Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Rohchan    27/01/2010    2 recensioni
Se lei stessa non fosse uno dei due protagonisti della storia che ora le sta rovinando l'umore, probabilmente si metterebbe a ridere.
La sua vita sentimentale è una telenovela che va avanti più o meno da quando ha compiuto undici anni, ed ogni puntata è sempre stata ricca di risvolti più o meno imbarazzanti.
Fin da bambina è stata una maestra nell’arte del vergognarsi ed arrossire, svenire anche per le cose più stupide, ma aveva passato gli ultimi dieci anni della sua vita ad inseguire un sogno – un ragazzo. Forse un uomo – che le sfugge come sabbia tra le dita.
Fic partecipante all'iniziativa "Natale alla Tana" indetto da suni sul suo blog.
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
massì, diamo fondo al barile...^^
Fic partecipante al concorso "Natale alla Tana", indetto da suni sul suo blog.
E' -ovviamente- un regalo di Natale per una ragazza che si chiama Topy, e la posto anche qui. Sono arrivata con un ritardo di due giorni sul Natale, e dopo un beta reading che ha fatto davvero un bel lavoro -grazie, Onigiri- ve la propongo.
Mi era stata chiesta una NaruHina dolciosa e puccina, ma con una Hinata un po' meno imbambolata del solito. Spero di aver centrato l'obiettivo...^^
Ah! Che scema, dimenticavo la cosa importante. Il titolo della fic -ma anche TUTTA la fic, via- prende ispirazione LIBERISSIMA da una fanart che ho trovato su DA nell'archivio immagini di una ragazza polacca il cui nick è kunoichi-san. Ha la magia nelle mani, vi consiglio di visitare la sua gallery.*.*
Qui vi lascio solo il link all'immagine in questione:

http://kunoichi-san.deviantart.com/art/Before-the-storm-68841007

Bene, vi auguro buona lettura!
Bacioni a tutti!
Rohchan












E’ un giorno troppo tranquillo, pensa Hinata avviandosi verso il campo d’addestramento.
Non si sentono uccelli cantare nell’aria, tersa e limpida e terribilmente ferma di quel pomeriggio di metà inverno, col sole alto nel cielo come un soldo d’argento che non scalda molto, ma fa lo stesso lunghe le ombre contro i muri delle case.

Cammina svelta, per le strade del villaggio piene di gente in un andirivieni che sa di festa.
Ha lasciato la giacca a casa, e la placca metallica della Foglia cucita sulla maglietta balugina ad ogni passo, accesa di riflessi dalla luce del sole.



BEFORE THE STORM




Se lei stessa non fosse uno dei due protagonisti della storia che ora le sta rovinando l'umore, probabilmente si metterebbe a ridere.
La sua vita sentimentale è una telenovela che va avanti più o meno da quando ha compiuto undici anni, ed ogni puntata è sempre stata ricca di risvolti più o meno imbarazzanti.
Fin da bambina è stata una maestra nell’arte del vergognarsi ed arrossire, svenire anche per le cose più stupide, ma aveva passato gli ultimi dieci anni della sua vita ad inseguire un sogno – un ragazzo. Forse un uomo – che le sfugge come sabbia tra le dita.

Naruto Uzumaki è la spina nel fianco della giovane Hyuuga.

Una volta diventata una vera ninja, aveva iniziato a lavorare su sé stessa, cercando di scrollarsi di dosso quella timidezza cronica che le impediva persino di parlare, chiunque fosse il suo interlocutore e qualunque fosse il soggetto della conversazione.
Era stato abbastanza semplice – quasi – con i suoi compagni di squadra, che la conoscevano da sempre e con cui aveva instaurato un rapporto di fiducia che si era intensificato dopo l’ultima grande battaglia che aveva visto il villaggio seriamente in pericolo.
E lei quasi in fin di vita.

I suoi ricordi di quel giorno di qualche anno prima erano piuttosto confusi, annebbiati come fossero stati avvolti da una cortina di fumo: ricordava di essersi intromessa in uno scontro che non era il suo, e in preda all’adrenalina aveva gridato a Naruto di averlo sempre ammirato, amato persino.
Ma lui all’epoca era ancora troppo preso dalla missione Sasuke, per far caso a lei. Ricordava di averlo sentito rispondere qualche frase smozzicata tra i denti, evidentemente preso in contropiede dalla sua audacia.
La verità è che lei era stata sicura di morire, quel giorno, ed aveva pensato che andarsene senza che lui fosse al corrente dei suoi sentimenti sarebbe stato davvero uno spreco.
E poi, se doveva morire, tanto valeva che Naruto lo sapesse.
Non ci sarebbe stato l’imbarazzo della vita che continuava, né il fastidio di vederlo ronzare in continuazione intorno a Sakura, che pure era ancora innamorata di Sasuke.
Non avrebbe dovuto sopportare l’umiliazione cocente del vederlo sorridere con condiscendenza ogni volta che la incontrava, e nascondere leggermente le labbra stirate in un sorriso imbarazzato dietro il bavero della lunga giacca da Hokage.

