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Autore: Isy_264    14/01/2010    3 recensioni
Vincitrice del Contest indetto da |Nefer| - II Concorso incantesimi magia e misteri - La magia del Natale
Quando un’anima nasce ha due scelte, o diventare un Angelo o portare una nuova vita sulla terra.
Alec decide così di rinunciare a quest’ultima opportunità per fare l’Angelo Custode, sicuro, in tutto il suo cinismo, che gli esseri umani siano solo preda dell’insicurezza e delle emozioni. Ma l'incontro con Nadia, la sua protetta, e lo "scontro" con le emozioni umane, gli faranno cambiare improvvisamente idea e lo porteranno a...
Genere: Romantico, Commedia, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima Classificata al Contest indetto da |Nefer| - II Concorso incantesimi magia e misteri - La magia del Natale
( http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8867932 )

Nota dell’Autrice: Ovviamente questa è un’opera di fantasia, qualunque concetto o idea è inventato ai fini della ff e non vuole offendere nessuno, è solo una storia di Natale e d’Amore, niente di più!


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Quando un’anima nasce ha due scelte, o diventare un Angelo o portare una nuova vita sulla terra…


~Il bacio di un Angelo
(A Christmas Tale)


“Non sei emozionato?”
Alec alzò lo sguardo verso Daniel, l’Angelo a lui vicino, e lo fissò negli occhi, “Emozionatissimo” mormorò apatico e si fermò a guardarlo mentre l’altro gli sorrideva con entusiasmo malgrado la risposta priva di intonazione. Nonostante fosse un’anima nuova, appena nata, nella sua incorporeità mostrava già l’aspetto di quello che sarebbe diventato se avesse scelto di nascere come un umano: un bel ragazzo alto e con i capelli castani. Avrebbe avuto uno sguardo serio, leggermente annoiato ma pieno di intelligenza e ironia e gli occhi di un bellissimo colore azzurro. Stiracchiandosi abbassò lo guardo verso la Terra e osservò in silenzio quei puntini, quelle persone affaccendate negli ultimi preparativi del Natale. Sembravano così felici, tutti pronti a fare del bene, a farsi regali, ad aiutarsi a vicenda, ma per quanto quelle fossero cose importanti, belle, lui non riusciva a capire tutta quella felicità solo ed esclusivamente in quel periodo dell’anno. E non era molto che li “conosceva” ma da quando era “nato” non poteva far altro che pensarci!
Come continuava a pensare a come un’anima potesse scegliere di diventare un umano prima di un Angelo, la sicurezza che provava lo rassicurava a tal punto da preferire questo alle passioni, alla confusione, alla paura della morte e all’odio estremo o pericolo e ipocrisia che avrebbe potuto provare, la felicità era bella, ne era sicuro, ma non era così certo che potesse scusare anche il resto!
Come l’Angelo con cui stava parlando - pensò dando un’occhiata all’anziano signore che aveva accanto - avesse preferito essere un umano ben prima di diventare un Custode, non poteva immaginarselo!
“Non vuoi sapere se è maschio o femmina?” la voce esuberante del suo “collega” lo riscosse dai suoi pensieri, costringendolo ad alzare le spalle indifferente.
“E' il periodo dell'anno più bello, pieno di luci, gioia e leggende, tu stai per ricevere il più bel dono che un Custode possa avere e rimani comunque così tranquillo! Non so come tu faccia!” rise l’altro allegro “Beh d’accordo, non te lo dico, ti dico solo che anche l’anima che stai per proteggere è un’anima nuova come te, chissà come ti comporterai tu da umano!” aggiunse felice.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e fece per rispondergli quando, d’un tratto, sentì un improvviso formicolio in tutto il corpo, una sensazione strana e impossibile da definire, e si irrigidì appena.
“Oh, ci siamo eh?” il tono soddisfatto di Daniel gli arrivò alle orecchie in modo confuso “Bene, bene! E' la mezzanotte e sette, nascerà proprio il 24 dicembre...sarà un bel regalo di Natale per i suoi genitori, non trovi?!”
Alec aprì la bocca confuso quando sentì la sensazione aumentare in mezzo al petto in modo quasi doloroso, mentre qualcosa di forte lo trascinava in una specie di risucchio a conoscere l'essere umano con cui avrebbe trascorso la vita intera.
Strinse le palpebre nella discesa in un gesto istintivo quando, improvvisamente, tutto finì velocemente come era cominciato e, aprendo gli occhi, si trovò catapultato in una stanza, verso un letto e delle copertine rosa. Si guardò attorno incuriosito, osservando per la prima volta quello che conosceva solo dall'alto, e notò i festoni allegri che addobbavano tutta la camera, porta e finestre comprese e i palloncini rossi, i pupazzini natalizi, le immagini disegnate con la neve finta nei vetri, e i fiori sparsi ovunque che davano un'aria allegra all'ambiente. Alec storse il naso scettico e, distogliendo lo sguardo, osservò le persone attorno a lui. Molti ridevano, altri guardavano la neve scendere dalle finestre e altri ancora si guardavano attorno con aria distratta e un po’ annoiata, mentre una donna, distesa nel letto, non riusciva a distogliere lo sguardo da un gomitolo di coperte posto dentro una piccola teca trasparente. L’Angelo si avvicinò appena al lettino notando un piccolo ramoscello di Vischio, portato da chissà chi per chissà quale motivo, situato vicino a un foglietto, poi la vide.
Era una bimba, i capelli estremamente neri e gli occhioni chiusi, completamente avvolta nel calduccio che quelle coperte dovevano creare, e lui ne era rimasto semplicemente incantato.
La guardava serio mentre la prima emozione che avesse mai provato si impadroniva di lui. Sapeva che per permettergli di ragionare più razionalmente nelle situazioni di pericolo, non avrebbe mai provato le stesse emozioni degli umani, sarebbe stato sempre più pacato rispetto a loro, avrebbe più che altro avvertito che veramente provato qualcosa, ma in quel momento quell’incanto, quella sorpresa, non poterono far altro che fargli domandare con quale intensità vivessero gli uomini. Osservando quel bozzolino di coperte, quel faccino rugoso e quelle manine chiuse, mentre il primo sorriso che avesse mai stirato le sue labbra si impadroniva di lui arricciandogli appena il naso, non poté far altro che pensare che niente sarebbe stato facile come credeva...

