Anime & Manga > Ranma
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Autore: GiulyMad94    05/03/2010    20 recensioni
Nel bel mezzo di una calda notte estiva, un ragazzo molto sfortunato, che tutti conosciamo bene, si risveglia dentro ad una barchetta, in una grotta ignota e con la sua fidanzata addosso... Dopo i soliti e svariati battibecchi, che la sua dolce metà si diverte spesso ad iniziare, egli comincia a sentire una strana musica... "Baciala!" dice la canzone. «Eh? Baciare chi?»
Genere: Commedia, Comico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Mi sono appena registrata e questa è la prima fan-fiction che pubblico, orsù se mai sorgerà qualche (im)probabile problema tecnico o regolamentare possiamo ovviamente attribuirlo alla mia inesperienza... <__<

Storia della nascita della fic:

Tanto tempo fa... In una terra lontana lontana...

*Canto dei grilli e qualche russare di sottofondo*

Okay, facciamola meno lunga, va'... Qualche giorno fa, tornando dalla gita scolastica in pullman, mi è venuta voglia di risentire alcune canzoni della Disney che ho meticolosamente sistemato nel mio iPod in tempi antichi e innominabili. Mi sono imbattuta dunque nella fantastica canzone della Sirenetta, cantata dal mitico Sebastian, intitolata "Baciala". Come tutti saprete, l'ispirazione arriva quando meno la si aspetta... E così accadde che la mente bacata della sottoscritta cominciasse a lavorare su questa storia... Maledizione alle gite scolastiche, eh? XD

Ma ora bando alle ciance! Spero vi divertiate a leggerla quanto io mi sono divertita a scriverla!


 

  

Coraggio, Ranma... Baciala!


 

Era una notte tranquilla. Il cielo era terso e puntellato da una miriade di stelle luminose e in alto, proprio al centro, splendeva uno spicchio di luna calante la cui immagine si rifletteva perfettamente sulla liscia superficie dell'acqua del mare. Il silenzio regnava e la spiaggia sabbiosa era deserta. A quell'ora tutti stavano dormendo beatamente nei propri letti. O almeno, quasi tutti.

I raggi della luna filtravano debolmente attraverso i fori, più o meno grandi, nelle pareti della grotta creatasi nella scogliera. Una grotta alquanto insolita. Essa era infatti adornata da canne di bambù, ninfee che galleggiavano sull'acqua, rami di salici piangenti che pendevano dal soffitto e numerose lanterne blu e rosse poste sulle rocce.

Una moschina cominciò a svolazzare attorno alla piccola imbarcazione che galleggiava proprio al centro della grotta e decise di posarsi proprio sul naso del ragazzo che ci sonnecchiava dentro. Questo, infastidito, la cacciò via con una mano ed aprì leggermente gli occhi ancora intontito. Subito si rese conto di avere una visibilità molto ridotta. Girò la testa per ampliare un po' la sua veduta ma un'improvvisa fitta alla nuca gli fece fare una smorfia. Si ritrovò a fissare il soffitto roccioso della grotta. Un cipiglio confuso apparve sul suo viso.

“Ma dove sono?!” pensò Ranma girando la testa a destra e sinistra ma trovando sempre e solo le pareti della barca.

Accigliato, tentò di mettersi a sedere ma qualcosa glielo impedì ed improvvisamente avvertì una strana sensazione di pericolo. Pregando i kami di sbagliarsi, Ranma abbassò timoroso la testa per identificare cosa, o peggio chi, lo teneva bloccato a pancia in su dentro quella barca. Improvvisamente, sentì le sue guance ardere e le sue pupille dilatarsi sconvolte. Certo se lo aspettava, ormai aveva imparato a convivere con la possibilità di svegliarsi in situazioni poco consone come quella, ma lei addormentata su di lui con indosso solo una canottiera e delle mutandine, era davvero troppo per il suo povero cervello!

Ranma deglutì cominciando a sudare freddo. Se Akane si fosse svegliata trovandosi sopra di lui in quella posizione ambigua e mezza nuda, chissà cosa avrebbe pensato! Il ragazzo prese a raccolta tutta la calma e il sangue freddo che gli rimanevano.

“Ragiona, Ranma... Come ci sei arrivato fin qui?”

L'ultima cosa che ricordava era che stava tornando in camera sua dal bagno solo che non gli pareva di essere mai arrivato al suo letto. Qualcuno doveva averlo stordito e poi portato in quella grotta, ciò avrebbe almeno spiegato la fitta alla testa. Ma perché Akane? Perché? Se volevano fargli uno scherzo, cosa ci faceva anche lei lì con lui? Faceva forse parte di quella messinscena?

