva più sentirla.

- Sei stato proprio uno stronzo sai?-
- Sono stato anche troppo gentile con te- di tutta risposta il Vegeta forse più maturo.
- Che poi, bravo marito Goku? Non lo conoscevi proprio- continuò lei con estrema serietà, lui ridacchiò appena, in effetti non era mai diventato un Saiyan come Kakaroth, ma sotto alcuni aspetti era riuscito a diventare un uomo migliore di lui.

Quando lui tornò stremato dal suo viaggio la ritrovò lì, nello stesso punto in cui l'aveva lasciata, pensò stupidamente che non si fosse mai mossa da lì. Il suo cuore batté appena, ma il ghiaccio che era tornato a coprilo non permise nemmeno a lui di sentirlo. In effetti non era possibile che lei stesse lì da allora, erano passati mesi, ed era anche cambiata, i capelli erano corti e i fianchi gli sembravano leggermente più larghi. Avvicinandosi notò che stringeva un esserino tra le braccia.
- Ciao- gli disse allora lei di nuovo, con la consapevolezza che adesso poteva sentirla.
Lui non le rispose comunque, in quel periodo di duro allenamento era peggiorato nei modi.
Ma notò che il suo sguardo si posò sulla creaturina.
- E' tuo figlio.-
- Non è vero- rispose d'istinto, ma il piccolo giocando lasciò cadere la sua coda lungo il corpo della madre togliendo lui ogni dubbio e lasciandolo senza parole.
Passarono alcuni interminabili secondi e lui, respirando faticosamente, continuò per la sua strada verso la grande casa della donna.
- Pensi ancora che ti ospiteremo?-
- Pensi che vi lasci alternative?- La guardò minaccioso.
- Sei peggiorato- le disse senza paura e con una punta di rabbia.
- Sono tornato in me- disse serio sperando che la maledizione di quella strega fosse finalmente svanita.
- E' nato da pochi giorni ma gli taglierò la coda domani stesso, andrò da un medico chiaramente, non lo farò fare a Pual. Non voglio rischiare di essere uccisa da lui alla prima luna piena.-
Il Saiyan si voltò:- Pual?- Disse dapprima ma poi ignorò:- Tagliargli la coda?- Si avvicinò di scatto a lei e al piccolo:- Sei pazza?! La forza di noi Saiyan è quasi tutta lì!-
- Sì, ma penso che riuscirò ad amare mio figlio a prescindere dalla sua forza, tu invece?-
- Sei arrabbiata, vero?-
- Cosa te lo fa pensare?-
- E a te cosa fa pensare che a me interessi di te e di lui?-
- Allora domani l'intervento si terrà.-
- Fai quello che ti pare- e proseguì verso quella che era la sua camera.

Ripassando malinconicamente la loro vita, Bulma si soffermò su un dettaglio:- Che poi, lo coda ti ha convinto? Magari era figlio di Goku!-
- Non sei divertente- ma il dubbio gli venne, poi continuò:- Hai mai raccontato queste cose a Trunks?-
- Cos'è quel tono? Sensi di colpa Saiyan?- Il marito non rispose e lei continuò:- Da adulto no, anche se ti conosce sai? Penso le darebbe per scontate. Ma sappi che quando era in fasce e tu lontano chissà dove gli parlavo malissimo di te!- Fiera di sé stessa mentre lui dovette ingoiare un boccone amaro, se lo meritava d'altronde.

