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Autore: Fairy Inn    07/01/2010    1 recensioni
In questa bizzarra rilettura di un classico come Cenerentola, la protagonista, Katerella, ragazza umile e sognatrice, amica di una simpatica banda di topi, e angustiata da una severa matrigna e due sorelle rompiscatole, affronterà situazioni assurde (e persino un po' piccanti) al fine di trovare il vero amore. Osteggiata dalle sue rivali, troverà aiuto insperato nei suoi amici roditori, una inquietante vecchietta psicopatica e una cosplayer a contratto. Sperando che la storia risulti di vostro gradimento, vi auguriamo buona lettura.
Genere: Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ledo Tales'
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Le avventure di Katerella


Le avventure di Katerella


Chicchi ricchi! cantò il gallo del pollaio, stando bene attento a mostrare il cartello pubblicitario della nota marca di riso che lo pagava per quella performance mattutina, era un modo come un altro per guadagnarsi da vivere, visto che in quella fattoria le cose erano andate in malora da quando il vecchio Padron Fubo era scomparso.

La padrona di casa, Devil, dormiva placidamente nel suo grande letto a baldacchino quando con estremo disappunto, udì il vociare delle sue due figlie avvicinarsi pericolosamente alla sua stanza da letto, pregò che una botola si aprisse trascinando le due gemelle nella fossa dei coccodrilli ma si ricordò che la famiglia non aveva più le finanze per permettersi lussi come botole e fosse piene di coccodrilli, tristemente attese che la litania avesse inizio.
“Mamma mamma, ho sognato di essere su un aereo che viaggiava alla velocità della luce! Ma la velocità della luce vale anche di notte o bisogna misurare usando la velocità del buio?” domandò Jinoveffa.
“Màmmà màmmà, ho soniato il grànde Mazzinga che con un solò pugnio uccideva un tirannosauro, mà secondo tè cè là fa davvero?” le fece eco Gokastasia, l’altra gemella.
Devil si coprì la testa con il cuscino, “Figliole, perché non andate altrove a rompere i co… cioè, perché non andate a chiedere tutte queste interessantissime cose alla vostra sorellina? Lei è così saggia e sono certa che vi darà ottime risposte!”
Le due pesti accolsero la richiesta e turbinando per la casa urlando mosse tipiche di robottoni e facendo cadere mobilia e suppellettili vari si allontanarono, Devil si rilassò, il pericolo era cessato e tanto non sarebbe stata lei a riordinare tutto.

Katerella dormiva beata nel suo lettuccio di paglia e batuffoli di cotone in soffitta, anche se faceva freddo la fanciulla non se ne doveva preoccupare, aveva fatto amicizia con la colonia di topi che viveva lì da secoli ed ormai era una di famiglia, i topi le dormivano accanto formando una sorta di coperta di pelliccia.
“Squittiquittì!” cantò il topo-sveglia incaricato di fare le veci di un gallo, tutta la colonia si alzò mentre Katerella si rigirava qua e là, cominciando a sentire freddo.
“Tornate accanto a me, topini, voglio sognare ancora un po’! Tra poco quelle due pestifere di Gokastasia e Jinoveffa verranno ad importunarmi come ogni mattina e perciò prima che arrivino voglio trastullarmi con i miei sogni erot… ehm, fiabeschi. Sapete, prima che Squitty mi svegliasse stavo sognando un bel principe!”

I sogni son desideri
di periodo post-pubertà.
Non son certo nata ieri
Anch'io mi so eccitar
Io vorrei un bel vichingo biondo
Con misure da pornostar.
Lo dico chiaro e tondo, cascasse pure il mondo
Ho voglia di ...trombar!

