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Autore: Freya Crystal    12/01/2010    12 recensioni
Storia conclusa. Ha inizio il sequel^^
"Dopodomani ce ne saremmo andati via da Forks. Speravo di dimenticare Bella,di colmare il vuoto che mi avrebbe procurato lasciarla,grazie ad Esme e alla mia famiglia.
Sia io che mio figlio eravamo stati rapiti da quella ragazza, e avevamo entrambi preso la decisione di dirle addio,per proteggerla,perché l'amavamo."
Quando l'anima di un'umana si trova divisa in due.
Quando un sentimento assopito dentro di lei diventa incontenibile,e ha assoluto bisogno di scoppiare fuori e di sommergere tutti gli altri.
E se Edward non fosse quello giusto per Bella?
Quando ami qualcuno,ed egli diventa l'acqua della tua vita,riesci ad accettare di perderlo? Riesci ad accettare l'idea di dimenticarlo per il bene delle persone intorno a te?
Forse si...ma in quel caso inizieresti a morire poco per volta...
Genere: Triste, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Eternità alle porte'
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Capitolo 12


Avevo detto addio a tante cose. Mi ero diplomata,ma non avrei potuto continuare a studiare al college e non avrei potuto trovare un lavoro. Non potevo più uscire di casa da sola,come di solito mi piaceva fare per sentirmi libera. La notte era diventata la mia migliore amica,perché il buio che calava sulle case,le strade e le città mi dava un senso di familiarità con l'oscurità con cui ero costretta a convivere. Inoltre era in quei momenti che potevo stare accanto a Carlisle,stretta a lui mentre mi addormentavo cullata dalle sue carezze. La mattina mi svegliava lui con un lieve e freddo tocco delle labbra,poi se ne andava all'ospedale a prendersi cura dei suoi pazienti. Invece il buio rimaneva. Le mie giornate proseguivano lente e monotone,Alice mi alzava dal letto e mi faceva scegliere i vestiti da mettere,doveva aiutarmi perfino in bagno. Fortunatamente col tempo avevo imparato la posizione degli oggetti almeno in quella stanza,così da non avere l'imbarazzante bisogno del suo aiuto mentre facevo il bagno. Mi sentivo completamente inutile per Charlie,toccava ad Alice cucinare per lui e preparare la colazione ogni mattina. Toccava ad Alice lavare i panni. Toccava ad Alice pulire la casa. Spesso mio padre si offriva di aiutarla di ritorno da lavoro,ma lei rifiutava,continuando a ripetergli che lui doveva stare con me. E io rimanevo seduta sulla poltrona,con la mano stretta nella sua,mentre guardavamo la televisione -o meglio,mentre io l'ascoltavo e lui mi descriveva le scene che gli piacevano particolarmente- Entrambi non eravamo molto bravi con il dialogo,preferivamo decisamente il silenzio,non riuscivamo proprio a trovare le parole da dirci. Proprio perché sotto questo aspetto eravamo simili,capivo perfettamente come si sarebbe sentito lui se avesse iniziato un discorso padre-figlia: a disagio,in una situazione d'imbarazzo e inadeguatezza che non ci apparteneva. Soffrivo al pensiero di non poterlo guardare in faccia,magari proprio mentre mi teneva la mano aveva un'espressione triste,e io non lo sapevo. Cercavo di mostrargli il mio affetto,nella speranza che ciò sarebbe potuto bastare per non farlo sprofondare nel dolore.
