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Autore: Isy_264    14/12/2009    9 recensioni
[...] sapeva solo di averlo visto improvvisamente vicino e di aver sentito le labbra sulle sue. Nonostante tutto sentiva una certa dolcezza dietro quella possessività, una sensazione nuova, entusiasmante. Non il classico fascino del proibito, era un brivido che le era entrato dentro e la faceva impazzire. [...]
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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˚obsessive thought˚

(Do you remember our love?)


“Potete averla sposata, ma è mia lo
capite?
È sempre stata mia!
Voi! …credete che ve la lascerò prendere?
Può essere venti volte vostra moglie ma,
maledizione, non l’avrete mai!”

dal libro “Devil’s Cub”


Più ci pensava meno riusciva a ricordarsi perché mai aveva accettato di fare quella stupida festa…o almeno cosa mai avesse potuto dire il suo ragazzo per convincerla ad accettare.
Insomma, una festa pre-matrimoniale non poteva risultare ridicola solo a lei!
Scosse la testa sconsolata, era stata una pazzia, una stupida pazzia durata solo qualche giorno, ma come poteva togliersela dalla mente? Come poteva farlo, quando aveva capito che esisteva di meglio? Aveva pensato che fosse la classica ansia prima del Grande Evento, quell’ansia che sembrava colpire ogni sposa, ma adesso non era più così sicura…e non poteva nemmeno annullare tutto, per cosa? Per qualche notte? Con che faccia lo poteva fare? Come poteva dirglielo, come poteva deludere tutti, come poteva…
Sbuffò scocciata, distesa sul letto della sua camera alla Tana, e ormai pronta, non poté far altro che ricordare in che modo tutto era iniziato…

Mancavano ancora alcune settimane al suo matrimonio e lei e la sua amica, futura sorella, Ginny, stavano facendo le ultime compere: “Mio fratello morirà quando ti vedrà con addosso quel completino intimo” la sentì dire allegra “ma te lo immagini?!” sghignazzò.
Ricordava di aver cercato dentro di sé quella gioia che doveva pur esserci e di aver ridacchiato distratta…
Mancava così poco al suo matrimonio che le sembrava ridicolo sentire solo quel vuoto, solo quella sensazione di apatia invece della normale, felice agitazione che credeva dovesse pur provare.
Eppure sapeva che mancava qualcosa, che qualcosa non andava come doveva!
“Hermione, cara, tutto bene?” una voce la distrasse e voltandosi a guardare una vetrina le rispose sorridente:
“Certo, bene Ginny..”
E in effetti a quel tono era difficile non voltarsi…
“Hermione…io…sei sicura della tua decisione?”
“Come?”
“Vuoi davvero sposarti? So che si tratta di mio fratello ma siete cambiati così tanto dopo la guerra, siete così diversi tutti e due…”
“Ginny non dire sciocchezze…”

[Ma non aveva risposto alla sua domanda.]

Sospirò, oh, era vero, non era più l’Hermione Granger di prima…era cresciuta, cambiata.
Però lei amava Ron, non era così?
Scosse la testa guardando l’ennesima vetrina di un negozio dove ancora non erano entrate, cercando di non specchiarsi nel vetro, di non incontrare i suoi occhi o anche solo quei capelli crespi che tanto la facevano arrabbiare!
Ma quando il destino vuole qualcosa…perché senza saperlo qualcosa avrebbe comunque catturato la sua attenzione… E non sarebbero stati i suoi capelli!

[Perché riflesso in quel vetro c’era lui.]

L’aveva riconosciuto subito, era più adulto, il suo fisico era cambiato e maturato, i muscoli erano più visibili, ma l’eleganza che evidenziava ogni suo passo era ancora un suo tratto distintivo. Vide il volto del ragazzo muoversi verso di lei e spostò veloce lo guardo, sperando che non l’avesse vista.
Ma non poté non chiedersi perché, alla sua immagine, il cuore avesse iniziato a batterle così…

Erano entrate tranquillamente al Paiolo Magico e mentre Ginevra cercava un tavolino libero, lei si trovava in fila davanti al bancone del bar, quando una voce alle sue spalle non la fece sobbalzare:
“Allora eri proprio tu, Granger!”
Si voltò lentamente fino a incontrare quello sguardo chiaro, così serio e sicuro di sé:
“Malfoy…” sussurrò.
“Stai per sposarti” affermò arricciando appena le labbra, “con Weasley immagino.”
“Già, perché?” chiese diffidente.
“Le notizie volano…” le disse con una smorfia annoiata.
“Immagino tu ne sappia qualcosa.” Mormorò in risposta.

