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Autore: Neko    17/01/2010    4 recensioni
I nostri eroi hanno nuovamente a che fare con uno sbalzo temporale. Cosa succederà questa volta? è Sakura ha ragione ad affermare che è sempre colpa di Naruto?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Eccomi tornata con una nuova storia che di sicuro concluderò. Come faccio a esserne tanto sicura? Bhe l’ho già scritta.

Sarà composta solo da 4 capitoli e non aspettatevi chissà quali intrecci all’interno della storia. Mi sono voluta tenere sul semplice. spero che comunque che sia di vostro gradimento.

Ps: verso l’inizio ci sarà un piccolo accenno alle fanfic “Ad ognuno il suo Naruto” e “l’importanza di un piccolo gesto!”

Buona lettura =^.^=

 

CAPITOLO 1: Una nuova avventura

 

Era successo di nuovo, senza una spiegazione, tre dei ninja più famosi di Konoha si ritrovarono a…bhe a Konoha.

“Eh no! Non ditemi che c’è stato nuovamente uno sbalzo temporale! Non ne posso più!” disse Sakura incrociando le braccia e sbuffando.

La ragazza, come anche i suoi compagni Naruto e Kakashi, si era ritrovata circondata da numerosi ambu che sembravano non riconoscerli.

“Purtroppo temo che le tue paure siano fondate Sakura, guardate il monte degli Hokage!” disse Kakashi indicando le famose montagne, simbolo del villaggio della foglia.

“Uno, due… sette? I volti di pietra sono aumentati!” disse Naruto stupito, strofinandosi gli occhi per accertarsi che ciò che i suoi occhi vedevano, non fosse un’allucinazione.

“Sembra che siamo capitati nel futuro!” disse Kakashi sospirando.

Si domandava il perché fosse sempre lui a finire in quelle situazioni assurde, sempre con le stesse persone per giunta. Cominciava a pensare che uno dei suoi allievi in realtà fosse una sorta di porta del tempo e a quanto pare non era l’unico a vederla in questo modo, perché un secondo dopo sentii un lamento di dolore provenire dal ninja più imprevedibile di Konoha.

 “Ahi, Sakura-chan, perché mi hai colpito?” chiese il ragazzo massaggiandosi il punto in cui aveva ricevuto un  sonoro pugno dalla rosa.

“Mi chiedi anche il perché? Sei sempre tu la causa di questi misteri. La prima volta il te stesso neonato è arrivato nel nostro tempo dal passato, perché nel suo mondo rischiava di essere ucciso. La seconda volta sono finita io nel passato al momento della tua nascita, così chè potessi conoscere i tuoi genitori e svelare finalmente il mistero delle tue origini!” disse Sakura incrociando le braccia.

“E dai per scontato che il filo conduttore sia io?” chiese Naruto stupito.

“Non c’è due senza tre no? quindi per forza di cose, centrerai tu! Spero solo di non vedermi da vecchia!” disse Sakura diventando blu, immaginandosi piena di rughe e con i capelli bianchi.

“Non sappiamo quanto il sesto e settimo hokage siano rimasti in carica…potrebbe anche darsi che noi non esistiamo più in questo tempo, non conosco nessuno di questi ninja!” disse Kakashi tranquillo, osservando uno ad uno i ninja accanto a lui.

“Ma seguendo il ragionamento di Sakura, almeno io sono vivo e vegeto!” disse Naruto come uno che la sa lunga.

“Se vuoi rimedio io a farti fuori seduta stante!” lo minacciò la rosa caricando un nuovo pugno.

“Basta parlare!”disse un ambu mentre puntava un Kunai nella schiena del copia-ninja per farlo avanzare.

“Parlerete solo e quando vi sarà richiesto!” disse un altro ambu che indossava una maschera da gatto.

 

Era già da diversi minuti che i tre ninja provenienti dal passato, camminavano ininterrottamente sotto la stretta sorveglianza di quegli ambu e capirono subito dove sarebbero stati portati: al palazzo dell’hokage. Era sempre li che finivano i prigionieri che venivano catturati, anche se era insolito vedere dei ninja di Konoha fare le veci di prigionieri.