La musica era divenuta una mia ragione di vita. Ascoltarla mi permetteva  di creare immagini nella mente che coloravano il nero perenne della mia cecità permanente,la musica mi avvolgeva in un abbraccio di sentimenti e mi travolgeva con una nostalgica corrente di emozioni. Mi lasciavo trasportare dalle note e dalle parole delle canzoni in mondi nuovi,viaggiavo lontano,per salutare i ricordi passati,o per fantasticare un futuro felice. Finché la mano di Alice sulla mia spalla mi ridestava dai miei sogni ad occhi aperti,per avvisarmi che i vecchi amici di scuola-se così si potevano definire- erano venuti a farmi visita e che dovevo prepararmi ad accoglierli. Così mi alzavo dalla mia sedia di fronte alla finestra spalancata,dalla quale entravano gli odori dell'aria fresca,e interrompevo la musica alla radio. Mi piaceva ascoltarla in intimità,quando c'era qualcun'altro che non fosse Alice invece la spegnevo.
Speravo che col passare del tempo mi lasciassero tutti in pace e si dimenticassero di me,l'unica presenza umana che riuscivo a sopportare oltre a Charlie era Angela. Non avevo più avuto notizie di Jacob,Billy mi aveva chiamata per comunicarmi il suo dispiacere e mi aveva riferito che suo figlio non se la sentiva di venirmi a vedere. Carlisle mi aveva parlato del loro incontro,mi aveva detto che dallo sguardo di Jacob si capiva che gli mancavo. Aveva cercato di confortarmi,con la sua voce comprensiva e mi aveva provato a spiegare come si sentiva il mio ex migliore amico. Carlisle non provava alcun tipo di repulsione nei suoi confronti,anche se si trattava di un licantropo,e anche se lui era uno dei motivi per cui non poteva trasformarmi. Un giorno avevo chiesto a Carlisle di trasferirci dagli altri Cullen,a Praga,così che il patto non ci creasse più problemi.
-E tuo padre,Bella?-,mi aveva ricordato. Così avevo preso una decisione: fare in modo che Charlie capisse cos'erano Alice e Carlisle proprio come avevo scoperto io.
Ormai avevo capito che era impossibile non fare soffrire coloro che amavo,in un modo o nell'altro ci sarebbe sempre stato qualcuno contento delle mie scelte e qualcuno che invece avrebbe sanguinato per esse.
...Charlie,Jacob ed Edward.
Tuttavia avevo imparato che era meglio far soffrire le persone con la verità e dare loro la possibilità di ricominciare a cercare la loro felicità altrove,piuttosto che illuderle. Alice mi riferiva i messaggi via telefono da parte di Edward. Io gli avevo spiegato la mia teoria del vaso che si era rotto,cioè del nostro legame che si era spezzato. Non eravamo stati abbastanza bravi a ricostruire tutto,ciò significava che non eravamo fatti l'uno per l'altra,come inizialmente avevamo creduto. Lui mi dava ragione,diceva di avermi capita e io sentivo che il nostro affetto non sarebbe mai svanito,com'era successo fra Esme e Carlisle.
-Da qualche parte,là fuori,troverò quella giusta per me. Forse il nostro incontro è stato sancito dal destino,affinché tu conoscessi Carlisle e l'amore che da sempre aspettavi. Le cose non sono state così semplici,ma si sa che le complicazioni fanno parte della vita. Quello che conta è che ora tu e lui siate insieme.-,mi aveva detto con la sua voce di velluto. Magari non era la solita frase fatta,magari era stato sincero. Se così fosse stato,mi avrebbe fatto un immenso piacere.
Da quando Edward mi aveva detto quello parole,avevo cominciato a riflettere maggiormente sul rapporto tra me e Carlisle. Più i giorni passavano,più i dubbi aumentavano.
Continuavo  a chiedere ad Alice se aveva avuto delle visioni significative. Lei mi posava una mano sulla spalla e mi diceva che dovevo stare tranquilla.
-Non voglio rivelarti ciò che potrai scoprire da sola,ti rovinerei la sorpresa-,mi ripeteva con la sua voce cristallina.
Ma come potevo essere certa che non stesse mentendo? Forse aveva visto qualcosa di preoccupante e stava cercando di nascondermelo.
Ero stanca di quell'inutile vita. Cos'ero diventata? Una larva appena nata che avevo bisogno del cibo,dell'aiuto e della protezione della terra madre. Un essere inutile,completamente insignificante. Pensare a ciò era diventata la mia ossessione.