E in effetti la coda al bambino venne tagliata senza la presenza del padre. Ma lo stesso pomeriggio l'orgoglioso Saiyan si ritrovò a spiare la donna cullarlo in quella stessa camera dalle tende rossastre dove il bimbo era stato concepito.
- Ti vedo che sei lì come un pesce lesso. Mi raccomando non fare rumore, sta per addormentarsi- gli disse con voce dolce.
Lui entrò piano, cercando appunto di non fare rumore:- Non sembra che mi odi.-
- Ti odio tantissimo- col sorriso mentre guardava il piccolo:- è solo che non riesco a dimostrartelo mentre ho lui tra le braccia.-
Vegeta non proseguì il discorso uscì dalla stanza per tornare nella camera gravitazionale. Quando finì di allenarsi la ritrovò all'esterno di quella stanza opprimente.
Lui sussultò quasi spaventato.
- Che vuoi?!- Le chiese.
- Tu puoi spiarmi e io no?- Stizzita.
La donna prese fiato:- Vegeta- gli disse:- Voglio assicurarti che io non mi aspetto niente da te, non mi sono mai aspettata niente da te. Ma Trunks è mio figlio, ancora prima che tuo, e io non ti sarò mai grata abbastanza per avermi fatto un regalo così prezioso.-
Lui rimase ad ascoltarla in estremo silenzio.
- Tu non ti sei degnato di guardarlo negli occhi, ma ti assicuro che è un bambino sano e forte, ed è il più bello che io abbia mai visto. Sei stato bravo, Saiyan.-
Aggrottò appena le sopracciglia lui e lei continuò:- E' chiaro che averti al mio fianco mi renderebbe la donna più felice del pianeta che volevi distruggere ma, ero pronta a crescerlo senza di te. Sappi solo che se un giorno ti sveglierai convinto che quel bambino sia solo tuo e ti balenerà in quella tua testolina di portarmelo via beh...- come mai poteva minacciarlo, la sua forza scappò via all'istante e la lasciò in lacrime senza la capacità di continuare.
La mano di lui da rigida divenne leggera, anche la fronte si rilassò, prese nella sua mano destra la testa di lei spingendola verso il suo petto.
Non le disse nulla ma in quell'abbracciò lei riconobbe il padre di quel suo tanto amato bambino, alzò lo sguardo perdendosi nei suoi occhi ma rimanendo tra le sua braccia:- In un'altra vita io mi sarei perdutamente innamorata di te, lo sai? E ti avrei reso l'uomo più felice del mondo.-
- Ma io sono un Saiyan.-
- Allora ti avrei reso il Saiyan più felice del mondo.-
Lui sorrise spontaneamente:- Non ci vuole molto, noi siamo un popolo famoso per la serenità e la gioia.-
Lei ricambiò il sorriso:- Puzzi, vai a farti una doccia!-
- Mpf- sbuffò lui, ma aveva ragione, aveva appena finito l'ennesimo allenamento.
Quella stessa sera il principe si soffermò ancora una volta a spiare la camera ora buia della bella terrestre, dormiva stringendo innamorata quello scricciolo.
Entrò piano, sedendosi vicino, accorto a non svegliarli.
Guardò il piccolo, aveva già un bel po' di capelli per quell'età, li sfiorò piano e lui infastidito, nel sonno, diede un colpo violento a quella mano.
Vegeta rimase a bocca aperta, che caratteraccio, poi sorrise, altro che la coda, quella era la conferma che quello fosse suo figlio. Si stese accanto a loro addormentandosi in un sorriso.

- Comunque ce l'hai fatta.-
- Cosa?- Disse lei guardandolo, le ore passavano e iniziava a fare un po' di freddo.
- Mi hai reso un Saiyan felice.-
Lei quasi si commosse, poi scherzando gli disse:- Non ci voleva molto.-
- No, non ci voleva molto- ribadì lui.

