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Autore: Sunny    27/09/2003    103 recensioni
Prequel della saga di BAWM. La risposta alle domande delle alre storie: come si sono innamorati tutti? Com'è che sono cambiati così tanto dai tempi della scuola? Perchè ricordano questo periodo come il più difficile della loro vita? Leggere per scoprire...
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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…e finalmente si comincia con la prequel! Un po’ di precisazioni dell’autrice prima di andare avanti:

1) Per la gioia di chi ama le mie storie…questa sarà parecchio più lunga delle altre, almeno il doppio per come la vedo io. Ci sarà un bel po’ di roba da raccontare…e ho già in mente quasi tutto, voglio solo collocare bene i singoli episodi.

2) Tenete presente che ci sarà molto più romanticismo che avventura stavolta, soprattutto più in là coi capitoli…la parte della vita dei nostri eroi che stiamo per vedere è quella del loro addestramento, e oltretutto non posso cambiare le cose: questa è una prequel, e i loro primi scontri con Voldemort li hanno solo nel primo BAWM, ricordate? Quindi io vi ho avvertito!

3) Teniamo presente che BAWM è nata quando il quinto libro non era ancora uscito…di conseguenza non troverete spoiler e anzi, la storia ora potrà anche essere catalogata come AU visto che molte cose sono diverse da come la signora Rowling ha deciso che andassero…beh, non avrete spoiler da me, accontentatevi solo di sapere che io seguo la logica della mia storia e non quella della vera autrice di Harry Potter.

4) Sara Lee, ti adoro!!!!!

5) Un bacio speciale a tutti i miei compagni di classe e alle mie amiche, che vogliono essere citati visto che poveretti, non gli dico mai anticipazioni nemmeno quando mi supplicano! =)

C’è altro da dire? Non saprei…ah si, certo…RECENSITE!!!!!

 

P.S.: ho fatto un piccolo calcolo…nel primo BAWM avevo scritto che l’attacco a Hogwarts avviene all’inizio del sesto anno di Harry & co. No, non ci troviamo coi periodi…perciò loro non sono al sesto, ma al settimo anno. Ok?

 

 

 

Being a war mage – capitolo zero

 

 

CAPITOLO 1: TRA UNA CLASSE E L’ALTRA

 

 

There's something wrong with the world today
I don't know what it is
Something's wrong with our eyes
We're seeing things in a different way
And God knows it ain't His
It sure ain't no surprise
We're livin' on the edge
There's something wrong with the world today

                                                                      Livin’ On The Edge, Aerosmith

 

 

***************

 

 

“Oh no! Ho dimenticato il saggio di pozioni in dormitorio!”

 

Harry e Ron alzarono gli occhi al cielo e si fermarono nel corridoio al secondo piano di Hogwarts. Se si fossero presentati in ritardo a pozioni, come minimo Piton avrebbe tolto una sessantina di punti a Grifondoro per il solo fatto che erano stati loro tre a ritardare.

 

“Devi correre come non hai mai fatto in vita tua.” Fece Ron.

 

Harry prese la borsa di Hermione. “Ci vediamo fuori dall’aula di Pozioni.” Lei annuì e si lanciò nella direzione opposta a tutta velocità.

 

“Ultimamente Hermione ha sempre la testa fra le nuvole.” Notò Ron, mentre riprendevano a camminare in direzione dei sotterranei.

 

“Ma che ci ha messo in questa borsa, le pietre?!” sbottò Harry, reggendola a fatica.

 

Ron ridacchiò. “Nah, forse c’è solo mezza biblioteca là dentro.”

 

Quando furono arrivati nei sotterranei, i due ragazzi videro che c’erano già molti del loro anno di Grifondoro e anche una buona parte dei Serpeverde con cui dovevano dividere le due noiosissime ore di Pozioni del mercoledì mattina.

 

“Guardali come sono tutti felici, quei bastardi.” Disse Ron arcigno, guardando in direzione dei Serpeverde.

 

Harry lasciò a terra la borsa di Hermione con un tonfo e si appoggiò al muro. “Con tutto quello che stanno facendo i genitori, sfido che si sentono orgogliosi.”