[E a quel punto perché mordersi le labbra subito dopo? Ormai era detto…]

Lui ghignò. “Non pentirti di quello che dici, Granger, se è la verità”

[Appunto…]

“Ci vediamo.”aggiunse apatico dandole le spalle.
Ricordava di averlo fissato ancora, come bloccata nel suo posto, era veramente Malfoy quello che le aveva parlato? Lui che spontaneamente le aveva rivolto la parola senza però offenderla?
“Aspetta!”
Lo vide voltarsi a fissarla e si accorse di essere rimasta troppo tempo in silenzio quando lo vide alzare un sopracciglio in una muta domanda.
Non sapeva neanche cosa poteva dirgli quando lo sguardo di lui assunse un’aria divertita “Io…”
“Tu…?”
Stronzo come sempre però, eh?
“Ci vediamo Malfoy.”
Lui sorrise ironico, forse in realtà, nel modo più sincero in cui lo aveva visto fare in quegli anni di conoscenza. Piegò appena la testa, sarcastico solo a metà, e le mormorò, “Vieni a trovarmi se hai tempo.” Storse la bocca in una smorfia “Ci si sente soli in questo periodo dell’anno.”
Scioccata da quelle parole, incerta se vederci un’allusione a qualcosa o meno, fece per tornare al tavolo quando la sua voce la fermò: “Ah, e salutami Lenticchia!”

[Stronzo come sempre…]

“Non indovinerai mai chi ho visto!”
“Malfoy? È appena uscito dal locale” disse l’amica indifferente.
“Abita qui vicino?” le chiese con finta noncuranza.
“Si, alla fine del villaggio, ha venduto Malfoy Manor, non lo sapevi?”
Aveva aggrottato le sopracciglia, “No, e perché?”
“Troppi ricordi da quando il padre è imprigionato ad Azkaban, immagino, adesso vive in una casa più piccola, molto bella a quanto dicono, insieme a sua madre…”
“Alla madre?”
“Sì, lei abita in una villetta lì vicino, dicono che è cambiato tanto, deve avere avuto vita difficile dalla fine della guerra, pensa a quante persone lo additano come un assassino…ma perché?”
“Oh, così! Per sapere…” l’amica le rivolse un’occhiata curiosa ma non disse nulla,
-presto avrebbe saputo tutto- pensò amara l’Hermione del presente, lei invece ricordava solo di aver provato finalmente qualcosa, dopo tutta quell’apatia, qualcosa sembrava interessarla ed incuriosirla di nuovo, finalmente quel vuoto si stava riempiendo…

“Hermione?” una voce la riscosse dai suoi pensieri “Se sei pronta tra una mezz’ora arrivano gli invitati, scendi…”
“Va bene Ron!” gridò.
Tra una mezz’ora quella recita avrebbe avuto inizio, e dire che lei pensava ad un altro di inizio…

Durante la notte non aveva fatto altro che pensare a quelle parole, dette con ironia, che le rimbombavano nelle orecchie…

- vieni a trovarmi se hai tempo.-
- vieni a trovarmi…-

Aveva solo venti anni e sentiva quella stanchezza che sperava non avrebbe mai dovuto sentire. Se adesso finalmente qualcosa si era smosso in lei perché non approfittarne? Anche se era solo curiosità, voglia di cambiare, di provare a fare una pazzia…

[Non ne aveva mai fatte. La sua adolescenza era sfumata in una guerra…]

Al massimo cosa avrebbe perso?
Il pensiero di Ron le si era impresso nella mente ma, muovendo la mano con un gesto distratto, aveva cercato di allontanarlo da sé.