Lei si accorse della sua presenza solo quando i raggi del sole, dalla finestra, la svegliarono.
Vegeta dormiva, mentre Trunks, sveglio, gli tirava qualche pelo dalle braccia. Lei fermò il figlio sperando che non lo svegliasse, il bambino la guardò scontroso. Simpatico come suo padre, pensò.
Ma il principe, in dormiveglia, blaterò:- Lui è mio figlio, e tu sei la mia donna.-
Gli occhi ancora chiusi mentre lei, col piccino tra le braccia, lo guardava a gambe intrecciate sbattendo più volte le palpebre.
- Non puoi replicare- continuava lui, allora lei lasciò scivolare piano il piccolo sulla faccia dello scorbutico per eccellenza che nervoso si svegliò.
- Che fai?!-
- Ti sei reso conto di ciò che stavi dicendo?-
- Beh?-
- Beh?! Hai detto che lui è tuo figlio e io la tua donna!-
- Perché? Non è la verità?-
Lei gli rise in faccia innervosendolo:- Sei un tipo strano tu!-
Ma lo amava, cavoli. Che pessimo errore innamorarsi di Vegeta. O forse no?
Quel periodo, che non era dei più facili per Vegeta, passò, e tutto sommato si rivelò un padre innamorato come solo un padre terrestre sapeva amare, e Trunks lo sapeva, e in fondo lo aveva sempre saputo anche Bulma.
Lo ritrovò a guardarlo dormire nella sua culla più volte dopo la fine del Cell Game.
- Dì la verità- gli disse un giorno apparendo alle sue spalle quasi come un fantasma:- Lo ami da morire!-
Imbarazzato e scocciato guardò altrove senza risponderle. Ma poi il vento che ancora una volta batteva su quelle tende gli ricordò un altro sentimento. Guardò la madre di suo figlio, le carezzò la guancia e la baciò, non lo faceva da diversi mesi. E lei ancora una volta prese il controllo mettendo lui le braccia attorno al collo:- Dì la verità, tu ami da morire anche me!- Con orgoglio e vanità lo spinse su quel soffice lettone.
E non si sbagliava, lui le rimase accanto, diventando sempre più adorabilmente affabile col passare degli anni.
E un giorno...
- Ehi bello- gli disse mentre guardava annoiato la tv (anche gli allenamenti venivano meno col passare degli anni).
- Ehi bello- ripeté il figlio di pochi anni prendendolo in giro tanto quanto la mamma, a volte non sopportava nessuno dei due.
- Che vuoi?!- Rispose scontroso, e il figlio imitò anche lui:- Che vuoi?!-
- Vedi quella robetta tremenda?- Indicando Trunks che a sua volta:- Vedi quella robetta tremenda?- Amava dare fastidio ai genitori.
Vegeta al figlio:- Vedi che parla di te eh...- e lui:- Vedi che parla di te eh...-
Bulma continuò:- Beh, è arrivato il momento che tu te ne prenda la responsabilità!- Il Saiyan non capiva ma aspettava chiarimenti mentre il mezzo Saiyan:- Beh, è arrivato il momento che tu te ne prenda la responsabilità!-
Bulma:- Devi sposarmi!-
Vegeta:- Eh?!-
Trunks:- Devi spos... no aspetta, questo non mi interessa, il gioco non mi piace più, ciao!- Volò via e noncurante della porta chiusa la ruppe sotto gli sguardi esterrefatti e stanchi dei genitori, altroché la perdita della coda lo avrebbe indebolito.
Vegeta, ripresosi dalla scenata del figlio, tornò a guardare la tv e con noia:- Tanto si fa sempre come vuoi tu.-
La donna saltellò felice come se quella fosse la più bella delle proposte e lo baciò su una guancia lasciandolo col broncio davanti a una stupida telenovelas.

A Bulma venne da ridere. - Che c'è?- Le chiese il marito.
- Niente, ancora rido se penso a come ti costrinsero a farmi la proposta!- In effetti non riusciva a smettere di ridere, lui non rideva affatto.
- Però- continuò lei emozionata:- Tutto sommato tu devi amarmi davvero tantissimo!-
- Lo penso anche io- scocciato:- E non me ne capacito del perché- sbuffò ripensando anche lui a quel giorno.

