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Autore: Mirwen    15/02/2010    17 recensioni
“E fu guardando quel fagottino dai capelli scuri avvolto in una coperta che mi resi conto di aver perso tutto…”
La guerra infuria i giovani Malandrini appena finita Hogwarts si trovano in quell'inferno. L'Ordine della Fenice, le speranze, gli amori, la fine dell'adolescenza.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Le lacrime della Fenice'
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Capitolo 15

 

Phoenixs flames

 

 

 

“E fu guardando quel fagottino dai capelli scuri avvolto in una coperta che mi resi conto di aver perso tutto…”

Enif Aurora Icecrow.

 

Capitolo 1: Partire.

La stanza era avvolta nel silenzio, il gatto si mosse lentamente fra gli scatoloni che ingombravano il pavimento. Agilmente saltò sul letto, strusciando la testolina dorata sulla guancia della ragazza addormentata.

“Snidget...” bofonchiò la ragazza passandogli una mano sul muso. Il micio miagolò forte. “Va bene, va bene… ho capito mi alzo…” sorrise Lily mettendosi a sedere. La ragazza guardò la stanza svuotata.

“Sta notte dormiremo nella nuova casa Snidget!” rise prendendolo in braccio, ma poi si rabbuiò. “Mamma non ti farà più i suoi manicaretti di pesce… e papà non ti stuzzicherà con quel benedetto nastro…” il gatto la fissò attento.

“Ma è meglio così… saranno al sicuro così…”

“Miao…” il gattino sembrò annuire.

“Ma vedrai che Enif ci vizierà così tanto che diventerai uno di quei gattoni enormi e enormemente pigri…”

“Lily, sei sveglia?” Daisy Evans aprì la porta della stanza, la donna era avvolta in una vestaglia azzurro cielo, i capelli biondi appena raccolti.

“Entra mamma…”  sorrise la ragazza facendole spazio sul letto. Daisy sorrise sedendosi accanto alla figlia.

“E così la mia streghetta se ne va…”

“Mamma... non è un addio…”

“Lo credo bene tesoro! Vi voglio a pranzo ogni domenica a te e James, sia chiaro!” Lily rise.

“Ma sai mi sembra ieri che tu e Petunia correvate a piedi nudi per casa, e ora Tunia è già sposata da quasi quattro mesi e tu stai per andartene chissà dove…”

“Nell’Essex mamma, a casa di Enif…”

“Lo so, lo so… ma non potrò nemmeno scriverti… finché eri a scuola potevo farlo… non vai a casa di Enif… vai nel tuo mondo, lontano da me, da noi…. Ho così paura di perderti Lily…”

“Andrà tutto bene, mamma…” la ragazza abbracciò la madre.

“Lily… ho paura della vostra guerra…” mormorò appena la donna accarezzando i capelli rossi della figlia. Lily restò in silenzio tenendo stretta la madre.

“Ti giuro che appena tutto sarà finito, saremo qui ogni giorno finché non ci caccerai a calci…” disse poi convinta.

“Voglio credere che sarà così…”

“Sarà così mamma… sarà così, lo prometto…”

“A eccole qui le mie donne!” esclamò Harold Evans entrando nella stanza, un vassoio in mano…

“Papà cos’è questa novità?”

“Colazione in camera per la mia principessa che sta per andare Molto, Molto Lontano…” ridacchiò l’uomo, sedendosi accanto alla moglie, quasi schiacciando Snidget che di tutta risposta si arrampicò in braccio a Lily. La ragazza rise.

“In tre sul mio letto, come quand’ero bambina ed avevo gli incubi…” Harold l’abbracciò dissimulando la commozione.

“Mi mancherai piccola…”

“La mamma mi ha già fatto promettere di passare ogni domenica.”

“Io ti direi anche ogni lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato…”

Lily alzò gli occhi al cielo “Papà…”

“A che ora passano James e i ragazzi?”

“Alle dieci…”

“Allora credo che sia il caso che ci prepariamo un po’ tutti, sono le nove passate…” esclamò Daisy alzandosi. Snidget miagolò forte.

“C’è qualcuno che ha fame…” disse ridendo la donna prendendo in braccio il gatto. “Vediamo cos’è rimasto in cucina…” gli sussurrò uscendo. Harold si alzò, dando un buffetto affettuoso alla figlia.

