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Autore: B_Regal    07/12/2009    1 recensioni
L' operazione di infiltraggio nella mafia russa è finita e per l' ispettrice Anna Gori è arrivato il momento di prendere un' importante decisione.. Un finale alternativo della nona serie di Distretto di Polizia!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Me ne vado... a cercare almeno l'ombra di un presente, tra la nebbia di un incerto futuro.


“Ehi, ci vuole ancora molto?”
Apro la porta di scatto e vedo il bambino ancora seduto per terra, i giocattoli sparsi attorno a lui sul pavimento.
“non trovo Spiderman!” si lamenta lui, sconsolato.
“Devi portatelo per forza?”
“E’ il mio giocattolo preferito!”
Io lo guardo perplessa “ieri non era Batman il tuo giocattolo preferito?”
“Si, ma ora è Spiderman!”
“Senti, facciamo così.. te ne compro un altro per strada di Spiderman, ok?”
“Va bene!” si alza, e viene verso di me.
“Questo macello ovviamente resta cosi, no?”
“Sistemo quando torniamo!”
Rido, accarezzandogli la testolina riccioluta “si, come no.. andiamo che è meglio!”
“E papà?” mi chiede mentre insieme scendiamo le scale di casa.
“E’ già in macchina, e ci sta aspettando!”
“Siamo in ritardo?”
“No, però dobbiamo passare al distretto per i saluti!”
Finalmente raggiungiamo il cortile. L’ auto scura è parcheggiata proprio di fronte alla porta.
Apro la portiera di dietro e lascio salire il bambino. Poi mi siedo davanti.
“Finalmente! Quanto ci avete messo?”
“chiedilo a tuo figlio!” rispondo, indicandolo con la testa “E’ stato in camera sua fino a un minuto fa a cercare i suoi giocattoli!”
“A proposito.. ma quanta roba ti sei portato?” gli chiede lui “la tua valigia era quasi più pesante di quella di Anna! E ho detto tutto!”
“Ehi!” rispondo, fintamente offesa “guarda che ho portato l’ indispensabile!”
“si, per due mesi.. peccato che ci dobbiamo stare quindici giorni!”
“Sei polemico, lo sai?”
“va bene, scusa!” mi sorride, e mi bacia una guancia sporgendosi verso di me.
“Dai, sbrighiamoci.. dobbiamo passare al decimo e tra due c’ è l’ aereo per Budapest!”
Lui annuisce e accelera, dirigendosi verso la tuscolana. Oggi partiamo, andiamo in Ungheria. Dorian vuole presentarci alla sua famiglia. Ne io ne Habel li abbiamo mai conosciuti, e devo dire che sono un po’ tesa, anche perché non conosco la lingua e ho paura di sentirmi un po’ fuori posto. Ma sono felice. Felice di godermi quindici giorni di relax con l’ uomo che amo e il nostro bambino.
Fino a due settimane fa, non avrei mai creduto di arrivare a questo punto. Fino a due settimane fa il mio unico obiettivo era arrestare Dorian, Pavel, Nadia e tutta l’ organizzazione.
Poi, quella sera. Quella che ha cambiato tutto. Pavel aveva scoperto la mia copertura e voleva uccidermi, ma Dorian è arrivato in tempo. Ho cercato di difendermi, di negare persino l’ evidenza. Avevo due pistole puntate contro, non avevo nulla da perdere. Credevo fosse la mia fine. Invece Dorian non ha ucciso me, ma il suo migliore amico. Pochi giorni dopo ne ho capito il motivo. Non mi aveva salvata perché convinto della mia versione dei fatti, ma perché lui stava dalla mia parte. Era un poliziotto. Era come me. Non mi sono più sentita sola. Avere lui vicino mi faceva sentire più forte, pronta di nuovo a tutto nonostante le incertezze degli ultimi tempi. Ma solo quando me lo stavano uccidendo sotto gli occhi ho capito che per lui provavo davvero qualcosa. L’ ho capito quando Nadja gli puntava la pistola, decisa ad ammazzarlo, e io assistevo alla scena impotente, stringendo Habel tremante tra le braccia. Poi però sono arrivati. Loro. Luca, Elena, Lorenzo, Gabriele. Ci hanno salvato la vita. La vita che quel giorno per me è cambiata. Assieme a Dorian e Habel, proprio come prima. Ma adesso sono Anna, non più Giulia.