I topini la guardarono con poca convinzione e perciò Katerella decise di indossare l’abito da sguattera e cominciare a rifarsi il letto. “Sapete, ho visto un film una volta dove i topini aiutavano a fare il letto e le faccende, invece che stare sempre tra i piedi e sporcare tutto quanto, non è che vorreste prendere il buon esempio?”
Squitty, Squotty e Squincy squoterono la testa, Squott Mouseheart invece strofinò il musetto contro la caviglia di Katerella come segno di compatimento.
“Oh mio piccolo Squott, sei il mio preferito, per questo ti ho confezionato quell’amabile giacchetta nera…” disse con affetto, i topini però corsero via in tutta fretta, dalle scale si sentiva la confusione delle due sorellastre pestifere.
“Katerellaaaaaa, mentrè cerchiavo di volare come Robin udd sono cadutà ed orrotto otto vasi, rimetti apposto i cocchi grazzie!” ordinò Gokastasia.
“Ma Robin Hood non vola, scema! E anche se potesse di certo non supererebbe la velocità della luce!” la rimproverò Jinoveffa.
“Ah nò? Allòra beccati cuesto! Lame rotanti!!!” gridò la prima cominciando a roteare le braccia facendo cadere tutto quello che c’era a portata.
“Vi prego state calme! Perché non andare a giocare in giardino? So che vi piace tanto tirare i sassi alle galline!” le pregò Katerella, le due pesti la trovarono una buona idea e se ne andarono correndo e facendo cadere un altro paio di oggetti.
Squott fece capolino dal cassetto della biancheria e scosse il musetto con disapprovazione, “Lo so che non avrei dovuto dirgli delle galline, anche perché non è bello ogni volta andare a raccogliere i cadaveri, ma era l’unica cosa che mi era venuta in mente per togliermele di torno. Una volta non erano così manesche con gli animali, credo che qualcuno abbia dato loro il cattivo esempio” spiegò Katerella.
“Beh, non c’è tempo ora per accusare gli altri, specialmente quella vecchiaccia che vive qui vicino di cui si vociferano strane cose… Devo andare a risistemare casa. Ah padre, se solo tu fossi qui con me! Perché te ne sei andato lasciandomi sola con la matrigna con l’esaurimento nervoso (e come biasimarla) e le sue terribili figlie?”

(la scena cambia, si vede un bel palazzo regale, una zoommata entra in una delle finestre dove un ragazzo sta giocando picchiando un robottino contro l’altro)

“Calcio rotante!” gridò entusiasta il principino Junta mentre un suo robottino spaccava a metà l’altro, “Oh, si è rotto!” disse con indifferenza gettando la miniatura ormai distrutta in una montagna di altri robot che avevano fatto la stessa fine, quindi mise la mano in uno scatolone quasi vuoto. “Papààààà? I robottini stanno quasi per finire! Compramene altri, adesso!”
Re March non sembrava interessato alla faccenda dei giocattoli e stava facendo degli scatti al figlio con una macchina fotografica che girava nelle varie posizioni per rendere le foto più avvincenti “Su Juntuccio mio, fai un’espressione sexy! Ora metti le mani in tasca e fai la faccia da duro… ho detto la faccia!” si fermò per ridere della sua battuta mentre il figlio non se lo filava proprio e continuava a far lottare le miniature.
“Basta con tutte quelle foto papà, voglio dei nuovi robottini!” si lagnò infine, re March si sedette vicino al figlio per spiegargli la situazione.
“Tuo padre sta diventando vecchio, figliolo, e tu dovrai portare avanti la casata reale! Metterò delle tue foto in giro per tutto il regno ed indirò un appuntamento danzante dove potrai scegliere la ragazza da scopa… ehm, sposare. Dovrai darmi una degna discendenza, quindi datti da fare! Hai fatto quegli esercizi che ti ho consigliato l’altra sera?” chiese speranzoso.
“Grande spadone cosmico!” gridò ancora Junta facendo cozzare un robottino contro il tavolo, il poveretto perse un braccio e finì nella pila degli altri rottami.
“Oh povero me, mio figlio si interessa solo di spadoni del genere sbagliato! Tieni questa rivista, è molto educativa, mi raccomando imparala tutta entro stasera!” riprovò re March passando a suo figlio una copia di Playboy.
“No papà… Non mi va di studiare ancora su quel libro!” piagnucolò Junta.
“E’ per il tuo bene, figliolo. Ora vado a portare queste foto al fattorino regale, molte donne accorreranno al nostro invito ed è bene che tu sia pronto a soddisfarle!”
Detto questo il re uscì e Junta guardò con diffidenza la donna in copertina, “Ma cos’è questa roba? Dov’è l’armatura in adamantino e dove sono i cannoni protonici? Non è roba che fa per me, che palle dover studiare!”