“Spero James non allunghi troppo le mani d’ora in avanti…”

“Papà!”

Harold rise uscendo.

 

▀■▪■▀

 

Sirius aprì gli occhi, sorridendo appena. Allungò la mano verso la testa della ragazza che dormiva appoggiata sul suo petto. Passò le dite tra i capelli castani, a quel gesto leggero la ragazza aprì gli occhi fissandolo.

“Buon giorno…” salutò Sirius.

“Buon giorno!” rispose lei con un sorridente sbadiglio.

“Dovrei darti una mano fino a tardi più spesso se mi proponessi ogni volta di restare a dormire…” sorrise lui, stampandole un bacio sul naso.  

Lei ridacchiò stiracchiandosi.

“Non abituarti… da stanotte c’è Lily qui…”

“Già… ma si potrebbe fare io e te di qua e lei e James di là…”

“Si e poi vengo uccisa brutalmente dal signor Evans…”

“Occhio non vede…”

La ragazza gli tirò una gomitata.

“Suvvia Enif, adesso non scandalizzarti tanto…”

Lei rise.

“Piuttosto hai sentito Remus…”

“Arriverà qui questo pomeriggio… e lo stesso farà Peter, così andiamo alla riunione dell’Ordine tutti assieme.

Enif annuì alzandosi.

“Beh potresti restare ancora un po’ con me…” si lamentò Sirius.

“Muoviti, James sarà qui a momenti, abbiamo dormito troppo…”

“O troppo poco…” in risposta gli arrivò in faccia la sua maglietta, mentre la ragazza usciva.

 

▀■▪■▀

 

“Continuo a dirti che Lily poteva venire benissimo qui…”

“Mamma… il signor Evans mi avrebbe mangiato vivo…” borbottò James infilandosi un paio di scarpe da ginnastica.

“Io non ci vedo nulla di male…” disse appena la donna.

“Tu abiteresti qui, logico che non ci vedi nulla di male…” sbuffò il ragazzo… “Spero Sirius sia già arrivato a casa di Enif, o faremo tardissimo…”

“Figurati se non è già lì…” commentò maliziosa la donna…

“Mamma! Fai paura quando fai così!”

“Un po’ di malizia fa sempre bene…”

“Non alla tua età, è imbarazzante…”

“Alla tua età a chi! Non sono mica decrepita! E adesso fila se non vuoi arrivare tardi!”  disse offesa dando al figlio una sonora pacca sulla spalla.

“Va bene, va bene, se non mi vuoi tra i piedi basta dirlo!” rise James.

“James?” chiamò la donna prima che il ragazzo se ne andasse.

“Si?”

“Ricordi il posto?”

“Certo mamma…”  la donna lo fissò intensamente, James sospirò. “La vecchia casa di Moody in Greenock Road a Paisley, Scozia… la casetta disabitata di fronte a Mossvale Lane… bussare tre volte e arrivare possibilmente con mezzi babbani…” 

“Bene… state attenti arrivando, ok?” disse abbracciando il figlio.

“Mamma… non preoccuparti…” disse appena James, ben sapendo di non poter del tutto cancellare il timore di sua madre, lei sapeva bene a cosa andavano incontro combattendo nell’Ordine. 

Con un sorriso appena accennato James si smaterializzò apparendo nel giardino di Faulkbourne Hall, osservò le piante rigogliose, il maniero svettava con le sue merlature mettendo a in contrapposizione il rosso mattone con il cielo azzurro. Il ragazzo sorrise avvicinandosi all’ingresso, era un bel posto alla luce del sole e il ricordo del marchio nero in quel passato dicembre sparì del tutto dalla sua mente.

Suonò il campanello continuando a guardare l’ingresso imponente del castello, la porta si aprì e un elfo domestico si presentò davanti a lui.

“Il Signore desidera?”  i grandi occhi ambrati della creatura lo guardarono curiosi, James capì, da quello che sembrava un vestito che doveva essere una femmina.

“Cercavo Enif…”

“Il Signore è?” insistette la creatura

“James Potter e sono…”

“DIX!” Enif apparve alle spalle della creatura. “James ti prego entra… scusala è un po’ troppo premurosa…” si rivolse poi all’elfa “Dix, cosa ci fai qui? Non dovevi essere con la mamma al Picco?”

