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Autore: Alohomora    01/12/2009    14 recensioni
"Sì Hermione, credo che ormai l'avrai capito, Sirius era mio marito e il padre di mio figlio, ma lascia che ti racconti tutto dall'inizio..."
Vincitrice del primo turno dell'HP FINAL CONTEST per le seguenti categorie: Miglior FF Primo Turno - Miglior FF What If - Miglior Personaggio Maschile (Sirius Black) - Miglior Coppia (Sirius/Rebecca) - Miglior Scena Relativa al Tema Proposto - Miglior Scena in Assoluto
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Arthur/Molly, Harry/Ginny, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 60 - L'alba di un nuovo giorno




L'alba di un nuovo giorno

Minerva McGrannit entrò nel suo ufficio per dare inizio ad un'altra giornata lavorativa.
Salutò i Presidi che le diedero il buongiorno dall'alto dei loro ritratti e, come tutte le mattine, trovò stormi di gufi appollaiati sul davanzale, impazienti di consegnare la posta.

Aprì la finestra per farli entrare, e notò subito il gufo di Harry che si faceva largo disperatamente tra gli altri, ansioso di recapitare la sua lettera.
Quanta fretta!" esclamò Minerva. "Va bene, va bene, leggerò prima il tuo messaggio!" disse sorridendo e, una volta seduta alla sua scrivania, aprì la lettera di Harry: cosa poteva mai esserci di tanto urgente?
Iniziò a leggere e impallidì.
 Si mise a rileggere lentamente, a occhi sgranati, concentrandosi su ogni singola parola per essere certa di avere capito bene ciò che Harry gli aveva scritto, e alla fine sorprese tutti i Presidi quando si alzò dalla scrivania, si diresse verso il mobile bar a disposizione degli ospiti e si versò un bicchiere di Whisky Incendiario.
"Ma... Minerva... ti senti bene?" chiese preoccupato Silente che, per quel che poteva ricordare, non aveva mai visto la sua vecchia amica e collega concedersi qualcosa di più forte della Burrobirra e, in ogni caso, mai di prima mattina.
"Devo andare a chiamare Madama Chips?" chiese allarmato Severus Piton.
"Oh no, Severus, non preoccuparti!" disse la McGrannit sorridendo. "E' stata solo l'emozione... E' tornato Sirius Black!"
Un silenzio irreale accolse le sue parole, un silenzio che venne spezzato dal tonfo della cornice di Severus Piton che si staccò dalla parete cadendo a terra.
"Tutto bene Severus?" chiese preoccupata la Preside dopo aver sistemato il ritratto al proprio posto con un rapido colpo di bacchetta.
"Prima sparisce Walburga e adesso torna Sirius?" esclamò Phineas Nigellus, mentre Armando Dippet sistemava meglio il suo cornetto acustico nell'orecchio per non perdere una singola parola.
La Preside iniziò a leggere ad alta voce la lettera di Harry, e prima che potesse concluderla arrivò un altro gufo con un nuovo messaggio, e per poco non le venne veramente un infarto quando si rese conto di avere tra le mani una lettera scritta da Sirius Black in persona che la informava che, di lì a poco, sarebbe giunto ad Hogwarts con Harry e sua moglie per poter finalmente riabbracciare suo figlio.
Per tutti i Fondatori... e io che pensavo di avere già visto tutto nella mia vita! Sirius... Devo andare subito a cercare Jupiter! Sarà sicuramente in Sala Grande a fare colazione, oppure è nel parco, oggi è sabato, non ci sono lezioni... chissà, magari sta ancora dormendo! Devo trovarlo prima che arrivi suo padre, dovrò spiegargli un po' di cose, spero che non abbia uno choc!" disse la Preside parlando più a se stessa che ai suoi colleghi che, dall'alto dei loro ritratti, commentavano concitati la notizia.
Uscì frettolosamente dall'ufficio ma le sue ricerche si rivelarono infruttuose: quel benedetto ragazzo sembrava essere svanito nel nulla.
Jupiter Black in effetti era davvero scomparso da Hogwarts, e si trovava nei guai.
Insieme a Jennifer, Aurelius ed Anthea aveva sperimentato con successo gli effetti della Pozione dell'Invisibilità più di una volta.