Katerella stava pulendo il pavimento dalle peste lasciate dalle due gemelle che nel frattempo le danzavano intorno gridando “Trasformazione da veicolo terrestre a veicolo anfibio!”, “Habbiamo giochiato nella palude, chè bello!”
La moderatrice della casa apparve all’improvviso mostrando una foto alle figliolette, “Guardate ragazze mie, questa è la foto del principe Junta! Non è affascinante?”
“Non mi sembra, non ha nemmeno l’armatura d’oro” obbiettò Jinoveffa, “Mà sé và nello spazio non muore senza la suà tuta spazziale?” continuò Gokastasia.
Devil contò fino a dieci cercando di mantenere la calma, “Figliole, questo è un buon partito per voi, sapete, sta cercando moglie! Stasera ci sarà un ballo al palazzo reale e la fanciulla che farà colpo sul principe Junta diverrà regina! Pensate a tutti i soldi che torneranno nelle casse di famiglia… da quando il mio secondo marito Fubo ci ha abbandonate sapete bene quanto le nostre finanze siano divenute scarse. Fatelo per mammina, seducete il principe Junta!”
“E come si fa a sedurre un principe? A che velocità bisogna andare?” si chiese seriamente Jinoveffa, “Forse bisogna usarre un colpo speciale apposta… Katerella tu sai cual’è? Cè lò spieghi?” chiede Gokastasia.
Devil si accorse solo ora del pericolo che la figliastra poteva rappresentare per le sue due bambine, sapeva che le gemelle non avevano poi queste grandi capacità di seduzione e quindi ogni altra ragazza sarebbe stata concorrenza spietata.
“Katerella, tu non puoi venire al ballo!” sentenziò.
“Ma come matrigna? Sotto la foto del principe Junta c’è scritto: Tutte le ragazze del regno sono invitate, quindi posso venire anch’io!” spiegò la povera sguattera.
“No no e no. Non c’è tempo. E’ quasi l’ora della vendemmia, poi bisogna pulire i sotterranei e le catacombe del palazzo, fare il funerale a tutte le galline che ho trovato stecchite in cortile poco fa e non dimenticare di dividere i chicchi di grano dalle cacchette dei topi nella dispensa”.
Katerella sospirò infelice, non avrebbe mai fatto in tempo a fare tutte quelle cose.

Devil aveva chiamato un’equipe di estetiste, parrucchiere e maghe trasformiste per far sembrare vagamente carine le sue figlie, la cosa più difficile fu mascherare la barba e togliere tutti quei fastidiosi peli sul petto che fuoriuscivano dalla scollatura dell’abito da sera ma dopo ore di duro lavoro le due potevano quasi essere scambiate per dei transessuali, il che era comunque un ottimo risultato.
“Speriamo che il principe abbia gusti… particolari” si augurò Devil mentre le sue figlie si guardavano allo specchio molto civettuole.
“La mamma mi ha fatto mettere gli airbag!” spiegò Jinoveffa tastandosi i palloncini che aveva infilato sotto un reggiseno di quattro taglie più della sua misera zeresima, “à mè invece mì ha dato il perizoma leoppardato!” mostrò Gokastasia con orgoglio.
Katerella assistette alla trasformazione delle sorellastre da due anatroccoli davvero brutti a due splendidi cigni dalla dubbia sessualità e questo la rese infelice, così truccate e ben vestite sarebbero andate al ballo mentre lei sarebbe rimasta a casa con le galline stecchite.
Quando la porta si chiuse e Devil e le figlie furono uscite, la povera Katerella scoppiò in lacrime, i topini le saltellavano e squittivano intorno per tirarla su di morale ma era tutto inutile.
“Perché piangi mia cara? Mi sembra invece che tu abbia fatto un ottimo lavoro, guarda quante galline hai ucciso selvaggiamente, sono davvero fiera di te” disse una voce alle sue spalle.
Katerella si voltò esterrefatta e vide una vecchia quasi interamente coperta da un mantello di stracci.
“Oh tu devi essere la nostra vicina… Quella vecchia pazza che appende i cadaveri di poveri animaletti allo stenditoio…” comprese Katerella, “Sono proprio io, mia cara bambina. E non solo, sono anche la tua fata madrina” disse la vecchia con affetto.
Katerella sapeva di non potersi fidare di quella vecchiaccia ma era così tanto sola che finì per raccontarle i suoi dispiaceri.
“Le mie sorellastre andranno al ballo a conoscere il principe mentre io resterò qui tutta sola!” ricominciò a piangere.
“Oh non sia mai! Io sono la tua fata custode e non posso permettere che questo accada. Andrai anche tu al ballo!” esclamò la vecchia che cominciava ad avere un malefico piano.
“Ma come faccio? Sono vestita come una sguattera ed il palazzo è così lontano…” spiegò Katerella, la fata però aveva i suoi sistemi.
Dal mantello di stracci estrasse un bellissimo vestito da principessa “Guarda qua! Roba di prima qualità! Vediamo come ti sta, perché non te lo provi, ti va?”
Katerella rimase stordita dalla filastrocca e quasi le obbedì, poi vedendo il ghigno maniacale che la vecchia aveva mentre lei si slacciava la camicetta, decise di andare a cambiarsi nella stanza affianco.
La fata aveva dalla sua parte la magia ed ancor meglio, la tecnologia, quindi estrasse dal mantello il suo portatile e si collegò con la webcam che aveva preventivamente installato nella stanza dove l’ignara Katerella era entrata, quindi si connesse (è la prima volta che uso il verbo connettere al passato remoto!) al sito che le forniva tutto il materiale necessario per i suoi tramacci, Emule, che lei chiamava confidenzialmente eMulo.