Volta a sinistra, uscendo dal parco e dirigendosi spedita verso il campo.
Il sole si ostina a brillare nel cielo, ma l’aria è ancora ferma. La sente entrare nei polmoni e rimanerci come una colla, vischiosa e pesante, umida e fredda.
Non ha bisogno del byakugan per sapere che arriverà una tempesta.
Spera soltanto che la lasci ultimare il suo allenamento quotidiano, e magari tornare a casa senza inzupparla come un pulcino.

Era rimasta viva, dopo lo scontro finale. Naruto l’aveva protetta. Aveva sentito che era stato lui, perché quel profumo, mischiato all’odore del sangue, era il suo.
I suoi occhi erano stanchi, qualcuno li aveva spenti, o forse lei aveva esagerato.
Ma il profumo di legno che aveva sentito, con una punta di aspro, come di more, poteva essere soltanto suo.
Si toglie il maglioncino, lasciandolo appeso al ramo basso di un albero, iniziando a riscaldarsi prima di iniziare l’allenamento vero e proprio.
Da quando era uscita dall’ospedale aveva evitato accuratamente di incontrare Naruto.
Si era confusa nella folla il giorno del passaggio delle consegne tra lui e Tsunade, non si era recata coi suoi compagni a omaggiarlo il primo giorno del mandato, chiedendo a Kiba di scusarla con l’Hokage per un malessere che l’aveva indisposta, e ad ogni missione che veniva assegnata al suo team aspettava di conoscere i dettagli dagli altri, o se non era possibile evitare di recarsi nel suo ufficio cercava di osservare qualsiasi cosa che non fosse lui.

Snervante.

Concluso il riscaldamento, inizia a lanciare i kunai contro il tronco dell’albero cui ha appeso il maglioncino.
Immagina di avere Naruto davanti, e la cosa la fa assurdamente sentire meglio.
La sua mira è migliorata di molto, forse aiutata dall’immaginare la testa di quel baka appoggiata al tronco, e ride un po’ istericamente nel realizzare che continuare a centrargli la fronte le scarica i nervi.

Maledetto
Idiota.
Possibile che non fosse ancora arrivato a capire che lei si era innamorata davvero di lui?

Al quarto gruppo di kunai lanciati contro il tronco –che ormai è martoriato come se le avesse fatto un torto irreparabile-, Hinata sente un senso di crepitìo sulla nuca, e l’aria caricarsi di elettricità.
Lontano, da qualche parte più ad ovest, sta tuonando.
Si volta, guardando oltre Monte Eroe con il Byakugan attivato.
Al massimo un’ora, e il villaggio sarà sommerso dal diluvio.

***

Naruto osserva Hinata in silenzio, appostato dietro dei cespugli a qualche decina di metri dalla ragazza.
È talmente concentrata sui suoi esercizi che non avverte la sua presenza, e lui può continuare a godersi lo spettacolo in santa pace.

E’ migliorata davvero molto, dall’ultima volta che gli ha dato occasione di vederla. Non solo fisicamente – non è più la bambina goffa e grassoccia che ricordava ed alla quale continua ad associarla anche dopo tutti questi anni, con quel terribile taglio quasi maschile che le mortificava i lineamenti -, ma anche caratterialmente.
Gli sembra quasi che aver rischiato di perdere la vita l’abbia in qualche modo sbloccata, ed anche se si tratta di Hinata non gli riesce di classificare la cosa come assurda.
Deve ammettere che non si aspettava una dichiarazione in piena regola proprio il giorno in cui temeva che il cielo sarebbe crollato, e il mondo per come lo conosceva sarebbe andato in frantumi come un bicchiere di cristallo.
Era stato uno schiaffo morale, una sconfitta.
Non si aspettava che Hinata venisse in suo soccorso – proprio lei, proprio Hinata -, e nemmeno che lo precedesse nella dichiarazione, che pure aveva intenzione di farle.

Assurda.

Sorride di riflesso, sentendola ridere quasi folle mentre si diverte a torturare il tronco che ha scelto come bersaglio. Spera vivamente che non stia immaginando di infilzarlo con quei kunai, anche se sa che in fondo se lo meriterebbe.
In qualità di Hokage ha studiato tutti i suoi ninja, e nei registri sono riportati con cura tutti i dati utili a riguardo, incluse la residenza, il campo di addestramento assegnato e la composizione del team.
Quindi, il fatto che sappia esattamente dove trovare Hinata ad ogni ora del giorno e della notte, da ormai circa due anni, e non abbia ancora osato farsi trovare alla sua porta, gli pesa sulla coscienza come un macigno.
Si gratta impacciato la nuca, puntando gli occhi azzurri al terreno.
È difficile essere Hokage, ma ancor di più lo è dichiarare il proprio amore a lei. Forse sarebbe più facile scontrarsi con l’Akatsuki al completo. Un’altra volta, e tutti insieme.

