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Autore: Naruto89    27/01/2010    3 recensioni
Naruto Uzumaki è uno studente universitario sfaccendato, che sogna di diventare un regista cinematografico; Sakura Haruno è la nuova barista del locale che si trova esattamente davanti alla Facoltà frequentata da Naruto. Lei viene da Hiroshima, è arrivata sino a Tokyo per dimenticarsi una volta per tutte del suo ex, Sasuke Uchiha, e ha deciso di non impegnarsi mai più in una relazione seria. La storia di Naruto e Sakura dura 500 giorni, che non verranno mostrati in ordine cronologico, bensì completamente sparpagliato, disomogeneo, come pezzi di un puzzle da ricomporre con molta pazienza. Durante questa storia Naruto e Sakura si incontreranno, si conosceranno, si prenderanno e si lasceranno. "Questa è la storia di un lui e di una lei ma, tanto vale chiarirlo subito, questa non è una storia d'amore." Forse.
Ispirato e dedicato al meraviglioso film indipendente "(500) giorni insieme - (500) days of Summer".
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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(500) days of Sakura

#1

Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistiti è puramente casuale.
Soprattutto te, Jenny Beckman.
Troia.

(500) days of Summer – Incipit

(400)

Questa è la storia di un lui e di una lei. Lui è uno studente universitario con il grande sogno di diventare, un giorno, un importante regista e sceneggiatore di fama mondiale. Frequenta la Facoltà di Cinema ad una delle tante università pubbliche di Tokyo. E’ un ragazzo perfettamente nella media, ma eccelle per due cose: la sua ambizione e il suo essere innamorato perso dell’amore.
Lei è una ragazza come tante: né alta, né bassa; né troppo magra, né eccessivamente grassa; piedi grandi, naso piccolino. Ma, malgrado questa sua normalità, ovunque vada riesce sempre ad attirare l’attenzione. Lei non crede nell’amore, ma non disdegna il sesso. E’ una disillusa, e ha tutte le ragioni del mondo per esserlo.
Questa storia inizia quando gli occhi di lui si sono posati su di lei. Questa è la storia di un lui e di una lei. Ma, tanto vale chiarirlo subito, questa non è una storia d’amore.

Seduto davanti al computer, il ragazzo osservò a lungo quel testo. Aveva finalmente deciso di dare una scrollata alla sua monotona esistenza e di fare quello che avrebbe sempre sognato. E, per iniziare, cosa c’era di meglio che una storia abbastanza personale da essere trattata con il dovuto distacco e la dovuta freddezza!?
I suoi occhi scrutavano il monitor tentando di trovare l’ispirazione e, nel frattempo, compiacendosi per il risultato sino ad ora ottenuto. Dopodichè, il giovane decise che era decisamente giunta l’ora di farsi un caffè.

(492)

Lui aveva sempre odiato i matrimoni, le chiese e le musiche che mettevano in occasioni del genere. Inoltre, non poteva evitare di osservare il suo smoking bianco: detestava quel colore, troppo piatto per avere un senso. Il bianco è fatto per essere sporcato, imbrattato, colorato e non per restare così, uniforme, mediocre.
Con una mano, si diede un’aggiustatina a i capelli: non riusciva mai a pettinarseli come voleva e, anche quando si metteva il gel, quelli rimanevano sempre sparati in aria, come volevano loro. Quella tra lui e i suoi capelli era una guerra che durava ormai da ventidue, lunghi, anni.
Mentre era immerso in questi ed altri pensieri, ci fu un particolare che catturò la sua attenzione: era appena cominciata la tipica musica da matrimonio e la sposa aveva finalmente varcato la soglia della chiesa. Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata, davanti a quella visione.
Era bellissima, ma quello glielo aveva sempre detto e ripetuto. Ma, quel giorno, era ancora più bella: celestiale, splendida, stupenda… le parole, queste stupide ed inutili parole, erano troppo poco per descrivere la sua bellezza. Erano un odioso limite, nulla più.
I capelli ricadevano morbidamente sulle spalle svestite, mentre i suoi occhi profondi erano malamente celati dalla parte anteriore del velo bianco. E, malgrado quel colore così insignificante, il vestito da sposa – e la sposa – formavano un ensemble magnifico.
I lineamenti del suo viso, resi evanescenti dal già citato velo, erano simili a quelli di una dea. Si aveva quasi paura anche solo a guardarla, figuriamoci a toccarle le sue forme al contempo sinuose e morbide che, con discrezione, apparivano sotto il vestito.
Come accecato da quella visione, il ragazzo voltò lo sguardo e, per puro caso o per uno scherzo beffardo del destino, lo incrociò con la persona che negli ultimi mesi aveva odiato più di ogni cosa al mondo. Il suo viso arcigno, il suo fare altezzoso, i suoi occhi che facevano trasparire senza troppa modestia uno sguardo di superiorità.
Era inutile: non lo sopportava. E non era solo per tutto quello che era successo nelle ultime settimane… era lui, i suoi modi, tutto l’insieme ad essere insopportabile. Ricco da far schifo, arrogante come pochi ed intoccabile, per via del padre.
E quel giorno si sarebbe consumato l’ultimo atto della loro eterna lotta.