Quella mattina il mio umore aveva toccato il fondo. Ero uscita di casa con Charlie con l'intenzione di salutarlo quando sarebbe salito in macchina. Gli avevo chiesto di farmi camminare senza che mi sostenesse per un braccio. Avevo voglia di fare qualcosa da sola,non mi sarei di certo rotta l'osso del collo se avessi fatto quattro passi. Mi bloccai quando sentii un'auto che arrivava e parcheggiava. Ormai il rumore di quelle ruote era inconfondibile. Una portiera si aprì e si richiuse.
- Buongiorno Carlisle.-,sentii salutare da Charlie. Avanzai di qualche passo e il mio piede destro s'impigliò in qualcosa di scivoloso. Sentii il peso del mio corpo vacillare e un istante dopo le mie dita toccarono la terra e le foglie bagnate. Due mani mi avevano afferrata per le spalle.
-Bella!-,udii la voce allarmata di mio padre al mio fianco.
-Non è successo niente,sto bene.-
-Lascia che ti aiuti ad alzarti.-
Persi il controllo. Allontanai con uno schiaffo le mani di Charlie. Non sentivo più gli occhiali a ripararmi gli occhi. Iniziai a tastare intorno a me per cercarli,probabilmente mi erano caduti.
-Bells...-
-Ce la faccio da sola.-,tagliai corto.
-Ti sono caduti gli occhiali,sono qui.-
-Se li raccogli...mi metto a piangere. Lasciali lì-,mormorai con voce tremante. La rabbia e l'umiliazione mi stavano soffocando.
Inutile,non riuscivo a trovare quei maledetti occhiali...
Silenzio. Silenzio teso.
-Ho capito...Vado a lavoro.-,disse Charlie,con voce dispiaciuta. Si allontanò da me,rimasi immobile ad ascoltare ogni suo movimento,dal suono dei suoi passi al rumore della sua macchina che faceva retromarcia e imboccava la strada.
Sapevo che Carlisle era in piedi di fronte a me e che mi stava osservando. Che espressione aveva? Di stupore? O...
No,non ci volevo pensare.
La terra fangosa aveva reso le mie mani appiccicose.
-Ehi...-
Quella voce comprensiva e confortante,un soffio vitale per le mie membra. Sperai con tutta me stessa che  Carlisle non si avvicinasse per aiutarmi.
Finalmente riuscii a toccare qualcosa,lo tastai con cura,e constatai che erano i miei occhiali. Li avvicinai al viso e li indossai. Poi mi rimisi in piedi e camminai in avanti,ben attenta a trattenere lacrime di rabbia e vergogna.
-Sono qui.-
La sua voce mi giunse molto vicina,ero andata un po' troppo avanti. Mi voltai a sinistra,le braccia protese. La mia mano destra toccò il suo petto duro e freddo. Sentivo il suo profumo invadermi e stordirmi. Carlisle mi abbracciò lentamente,tuttavia mi avvolse con una tale intensità di sentimento che mi sentii vacillare nuovamente. Mi accarezzava i capelli,in silenzio. Sapeva che il modo migliore per farmi calmare era starmi vicino senza parlare per un po'. Mi teneva saldamente stretta a sé,ascoltando il mio cuore che pulsava agitato a contatto con il suo corpo.
Ripensai ancora una volta alle parole di Edward,rimbombavano nelle mie orecchie aumentando il mio mal di testa. "Quello che conta è che ora tu e lui siate insieme." "Quello che conta è che ora tu e lui siate insieme."...
E mi accorsi dell'assurdità di quella frase. Accanto a me avevo l'uomo che tutte le donne sognavano. Oltre ad essere straordinariamente bello e affascinante,era saggio,aveva vissuto secoli e conosciuto un'infinità di cose. Era giusto,si faceva in quattro per lavorare all'ospedale e nonostante il sangue costituisse per lui una tentazione,amava il suo lavoro. Non lo avevo mai visto perdere il controllo in nessun senso. Capiva i sentimenti di chi gli stava attorno con estrema facilità.