Arrivarono sotto l’imponente palazzo del capo villaggio pochi minuti dopo. Non c’era molta differenza tra la costruzione che si innalzava davanti ai loro occhi e il palazzo del passato. L’unica differenza era che si poteva notare come il tempo si era fatto sentire e con esso, probabilmente le numerose battaglie che Konoha aveva dovuto intraprendere.

Per quanto potessero sperarci, né Kakashi, né Naruto, né Sakura, avevano pensato che il loro villaggio, nello trascorrere del tempo, avesse goduto di pace e tranquillità.

Infatti le guerre erano sempre esistite e avrebbero continuato a disseminare terrore in quel loro mondo basato principalmente sull’odio.

Quando gli ambu varcarono l’entrata del palazzo, vennero fermati da una voce di un uomo, che si avvicinò loro.

Indossava una tuta da Jounin, come era di moda tra i ninja, i capelli castani legati in una coda alta, l’aria annoiata e il copri fronte legato al braccio sinistro.

“Cosa state combinando?” chiese il ninja, cercando di sorvolare le domande che gli affollavano la testa dopo aver notato i prigionieri.

“Questi tre ninja sono stati trovati che giravano tranquillamente nel villaggio e dato che uno di loro in particolare ha sbagliato camuffamento, abbiamo pensato che si trattassero di spie, mandate dai villaggi nemici! Li stavamo portando dall’hokage!” intervenne un ambu con una maschera da corvo.

“Sarà contento di avere un problema in più da risolvere!” disse sarcasticamente l’uomo appena giunto “Lasciateli andare, ci penso io a loro!”

“Ne siete sicuro signore? anche se due di loro sono solo ragazzini, o almeno così sembra, potrebbero causare parecchi guai!” chiese rispettosamente un ambu.

“Non preoccupatevi, sono sicuro che staranno buoni! Vero?” chiese l’uomo che ricevette tre risposte affermative dai tre ninja.

Quando gli ambu se ne andarono, Naruto si stiracchiò.

“Finalmente! Avere dei kunai puntati contro la schiena non è il massimo della comodità! Grazie per averci liberato!”

L’uomo non disse niente e si incammino facendo segno ai tre di seguirlo.

“Hai una faccia famigliare! Uhm…chi puoi essere?”  si chiese Naruto, ma in realtà anche Sakura si stava domandando la stessa cosa, mentre Kakashi era già arrivato alla soluzione dell’enigma.

“Davvero non lo riconoscete? Non è cambiato poi molto!” disse il copia-ninja, mentre veniva guardato dai suoi allievi con un punto interrogativo stampato sulla faccia.

“Che seccatura! Possibile che non riconosci nemmeno i tuoi amici? Sei la solita testa quadra!” disse l’uomo.

 “Quel modo di  parlare lo conosco…Shi-Shikamaru?” disse incredula Sakura.

L’uomo annuì “Si può sapere cosa diavolo ci fate qui? So bene che non siete spie di altri villaggi, perché non avrebbe senso trasformarsi in voi…soprattutto in te Naruto, quindi siete per forza autentici!”

“Ehi! ti sembra tanto strano che qualcuno voglia essere me?” disse incrociando le braccia e mettendo il broncio.

Si sentiva offeso.

Vediamo…infanzia difficile, braccato come un animale, Jinchuuriki della volpe a nove code…si direi che chi ha un po’ di cervello preferirebbe avere una vita normale!” affermò Shikamaru.

Naruto sospirò, non poteva dargli torto.

“E poi c’è un altro motivo per cui non avrebbe avuto senso trasformarsi in te! Tutti conoscono il tuo aspetto da ragazzino a causa di vari eventi che si susseguiranno nel vostro tempo e quindi chiunque avrebbe potuto scovarti! Kakashi è molto conosciuto e rispettato a Konoha e non essendo cambiato di molto, non vi sembra strano che abbiano preso come prigioniero anche lui? Semplicemente hanno pensato a un impostore quando l’hanno visto insieme a te!” spiegò Shikamaru con un sorriso appena accennato.

“Vedi? Alla fine è sempre colpa tua!” disse Sakura. “Shikamaru, di quanti anni in avanti siamo?”