La ragazza mugolò nel sonno qualcosa di incomprensibile e si rannicchiò maggiormente su di lui facendogli andare in tilt il cervello. Del fumo cominciò ad uscire dalle orecchie di Ranma. Rosso come solo lui può, guardò la sua fidanzata e si ritrovò a fissare nella scollatura generosa della sua canottiera. Akane amava dormire comoda, quindi niente reggiseno, e quella notte estiva era piuttosto calda, dunque perché mettere il pigiama?

Ranma prese un bel respiro profondo e fece ricorso a tutta la sua forza di volontà per rivolgere di nuovo lo sguardo al soffitto. Doveva esserci un modo per uscire da quella scomoda situazione!

“Forse potrei riuscire a spostarla senza svegliarla... E' rischioso ma in questo momento è l'unica cosa che mi viene in mente!” pensò determinato.

Cautamente liberò il braccio che era bloccato dal corpo di Akane e lo poggiò sulla schiena della ragazza per non farla cadere. Con l'altro stese la sua gamba, che era piegata sul suo stomaco, e lentamente si mise seduto liberandosi da lei e appoggiandola dolcemente sul fondo della barchetta per non svegliarla. Si fermò sopra di lei ad osservare il suo viso addormentato e rimanendone incantato. I capelli scuri un po' spettinati sul viso le davano un'aria un po' birichina e il lieve sorriso sulle sue labbra diceva che probabilmente stava sognando qualcosa di piacevole.

Troppo preso nell'ammirarla, non si accorse che Akane aveva cominciato a muoversi leggermente. Fu consapevole della tempesta in arrivo solo quando si ritrovò a fissare dentro a degli occhi castani molto sorpresi.

«R-Ranma?» balbettò confusa arrossendo.

«E-ecco... N-non è c-come sembra....» ridacchiò lui nervoso ma già consapevole che non sarebbe servito a niente.

Akane sbatté le palpebre un paio di volte per svegliarsi completamente e valutò la situazione. Stava distesa chissà dove sotto il suo fidanzato... Mezza nuda. Cosa c'era da valutare? Una vena cominciò a pulsarle sulla tempia mentre lei si scroccava le nocche minacciosamente.

«Maniaco!!!» gridò mollandogli un pugno sotto il mento e alzandosi in piedi furiosa.

La barca ondeggiò e Akane perse l'equilibrio. Ranma la afferrò prima che cadesse in acqua.

«Lasciami, pervertito!» strillò allontanandolo da lei riluttante.

«Akane! Ascoltami, ti prego! Non è come credi!» cercò di spiegarsi lui.

«Non è come credo?! Allora ti prego, spiegami che cosa ci faccio su una barca in una grotta sconosciuta nel bel mezzo della notte... assieme a te!!!» lo sfidò lei infervorata.

L'ultima parola di Akane rimbombò un paio di volte sulle pareti rocciose. Ranma si impuntò.

«Akane, mi sono svegliato in questa barca anche io! Non so chi ci abbia portato qui! E poi... Insomma, come puoi pensare che io voglia fare chissà cosa con un maschiaccio violento e privo di sex-appeal come te?!» chiese beffardo Ranma incrociando le braccia al petto.

Forse fu solo una sua impressione ma gli parve che la barca avesse cominciato a tremare minacciosamente prima di ricevere sulla testa il potente pugno "made in Akane".

«Stupido!!!» sbottò lei dandogli la schiena.

«Ahia! Mi hai fatto male!» si lamentò lui massaggiandosi la testa.

Akane si girò incenerendolo con lo sguardo.

«Te lo meriti!» lo canzonò facendogli la linguaccia.

Ranma stava per replicare quando il suo sguardo scivolò nella scollatura della canottiera di Akane che lasciava intravedere quasi tutto il suo seno. Si sentì avvampare. Sapeva che così facendo si stava scavando la tomba da solo ma non riusciva a distogliere gli occhi da lì.

Akane notò la sua espressione da ebete e seguì il suo sguardo. Si coprì subito con le braccia rossa di vergogna.

«Maialeee!» urlò assestandogli uno schiaffo che riecheggiò per tutta la grotta.

«Ma sei impazzita?!» sbottò lui ridestandosi.

«Stupido e schifoso pervertito! Siamo chissà dove e tu pensi solo a guardarmi?! Vergognatiiiii!» strillò Akane.

«I-io non ti stavo guardando!!! E... E p-poi... S-sei tu che sei una scostumata!» replicò lui ancora rosso.

«Perché tu, scusa? Sbaglio o sei solo in boxer?!»

Ranma si guardò e in effetti Akane aveva ragione.

«C-cosa c'entra? Io sono un uomo!»

«Sei lo stesso mezzo nudo! E comunque, stanotte fa molto caldo! Cosa ne sapevo io che mi sarei ritrovata qui con te?! Quando vado a dormire non mi vesto mica per andare ad una sfilata!»

«Okay, va bene, va bene! Finiamola con queste sciocchezze! Pensiamo piuttosto ad un modo per uscire da qui!» propose Ranma.

