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Autore: Freya Crystal    07/12/2009    11 recensioni
Storia conclusa. Ha inizio il sequel^^
"Dopodomani ce ne saremmo andati via da Forks. Speravo di dimenticare Bella,di colmare il vuoto che mi avrebbe procurato lasciarla,grazie ad Esme e alla mia famiglia.
Sia io che mio figlio eravamo stati rapiti da quella ragazza, e avevamo entrambi preso la decisione di dirle addio,per proteggerla,perché l'amavamo."
Quando l'anima di un'umana si trova divisa in due.
Quando un sentimento assopito dentro di lei diventa incontenibile,e ha assoluto bisogno di scoppiare fuori e di sommergere tutti gli altri.
E se Edward non fosse quello giusto per Bella?
Quando ami qualcuno,ed egli diventa l'acqua della tua vita,riesci ad accettare di perderlo? Riesci ad accettare l'idea di dimenticarlo per il bene delle persone intorno a te?
Forse si...ma in quel caso inizieresti a morire poco per volta...
Genere: Triste, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Eternità alle porte'
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Capitolo 1

In quel momento avrei voluto sparire dalla faccia del pianeta terra,cancellare ogni traccia della mia esistenza dai pensieri della gente. Avrei voluto che i ricordi,i ricordi che sapevano di me,abbandonassero le menti di coloro che mi avevano conosciuta,e volassero via come uccelli migratori intenzionati a non fare mai più ritorno,diretti in una terra remota.
Si,avrei tanto voluto che un battito d'ali e un soffio di vento fossero potuti bastare per avverare la mia volontà...
Eppure proprio quando si desiderava una fine,la vita capricciosamente imponeva di restare. Così eccomi lì,ancorata al suolo,a respirare per nutrire i miei polmoni,a sprecare aria,ad obbligare qualcuno a spendere il suo tempo per medicarmi,a creare problemi ad una famiglia,a rovinare una serata che avrebbe dovuto essere una semplice festa di compleanno. 
...La mia festa di compleanno. 
Feci un rapido calcolo mentale: se non fossi mai esistita,non ci sarebbe stato nessun compleanno da festeggiare per Isabella Swan. E non ci sarebbe stato alcun rompicapo per i Cullen. Dio,se Edward fosse stato lì e i suoi poteri avessero funzionato su di me,mi avrebbe dato della patetica.
-Bella non devi sentirti in colpa.- 
La voce morbida e rassicurante di Carlisle mi riportò alla realtà. Fu come ricevere un abbraccio confortante capace di lenire l'imbarazzo che provavo.

Mi concedetti per un istante di distogliere lo sguardo dal suo braccio sanguinante e  di guardarla negli occhi. Brillavano di una luce timida,impaurita,e avevano la straordinaria capacità di  suscitare curiosità a chi li incrociava; non erano di un penetrante colore azzurro o  di una sfavillante tonalità di verde,ne avevano il fascino vampiresco di quelli dorati che possedevano i miei simili: tuttavia,per quanto potessero essere semplici,gli occhi di Bella catturavano con la loro oscurità,trasportando chi li guardava in uno scenario indefinibile e tormentato,che  suscitava inquietudine. Da tempo la loro luce mi aveva indotto a pensare che fossero animati da un misterioso e sconcertante incantesimo.
La confusione si stava facendo strada dentro di me. Tornai a concentrarmi sull'estrazione delle schegge di vetro che le erano penetrate nella carne. Il battito del suo polso era troppo veloce. Quando un mio paziente era agitato cercavo di distrarlo chiacchierando.
-A che pensi?-