 

In effetti la maggior parte dei genitori dei ragazzi di Serpeverde erano mangiamorte, e nell’ultimo periodo i giornali non facevano altro che riportare quante sanguinose vittorie stesse ottenendo l’esercito di Voldemort. Le cose non si stavano mettendo affatto bene per il mondo della magia.

 

“Ehi Harry, Ron!” Neville aveva il faccione particolarmente rosso e sembrava in panico. “Avete visto il mio calderone?”

 

“Il tuo calderone?” fece confuso Harry.

 

Neville annuì vigorosamente. “L’ho perso e non riesco più a ricordarmi dove l’ho messo ieri.”

 

Ron scosse la testa. “Non so dove sia, ma ti prego, Neville, trovalo subito o Piton ci toglierà un centinaio di punti oggi.”

 

“Il guaio è che non riesco proprio a ritrovarlo!” piagnucolò il paffuto ragazzo, mentre continuava a chiedere a chiunque incontrasse se aveva visto il suo calderone.

 

“Ahia, se Neville non trova il suo calderone entro un minuto, prevedo grossi guai con Piton.” Commentò Dean Thomas, mentre si avvicinava insieme al suo amico Seamus Finnigan.

 

“Altro che ricordella, Neville avrebbe bisogno di una memoria nuova.” Fece Seamus, lasciando cadere a terra la sua borsa senza troppa grazia.

 

Harry gettò uno sguardo all’orologio. “E’ strano, Piton è sempre in anticipo. Che fine ha fatto?”

 

Seamus scrollò le spalle. “Ringrazia il cielo e non ti lamentare, cose come queste capitano una sola volta nella vita.”

 

I quattro ragazzi ridacchiarono, ma s’interruppero quando si videro passare davanti Bridget Venningmore, una Serpeverde dell’ultimo anno che aveva l’abitudine di andare in giro con la gonna più corta del dovuto e la cravatta dell’uniforme più slacciata, coi relativi primi tre bottoni della camicia sbottonati.

 

“Vedete?” fece Seamus con un sorrisetto. “Quella donna presto sarà la prossima vittima del mio irresistibile fascino.”

 

Harry rise. “Non stai puntando un po’ troppo in alto stavolta?”

 

“Ehi!” Seamus, fingendosi offeso, spalancò le braccia. “Ma dico, mi hai guardato bene?”

 

Ron fece un sorrisetto. “E’ per questo che te l’ha detto.”

 

Seamus scosse la testa, trattenendo una risata. “Voi non capite niente.”

 

Dean si voltò un attimo verso i Serpeverde, poi tornò a guardare i suoi amici. “Lo sapete che due notti fa la McGranitt ha sorpreso Malfoy e Bridget Venningmore nello stanzino delle scope?”

 

“Allora è per questo che ieri l’ho visto lucidare il corridoio dei trofei.” Ron fece un gran sorriso al solo pensiero di Draco Malfoy che brontolava in tutte le lingue mentre puliva per terra.

 

“Pessima punizione, ma almeno ne è valsa la pena.” Commentò Seamus.

 

“Se tu fossi un po’ meno ossessionato dalle ragazze, avresti evitato quello spettacolino in sala comune con le gemelle Patil.” Gli fece notare Dean.

 

Seamus istintivamente si toccò la guancia dove aveva ricevuto due ceffoni spaventosi dalle due sorelle; in effetti se l’era meritato tutto: il giorno prima si era appartato con Padma chiamandola per tutto il tempo Calì. “Ehi, non è colpa mia se quelle due sono identiche come due gocce d’acqua! E poi…hanno tutte e due la stessa capacità di fare cose molto interessanti…linguisticamente parlando.” Disse, con un occhiolino per gli altri.

 

“Così tante donne in così poco tempo.” Dean gli diede una pacca sulle spalle, facendo un’espressione sognante per cui risero anche Harry e Ron.

 

Hermione raggiunse il gruppetto correndo come una pazza, tenendo stretto forte in mano un foglio. Si fermò con le mani sulle ginocchia, affannando furiosamente e cercando di riprendere fiato.