Magico EMulo,
Splendido Culo!
Bidy-Bi Body-Bi Bu
Metti il corpetto che stringe di più
Bidy-Bi Body-Bi Bu

Magico EMulo
Ma che splendido Culo!
Bidy-Bi BOdy-Bi Bu
Fa la Web Cam tutto quel che vuoi
Bidy-Bi Body-Bi Bu
Col Magico EMulo puoi
Veder tutto quel che vuoi
Ma è la Web Cam che tutto può
Bidy-Bi Body-Bi Booo

OOOOOh Che bel vestito.
(Metto tutto sul sito)
Laaalalalalalalallala
Bidy-Bi Body-Bi
Bidy-Bi Body-Bi
Bidy-Bi Body-Bi
Booooo

Quando Katerella uscì, piroettò con il nuovo abito scintillante al colmo della gioia mentre i suoi amici topini le saltellavano intorno squittendo e condividendo la sua felicità.
“Perfetto! Ora indossa gli altri accessori, collane, anelli, e non dimenticare le scarpette” spiegò mostrandole una scatola che conteneva queste cose.
Katerella obbedì e continuò a guardarsi allo specchio non riconoscendosi, non riusciva a credere che quella splendida principessa fosse proprio lei, forse le realtà si erano ribaltate e lei era finita in un mondo al di là dello specchio…
“Questa è un’altra storia, bambina mia!” la corresse la fata.
“Hai ragione fata madrina, ti ringrazio per questo bellissimo abito ma purtroppo non posso ancora andare al ballo, mi servirebbe un mezzo di trasporto” spiegò Katerella.
“Lo so bene! Per questo ho chiamato la mia assistente, vieni avanti Tessa!” chiamò la vecchia, una ragazza travestita da carrozza cercò invano di passare dalla porta ed infine decise di aspettare nel cortile.
“Non ci posso credere! Non basta lo sfruttamento a cui vado incontro ad ogni Animesport, ci mancava anche la comparsata sottoforma di carrozza! E speriamo che stavolta almeno io venga pagata! L’Alieno scintillante non mi retribuisce mai, questa vecchia forse sarà più generosa, me lo auguro per lei!” si sentì brontolare da fuori.
La vecchia sorrise benevola ma sotto sotto c’era un luccichio insano nei suoi occhi “L’ho convinta con un infallibile trucchetto. Abbiamo fatto la classica scommessa, le ho detto che non la credevo capace di fare la cosplayer della carrozza di Cenerentola ed invece guarda qui che perfezione! Ha anche indossato la parrucca da zucca!”
“Allora ci muoviamo? Vi ricordo che il mio contratto scade a mezzanotte, non ho tempo da perdere, devo prepararmi per Lucca!” gridò Tessa dal cortile.
“Ma sì, ora arriviamo. Prima però servono i cavalli per tirare la carrozza… Vediamo un po’, quanti bei topini!” disse guardandoli con occhio psicopatico, Katerella non fece in tempo a metterli in guardia che la vecchia si era tolta una scarpa e li aveva accoppati tutti.
Katerella aveva le lacrime agli occhi ma la fata la rincuorò “Non temere, questi topini fantasma da ma creati ti saranno di aiuto come cavalli alati, orsù svelta prendi la carozza-zucca e mi raccomando, torna prima che la notte sia a metà, perché poi Tessa deve andare a Lucca ed il contratto subito scadrà!”
Katerella non se lo fece ripetere due volte e salì nella carrozza alla quale furono legati Squitty, Squotty, Squincy ed anche Squott Mouseheart che la trainarono apparentemente senza fatica.