Ed in quella, un lontano rombo da ovest raggiunge le sue orecchie, facendogli rizzare i capelli sulla nuca.

Temporale in arrivo.

***

Hinata detesta i temporali. Non che ne abbia paura, ma il rumore dei tuoni la coglie costantemente alla sprovvista, facendola sobbalzare come una bambola caricata a molla.
Sua sorella Hanabi non perde occasione per deriderla, dicendo che sembra abbia il singhiozzo, o che forse ha davvero paura del temporale ma non lo vuole ammettere.
Sua sorella è una vera peste.

Con cura meticolosa estrae i kunai dal tronco, chiedendo silenziosamente perdono allo spirito custode della pianta per il danno subito.
È talmente assorta nel compito che non si accorge dell’avvicinarsi di un figuro annegato in un lungo mantello bianco e rosso, i capelli come oro splendente alla luce del sole.

- Ciao.-
Rombo cupo di tuoni in lontananza. Hinata sobbalza come da previsione, ma d’altra parte si è avvicinato in silenzio.
Non che sperasse di passare inosservato, ma addirittura spaventarla come quando erano all’Accademia gli sembra esagerato.
- Buon pomeriggio, Naruto-kun.-
Ha imparato a chiamarlo per nome, con quel suffisso, come si farebbe con un amico.
E a guardarlo in faccia mentre lo saluta. Certo, le mani si tormentano ancora un po’, ma lei le spinge dentro le tasche dei pantaloni con forza, annegandocele.
Si ricorda solo dopo che deve finire di liberare l’albero dalle sue armi, e riprende ad estrarle in silenzio, tenendo d’occhio Naruto al margine del suo campo visivo.
- Ti stavi allenando? Posso farti da avversario, se vuoi.-
Si taglia appena l’indice destro col kunai, del tutto impreparata alla proposta.
Non andare in pezzi, si ripete, conserva la calma. Sii come un lago.
- In realtà avrei finito.- risponde, succhiandosi un poco la ferita perché smetta di bruciare.
- Oh. Capisco.- si ferma a pochi passi da lei, non sapendo bene cosa dire.
Un altro tuono, stavolta più vicino, le nuvole nere cominciano a far capolino dalla cresta del monte alle spalle del villaggio.
Hinata sobbalza, la borsa dei kunai che ha appena raccolto le scivola dalle mani. Naruto si china a raccoglierla per lei, che nel frattempo, come da ragazzina, cerca qualcosa di intelligente da dire.
- Hai paura dei temporali, Hinata-chan?-
Lei lo fissa un po’, l’indice ancora stretto tra le labbra. Lo sguardo di Naruto è concentrato sulla sua bocca, ma si vede che si sta sforzando di cambiare soggetto.
Allora forse dopotutto non gli sono così indifferente.
- No…cioè. Beh, non lo so, a dirla tutta.- borbotta togliendo il dito, un po’ della vecchia timidezza nella voce.- E’ che i tuoni mi prendono sempre alla sprovvista…-
Proprio in quel momento, un fulmine taglia il nero delle nuvole alle spalle del Monte Eroe, fracassando il cielo con un colpo che sembra un’esplosione. Hinata si raccoglie istintivamente su sé stessa, le mani sulle orecchie, la testa incassata nelle spalle. Naruto le si avvicina, mentre gocce di pioggia grosse come chicchi d’uva cominciano a cadere sulle foglie dell’albero alle loro spalle; se non si sbrigano ad andarsene saranno presto zuppi.

Hinata si accorge che Naruto le è addosso. Sente il calore del suo corpo vicino al viso, e quando apre gli occhi l’Hokage le sta drappeggiando il manto sulle spalle, coprendola alla meglio.
La guarda sorridendole, mentre le abbassa le mani dalle orecchie.
- Dobbiamo far presto, o questo temporale ci laverà. Non ho voglia di fare una doccia gelata.- le dice, la pelle lasciata scoperta dalle maniche corte della maglietta che indossa increspata in mille piccole gobbe per via dell’aria fredda che è tornata a soffiare di colpo sul villaggio.
Quando Hinata fa un passo di lato per uscire dalla gabbia creatasi tra lui e l’albero, Naruto la ferma, facendole scivolare un braccio attorno alla vita, sollevandola in un movimento morbido e fluido.
Le guance le si incendiano all’istante.
- Scusa…ma faremo prima così…- le spiega, quasi sussurrando, mentre la pioggia aumenta d’intensità attorno a loro.