 

Harry le diede due pacchette sulla schiena. “Tranquilla, Piton è in ritardo.”

 

Hermione si tirò su di scatto. “Piton è in ritardo?!”

 

“Per la serie siamo miracolati.” Ridacchiò Dean.

 

Hermione inarcò pericolosamente un sopracciglio. “Io non lo definirei un miracolo.” Disse, con la sua tipica voce da studentessa modello. “Per quanto Piton non sia il mio professore preferito, è comunque un insegnante responsabile e preciso, perciò se è in ritardo c’è qualcosa che non va.”

 

Seamus sbuffò. “Sei pesante, Hermione! E goditela un po’ la vita!”

 

“Intendi dire facendo come te, che passi da una ragazza all’altra senza nemmeno ricordarti i nomi?”

 

Ron curvò le labbra in un sorrisetto. “Colpo basso.”

 

“Sei crudele, sai?” fece Seamus.

 

“Sopravviverò alla tua critica.” Hermione si prese la sua borsa da terra e si allontanò a testa alta.

 

Seamus scosse la testa. “Quella ragazza si sta inacidendo a furia di fare la vita della suora. Peccato perché ha un gran bel culo, è sprecata.”

 

Ron si accigliò. “Il sedere di Hermione non è roba che ti riguarda.”

 

“Perché?” fece tranquillo Seamus.

 

“Perché hai tutte le ragazze di Hogwarts con cui fare l’idiota, ma Hermione la lasci stare.”

 

Harry annuì. “Sono d’accordo.”

 

Seamus scosse la testa. “Voi due cominciate a soffrire del complesso del fratello maggiore.”

 

In quel momento Piton fece il suo ingresso nei sotterranei: la sua fronte era imperlata di sudore, era pallido e sembrava sconvolto, anche se il suo onnipresente contegno era sempre lì. Non si soffermò a raccogliere i saluti degli studenti né rispose, semplicemente spalancò le porte dell’aula ed entrò. I ragazzi si guardarono in faccia confusi, ma si limitarono a raccogliere le loro borse e ad entrare in classe. Ognuno si sedette al suo posto in silenzio mentre Piton, dietro la sua scrivania, continuava a stropicciarsi lentamente gli occhi come per cancellare via la stanchezza. Harry lo guardò accigliato e scambiò un’occhiata con Hermione. Anche lei stava evidentemente cercando di capirci qualcosa.

 

“Aprite il libro a pagina 58.” Disse bruscamente Piton. “Preparate la pozione ibernante seguendo le istruzioni del libro. E cercate di non fare guai.” L’ultima parte del discorso la pronunciò in tono lento e minaccioso, fissando Neville Paciock che arrossì. Tiger e Goyle risero leggermente.

 

Ron lanciò un’occhiataccia al professore e sistemò il suo libro al centro del tavolo, cosicchè anche Harry e Hermione potessero guardare mentre preparavano gli ingredienti per la pozione. Se Piton era di malumore, di sicuro era molto meglio cercare di rigare dritti. Pena un centinaio di punti per la loro casa.

 

Harry si sporse per prendere il barattolo di Botuberi, ma lo sguardo gli cadde sul tavolo affianco. Era facile riconoscerlo: era il banco che usavano Ernie McMillan, Justin Finch-Fletchey e Terry Boot, i suoi amici di Tassorosso. Si capiva che era il loro perché sull’angolo destro c’era un piccolo disegno piuttosto buffo di Piton coi capelli dritti in testa mentre urlava contro la sua classe. L’aveva fatto Ernie, era molto bravo a disegnare.

 

Ernie. Harry si rabbuiò. Due giorni prima Ernie era tornato a casa per una gravissima emergenza familiare: suo padre, un auror del Ministero, era stato barbaramente ucciso durante una battaglia coi mangiamorte. Harry strinse forte il barattolo di Botuberi fra le mani. Erano due anni che il mondo della magia era in guerra. Lui sapeva bene che, per come stavano messe le cose, studiare e prepararsi al meglio era quanto di meglio potesse fare, però…però non gli bastava. Quanti avevano affronato Voldemort ed erano morti, lasciando casa, famiglia, figli. Lui era solo al mondo, ed era sempre sopravvissuto. Sarebbe stato molto più giusto che fosse stato lui ad affrontarlo faccia a faccia.

