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Autore: fallsofarc    20/09/2009    17 recensioni
Alessandro e Beatrice, un pomeriggio come tanti a ridere e scherzare sul letto, le note di Secretly in sottofondo... e qualcosa improvvisamente fa valicare i confini di un'amicizia che dura da tre anni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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capitolo 2


CAPITOLO 2
BABY CAN I HOLD YOU TONIGHT


La pizza era buonissima e la serata stava procedendo allegra e spensierata, nonostante il film fosse veramente noioso. Ma ero felice che tutto si fosse risolto, come se quel pomeriggio non avessimo mai affrontato un certo argomento.
“Devo dire che sto rimpiangendo la decima visione di Edward che brilla al sole in questo momento!”
Risi alla battuta di Ale e appoggiai la testa sulla sua spalla, stando seduta accanto a lui sul divano.
Non mi resi conto di essermi addormentata finché non sentii la porta di casa chiudersi; aprendo gli occhi mi accorsi che il film era finito perché il lettore dvd era andato in Standby e lo screensaver riempiva il plasma con tanti piccoli loghi Samsung rimbalzanti.
Mi staccai da Ale, ancora beatamente addormentato, e alzandomi mi diressi verso la cucina.
“Oh ciao tesoro!Che bella sorpresa!Serata cinema eh?” Mi salutò cordiale Anna, la mamma di Ale.
I genitori di Ale avevano un meraviglioso ristorante ed erano appena rientrati dopo aver chiuso il locale; con la coda dell’occhio vidi che Piero stava appunto salendo stancamente le scale diretto in camera da letto.
“Ricordami di non guardare mai il film che stavate vedendo stasera, non doveva essere molto emozionante…”
“Proprio per nulla! Ma che ore sono?” Risposi tra uno sbadiglio e l’altro.
“E’ già l’una piccola.”
“Sarà meglio che vada allora…” Annunciai stancamente.
“Non se ne parla neanche!Non mi sembra proprio il caso che tu ti metta alla guida a quest’ora della notte, per di più mezza addormentata!”
Non feci in tempo a rispondere che sentii uno sbadiglio alle mie spalle.
“Mi scoccia ammetterlo ma questa volta mia mamma ha ragione, non mi sento tranquillo a lasciarti guidare in queste condizioni, tanto più che hai la patente da appena un paio di settimane… resta a dormire qui.” Disse Ale, assonnato, allungandosi a baciare sua madre su una guancia.
“Beatrice sei sempre la benvenuta qui da noi, lo sai. Sei rimasta tante volte a dormire qui in passato, i tuoi genitori non saranno preoccupati sapendoti qui.” Mi propose Anna, guardandomi dolcemente.
Era vero, in passato ero rimasta spesso a dormire con Ale dopo le serate cinema. Però erano passati molti mesi dall’ultima volta: era esattamente la notte prima degli esami ed ero rimasta ad aiutarlo a studiare fino a tardi, ascoltandolo ripetere la sua tesina per gli orali.
La settimana dopo mi ero fidanzata ufficialmente con Simone e non ero più rimasta a dormire a casa di Ale.
“Non ho nemmeno il pigiama…” Protestai timidamente.
“Ti trovo qualcosa di mio, non ti preoccupare.” Prima che potessi aggiungere altro Ale mi aveva già presa per mano e mi stava trascinando su per le scale.
Feci appena in tempo a fare un cenno di saluto ad Anna, che rispose, ridendo, con un “Buonanotte ragazzi!”