“a giudicare dal vostro aspetto direi una quindicina!”

“Sarei curioso di vedermi sulla trentina! Sicuramente sono il ninja più forte e affascinante di tutto il paese del fuoco!” disse Naruto provando a immaginare il se stesso futuro.

Shikamaru accennò un sorriso per poi fermarsi davanti alla porta con sopra scritto “settimo hokage”.

“Bene, siamo arrivati. Pronti a scoprire chi si cela dietro a quella porta?”chiese l’uomo facendo l’enigmatico.

Tutti annuirono, tranne Sakura che volle vedere esaudita una sua curiosità.

“Aspetta! Io avrei una domanda! Il sesto volto sulla roccia, non ha praticamente viso…si tratta di Kakashi-sensei per caso?”

Kakashi sussultò. Non aveva mai pensato a una sua carriera come hokage, né avrebbe desiderato diventarlo, ma purtroppo per lui il destino gli aveva riservato proprio questo.

“Non è giusto! Dovevo essere io il sesto hokage!” si lamentò Naruto guardando storto il suo maestro che gli aveva fregato il posto.

Ma…se Kakashi-sensei è diventato sesto hokage…vuol dire che Tsunade è…” cominciò a dire Sakura senza avere il coraggio di pronunciare la parola “morta”, ma non gli passò inosservato la reazione di Shikamaru, il quale si era fatto silenzioso ed aveva abbassato la testa.

Sia Sakura che Naruto strinsero i pugni.

“Come è successo?” ebbe il coraggio di chiedere il biondo.

“Nonostante il suo aspetto, era piuttosto anziana e uno scontro per difendere il villaggio, le fu fatale. Fu allora che prese il suo posto Kakashi, il quale però si è sbarazzato del compito appena possibile!” spiegò in parole povere il Nara.

“Quindi io sono ancora in circolazione! Il settimo Hokage mi ha sostituito dato che io mi sono ritirato!” disse Kakashi per aver conferma di aver capito bene.

Shikamaru sorrise e annuì “Sono proprio curioso di vedere la tua faccia quando scoprirai cosa ti è successo.”

L’uomo mise addosso ai tre ninja un’enorme curiosità, ma non rivelò loro niente, si limitò ad aprire la porta e dicendo loro di attendere un attimo, entrò all’interno della stanza.

 

L’interno non era cambiato  molto. Era sempre una stanza abbastanza spoglia, con la differenza che le pareti erano state ridipinte per dargli un aspetto apparentemente più nuovo, Il parquet di legno era stato rifatto completamente, così che i fastidiosi cigolii di quando ci si passava sopra non ci fossero più, e appese al muro si trovavano tutte le foto degli hokage che si erano susseguiti nel tempo.

C’era anche una sostanziosa libreria con libri di vario genere e del solito disordine che era presente ai tempi di Tsunade non c’era  nemmeno l’ombra.

Al centro si trovava una scrivania piena di fogli e sulla sedia, sedeva un uomo dai capelli lunghi biondi legati in una coda, con addosso una tuta da jounin e  una mantella di colore arancione. Gli occhi erano azzurri, ma non sembravano volersi staccare dalle pratiche sulle quali l’uomo era concentrato.

Shikamaru tossì per richiamare l’attenzione, ma l’uomo alzò la mano in segno di attendere un attimo.

Pochi secondi dopo appoggiò il foglio sulla scrivania e sospirò sconsolato, lasciandosi andate stancamente sulla sedia.

“Problemi?” chiese Shikamaru.

“E quando non ce ne sono? A proposito di problemi, hai notizie dei nostri ninja ai confini col paese del fuoco?” chiese l’hokage speranzoso di avere, almeno una volta dopo tanto tempo, una buona notizia.

Shikamaru scosse la testa “Al momento non ancora!”

“Dovrebbero essersi già messi in contatto, che staranno facendo?”si domandò l’uomo.

“Saranno impegnati nella missione come giusto che sia!”disse obbiettivo Nara.

“Dovevano solo assicurarsi che fosse tutto apposto. Il fatto che non abbiano ancora dato notizie, mi fa pensare al peggio!” disse l’hokage alzandosi e andando ad affacciarsi alla finestra.

