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Autore: Sisya    17/02/2010    12 recensioni
- Allora? - lo incalza Arthur, spazientito, distogliendolo dai suoi pensieri.
- Non è come sembra... - riesce a mormorare Merlin, senza nemmeno illudersi di suonare convincente.
- Te l'ho già detto, mi pare. È esattamente come sembra, invece. Ti hanno visto. Ci sono dei testimoni! -
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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5 Steps to come out of the closet



Step One.
~
to admit defeat
(riconoscere la sconfitta)




Arthur irrompe nella camera con tanta foga che Merlin non può impedirsi di trasalire.
- Adesso basta! Non puoi più negarlo stavolta! - esclama puntandogli contro un indice - Sei stato visto! Ci sono delle prove.-
Il giovane stregone avverte la familiare sensazione di panico avvinghiarsi alla bocca dello stomaco, le tempie prendono a pulsare. Come?, si chiede, gli occhi che si dilatano di sgomento nel riflettersi in quelli di Arthur, ricolmi d'accusa. Deglutisce, indietreggiando impulsivamente quando Arthur fa per avvicinarsi. Il biondo si blocca, accigliandosi nel notare la sua reazione e la paura incontrollata nello sguardo.
- Ebbene? Cos'hai da dire al riguardo? - sbotta Arthur, incapace di trattenersi oltre ad osservare Merlin che lo fissa come un animale in trappola.