19 anni dopo - 24 Dicembre

“Marty, Marty, non ci credo, tra poco esco con lui! E proprio oggi!”
“Te l'avevo detto! Oh Nadi, credi che ti farà un regalo? Sarebbe così romantico!!!”
Alec alzò lo sguardo al cielo...non si sarebbe mai, e dico MAI abituato a quei discorsi! Ma cosa ci trovava di bello la sua Protetta? Cosa di interessante?
Era il suo primo appuntamento, un primo appuntamento particolare visto che si svolgeva proprio il 24 Dicembre, giorno del suo compleanno nonché Vigilia di Natale, e per quanto Nadia potesse essere una ragazza semplice, solare, si rendeva perfettamente conto che essere il suo Custode era la cosa più stressante che potesse immaginare!
E quel Marco, il tipo che le aveva chiesto di uscire, alto due metri e con quegli occhi azzurri che le piacevano talmente tanto da sembrar nascondere i brufoli dell'acne tardiva, mmm, non lo convinceva per niente! Sperava non tentasse almeno di rovinarle la festa in cui lei credeva, visto soprattutto quanto questo raramente accadeva!
Cercò di scacciare quella strana sensazione di desiderio e impotenza che non sapeva definire e sospirò quando la vide riattaccare il telefono per tornare in camera sua a cambiarsi. La osservò mentre aggiustava una pallina blu dell’Albero di Natale che illuminava l’intera sala, e ascoltò la canzoncina natalizia che canticchiava stonata.
Infine, spostò impercettibilmente un filo a terra su cui sarebbe sicuramente caduta e annuì fra sé, era così imbranata che quella di quel pomeriggio sarebbe stata una giornata davvero piena, accidenti a quel Marco…