E come avrebbe cambiato la sua vita quella decisione – pensò con un sospiro.
Un tuono l’aveva riscossa, aveva preso la sua decisione…

Sorrise amara…che corsa aveva fatto quella notte, che pazzia uscire di casa così incoscientemente, da sola, per bussare alla porta di una casa che mai nessuno visitava…e ritrovarselo davanti in quel modo, con solo una maglietta e dei boxer addosso senza sapere cosa dirgli…e ora senza ricordare come era successo quel che era successo…ricordare solo i suoi balbettii, il suo sguardo divertito e sorpreso, e poi le parole assurde che le erano uscite dalle labbra e insieme all’imbarazzo quella sensazione di completezza, finalmente.
E i dialoghi, le conversazioni avute, le giustificazioni, e perché no, l’orgoglio…
E non ricordava come, ma sapeva con certezza che fosse lui ad aver fatto la prima mossa, perché sapeva solo di averlo visto improvvisamente vicino e di aver sentito le sue labbra sulle sue…

…aveva sentito le labbra posarsi con decisione sulle sue e nonostante tutto cercasse di sommergerla non poté non sentire una certa dolcezza dietro quella possessività, una sensazione nuova, entusiasmante. Non il classico fascino del proibito, era un brivido che le era entrato dentro e la faceva impazzire!
Le sue mani l’avevano stretta, si erano infilate nei capelli, quasi con disperazione, mentre dolcemente le lambiva le labbra…
Si era allontanato un po’ per riprendere fiato, e l’aveva fissata negli occhi lucidi e pieni di impazienza. Spostate entrambe le mani sulle sue guance per accarezzarle, avvicinandosi nuovamente, aveva sfiorato col proprio naso il suo fino a riunire di nuovo quelle labbra e trascinarla in casa.

[Quella casa così luminosa che nei giorni a venire avrebbe imparato a conoscere.]

Non ricordava come era accaduto, ricordava solo di aver staccato la mente e di essersi ritrovata distesa in un letto con solo l’intimo addosso e il corpo di lui, altrettanto spoglio, che la schiacciava e la avvolgeva in un abbraccio frenetico ma altrettanto dolce.
-Draco…- aveva sussurrato mentre sentiva le sue labbra muoversi sul suo corpo, sul suo viso e scendere inesorabile sul suo collo in un’umida carezza…per poi arrivare in basso, inesorabile, verso i suoi seni, verso l’ultima parte dei suoi vestiti che ora come ora sembrava solo l’ultimo ostacolo che la separava da lui.
Dei baci di nuovo sotto l’orecchio, quella piccola tortura, un ghigno al suo gemito di frustrazione, e un sospiro sul collo che mette i brividi.

E improvvisamente gli ultimi ostacoli spariscono, è solo calore, un calore infinito in ogni parte del corpo, qualcosa che le fa quasi venir voglia di scappare, un tremolio, un brivido che la scuote, quelle mani dappertutto che la stringono frettolose, le labbra che scendono e lambiscono ogni parte di lei, anche quelle più intime. Le sue mani sul suo seno inturgidiscono i capezzoli e sono subito seguite dalle labbra che la stuzzicano, dai denti che la infastidiscono, quei denti che scendono poi fino all’ombelico, mordicchiando rapidi la pelle.
[E sapeva di averlo sentito fremere, sapeva la sua eccitazione era sempre più evidente], e non c’è delicatezza, o meglio c’è, ma è nascosta da una passione frenetica, dalla perdita di coscienza che va oltre il sentimento e quella piccola pazzia che rende tutto così magico.
La stanza si riempie di gemiti, sospiri che aumentano quando le labbra scendono, baci infiniti, mani che si stringono, si intrecciano e finalmente di nuovo quel bacio che segna la fine di un punto e l’inizio di uno nuovo.
Poi finalmente il momento che entrambi aspettano per un istante li fa tornare in sé per poi ricadere nel baratro dove si sono persi, in quell’intimità, in quel calore, quel bruciore e ogni spinta, ogni gemito aumenta quella fretta e al tempo steso quella delicatezza, quella furia, e quella dolcezza…

[Ricordava benissimo di averlo sentito roteare il bacino, di averlo sentito entrare sempre più in lei in un tale modo che le aveva tolto il respiro e…e tutto sembrava così perfetto, semplicemente…giusto.]

Finché tutto non scompare, ci sono solo lei e lui. E basta.

[Spalancò gli occhi e si lasciò immergere da tutto.] Non c’è più ragione. Più paura, più sensazione, più coscienza, più…
Lei sa solo di essersi donata a lui.
Lui sa solo che per la prima volta lei è stata di qualcuno e che quel qualcuno è proprio lui; l’ha capito in quell’attimo di coscienza e l’ha trovato perfetto.
Entrambi sanno solo che non si sono mai sentiti più al sicuro come in quel momento.
Il resto è solo resa, un bacio sul collo, uno sulle labbra, leggero, e una luce nuova negli occhi.

