Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note:
• Titolo leggermente ispirato ad un verso di Bruise Pristine dei Placebo.
Il drago lo aveva messo in guardia, l’aveva chiamata “strega”, come se fosse un insulto, ma Merlino si era limitato ad ignorare quegli avvertimenti e, fidandosi di lei, non aveva visto.
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Non si sarebbe mai permesso una riflessione del genere in un altro contesto, ma i poteri scorrevano nelle loro vene allo stesso modo e Merlino provava l’unico bisogno di far sapere a Morgana di non essere sola, di essere capita. Desiderava essere presente per lei, fornirle una spalla su cui appoggiarsi, ma ciò che era riuscito ad ottenere era esclusivamente di guardarla da lontano e, di nascosto, controllarla.
Aveva cercato di evitarle di trovarsi in pericolo, aveva tentato di non far allentare i suoi rapporti con Artù o con Uther, sperando che non si trasformasse mai nella minaccia per Camelot che il drago aveva annunciato.
Aveva fatto il possibile, Merlino, ma la distanza da Morgana, invece che rimpicciolirsi, era diventata sempre più grande.
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La magia, come un tempo li aveva uniti, ora li allontana e, sebbene i suoi desideri siano differenti, sebbene Merlino sperimenti la voglia di sfuggire alle maglie dei propri doveri, non può fare altro che accettare quella consapevolezza, inerte.
Guarda Morgana abbandonare Camelot e sa che le sue azioni e i suoi sforzi sono stati vani, insufficienti, perché – e il drago gli aveva rivelato anche questo – il destino non può essere fermato. Così, accetta di perderla, pur sapendo che un giorno si rivedranno e che sarà terribile, che, per colpa della magia, saranno per sempre distanti, opposti.
Allora, quando accadrà, Merlino avrà davvero paura di lei.