(1)

Naruto Uzumaki era un ragazzo di vent’anni, come tanti, che frequentava la Facoltà di Cinema a Tokyo. Aveva il grande sogno di diventare sceneggiatore e regista cinematografico e di andare negli Stati Uniti, ad Hollywood. Non aveva mai avuto paura di sognare, e lo aveva dimostrato ogni giorno mettendo tutto l’entusiasmo possibile nello studiare l’unica cosa che lo avesse mai interessato: il cinema.
Era un giovane alto e piuttosto robusto, che amava vestirsi casual. Non gli importava nulla della moda o delle mode: si metteva quello che gli piaceva, ascoltava quello che gli faceva provare emozioni, leggeva quello che voleva e vedeva film. Tanti film. Una marea.
Aveva un viso rotondeggiante, simpatico, con un bel sorriso e due grandi occhi azzurri. Sulle guance aveva degli strani segni che assomigliano ai baffi di un gatto. Ed erano sempre stati lì, sin dalla nascita. Però, come per compensare, non gli era mai cresciuto nemmeno un pelo della barba.
I capelli biondi gli ornavano il volto e aumentavano esponenzialmente la simpatia che riusciva a suscitare soltanto guardandolo. Era un tipo semplice, senza troppi fronzoli o problemi per la testa: prendeva la vita così come veniva, senza preoccuparsi di nulla. Ma aveva un grande, enorme difetto: credeva ciecamente ed incondizionatamente nell’amore.
Per lui l’amore era il principe di tutti i sentimenti, ciò che gli permetteva di alzarsi la mattina dal letto e di affrontare ogni giornata con un sorriso. Lui era, o almeno si considerava, nato per amare: ma non per forza una ragazza. Andava bene anche il cinema, o un libro, o una canzone. Sono tante le cose che si possono amare al mondo, e secondo Naruto Uzumaki non si poteva vivere senza amare qualcosa.
Lui non credeva nel fato, ma era piuttosto portato a pensare che esistessero alcune “coincidenze inevitabili” che modellavano e modificavano a loro piacimento la vita delle persone. Per lui tutti i giorni erano uguali, ugualmente pronti a riservare delle sorprese come a scorrere via senza patemi. Ma ancora non sapeva che quel giorno, quell’8 di settembre, gli avrebbe cambiato la vita…

