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Autore: Eylis    04/10/2009    2 recensioni
“Trovarobe!” A quell’appello il carrello ambulante si fermò, con un tintinnio di campanelli ed uno sferragliare di oggetti di ogni tipo che finalmente avevano modo di fermarsi dopo tanto tremare a causa della strada dissestata. La figura che lo spingeva, un uomo non troppo grande con un alto cappello a tuba ed un vestito lacero, si volse in direzione della persona che l’aveva chiamato e che stava correndo verso di lui.
“Come posso servirla, Signore?”

Ogni cosa si può trovare se è in un luogo conosciuto. Se invece quanto si cerca è in un luogo sconosciuto trovarla diventa già più difficile. Ma è quando l’oggetto desiderato non è in nessun luogo che le cose si complicano davvero…
Questa storia si è classificata quarta al contest "Dal film alla storia" indetto da DarkRose86 sul forum di EFP
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi con una nuova storia. Anche questa è stata scritta per un concorso, e nonostante sia arrivata "solo" quarta (52 punti su 55 totali) ci tengo molto, sono soddisfatta del mio lavoro. Pensando poi che il tutto è nato dal fatto che non trovavo un orecchino... infatti l'idea che "ogni cosa si può trovare se è in un luogo conosciuto. Se invece quanto si cerca è in un luogo sconosciuto trovarla diventa già più difficile. Ma è quando l’oggetto desiderato non è in nessun luogo che le cose si complicano davvero…" è stata quella che ha fatto nascere il tutto. Unita poi alla citazione che ho scelto tra quelle disponibili per il concorso... Beh, che altro dire... buona lettura!

Credits: la frase “E' solo quando cominci a temere la morte, che impari ad apprezzare la vita”, che dà parte dell’ispirazione alla storia, è una citazione tratta dal film “Leon”

Link al concorso: Dal film alla storia





Prologo



“Trovarobe!” A quell’appello il carrello ambulante si fermò, con un tintinnio di campanelli ed uno sferragliare di oggetti di ogni tipo che finalmente avevano modo di fermarsi dopo tanto tremare a causa della strada dissestata. La figura che lo spingeva, un uomo non troppo grande con un alto cappello a tuba ed un vestito lacero, si volse in direzione della persona che l’aveva chiamato e che stava correndo verso di lui.
“Come posso servirla, Signore?” Ne aveva visti tanti di personaggi come quello. Lord che si recavano fin nei bassifondi della città per trovarlo e chiedergli gli oggetti più impensati, perché la sua fama era vasta. Era l’unico trovarobe ambulante di cui conoscesse l’esistenza, e sapeva trovare ogni cosa che gli veniva richiesta. In genere anche in poco tempo. Per lui in ogni caso erano tutti uguali; signorotti, dame o straccioni che fossero il servizio non cambiava, ed il costo era sempre lo stesso. Un penny per ogni oggetto trovato, che fosse prezioso o meno. Finalmente l’uomo, basso e grasso, lo raggiunse con il respiro affannato.
“Trovarobe, ho bisogno dei tuoi servigi.” Senza tante moine l’uomo estrasse un fazzoletto e vi starnutì sonoramente. Il trovarobe ignorò il gesto com’era abituato a fare.
“Mi dica cosa le serve, e vedrò di procurarglielo, Signore.” Amava aggiungere quel piccolo inchino alla fine delle sue frasi, spesso irritava i clienti con quel modo di fare ossequioso al punto da risultare beffardo. Il Lord agitò il fazzoletto con aria infastidita, ma non replicò. Il trovarobe sapeva il fatto suo, qualunque fosse il suo atteggiamento.
“Ho bisogno che mi trovi qualcosa di molto, molto raro e prezioso. I miei servitori non hanno saputo trovarli da nessuna parte, e…”
“Cosa cerca, Signore?” L’uomo ebbe una smorfia per l’interruzione.
“Sigari. Sigari italiani, i più buoni che esistano al mondo, quasi impossibili da trovare in commercio.” Il trovarobe sorrise dentro di sé per l’ingenuità di quell’uomo, quanto egli cercava era molto più semplice da scovare di quanto pensasse. Ma non diede nulla a vedere e si inchinò di nuovo.
“Signore, la aspetto qui domani a questa stessa ora. Avrà i suoi sigari.” Il Lord lo squadrò, a metà fra il sospetto e la speranza.
“Ma… non li hai già, vero, fra queste cianfrusaglie che ti porti dietro?” A questo punto il trovarobe si concesse un sorrisetto vagamente provocatorio.
“Come ha detto lei, Signore, ciò che cerca è molto raro, non posso permettermi il lusso di possederne delle scatole da portare con me. Domani a quest’ora, Signore, avrà i suoi sigari.” Evidentemente deluso l’uomo ebbe uno scatto secco del capo ed annuì.
“Già, già…” Si volse, allontanandosi lungo la strada dissestata. “Ci rincontreremo domani allora, trovarobe…” La nebbia della sera lo avvolse, ed il trovarobe lo perse di vista. Si allontanò a sua volta fischiettando, diretto verso quella particolare bottega nella quale avrebbe trovato Spagus. Lui sicuramente gli avrebbe procurato i sigari, aveva tutto di quel genere di merce.

  
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