Sentivo un fastidioso pizzicore,e sapevo bene da dove provenisse,ma cercavo di ignorarlo con tutte le mie forze. Carlisle era concentrato nella sua operazione,e procedeva con assoluta tranquillità.
-Penso a quante volte mi hanno dovuta ricucire.-
Feci un sorriso imbarazzato,gli occhi fissi sul quadro appeso alla parete,oltre la sua nuca. Lui rise.
-Sono cose che capitano. Certo,bisogna ammettere che nel tuo caso avvengono con una frequenza maggiore rispetto al normale...ma c'è pur sempre di peggio nella vita.- 
Sospirai e venni contagiata dalla sua calma risata. Il pizzicore al braccio somigliava ai morsi di tanti dispettosi esserini,ma il dolore era svanito.
-Immagino tu lo sappia bene,hai vissuto tanto.-
-Non si vive mai abbastanza per sapere troppo.-
Quella frase mi colpì,pronunciata da lui che aveva vissuto per secoli.
-Come fai a sopportare continuamente l'odore del sangue con il lavoro che fai?- 
-E' una questione di abitudine,ormai non ci faccio neanche caso. Non s'impara a controllare la propria debolezza evitandola,ma affrontandola e convivendo con essa.
-Beh io non imparerei a controllare il disgusto per il sangue se mi mettessi ad osservarlo.- dichiarai.
Ma forse non ero l'unica che non aveva una completa padronanza di se. Rividi l'immagine  di Jasper,collerico,assetato del mio sangue,lottare mentre Emmet cercava di tenerlo fermo,Esme che si scusava e usciva dal salotto tenendosi il naso tappato,Edward con i muscoli tesi e l'espressione sofferente, Alice che ci lasciava per ultima con un sorriso timido dipinto sulle labbra: non tutti erano abili a controllare la loro sete quanto il capo famiglia. 
-Coraggio,abbiamo quasi finito.- 
Carlisle procedeva sicuro il suo lavoro,con espressione serena. Più lo osservavo e più capivo quanto amasse fare il medico.
- Non sento nemmeno dolore.- 
Dichiarai grata. Poi mi azzardai a fargli la domanda che mi stava tormentando da un po'.
-Jasper dove sarà finito?-


Osservai il  suo volto: le  guance d'avorio le si erano teneramente tinte di rosso. Quando gli umani si sentivano in imbarazzo il sangue affluiva alle loro gote e le  colorava vivacemente. 
In me era lontano il ricordo di quella sensazione sulla pelle,tuttavia non era scomparso. 
Un tempo,pensai,con nostalgia,anch'io ero in grado di arrossire. 
Mi piaceva osservare Bella in quella circostanza,il rossore delle guance aveva acceso le sue labbra di un delicato colore rosato e aveva inevitabilmente portato il mio sguardo a posarsi su di esse.
-Starà bene,Edward lo farà ragionare. Non preoccuparti.-
Mi decisi poi a rispondere.
La linea sottile delle sopracciglia  che evidenziava la sua espressione preoccupata, si distese leggermente. Cercai di distogliere lo sguardo dalle sue labbra.
I capelli leggermente crespi le incorniciavano il viso  e le ricadevano morbidamente  lungo le candide braccia,quasi fino a sfiorare lo ferita che io ormai avevo ripulito. Quella maledetta ferita.
Fragile come un fiore,delicata come un petalo,la mia bella. E Bella era anche il suo nome.
Era sbagliato. Era ingiusto. Non dovevo. 
Se potevo controllare il mio istinto omicida,potevo controllare anche il desiderio. 
Nel mio caso,sfiorarla equivaleva a violarla completamente. Bella viveva per Edward,e mio figlio viveva per lei: non potevo spezzare il loro equilibrio,non potevo intromettermi.
Non potevo toccarla. No,non dovevo.