(si ode la classica musica su tre tempi del walzer, nella sala del ballo ci sono molte ragazze, Devil controlla che le sue figlie si comportino bene mentre il principino Junta guarda le damigelle con aria annoiata seduto sul trono, dietro la spalliera si è accovacciato re March pronto a dare buoni consigli)

“Guarda quella figliolo, che decoltè! Saprei io cosa farci con una così!” commentò, Junta alzò le spalle indifferente “Io invece no. Che noia papà, posso tornare a giocare?”
“Neanche per sogno, basta giocare, è ora che diventi un principe responsabile! Hai studiato oggi la rivista che ti ho dato? Vediamo… sapresti indicare la taglia ed il tipo di coppa portata dalla bionda là in fondo?”
Junta sbuffò “No, le interrogazioni no!”
Re March non si diede per vinto “La moretta riccia là in fondo porta culottes o perizoma?”
“Ma che ne so! Ha un enorme vestito sopra, come posso saperlo?” si lagnò Junta, “Figliolo, queste sono cose che un vero intenditore dovrebbe capire a prima vista. Ti farò un’ultima domanda teorica: cosa ti viene in mente pensando al numero sessantanove?”
Junta stavolta ci pensò seriamente e poi rispose “Ma certo! La nuova action figure di Optimus Prime è alta esattamente sessantanove centimetri, è la mia preferita perché è la più grande che ho!”
Re March sospirò esasperato “D’accordo, almeno da tutto ciò abbiamo imparato che le dimensioni contano, non è così figliolo?”, Junta annuì poco convinto mentre re March avvistò Gokastasia e Jinoveffa, “Guarda quelle due ragazze laggiù, dal loro aspetto si direbbe che sono molto disinibite!”, Junta obbiettò “Dal loro aspetto non si direbbero nemmeno delle ragazzE”.
“Dettagli, dettagli!” si schernì il padre, “Vai a conoscerle, su!” e detto questo spinse il figlio proprio contro gli airbag di Jinoveffa, uno dei palloncini scoppiò facendo un gran botto.
“Cos’è stato?” chiese Junta confuso, “Tuono spaziale! Cannone protonico!” gridò Jinoveffa mettendosi in posa d’attacco.
“Hey figliolo, stai andando bene! Chiedile se, visto che le piacciono i cannoni, vuole dare un’occhiata al tuo!” sgomitò March avvicinandosi per dare buoni consigli.
“Allora sì tratta di cuesta formula del cannone, è lei che seduce i principi!” gridò Gokastasia, lieta di aver colto il segreto.
Devil nel frattempo sorrideva al re, “Le mie figlie sono un po’ timide ma sotto sotto…” cercò di giustificare il loro comportamento, a re March brillarono gli occhi “Oh posso ben immaginare come siano sotto sotto!” disse dando una gomitata d’intesa alla matrigna.
Nel frattempo le sorelle ed il principe erano andati in stallo, si guardavano senza riuscire a comunicarsi nulla, nel frattempo una ragazza con abito da principessa fece il suo ingresso nella sala da ballo, Gokastasia la riconobbe “Ma cuella non è la nostra sorellastra Katerella?”
Devil non riusciva a crederci ed era furibonda “Cosa ci fa qui quella schiava? Le avevo detto di starsene a casa!”
Re March non perse occasione “Schiava? Allora le piacciono le cose sadomaso… Vai figliolo, corri da lei e mostrale come essere dominata!”
Junta venne spinto verso Katerella che intimorita arrossì.
“Mio padre dice che con te potrei fare cose inconsulte, conosci pagina 154 del manuale scolastico?” domandò pensando a quel complicato intrico di gambe che vi era raffigurato e che lui in verità non aveva mai capito troppo bene.
Katerella scosse la testa umiliata e triste “Mi dispiace ma io non sono istruita come te, oh principe. Purtroppo sono vissuta tra i maltrattamenti della mia matrigna e delle sorellastre e non ho mai potuto studiare”.
Junta parve illuminarsi “Davvero? Quindi non sai che cosa sia una gang-bang?”
Katerella abbassò lo sguardo “No, mi dispiace, non conosco l’inglese, e nemmeno il latino”, “Allora non posso chiederti se conosci il termine fellatio immagino…” continuò il principe, raggiante.
“No mio principe, non sono acculturata come credi anche se sembra che la mia ignoranza ti rallegri…” spiegò Katerella che ormai era molto confusa.
“Infatti! Nemmeno io so con precisione cosa siano quelle noiose definizioni, mio padre teneva molto ai miei studi ma io mi annoio così tanto ad imparare tutte quelle complicate posizioni! Finora mi ha sempre presentato donne ben più esperte di me e non mi sentivo a mio agio, ma ora ho finalmente trovato la donna dei miei sogni!” disse prendendola per mano.
I due danzarono sentendosi fatti l’uno per l’altra finché non scoccò la mezzanotte.
“Oh no, devo andare!” esclamò la fanciulla.
“Resta con me, la notte è ancora giovane, pensa a tutte le cose che potremmo non fare in mezzo a quei cespugli laggiù!” la invogliò il principe.
“Vorrei tanto ma non posso, il contratto sta per scadere!” disse Katerella fuggendo via.
Raggiunse Tessa che ormai aveva la parrucca tutta rovinata che le ricadeva da un lato della testa “Sei in ritardo, è mezzanotte e due minuti!” sbottò, Katerella le salì in groppa dicendole di partire a tutta velocità verso casa, Tessa se la scrollò di dosso.
“Ma sei impazzita? Come posso partire senza i topi fantasma che mi trainano? Guarda, allo scadere del contratto i topini sono tornati in vita, senza fantasmi non possiamo proprio andare”.
Squitty, Squotty e Squincy guardarono Katerella desolati, non potevano proprio aiutarla, la ragazza era disperata e già in lontananza vedeva il principe Junta che la stava rincorrendo per la lunga scalinata di palazzo.
“Dobbiamo andarcene in fretta!” esclamò ed ebbe una terribile idea.
“Squitty, Squotty, Squincy, mi dispiace tanto!” disse togliendosi la scarpa e picchiandola forte sui topini, un etereo fantasmino uscì dai loro corpicini maciullati e tristemente si legò ai finimenti legati alla cintura di Tessa.
“Via di qui, presto!” gridò la carrozza, che pensava a quanto farsi pagare quegli straordinari, quando il principe raggiunse la radura trovò solo dei cadaveri di topi ed una scarpa abbandonati per terra.
“La mia principessa se n’è andata! Ha lasciato solo questa scarpetta!” pianse amaramente, raccogliendo il reperto e pensando che almeno avrebbe ingrossato le fila della sua collezione fetish.