 

Uno scrollone lo fece voltare di scatto: Hermione era accigliatissima, e Ron gli stava facendo furiosamente cenno con la testa in direzione di una figura alta in piedi alla sua destra.

 

“Signor Potter.” Sibilò la voce di Piton. “Vedo che sei così impegnato a non fare nulla che ti senti in diritto di ignorare le mie domande.”

 

“Mi scusi.” Mormorò semplicemente Harry, evitando di far notare la sua totale mancanza di simpatia per quell’uomo.

 

Piton inarcò un sopracciglio. “Continuerai la tua pozione da solo, nel banco davanti alla mia cattedra. E dieci punti in meno a Grifondoro per la tua distrazione.”

 

 

***************

 

 

“Io lo odio quell’uomo.” Brontolò Ron, uscendo dall’aula di pozioni. “E’ insopportabile! Ma come si fa a togliere 30 punti a quel poveraccio di Neville solo perché è inciampato e ha fatto cadere il calderone! E’ stato Malfoy a mettergli lo sgambetto, l’abbiamo visto tutti.” Sbottò, mentre camminava.

 

“Poteva anche averlo visto Cornelius Caramell in persona, non sarebbe cambiato niente.” Harry scosse la testa, sistemandosi bruscamente la borsa sulle spalle.

 

Hermione si sfiorò la tempia con due dita. “Aveva qualcosa. Piton aveva qualcosa di strano.”

 

“Ma per favore, Hermione.” Ribattè Ron. “Quello è uno stronzo 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana.”

 

“Non sto dicendo che è un santo, Ron.” Replicò lei. “Sto solo dicendo che oggi era evidentemente preoccupato per qualcosa. E visti i tempi che corrono…”

 

Harry si passò una mano fra i capelli. “Credo che Hermione abbia ragione.” Disse piano. “Mi è sembrato molto teso.”

 

Ron fece una smorfia strafottente. “Io non ho visto niente di particolarmente diverso dal solito.”

 

Hermione emise un sospiro esasperato, continuando a tenere il passo dei due ragazzi. “Non hai visto che quando è entrato era sudato? Hai mai visto Piton sudare?”

 

Ron scollò le spalle. “Beh, in ogni caso se fosse successo qualcosa lo avremmo saputo, no?”

 

“Non lo so.” Hermione scosse la testa, fermandosi. “E comunque è più prudente tenere gli occhi aperti.”

 

Anche i due ragazzi si fermarono. “Finchè siamo qui dovremmo essere a posto.” Mormorò Ron.

 

“Si, beh…la prudenza non è mai troppa.” Hermione diede un’occhiata all’orologio. “Devo andare, ho Aritmanzia fra dieci minuti.”

 

Harry annuì. “Ci vediamo a pranzo.” Lei annuì e si allontanò in direzione delle scale.

 

“Noi invece che abbiamo?” fece Ron.

 

“Divinazione.”

 

“Avviamoci, allora. Non mi va di arrivare in ritardo oggi, poi dovremmo vedere nella palla di vetro una morte piuttosto violenta, e onestamente stamattina vorrei morire tranquillamente.”

 

Harry ridacchiò e si voltò, ma si trovò faccia a faccia con Dennis Canon, sorridente più che mai. “E tu che ci fai qui?” gli chiese.

 

“Oh, noi del quarto anno abbiamo un’ora libera, così ho pensato di venirti a salutare, Harry.” Il sorriso di Dennis si allargò.

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Come sarebbe che voi del quarto anno avete un’ora libera?”

 

“Manca la McGranitt.” Squittì Dennis. “Ha ricevuto un gufo mentre stavamo facendo lezione ed è andata via in tutta fretta.”

 

I due ragazzi si guardarono. “E’ molto strano…” mormorò Harry.

 

“Posso accompagnarvi alla prossima lezione?” esclamò Dennis Canon. “Vi prego!”