Jennifer teneva nel suo baule la scorta che aveva preparato durante le vacanze di Natale, e quando giungeva il fine settimana i quattro amici uscivano nel parco con una boccettina in tasca e, quando erano finalmente al riparo da occhi indiscreti, bevevano la pozione.
Una volta invisibili raggiungevano il Platano Picchiatore, bloccavano i rami con l'Incantesimo Immobilus e, sfruttando il passaggio segreto, giungevano ad Hogsmeade.
Era un'avventura bellissima, ma per Jupiter la cosa più entusiasmante era poter finalmente usare la Mappa del Malandrino.
Quel giorno non c'era più pozione di riserva, le scorte erano sufficienti solo per un'ora, ma ormai si sentivano sicuri ed esperti, perfettamente in grado di gestire il tempo a loro disposizione, e così si erano avventurati per le strade del villaggio progettando di creare una "distilleria clandestina" nella Stamberga Strillante, dove Jennifer avrebbe potuto preparare la nuova pozione in tutta tranquillità.
Nonostante i buoni propositi non si erano però accorti del tempo che passava, e dopo un'ora si erano ritrovati di nuovo perfettamente visibili e quindi identificabili.
Per fortuna avevano le sciarpe con cui coprirsi il viso, e si erano rifugiati in un vicolo pensando a cosa fare, salvo poi accorgersi che erano sul retro dei Tre Manici di Scopa, il locale gestito dalla moglie del professor Paciock.
Se il professor Paciock si fosse affacciato alla finestra li avrebbe visti, e anche la professoressa Granger viveva a Hogsmeade!
La loro unica via di fuga possibile per tornare a Hogwarts era la Stamberga Strillante ma era troppo lontana, avrebbero dovuto raggiungerla senza dare nell'occhio, se si fossero messi a correre avrebbero rischiato di farsi notare.
Le sciarpe potevano coprire il loro viso ma non erano un riparo sufficiente, chiunque avrebbe potuto notarli e capire che erano ragazzini del primo anno che non avevano alcun diritto di essere lì.
Fortunatamente a Jupiter era venuta la brillante idea di chiamare Kreacher che, tramite Materializzazione Congiunta, li aveva riportati a scuola, vicino al Platano Picchiatore, al riparo di occhi indiscreti.
I quattro si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere per il pericolo scampato, una risata nervosa e allo stesso tempo liberatoria.
"Ho perso dieci anni di vita... La prossima volta portiamoci dietro la pozione di scorta!" disse Aurelius.
"La prossima volta? Ragazzi io non so se me la sento di correre ancora un rischio simile!" disse Jennifer che si appoggiò ad Anthea dato che le gambe le tremavano talmente tanto da non riuscire a reggersi in piedi. "Mi sono vista praticamente fuori dalla scuola!”
"Pericolo scampato!" esclamò Jupiter. "Kreacher, questa Burrobirra te la sei proprio meritata!" disse porgendo al vecchio elfo una bottiglia che aveva "requisito" ai Tre Manici di Scopa, e il vecchio elfo per poco non svenne per lo choc e si prostrò ai piedi di Jupiter.
"Grazie padrone, grazie... Il padrone ha dato una Burrobirra al suo vecchio elfo, Kreacher gli sarà sempre grato e... "
All'improvviso Kreacher si interruppe, rimase per un istante immobile a occhi sgranati, dopodichè
iniziò a gridare e a sbattere violentemente la testa contro il terreno.
"Kreacher! Ma che stai facendo? Smettila subito! disse Jupiter spaventato da quella reazione inaspettata del suo elfo domestico.
Si è ubriacato con la Burrobirra?chiese Jennifer.
Ma se non l'ha nemmeno bevuta!” disse Aurelius.
"E' tornato... è tornato per uccidermi!" gridò Kreacher continuando a punirsi, sordo ai richiami di Jupiter che gli ordinava di smetterla.
"Petrificus Totalus!"
"Jupiter! Ma che cosa hai fatto?" disse Anthea guardando l'elfo che giaceva immobilizzato a terra.
"E cosa avrei dovuto fare? Lo hai visto no? Ho avuto paura che si uccidesse davvero, dovevo fermarlo in qualche modo!" disse Jupiter riponendo la bacchetta magica e avvicinandosi a Kreacher che si stava lentamente riprendendo.
"Padron Sirius è tornato per prendersi Kreacher, è tornato per uccidere Kreacher!" disse guardando Jupiter con il terrore negli occhi.