- Cos'ho da...? Io... - tenta di replicare lui, scuotendo la testa, aprendo la bocca per spiegare. Ma si rende conto che non sa da dove cominciare, non ha la minima idea di come affrontarlo, non così, e pur sapendo che non potrebbe esserci soluzione peggiore, rimane lì, colpevole ed esitante sotto lo sguardo inquisitorio del suo principe, domandandosi cosa sia stato a tradirlo. Eppure davvero non capiva. Erano stati dei giorni relativamente tranquilli (certo, a parte il fatto di essersi ritrovati un troll a vagare per il castello come nuova regina di Camelot, ma questo era ormai da considerarsi ordinaria amministrazione), non aveva utilizzato così spesso la magia, se non quando chiuso nella propria stanza aveva lasciato che uno straccio incantato a dovere lucidasse armature varie al posto suo.
- Allora? - lo incalza Arthur, spazientito, distogliendolo dai suoi pensieri.
- Non è come sembra... - riesce a mormorare Merlin, senza nemmeno illudersi di suonare convincente.
- Te l'ho già detto, mi pare. È esattamente come sembra, invece. Ti hanno visto. Ci sono dei testimoni! Tu sei indubbiamente, inequivocabilmente venuto fuori da quell'armadio! È così! Non provare a negarlo! Tu sei uscito dall'armadio di Lady Cathrin– insomma, di quel troll! - Merlin lo fissa per qualche secondo, a corto di fiato. Ecco. È la sua fine, lo sapeva. Arthur ha scoperto che lui è... un attimo, che cosa?
Sbatte le palpebre, confuso. Deve trattarsi di uno scherzo.
- Come, prego? - chiede infine, visto che la faccia di Arthur continua a rimanere seria - Sire...? Non... - prende fiato - Non capisco. -
- Ora finalmente mi è tutto chiaro! Prima ti nascondi sotto il mio letto, poi tenti di abbracciarmi osando insinuare che io volessi abbracciare te! Per non parlare di quando ti ho trovato con quel... quel vestito! Ah, ma ora è inutile che fai il finto tonto, sai! Non me ne andrò di qui finché non ti deciderai a confessare - e incrocia le braccia al petto, impuntandosi - Avanti! Sto aspettando. - Merlin ormai ne è completamente certo. Il futuro erede al trono di Camelot è uscito fuori di senno.
- Ma confessare cosa? - esclama sbalordito.
- Lo sai - ribatte prontamente Arthur tagliando ogni ulteriore protesta.
Si squadrano, uno sospettoso, l'altro incredulo. Poi Merlin lascia cadere le spalle, e la tensione si allenta.
- No, un attimo, fatemi capire bene - esala premendosi una mano su una tempia - Solo perché avete sentito dire che sono uscito da un armadio, avete supposto che...? -
Arthur annuisce con estrema convinzione, e Merlin nell'osservarlo tenta di sopprimere un sorrisetto assolutamente spudorato.
- D'accordo, va bene, come vi pare... - sospira, agitando in aria una mano con gesto vago - Lo ammetto. Avete ragione voi. Soddisfatto? -
Gli occhi del principe si sgranano stupefatti. È evidente che non si aspettava una tale arrendevole e deliziosa capitolazione. Non può credere alle sue orecchie. Un sorriso trionfante e canzonatorio gli curva le labbra piene. Ha di che beffarsi del suo servitore nei secoli a venire, è meglio di quanto avesse mai osato sperare.
- E quindi? - domanda Merlin, strappandolo ai suoi pensieri.
- Quindi... cosa? - fa lui, aggrottando la fronte.
- Intendete chiedermi qualcosa al riguardo? -
- …ah? Ehm. Beh, no. -
- D'accordo, Sire. - risponde Merlin stringendosi nelle spalle con calcolata noncuranza. Il sorriso borioso si incrina pericolosamente, e Arthur ridacchia per allontanare il nervosismo. Ma Merlin stavolta non ha intenzione di lasciar perdere, o di lasciare dei sottintesi. Non con qualcosa di così importante. Anche a costo di strappargli con le unghie quella maschera arrogante dalla faccia e costringerlo a considerare i fatti. Perché ci sono dei fatti da considerare, che gli piaccia o no. - Posso azzardarmi a fare un'ipotesi? Magari la verità, Sire, è che avete cambiato idea. Magari vi siete reso conto che volete quell'abbraccio, ma siccome preferireste rimanere un mese alla gogna piuttosto che chiedermelo, avete deciso che l'unico modo era mettere me con le spalle al muro, tanto per cambiare. Con questa scusa patetica, poi. Sinceramente, è qualcosa di davvero, davvero meschino. - le mani gli tremano leggermente, ma gli dà in fretta le spalle così che l'altro non lo noti.
Il sorriso di Arthur adesso è scomparso, e questo comunica a Merlin di aver appena fatto centro.
- Andiamo, questo... questo è ridicolo. Perché mai avrei voluto...? -
- In tal caso non vedo come quello che faccio o non faccio possa riguardarvi. Oppure mi sbaglio? -
E per la prima volta, Arthur rimane a corto di parole. Lo sguardo di Merlin adesso è fastidiosamente consapevole.
Sente le guance più calde. Non gli piace affatto la piega che ha preso l'intera situazione, nemmeno un po'.
- Sei un idiota - borbotta infatti – e dovrei spedirti di filato alla gogna, così ti passerebbe la voglia di fare ipotesi. -
- Senti - replica Merlin esasperato, passando al tu senza rendersene conto e allargando le braccia - Perché invece non la pianti per una volta e vieni qui? -
Arthur si irrigidisce visibilmente, accigliandosi.
- Qui...? Qui dove, scusa? -
Merlin avverte le guance andare a fuoco, si morde un labbro con furia.
- Avete capito - borbotta sottovoce. Vede gli occhi di Arthur spalancarsi, e teme di essersi spinto davvero troppo in là, ma poi accade qualcosa.
Viene afferrato in modo brusco per un lembo della rozza camicia, e la guancia di Arthur struscia contro la sua. Lo sente inspirare cautamente a pochi pollici dal suo orecchio, la colonna vertebrale si tende in risposta a quel nuovo stimolo. Oh.