Akane si sedette sulla panchina all'interno della barchetta e si guardò intorno indispettita. Non poteva scappare perché era circondata dall'acqua ma non poteva neanche rimanere lì con quel pervertito del suo fidanzato. Sospirò sconsolata: era in trappola. Con la coda dell'occhio guardò Ranma che si massaggiava le tempie immerso in chissà quali pensieri. Abbozzò un sorrisetto, probabilmente si stava scervellando per trovare una via di fuga. Tornò ad esaminare la grotta meno imbronciata e si accorse solo in quel momento che c'erano almeno una ventina, se non di più, di lanterne che emanavano una luce soffusa e illuminavano discretamente le ninfee che erano disposte in modo armonico e tutte le piante sinuose e morbide che costeggiavano il laghetto. Il tutto creava un'atmosfera molto tranquilla. Poi, una cosa che non aveva notato prima. Una canna di bambù era più corta delle altre e sembrava come se qualcuno l'avesse morsa. Le venne in mente un certo panda goloso.

«Ranma, credo di sapere perché ci troviamo qui...» mormorò Akane senza guardarlo.

«Sì anche io. Qualcuno deve averci fatto uno scherzo!» borbottò Ranma.

«Vedila come vuoi, ma secondo me sono stati i nostri genitori...»

«Che intendi dire?» chiese perplesso.

«Be', lì c'è una canna di bambù morsicchiata...» rispose lei indicando un punto con il dito.

«E quindi?» domandò lui individuando la pianta.

«Non ti viene davvero in mente niente?»

Ranma ci pensò su un momento e poi ebbe l'illuminazione.

«Giusto! Mio padre si trasforma in un panda e i panda mangiano le canne di bambù! Sì, ma cosa c'entra?» chiese accigliato.

Akane cadde a gambe all'aria. Perché Ranma non riusciva a fare nemmeno due più due? Si risedette composta.

«C'entra perché quella canna di bambù l'ha mangiata tuo padre, stupido! Chi vuoi abbia una così fervida immaginazione da intrappolarci in una grotta su una barchetta minuscola mentre dormiamo? Solo i nostri genitori, Ranma» disse esasperata.

Ranma ragionò un secondo. In effetti come ragionamento non stava male. Akane si guardò le ginocchia un po' imbarazzata.

«Inoltre... La barca, le luci soffuse, la grotta, s-solo io e te... Non credi che sia un'atmosfera un po', come dire, r-romantica? O... O a-almeno dovrebbe, s-suppongo...» azzardò arrossendo un po'.

Ranma si guardò intorno. Erano stati talmente tanto presi a litigare come al solito che non avevano notato prima quanto fosse anormale quella grotta.

«S-sì...» rispose mentre le sue guance si tingevano leggermente di rosso.

«P-probabilmente vorranno... Be'... E-ecco... C-che noi... S-sì, i-insomma...»

Guardandola balbettare come una ragazzina, Ranma sentì l'impulso di abbracciarla. Scuoté la testa per liberarsi di quel pensiero tanto assurdo.


 

Nell'angolo più buio della grotta l'acqua cominciò ad incresparsi fino a che un panda ed un uomo baffuto non ne sbucarono fuori.

«Guardali, Saotome! Lo sapevo io che era una buona idea!» esclamò entusiasta Soun sputando la canna di bambù che aveva usato per respirare sotto acqua.

Genma-panda mangiò la sua e tirò fuori un cartello che diceva: "Ma se quando te l'ho proposto ti sei messo a sbraitare dicendo che non avrebbe mai potuto funzionare?!"

«Questo era prima, amico mio... Le cose cambiano...»

Il panda scrollò le spalle e poi sbadigliò.

«Direi che è ora di cominciare con la musica!»

Genma annuì solennemente e tirò fuori un registratore. Inserì una cassetta e premette il pulsante play.

«Percussioni... Archi...» ordinò Soun con una voce molto sensuale. «Piatti...»


 

Ranma sentì improvvisamente dei tamburellini suonare seguiti subito da una melodia che non aveva mai sentito. Si guardò intorno confuso.

«Ranma? T-tutto bene?» chiese Akane vedendolo perplesso.

«Uh? Ehm, sì... Ma non la senti anche tu questa musica?»

Akane si mise in ascolto ma tutto ciò che riusciva a sentire era solo il rumore delle onde fuori dalla grotta.

«Io non sento niente, Ranma...»

Ranma tentò di rilassarsi un momento.

“Ma che mi prende? Ora mi immagino persino i tamburi e i violini che suonano? Forse mi hanno drogato prima di lasciarmi qui...”


 

«Lei ti è accanto...» ♫


 

Ranma sobbalzò. “No... Anche la voce profonda che canta, no!”

Akane guardò sbigottita il suo fidanzato mentre strabuzzava gli occhi sconvolto e si guardava intorno agitato.


 

«Se ne sta seduta lì...» ♫


 

Ranma si irrigidì e roboticamente voltò la testa verso Akane.