E stava con me. Che ridere...Come poteva essere vero?
Come faceva lui ad amare...me?
-Carlisle,perché mi ami?-,sussurrai.
Silenzio. Schiacciante,opprimente.
-Bella,ma cosa stai dicendo?-,mi chiese poi,con aria stupita.
- Dimmi per che mi ami. Avanti-,continuai ostinata,enfatizzando l'ultimo parola con tono angosciato,di supplica.
-Metti in dubbio ciò che provo per te?-,domandò grave. Quella domanda mi trafisse alla schiena come una freccia affilata.
-Dimmi la verità,ti prego. Ho capito ormai perché... Dopo l'incidente hai deciso di rimanere con me per compassione. Io ti faccio pena.-
Il mio corpo tremava,singhiozzi senza lacrime risalivano dal mio petto intenzionati a togliermi il respiro. Ormai il gioco era fatto,la sua conferma sarebbe stato il colpo di grazia. Mi allontanai dal suo abbraccio. E solo a quel gesto mi sentii male.
-Basta prenderci in giro.-, sussurrai.
Rabbrividii quando la sua mano si posò sulla mia guancia,le sue dita sfiorarono le mie labbra e andarono a ripulire il fango con cui mi ero sporcata il viso.
-Io e te dobbiamo parlare.-
E un istante dopo che Carlisle mi aveva caricata in spalla sentii che stavamo sfrecciando via. Corremmo verso chissà dove e quando ci fermammo un profumo familiare mi assalì.
-Sto per aprire una porta che fa parte del mio,ma anche del tuo passato.-
Mi fece mettere in piedi e con una mano mi guidò in un ambiente chiuso. Come se l’aria di quel posto volesse aiutarmi a capire,una corrente di ricordi sgorgò dalla mia mente. Carlisle mi guidava a toccare gli oggetti,senza fiatare. Nella mia mente ricostruivo un’immagine nitida di quella stanza. Ancora non potevo credere di trovarmi lì.
Era lì che era iniziato tutto. In quel salotto.
-Siamo…alla tua vecchia casa.-,sussurrai talmente piano che un umano non avrebbe potuto udirmi.
-Si,Bella. E’ il posto in cui sto vivendo da due mesi. E’ il posto in cui vorrei tu vivessi.-
Mi mancò l’aria. Mi accorsi che Carlisle mi aveva fatta sedere quando mi sentii sprofondare in un morbido divano.
-So che sei stanca di tutto questo. So che è stata la tristezza a farti parlare così prima. E credo di capire il perché...Ti manca l’autostima.-
Quelle parole agirono come una siringa che penetrò sempre più a fondo nel mio cuore. Bruciai.
-Credi che uno come me non possa stare con te se non per compassione,pensi che io mi sia stancato di questa situazione e che non ti abbia lasciata per non farti soffrire. Pensi che io ti veda come una mia paziente.-
-Esatto.-,risposi con voce determinata.
-Hai sbagliato in pieno,amore mio.-
Sussultai,faceva male sentirlo chiamarmi così.
-Sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare questo argomento. Sai,durante la mia esistenza ho incontrato tante donne bellissime e affascinanti. Ce ne sono state di more,di bionde,di alte e  di basse,di magre e di prosperose. Ce ne sono state di giovani e rosee e di adulte ed attraenti. In tutti questi anni ho avuto modo di comprendere quanto significassero poco per me dopo averle sentite parlare. Ho imparato a stancarmi dell’apparenza,come prima o poi capita alla maggior parte degli uomini. Poi sono arrivato a conoscere donne che oltre ad un bell’aspetto esteriore dimostravano di possedere carattere ed intelligenza. Ma i sentimenti che provavo nei loro confronti non hanno mai raggiunto un’intensità duratura. Come quando ci si stanca di ascoltare sempre la stessa canzone e si ha voglia di cercarne una  più emozionante,io mi stancavo delle donne che incontravo prima ancora che fra di noi potesse nascere qualcosa. Non devi mai scordarlo,in amore si è sempre in due. E se il sentimento non è reciproco non può durare a lungo. Molte donne hanno desiderato stare con me,ma magari solo per sesso. Può essere capitato che una di loro  invece si fosse innamorata di me,mentre io non ricambiavo quanto lei. Ho imparato a conoscere infiniti aspetti del carattere di una donna,i suoi lati più competitivi e vendicativi,i suoi pregi e i suoi aspetti positivi,fino ad annoiarmi di ognuna di quelle che incontravo.
Finché è arrivata Esme: con ciò ti parlo del sentimento reciproco. Entrambi abbiamo saputo scavare a fondo dentro di noi e rimanerne sorpresi,abbiamo saputo apprezzare la nostra personalità in tutte le sue sfaccettature e sopportare i nostri difetti. Io mi sentivo ricambiato quanto lei. Due persone-o vampiri che siano-sono fatti per volersi bene,e per amarsi,se nel loro insieme sono compatibili.-
Ascoltavo il suo discorso con estremo interesse,incapace di ribattere. Come potevo farlo,se ero completamente d’accordo con lui?
-Poi sei arrivata tu,Bella. E mi hai stravolto. Ho lottato per controllare tale sentimento,ma tutto ciò che riuscivo a fare era pensare alla persona che Edward aveva scelto di amare,a quanto l’avesse scelta bene…Mi hai travolto con una forza troppo grande perché io riuscissi a tenerla a freno.-
Il mio cuore batteva ad un ritmo irregolare. Lo percepivo sussultare e cercare di riacquistare una velocità costante.
-Ciò che provavo per te superava addirittura il sentimento che era nato tra me e Esme,arrivando perfino ad affievolirlo. Bella,tu pensi di essere un’umana qualunque,ed è qui che voglio chiarire: siamo tutti nessuno,ma per qualcuno valiamo più del mondo e dell’esistenza. C’è chi può vederti una come tante,ma quello che conta è come ti vedo io. Io ti vedo come il mio cielo verso cui protendere lo sguardo e le braccia. Ti amo nella tua semplicità,il pregio più speciale,raro e ricercato che possa esistere,come ho potuto scoprire con il passare del tempo.
Ti amo nella tua purezza,grazie alla quale chi ti è vicino non può mai dubitare delle tue parole e dei tuoi sentimenti. Ti amo per la tua testardaggine,con la quale riesci sempre a fare ciò che vuoi. Ti amo per la tua riservatezza e per la cura con cui offri il tuo cuore agli altri. Ti amo per la tua goffaggine e per la tua maledetta voglia di cercare i guai. Tutto questo perché fa parte di te. Se facesse parte di qualcun'altro non avrebbe senso per me.  Io amo te. Una spiegazione logica che possa giustificare l’amore non sono ancora riuscito a trovarla,e penso che non ci riuscirei nemmeno fra altri trecentosessanta anni...Ma è proprio questo il bello. Ti amo perché anche tu non ti sei soffermata al mio aspetto esteriore,perché hai saputo vedere a fondo dentro di me e travolgermi con il tuo passaggio. Se io e te ci amiamo e perché siamo fatti per stare insieme. Ci incastriamo e ci completiamo a vicenda come pezzi di un puzzle ad un solo aggancio. L'hai mai sentita dire questa frase?
Io sento di esistere per amarti come nessun'altro,e sento che tu esisti per amarmi come nessun'altra. Questo basta a chiarirti le idee? Possibile che non ti senti avvolta da quello che provo io a starti accanto?-
Leggerezza. Armonia. Luce in quel nero perenne che era diventato la mia vista. Ero diventata una piuma.
