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Autore: Sisya    18/01/2010    2 recensioni
- Buongiorno, principessa! Come stai? -
Un lieve sorriso che lei non si curò di nascondere.
- Stavo molto bene, fino a un attimo fa, grazie tante -
~ KibaHanabi - accenni KibaHina e NaruHina ~
(Seconda classificata al Movie Contest indetto da hotaru su Efp forum)
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kiba Inuzuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Lady and the Tramp




Aveva soltanto sette anni, ma era già una ragazzina abile e scaltra, dotata in ugual misura di una grazia innata e una testardaggine fuori dal comune.
Hanabi Hyuga era una di quelle persone che generalmente venivano definite vincenti, per il semplice fatto che quando si metteva in testa qualcosa, riusciva nei suoi intenti.
Umile e rispettosa all'occorrenza, ma sempre ben consapevole del posto che le spettava (ovvero, un gradino sopra la maggior parte degli altri), con qualità in abbondanza, e un temperamento focoso piegato dalla disciplina, Hanabi non aveva mai avuto nulla da invidiare alla sorella maggiore, nulla.
Eppure quel giorno dovette a malincuore ricredersi.
Qualcosa, scoprì, purtroppo c'era.


Ogni tanto lo aveva visto passare di sfuggita sotto casa.
La prima impressione era stata anche piuttosto neutra, in realtà. Un ragazzo più grande e in un certo senso carino, tutto qui.
Ma quel pomeriggio, quando la sorella rincasò dall'accademia, Hanabi, che era andata ad aprirle, si ritrovò davanti proprio Kiba Inuzuka, che abbassò gli occhi su di lei con un sorrisetto nervoso. Soltanto poche ore prima era stato assegnato alla squadra numero otto, insieme a Hinata e a un certo Shino. La piccola Hanabi si innamorò un pochino di lui fin da subito, quando scorgendola il suo sorriso si distese con un moto di sollievo. Era evidente dalla sua espressione che si aspettava di incontrare il padre, Hiashi Hyuga, famoso per la sua indole iperprotettiva nei confronti delle figlie.
- Ma dai, allora questa è la tua sorellina? Come si chiama? -
- Ha-Hanabi - rispose Hinata con un leggero sorriso, comparendo timidamente da dietro di lui - V-Vado a preparare del tè, a-accomodati pure. -
- Ehi, ciao principessa, - la salutò Kiba chinandosi sulle gambe - Ma come siamo carine... ah beh, d'altra parte somigli un sacco a tua sorella, non c'è da stupirsi! -
Hanabi lo fissò di rimando con gli occhi lillà spalancati, arrossendo suo malgrado e stringendosi imbronciata nel kimono. Stava tentando di fare un complimento a lei, o uno indiretto a Hinata? Il ragazzo ridacchiò imbarazzato e le spettinò i capelli sulla nuca, e la bambina allora prese coraggio e tentò a sua volta di accennare un sorriso, anche se ancora restia a dargli troppa confidenza. Kiba tuttavia era innamorato della sua timida e ingenua compagna di squadra, e sebbene la trattasse come il più dolce dei fratelli, alle volte il suo sguardo osava chiedere di più. Nel modo in cui la aiutò a versare il tè e rise nel vederla arrossire per i complimenti alla sua cucina, tra una sorsata e l'altra, Hanabi lo capì subito. Cercò di attirare l'attenzione, sforzandosi di farlo voltare di nuovo dalla sua parte, ma Kiba continuava a fissare Hinata, mente la ragazza balbettava qualcosa riguardo a Naruto, torturandosi le mani in trepidazione. Alla più piccola restò soltanto una sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco, una sorta di insolito fastidio misto a frustrazione.
Non aveva mai provato niente di simile prima, e non sapeva come comportarsi.
Oh, e così, Hinata aveva qualcosa che lei non possedeva, dopotutto.
L'adorazione nello sguardo del giovane Inuzuka era tutta sua.
E Hanabi ne fu irrazionalmente gelosa.