"Ragazzi dobbiamo portarlo subito da Madama Chips, credo di avere scagliato con troppa violenza l'incantesimo... Adesso è convinto che io sia mio padre!" disse Jupiter allarmato. "Avanti, Kreacher, andiamo in infermeria, se non riesci a Smaterializzarti ti ci porto io!"
Padron Sirius è tornato, Kreacher lo sa, Kreacher lo sente!"
"Kreacher! Mio padre è morto e tu lo sai meglio di me!"
"Padrone... padron Sirius è qui... "
"E va bene, te la sei voluta!" esclamò Jupiter afferrando la bacchetta magica, e subito Aurelius, Jennifer e Anthea gli si fecero intorno per trattenerlo e impedirgli di compiere qualche sciocchezza.
Jupiter stai calmo, non farti provocare! E tu piantala!" disse Aurelius infuriato rivolgendosi a Kreacher.
Jupiter ha deciso di risparmiarti la vita... Perchè continui a tormentarlo così?” aggiunse Jennifer.
Stai attento, perchè hai già passato il limite!” disse Anthea squadrando Kreacher con lo stesso cipiglio di suo nonno Malocchio.
Gli elfi domestici non possono mentire... Il giovane padrone mi ha ordinato di non dire più bugie... E Kreacher non sta mentendo... “
Kreacher... Allora davvero tu... Non mi stai prendendo in giro? Tu sai davvero dov'è mio padre?” chiese Jupiter con il cuore in gola.
"Guarda la tua mappa, giovane padrone... "
Con mani tremanti Jupiter tirò fuori la Mappa del Malandrino dalla tasca, e all'improvviso, crollò a sedere sul prato, le gambe improvvisamente incapaci di reggere il peso del suo corpo, e i suoi amici si inginocchiarono preoccupati accanto a lui chiedendosi se non fosse il caso di portarlo in infermeria dato che sembrava chiaramente in stato di choc.
"Papà... " sussurrò Jupiter tremando come una foglia.
"Jupiter... ma cosa... " inizò a dire Jennifer sempre più preoccupata, ma Jupiter la interruppe.
"Mio padre. Con Harry. E anche mia madre. E' qui... " disse indicando la Mappa del Malandrino.
Jennifer, Anthea e Aurelius guardarono a loro volta, e videro i tre nomi scritti sulla pergamena: Harry Potter, Rebecca Black e... Sirius Black.
Non so cosa sia successo... ma lui è qui... mio padre è qui..." disse alzandosi in piedi mentre si sentiva salire le lacrime agli occhi e il cuore gli batteva impazzito nel petto.
Jupiter calmati... possiamo immaginare come ti senti ma... ecco... non potrebbe darsi che la Mappa abbia sbagliato?” disse Jennifer.
Non è possibile Jennifer... la Mappa non mente mai!” disse Aurelius.
La Mappa non mente mai... “ gli fece eco Anthea. "E se non mente mai allora vuol dire che... "
La Mappa non mente mai, e gli elfi domestici non possono mentire ai loro padroni!esclamò Jupiter in preda ad una gioia incontenibile.
Iniziò a correre a perdifiato verso il castello e, ad un tratto, riuscì a scorgere in lontananza le sagome di Harry, di sua madre... e di un uomo alto, con lunghi capelli neri che camminava al suo fianco tenendola per mano. 
Cercò di chiamarlo ma era lontano, non avrebbe potuto sentirlo, e in ogni caso l'emozione gli impediva di gridare forte come avrebbe voluto, così non gli restò altro da fare se non aumentare il ritmo della sua corsa per poterlo raggiungere il più presto possibile.
Sirius Rebecca e Harry, ignari di tutto, si diressero verso l'ingresso principale.
"Harry, ma è proprio necessario andare prima da Silente? Anzi, no... dalla McGrannit... si corresse in fretta Sirius, provando di nuovo quella sottile angoscia che lo assaliva ogni volta che si rendeva conto di tutte le cose che erano successe mentre lui non era esistito, e respinse con tutte le forze quella sensazione.
Stava per ritrovare suo figlio... solo a questo doveva pensare ora!
Passò un braccio intorno alla vita di Rebecca che gli si appoggiò contro, e si sentì subito meglio.
Le sorrise e le sfiorò le labbra con un bacio, compiacendosi ancora una volta di non essere un vero Black, perchè un vero Black non avrebbe mai fatto una cosa simile in pubblico con la propria moglie!
Rebecca si guardò intorno frastornata ed incredula... Sirius era tornato , e lei era a Hogwarts!
E splendida non è vero? E ora sei di nuovo qui da uomo libero, come hai sempre desiderato!” 