Erano rimasero vicini, in silenzio, uno abbracciato all’altra, distesi in quel letto a baldacchino.
Ricordava ancora la mano di lui che si muoveva leggera sulla sua spalla mentre la stringeva dolcemente, e lei che non aveva voglia di dire nulla, che era così rilassata; se ci pensava aveva fatto tutto quello che aveva sempre cercato di evitare eppure...aveva agito senza pensare, si era semplicemente buttata e non si era pentita.
Aveva sospirato rilassata quando si era sentita in dovere di dire qualcosa:
“…ora cosa succederà?”
“Cosa vuoi che succeda?”
“Non so, mi devo sposare…”
“Lo so.”
“Draco io…”
“Non buttare via tutto.”
“Draco…”
“Non dimenticare questa notte - anche se non credo potresti - ma non rinunciare a tutto, Hermione…”
La ragazza sorrise un po’ triste:
“Mi hai chiamato per nome…” gli disse amara.
Significava tanto quel cambiamento…
“Anche tu.”
…e lui lo sapeva.
“Sarà la vecchiaia!” aveva ridacchiato un po’ triste, ricambiata.
L’aveva visto spostarsi sopra di lei e mentre strusciava il naso sul suo collo, sapevo di averlo sentito sghignazzare:
“Niente in contrario a ricominciare?”

[E allontanare la malinconia, stringerlo forte, non era più così difficile.]

Era una pazza ma ormai non poteva più tornare indietro, aveva chiuso gli occhi prima di perdersi nuovamente in lui, in quei baci, in quelle carezze, in quegli occhi, in quel calore…in quel sentimento e quella pazzia, come se fosse la fine di tutto...

Ricordava ancora il giorno del suo fidanzamento, di come Ginny avesse capito tutto,di come si fosse arrabbiata, di come avesse giustamente difeso il fratello e l’avesse pregata di scegliere per il suo bene e per la sua felicità - qualunque cosa sarebbe stata migliore che non iniziare qualcosa con l’inganno -, per poi prometterle di non dire nulla se lo avesse fatto lei a breve.
E lei ricordava di come il suo rapporto con Ron fosse iniziato da subito male, in modo così apatico. Di come dopo pochi giorni era scappata di nuovo e senza parole era entrata in casa sua, di come lui senza dir nulla l’aveva fatta entrare.
Di come erano diventati amanti, di come passassero insieme ogni attimo a loro disposizione.
Di come lei avesse scoperto che i suoi voti non erano solo frutto del suo potere ma anzi, era piacevole parlare con lui, e di come lui avesse trovato un lato nascosto e particolarmente eccitante in lei. Sebbene non avessero mai parlato d’amore qualcosa che era iniziato per noia e per semplice curiosità di un’occasione aveva cambiato la loro vita.
La vita della regina dei Grifondoro e il principe dei Serpeverde, di Draco e Hermione…

Sospirò e scosse la testa, era ora di scendere, inutile pensarci ancora. Ormai tanto aveva deciso…
Si guardò l’ultima volta allo specchio, con lo sguardo più felice di quando si era vestita. Le capitava sempre di essere più felice quando pensava a lui...
Scese nel salone sorridente vedendo tutti gli invitati osservarla, salutò tranquillamente i più vicini chiacchierando con loro, finché le luci si spensero e la musica iniziò a suonare…
“Mi concedi questo ballo?” la voce di Ron la fece voltare e, trovandoselo davanti, aprì la bocca per rispondergli o almeno sorridere, ma non vi riuscì.
Nonostante sapesse che tutta la sala li stava fissando e che il silenzio veniva sostituito dal brusio lei non riusciva a rispondergli, il suo sguardo era stato catturato da qualcos’altro, qualcosa che non si aspettava e la confondeva: non poteva parlare ora che Lui le era di fronte.