 

Harry scosse la testa. “Io non credo che sia una buona idea, Dennis.”

 

“Ti prego, Harry! Voi state andando a Divinazione, giusto? Beh, io sono una schiappa mentre so che è una delle materie in cui voi due andate meglio, no? Così lungo la strada potete darmi qualche consiglio.”

 

“Ma come si fa ad andare male in Divinazione?!” sbottò Ron. “Basta che predici…”

 

Harry lo interruppe rifilandogli una gomitata nello stomaco; quella era una delle pochissime materie in cui prendevano il massimo senza studiare niente, e dirlo a Dennis Canon significava far arrivare la notizia a tutta la scuola, professori inclusi. “D’accordo Dennis, vieni.”

 

Il piccolo Canon fece un sorriso immenso. “Wow, grazie ragazzi! Sentite, posso chiedervi una cosa? E’ vero che la settimana scorsa la Cooman ha predetto ancora la vostra morte?” i due ragazzi annuirono. “E di cosa morirete, poi?”

 

“Di noia.” Brontolò Ron, incamminandosi.

 

 

***************

 

 

“E adesso guardate tutti nella vostra sfera e ditemi cosa riuscite a vedere.”

 

La voce stridula della Cooman scosse Harry dal suo torpore: erano più di venti minuti che quella visionaria vaneggiava, non la si riusciva a sopportare più. Solo Calì Patil e Lavanda Brown sembravano tutte prese a fissare le sfere trasparenti che avevano sui banchi.

 

“Coraggio, signori e signorine!” esclamò ancora la professoressa, battendo le mani. “Ditemi cosa vedete.”

 

Harry sgomitò nel fianco di Ron, che si era addormentato con la testa sulla sua palla di vetro, e raddrizzò la propria per far finta di vederci qualcosa dentro. Ron si tirò leggermente su, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.

 

“Signor Weasley,” fece la Cooman, avvicinandosi. “Non stavi guardando nella tua sfera un po’ troppo da vicino?”

 

“…ehm…” Ron aveva la voce rauca di uno che si è appena svegliato.

 

“Si vede che il suo occhio interiore ha un po’ di congiuntivite.” Fece Seamus, e l’intera classe tranne Calì e Lavanda scoppiò a ridere.

 

“Silenzio!” la Cooman, irritata, mise le mani sui fianchi. “Chiaramente, signor Finnigan, il tuo occhio interiore ci vede benissimo.”

 

“Chiaramente.” Seamus si mise più dritto sulla sedia e prese la sua sfera fra le mani, fingendo l’aria concentrata. “Dunque…io vedo…una ragazza…bionda…incredibilmente bionda…”

 

Dean Thomas si mise una mano davanti alla bocca per non far vedere che stava letteralmente esplodendo dalle risate. Lavanda Brown si voltò con un sopracciglio inarcato, sistemandosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio.

 

Seamus continuò. “…la ragazza bionda sta venendo verso di me…è molto provocante, direi…ma anche furiosa…si, furiosa…” e qui curvò le labbra in un sorrisetto perfido. “…forse ce l’ha con me perché non le ho ancora restituito le sue mutandine, quelle rosa di pizzo…” Seamus non potè continuare, perché Lavanda si alzò e gli mollò un ceffone in pieno viso.

 

I ragazzi risero e la Cooman fece un sorriso fiero. “Sono veramente orgogliosa di te, signor Finnigan! Hai previsto un futuro estremamente prossimo, ci riescono in pochi! Congratulazioni, dieci punti a Grifondoro.”

 

“Grazie.” Brontolò Seamus, tenendosi la guancia con una mano senza evitare di rispondere con un occhiolino allegro alla pacca sulle spalle di Dean. Lavanda, invece, lo stava uccidendo con lo sguardo, ed era rossa come un peperone.

 

“Bene, molto bene.” Disse la professoressa, tornando a sedersi dietro al suo tavolo. “Stiamo procedendo rapidamente e con successo. Prevedo che faremo grandi cose quest’anno.”

 

Ron sbadigliò ancora, Harry nascose il suo sorriso dietro la mano. Calì Patil alzò la mano. “Professoressa Cooman?”

