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Autore: Liberty89    29/09/2009    4 recensioni
Sonnecchiava, sdraiato su un alto ramo di un albero qualsiasi, con il berretto verde calato sugli occhi per proteggersi dalla luce del primo mattino.
Si mise a sedere, scoprendosi le iridi nere come il carbone e rammentando l’ultimo sogno che la dolce attività del dormire gli aveva portato.

Breve one-shot sulla libertà dal punto di vista di Peter Pan, l'eterno bambino. Come reagirebbe se gli venisse tolta la magia del volo?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Campanellino, Peter Pan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ^^ Questa one-shot l'ho scritta di getto una sera, mentre ero in spiaggia a guardare le stelle e il mare e l'idea... bè... mi è venuta mentre dormivo... *fuggisce* L'argomento di questa breve storia è la libertà dal punto di vista di Peter Pan. Buona lettura!!!

Disclaimer: i personaggi di questa fic non mi appartengono e la fic non è stata scritta a scopo di lucro.


.:[ Solo chi sogna può volare… ]:.


Sonnecchiava, sdraiato su un alto ramo di un albero qualsiasi, con il berretto verde calato sugli occhi per proteggersi dalla luce del primo mattino.
Tuttavia, un raggio di sole dispettoso, s’insinuò tra le fronde, arrivando a colpirgli il naso leggermente a punta e si destò definitivamente, abbandonando il regno dei suoi sogni, che non era poi così differente dalla sua realtà.
Si mise a sedere, scoprendosi le iridi nere come il carbone e rammentando l’ultimo sogno che la dolce attività del dormire gli aveva portato.

Come sempre, stava volando nell’immensità del cielo, superando con una risata le lente e pigre nuvole, fino a giungere al picco più alto della torre dell’orologio, che rintoccò la metà dell’ora dei fantasmi e delle streghe. Osservò la volta celeste e più precisamente si concentrò su una coppia inseparabile di stelle.
-Seconda stella a destra e poi dritti fino all’Isola che non c’è.- disse con un sorriso.
All’improvviso, però, i due astri iniziarono a lampeggiare, come una lampada al neon ormai esaurita, e dopo pochi, fuggevoli istanti si spensero immergendosi nelle scure profondità dell’universo per non fare più ritorno.
Terrorizzato al solo pensiero d’aver perso la sua casa, Peter Pan scattò in piedi e volò più veloce che poté in direzione della via per l’isola eterna.
Non aveva compiuto che pochi metri, quando tutto iniziò a spegnersi e lui cominciò a cadere verso le fredde e inarrestabili acque del Tamigi.
-Perché l’isola è sparita?!- gridò. -Perché non posso più volare?!-
-Devi crescere Peter…- intervenne una sensuale e tenue voce. -E’ finito il tempo di sognare… E’ ora che tu cresca…-
-Chi sei?!- domandò, prima di finire tra le impetuose onde del fiume londinese, che lo circondarono come i tentacoli di un’affamata piovra.
-Smetti di sognare e cresci…- continuò imperterrita la voce.
-Mai!- si oppose. -Io non voglio crescere! Io non potrò mai crescere!- urlò, cercando di riacquistare il controllo del suo corpo. -Io non smetterò mai di sognare! Mai! Nessuno m’impedirà di volare!-
Spalancò gli occhi e con uno scatto di reni volò fuori dalle infide e gelide acque che ancora tentavano di trattenerlo. Si diresse verso il cielo, ritornato blu e sereno, verso quelle stelle che non avevano mai abbandonato il loro posto nel firmamento.
-Io non rinuncerò a volare!-


Immerso nei suoi pensieri, con lo sguardo perso nel vuoto lo trovò la sua bionda amica dalle ali brillanti, che lo risvegliò tirandogli un orecchio.
-Trilli!- esclamò, massaggiando la parte lesa. -Mi hai fatto male!- In cambio, ricevette uno sguardo severo della fatina, che mise le mani ai fianchi.
-Hai ragione… scusami…- mormorò, attirando la preoccupazione dell’amica. -Non sono malato, stai tranquilla.- assicurò. -Ho solo fatto un sogno…- pensò, dopodiché scosse il capo con energia e si alzò in piedi.
-Forza! Andiamo a vedere cosa combina quel baccalà di Capitano Uncino!-
Prese il volo, seguito a ruota dall’inseparabile compagna, ed emise il suo grido, imitando il canto di un gallo al sorgere del sole. Ormai dimentico del sogno, si preparò a vivere una nuova giornata della sua eterna vita di bambino.
-Finché esisteranno i sogni, l’Isola che non c’è ci sarà e terrà aperti i suoi cancelli. E finché esisterà lei, io continuerò a volare e continuerò a far visita a quegli stessi sogni, che mi permettono di staccare i piedi dalla terra ferma e di poter toccare il cielo con il palmo della mano!-





Note dell'autrice: la voce che cerca di costringere Peter Pan a crescere può essere intesa in molti modi. Io inizialmente l'avevo pensata come la voce della madre di Peter che tenta di portare il figlio a maturare e crescere, oppure può essere vista come la realtà che cerca di distruggere colui che rappresenta il suo opposto, il sogno, oppure potete interpretarla come meglio credete.
Per quanto mi riguarda, io mi sento come Peter Pan ogni volta che scrivo qualcosa e la posto qui, dove posso condividere i miei sogni e sentirmi libera... e credo che anche se continuerò a crescere esteriormente *si illude di diventare un pò più alta*, interiormente avrò sempre una parte che resterà bambina ^^
Andate fieri dei vostri sogni e ricordate che solo chi sogna può volare!
  
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