Il peso dei dubbi e delle incertezze era scivolato fuori da me. Ogni cosa sembrava essersi messa al suo posto e aver trovato il suo perfetto e costante equilibrio.
La situazione si era capovolta. In quel momento ero io ad avere la sensazione di aver dimostrato a Carlisle meno amore di quanto lui ne avesse sempre dimostrato a me. Senza alcuna esitazione lui aveva dato una risposta a tutti i problemi che mi ero fatta su me stessa...in diciannove anni.
Sentii la seta di un fazzoletto sulle mie mani che le ripuliva dalla terra. Poi il tocco delicato di due dita che mi toglievano gli occhiali e mi asciugavano gli occhi. Non mi ero accorta che stessi piangendo. Ma quanto piangevo ultimamente? Ero diventata snervante...
Carlisle mi baciò le punta delle ciglia finché non smisi di tremare e le lacrime smisero di sgorgare fuori. Desideravo stare a contatto con lui come non mai. Sentivo il bisogno di lui come dell'acqua. Lo desideravo così tanto che avrei potuto morire di crepacuore. Lo strinsi a me fino a perdere il respiro,come se avessi avuto l'intenzione di diventare parte di lui.
Nella mia vita non avevo mai visto con così tanta nitidezza ciò che avevo davanti.
-Voglio fare l'amore con te.-


*******


Spazio dell'autrice: ...Ma quanto sono belli insieme..................................
Basta,basta,altrimenti piango! La prossima volta c'è l'epilogo. Che tristeeeeeeeee!!
Comunque:che ve ne pare di questo capitolo? Fatemi sapere twilighters,recensite!;) Baci.
Rispondo qui alle recensioni della volta scorsa:

 SIXY  Segnala violazione
 Capitolo 11: Rarità
Ecco qua il nuovo capitolo. Sono felicissima di sapere che ti sei affezionata alla mia storia! Mi hai sempre seguita,sin dall'inizio ed è una grande soddisfazione per me sapere che mi sostieni anche adesso. Grazie!

 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
Capitolo 11: Rarità
Dai,non rattristarti! Penso che scriverò altre fanfiction su Bella e Carlisle. Alla prossima con l'epilogo!
 Bimba sognatrice [Contatta] Segnala violazione
Capitolo 11: Rarità
Che bello*_* Carlisle è il mio preferito,se mi dici che sono brava ad esternare le sue emozioni mi fai un regalo! Però,ti dirò,penso di non essere ancora in grado renderlo abbastanza bene. Deve migliorare ancora. Grazie di tutto comunque!
 AshG [Contatta] Segnala violazione
 08/01/10, ore 21:19 - Capitolo 11: Rarità
Niente Tanya per Edward,chi la conosce quella XDXD Devo ancora leggere Breaking Down,so solo che lei è la vampira che stravede per lui.  Non ce l'ho affatto con Jacob,anzi,mi piace tanto come personaggio. Lo trovo ricco di sfaccettature,ammetto che certe volte avrei voglia di prenderlo a schiaffi,però non lo detesto. Mi dispiace che questa storia stia finendo,ma sopravviverai,o no? XD Anche tu sei una che mi ha sempre seguita sin dall'inizio,la mia prima recensione la ricevetti proprio da te....Sentitamente...grazie*_*
 chiaretta90 [Contatta] Segnala violazione
 08/01/10, ore 20:25 - Capitolo 11: Rarità
Ahi ahi ahi,l'influenza intestinale. Fortuna che è passata! Ma povera,ti sei ritrovata a leggere che Bella è diventata cieca proprio in quel periodaccio! E' comica la cosa XD Neppure nelle fanfiction trovi pace! XD Anche a te dico grazie sentitamente,come AshG e SIXY mi hai sempre seguita e questo mi rende felice non poco!
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 08/01/10, ore 19:34 - Capitolo 11: Rarità
Contenta? Eheheheh....Ti è piaciuta questa sorpresina finale? Grazie mille del tuo sostegno!

  
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