“Nadia!”
Alcune ore dopo quella telefonata, Alec si era trascinato controvoglia dietro la sua protetta, sbuffando annoiato.
L'aveva vista impazzire per negozi incerta su che regalo comprargli, l'aveva vista scegliere pupazzi su pupazzi, scartare abiti, sfogliare libri e alla fine non comprare nulla, insicura su tutto ma felice per l'inatteso regalo di Natale che stava per ricevere. E lui non poteva che esserne scettico.
Se infatti quell'inatteso regalo - pensava - l'avesse fatta soffrire dopo ore di prove vestiti, magliette che sicuramente avevano vita propria, tappeti su cui era impossibile non inciampare e ovviamente l’orologio che camminava troppo velocemente, non sapeva cosa avrebbe fatto!!! E dire che anche sua madre sembrava felice per lei, lui che l’aveva sempre reputata una donna intelligente!
Come poteva non vedere il pericolo? E non che lui fosse geloso, poteva sembrarlo, lo ammetteva, ma il suo era solo un senso di protezione verso di lei, non voleva certo vederla piangere a Natale!
E ora erano lì, in ritardo, davanti a un negozietto pieno di piccoli angioletti e renne dallo sguardo sorridente, ad aspettare il presunto fidanzato che li aveva appena chiamati:
“Ehy, Nadi!”
Quella voce lo riscosse dai suoi pensieri e si voltarono insieme verso il ragazzo, mentre la strana sensazione che aveva da poco provato, si ripresentava ancora e non si decideva a lasciarlo.
“Ciao Marco.”
Alec sorpreso spostò lo sguardo verso la sua protetta, assumendo poi un’espressione ironica alla vocina imbarazzata e alla faccina color peperone che vedeva.
“Sei molto bella oggi…” lo sentì esclamare.
Come se non lo fosse ogni giorno – pensò lui guardandola arrossire e incantandosi a fissare quel leggero rossore che abbelliva il suo viso.
“Guarda, sono per te!” continuò il ragazzo porgendole un sacchetto di plastica.
Alec fissò la bustina diffidente e sbuffò, beh, almeno le aveva fatto un regalo… Certo, dubitava ci avesse messo più di un minuto a sceglierlo, come dubitava che le avrebbe comprato qualcosa se non fosse stato Natale! Figuriamoci poi se sapeva che era anche il suo compleanno...
“Quello verde è per il tuo compleanno, quello rosso per Natale!”
Appunto…
Sospirò quando la vide scartare il primo pacchetto e si passò una mano tra i capelli: era impossibile spiegare a quanto superficiale trovasse quella tradizione, quell’inutile ipocrisia che lo rendeva tanto seccato!
I regali - pensava - si devono fare mettendoci il cuore, non certo perché si è obbligati da un giorno di festa!
Ma sorrise comunque all’aria felice della sua Protetta e quando tutto finì senza spargimenti di sangue, iniziò nervosamente a seguirli, pronto a tutto per difenderla da quel damerino!