 

«Non sa cosa dire ma i suoi occhi ti parlano...» ♫


 

Sì. Gli occhi di Akane gli chiedevano se stava bene e se per caso non fosse pazzo.

«Ranma? Ma cosa ti prende?»

«Ah... Ehm... M-ma davvero non senti niente?» insisté Ranma.

«No...» rispose lei cauta. C'era qualcosa che non andava.


 

«E tu lo sai che vorresti darle un bacio e allora...» ♫


 

«Sicuro di non avere la febbre?»

Akane gli si avvicinò e mise una mano sulla sua fronte. Ranma si inclinò un po' con il busto e si ritrovò a fissare le sue labbra.


 

«Baciala!» ♫


 

Ranma perse l'equilibrio e cadde all'indietro portando con sé Akane. La barchetta ondeggiò e la musica continuò.


 

«Lei... Ti piace...» ♫


 

Akane si rialzò di qualche centimetro da Ranma e lo guardò tra il perplesso e l'imbarazzato. Lui intanto la fissava con la bocca aperta e un cipiglio stravolto.


 

«Tanto, tanto da morir...» ♫


 

Ranma strabuzzò gli occhi ancora di più. Persino il coretto si era aggiunto adesso? Ma che cosa gli avevano dato per fargli sentire quelle cose?!

Akane si rialzò rossa in viso e si sedette sui talloni. Lui si tirò su ancora sconvolto e la osservò torcersi le dita imbarazzata.


 

«Forse tu le piaci ma lei non sa come dirlo...» ♫


 

Akane alzò lo sguardo su di lui e poi lo riabbassò subito abbozzando un sorrisetto. Ranma prese un attimo in considerazione le parole della canzone.

“Possibile?”


 

«Ma non servono le parole, sai, allora... Baciala!» ♫


 

«R-Ranma!» esclamò Akane sorpresa.

Ranma si accorse di essersi avvicinato a lei spinto dal ritmo e le parole della canzoncina ed arretrò imbarazzato fino al bordo della barca. Peccato che lui pesasse più di Akane che era dalla parte opposta.

«Aaah! Stupido!!! Così ci rovesceremo! Torna qua!» gridò lei terrorizzata.

Lui obbedì e la barca tornò dritta. Nel panico lei si buttò tra le sue braccia e lui, istintivamente, le cinse le spalle. Akane alzò lo sguardo e si perse in quello blu di Ranma.


 

«Saotome... Funziona!» esultò Soun.

«Bo-bo!» rispose il panda.

«Dai... Ora canta con me!»

Giulivo, Genma aprì la bocca ma venne fermato da Soun.

«No, anzi... Continua a fare il DJ... Forse è meglio...» constatò.

Il panda mugolò afflitto e riprese a fissare mogio lo stereo.


 

«Shallallallallallalla, il ragazzo è troppo timido...» ♫


 

“E-ehi! I-io non s-sono t-timido!” protestò Ranma nella sua testa turbato da quelle parole e lanciando delle fugaci occhiatine a destra e sinistra alla ricerca della fonte del suono.


 

«Coraggio... Baciala!» ♫


 

Ranma deglutì. Perché doveva baciare Akane? Insomma, dov'era scritto? Quella canzone lo stava confondendo! Si ritrovò a guardare le labbra rosse della fidanzata ancora tra le sue braccia.

“I-io non d-devo ba-ba-ba... Baciare p-proprio nessuno!”


 

«Shallallallallallalla, non lo fa! Ma che peccato se insiste lui la perderà...» ♫


 

“P-perdere... Akane?”

«R-Ranma?» lo chiamò Akane.

«S-sì?» fece lui teso come una corda di violino.

«S-stai bene?» gli domandò.

Ranma aprì la bocca ma non riuscì a rispondere. Cosa avrebbe pensato di lui se le avesse rivelato che una canzone che sentiva solo lui voleva che la baciasse?

La musichetta allegra continuava a tormentarlo. Cosa si erano aggiunti ora? Dei flauti? Ah, beh... Ormai.


 

«Saotome... Tocca a te! Ora c'è il pezzo strumentale!» annunciò Soun con una luce negli occhi.

"Vado!" disse il cartello del panda.

Soun gli porse una canna di bambù e lui se la mangiò.

«Genma! La devi usare per respirare sotto acqua, maledizione!» imprecò sotto voce l'uomo.

Il panda fece un sorrisetto innocente e tirò fuori un'altra canna di bambù. Se la infilò in bocca e sparì sotto acqua. Soun si strofinò le mani impaziente.


 

«S-sì... E'... E' tutto a posto...»

«Sicuro? T-ti vedo un po'... Strano...»

«S-strano? Umpf! N-non dire sciocchezze, Akane! Eheh!»