 

“Si, cara?”

 

“Potrebbe farci lei una predizione?” le chiese mielosamente, e Lavanda annuì vigorosamente.

 

La Cooman rivolse loro un sorriso entusiasta, mostrando chiaramente che non aspettava altro che sentirselo chiedere, e si mise più dritta sulla sua sedia, spostando l’incensiera per posizionare meglio davanti a lei la palla di vetro. “Bene, classe…vediamo un po’…” cominciò a muovere le mani sulla sfera.

 

Ron sbadigliò di nuovo e abbandonò il mento in una mano, Dean iniziò una partita a tris con Seamus sul suo quaderno e Harry si pulì gli occhiali.

 

“…ah si, è chiaro…supererete tutti l’anno, sapete…” Calì e Lavanda si strinsero la mano, eccitate. “…ma purtroppo non vedo la coppa delle case nel vostro futuro…a dire il vero non vedo nessuna coppa, mi spiace…”

 

Ron sbuffò. “Ma perché non si fa i fattacci suoi?” sussurrò irritato a Harry, che annuì con la stessa espressione seccata.

 

La finestra della classe si socchiuse e ne entrò un soffio di vento piuttosto freddo, che spense alcune delle candele che fluttuavano nell’aria. La Cooman tutto a un tratto si irrigidì e smise di muovere le mani sulla sfera: i suoi occhi si fecero strani, vuoti. La sua espressione svampita divenne stranamente seria, e quando parlò la sua voce era profonda e metallica, diversa da quella stridula abituale.

 

“…morte…”

 

Calì e Lavanda spalancarono gli occhi, Dean e Seamus e gli altri ragazzi che erano distratti la guardarono, e Harry e Ron si accigliarono.

 

“…ombre…distruzione…morte…dolore…arriva dalle finestre…non sarà sufficiente…sacrificio… resistere…lui è qui…battaglia persa…è cominciata…”

 

La Cooman sbattè gli occhi due volte mentre il resto della classe continuava a fissarla in totale silenzio. Lei battè le mani. “Oh, qui vedo una bella notizia per tutti! Questo Natale sarete positivamente sorpresi dalle vostre famiglie, tutti bellissimi regali utili!”

 

 

***************

 

 

La prima cosa che fecero Harry e Ron dopo l’ora di Divinazione fu andare a cercare Hermione; la trovarono che parlava fuori dall’aula di Aritmanzia con il professor Vector: era radiosa, e teneva in mano un foglio con particolare attenzione. Vector la salutò e rientrò nell’aula mentre lei riprese a guardare il foglio, con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro.

 

“Ma che caspita ti ha dato che sorridi così?” Ron, accigliatosi, si sporse oltre la sua spalla per poter leggere. Hermione notò la presenza dei suoi due amici e si voltò verso di loro.

 

“E’ il mio compito di Aritmanzia.” Disse sorridente.

 

Ron spalancò occhi e bocca. “Sei assurda! L’unico segno rosso è il voto! Fai veramente paura!”

 

Harry s’intromise nella discussione. “Hermione, lascia perdere il tuo compito e stammi a sentire. E’ successa una cosa stranissima a Divinazione.”

 

Hermione inarcò le sopracciglia. “L’unica cosa stranissima di Divinazione è che c’è ancora qualcuno che la frequenta.” Disse scettica.

 

Harry scosse la testa. “No, stavolta è una cosa seria. La Cooman ha fatto una predizione.”

 

Hermione fece una smorfia ironica. “Ti sei spaventato perché ti ha detto che morirai ucciso da un gattino?”

 

“No, no, piantala di sfottere e ascolta.” Ribattè Ron.

 

“Stavolta ha avuto una visione reale.” Le spiegò Harry. “Con tanto di cambio di voce e sguardo.”

 

“Si chiama recitare, Harry.” Rispose semplicemente Hermione, sistemandosi la borsa sulle spalle.

 

“Vuoi starmi a sentire?” fece irritato lui. “Le è successa la stessa cosa nello stesso modo quattro anni fa, quando predisse che Voldemort sarebbe tornato, e così è stato.”