Per quanto l'appuntamento fosse ormai - finalmente - a fine, per quanto fosse durato solo due ore, ad Alec erano sembrate almeno cento.
E per quanto Nadia si fosse sforzata di apparire normale anche un cieco si sarebbe accorto di quanto era sovrappensiero, così completamente distratta...
All'ennesimo sbuffo entrambi i ragazzi si chiesero, uno in modo silenzioso, l'altro a parole, cosa fosse successo:
“No, nulla, è che mi sento strana...una sciocchezza ma non riesco a smettere di pensarci.” Arrossì.
“Mmm, e strana come?”
“Non so, mi sento...nervosa, però è un nervosismo particolare, come se fosse un sentimento estraneo a me, come se non lo provassi io ma qualcuno che non vuole che…” sospirò “non so che dirti Marco, mi sento arrabbiata, ecco! E gelosa e stanca e…e poi...poi...oh!” si fermò di colpo, ancora più rossa.
“E poi?”
“E poi basta! Oh, guarda!” aggiunse velocemente indicando l’Albero davanti a lei, forse più per cambiare discorso che per altro. “Che bello!” disse più convinta.
Il grande Albero di Natale che il paese ogni anno agghindava per le feste, illuminava la piazza e rallegrava i negozietti sparsi per il Viale.
Per quanto di giorno potesse sembrare il solito abete abbellito per le feste, di notte le luci si accedevano tanto che gli addobbi sembravano brillare di luce propria, rendendo l'atmosfera davvero romantica:
“Mmm...manca solo la neve...” mormorò la sua Protetta con un sorriso, “peccato che per questo Natale ancora non sia caduta, lo rende così magico!” aggiunse dolcemente, ancora un po’ incerta.
“A me non piace la neve, è scivolosa.”
“Ecco…”
Alec non poté fare a meno che alzare gli occhi al cielo a quel tono quasi brusco e passarsi una mano sul viso in un gesto rassegnato, in realtà ancora confuso per le parole della ragazza.
Non riusciva a non pensarci, quelle emozioni, tutto quello che aveva detto, era possibile che lei lo avesse percepito? Come era potuto succedere? Perché?
Aveva descritto perfettamente i suoi sentimenti in quel momento (a parte la gelosia, quella era un’assurdità!), non riusciva a capire perché mai avesse dovuto sentirsi imbarazzata alla fine, ma quello che aveva sentito bastava da solo a stravolgerlo senza che lei aggiungesse altro.
Gli umani non potevano sentire gli Angeli Custodi così come un Custode non poteva vedere un altro Custode, e allora come mai l'aveva percepito? Come aveva potuto provare quelle emozioni, per quanto blande, in modo così chiaro? Non era mai successo prima…
Si voltò verso di lei per osservarla quando vide Marco avvicinarlesi lentamente. Oddio non poteva volerla...
“Ma è vero” lo sentì dire “questo albero è davvero bello Nadia, rende il momento romantico, non trovi?”
Ma che pena!!! – pensò disgustato.
Ma per quanto il suo cinismo lottasse per arrivare non poté non voltarsi un attimo prima che le sue labbra sfiorassero quelle della Protetta, mentre un’improvvisa sensazione di fastidio, quasi di nausea mista a una particolare stanchezza, si impossessava di lui. Perché era così infastidito? Perché aveva, per una volta, così voglia di sentire, amplificato a mille come solo gli umani sapevano provare, quei sentimenti che lui riusciva solo a percepire? Perché era così certo che quello di Marco sarebbe stato il regalo migliore che lei avrebbe potuto ricevere per Natale?
“No, scusa ma non ci ries...non...no!”
La voce della ragazza gli arrivò alle orecchie sorprendendolo e si voltò subito verso di lei, appena in tempo per vederla correre via, appena in tempo per spaventarsi per l’inattesa reazione.
Era sempre riuscita a prevederla, a prevedere ogni suo gesto, questa sua impulsività lo terrorizzava; perché era scappata da quel bacio? Dove stava andando? Cosa l’aveva spaventata? Cosa innervosita o preoccupata?
La vide soltanto fuggire via, impotente, e attraversare il Viale di corsa e per la banalità dei casi, lo stridio di una frenata risuonò nella strada.
“Nadia!” gridò inconsapevole di quanto inutile fosse, “Oddio Nadi…”
Oddio no, lei no…
Corse verso di lei senza nemmeno ricordarsi di potersi materializzare, e la vide.
La faccia rivolta verso l’asfalto, un rivolo di sangue che le usciva dalle labbra mentre, senza sensi, teneva gli occhi aperti completamente senza vita.
“Nadi…!” mormorò con voce tremante cercando di prenderle il polso per sentire il battito, ma riuscendo solo a passare attraverso la sua mano. “Non mi lasciare, mi senti? Nadia, non farlo! Hai tante cose da sentire, tanti posti da vedere! Dio ti prego, domani è Natale! Salvala!

Le persone intanto si accalcano intorno a loro, lo sovrastano senza vederlo, senza sentire quell’ultima preghiera, c’è chi grida, chi urla di chiamare un’ambulanza, chi è solo curioso, chi non capisce cosa è successo, un mondo intero che all’improvviso in solo secondo da frenetico si ferma, i suoni lontani di una sirena, quello insistente di un cellulare, chiacchiere inutili di semplici burattini che muovono la bocca.
E lei, solo lei che riempie tutto il suo sguardo. Inutilmente.