Per un breve attimo mi parve di scorgere un'inspiegabile sofferenza nei magnetici occhi di Carlisle. Ma forse era stata solo la mia immaginazione.
- Se Edward acconsentisse alla mia richiesta di farmi diventare come voi,incidenti come questo non capiterebbero.
Ignorai ago e filo che,inesorabili,si stavano avvicinando al mio braccio,dopotutto sapevo che erano le mani di un esperto a guidarli.
-Mio figlio...tiene estremamente a te. Le sue decisioni sono influenzate dalle sue paure. Edward non crede esista il Paradiso per i vampiri.
La voce di Carlisle accarezzava le mie orecchie come le note di un flauto. Volevo sentirla ancora.
-Teme di condannarmi ad un'esistenza dannata trasformandomi?
Formulare quella frase mi era costato dolore. Improvvisamente capivo perché Edward lottasse così ostinatamente per farmi cambiare idea.
-Non potrebbe accettare di essere stato la causa della tua rovina. In futuro troverà il coraggio di parlartene e allora sono sicuro che riuscirete a trovare un accordo.
-Lo spero. Io so già quello che voglio. Il mio Paradiso è lui,non mi importa se la sua tesi potrebbe essere vera.- ammisi. 
Non volevo invecchiare al suo fianco,tanto meno dirgli addio morendo.
Di nuovo credei di vedere gli occhi di Carlisle spegnersi. Ma cosa gli stava succedendo? 
- Vedo che hai le idee chiare. Spero che presto anche mio figlio possa essere in grado di fare la sua scelta.
L'ago mi pungeva leggermente il braccio e il filo mi solleticava la pelle,ma quel leggero fastidio non aveva niente a che vedere con il mio tormento interiore.
Quando Carlisle smetteva di parlare mi sentivo come prosciugare da dentro,non sapevo se di acqua o di respiro,forse di entrambi. Mi sentivo come se dopo una lunga corsa estenuante qualcuno mi avesse offerto un bicchiere colmo di acqua fresca,e poi mi avesse obbligato a risputarla tutta fuori,proprio quando stavo per mandarla giù per la gola a rigenerare l'organismo stanco: la bocca insoddisfatta pretendeva di riavere ciò che non aveva potuto gustare appieno e il desiderio la rendeva ancora più arida.
Non mi ero mai resa conto di quanto potesse essere letale osservare Carlisle. Era bello e dannato,proprio come Edward,ma i lineamenti del suo volto erano più decisi,più maturi,rispetto a quelli del mio vampiro. L'angelo che lo aveva scolpito aveva calcato con profondità e precisione i suoi tratti,per conferirgli un'aria nobile,saggia. In quel momento una ruga di perplessità gli solcava la fronte marmorea,gli occhi di falco brillavano di una luce triste,una luce disarmante. Cosa si stava agitando in quel mare dorato? Avrei voluto annegarvi per saperlo,tanto ne ero attratta. Mi faceva male il cuore,una morsa opprimente mi stritolava i polmoni,come se mi si fossero annodati al collo.
Quello che mi stava accadendo non era normale.
- Beh dopotutto tu hai trasformato Esme,la donna che ami...- mormorai quasi ansimando.
Cosa centrava Esme? Perché l'avevo messa in mezzo?

Staccai il filo rimanente e posai l'ago nella valigetta.  
Esme?
Si,Esme era la donna che amavo. Ma in quel momento non riuscivo a fare altro che pensare a Bella.
Isabella Swan,un'umana appena diciottenne,ancora acerba. 
...Eppure ero attratto da lei.
La verità mi pugnalò alla schiena,mi colse di sorpresa,non ebbe pietà.


Soffriva. E la sua sofferenza penetrava in me attraverso quegli specchi d'oro liquido,fino a spogliarmi. 
Ma il mio era solo un capriccio. Se amavo Edward,perché desideravo anche Carlisle?
"Non si possono amare due persone contemporaneamente allo stesso modo."
Avvicinai una mano per sfiorargli una spalla,la feci scorrere sul suo collo e sulla sua guancia sinistra,gli scompigliai i capelli biondi sulla fronte,e rimasi ad osservare quel capolavoro d'arte.

Lentamente afferrai la sua mano e la posai sulle mie labbra. 
-Non voglio farti commettere questo sbaglio.- 
Sussurrai ad occhi chiusi,e dopo averle baciato le dita abbandonai la presa su di essa.
La sua bocca era rimasta semiaperta per lo stupore. Lessi dolore struggente nei suoi occhi. 
Mi si avvicinò esitante,incatenando il suo sguardo al mio. Potevo sentire il suo respiro sul mio viso,il suo profumo farsi più intenso e avvolgente.

Mi avrebbe fatto male. Ma se non avessi agito subito sarei morta. Gli sfiorai il petto con una carezza. Anche i vampiri hanno un cuore. Quello di Carlisle pulsava forte,vi appoggiai la testa sopra e presi un grosso respiro,inebriandomi del buonissimo odore della sua camicia,un odore che mi mandò in estasi. Volevo rimanere così per sempre.
-Mi prenderò le mie responsabilità- sussurrai faticando a parlare.
Ma quali responsabilità? Forse stavo vivendo il più meraviglioso dei miei incubi. Dovevo svegliarmi al più presto. 
-Oh,Bella...- sospirò lui con voce rotta.
Ero una maledetta serpe che lo stava costringendo a fare ciò che non voleva fare,ecco cos'ero.
Mi afferrò il mento con la sua mano fredda e dalle dita affusolate. Un sorriso gli increspò le labbra,i suoi occhi splendettero.