Re March era soddisfatto di quella serata, suo figlio sembrava aver finalmente trovato una donna di suo interesse, poteva accantonare i terribili dubbi sul fatto che fosse della sponda sbagliata e crogiolarsi pensando ai nipotini.
“Figlio mio, allora com’è andata ieri notte? Racconta tutto al tuo vecchio!” disse confidenzialmente entrando nelle stanze del principino.
Junta però stava piangendo e lucidava con aria infelice una scarpa con la suola sporca di sangue, “Oh padre, non so come fare! La donna che amo se n’è andata e mi ha lasciato solo questa scarpetta!”
Re March rimase perplesso “Ah queste nuove mode, ai miei tempi si usava lasciare le mutandine… Ma bisogna adattarsi ai tempi che vengono, e sperare che non siano i soli a venire!” sghignazzò da solo per qualche minuto a causa della sua battuta e poi si accorse che suo figlio stava piangendo più di prima.
“Non fare così, ti aiuterò io. Sai, anche tua madre era fuggita la prima notte in cui ci conoscemmo, ma grazie alle mutande che le avevo abilmente strappato fui in grado di ritrovarla anche se la furbetta si era nascosta nei sotterranei di un convento! Pensa a cosa fanno le donne pur di farsi tromb… ehm, trovare!” riprese a ridere da solo.
Junta sospirò con somma depressione e March smise di fare il simpaticone, chiamò il ciambellano reale ed ordinò:

"Sia indetto ordunque il “Bando del Piede”,
senza indugi e senza timori
provate le scarpe a chiunque nel mio regno risiede
e non fuggite nonostante gli odori
che troverete nel vostro cammino,
per sicurezza prendete un calzino
e dopo averlo infilato (ihihihhi)
al reperto trovato
muovetevi su e giù, ma tutto d’un fiato
e quando la donzella udrete gridare
ciò che volevate siete giunti col trovare!"