La barca cominciò a muoversi pericolosamente. Akane gridò spaventata e si aggrappò alle spalle nude di Ranma per non finire in acqua. Lui la strinse e cadde seduto con lei tra le gambe. La barca si fermò.

«Tutto bene, Akane?» domandò allontanandola un po' da sé per vederla in faccia.

«S-sì... M-ma cosa è stato?» chiese guardandosi intorno.

«Non lo so... Ci dev'essere qualcosa nell'acqua! Forse è il caso se vado a vedere...»

«No!» lo interruppe Akane agitata.

Ranma la guardò interrogativo.

«C-cioè... R-resta qui... N-non sarà niente!» balbettò lei abbassando lo sguardo imbarazzata.

«Ehi, Akane... Non è che tu... Hai paura?» la provocò Ranma beffardo.

«P-paura? Tsk! E... E di cosa?» disse lei guardando da un'altra parte.

«Non lo so... Magari dell'animale che nuota in queste acque... Chissà, potrebbe essere qualche mostro marino che vuole portarti negli abissi per mangiarti!»

«Aaaah!!! I-io non ho paura! Non ho pauraaaa!» insisté testarda Akane.

La barca si scosse di nuovo e Ranma si ritrovò di nuovo con la fidanzata aggrappata a sé. Entrambi rossi come pomodori si allontanarono un po'.

«O-okay... Ho... Ho paura...» ammise Akane guardandosi le ginocchia.

Ranma abbozzò un sorrisetto.

«Non ti devi preoccupare, Akane... Ci sono io, no?»

Akane alzò lo sguardo ed annuì sorridendo vigorosamente. Improvvisamente una folata di vento spense una decina di lanterne e la luce si affievolì.

La musichetta che per un po' Ranma aveva dimenticato tornò a farsi sentire.


 

«Bravo, Saotome!» esclamò Soun alla grossa palla di pelo appena riemersa dall'acqua.

"Libera le lucciole!" recitò il cartello sbucato assieme ad essa.

Soun aprì un barattolo di vetro e subito le piccole creaturine volarono verso la barca.

«Perfetto! Ora fai il coretto che abbiamo concordato questo pomeriggio...» disse.

Genma annuì e preparò le sue corde vocali da panda.


 

«E' il momento...» ♫

«Buabuabuaaa...»

«Guarda che laguna blu...» ♫

«Buaaabuaabuaaaaa!!!»


 

Ranma chiuse un occhio sofferente. Ma stava morendo qualcuno, per caso? Cos'era quella sotto specie di coretto straziante che sentiva sotto quelle parole assurde?


 

«Ora devi muoverti... E' questo il momento... Tuo!» ♫

«Buabuabuabuaaaa!»


 

Ranma osservò bene Akane ancora seduta in mezzo alle sue gambe che guardava rapita delle lucciole apparse misteriosamente da qualche secondo.


 

«Non ti parlerà finché tu non l'abbraccerai e... Bacerai!» ♫

«Buabuaraiii!»


 

Un sorriso intenerito si disegnò sulle labbra di Ranma. Era davvero carina in quel momento. Akane, sentendosi osservata guardò verso di lui perplessa.


 

«Shallallallallalla, ora vai!» ♫

«Buabuaaaa!»


 

Akane notò che le guance di Ranma si erano imporporate. Niente di strano, lo aveva visto tante volte in quello stato. Ma improvvisamente la sua espressione divenne seria.


 

«C'è l'atmosfera giusta...» ♫

«Buaaa!»


 

Anche se non sapeva come e nemmeno perché sentisse quella canzone, Ranma non riusciva più ad ignorare le sue parole.


 

«Forza... Baciala!» ♫

«Buabuaaaa!»


 

Ranma si alzò lentamente in ginocchio.

«Ranma?»


 

«Shallallallallalla, stringila!» ♫

«Buabuaa!»


 

Afferrò dolcemente Akane per le spalle confondendola sempre di più.


 

«Non puoi nascondere che... L'ami!» ♫

«Buabuaaa!»

«Baciala!» ♫

«Buauaaa...»


 

«A-Akane... I-io...»

«R-Ranma...»


 

«Shallallallallalla, non parlare!» ♫

«Buaa!»


 

Ranma si zittì. Cos'era diventata quella canzone? Una specie di grillo parlante?


 

«Ascolta la canzone che dice... Baciala!» ♫

«BUAAAAABUAAAA!»


 

Soun si massaggiò l'orecchio dopo l'urlo atroce del suo amico Genma.

«Saotome, non esagerare, per favore...»

«Bo-bo...»


 

«Questa musica ti aiuterà...» ♫

«Buaauuabuaa!»

«Coraggio, abbracciala e dopo... Baciala!» ♫

«Buaaabuaaa...»


 

Ranma attirò a sé Akane delicatamente.

«Ranma...» mormorò lei sorpresa.

