Ha un colore strano, variegato, eppure è uno solo. È come se, fissando una
venatura, quella prendesse il colore dello sfondo, e viceversa.
Distoglie lo
sguardo. In cielo c’è la luna enorme. Sembra che scivoli dalla sua nicchia nera
di nuvole. Ha la forma dell’occhio di un gatto. Un gatto cieco.
Chilometri
più sotto, palpitano come cose vive le luci della città sul fianco della
collina.
Chi sta morendo, lì?
Che importa.
Ha in mano una maschera. Perlacea ma opaca come un teschio. Bianca ma scura
come la colpa. Screziata e compatta come la pazzia.
La pazzia di un ragazzo che si è
ammazzato.
Se ami, se hai mai amato. Come puoi indossare ancora per un momento questa?
La sua maschera di latte levigata come una pietra di fiume, come una scheggia di bottiglia sulla spiaggia. La maschera di un cuore che ancora batte, di un’innocenza serbata intatta, intatta ma sporca da far male.
Hai amato?
Io amo. Ora.
Occhi neri e folli e caldi e saldi. Chi ami?, avrebbe chiesto se avesse avuto il coraggio.
Hai mai amato?
…Severus?
L’enorme luna. Si alza. Sembra tutto più buio.
Chi ti ha ucciso, chi
ti ha ucciso? Tutti sono impazziti.
Io lo so. Ti ha ucciso l’amore.
Severus? Rispondimi.