Il giorno dopo - Natale

Bip – bip – bip…

Il rumore irritante dell’elettrocardiogramma gli faceva compagnia mentre il respiro affrettato della donna che gli stava accanto e lo sguardo perso dell’uomo, riempivano la scena di quella cameretta bianca.
La sua Nadia stava riposando nel letto asettico e candido di una stanza dell’ospedale del paese che, decorata solo da un sottile filo colorato alla finestra, era terribilmente diversa da quella allegra e piena di suoni che Alec ricordava.
Era ormai un giorno che era lì, in quello che i medici avevano diagnosticato come un coma indotto dal trauma cranico. Sapeva che la ragazza aveva battuto la testa molto forte, che una gamba si era rotta nell’urto, mentre due costole si erano solo incrinate, ma ancora nessuno sapeva se si sarebbe mai risvegliata.
Sensi di colpa, paura, disperazione, angoscia, speranza, ansia, desiderio, confusione, erano solo alcune delle emozioni che regnavano in lui, come poteva una sua mancanza, una sua distrazione portare a quello, proprio il 25 Dicembre! E quel Marco che se ne era andato via di corsa dopo aver chiamato l’ambulanza, così spaventato…
“Eh già, eh già...”
“Daniel!”
Alec si voltò velocemente verso il suo amico ed esclamò:
“Daniel, ti prego, devi fare qualcosa, ti prego...”
L'Angelo gli sorrise appena, “Mai innamorarsi dei propri protetti, ragazzo...ma come dire di no all'amore? Io mi sono sposato tre volte quando ero in vita!”
“Am...no, Daniel, è stata una mia distrazione, io ero voltato e la macchina…oh Daniel non deve morire per un mio sbaglio, Daniel, è Natale...”
“Natale? E quindi? E’ un giorno come un altro per gli umani, no? Non hai sempre detto che non hanno mai capito il vero significato del Natale? Non dicevi che era solo un giorno in cui la gente fa quello che in realtà dovrebbe fare sempre? Una festa piena di consumismo? E allora, se è tutta finzione, cosa vuoi che importi che giorno è? Perché mi chiedi di salvarla a causa del Natale?”
“Ma no, io…ma lei non è…non lo merita, Daniel, lei è…e anche loro…” il ragazzo sospirò e chiuse gli occhi cercando di ragionare “Come lo sai?”
“Oh, so molte più cose di quello che credi, ragazzo!” gli sorrise allegramente “Ma mi spiace, non c'è niente da fare Alec, sono venuto a prenderla, è la sua ora.”
“No, Daniel, senti i suoi genitori, senti come soffrono, loro sono sempre stati così buoni, loro…il Natale deve essere un giorno felice, Daniel è terribile vederli così!” esclamò mentre milioni di ricordi di diciannove Natali felici, il primo tra tutti, gli si affacciavano nella mente, uniti a tanti altri giorni pieni di emozioni, pianti, parole e risate condivise, e tanti altri momenti che esprimevano quella bontà che lui aveva sempre chiamato ipocrisia, dal volto sinceramente dispiaciuto dell’infermiera che era entrata poco prima, alle telefonate ricevute dai parenti che volevano sapere come stava la ragazza, dal caffè che una dottoressa aveva portato ai due genitori, alla coperta che il padre di Nadia era andato a prendere per la moglie.
Vide l'amico sorridere e annuire, “Già quanti giorni…quanti momenti, e non solo Natali!” sospirò “Hai finalmente capito perché molti preferiscono diventare prima umani? Le emozioni, le sensazioni sono così forti, e la gioia è così bella da ripagare ogni lacrima! E allo stesso tempo non puoi capirle finché non le provi e chi non le ha mai provate non può che sottovalutarle. In realtà è un mistero, pensaci, esseri deboli come gli uomini che riescono a sopravvivere a emozioni così potenti senza venirne piegati, chissà come fanno? E poi siamo noi gli angeli!” rise ironico, “Alec, il Natale è un giorno felice, vero, ma è anche un’espressione di tutta questa forza, è il momento in cui i sentimenti migliori diventano più potenti e intensi e la prova maggiore per chi riesce a sfruttare appieno questo momento. Non è solo consumismo, tutti sembrano più buoni ma in realtà tirano solo fuori quello che già possiedono, non il contrario! Solo che magari durante l’anno lo esprimono in modo meno evidente, una telefonata fatta per condividere qualcosa con un’amica, un regalo comprato dopo un pensiero, una frase detta per far piacere a qualcuno…ma non te n’eri mai accorto, testone? Persino tu, ora, hai tirato fuori il meglio di te!” sorrise divertito per poi farsi nuovamente serio “Io la salverei Alec, solo per te, ma la sua vita ormai è finita...che vita potrei donarle?”
Alec lo guardò confuso, poi capì e la speranza lo sorprese con la sua forza:
“La mia! Rinuncio alla mia vita umana, rimarrò sempre un Angelo ma falla vivere! E’ un mio regalo per lei, un regalo di Natale, nessuno può rifiutare un regalo! E’ l’unico che potrò mai farle…” aggiunse con tono più basso.
“Rinunceresti a tutto? Continueresti ad essere un Custode lontano da lei? Perché ti toglieranno l'incarico, ti sostituiranno e non la vedrai più...”
“…” Aprì la bocca senza dire niente e distolse lo sguardo senza rispondere, fissandolo fuori dalla finestra, incerto, per rimanerne subito dopo incantato.
La neve. Stava nevicando…
“..ah, eccola, finalmente...” a lei piaceva così tanto la neve...
Guardò ancora l'amico mentre il paesaggio circostante si riempiva di bianco, l'aria si raffreddava e l'eleganza che solo quell'atmosfera ghiacciata poteva avere riempiva di significato il suo ultimo dono per lei.