Harry... ancora ti ricordi quello che ti avevo detto tanti anni fa?”
Non l'ho mai dimenticato Sirius...
Anche Rebecca non aveva mai dimenticato quello che le aveva detto Sirius quando l'aveva portata a Hogwarts sul dorso di Fierobecco.
"Un giorno torneremo, Rebecca, e verremo qui, alla luce del sole. E sarà il giorno più bello della mia vita, perché tutto sarà finito e sarò libero".
E ancora non sapevi che quel giorno ci sarebbe stato anche tuo figlio amore mio... “ pensò Rebecca, da sempre convinta che Jupiter fosse stato concepito proprio quella notte.
Una gioia incontenibile si impadronì di lei perchè Sirius aveva davvero realizzato il suo sogno, davvero era tornato, davvero era libero, davvero avevano ancora un futuro e una vita da passare insieme.
Aveva inziato a capirlo quel mattino, quando aveva aperto gli occhi convinta di avere sognato tutto quanto per poi rendersi conto di essere veramente tra le braccia di Sirius che ancora dormiva accanto a lei, e di nuovo la commozione l'aveva colta mentre lo accarezzava piano, facendo attenzione a non svegliarlo e desiderando al tempo stesso che aprisse gli occhi.
Rebecca continuò a guardarsi intorno cercando di individuare il Platano Picchiatore e, all'improvviso, Sirius la sentì irrigidirsi accanto a lui mentre tratteneva il respiro e gli stringeva forte la mano.
Sirius si voltò per seguire lo sguardo di Rebecca, e fu così che si accorse di quel ragazzino che correva verso di loro.
Era lontano e non riusciva a vederlo bene in viso, ma non aveva bisogno di chiedere chi fosse, il suo cuore sapeva già la risposta.
Si mosse rapidamente verso di lui, voleva raggiungerlo il più in fretta possibile, voleva percorrere in pochi istanti quei pochi metri che avrebbero finalmente posto fine a quei dieci anni di vuoto, e c'era un solo modo per farlo visto che non ci si poteva Materalizzare ad Hogwarts.
Jupiter si fermò sbalordito quando vide suo padre trasformarsi in Felpato e correre verso di lui, e sorrise felice come quanto si incontra un vecchio amico dopo tanti anni.
Ripensò a sua madre che le raccontava di Felpato, ripensò alla foto che avevano fatto ad Hyde Park.
Felpato... Lo stratagemma che suo padre usava per poter uscire con lui alla luce del sole.
Jupiter si avvicinò a Felpato e lo accarezzò sulla testa e, pochi istanti dopo, si trovò avvolto nell'abbraccio di suo padre.
Un vero Black non baciava ed abbracciava i propri figli, non manifestava mai le proprie emozioni, non si comportava come un Babbano qualsiasi, soprattutto in un luogo pubblico, ma Sirius non era mai stato un vero Black, e lo dimostrò ancora una volta quando baciò suo figlio sulla fronte come aveva fatto l'ultima volta che lo aveva visto, ancora incapace di credere che quel bambino di un anno che lo chiamava “Papà Sius” e quel ragazzino che teneva tra le braccia fossero la stessa persona.
Jupiter avrebbe compiuto 12 anni alla fine dell'anno scolastico, ed era più che mai convinto del fatto che doveva comportarsi da uomo, e in quanto tale non avrebbe dovuto mettersi a piangere mai, soprattutto lì a Hogwarts.
Non davanti ai suoi amici di sempre, che si tenevano discretamente in disparte, emozionati, commossi ed increduli.
Non davanti a sua madre, che piangeva di gioia sulla spalla di Harry, ringraziandolo ancora una volta per ciò che aveva fatto.
Non davanti agli altri studenti che, incuriositi, si stavano avvicinando chiedendosi cosa mai stesse succedendo dopo aver visto quello strano cane nero correre sul prato.
"La mamma ha ragione... mi somigli tantissimo!" esclamò Jupiter guardando per la prima volta suo padre negli occhi, e poi si rifugiò di nuovo nel suo abbraccio, incurante di chi gli stava intorno, incurante del fatto che tutti potevano vedere le sue lacrime di gioa, desiderando solamente che quell'abbraccio non finisse mai, e dimostrando a tutti quanti, e soprattutto a Sirius, che nemmeno lui, alla fine, era un vero Black.


TOUJOURS PUR
Non del sangue ma del cuore.

FINE.




   
 
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