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Autore: Dragana    18/10/2009    14 recensioni
"Hanno designato Volterra come loro dimora, vi si sono stabiliti con le loro mogli, hanno istituito il loro corpo di guardia e dalla cima del loro monte vigilano sul mondo."
Disordinata raccolta di one-shot sui Volturi e le loro guardie.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aro, Jane, Renata, Sulpicia, Volturi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Disclaimer: I Volturi non appartengono a me, anche perchè in questo caso dominerei il mondo, ma a Stephenie Meyer e agli aventi diritto. E di conseguenza non ci guadagno niente, neppure un caffè.
I personaggi sono tutti maggiorenni, anche Jane e Alec, che hanno trecento anni ma li portano bene.






INTRODUZIONE

La città di Volterra sorge su un altura.
Come un nido, appollaiato su montagne dalle viscere d’alabastro.
Ci prova l’alabastro ad essere trasparente, senza mai riuscirci. Le avete mai viste, le finestre d’alabastro? Lasciano passare una luce lattiginosa che illumina l’ambiente, ma non permettono di guardare fuori. Non rivelano altro che spazio circoscritto, celando il mondo vero, quello al di là del loro latteo spessore. Come Volterra.
La tranquilla Volterra. Così ben protetta. Persino San Marco venne a proteggerla dai vampiri, eh, sì, San Marco dalla veste rossa e dalla pelle d’alabastro.
Non se n’è mai andato San Marco, né lui né i suoi fratelli, solo che sono fuori dalla finestra e non si riescono a vedere. Sono fra tutte quelle cose che ci sono in cielo e in terra e neppure si sognano nella nostra filosofia. Si ricordano di Volterra da quando si chiamava ancora Velathri, perché loro c’erano. Se la ripresero dopo la caduta dell’Impero Romano che tanto avevano amato, per non lasciarla più.
Marcus, Caius ed Aro. Così si chiamano, ma non chiedete di loro, nessuno saprà rispondervi. Non sono che ombre dietro l’alabastro, e sono ombre molto veloci a fuggire dagli sguardi. Hanno designato Volterra come loro dimora, vi si sono stabiliti con le loro mogli, hanno istituito il loro corpo di guardia e dalla cima del loro monte vigilano sul mondo che c’è al di fuori di quelle finestre, un mondo in cui il tempo ha un diverso significato ed il sangue è vita molto più di quanto non lo sia per noi.
Si fanno chiamare “Volturi”, in onore della loro città.
Ed è divertente che in latino “vultur” significhi avvoltoio, una parola etimologicamente lontana ma dal suono così simile. O almeno, Aro lo trova davvero divertente, anche se non sempre ciò che diverte Aro diverte anche gli altri.
E così gli avvoltoi hanno fatto il nido sul monte d’alabastro, proteggendolo come tutti gli uccelli proteggono ferocemente il loro nido.
Gli avvoltoi e le loro guardie rapaci. Fuori dalle finestre d’alabastro, si narrano le loro storie.
Storie dal nido degli avvoltoi.










Note:
Non sono mai stata a Volterra. Sono stata a Firenze, Lucca, Siena, Arezzo, Pisa, ma mai a Volterra, purtroppo. Le informazioni sulla città le ho prese da Wikipedia, quindi se ho sbagliato chiedo scusa umilmente.
Ho deciso di mettere qui tutte le storie che scriverò e che avranno come protagonisti i Volturi e le loro guardie; non è una raccolta coerente e organizzata, è solo uno spazio in cui affastellare le one-shot su di loro. Disordinato come la mia camera. E la mia camera è molto disordinata, sappiatelo.
   
 
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