“La Padrona pensa che la Padroncina poteva aver bisogno di aiuto con il trasloco dell’Amica… quando Dix è arrivata la Padroncina stava già dormendo con il Signore…” Enif arrossì evitando di guardare James in faccia.

“Va bene, va bene, grazie Dix… ma James è un amico…”

“Dix non sapeva, Padroncina… Dix si punirà per questo…”

“Per l’amor del cielo Dix, no! Ti sono grata, e anzi ti chiedo scusa perché non sapendo che eri qui non ho potuto dirti che sarebbe arrivato James…” disse un po’ imbarazzata Enif, parlare con l’elfa domestica la metteva sempre in confusione.

“Vieni James, andiamo in salotto…”

“La Padroncina vuole che porti del the nel salottino blu?”

“Si… grazie Dix…” disse scuotendo la testa Enif, non si sarebbe mai abituata al contatto diretto con Dix, quell’elfa riusciva a disarmarla ogni volta…

“Salottino blu?”

“Sì… ci sono quattro salotti e due studi, più il salone delle feste… da piccola mi divertivo un mondo a giocare a nascondino con mio padre…” disse appena, guidando James nel maniero.

Quando aprì la porta Sirius era già lì seduto su una poltrona. Il ragazzo si alzò quando entrarono.

“Ehi!” disse dando una pacca sulla spalla a James.

“Potevi anche aprire le tende…” disse appena la ragazza aprendo i tendaggi blu che coprivano le finestre.

“Aspettavo la padrona di casa…” ridacchiò Sirius, “mi ricordano troppo la casa di zio Cygnus questi salottini privati…”

Enif alzò gli occhi al soffitto, James si guardò attorno con un sorriso malizioso.

“Da quello che ha detto l’elfa domestica ieri sera non trovavi così brutti questi posti…”

“JAMES!” Enif aveva preso un tinta tra il rosso acceso e il bordeaux, Sirius si mise a ridere.

“Pensavo l’elfa domestica fosse andata con tua madre…”

“Anch’io lo pensavo ma…” in quell’istante Dix comparve con un vassoio carico di the e pasticcini “eccola qui!” sorrise Enif “La mia madre adottiva…” scherzò la ragazza. L’elfa osservò Enif commossa da quella frase.

“Dix… quando arriveranno tutti questo pomeriggio dovrei parlarti…”

“Dix deve cucinare per quanti stasera?” chiese l’elfa servendo il the.

“Siamo in sei Dix… ma mangeremo in cucina…”

“Perché Padroncina? La sala da pranzo può contenere fino a cinquanta persone…”

“Appunto per questo… ceneremo in cucina come cenavamo io, mamma e papà…”

“Con tutto il rispetto padroncina… ci sono degli ospiti e la sala da pranzo…”  Enif sorrise dolcemente all’elfa… come farle capire che i suoi amici non erano il genere di persone che aveva bisogno di un tavolo di dieci metri per mangiare…

“Dix… non c’è nessun eminente ospite… solo amici… mangeremo in cucina… e mangeremo sempre lì… la sala da pranzo teniamola per cinquanta persone e non per sei, ti va?”

“Se è quello che la padroncina desidera…” disse sbalordita l’elfa lasciando la stanza con un crack.

Enif sospirò.

“Andiamo da Lily?” chiese poi con un sorriso.

 

▀■▪■▀

 

Il campanello di casa Evans suonò proprio mentre Lily si infilava la camicetta che aveva lasciato fuori dagli scatoloni, quando si precipitò giù dalle scale, Daisy stava schioccando dei sonori baci sulle guance di James. Lily alzò gli occhi al cielo.

“Ciao ragazzi!” salutò quindi, mentre Enif le si gettava tra le braccia.

“Sì, Enif mi hai ancora tra i piedi…” ridacchiò.

Risero.

“Prima di andare ho fatto una torta, ne volete una fetta?” chiese Daisy, i tre ragazzi non videro scelta seguendo la padrona di casa in cucina. Snidget miagolò forte quando li vide entrare, strofinandosi tra le gambe di James.

“Ehi, ti sono mancato, piccola peste?” chiese il ragazzo  chinandosi ad accarezzare il gatto.

Stavano mangiando la torta allegramente, Lily si chiese quando avrebbe potuto pensare che guerra fosse così lontana come quel momento. James sembrò intuire il pensiero della ragazza osservando la strada fuori dalla finestra un po’ rabbuiato.