“Puoi cambiarti qui, io vado in bagno.” Mi disse Ale lanciandomi un maglia presa dal suo armadio.
Dopo pochi secondi mi ritrovai sola nella sua stanza, stringendo tra le mani la sua sgargiante maglia da calcio della stagione precedente, lunga e larga mi avrebbe fatto da camicia da notte.
Assonnata e preda di uno strano nervosismo latente mi spogliai meccanicamente e, dopo essermi infilata la maglia con il numero 3 stampato sul retro, mi infilai velocemente nel letto ad una piazza e mezzo di Ale.
Quando lui ritornò in camera con la sua solita tenuta da notte, maglietta e boxer neri della Pompea, spense subito la luce e, al buio, si stese nel letto al mio fianco, sussurrandomi “Sogni d’oro”.
La sua voce era quasi incrinata ma probabilmente era solo per via del sonno, mi dissi.
“Notte…” Risposi incerta mettendomi sul fianco, girata verso l’esterno.
Improvvisamente non avevo più sonno, mi tornavano alla mente tutte le notti passate in quello stesso letto con lui, ma mi sembravano lontane anni luce.
Io ero ancora una ragazzina ingenua e smaliziata e anche Ale era ancora uno studente di liceo, timido e senza la coda di corteggiatrici con cui aveva preso a svagarsi negli ultimi mesi.
Senza accorgermene, mi rigiravo ogni minuto nel letto esasperata, sistemando il piumone con poca delicatezza.
“Non riesci a dormire?Forse non sei più abituata a questo letto…” Sentii la voce di Ale vicinissima al mio orecchio, doveva essersi messo su di un fianco sorretto da un gomito e parlava a bassa voce vicino al mio viso, mentre ero di nuovo girata di spalle.
“Può darsi, è passato tanto tempo…” Dissi cercando di mascherare l’improvvisa inquietudine che mi creava la sua vicinanza.
“Dalla notte prima del mio orale.” Rispose sicuro e mi stupii del fatto che ricordasse esattamente l’ultima volta in cui avevo dormito con lui.
“Dopo ti sei messa con lui e non sei più rimasta a dormire qui”.