Come ogni giorno, appena uscito dall’Università, si era precipitato al bar davanti alla Facoltà con i suoi amici: Shikamaru Nara, un ragazzo molto intelligente ma perennemente svogliato; Chouji Akimici, il classico gigante dal cuore d’oro e dagli infiniti problemi sentimentali; e Kiba Inuzuka, rozzo ed impertinente ma, malgrado ciò, un vero playboy.
“Devi capire che, con le ragazze, bisogna saperci fare! Non basta morir loro dietro, ragazzo mio!”
Kiba, come al solito, sembrava divertito dall’ascoltare i problemi d’amore di Chouji, soprattutto quando si trattava di ricordare a tutti il suo incredibile successo con le donne. D’altro canto, Akimichi aveva veramente bisogno di aiuto: erano già al secondo anno di Università e lui era da quando era entrato alla prima ora del primo corso del primo anno che si era innamorato, così, a prima vista della indubbiamente bella Ino Yamanaka. Tuttavia, il ragazzo non aveva esattamente un fisico da palestrato e nemmeno un viso particolarmente attraente.
Questa solfa continuava ormai da due anni e tutte le volte che si sedevano al bar cominciavano sempre parlando di Chouji e dei suoi problemi, ma senza mai venirne ad una.
“Forse dovresti dirglielo. Insomma, che ti piace.”
Naruto aveva proposto questa soluzione così, senza pensarci troppo, e aveva creato il gelo attorno a lui. Al tavolo i suoi amici si erano immediatamente zittiti e si osservavano senza saper cosa dire. Probabilmente, anche se non volevano ammetterlo, il biondo aveva centrato il problema in pieno.
“Shika, tu sono tre anni che stai con quella ragazza di Osaka – com’è che si chiama? Temari? – quindi, dimmi, tra di voi come è iniziata?”
Il moro si portò le mani dietro la testa e, spostandosi il codino, fissò Naruto con i suoi penetranti occhi bruni.
“Le vacanze stavano per finire e non avevo nulla da perdere. Sinceramente, non ci speravo più di tanto siccome nei due mesi che ero stato lì avevamo parlato pochissimo… però le ho chiesto se aveva un ragazzo e se aveva voglia di uscire con me e… beh, ecco qui.”
“Fin troppo ovvio.”
Kiba e Chouji, tuttavia, continuavano a non capire.
“Tutte le storie d’amore cominciano così, dico bene? Quindi non deve essere così difficile, no? Insomma… in fondo, basta solo dirglielo.”
“Ma no!” esclamarono gli altri due, all’unisono.
“Non ci penso nemmeno! Mi darà un due di picche!” disse Akimichi.
“E poi, dico io!, le ragazze bisogna lavorarsele!” concluse Kiba.
“Perché hai paura?” chiese Naruto a Chouji, ignorando completamente Inuzuka
“Voglio dire… ora sei qui a crogiolarti perché ti piace troppo ma non starà mai con te. Quindi, se ti desse un due di picche, cosa cambierebbe?”
“La speranza.”
La risposta del ragazzo arrivò secca e decisa, prendendo quasi in contropiede il biondino.
“Ora come ora, anche se so che non si metterà mai con me, posso continuare a sperare e posso essere contento di essere innamorato. Se perdessi anche la speranza, io… non so cosa farei.”
Naruto sorrise dolcemente e lasciò stare l’argomento. Comprendeva benissimo quello che intendeva dire Chouji: in passato, l’aveva provato anche lui.
“Cosa desiderate?”
Una voce dolcissima si alzò sulle teste dei ragazzi e, quando si voltò, Uzumaki si ritrovò davanti una visione angelica: una ragazza come tante altre, ma che l’aveva immediatamente stregato.
Aveva un fisico abbastanza minuto, era piuttosto magra e non altissima. Aveva i capelli rosa sciolti sulle spalle, che le arrivavano al seno poco sviluppato e due occhi verdi e profondi che sembravano scrutare solo lui. Il naso minuto faceva da ornamento ad un sorriso splendido, dolce ed ammaliante. Naruto, per un momento, si dimenticò di respirare.
Che schianto…

“Sei nuova, vero?” chiese Kiba, dimenticandosi cosa fosse la discrezione.
“Sì, sono arrivata da un paio di giorni in città e ho cominciato a lavorare da oggi.”
“Ah…” continuò il ragazzo dai capelli castani
“e da dove vieni?”
“Sono originaria di Hiroshima, ma ho deciso di trasferirmi qui a Tokyo. Dimenticavo: mi chiamo Sakura. Sakura Haruno.”
Sakura Haruno: questo nome era solo l’inizio dei guai che stavano per abbattersi su Naruto Uzumaki. Perché questa è sì la storia di un lui e di una lei. Ma, badate bene, questa non è una storia d’amore.

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Salve a tutti, io sono l’autore di questa fanfic! Ammetto di essere un po’ emozionato nello scrivere questo primo “Spazio dell’autore” di questa fic: è da due anni che, per via di parecchi imprevisti, non scrivo più e, purtroppo, ho dovuto interrompere un paio di progetti che avevo in sospeso, appunto, dal 2008. Magari qualcuno mi conoscerà già e, vedendo il mio nome, si scoraggerà pensando ad un altro progetto a vuoto: vi chiedo di fidarvi di me ancora una volta, questo progetto non cadrà nel dimenticatoio. Di certo sarà difficile per me aggiornare ogni giorno, ma farò del mio meglio: tra esami ed università sono molto impegnato, ma sono deciso ad andare fino in fondo e, se tutto va bene, a scrivere altri fic dopo questa.
Invece, per i molti che non mi conoscono affatto: buonasera! O buongiorno, dipende quando scrivete! Come avrete notato, vi trovate davanti ad una fic un po’ particolare: qui non si va in ordine cronologico, ma i fatti vengono narrati scombinati e starà a voi, con l’andare avanti dei capitoli, ricomporre il puzzle. Ma, soprattutto, dovete sapere che questa fic… non ha un finale! No, tranquilli, non intendo dire che sia una “Incompiuta”: semplicemente, non ho ancora deciso il finale. La trama a grandi linee (ma essendo tutto spezzettato nel tempo, alcune cose le devo aggiustare, motivo per cui potrei ritardare negli aggiornamenti) ce l’ho già in testa… ma i finali che ho in mente per ora sono molto diversi gli uni dagli altri. Quindi, in un certo senso, ci avvicineremo al finale insieme, con la stessa curiosità nel vedere cosa si inventerà questa mia mente bacata… spero di avervi convinto a seguire la fic e, se volete, a recensire.
Spero di ritrovarvi di nuovo al prossimo “Spazio dell’autore”, che sarà molto più corto di questo, ve lo prometto! Ja ne, bella gente!!

   
 
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