Betta aleggiava in una nuvola di soddisfazione per aver stabilmente superato i propri problemi di peso.
Dopo un primo perido di estremo gonfiore e,
haimè,maleodoranti flatulenze, dovuto sicuramente alla reazione
del proprio corpo che si liberava delle tossine accumulate per tutta
una vita, alla donna pareva pian piano di cominciare ad asciugarsi.
L’ormai “fu” rotolino addominale
lasciava spazio ad un punto vita sempre più marcato e, da stesa,
l’affiorare delle ossa del bacino la facevano sentire un
po’ come le modelle di Sport Illustrated sdraiate sulla nuda
terra e fotografate da strane angolazioni che fanno di costole, scapole
e bacini sporgenti qualcosa di molto, molto sensuale.
Col passare del tempo le gambotte rotonde erano
diventate due esili fusti senza un filo di ritenzione idrica o grumi di
cellulite e anche le guance, per lunghi anni pizzicate da tutti,
avevano lasciato posto ad alti e pronunciati zigomi, nuova cornice per
due occhi di eterna profondità.
Il tono muscolare non era più quello dei suoi
vent’anni e, a ben pensare il cambiamento era avvenuto
relativamente in fretta, ma comunque -Betta ne era sicura - in maniera
assolutamente naturale: niente pillole, creme miracolose, beveroni di
alghe indiane.
Accanto ai cambiamenti prettamente fisici, aveva
dovuto nel contempo lavorare molto su sé stessa per riuscire ad
elaborare e, in fine, ad accettare il nuovo punto di vista che le si
prospettava sul proprio essere, ma, come si dice, tutto scorre e per
restare sereni bisogna essere come l’acqua, adattarsi al
mutamento, seguire lo scorrere della vita, andare sempre avanti...
La nuova consapevolezza di quanto sia stata
sopravvalutata dall’uomo la materialità del corpo sullo
spirito era adesso, per Betta, un punto saldo a cui ancorarsi per
procedere nel suo viaggio esistenziale, anche se, in tutta
sincerità, il poter volteggiare leggera e sinuosa quasi fosse
una creatura angelica, le dava un innegabile piacere.
Era stato ben difficile sentirsi libera ed eterea
quando era preda della stretta soffocante dei jeans, che, ad ogni
piegamento, le imprimevano nella carne il marchio stampato sul bottone
metallico della zip!
Ora aveva anche optato per un nuovo look new age, un
po’ tipo “piedi nudi e foglie nei capelli”,
sicuramente più rustico, ma molto pratico in certi contesti!
La Vecchia Betta era schiacciata dai limiti che
l’umana esistenza le poneva ogni giorno davanti; ad essere
sincera nemmeno ci pensava a superarli; la Nuova Lei, al contrario, pur
restando con i piedi saldi in terra, anzi, fondendosi con essa come
ogni essere del creato, stava sperimentando una serenità quasi
ultraterrena, con paradisiaci momenti di pace interiore.
Raggiunta questa nuova consapevolezza, Betta non si
sentiva più vittima dell'implacabile trascorrere del tempo e dei
ritmi frenetici a cui si era dolorosamente assuefatta, anzi, era certa
ora che l’orologio fosse uno strumento per lei completamente
inutile, una volta sostituito dai meravigliosi ingranaggi
dell'’universo: i cicli lunari, i profumi della terra, il rumore
dell'erba che cresce.
Quali delle sue amiche tutte
“lavoro-palestra-tacchi-a-spillo” avrebbe mai sospettato
che il germogliare dell’erba o le radici che scavano la terra
potessero fare rumore!
Betta adesso lo sapeva! Per arrivarci erano servite
pazienza e molto tempo libero, ma lei aveva imparato pian piano a
padroneggiare la prima arte e disponeva in abbondanza della seconda
risorsa.
Abbandonati i filosofeggiamenti del “chi
siamo-dove andiamo-perchè lo facciamo”, Betta si
sentì rimpolpata da un moto di vanità e realizzò
il ghigno smagrito stampato sul viso al pensiero delle famose amiche
tutte tacchi-lavoro-ecc… che spendevano follie per ammazzarsi su
cyclette e pedane vibromassaggianti, dilapidavano stipendi per aspirare
o sciogliere l’adipe, anelavano all’irraggiungibile taglia
della scheletrica Kate Moss.
Scioglimento di ciccia, grasso che cola, sfibramento
di avambracci e consunzione di glutei… tutte cose da cui era
passata anche lei ma - e qui il divampare di un orgoglio ben più
intenso di un fuoco fatuo - a costi discretamente conteuti e con
risultati definitivi!
Le Skinny-models le parevano buffi esseri di un
altro mondo, anzichè idoli da copertina, da quando si sentiva
come una diafana eroina romantica, una neogotica icona sexy in
carne e ossa ….più ossa che carne in realtà, ma
non era davvero un problema.
Certo anche nel caso di Betta si era reso necessario
l’intrevento di professionisti del settore che la aiutassero a
sistemarsi, erano state sostenute spese inevitabili,
e oltrepassare il buio tunnel di una vita di stress e sovrappeso
per raggiungere la luce non era stato completamente indolore, ma che
importava alla fine!
Come diceva la nonna: “si vive una volta sola e la morte arriva per tutti”
... e occhieggiando con compiacimento alle proprie
esili spoglie mortali, Betta andò Oltre a testa alta.