Mi avvicinai a quelle labbra tanto agognate e vi posai sopra le mie. Il respiro le si mozzò. I nostri corpi tremarono e si irrigidirono. Mentre le nostre bocche si tuffavano l'una nell'altra e si assaporavano di baci,strinsi quel fragile corpo al mio. Il battito del suo cuore sopra il mio mi fece sentire vivo come non mai,era il suono più meraviglioso che avessi mai udito,il dolce vibrare di una corda di violino che faceva rabbrividire d'emozione al primo ascolto. Tum...tum...tum...Quel suono mi cullava,mi trasportava in un mondo chiamato completezza,bussava gentilmente e con passione contro la mia anima. Tum...tum...tum... Perché i vampiri un'anima ce l'hanno.
Le nostre lingue danzavano e si rincorrevano con dolcezza. Il respiro di Bella mi rilassava,era un soffio di vento che mi scuoteva completamente da dentro.
Le sue labbra erano il frutto più invitante che avessi mai assaggiato,non potevo farne a meno.
Ma mentre lei mi donava calore,io lentamente la facevo gelare con la temperatura fredda del mio corpo.
Eppure la sentii premere una mano sulla mia nuca e afferrarmi i capelli saldamente,non voleva allontanarsi da me.
Avevamo sete l'uno dell'altra.


Non volevo perdere Carlisle,mi piaceva essere pervasa dal gelo,perché era lui a procurarmelo. Mi strinsi con più decisione al suo petto. I brividi testimoniavano che ciò che stava accadendo era reale,che non era un sogno. Non ero mai stata così nemmeno con Edward.
Volevo immergermi completamente nel sapore dei suoi baci,non riuscivo a saziarmene,ne volevo ancora.
...e ancora...
Sentivo di avere un uomo,un uomo maturo a tutti gli effetti,accanto a me. Un vampiro,per essere precisi. Sapeva di vita vissuta,di sapienza...di sofferenza...
E mi attraeva,perché mi faceva sentire ancora più viva.
La sua voce che sussurrava il mio nome era la nota dolente di un piano,ultraterrena,angelica.
Avrei voluto piangere,qualcosa si stava muovendo dentro di me. Perché era dovuto succedere tutto questo?

Fu come morire. Morii. Ma dovetti farlo:mi staccai dalle sue labbra.
Riaprimmo gli occhi. Dovemmo fronteggiarci l'uno nello sguardo dell'altra.
-Avrei voluto...avrei voluto scoprirlo prima di incontrare Edward.
Mormorò.
-Avrei voluto non scoprirlo mai...-

Quella frase mi fu fatale. 
Capii tutto. Lui amava Esme. "Non si possono amare due persone contemporaneamente allo stesso modo."
Non poteva...non potevamo.
Mi immersi nell'oro liquido dei suoi occhi,palpitanti per il dolore. Avrei potuto vederli piangere lacrime dorate,tanto erano lucidi. Lucidi fino a bruciare.
-Bella,dimentichiamo tutto questo...-
Non riuscivo neppure a piangere. Gli incubi finivano sempre così: ti lasciavano senza speranze,ad annegare in un mare di angoscia e disperazione pura.
Mi sollevò in piedi,con presa ferrea. 
-Farò il possibile perché tu possa dimenticare...Lo prometto.
"Quando si desiderava una fine,la vita capricciosamente t'imponeva di restare"... 
Era assurdo quanto le parole potessero essere taglienti:una lama mi aveva squarciata trapassandomi completamente da parte a parte,eppure ero ancora viva. Perché? Perché!? Volevo morire all'istante.
-Bella? Carlisle?-

Mi voltai. Sulla soglia della cucina era comparsa la figura di mio figlio:Edward.  Aveva un'espressione preoccupata sul volto,era in ansia per Bella.
Lei si accorse della sua presenza solo quando la sua voce spezzò il doloroso silenzio nell'aria.
-Vedo che avete quasi finito. Ti aspetto fuori,così ti riaccompagno a casa.- 
Si rivolse alla sua anima,pieno di amore nei suoi confronti che traspariva da ogni suo gesto. 
Lei lo guardò negli occhi e annuì. Fece uno sforzo inumano per sorridergli.

"Inizia a morire da adesso,inizia a dimenticare. Ma almeno fai in modo di morire tu sola,senza di Edward. Soffri in silenzio. E dimentica...Non essere egoista..."
E iniziai a morire poco per volta.


***************

Spazio dell'autrice: non so se abbia un senso,non so se vi sia piaciuta e non so se la continuerò. Lascio a voi il diritto di commentare sinceramente. Per adesso la imposto come completa. Ma nel caso dovessi vedere che il primo capitolo vi ha preso,potrei azzardare l'ipotesi di un continuo,massimo di due o tre capitoli in più. Beh,vi saluto cari twilighters! 

  
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