 

Hermione esitò. “E cosa avrebbe detto?”

 

“Una serie di parole. Morte, dolore, una battaglia persa…” le disse Ron.

 

“Poi ha detto due cose ben precise.” S’intromise ancora Harry. “Ha detto che lui è qui, e che arriva dalle finestre.”

 

Hermione rimase in silenzio per un attimo. “Lui…”

 

Ron si grattò la nuca. “Se è quel lui…”

 

“…se è quel lui sarebbe un’incoerenza.” Fece Hermione.

 

“E perché, scusa?” le chiese Ron.

 

Lei scrollò le spalle. “Da dove arrivava?”

 

“Dalle finestre.”

 

“Se entra vuol dire che deve ancora arrivare e non è già qui, quindi questo è il primo intoppo.” Hermione aveva l’aria concentrata di quando rifletteva. “E comunque non potremmo metterci a sorvegliare tutte le finestre di Hogwarts anche volendo, sono davvero troppe.”

 

Ron incrociò le braccia sul petto. “Forse dovremmo avvertire qualcuno.”

 

“Non so quanto peso darebbero i professori a tutto questo.” Disse Hermione, accigliandosi. “La Cooman è famosa per dire solo idiozie e presagire morte sempre e comunque.”

 

“Già, ma questa volta è diverso. Stavolta una predizione l’ha fatta davvero.” Fece Harry.

 

Hermione tirò un sospiro. “Proviamo a chiedere a Silente se ci riceve. Lui è l’unico che non ci riderebbe su.”

 

“Guarda un po’ chi si vede.”

 

Una gelida voce alle loro spalle li fece voltare: Malfoy, Tiger e Goyle stavano in piedi davanti a loro con la loro solita aria provocatoria.

 

“Lo sfregiato, il pezzente e la mezzosangue.” Malfoy curvò le labbra in un sorrisetto acido e crudele. “Siete veramente un trio perfetto, a ben pensarci. Un trio di rinnegati.”

 

Ron fece un passo avanti, stringendo forte i pugni, ma Hermione lo trattenne per un braccio. “Vattene, Malfoy.” Sibilò Harry, molto cupo.

 

Malfoy inarcò un sopracciglio. “Se sei tu a dirmelo, Potter, sicuramente non lo farò. Riprova ancora, stavolta mettendoci davanti un bel ‘ti supplico’.”

 

Harry strinse le mani in due pugni stretti. “Non giocare col fuoco.” Sibilò.

 

“Sto morendo di paura.” Gli occhi di Malfoy caddero sul foglio che Hermione stringeva in mano, e in un solo rapido movimento glielo strappò di mano.

 

“Ehi!” Hermione scattò in avanti, ma Goyle si mise fra lei e il suo amico.

 

“Guarda guarda…” Malfoy non riuscì a mascherare più di tanto l’invidia. “…Granger ha avuto il suo contentino dal maestro, che brava.”

 

“Ridalle quel foglio.” Ruggì Ron.

 

“Pensa a quanto starebbe bene questo nel camino della sala comune di Serpeverde.” Malfoy la guardò con un’aria soddisfatta e sprezzante. “Sarebbe anche simbolico…rappresenterebbe la fine che fanno tutti gli sporchi mezzosangue come te.” Hermione lo fulminò con lo sguardo.

 

“Perché non le ridai quel foglio e non te ne vai a fare in culo, Malfoy?” fece anche Harry, trattenendosi con difficoltà dal deformargli la faccia a suon di pugni.

 

Malfoy inarcò un sopracciglio e lo guardò. “Altrimenti cosa mi fai, sfregiato?”

 

Ron fece per prendere la bacchetta dalla tasca, ma Hermione lo trattenne e s’intromise per evitare l’irreparabile. “Sono certa che Pansy sarà molto contenta di sapere perché sei stato in punizione l’altra sera.” Sibilò, acida più che mai. “In fondo Bridget Venningmore è una sua compagna, non se la prenderà più di tanto.”