I giorno. Ore 9:35


Si richiuse la porta di casa alle spalle e fece per incamminarsi come era solita fare ogni mattina, ma si bloccò ad un sonoro commento, accompagnato da un lungo fischio d'approvazione.
- Toh, guarda chi si vede! Buongiorno, principessa! - la giovane, sorpresa, l
asciò scorrere gli occhi intorno a sé e infine lo notò, sul lato opposto della strada che sventolava un braccio verso di lei con un sorriso birichino. Kiba Inuzuka era venuto a casa sua insieme a Hinata qualche altra volta in tutti quegli anni, anche se non molto spesso.
In ogni caso, Hanabi aveva sempre fatto in modo di evitarlo, riuscendoci puntualmente con successo.
Ci aveva messo davvero poco a inquadrarli, tutti e tre i componenti del team otto. La timidona, il tizio solitario e lo scemo. E no, Kiba non era il tizio solitario, tanto per chiarire.
Era un gran casinista, un rompiscatole di prima categoria, e sì, uno scemo. E comunque a sette anni era una cosa fin troppo normale prendersi una sbandata per qualcuno di più grande! Almeno adesso poteva affermare con sicurezza di essere rinsavita, e ciò era molto confortante visti i precedenti.
- Hinata non c'è, - rispose perciò freddamente, non dandosi neanche troppa pena per fingersi gentile.
Lui lo era forse stato? Non le aveva semplicemente sbattuto in faccia i sentimenti per un'altra?
Beh, d'accordo, lui non poteva sapere, ma non era una scusante valida! E che come minimo le stesse alla larga, insomma!
- Lo so. Ma io dicevo a te, - replicò lui strizzando un occhio - Sei cresciuta, eh. L'ultima volta che ti ho vista eri un cosino alto tanto così. -
Hanabi non si degnò nemmeno di rispondergli, incamminandosi a passo spedito lungo il marciapiede, esageratamente indignata.
- Ehi, stai andando in accademia? Se vuoi ti accompagno! Che ne dici, ti va se ti faccio compagnia? - domandò lui con tono allegro.
- No, grazie, non mi va di farmi vedere in giro con te, sfigato, - rispose lei lapidaria, aumentando il passo e lasciandolo indietro a bocca aperta.




II giorno. Ore 9:00


Non si era anticipata di mezzora a causa sua.
Non ci aveva pensato neanche per un momento, figurarsi, aveva altro da fare, lei!
E non ne era affatto intimorita! Era soltanto... molto irritata, ecco. Incredibilmente irritata.
Aveva diciassette anni ormai, accidenti, non cinque! Poteva benissimo affrontare la situazione in modo maturo, e composto, e...
- Buongiorno, principessa! -
Credette di aver fatto un salto di almeno sei centimetri.
La sua faccia prese fuoco, rendendosi conto di esser stata colta a sgattaiolare fuori casa di soppiatto proprio dal soggetto che stava tentando di non incrociare.
- Stai cercando di evitarmi, per caso? - chiese Kiba venendole incontro, con Akamaru che scodinzolava dietro di lui - Ti ho forse fatto qualcosa per cui dovresti avercela con me? -
- E tu invece, cosa fai, mi pedini?! Si può sapere che vuoi? - ribatté lei arrabbiandosi, e dimenticando per un attimo ogni tipo di formalità o contegno.
- Mmh. Niente. Solo che... ieri passavo di qui, ti ho vista, e ho pensato... ehm, - ridacchiò, grattandosi la nuca con una mano.
Le sopracciglia di Hanabi si inarcarono, segno che tirava una brutta aria, e forse non sarebbe stato saggio insistere.
- Ti va di uscire con me, stasera? -
Appunto.
- Prego? -
- Uscire, hai presente? Mangiare qualcosa, fare due chiacchiere... -
- Hai voglia di scherzare? - replicò esterrefatta.
- Ma no, io volevo solo... dico sul serio... -
- Che cosa ci fa Shino vestito da donna in mezzo alla strada?! - esclamò lei sbarrando gli occhi e portandosi una mano alla bocca. Kiba si voltò di scatto, allibito.
Ma non c'era nulla. Nessuno Shino, e nessun vestito da donna, fortunatamente. Ma quando si girò di nuovo a chiedere spiegazioni, Hanabi era scomparsa.
Un sorrisetto snervato gli increspò le labbra, mentre si infilava le mani in tasca e faceva cenno col capo ad Akamaru di incamminarsi.
- Direi che è un no bello deciso, eh? -



III giorno. Ore 9:30


- Buongiorno, principessa. Volevo sapere se ci avevi ripensato... -
- Ma non hai nient'altro da fare, tu, a quest'ora? Non so, sotterrare un osso, o andare a spulciarti da qualche parte? -
- Oh, noto che siamo di buonumore stamattina! Ti offro la colazione? Così magari mi spieghi dove la nascondi tutta questa aggressività sotto quel visino d'angelo... -
- Ho già fatto colazione, per tua informazione. E ti sarei grata se ti allontanassi, così da non farmela rimettere. -
- Ah ah. Sei uno spasso, davvero, ma fai sei sempre così con tutti? -
- No, ma tu mi stimoli. -
- Oh. Ti stimolo? - fece lui ammiccando - Buono a sapersi. -
- Mi stimoli il riflesso del vomito. Punto, - puntualizzò lei ruotando gli occhi esasperata.