Erano in un ristorante di lusso, era il compleanno di Bulma. Molti dei loro amici erano lì e l'unico a mancare da un po' era proprio Vegeta.
Glielo fecero notare, lei alzò le spalle non dando troppo peso ai modi maleducati e a volte poco amorevoli del promesso sposo. Tra l'altro nessuno di loro lì sapeva dell'imminente matrimonio, l'unico che sembrava sospettarlo era Yamcha, ma ormai, da quando il piccoletto dai capelli violetti vagava nella loro casa, se n'era fatto una ragione, Bulma non sarebbe più stata sua. Però, a volte, vedendo Vegeta com'era distrutto dalla relazione, lui ne gioiva. Ed eccolo infatti, lo notò solo lui sbucare imbronciato come al solito dalla porta che dava al giardino con la piscina e le fontane. Faceva cenno al figlio, ma il piccolo Trunks era troppo preso dal giocare col secondogenito del suo peggior nemico. Allora fu proprio Yamcha a far notare al bambino il padre nervoso. Trunks lo raggiunse.
- Che cavolo c'è papà?! Dicevo a Goten tutte le tabelline! Non le abbiamo ancora fatte a scuola ma io le so già tutte! Lui è proprio uno scemo.-
Vegeta lo ascoltò in silenzio orgoglioso di quanto suo figlio fosse stronzo, esattamente come lui, cioè sì, poi era anche intelligente come sua madre, bene.
Il padre lo prese per il colletto della camicetta:- Non mi interessano le vostre cose da marmocchi, ora devi renderti ridicolo insieme a me!-
Trunks:- Perché?!-
Vegeta:- Chiedilo ai tuoi maledetti nonni!-
I genitori di Bulma sapevano quanto in realtà lei tenesse alle smancerie, che per colpa di quel principe, aveva messo un po' da parte crescendo. Se non davanti a tutti, almeno doveva farle una proposta in privato!
Allora Trunks, imbarazzato come mai nella vita (e Goten approfittò per vendicarsi e prenderlo in giro per moltissimo tempo) andò dalla madre con tra le mani un cesto pieno di petali, le chiese di seguirlo mentre lanciava qualche petalo in giro, anche addosso a chi rideva di lui (a qualcuno lanciò anche qualche sedia).
Allora Bulma arrivò sul bordo di quella piscina, la fontana non distante le schizzava un po' di gocce addosso. Erano solo lei e il figlio ma il giardino era lussuoso e romantico, illuminato solo da piccole lampade a terra, si potevano vedere anche le stelle, alzò lo sguardo per cercarle ma vide qualcos'altro.
Era Vegeta. Il suo Vegeta vestito davvero come un principe, aveva anche un lungo mantello rosso.
Non capiva, rimase incantata a guardarlo per un po' mentre Trunks, più nervoso del padre, continuava a lanciare petali a casaccio.
- Sei un supereroe?- Le chiese lei ridacchiando:- Che stai facendo?-
- Sono un principe, scema!-
- Sai che novità?!-
Lui scese:- Indossavo un mantello simile quando regnavo sul mio pianeta.-
- E' importante? Poi sii serio, se sei rimasto principe vuol dire che in realtà non hai mai regnato su quel pianeta.-
- Sta' zitta!- Quasi serio:- Trunks, i petali!- Urlava nervoso.
Trunks:- Lancio petali da ore!! Più di così che devo fare?!- Lanciò il cestino in faccia al padre, che però lo afferrò in tempo per rilanciarglielo contro colpendolo in pieno viso.
Bulma si voltò verso il figlio tramortito:- Vegeta!!- Lo sgridò, ma il bambino si riprese, fece loro la linguaccia e tornò a giocare con Goten.
Bulma si avvicinò dolcemente ma continuò a sgridarlo:- Sei fuori di testa! Potevi fargli male!-
Vegeta:- Quello ha la pelle più dura della mia, quando lo capirai?...-
La donna tra le sue braccia ridacchiò, lui si alzò in volo tenendola stretta a sé.
Bulma:- Che fai? Che significa tutta questa sceneggiata?-
Il principe posò la fronte su quella di lei e mentre erano paralleli alla luna le disse:- I tuoi mi hanno detto di chiederti di sposarmi.-
Bulma:- Cretino, hai rovinato tutto- ma poi rise di nuovo e lo baciò in mezzo a quelle stelle.
Trunks li guardò dalle finestre della sala allestita per la cena, e sorrise.
E il matrimonio avvenne poco tempo dopo, nessuna cerimonia sfarzosa quella volta, solo una romantica giornata tutta per loro. Tanto che, tutto sommato, piacque anche a Vegeta.
- Sei carina- osò dirle.
- Ah, soltanto?-
- Molto carina.-
- Mpf.-
- Ah, e sei mia.-
- Sì, per sempre, bello- gli ricordò e lui sorrise a quella minaccia, innamorato come pochi mariti terrestri sanno amare.

- Chissà se Trunks ricorda quel giorno, quello della proposta dico- si chiese ora la donna:- Non glielo abbiamo mai chiesto.-
- Quel giorno io sto facendo di tutto per dimenticarlo, spero vivamente per il bene del ragazzo che lo abbia rimosso.-
Bulma rise:- A Bra sarebbe piaciuto.-
Vegeta rispose:- Perché Bra ama vedermi soffrire.-
Bulma:- Ma zitto ahah! Per fortuna che c'è lei, è l'unica che ti ha veramente messo in riga!-
Vegeta:- Tsz.-