***

Quando arrivano vicino all’Ichiraku, sono bagnati fradici. I capelli di Naruto sono una massa giallo scuro schiacciata contro la fronte, il coprifronte della Foglia zuppo gli cola grosse gocce negli occhi e la maglietta gli si è tutta attaccata addosso.
Hinata non sta meglio, avvolta in un bozzolo di stoffa pesante e fradicia di pioggia, e sarebbero entrambi gelati fino al midollo se non fossero così vicini da riuscire a scaldarsi appena un po’.
Naruto spicca un salto, atterrando in bilico sul parapetto del balconcino minuscolo di un appartamento che definire monolocale è aumentarne la grandezza, e sostenendola con il braccio sinistro allunga la mano destra a far scorrere la porta a vetri che immette nell’ambiente, asciutto e tiepido.
- Piove troppo per riportarti al tuo quartiere, Hinata-chan…-si giustifica lui, con una punta di imbarazzo, e lei pensa che non sente freddezza in quel vezzeggiativo che usa col suo nome, ma soltanto gentilezza.
La lascia scivolare gentilmente giù, finchè i suoi sandali toccano il tatami, inzuppandolo. La sua testa lavora freneticamente alla ricerca di qualcosa da dire, mentre le dita anchilosate dal freddo lasciano andare il manto di Naruto, che cade con un tonfo umido.
- Do…dovremmo toglierci questa roba fradicia da dosso…- gli dice, guardandolo di sbieco, la vecchia, odiata Hinata che torna a galla, imbarazzante ed imbarazzata.
- Hai ragione…-farfuglia lui, battendosi una mano sulla fronte e schizzando goccioline d’acqua gelata tutt’attorno- aspetta, ti trovo qualcosa di asciutto…- le gira intorno e lei si volta a guardarlo, mentre lui arriva alla cassettiera contro il muro alle loro spalle, infila una mano nel primo cassetto e ne tira fuori una maglietta, ovviamente a mezze maniche, ovviamente arancione.
Hinata sorride, girandosi a sua volta, raggiungendolo con due soli passi, stringendogli le braccia alla vita e alzando la testa a strofinare il naso contro i suoi capelli fradici sulla nuca.
Ora o mai più, si dice. Se non lo capisce così, non so cos’altro fare.
Ha rimesso a dormire la piccola Hinata.

Ora è una donna, è cresciuta, sa cosa vuole, ed ha una vaga idea di come muoversi per ottenerlo.

- Aspetta, ti aiuto a toglierti questa cosa bagnata di dosso, o domattina il villaggio avrà un Hokage col raffreddore…- gli dice, una risata nella voce, mentre le dita ora calde si infilano sotto il bordo della sua maglietta umida, sollevandola sui fianchi.
- …sei davvero Hinata…?- chiede lui, guardandola girargli attorno al petto con gli occhi sgranati, lasciandosi passivamente spogliare, troppo colto alla sprovvista per dire qualcosa di intelligente.
Non ha ancora finito di sfilargliela, che già lo sta baciando. È più facile se lui non la guarda subito, perciò Hinata non ci pensa troppo e strattona via la stoffa appesantita d’acqua quando Naruto ha già iniziato a rispondere al bacio, e cavallerescamente la sta aiutando a sua volta a liberarsi degli abiti fradici.

***

Il mattino seguente, il cielo è di nuovo cristallo azzurro pallido e tutto, fuori da quel minuscolo appartamento, brilla di gocce d’acqua trasparenti come diamanti appesi al filo di una collana.
Gli abiti dell’erede degli Hyuuga e dell’Hokage di Konoha sono sparsi per la stanza, ed Hinata si sveglia quando una lama di luce proveniente dalla finestra le si posa sugli occhi, disturbandola.
È in un letto, al caldo, c’è qualcosa di morbido e profumato alle sue spalle, ma l’odore non è quello di casa.
Spalanca gli occhi di colpo, ancora mezza addormentata, mentre i ricordi della sera precedente la investono come una pioggia di kunai. Cerca di alzarsi a sedere, ma il braccio di Naruto, che le circonda la vita, si stringe appena cerca di muoversi bloccandole il movimento.
Con un mugugno, lui strofina il naso contro i suoi capelli, aprendo appena un occhio azzurro. Hinata si volta verso il suo viso, tornando a rannicchiarsi sotto le coperte, addosso a lui che borbotta soddisfatto qualcosa di incomprensibile.
- Ho dimenticato al campo la mia maglia…- gli dice sottovoce, tanto per dire qualcosa, carezzandogli il naso con la punta dell’indice.
- A quest’ora si starà asciugando. Te ne presterò una delle mie…più tardi…- mormora lui in risposta, l’occhio che già si sta richiudendo e il braccio che la attira bene contro il suo petto.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Rohchan