Il ciambellano per poco non svenne dovendo trascrivere questo osceno bando e senza aggiungere altro lasciò il palazzo, sperando che il re non volesse aggiungere nient’altro.

Tutte le fanciulle del regno, che in quanto fanciulle volevano ciul… ehm, sposarsi il ricco e prestante principe, udendo quel bando si precipitarono in fila per provare la scarpetta…

E tanta era folla di femmine presenti,
più che a un concerto dei Tokio Hotel,
a provar sulla scarpa le estremità indecenti,
ma di alcuna di loro pareva il model.
Matrigna Devil, si intromise di cuore
"I piedi delle mie figlie, lasciate provare,
di certo la scarpa, è del loro plantare"
La prima provò, ma il pollicione, si infranse nella punta,
ed oltre non volle proseguire.
Ma Devil volea che sposasse il principe Junta
“Mamma, ahi, non spinger, fa male!”
“Figlia debosciata, che cosa vai a dire!”
Disse spingendo il piede di grandezza anormale.
Fu poi il turno della seconda
Che avea sul piede una verruca immonda,
espose dunque una fetta inquietante
che con la verde verruca sembrava un mutante
e una fitta peluria che a dirla in un modo,
pareva davvero il piede di Frodo!
Tanto che il ciambellano
Non gliela volle far provare
“Portate via, lontano
Dalla mia vista queste due bestie rare!”
Il principe scorse in mezzo alla gente
quella ragazza d’ingenue vedute
che l'altra sera immantinente
avea le sue tracce, reso perdute,
"Ehy tu fanciulla, hai un'aria familiare.
Ma cosa vedo ai piedi? Hai un solo calzare!"
"L'altra ho perduto, principe mio,
ma canto e ballo, sempre con brio",
ma per esser sicuri Junta fece un’interrogatio
“Chi sa dirmi, fanciulle, che cosa sia un fellatio?”
E lor credendo di risultar gradite
Si misero a spiegarlo con espressioni colorite,
solo una tra tutte rimase silenziosa
ed il principe riconobbe la sua promessa sposa.
"Possa mai esser, leggiadra creatura,
che la mia suola, sia di misura?"
provato piede, vide il giusto,
ed esclamò proprio di gusto
"Oh mia diletta, alfin ti ho trovato.
Subito in chiesa, dietro il mercato!
Qua ti ho trovata e da oggi sei mia.
Fiori d'arancio, e ti porto via!"
E a sentire i commenti del sovrano
Che ogni notte origliava pian piano
Oltre la porta del talamo nuziale
Capiamo che il principe non se la cavò poi tanto male,
entrambi impararono in modi sopraffini
quelle stranezze a cui inizialmente non erano inclini.
Ma questa storia ha doppio lieto fine,
che accadde a Devil e alle sue bambine?
La matrigna venne ferita nel suo orgoglio però
Si rifece aprendo un bellissimo zoo,
scoprì che delle sue figlie si doveva essere fiere
perché in molti pagavano per poterle vedere!
E per finire questa storia senza troppe spinte
Vediamo cosa accadde dietro le quinte…


“Non ci posso credere, tutti felici e contenti, ma proprio tutti! Gli sposini, pure le due orride sorellastre, la crudele matrigna, anche i topi ballano nel paradiso topino! E io sono ancora qui che aspetto la vecchiaccia per ricevere il mio stipendio!”
Eh si, avete indovinato, si trattava proprio di Tessa, con ancora addosso la parrucca da zucca, davanti alla bicocca con i topini appesi allo stenditoio.
“Oh finalmente sei arrivata, vecchia! Dammi i miei soldi!”
La vecchina sorrise dolcemente a Tessa “Quali soldi? Ho speso tutto il ricavato da questa gag per un regalo di nozze agli sposi… ed anche per riarredarmi casa… ma questo non c’entra. Ragazzina mi dispiace ma non ho proprio nulla con cui pagarti, sempre che tu non voglia qualche coda di topo imbalsamata…”
Tessa storse la bocca disgustata “No, grazie. Ma non finisce qui, non potete sfruttare così delle povere ragazze indifese, sei proprio tale e quale a quel perfido alieno!”
Il ghigno della vecchia si contorse quasi come quello di un gatto del cheshire, infine sembrò sciogliersi come se fosse ricoperta di cera… e svanì in un alienante scintillio.

The end

  
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