IV giorno. Ore 9:35


- Buongiorno, principessa! Come stai? -
Un lieve sorriso che lei non si curò di nascondere.
- Stavo molto bene, fino a un attimo fa, grazie tante. -
- Ma perché ce l'hai tanto con me? Che ti ho fatto? -
- Non mi piaci, va bene? È così difficile da capire? -
- Ma se nemmeno mi conosci! -
- E neanche ci tengo a farlo, pensa un po' che coincidenza! -
- Mi arrendo. -
- Come? -
- Le ho provate tutte. È evidente che... mi sono perso qualcosa. -
Hanabi sbuffò e fece per andarsene, ma poi si disse che forse era meglio finirla lì una volta per tutte.
- Sinceramente, ma tu credi davvero che io muoia dalla voglia di diventare il ripiego di mia sorella? Non puoi avere lei, e quindi la tua seconda scelta ricade su di me perché oh, ma come siamo carine? Oppure perché, toh, ma tu guarda, siamo identiche? Lascia che ti chiarisca la situazione, okay? Se tu sei ancora pateticamente cotto di Hinata e lei non vuole saperne di te, beh, sappi che non è un buon motivo per chiedermi di uscire. Cosa ti aspetti che faccia? Che mi accontenti da fare la sostituta, e poi, cos'altro? Magari potrei anche mettermi a balbettare, cosa ne dici, eh? -
Kiba la fissò battendo le palpebre, come se stesse faticando a raccapezzarsi, ma quando tentò di ribattere Hanabi lo interruppe spazientita.
- Te lo sto chiedendo per favore. Sparisci e basta. -


V giorno. Ore 9:32


Rimase ferma sulla soglia a guardarsi intorno, giusto un po' spiazzata.
- Buongiorno, Hanabi, - la salutò Hinata sorpassandola con un piccolo cenno del capo.
- B-Buongiorno, - replicò lei esitante, un vago rimescolamento allo stomaco.
Era una stupida anche solo a perder tempo a pensarci.

Buongiorno, principessa!

Ma dannazione a lui, non era la stessa cosa.




XI giorno. Ore 15:00


Kiba stava sonnecchiando per i fatti suoi su una panchina, quando se la vide spuntare davanti a braccia conserte.
- Pretendo una spiegazione. Prima mi assilli fino alla nausea e poi di punto in bianco non ti fai più vedere?! -
Lui si volse a fissarla come se fosse impazzita. Il che non era poi così lontano dalla realtà, considerò Hanabi.
- Non mi starai mica venendo a dire che ti sono mancato, vero? -
Hanabi rimase a bocca aperta, ammutolendo.
- Ti sono mancato? - insistette lui tirandosi a sedere.
La ragazza non rispose, e lo sguardo di lui luccicò vittorioso.
- E così, ti sono mancato... - concluse Kiba spudoratamente soddisfatto.
- No! - esclamò lei di colpo, avvampando - Assolutamente no! Che idiozia! -
- E allora mi spieghi perché saresti qui? Sei stata tu a dirmi di sparire, giusto? È quello che ho fatto, mi pare. -
- Sì, ma io, - esitò, prendendo fiato, cercando freneticamente nella sua testa una spiegazione plausibile, che (ne era certa!) fino a un momento prima c'era, e doveva ancora esserci. Ma Kiba la stava fissando in attesa, senza fare proprio niente per alleviarle il disagio o toglierla dagli impicci, il sorrisetto che non accennava a spegnersi nemmeno un po', anzi. Oh, sapeva essere davvero odioso quando ci si metteva. - Sono qui per...! - tentò di nuovo lei, sforzandosi di riprendere il controllo - C'è una spiegazione più che valida, ti dico che c'è! -
- Avanti, sentiamo allora, sono tutt'orecchi. -
Hanabi prese un lungo respiro, dondolandosi avanti e indietro, e infine andò a sedersi accanto a lui, circondandosi le gambe con le braccia ed evitando guardarlo.
- Avevo sette anni e mi ero presa una cotta per te. In effetti avevo anche dei gusti parecchio discutibili, a pensarci bene, - Kiba ruotò gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto - In ogni caso, sappi che ero riuscita a passarci sopra, davvero, stavo anche provando a innamorarmi di qualcun altro. Ma poi salti fuori di nuovo tu, e ti metti a perseguitarmi in questo modo ridicolo e snervante! - Hanabi si coprì il viso con entrambe le mani, gemendo - E ti odio da morire, Inuzuka, giuro che ti odio, perché io ci ho messo interi anni per cercare di dimenticarlo, ma a te sono bastati quanti?, sei giorni?, per ricordarmi che sono ancora ridicolmente innamorata di te! E ti odio, ti odio! Dio, se ti odio, non puoi nemmeno immaginare quanto! E adesso scusami, ma devo andare a buttarmi giù da qualche ponte perché il mio orgoglio Hyuga me lo impone, - e Kiba si lasciò finalmente andare ad un sorriso privo di scherno, solo intenerito all'inverosimile, fissandola arrossire nel suo broncio.