Non saprebbe dire con esattezza quando sia accaduto.
Innamorarsi di Arthur, e ancora di più scoprire di essere innamorato di Arthur.
Forse in una delle tante battute di caccia nel bosco, seguendo le sue orme e ripetendo i suoi gesti, gli occhi fissi sull'ampia schiena che lo precedeva. Forse chino sui tomi polverosi di Gaius, faticando a concentrarsi sulle formule perché distratto dal pensiero costante di lui. Forse vedendolo pallido come un morto disteso sul pavimento, pregando dentro di sé che l'antidoto funzionasse. Perché, si era detto, quanto sarebbe stata noiosa e vuota, la sua vita, senza quello scemo che gliela rendeva un inferno, eppure allo stesso tempo lo faceva sentire innegabilmente suo – suo servitore, suo amico, suo e basta –, o forse vedendolo aiutare una giovane contadina a portare un cesto pesante, e avvampare poi infastidito nel rendersi conto che Merlin lo stava fissando, dandogli dell'idiota e spedendolo a pulire di nuovo le stalle. Forse nel sentirlo ridere, forse nel sentirsi gratificato da quelle rare occhiate di affetto sincero che gli rivolgeva alle volte... perché Arthur sotto certi aspetti era ingenuo, dopotutto, in un modo quasi disarmante. O forse realizzando che in tutti quei mesi passati a imparare a conoscerlo e ad accettarlo, difetti compresi, Arthur aveva fatto esattamente lo stesso.


Si rende conto che lo sta abbracciando. Arthur lo sta abbracciando.
Rimangono entrambi in silenzio, i respiri trattenuti, tesi in quell'estraneo tipo di contatto, assorbendone la novità che comportava. Le spalle del biondo si rilassano in modo impercettibile e Merlin prova a farsi più vicino, appoggiando cauto il mento sulla sua spalla. Si sente stupido, immensamente, ma ha una mezza idea che anche Arthur non sia in condizioni tanto migliori delle sue. Ma cosa diamine stanno facendo? Come sono arrivati a... beh, a questo?
- Allora... - chiede dopo qualche secondo, esitante - Com'è? -. Sono ancora rigidi come due pezzi di legno e, sinceramente, non è un granché. La sensazione è talmente imbarazzante da dare quasi fastidio. Sente il disagio di Arthur addosso a sé come un prurito, ed è seriamente tentato di scostarsi e ammettere che non è stata affatto una buona idea, e proporre di andare avanti come se nulla fosse accaduto, ignorando l'incidente. Non che sia un grande esperto in materia, ma almeno sa che non dovrebbe essere così. La sensazione è completamente sbagliata. È un abbraccio che sa di apprensione, e scomodità. Non è affatto come se lo era immaginato. Non che avesse passato del tempo a immaginarselo, ovvio. Beh, non troppo, perlomeno.
- Sei tutto spigoli, Merlin - sbuffa l'altro nel suo orecchio con tono supponente - Come vuoi che sia? -
Passa qualche altro secondo di silenzio, e Merlin sa perfettamente che non avrà mai più il coraggio di guardarlo in faccia.
- Sire, potreste...? Tocca a voi ehm … scostarvi. Potreste...? -
- A me? No, affatto. Fallo tu, Merlin. È stata tua l'idea, no? - ribatte lui divertito.
- Ma io... non... fatelo voi, insomma! - la sua voce ha una nota stridula che lo fa vergognare, e si affretta a tacere.
L'intera situazione sta sfiorando livelli assurdamente alti di stupidità, e se ne rende conto benissimo. Sente Arthur che alla fine non ce la fa più a trattenersi e scoppia a ridere contro la sua nuca, il respiro dritto sul collo gli manda una scarica piacevole giù per le vertebre, e finalmente tutta quanta la tensione tra loro si sgonfia. Le braccia di entrambi ricadono lungo i fianchi con rassegnata facilità.
I due rimangono a fissarsi per qualche istante, sorridendo nervosi e imbarazzati.
- Beh... - esala Merlin alla fine - Direi che... ehm. Non funziona. Bene. Insomma. Con permesso, Sire, io... - una scusa, una scusa qualsiasi, implora al suo cervello, una scusa per congedarsi da questo enorme pasticcio. Ma i pensieri caotici che gli ronzano in testa non vogliono collaborare, anzi, lo lasciano sull'orlo dello stordimento.
- Merlin. Aspetta. Posso... provare in un altro modo? - lo interrompe Arthur d'impulso. È stato Merlin a fare il primo passo, e forse ora è giusto che il secondo tocchi a lui. Perché tutto sommato, forse un minimo di fondamento quell'ipotesi l'aveva. Merlin sgrana gli occhi, sorpreso, ma annuisce.
La mano di Arthur si avvicina al suo viso con lentezza estenuante, Merlin sbatte le palpebre e deglutisce, costringendosi a respirare normalmente.
Le punte delle sue dita lasciano un formicolio leggero sotto pelle, mentre Arthur, sperimentando, gli fa scorrere una mano tra i capelli, un accenno di carezza impacciata e assurdamente tenera. L'erede al trono ha arricciato le labbra, come temendo una sua reazione, eppure non si ferma. Quando Merlin muove leggermente la testa andando incontro alle sue dita, e chiude gli occhi con un mormorio incomprensibile, Arthur non può davvero impedirsi di sorridere. E finalmente, gli prende il viso tra le mani e lo bacia. Cedevoli, assecondandosi a vicenda, le labbra si socchiudono una sull'altra, irriverenti e tumide. Non è come baciare una ragazza. Non ha niente di delicato o femminile, ma un sapore del tutto diverso. Eppure la pelle delle guance e del collo è inaspettatamente liscia, e odora di buono. E i mugolii soffocati che gli salgono dalla gola lo fanno tremare. Gli piace. È spaventosamente vicino a qualcosa a cui potrebbe benissimo abituarsi.
- Meglio? - gli soffia direttamente in faccia, godendosi il piccolo brivido che corre lungo la schiena dell'altro.
Con le dita sparse nei suoi capelli biondi, Merlin ride piano contro la sua bocca, annuendo, e la testa di Arthur si svuota.
Stavolta è esattamente come dovrebbe essere.