…il Natale è un giorno felice, la prova maggiore per chi riesce a sfruttare appieno questo momento…

“Se hai deciso devi venire via con me Alec.”
Lui lo guardò sospettoso ma Daniel sorrise, “Fidati, starà bene.”
Così annuì e si voltò per osservarla un'ultima volta, se la impresse nella mente e infine sospirò, “Addio.”

Gli avevano detto che se fosse nato si sarebbe chiamato Alexander, un americano figlio di un ricco imprenditore con l'amore per il viaggio.
Gli avevano detto che se fosse nato avrebbe girato il mondo intero, la Francia, la Russia, l’Inghilterra, l’Australia!
Gli avevano detto che se fosse nato avrebbe visto l'Oriente e le Indie dove si sarebbe fermato.
Ma non sarebbe mai andato in Italia.
Aveva rinunciato a quella vita e a qualunque altra vita successiva per lei.
E non poteva pentirsi.
A questo pensava mentre aspettava il verdetto sul suo destino e su quello della sua Protetta, a quanto era stato fortunato a conoscerla, in fondo se non avesse deciso di essere subito un Angelo non l'avrebbe mai incontrata, non le avrebbe mai fatto quel “regalo di Natale”, e se l’amasse o meno non lo sapeva, come poteva dirlo se non aveva mai conosciuto l’amore umano?
“Testone!”
Una voce divertita lo riscosse e fece alzare lo sguardo per guardare l'amico dirigersi verso di lui.
“Meglio così Alec! Imparerai presto comunque!” gli sorrise “Sei pronto? Andrà tutto bene, abbiamo trovato un buon...accordo per te!”
Corrugò appena la fronte poi annuì, deglutendo, e chiuse gli occhi.
“Buon Natale allora” lo sentì dire, per poi aggiungere “...Alessandro.”
“Co...?” aprì gli occhi stupito ma una luce improvvisa lo abbagliò accecandolo, e un sorriso felice fu l'ultima cosa che vide prima che tutto diventasse nero.