L’aveva visto arrivare e lo fissava così intensamente che uno a uno degli invitati si erano voltati a guardarlo, Draco Malfoy era lì, probabilmente per lei, inconfondibile anche per chi non lo conosceva, ed Hermione non riuscì a trattenere quel sorrisino ironico che le arrivava alle labbra.
Il brusio che era iniziato si chetò all’istante quando Draco avanzò nella sala, lentamente, facendosi, senza sforzo, spazio tra la gente che si spostava velocemente come se avesse paura di scottarsi.
“Tu!” il grido di Ron la fece sussultare “Non sei stato invitato…vattene Malferret!”
La ragazza vide Draco rivolgergli lo sguardo sprezzante che sempre ricordava lui avesse avuto e che neanche ora aveva perso, -come era bello- pensò, senza notare come il suo sguardo si fosse addolcito ora che si era rivolto a lei:
“Non credi sia un po’ ironico Weesel?” disse continuando a fissarla “Forse proprio io dovrei essere qui…”
Sgranò gli occhi, era impazzito? Lui intendeva..
“Che vuoi dire?” gli chiese Ron infastidito.
“Che lei è mia” sussurrò e fu ben udibile a tutti “Che potrà essere la tua fidanzata ma che tutto ciò che lei è appartiene a me.”
Hermione alzò un sopracciglio, quasi infastidita da quella dichiarazione di possesso, tanto da farlo sorridere leggermente: “E viceversa” aggiunse senza specificare, orgoglioso come sempre.
“Ma che stai…” il rosso si voltò verso la ragazza, stupito.
Per la prima volta in tutta la serata il principe dei Serpeverde distolse lo sguardo da Hermione e lo fissò per un secondo, poi, ignorandolo, nuovamente la guardò e con un cenno della testa se ne andò silenzioso, elegante come era arrivato.
“Hermione cosa sta succedendo?”
Fissò il suo ragazzo e sospirò, sapeva che aveva già capito, come poteva ignorare quella paura mista a rabbia e preoccupazione che notava nel suo sguardo?
L’avrebbe odiata, lo sapeva, ma come poteva rovinare la vita di entrambi? Forse un giorno avrebbe capito…
“Io…ti prego perdonami, sarebbe stato peggio Ron, avremmo sofferto troppo...Mi dispiace!”
Guardandolo ancora si voltò verso la porta e senza guardare nessuno iniziò a camminare sempre più veloce, fino a correre via, e tra la folla e gli sguardi stupiti vide un sorriso rassegnato, appena accennato, in un volto a lei conosciuto, che le scaldò il cuore.
Lo trovò appoggiato a una colonna dell’ingresso mentre fumava una sigaretta e guardava la pioggia cadere leggera. Si avvicinò a lui in silenzio, indifferente, iniziando anche lei a guardare il panorama che li circondava:
“E’ bello quel vestito”
Sorrise: “Lo so”
“Modesta la Mezzosangue.”
“Ho imparato dal migliore!”
Lo vide finire la sigaretta e buttare il mozzicone per terra mentre dalla sala un leggero brusio indicava che la festa cercava di continuare comunque, o almeno di non far pesare la sua assenza, quasi le dispiacque di aver lasciato tutto sulle spalle di Ron ma non era quello il suo futuro…
“E ora che succederà?” non poté fare a meno di chiedergli, quasi in ricordo della loro prima notte.
E la risposta che ebbe fu la più rassicurante:

“E ora andiamo a casa.”


“Puoi arrivare a perderti.
Perdi tutto: i confini, il senso del tempo...
Due corpi possono unirsi a tal punto che non sai più
chi è chi e cosa è cosa.
E quando la confusione raggiunge quell'intensità, ti sembra di morire...
[…] È un miracolo: vai in paradiso e torni indietro, da vivo.
E puoi tornarci tutte le volte che vuoi, con la persona che ami.”
Dal film “L’uomo bicentenario”


.


fine


*Allora, che ne dite? Lo so, il solito triangolo, tema trito e ritrito, la classica ff con Herm che sta con Ron ma che ama Draco, non oso immaginare quante ne esisteranno con questo schema!!! Ma mi piaceva! I ricordi di Hermione sono volutamente frammentari, in fondo nei pensieri si ricorda quello che più ci preme al momento, non tutto, Hermione poi tradisce Ron non solo per l’OOC che ho paura ci sia (c’è?) ma anche per stanchezza, non riesce a vivere con lui, è troppo…ovvio! Ormai col tempo lei è cambiata, come tutti del resto! Per Draco invece credo che sia solo per l’occasione che gli si è presentata… Che poi tutto alla fine si sia trasformato in qualcosa di più è un altro conto!:D Ah, per il rating ero incerta, non c’è nulla di molto esplicito così ho preferito un arancione, semmai, se sbaglio, ditemelo pure che lo alzo o in caso lo abbasso!
Spero commenterete!^^ Un bacione!

   
 
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