Appoggiò la fronte sul petto nudo del suo fidanzato e socchiuse gli occhi. Erano rari i momenti in cui Ranma riusciva a dimostrarsi dolce con lei anche perché c'era sempre qualcuno intorno pronto a disturbare. Non sapeva perché lui la stesse abbracciando e neanche le importava. In quel momento si sentiva bene e protetta. Nessun mostro marino avrebbe potuto portarla via.


 

«Baciala!» ♫

«Buaa!»


 

Ranma era consapevole di sembrare un lampione per quanto fosse rosso. Abbracciare Akane senza che lei lo spedisse in orbita non era una cosa da tutti i giorni. Anzi quante volte lo aveva fatto? Tre? Quattro? Non si era mai accorto quanto lo rendesse tranquillo il fatto che lei fosse lì al sicuro tra le sue braccia e non chissà dove a combinare pasticci. Prese un bel respiro e, senza sciogliere l'abbraccio, le alzò il mento in modo che lo guardasse.


 

«E' il momento! Baciala!» ♫

«Buauuaaa!»


 

Akane sbatté le palpebre confusa.

“N-non vorrà...”

Le sue guance si tinsero di un rosso intenso al pensiero.


 

«Stringila! Baciala!» ♫

«Buabuaa!»


 

Ranma cominciò ad avvicinarsi. Akane socchiuse gli occhi.


 

«Baciala!» ♫

«Buaa!»


 

A pochi centimetri di distanza, Ranma si fermò improvvisamente.


 

«Bacialaaaaaa..........» ♫

«Buaaaaaaaa........»


 

“Che strano... Nessuno è ancora arrivato ad interromperci...” pensò. “Oh, beh... Meglio così!”

Le loro labbra si sfiorarono e lui avvertì dei brividi sulla schiena. Si dimenticò di tutto, della musica, della grotta, dell'acqua... C'era solo Akane. Stava per premere la bocca sulla sua quando l'inaspettato, che poi alla fine non lo era più di tanto, arrivò.


 

«Lanma!» strillò una vocina sconvolta.

«Ranchan!!!» ne esclamò un'altra altrettanto scandalizzata.

«Ranma caro!» starnazzò una terza.

«Viscido Saotome!!!» proruppe la quarta.

«Ranmaaaa!!!» gridò l'ultima.

«COSA STAI FACENDO?!?!?» urlarono tutte insieme infervorate.


 

Ranma abbassò la testa depresso. Da tre dei buchi nelle pareti della grotta Shan-pu, Ukyo e Kodachi stavano ferme e stizzite ad osservare i due fidanzati sulla barchetta. In altri due stazionavano Ryoga e Kuno sconcertati.

«Cosa stai facendo alla mia adorata Akane Tendo?» ripeté il tuono blu del Furinkan.

«Maledizione...» mormorò il ragazzo col codino cominciando a tremare dalla rabbia.

«Come osi approfittare di Akane, verme!?» inveì Ryoga.

«Si può sapere come diamine fanno a trovarmi sempre e comunque?!» domandò esasperato lasciando Akane per rivolgersi ai Kami a braccia spalancate.

Una vena cominciò a pulsare sulla fronte della ragazza.

«Sei uno stupido!»

Ranma la guardò sbigottito.

«Eh? Guarda che se mi hanno appiccicato addosso una cimice per rintracciarmi con qualche strano radar, io non ne sono a conoscenza!»

Akane lo guardò stranita.

«Ma di che diamine stai parlando, Ranma?!» chiese quasi preoccupata della sua sanità mentale.

«Non lo so! Tu perché mi hai chiamato stupido?!»

«L'ho fatto perché visto che sono arrivati loro tu non vuoi più baciarmi!!!» rispose imbronciata.

Ranma la guardò incredulo.

«Ma certo che ti voglio baciare!» replicò lui indignato.

«E allora che cosa aspetti, idiota?!» gridò Akane.

«Sei sempre la solita impaziente! Dammi un momento, accidenti!» ribatté lui mettendosi le mani tra i capelli agitato.

«E per cosa?! Affinché tu ti metta a maledire tutto e niente?! Non credi che abbia aspettato fin troppo? Sei un codardo!» sbottò lei.

Ranma assottigliò gli occhi minacciosamente.

«Codardo io?! Vieni qui, pazza isterica!» esclamò attirandola a sé e premendo le labbra sulle sue.

I presenti rimasero a bocca aperta e Soun e Genma spalancarono gli occhi esterrefatti. Allora tutto il loro lavoro era servito a qualcosa! Ranma si era svegliato! Alleluia! E pensare che non ci avevano neanche minimamente sperato. Nabiki apparve da uno dei buchi nella parete rocciosa.

«Aha! Vi ho trovati, finalmente! Ho fatto bene a seguire questi cinque idioti! Uhu... Guarda, guarda... Era ora, Ranma!» disse cominciando a fotografare.

Akane cinse il collo di Ranma con le braccia e lui mise nei suoi capelli la mano che non usava per tenerla attaccata a sé. Continuarono a baciarsi con passione.