Subito si rese conto della figura che osservava la cucina dall’angolo della casa di fronte, il suo cuore saltò un battito. Appoggiò il piatto lasciando rapidamente la stanza. Lily lo guardò non capendo, Sirius lanciò una sguardo alla finestra seguendolo subito dopo. Enif si avvicinò a Lily e alla signora Evans, la bacchetta in mano, non era normale il comportamento di James doveva aver visto qualcosa o qualcuno.

James corse velocemente alla casa di fronte, ma nessuno spiava dall’angolo, Sirius gli fu subito dietro.

“Che c’è? Hai visto qual…”

“Ho visto Mocciosus…” disse James non lasciando parlare Sirius “Era qui e ci fissava… cosa ci fa così vicino a Lily…”

“Ci abita?” chiese appena Sirius ricordando all’amico come anche Severus Piton abitasse a Weston Super Mare.

“Lo so… ma guardava noi, capisci… se scopre dove portiamo Lily le ragazze non saranno al sicuro…” disse agitato, Sirius annuì, James aveva dannatamente ragione… non potevano far finta di niente.

“Io vado di qua… tu va di là… l’avremmo sentito se si fosse smaterializzato, non sarà lontano…” propose Sirius, James annuì. I due ragazzi si separarono.

 

Enif scostò le tende della cucina osservando i due ragazzi dividersi.

“Temo abbiano visto qualcuno…”

“Lily cosa?”  chiese la signora Evans stupita.

“Ehi come mai Sirius e James se ne sono andati di corsa?” il signor Evans entrò in casa con una lettera in mano.

“Papà dove l’hai presa quella lettera, non è orario di posta…” chiese Lily.

“Era sull’uscio di casa…” non finì nemmeno la frase che la busta cominciò a tremare, la carta da bianca divenne rossa.

“Una strilettera!” Lily prese velocemente la busta dalle mani del padre, aprendola velocemente. La voce di Severus Piton invase la cucina.

“Vattene lontano con il tuo Potter. Se io so, l’Oscuro sa.”

Lily tenne tra mani tremanti i resti della lettera quando questa si strappò.

“Dobbiamo andar via alla svelta…”  sussurrò appena, scossa.

“Che diavolo era quella lettera?”

“Una strilettera, sarebbe esplosa se non l’avessi aperta…” spiegò semplicemente Lily “Mamma riuscite ad andare da Tunia per un po’ di giorni il tempo di verificare che la casa non sia controllata dai Mangiamorte…”

“I chi?” chiese shockata la madre.

“Quelli che uccidono le persone come me…” spiegò Lily agitata “Dove diavolo sono finiti James e Sirius, Severus è pericoloso, non siamo più a scuola non ci penserà due volte prima di lanciarli addosso qualche maleficio…” continuò camminando velocemente per la cucina.

“Potrei chiamare Dix… lei riuscirebbe a portare tutti gli scatoloni da sola e un mago non riuscirebbe a rintracciare la smaterializzazione di un elfo domestico…” cominciò pensierosa Enif, era chiaro che Severus o chi per lui non doveva scoprire dove si sarebbe trasferita Lily.

“Puoi chiamarla?”

“Sì… Dix!” chiamò la ragazza, sotto gli sguardi sempre più attoniti degli Evans fece la sua comparsa la piccola elfa domestica.

“La Padroncina ha chiamato?” chiese la creatura inchinandosi appena.

“Cos’è questa strana cosa?” Daisy era sconvolta.

“Un elfo domestico, Dix saluta i signori Evans…”

“Piacere Signori…” disse la creatura esibendosi in un profondo inchino.

“Dix… di sopra ci sono una decina di scatoloni… potresti portarli a casa?” chiese gentilmente Enif.

“Sì, Dix può farlo, Padroncina. Dix può anche disfare gli scatoloni nella stanza della Signorina…”

“Grazie Dix…”

“Allora Dix porta tutto a casa…”chiese come conferma la creatura.

“Sì.” L’elfa scomparve e sentirono alcuni rumori al piano di sopra, poi il silenzio.

“Bene… ora manchiamo noi… spero i ragazzi tornino presto…” sospirò Lily sedendosi su una sedia, si prese la testa tra le mani, un solo pensiero nella testa “Non puoi farmi questo Severus…”.