“eccoci qua!”
Scendo, e vado ad aprire dietro “dai, andiamo!”
Lo prendo per mano e insieme ci dirigiamo verso l’ entrata del decimo tuscolano, con Dorian dietro di noi.
Quando ci vedono, Vittoria, Ugo ed Elena ci vengono incontro.
“Allora, pronti per partire?” domanda la prima.
Annuisco “abbiamo l’ aereo tra un po’!”
“Mi raccomando, fatti sentire!” mi ricorda Elena.
“Ovvio che mi faccio sentire..”
“Sicura? Non è che poi scopro che sei di nuovo in missione?”
Io e Dorian ci guardiamo, seri.
“Come l’ ha capito?” chiede lui, allarmato.
Poi scoppiamo a ridere entrambi, mentre i tre ci guardano perplessi.
Dall’ ufficio esce Luca. Ci scambiamo un sguardo, e io incrocio i suoi occhi, inevitabilmente delusi. Mi fanno quasi male, ma so che devo abituarmici.
“Ciao ragazzi!” ci saluta, ostentando indifferenza “siete in partenza?”
Dorian nota il mio imbarazzo e risponde al mio posto “si, abbiamo l’ aereo tra un paio d’ ore!”
“Anna?” Habel mi chiama.
“Dimmi tesoro..”
“Mi porti a vedere la stanza degli interrogatori?”
“di nuovo?”
“Si.. dai mi piace..”
“Habel adesso non possiamo perché devo salutare i miei colleghi e dobbiamo scappare. Ti ci porto al ritorno!”
“Se ti va però ti ci posso portare io..” si offre inaspettatamente Luca.
Io lo guardo stranita. Non me l’ aspettavo. Habel annuisce timidamente e Luca gli porge la mano. Si allontanano insieme, sotto il mio sguardo.
Intanto si sono avvicinati anche Ingargiola, Lorenzo e Gabriele. E’ arrivato il momento dei saluti.
Li abbraccio tutti, uno ad uno. Li abbraccio con affetto, come se dovessi lasciarli. In effetti mi sento un po’ cosi. Stavolta starò via quindici giorni, ma la prossima volta che passerò per i saluti, saranno quelli definitivi. Lascio Roma. Lascio il decimo Tuscolano.
E’ stata una decisione ponderata, sofferta, ma ho deciso che è la cosa più giusta. Ci trasferiamo a Milano, dove Dorian è stato assunto come responsabile dell’ Interpool in italia. E’ un incarico importante, ma per me lui era disposto a riunciare. Sa quanto fossi legata a questo posto, ai miei colleghi, a Luca, e mi ha ripetuto un milione di volte che se non fossi voluta partire lui sarebbe rimasto qui con me. Ma io ho rifiutato la sua proposta. Per Dorian, che non può lasciarsi sfuggire un’ occasione simile, per Habel, che ha bisogno di ritrovare la tranquillità che spetta a un bambino, ma anche per me. Devo andarmene. Devo lasciarmi alle spalle tutto questo. Devo cambiare vita.
Non rinnego quella vissuta fino ad adesso. Sono arrivata qui che ero una ragazzina smarrita e me ne vado donna. Ho imparato il mio lavoro, ho incontrato persone meravigliose, ho trovato Luca. Luca che occuperà sempre uno spazio grandissimo del mio cuore. Perché è stato il primo che ha creduto in me, il primo di cui mi sono fidata, il mio primo vero amico. Il mio migliore amico. La mia ancora, il mio punto fermo, la mia salvezza. La mia vita. L’ uomo di cui, per un periodo, sono stata innamorata.