Era tutto il giorno che era rinchiuso in quella piccola stanza e sentiva l’esigenza di prendere un po’ d’aria, ma da qualche tempo, le sue esigenze passavano in secondo piano.

Konoha aveva bisogno del suo intervento… non se la stava passando molto bene.

“Non essere  così pessimista! Comunque dato che i problemi non mancano, non farai caso a un altro in più, vero?” disse Shikamaru rivelando all’uomo il perché della sua visita.

L’uomo lo guardò confuso “Di che stai parlando? Ho parecchio da fare, non so nemmeno se riuscirò a rincasare oggi, non riesco a occuparmi anche dei casini che combinano i nuovi genin, a quello pensaci tu!” gli disse girandosi a guardarlo, mentre i suoi capelli erano leggermente mossi dal vento che entrava dalla finestra.

Era inverno, ma quell’aria gelida che gli arrivava addosso, non era un fastidio. Gli sembrava quasi di rinascere dopo una lunga giornata a lavoro.

“Non centrano i genin…bhe forse uno, ma il genin in questione sei tu!” disse Shikamaru sorridendo all’espressione imbambolata dell’amico, che non capiva il significato delle parole appena pronunciate dal Nara.

Quest’ultimo fece segno ai tre ninja, che aspettavano fuori dalla porta, di entrare e quando entrarono lo stupore calò in sala.

L’hokage si stupì e subito pensò a uno scherzo.

“Nessuno scherzo! E chi ha voglia di architettare qualcosa del genere in questo periodo. E poi secondo te io partecipo a scemenze del genere?” gli fece riflettere Shikamaru.

L’hokage si portò una mano sulla fonte e scuotendo la testa cominciò a pensare di aver fatto l’errore più grande della sua vita ad accettare l’incarico di capo villaggio.

Rialzò lo sguardo e lo passò sui tre presenti, che erano sorpresi quanto lui. Solo Sakura ebbe il coraggio di pronunciare il suo nome.

N-Naruto?” disse sorpresa più che mai.

Sospirò “Si, sono io!” disse preparandosi a essere invaso da mille domande.

“Wow, sono davvero diventato Hokage?” disse felice come una pasqua Naruto che cominciò a saltellare di qua e di là, finchè Sakura non lo rimise al proprio posto con un pugno sulla testa.

L’hokage sorrise “Frena l’entusiasmo, il tuo futuro può sempre cambiare!”

“Sei stato tu a farci arrivare qui?” chiese Kakashi riprendendosi dalla sorpresa, anche se aveva sempre creduto che Naruto primo o poi avrebbe seduto a quella scrivania e avrebbe seguito le orme del padre.

“Perché avrei dovuto farvi venire fin qui?” chiese sorpreso l’uomo.”Non ne vedo il motivo!”

Bhe non è la prima volta che ci capita qualcosa del genere e fino ad ora tutto era collegato a te…hai qualche problema da risolvere?”

L’hokage la guardò e sospirò “più o meno un migliaio! Comunque dubito che siano i miei problemi la causa del vostro arrivo qui!”

“e allora quale sarebbe?” chiese Naruto.

L’uomo scosse la testa. “Lo sapremo col tempo forse, per ora mi domando dove sistemarmi finchè resterete qui!”

A konoha tutte le locande che offrivano stanze per i turisti erano chiuse. Non c’era tempo per il turismo in tempo di guerra e trovare una sistemazione per i tre non era facile.

“Al mio futuro me stesso dispiacerà se gli piombiamo in casa?” chiese Kakashi.

“La tua casa non è abbastanza grande per ospitare altre tre persone oltre a...” L’hokage si fermò e guardò Shikamaru, il quale capì cosa stesse pensando l’amico “Con tutto il tempo che resteranno qui, pensi che non lo vengano a sapere? Dobbiamo solo sperare che non combinino casini e modifichino il nostro presente, che per certe cose potrebbe anche cambiare!”

L’uomo biondo sospirò “Va bene! Kakashi ora sei sposato e hai due figli, dubito che troviate un posto dove sistemarvi a casa tua!”