 

James correva a perdifiato aveva quasi perso la speranza quando vide una figura vestita di nero voltare l’angolo. Accelerò il passo  raggiungendo la figura. Piton si era immobilizzato non appena aveva sentito i passi di James.

“Voltati Mocciosus!” disse il ragazzo puntandogli la bacchetta alla nuca “E niente scherzi!” Piton alzò le braccia mostrandogli di essere disarmato.

“Voltati!” James tremava di rabbia. Severus si voltò lentamente un ghigno sul viso.

“Che succede Potter, ti mancavo così tanto che sei venuto a cercarmi a casa?” chiese accennando alla casa dietro di lui.

“Che ci facevi davanti casa di Lily?”

“Ti sbagli, la casa della Evans non la vedo da anni… sua madre tiene ancora il calendario con le torte accanto al frigorifero?” chiese innocentemente.

“Non farmi rimpiangere di averti salvato la vita quattro anni fa…”

Severus ghignò appena.

“Ho recapitato un messaggio… tutto qui…” James impallidì abbassando di poco la bacchetta, Severus ne approfittò, mise la mano in tasca estraendo la bacchetta e James si ritrovò sbattuto contro il muro della casa di fianco.

“Incantesimi non verbali… ricordi Potter… ringrazia che non ti do il colpo di grazia avrei un paio di maledizioni da sperimentare…” James si massaggiò appena la testa fissandolo stordito.

“Ma non oggi… porta via la Tua Evans, Potter… prima che qualcuno si accorga di lei…” disse allontanandosi verso casa.

“Perché?”

“…” l’ex-Serpeverde non rispose fermandosi appena, poi riprese a camminare. James si alzò frastornato. Barcollò per qualche metro.

“Jamie!” Sirius lo sostenne.

“Sir…”

“Che c’è? Hai incontrato Mocciosus ti ha fatto qualcosa?”

“No… io… ho solo avuto un giramento di testa…” disse rimettendosi in piedi. “Porta via la tua Evans… prima che qualcuno si accorga di lei…” le parole di Piton gli rimbombarono nelle orecchie.

“Portiamo a casa Lily…” disse serio.

 

Quando arrivarono a casa Evans, Lily li aggiornò sulla strilettera.

“Non credo abbiano già tracciato la casa… sennò ci sarebbero già addosso… forse ai tuoi non serve andar via…” cominciò James.

“Ma che stai dicendo James! Non permetterò che rischino…”

“È il motivo per cui devi andare via adesso… appena te ne vai metto qualche incantesimo protettivo sulla casa e stasera ne parliamo alla riunione… è inutile farsi prendere dal panico…”

“Sono d’accordo con James, tesoro…” cominciò il signor Evans.

“Ma papà!”

“Non preoccuparti sono convinto che non ci troveranno… ti avvertiremo se vedremo qualcosa di strano e terremo gli occhi aperti…”

Lily osservò gli occhi del padre e lo sguardo di James, annuì poco convinta.

“Va bene… va bene andiamo…”

Lily abbracciò la madre.

“Scusa mamma… credo proprio che non potrò venire ogni domenica…” la voce di Lily era preoccupata. La donna la strinse a se.

“Non preoccuparti tesoro… fammi solo sapere che stai bene…”

“Lo farò…”

Lily si staccò dalla madre guardando il padre negli occhi. L’uomo la strinse a se.

“Abbi cura di te, principessa…”

Lily guardò Enif, la ragazza le porse la mano e si smaterializzarono assieme. James e Sirius rimasero ancora una decina di minuti installando i nuovi incantesimi  di protezione.

“Spero di rivedervi presto, signori Evans…” disse James stringendo la mano alla signora Evans che di tutta risposta lo abbracciò con le lacrime agli occhi. Harold gli portò una mano sulla spalla.

“Ti affido il mio tesoro più caro James… abbine cura…”

“Sissignore…”

Detto questo James e Sirius si allontanarono per le strade di Weston… giunti abbastanza lontano si smaterializzarono comparendo a Faulkbourne Hall.

 

Benvenuti spero che questo primo capitolo del seguito di Safely sia di vostro gradimento ^^ Spero inoltre di trovare nuovi lettori e sopratutto di sentire le vostre opinioni! ^^

Ciao

Mirwen

   
 
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