Il giorno del matrimonio si era svegliata nervosa ricordò, non perché dubitasse dell'uomo che voleva sposare, ma perché si accorse che non era più così giovane. Pensò che quel bambino così ingenuo si era sposato e aveva avuto un figlio molto prima di lei, chi lo avrebbe mai detto? Lei invece sognava il matrimonio da sempre, e alla fine era arrivato, molto tempo dopo dall'età che da bambina aveva programmato e con un figlio già a farle compagnia. La vita non va mai come si vorrebbe.
Chissà perché era così nervosa? Ma quando salutò i suoi genitori e tenendo la mano al piccolo uomo che più amava al mondo si dirigeva verso l'altare dove ad attenderla c'era quell'assurdo principe, sentì che forse era valsa la pena aspettare.
Ecco, provò un nervosismo simile il giorno che scoprì quel ritardo. Aveva desiderato tanto un altro figlio, ma l'età avanzava e non ci sperava più. Trunks era già grandicello, chissà come l'avrebbe presa?
Ma il ragazzo crescendo si era addolcito non poco: - Tutto ok mamma? Mi sembri agitata- le disse.
Bulma:- Trunks- si sedette intorno al tavolo da pranzo, dove il ragazzo leggeva un giornalino:- Sei sempre stato viziato e coccolato. Io...-
E oltretutto era diventato anche molto sensibile e intuitivo:- Non dirmi che aspetto un fratellino?- Ridacchiò tranquillo sollevando la madre:- Questo mi rende solo felice! Goten non si fa vedere più tanto spesso da quando pensa alle ragazze! E poi non ci speravo più mamma, so che provi ad averlo da un po', ma guardati, stai invecchiando!- Ok, forse non era così sensibile, la donna si alterò di nuovo, voleva picchiarlo ma si accorse dalle gesta del figlio che Vegeta era lì ed aveva sentito tutto.
- Un fratello? R... roba mia?- Disse incredulo innervosendola ancora di più:- Di chi se no?!-
In un istante apparve accanto alla donna accarezzandola:- Scusa- le disse con il cuore in mano.
- Non capisco- replicò la donna. - Scusa se non ti sono stato vicino con Trunks, dammi la possibilità di rimediare.-
Bulma non riuscì a trattenere le lacrime trovandolo così vulnerabilmente adorabile; anche il figlio, dopo una prima invidia nei confronti del nascituro per le coccole mai avute dal padre, sorrise prendendolo in giro.
E infatti Vegeta non si perse nulla della sua piccola Bra, nessun istante, né prima né dopo la nascita. Sarà per questo che lei stravedeva e stravede ancora per il padre, a modo suo, chiaro.
E, anche se ormai Trunks era grande, quando Bra nacque fu un fratello presente e amorevole, ogni tanto, soprattutto quando lei era più piccola, giocavano insieme come se fossero entrambi due bambini. Bulma li guardava giocare mentre stanca beveva una tazza di cioccolata calda sdraiata sul divano.
E anche Vegeta si soffermò a guardarli, come il padre arrivò, però, la bambina gli si lanciò al collo. Bulma ridacchiò, doveva ammettere che con l'arrivo di Bra i loro momenti romantici erano diminuiti, anche perché nel cuore di quello scorbutico non sembrava esserci spazio per nessun'altro. Ridacchiò all'idea, ma Trunks sbuffò.
- Ehi- gli disse Vegeta fingendosi nervoso:- Lo sai vero?-
Trunks:- Ce l'hai con me?-
Vegeta:- Ce l'ho con entrambi.-
Bra:- Dimmi papinooooo!-
Vegeta:- Vi odio entrambi, allo stesso modo- si staccò, non con delicatezza, la bambina di dosso rilanciandola al fratello che la prese al volo e rise:- Lo so papà, lo so!-
Bra:- E io ti amo invece!- Fece lui la linguaccia.
Bulma alzò gli occhi al cielo, chissà quando avrebbe smesso di scaraventare i figli, maledetti Saiyan!
Vegeta guardò poi la moglie che ancora, in silenzio, sorseggiava cioccolata, le sorrise senza dire nulla e lei rispose dolcemente:- Sì, ti odio anche io.-

- Ma che fate ancora là fuori come due cretini? Guardate che siete vecchi, poi vi ammalate e non ho intenzione di trascinarvi fino all'ospedale, ho appena fatto la manicure!- Li riportò alla realtà la figlia ormai cresciuta che li guardava in giardino affacciata dal balcone di casa.
Bulma ancora tra le braccia del marito:- La tua adorabile bambina!-
- Ma che schifo!- Disse Bra guardandoli meglio:- Non vi vergognate a stare così avvinghiati alla vostra età! E poi mamma...- la minacciò con lo sguardo:- Lo sai benissimo che papà è mio!- Ridacchiò rientrando in casa.
Vegeta si limitò a portare il palmo della mano alla fronte.
Un altra voce urlò:- Seriamente, rientrate, non ho voglia di sentirvi tossire tutto domani, ho tanto lavoro da fare!- Non si era addolcito poi tanto.
Vegeta:- Che lavoro? Non lavora mai...-
Bulma ridacchiò:- Sono venuti bene eh...-
Avvicinò il viso a quello del suo principe:- Rifarei tutto. Vi amo che non hai la più pallida idea.-
- Un'idea ce l'avrei- rispose quello che ormai, come Kakaroth, era a tutti gli effetti un terrestre amorevole.
  
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