 

L’aria sicura di Malfoy vacillò; Tiger e Goyle lo guardarono, incerti sul da farsi, e lui dopo qualche secondo lasciò cadere con disprezzo il foglio a terra. “Perché sporcarsi con qualcosa di tuo.” Sibilò prima di voltarsi e andarsene, schioccando le dita per farsi seguire dai suoi stupidi compagni.

 

Ron scosse la testa. “Bastardo viscido idiota.” Ruggì, mentre Hermione raccoglieva il suo compito da terra per infilarselo nella borsa. “Un giorno di questi glieli cambio quei connotati di merda che si ritrova.”

 

Harry si voltò verso la sua amica con un sopracciglio inarcato. “E tu che ne sapevi di Bridget Venningmore e Malfoy?”

 

Lei fece un breve sorriso. “Andiamo, dormo nella stessa stanza di Calì e Lavanda, quel dormitorio è meglio dell’archivio ministeriale. Sai sempre tutto di tutti in anticipo.” I due ragazzi ridacchiarono sapendo che il gossip era la cosa più odiata da Hermione. “Forza, andiamo da Silente.”

 

I tre allievi di Hogwarts si diressero a passo rapido verso l’ufficio del loro preside, ma una volta arrivati davanti al gargoyle che ne controllava la porta si resero conto di non sapere la parola d’ordine.

 

“…ehm…ghiacciolo all’arancia?” provò Ron.

 

Il gargoyle lo guardò scettico. “No, non è questa.”

 

“Bastoncino di zucchero?”

 

“No.”

 

“Frullato di banane?”

 

“No!”

 

Harry sospirò esasperato. “E’ importante, per favore! Dobbiamo vedere il professor Silente subito!”

 

Il gargoyle scosse la testa. “Non se ne parla.” Disse, tutto impettito. “Non si entra nell’ufficio del preside come se fosse la vostra sala comune, o avete la parola d’ordine o potete anche andarvene per me.”

 

Hermione non si arrese. “E’ una cosa molto seria, il professor Silente…”

 

“Posso fare qualcosa per voi?” la interruppe la McGranitt, in piedi dietro di loro con una pergamena stretta fra le mani.

 

“…mh…” Ron guardò Hermione, suggerendole con lo sguardo di parlarci lei con la vicepreside; dopotutto era pur sempre la sua allieva preferita. E lei colse l’invito.

 

“Professoressa, noi avremmo qualcosa di molto importante da dire al professor Silente.”

 

“Di che si tratta, signorina Granger?”

 

“Ecco…è una predizione piuttosto particolare che ha fatto la professoressa Cooman.” La McGranitt inarcò scetticamente un sopracciglio. “Lo so come la pensa, neanche io ci credevo molto, ma sembra che stavolta sia tutto vero.”

 

“In ogni caso il professor Silente non è qui.” Disse loro l’anziana insegnante. “Ha ricevuto un gufo molto urgente dal Ministero ed è andato via per qualche ora.”

 

Ron si accigliò. “E’ successo qualcosa?”

 

La McGranitt sembrò lottare con se stessa per qualche secondo, poi alla fine si arrese. “Suppongo di potermi fidare di voi. Quanto sto per dirvi verrà annunciato agli studenti stasera a cena, quindi vi prego di non dire niente a nessuno fino ad allora. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un attacco di allarmismo.”

 

I tre ragazzi annuirono, sinceramente preoccupati dal comportamento della loro insegnante.

 

La McGranitt annuì una volta e tirò un sospiro. “I mangiamorte hanno attaccato e raso al suolo la stazione di King’s Cross.”

 

 

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Piccola precisazione che ho dimenticato di fare prima: Malfoy è così odioso per necessità di copione (non che nei libri veri non lo sia, comunque…) ma non lo confondete con il grande Draco Malfoy di Strekon, perché quello io lo adoro! ^^

 

Beh, adesso in attesa del secondo capitolo “Nubi all’orizzonte” che si fa? Si recensisce! =)

Baci Baci

 

Sunny

 

 

Ooh, quasi dimenticavo! Questo chap è dedicato al sito di mia sorella, che lunedì compie il suo primo anno! =) Brava Nenè!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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