«Lanmaaaa!» urlò Shan-pu nevrotica quasi strappandosi i capelli.

Ranma si staccò da Akane che barcollò intontita.

«Non vedi che sono impegnato?! Vai a disturbare qualcun altro!» gridò alla cinesina prima di girarsi e riprendere ciò che aveva interrotto. Nabiki trattenne una risata alla vista dell'espressione ferita dell'amazzone. Decise di immortalarla per ricordo.

Totalmente sconvolta, Shan-pu scivolò e cadde in mezzo alle ninfee trasformandosi in gatto. Non ebbe nemmeno la possibilità di riemergere che si ritrovò legata e in volo per la spiaggia.

«Miaaoooooo!»

«Bravo Saotome... Così si fa!» esclamò solennemente Soun battendo il cinque al panda.

«Ranchan... Come puoi baciare Akane in quel modo?!» frignò Ukyo con le lacrime agli occhi.

Ranma interruppe di nuovo il bacio e guardò la sua amica di infanzia.

«Akane è la mia fidanzata! Posso eccome se lei non mi spedisce in orbita!» rispose.

«Ben detto!» confermò Akane riattraendolo a sé.

Ukyo rimase impalata a fissare la scena. Poi, profondamente indignata, afferrò una delle sue mini-spatoline e si preparò a lanciarla.

«Shan-pu? Shan-puuu?!»

Ukyò si girò infastidita ad osservare l'uomo talpa che stava scalando la scogliera sotto di lei. Arrivato ai suoi piedi le afferrò la caviglia.

«Oh, mia amata! Ti ho trovata, finalmente!» esclamò Mousse.

«Che? Io non sono Shan...»

Non fece in tempo a concludere la frase che perse l'equilibrio e precipitò in acqua assieme alla ormai papera.

«Stupido Mousse! Lasciamiii! Non sono Shan-pu, accidenti!» sbraitò Ukyo tentando di togliersi di dosso il cinese.

«Qua qua quaaaa!» gracchiava lui agitando le ali.

All'interno della grotta intanto, Ryoga era rimasto sbigottito dal comportamento di Akane. Perché non si ritraeva da quel bruto? Ranma l'aveva forse sedotta con qualche sporca bugia?

“Sì! Dev'essere sicuramente così!” pensò trionfante Ryoga.

«Akane! Vengo a salvarti!» proruppe spiccando un salto verso la barca.

Soun entrò nel panico.

«Genma! Quello squilibrato rovinerà tutto!!!» strillò terrorizzato.

"Ci penso io!" disse il cartello accompagnato dall'espressione solenne di Genma-panda.

Il grosso animale scomparve sotto acqua e proprio quando Ryoga fu in procinto di atterrare sulla barca dove Akane e Ranma si baciavano senza troppi riguardi, essa si spostò di un metro o due e il ragazzo finì nel laghetto. Poco dopo P-chan riemerse grugnendo disperato. Da dietro, un'ombra minacciosa si rifletteva sulla superficie dell'acqua. L'animaletto si voltò spaventato e incontrò il muso terrificante di un enorme panda.

«Sgruuunffff!!!»

P-chan venne mandato a far compagnia a Shan-pu sulla spiaggia.

«Oh, mia dolcissima Akane Tendo! Come puoi farti toccare in quel modo da quel mascalzone di Ranma Saotome?! Reagisci!» sbraitò Kuno con teatralità.

«Non osare chiamare mascalzone il mio adorato, Tatewaki! E' quella strega di Akane Tendo che gli avrà sicuramente fatto qualche incantesimo!» protestò Kodachi.

«Tu non sai che cosa dici, pazza sorella! La deliziosa Akane Tendo non può volere le attenzioni di quell'insignificante plebeo! E' sicuramente lui che la sta importunando!» disse convinto Kuno.

«Sei tu il pazzo! Lui non ha occhi che per me! Lei lo ha sedotto con qualche sporco trucchetto!» replicò Kodachi.

Iniziò così il dibattito tra i due fratelli mentre la barchetta di Ranma e Akane si allontanava verso l'uscita della grotta sospinta da un panda molto volenteroso.

«Bravo, Saotome! Portali via da qui!» esultò Soun con le lacrime agli occhi.

«Oh no! Così non potrò più fotografarli... Be', ho già abbastanza materiale, comunque!» constatò Nabiki.

Ranma si staccò da Akane e la guardò negli occhi.

«Akane... Devo dirti una cosa...» mormorò.

«C-cosa?» chiese lei confusa.

Erano a pochi centimetri dal varco e Genma-panda continuò a trascinare la barchetta. Soun si accorse di un particolare a cui non avevano fatto caso quando li avevano trascinati lì.

«Oh no... Saotome aspetta! La roccia è troppo...!»

«Akane... Io... Io ti...»