Non rinnego nemmeno quello che è successo dopo, le nostre incomprensioni, i litigi, le discussioni, il suo rifiuto. Il nostro allentamento. E poi quello che abbiamo scambiato per amore. Non lo rinnego perché mi hanno portata finalmente a capire. A capire che Luca è più di un amico, più di un fratello, ma non l’ uomo della mia vita. E questo non perché lui sia gay, semplicemente perché non è amore. O meglio si, è amore, ma un amore particolare, diverso.
Questo è quello che provo io, adesso. Lui.. lui non lo so. Lui mi ha respinta, mi ha detto che tra di noi c’ era un legame speciale, ma che non potevamo stare insieme. Per lui ho sofferto.
Eppure, proprio quando io cominciavo a capire che aveva ragione.. sono arrivate le sue carezze, i suoi baci, i suoi sguardi ogni volta che ci incontravamo. E i suoi occhi tristi quando gli ho detto che con Dorian avevo intenzioni serie. Allora mi ha sorriso, dicendomi che fosse contento per me, eppure da quel giorno lo vedo cambiato di nuovo. E’ tornato ad essere freddo. Forse ha paura di soffrire una volta che io non sarò più con lui, allora sta cercando di allontanarsi da me. O forse è deluso, ferito perché credeva che non li avrei mai lasciati. Lo credevo anche io. Ma in questo periodo sono cambiate tante, troppe cose. Non posso più rimanere qua. Non posso rimanere assieme a Luca.
Lo vedo ritornare, tenendo la mano di Habel. Li osservo. Quello che sarebbe potuto essere ma non è stato. La persona con la quale credevo di passare il resto della mia vita tra qualche giorno potrò sentirlo solo telefonicamente. E forse nemmeno. Perché, infondo, cosa avremmo da dirci?
Non ci raccontiamo più tutto di noi. Non siamo più quelli di una volta.
Abbraccio calorosamente Elena, che mi augura buon viaggio. Poi è il turno di Luca.
Mi stringe forte, e io lo sento vicino dopo tanto tempo.
“Ti voglio bene, Anna!”
“Anche io ti voglio bene!”
Ci separiamo. Un ultimo sguardo. Un sorriso. Il suo sa di amaro.
Prendo per mano Habel e lascio il commissariato, con Dorian.
In auto non posso fare a meno di pensare a lui. Provo a immaginarmi come sarà la mia vita, senza di lui. Sento un po’ di malinconia, ma continuo ad essere convinta della mia scelta.
Me ne vado. Me ne vado con la consapevolezza di aver conosciuto una delle persone migliori che ci sono su questa terra. Me ne vado senza rimorsi, ne rimpianti. Perché ci ho provato a far nascere una storia tra noi due. Non ci sono riuscita, lui non ha voluto. Ma non gli porto rancore, anzi, lo capisco. Spero solo che non sia pentito della sua scelta.. spero che non stia soffrendo troppo per causa mia. Me ne vado senza rimurginare su come sarebbe potuta essere la mia vita se io e Luca fossimo riusciti a vivere normalmente il nostro “amore”. Non è stato possibile, colpa mia, colpa sua.. questo non importa. Me ne vado senza chiedermi che cosa è successo, cosa ci ha portati a dividerci. A non essere più quella cosa unica che eravamo un tempo. Non voglio saperlo. Me ne vado consapevole che gli anni che ho trascorso al Decimo Tuscolano sono stati i più belli della mia vita. Me ne vado cosciente che me ne aspettano altri altrettanto belli accanto all’ uomo che amo, e al nostro bambino. E magari un giorno tornerò a Roma. A rimettere insieme tutti i pezzettini del mio cuore che resteranno lì, con tutte le persone meravigliose che mi hanno accompagnato in questa lunga avventura. Perché no, forse un giorno decideremo di tornare, magari con un componente della famiglia in più. Non escludo niente. Magari ci ritroveremo del tramonto di un domani.. Per adesso, me ne vado.

  
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