“Ragazzo? Ragazzo! Ma guarda se si deve dormire in un ospedale!”
Alec aprì gli occhi con aria addormentata, battendo più volte le ciglia per focalizzare la persona davanti a sé, l’anziana signora che lo stava fissando stranita, “Come?”
“Ti eri addormentato! Sei qui da mol...ragazzo!” si interruppe la donna vedendolo correre via “Mmm…I giovani d’oggi!” la sentì borbottare nervosa, ma invece di prestarle attenzione entrò nella cameretta bianca in fondo al corridoio, un grido sulle labbra, completamente senza fiato come chi non è abituato a correre:
“Nadia!” urlò facendo sobbalzare i due genitori che vegliavano la figlia.
Li fissò negli occhi e in quell’istante fu certo che anche loro lo stessero osservando.
Oddio…- pensò - Stava per parlare con qualcuno, per la prima volta avrebbe parlato con qualcuno! E quel qualcuno erano loro! Lo vedevano davvero? Come era…?
Cerco di ricollegare il cervello e riprendersi dalla sorpresa e dal disagio, da quel senso di inettitudine e insicurezza che lo aveva preso, per dire qualcosa:
“S-si è svegliata?” chiese incerto.
“No...”
Si bloccò di colpo, no? Come poteva essere? Perché lui era in vita e lei non era sveglia? Perché avevano deciso così? Cos’era successo? Cosa stava succedendo? Non potevano aver capito male, non potevano aver deciso di rinunciare…
Chiuse gli occhi e sospirò per calmarsi, era assurdo che il primo sentimento che dovesse provare fosse proprio la paura, una paura irrazionale che lo investì in pieno sorprendendo il suo corpo, lasciandolo senza fiato.
“Sei un suo amico?”
La voce fragile della madre lo riscosse di colpo, evitandogli di entrare nel panico.
“Io...sì, mi chiamo A-Alessandro...” disse incerto con un accenno di interrogazione nella frase.
La vide annuire e sospirare:
“I medici non sanno...” ma la voce le si ruppe e il marito, con una carezza gentile, continuò per lei.
“…non sanno se si sveglierà, ma entra pure, sei stato gentile a venire.” gli sorrise appena “Come hai fatto a sapere…”
“Scusate ma dobbiamo fare dei controlli, vi prego di uscire.”
Alec sobbalzò alla voce che li aveva interrotti ed esclamò impulsivamente, gli occhi fissi sul corpo di lei: “Ma sono appena arrivato!”
Oddio, era impossibile spiegare cosa provava in quel momento…la gentilezza dell’uomo, la paura per Nadia, il fastidio verso il dottore che voleva allontanarlo da lei, quel sentimento così forte che non riusciva a definire…
“Ti do solo un minuto ragazzo, scusate ma devo pregarvi di uscire.” ripeté l’uomo ai genitori.
Sentì così delle voci confuse ma non vi fece particolarmente caso, anzi, si avvicinò al lettino finché, certo di essere solo, non iniziò a parlare:
“Nadi…io…mi dispiace, avevo tentato di fare qualcosa, mi avevano detto che avrebbe funzionato ma non so cosa sia successo, sarebbe stato un bel regalo sai e credo che saresti stata felice con…pensavo che foste tutti degli ipocriti, che il Natale…ma sbagliavo…” sospirò, era questo quel che si diceva essere un nodo alla gola? “Oh, Nadia, scusami…”
La guardò tormentato, sinceramente preoccupato, cosa era successo non riusciva a capirlo ma ormai saperlo serviva a poco, e lui non poteva far altro che sentirsi così in colpa…
Le accarezzò una guancia con la punta dell'indice e sorrise nel sentire finalmente quella morbidezza che aveva solo potuto immaginare, quindi si abbassò, calamitato da una forza a lui estranea, una forza dolce ma potente allo stesso tempo, e le sfiorò le labbra, appena, senza rendersi conto di averlo desiderato da sempre.
Il bacio di un Angelo.
Era questo che si provava a toccare qualcuno, a sentire il calore della sua pelle sotto la sua?
Attratto da quella forza incredibile le si avvicinò ancora e sorrise tristemente, in quel suo modo buffo, al sentire il suo respiro caldo sfiorarlo appena:
“Buon Natale piccola...”
“Ragazzo? E' tempo di uscire...” sobbalzò spaventato e si allontanò di colpo da lei voltando lo sguardo verso il dottore, ma la risposta gli si fermò sulle labbra.
“Daniel? Daniel!” esclamò sorpreso, trovandosi davanti il volto allegro del collega “Come è possibile? Cosa è successo? Perché non è sveglia? Sono un umano?”
L’Angelo gli sorrise:
“Alec, sei un cretino! E per fortuna lo sei!!!” rise “le hai fatto un grande dono ma i regali si ricambiano a Natale, no?!”
“Ma di cosa stai…”
“Oh! Lo scoprirai presto e non credo sprecherai il tuo dono! Ah e sì, sei un umano, il resto lo scoprirai presto!” ridacchiò. Poi improvvisamente si bloccò e voltandosi alzò lo sguardo verso il cielo, ancora pieno della neve che scendeva “Oh, ecco! Ci siamo! Ma che puntualità!!! Beh, Buon Natale, ragazzo!”
E lui aprì la bocca per parlare ma nuovamente qualcosa lo fermò, un rumore acuto, forte, lo sorprese e voltandosi vide la sua Nadia muoversi appena.
Notò appena i medici e i genitori della ragazza rientrare e avvicinarsi a lei, come notò appena l’Angelo lì presente uscire leggero dalla stanza.
“Alessandro…Alessandro vieni!” si sentì chiamare da una voce commossa e guardò perplesso la donna davanti a lui che gli sorrideva.
“Ci hai portato fortuna!” esclamò felice l’uomo al suo fianco “Ma vieni, Nadia, cara, guarda chi è venuto a farti visita! Lo riconosci?”
Li osservò confuso, ancora incerto e, senza capire, spostò lo sguardo verso la ragazza…
Si era mossa davvero? Era lei che stava battendo le ciglia, era lei che sembrava cosciente? ..oddio…
Un qualcosa di forte gli fece tremare le gambe ma prima che potesse sommergerlo completamente una strana incertezza lo colpì…Ops!
“Vieni Alessandro, vieni a vedere che bel regalo di Natale ci ha fatto la nostra Nadia!!!”
Lui sorrise impacciato a quella voce entusiasta, arricciando il naso come sempre faceva, mentre, imbarazzato, arrossendo un po’, si avvicinava obbediente, per sfiorare con la mano le dita fredde della sua Protetta, ancora confuso riguardo cosa era successo.
Come avrebbe potuto riconoscerlo se non l’aveva mai visto veramente? – si chiese preoccupato – e lui che si era anche finto un suo amico! Lo avrebbero come minimo allontanato, per non dire…
Lo sguardo gli si posò di sua spontanea volontà sulle labbra che aveva da poco sfiorato facendogli mordicchiare le sua, oh, non doveva pensare a quello, non doveva assolutamente, si ordinò, non era da lui lasciarsi andare a quei pensieri! Ed era talmente concentrato che quasi non sentì il battito della ragazza farsi più veloce come non sentì la stretta alla mano. Quando però la vide aprire leggermente la bocca, la fissò serio in viso trovando una muta domanda nei suoi occhi scuri, finché, colta da chissà quale pensiero, lei gli sorrise appena, in modo solo accennato ma inequivocabile.
E mentre il suo cuore si fermava nuovamente e i genitori ridevano felici esclamando che l’aveva riconosciuto, un Angelo un po’ più anziano camminava nel corridoio adiacente, vestito con un lungo camice bianco candido.
Voltava l’angolo con lo stesso bel sorriso che sempre l’aveva caratterizzato e sospirava stiracchiandosi leggermente, fino a svanire pian piano in un fascio di luce nel corridoio deserto.
Perfetto epilogo per un Natale così magico.