Kakashi sgranò gli occhi, mentre Sakura e Naruto scoppiarono a ridere, non si immaginavano il loro maestro corteggiare una donna per poi sistemarsi a vita.

“come è possibile? io adoro la vita da single!” disse il copia-ninja con una nuvola nera in testa.

“Ce lo ripeti fino alla nausea Kakashi, ogni volta che tua moglie ti fa disperare!” disse Shikamaru alzando gli occhi al cielo.

Naruto continuò a ridere.

“Invece di ridere, guarda cosa c’è all’anulare sinistro del futuro te stesso!” disse Kakashi.

Esattamente al dito indicatogli da Kakashi, l’hokage aveva un fede.

Sakura diede una gomitata al ragazzo “Anche tu ti sei sistemato! Chissà io! Ho sempre pensato a come potesse essere mio marito o i miei eventuali  figli!”

“Tuo marito non dovrebbe avere capelli scuri e occhi neri freddi come il ghiaccio?” chiese Naruto infastidito al pensiero che la sua Sakura si fosse messa con quel tipo di persona.

“Se ti riferisci a Sasuke, mi pare di aver detto che non mi interessa più! Era solo una cotta da ragazzina. Gli voglio bene solo come amico, ti è chiaro il concetto?” disse per l’ennesima volta al biondo, il quale continuava ad avere come idea fissa, il fatto che l’Haruno fosse innamorata dell’Uchiha.

“Invece sono curiosa di sapere con chi ti sei sposato tu!” disse la ragazza.

I due ragazzi si girarono a guardare l’hokage in attesa di una risposta.

“Lo scoprirete prima o poi!” disse sorridendo imbarazzato.

“Tornando al problema della sistemazione! Casa tua e grande, perché non li ospiti tu? Così si tolgono la curiosità di scoprire chi è tua moglie!” disse Shikamaru divertito.

“Quindi non vivo più in quel buco in cui vivo ora!” disse Naruto felice e allo stesso dispiaciuto, in fondo era pur sempre il luogo dove era cresciuto.

“quel luogo è stato distrutto anni fa a causa di una bomba nemica!” ammise l’hokage “E poi non era il luogo migliore in cui costruirsi una famiglia!”

In quel momento un ninja aprì la porta di scatto “Hokage-sama, è arrivata una comunicazione da parte dei ninja che si trovano ai confini del paese del fuoco e…la situazione è grave, sembra che…” non potè finire di parlare che l’uomo lo azzittì.

“Arrivo subito, dammi qualche minuto!” disse per poi rivolgersi a Shikamaru “Dimentica i tuoi doveri per oggi e accompagna loro tre a casa mia! Di a mia moglie che rientrerò tardi!”

Shikamaru annuì e svolse il compito che l’hokage gli aveva affidato.

 

L’appartamento di Naruto si trovava nel vecchio quartiere Uchiha, il quale non esisteva più a causa della scarsità  di persone appartenenti in quel clan. Ora quelle costruzioni un tempo appartenenti ai parenti di Sasuke, erano state rimesse in sesto e vendute a abitanti del villaggio di qualsiasi clan.

Quando entrarono in quel territorio, si videro diversi bambini giocare e alcuni di loro avevano sulla maglia il marchio degli Uchiha.

“Ma quelli…” cominciò col dire Sakura.

“Sono figli di Sasuke e anche quella bambina con i capelli rossi che se ne sta in disparte a guardare i fratelli!” ammise Shikamaru.

Kakashi  e Naruto rimasero sorpresi “è tornato al villaggio?” chiese il copia-ninja.

“dov’è? Voglio parlargli!” disse il ragazzo, ma Shikamaru lo dovette informare che al momento l’Uchiha era in missione e che non sarebbe tornato per qualche giorno.

Sasuke era tornato al villaggio e aveva ripreso a servirlo al meglio delle sue possibilità. Le sue malefatte erano state perdonate e ora era a capo della squadra ambu. Aveva compiti gravosi sulle spalle e inoltre, l’hokage avendo piena fiducia in lui, gli affidava missioni complicate, che poche persone avrebbero potuto portare a termine.

“Ecco qua, siamo arrivati!” disse Shikamaru davanti a una grossa villa.

 

 

  
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