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Autore: LawrenceTwosomeTime    17/11/2009    1 recensioni
Un testo straboccante di falsi lirismi e associazioni ardite, scritto e dedicato a una delle cose che più odio in questo mondo. Che cosa sarà mai TDM?
Genere: Parodia, Demenziale, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho trascorso interminabili ore tra le tue mura marcescenti, contribuendo a mescere l'umano distillato che trasuda perennemente dai loculi di cui sei composto.
In ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, sempiterno saltabeccare di ferrovia in ferrovia, l'eterna destinazione, minuti su monitor, a sollecitar maliarda l'idrica ritenzione. Ubi maior, treno di merda.
A più d'un esodo dantesco fui forzato, dacché ti conobbi: quattro carrozze a passo di carica, muraglie e sbarramenti di valigie da scavalcare, e poi gambe e mi scusi prego e grazie. Per poi approdare alla secreta porticina d'angolo il cui chiavistello untuoso geme sotto la tirannia di milleseicento mani sudate da prostata incontinente. Una lucina scarlatta ammicca. Cesso difettoso.
Dio conobbe più nomi nei giorni che impegnai vegetando nel tuo ventre, treno di merda, che in tutto l'Antico Testamento; né conobbero i Santi un'orgia sì sfrenata di battesimi blasfemi.
Di calura estiva s'approvvigionano i tuoi occhi, finestrini mementìaci, spremendo incontrastabili l'umano succo e risacca sudoripara, inacidendo mestrui e lacrime e pomate e profumi.
D'inverno si perpetua il caliginoso respiro degli spifferi, s'appannano i vetri e festeggiano i microbi, sguazzando impudichi tra foibe di sciarpe allordìte e cappotti di montone in catarsi da formaldeide.
E mentre ti scrutano severi i vecchi cadaveri, e le megere impellicciate sfican la borsetta dalle cosce varicose, i perversi puttanieri puzzolenti di patchouli ruminano il dildo lustrando la pelata, eruzioni di pus traboccano tra i nerbi sebatici di adolescenti in fregola, giovani alla moda e briganti impasticcati si fissano in cagnesco, business-man e punkesers giocano a tressette. O si tagliuzzan le basette.
Stoici imperversano i guardiani del tuo regno, o treno di merda, reclamando l'obolo cartaceo pena una ramanza infinita e una multa più che salata, in aggiunta all'esposizione prolungata della loro sagoma deforme e verde vestita.
Ma quand'è notte e le lampade son tutte rotte, se fuori infuria il temporale e la rotaia si scolla dal pianale, metti caso una perdita ti guasti il respiro e sentissi odore di raggiro, tu ricorda e ripeti questo mantra, o viaggiatore: tutte le vite si spengono a sproposito, e prima o poi anche 'sto treno di merda finirà al deposito.
  
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