( molti giorni dopo ) Ore 7:35


- Da bravo, adesso mollalo! Andiamo, lascialo andare! Obbedisci! E se ti dessi un biscottino? Eh? Non lo vuoi un biscottino? -
Kiba aprì un occhio, tirandosi a sedere fra le lenzuola con i capelli spettinati e un sorriso un po' scemo che gli si allungava sulle labbra; ma non era del tutto colpa sua, perché svegliarsi e trovare la sua ragazza impegnata in un insolito tiro alla fune con un Akamaru persino più giocherellone del solito, lo fece sentire bene, incredibilmente bene, e sorridere era qualcosa di inevitabile.
- Hai intenzione di intervenire oppure no?! - sbottò Hanabi nella sua direzione - Che so, magari potresti cominciare con l'ordinare al tuo cane di restituirmi il mio reggiseno! -
- Mmh, - borbottò lui grattandosi il mento pensieroso - Se proprio ci tieni a saperlo, stai molto meglio senza. -
Hanabi ruotò gli occhi al cielo, sbuffando una risata.
- Guarda che non dovresti prenderla tanto alla leggera, perché stai rischiando davvero grosso, - aggiunse tornando a sedersi a gambe incrociate sul letto, accanto a lui, che le rispose con un altro mezzo sorrisetto - Quando Naruto si è presentato a casa nostra per chiedere il permesso di uscire con Hinata, mio padre gli ha quasi rotto il naso. Lo sai, vero, che significa che se per qualsiasi ragione dovesse venire a sapere che ti sto frequentando, o se ancora peggio dovesse trovarci insieme in questo stato, ti staccherebbe la testa senza pensarci due volte? -
- Mh. Sei carina a preoccuparti della mia incolumità, ma secondo me stai esagerando - bofonchiò Kiba facendo scorrere le labbra sulla spalla nuda di lei.
- No, invece. Tu non conosci mio padre. A proposito, quali sono i tuoi fiori preferiti? -
- Perché? - domandò lui sorpreso.
- Per sapere cosa dovrò portare alla tua tomba. -
- Ma la smetti? Mi stai facendo innervosire! Vieni Akamaru, non siamo graditi qui. -
- Non ho detto questo! Kiba! Aspetta, dico solo che... ma che stai facendo?! -
- Perché, non si vede? Non lo sapevi che non si può negare nulla a un uomo condannato a morte certa? -
Hanabi trattenne a stento un'altra risata, inarcando la schiena, la mano di Kiba che le risaliva lenta una coscia.
Il sorriso del suo ragazzo si allargò pericolosamente.
- Awwn, giusto, quasi dimenticavo. Buongiorno, prin-
Ma non poté concludere, perché gli arrivò in faccia la propria maglietta.
- Okay, adesso però vattene e basta, sfigato. Avanti, smamma, fuori di qui! -
- Tu sei pazza di me, ammettilo, - fece lui ammiccando.
- Non ho più sette anni, Inuzuka, - replicò Hanabi mostrandogli la lingua.
- Su questo devo darti ragione. Ho avuto modo di appurarlo, in effetti, - asserì Kiba strizzandole un occhio - Ci si vede, principessa. -
Suonava talmente bene tra quelle labbra piene e irriverenti, l'augurio del suo buongiorno, che ci mise qualche secondo a farsi passare l'espressione sognante, e soprattutto ad accorgersi che Hinata la stava fissando impietrita sulla soglia della camera.
- P-P-P-Perché K-Kiba si è appena c-c-calato giù dalla t-tua finestra?! -
Hanabi si strinse nelle spalle, ancora avvolta nel lenzuolo, e sorrise pigramente alla sorella.
- Cosa vuoi che ne sappia io? Sarà stato per la stessa ragione per cui ieri sera Naruto è entrato dalla tua... -


Hinata ebbe il buonsenso di non menzionare mai più quella faccenda.


~





Di Hanabi come personaggio si sa poco o niente, ma siccome tendo a immaginarmela come l'esatto opposto della sorella, ovvero sicura di sé, sofisticata, spavalda e sì, un pizzico altezzosa - insomma, la vera principessa di casa Hyuga è lei dopotutto! - accostarla a Kiba mi viene naturale x°D Li trovo tremendamente simili come caratteri, hanno un nonsoché di esplosivo <3 La frase scelta per il contest è << Buongiorno, principessa! >> dello splendido ''La vita è bella''. Il titolo riprende il film Disney omonimo, che in italiano sarebbe ''Lilly e il vagabondo''. Letteralmente ''Lady and the Tramp'' significherebbe ''La signorina e il vagabondo'' anche se Lady era proprio il nome della cagnolina nella versione inglese. Ogni riferimento alla componente canina del film NON è puramente casuale x°D Grazie per aver letto <3


  
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