Magari era solo una mia impressione ma la sua voce sembrava aver assunto una nota triste.
“Glielo dirai?” Mi chiese serio.
Sospirai afflitta. “Non lo so… non gli ho nemmeno detto della serata cinema, anche se non so perché non l’ho fatto, non avrei voluto che ci vedessimo in segreto.”
Secretly
Mi bloccai mentre le parole della canzone ascoltata quello stesso pomeriggio allagavano, come un’onda improvvisa e irruenta, la mia mente insieme alle immagini di quanto accaduto poche ore prima a casa mia.
“Non ti preoccupare, non riempirti la testa con i tuoi soliti pensieri tristi e sensi di colpa. Non stiamo facendo niente di male… Ora cerca di dormire.”
Mi diede un bacio tra i capelli e si distese supino al mio fianco.
“Ale, posso farti una domanda?” Mi uscì senza che riuscissi a controllare le mie parole.
“Certo, spara.”
“E’ vero quello che mi hai detto oggi pomeriggio? Che non mi consideri una ragazzina ma una donna…?” Non riuscii a continuare, a ripetere quei due aggettivi che erano bene impressi nella mia memoria. Bellissima e sensuale, così mi aveva definita.
Aspettai la sua risposta, stringendo con una mano l’orlo del piumone e sentendo le mie guance imporporarsi per l’imbarazzo, fortunatamente era buio ed ero girata di spalle.
“Sì, ogni singola parola che ho detto era vera. So che non avrei dovuto dirtele e spero di non averti turbata o offesa in nessun modo…”
Agii d’impulso, come poche volte avevo fatto nella mia vita, e mi girai verso di lui abbracciandolo e posando il mio viso sul suo petto.
Sussultò per la sorpresa ma si riscosse quasi subito abbracciandomi a sua volta.
“Stai tranquillo, non mi hai né turbata né tantomeno offesa.” Sussurrai contro il suo petto, mentre lui mi accarezzava dolcemente la testa.
Lo sentii rilassarsi alle mie parole e attirarmi ancora più vicino a lui, forse anche troppo vicino.
Mi ritrovai quasi stesa su di lui mentre la sua mano era scesa lentamente tra i miei capelli e mi accarezzava la schiena attraverso il grande numero plastificato impresso sul retro della maglia.
Sentivo la mia spina dorsale attraversata, in ogni singola vertebra, da una strana elettricità che mi fece rabbrividire.
“Hai freddo?” Mi chiese premuroso, ma con voce roca.
“N-no no sto bene, grazie.” Risposi nervosa.
Ero in bilico su un precipizio, ci eravamo avventurati in un campo minato, bastava un passo e una mina sarebbe esplosa provocando conseguenze devastanti per la nostra solida amicizia.
Era tutto sbagliato: non dovevamo stare abbracciati in quel modo, nello stesso letto, al buio, dopo una giornata così intensa. Ma allora perché mi sentivo come se fossi esattamente nell’unico posto al mondo dove dovevo, e soprattutto volevo, essere?
“Non mi staccherei mai da te… ma non so quanto ancora posso controllare il mio già provato autocontrollo…” Sospirò rassegnato Ale smettendo di accarezzarmi la schiena.
“Scusami!” Mi staccai velocemente da lui con le guance rosse di imbarazzo e un senso di vuoto che mi stringeva il cuore appena mi ero allontanata.
“Non ti devi scusare tu, Bea! Sono io quello che ha perso la testa, non tu!” Non l’avevo mai sentito così esasperato e rabbioso, lui che era sempre così sorridente e tranquillo.
Si mise di scatto a sedere sul bordo del letto, e grazie alla poca luce della radiosveglia che illuminava i contorni degli oggetti, vidi che si teneva la testa tra le mani.
Mi si strinse il cuore a vederlo così e, mettendomi in ginocchio sul letto alle sue spalle, lo abbracciai forte.
“Vieni a dormire Ale, non stare qui a sedere, è tardi e fa freddo…”
“Bea non so se ce la faccio… è meglio se vado a dormire sul divano…”
“Non dirlo neanche per scherzo!E’ il tuo letto e se proprio non vuoi dormire con me posso andarmene a casa o dormire io sul divano.” Risposi risoluta.
“No no! Rimango qui, mettiamoci a dormire.” Mi rispose evitando accuratamente di alzare il viso e rimettendosi sdraiato, ma questa volta sul fianco, dandomi le spalle.
“Ale… ma qual è il problema…?” Sussurrai ingenuamente. Per quanto avessi una mezza idea del motivo, la mia stupidità mi portava a credere che Ale non potesse essere attratto veramente da me, quello del pomeriggio doveva essere stato sicuramente un caso isolato.
Si girò di nuovo verso di me e, sospirando sconfitto, rispose: “Il problema Bea è che tu sei troppo bella e sexy e io sono uno stupido idiota che non riesce a tenere a bada i propri istinti e finisce ad eccitarsi come un ragazzino quando mi stai vicina…”
Deglutii nervosa insultandomi mentalmente, d’altronde me l’ero cercata… Perché non ero stata zitta? E adesso che cosa potevo rispondergli?
“Guardami Bea.” Mi disse, sollevando il mio mento con due dita e cercando il mio sguardo nella penombra.
“Sono sempre io, sei la mia migliore amica e sei la persona più importante della mia vita. Ti prometto che non affronteremo più quest’argomento… però…”
“Però…” Lo incitai a continuare, curiosa e… eccitata, come potevo biasimare lui se finivo a farmi scuotere da mille brividi di eccitazione a sentirlo così vicino, a sentire il suo odore avvolgermi, provenendo da lui, dal suo letto, dalla sua maglia… da ogni parte intorno a me.
“Però tu non hai idea di quanto ti desideri, e non è solo il mio corpo a desiderarti. Darei qualsiasi cosa per una notte con te, vorrei fare l’amore con te, anche se fosse solo una volta, perché so che sarebbe indimenticabile e non sarebbe mai solo sesso.”
Ero pietrificata, incapace di pensare, parlare e probabilmente anche respirare.
“E’… una… proposta?” Domandai con uno sforzo immenso di volontà, sia per il genere di domanda sia perché faticavo a respirare preda di uno strano stato di eccitazione mista ad ansia.
Percepii Ale irrigidirsi ed ero certa che avesse sgranato gli occhi sorpreso, anche se potevo scorgere solo i contorni del suo viso nella fioca luce.
“Sì, se vuoi che lo sia… domattina tornerebbe tutto come prima, ma conserverei sempre gelosamente nel mio cuore il ricordo di questa unica notte, la notte in cui saresti stata solo mia…” Finì la frase quasi sussurrando, in un modo talmente sensuale da farmi divampare un fuoco dentro che mi consumava inesorabile tra le fiamme del desiderio.
Sdraiata in quel letto che sapeva di lui, a tarda notte, presi la mia decisione, conscia di avere due strade possibili tra cui scegliere.
In ogni caso, sia che avessi accettato sia che avessi rifiutato, il mio legame con il mio migliore amico sarebbe stato sconvolto per sempre.



   
 
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