Nel mondo LGBT l'espressione ''coming out'' è usata per indicare la decisione di dichiarare apertamente la propria omosessualità o la propria identità di genere. Questa espressione deriva dalla frase inglese coming out of the closet ("uscire dal ripostiglio" o "uscire dal nascondiglio", ma letteralmente "uscire dall'armadio a muro"), cioè "uscire allo scoperto". In italiano è stato tradotto come "uscir fuori" (ad esempio: "a che età sei uscito fuori?") e "venir fuori", ma le forme italiane non sono riuscite a prevalere su quella inglese, a differenza di quanto è accaduto con altre lingue come con lo spagnolo ''salir del armario'' e il francese ''sortir du placard''. L'espressione abbreviata comunemente usata, coming out, ha un contenuto ironico, in quanto era – e in parte è ancora – l'espressione usata per indicare il "debutto in società" di una giovane adolescente, di solito al ballo delle debuttanti – (preso da Wikipedia)


Non sono riuscita a trattenermi. Seriamente.
Le puntate incriminate sono la 2x06 Beauty and the Beast, e la 2x12 the Fires of Idirsholas, in cui Merlin in ciascuna entra ed esce fuori da un armadio xD E conoscendo il modo di dire mi sono ritrovata letteralmente a rotolare per terra x°D ovviamente non sarà stata una cosa voluta (almeno credo O.o ehm) ma in fondo noi fan viviamo anche di subtext, no? Mica mi si può mettere una cosa così sotto il naso e poi pretendere pure che la ignori xD Ovviamente la fic è tutta giocata sul doppiosenso, spero solo di non esser stata troppo confusionaria, mi rendo conto che all'inizio uno può benissimo non capirci niente xD – ultima cosa, ebbene sì, questa sarà una raccolta! Mi sono fatta prendere la mano, è colpa di questi due che sono troppo adorabili e io non resisto *O* Visto che ormai siete arrivati fin qui, lasciatemi un commentino e fatemi sapere se vi è piaciuta o se è il caso di farmi ricoverare d'urgenza x°D un bacio.


  
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