Fine


Piccole curiosità: I nomi sono significativi, Alessandro significa “protettore, difensore”, Nadia è la “speranza” mentre Daniel (Daniele) è il “giudizio di Dio”!
Inoltre il Vischio nel linguaggio dei fiori è un noto Portafortuna, fa parte dei tanti piccoli dettagli sparsi qua e là di cui Daniel parla alla fine. I regali nella concezione iniziale di Alec, infatti, sono solo materiali, per gli altri e nel finale anche per lui, assumono un ruolo più simbolico e sentimentale!


Valutazione:

Originalità (1-10) 8. Non spicca proprio di originalità, però è una storia particolare con risvolti interessanti.
Grammatica (1-10) 9,5. Ottima grammatica, complimenti!
Stile (1-10) 9,5. Stile perfetto, scorrevole che rende la storia facile da leggere e piacevole.
Attinenza al tema (1-10) 7,75. Gli elementi obbligatori ci sono tutti e tre, ottima l’importanza data alla neve, anche se si potevano approfondire un po’ di più gli altri due.
Caratterizzazione dei personaggi (1-10) 8. Qualche descrizione in più su Nadia, magari avrebbe potuto darle più spessore psicologico. Ben definito è invece Alec!
Giudizio personale (1-5) 4,5. La storia è molto bella e dolce. Anche se non è originalissima è comunque interessante. È scritta molto bene e ciò la rende ancora più apprezzabile. Mi piace anche il fatto che tu abbia scelto i nomi in base ai loro significati. Ciò lascia pensare che la storia non sia stata scritta su due piedi, ma pensata in ogni dettaglio!
42,75+4,5
TOTALE 47,25


Bannerino!^^


Grazie mille a Nefer e a chiunque commenterà e leggerà questa ff!!!
Anche se il Natale è passato, non sono proprio fuori tempo massimo, dai!^^" Un bacione!


*Cambio sezione per il semplice motivo che credo sia quella più giusta (se sbaglio scusate, ditemi voi!)*

Isy_264 (faFan)

   
 
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