*SDOING*

«Bassa...» concluse Soun dopo aver assistito allo schianto della testa di Ranma contro la parete della grotta.

«Ranma!!!»

Il ragazzo col codino vide tutto nero ma continuò a sentire la voce preoccupata di Akane che lo chiamava anche se si allontanava sempre di più.

«Ranma! Ehi, Ranma!»

Improvvisamente la sentì di nuovo vicina. Solo che il suo tono era leggermente diverso. Sembrava un po' scocciato.

«Avanti, Ranma! Svegliati! Sono ore che stai dormendo sotto il sole! Non vorrai mica cucinarti?!»

Ranma aprì gli occhi e subito si vide costretto a richiuderli per la troppa luce coprendoseli poi con il braccio.

«Finalmente! Ringrazia che ti ho spruzzato un po' di crema solare addosso! Altrimenti adesso saresti più rosso di un gambero!» esclamò Akane.

Ranma si mise a sedere con un po' di fatica. Dov'era finita la grotta? E la barca? Si guardò intorno un po' confuso. Era sulla spiaggia. Possibile che fosse stato solo un sogno? Eppure gli era sembrato tutto così reale.

«Ranma? Stai bene?» gli domandò Akane seduta in ginocchio accanto a lui.

Ranma la guardò confuso. Indossava un costume intero color arancione molto scollato e aveva due fermagli tra i capelli che le fermavano alcune ciocche spettinate. Gli sembrava più bella che mai. Ma se la grotta, la musica, i baci (e che baci!) erano stati solo un sogno, allora lei non avrebbe reagito bene se...

“Mah, stiamo a vedere...” pensò con un sorrisetto malizioso.

Prima che Akane potesse chiedergli cosa gli fosse preso, Ranma la baciò. Dolcemente, ma la baciò. Senza che lei glielo avesse concesso.

Poco distanti da loro, più precisamente sotto un ombrellone, Soun e Genma si pietrificarono sbalorditi, Kasumi sbatté le palpebre perplessa e Nabiki abbozzò un sorrisetto maligno.

«Sa-Saotome! V-vedi anche tu quello che vedo io?» balbettò Soun scandalizzato.

Genma annuì senza staccare gli occhi dal figlio.

«Allora, cantargli la canzoncina della sirenetta mentre dormiva, è servito a qualcosa, papà! Ho sempre detto che avresti dovuto fare il cantante!» esclamò Kasumi con un sorriso.

«Già... Questa volta devo darti ragione, Kasumi...» commentò Nabiki.

Ranma si staccò da Akane e la scrutò in attesa della sua reazione. Dopo alcuni secondi di smarrimento, la minore delle Tendo iniziò a tremare pericolosamente.

«Tu...» sibilò tra i denti con una vena pulsante in fronte, «Come... Hai... OSATO!?»

Nabiki tirò fuori la telecamera e riprese sua sorella mentre afferrava una sedia a sdraio e la utilizzava per colpire il fidanzato che aveva già cominciato ad indietreggiare schivando tutti i colpi fortuitamente.

«Nabiki... Ma perché li filmi solo adesso? Non potevi farlo prima quando si baciavano?» domandò Soun dispiaciuto.

«Vedi, papà... I video che sto girando questa settimana non li utilizzerò per fare soldi!», “Non ancora almeno...”, «Quindi il bacio non mi serviva particolarmente... Anche se l'ho ripreso lo stesso con la telecamera vicino alla borsa...» rispose Nabiki zoomando sulla faccia terrorizzata di Ranma mentre evitava per un soffio l'ennesima sediata.

«E a cosa ti servono, Nabiki?» domandò ingenuamente Kasumi mentre Akane, stufa degli scarsi risultati ottenuti con la sedia, lanciava addosso a Ranma i primi oggetti che le capitavano in mano.

«Oh, niente, niente... Diletto personale!» tergiversò Nabiki alzandosi per seguire il corso degli eventi che si stava spostando.

“Okay...” pensò Ranma schivando un ombrellone.

«Sei solo uno schifoso approfittatore, Ranma!» ringhiò Akane afferrando una palla rubata ad un bambino e tirandogliela addosso.

“Forse era davvero un sogno...” ammise cadendo a schienata sulla sabbia dopo essere stato colpito.

Akane gli oscurò il sole scroccandosi le nocche.

“M-mamma... E'... E' s-spaventosa!” pensò terrorizzato.

«Come diavolo ti è venuto in mente di baciarmi senza chiedermi il permesso?!?» latrò caricando un pugno.

Ranma chiuse gli occhi e, dopo una serie di portentosi colpi, Akane gli assestò un calcio fenomenale facendolo partire alla velocità della luce verso una meta sconosciuta.

«E che non ti salti mai più in mente di fare una cosa del genere!!!» gli urlò isterica con le mani a coppa sulla bocca per amplificare il suono.

Ranma riuscì ad abbozzare un sorrisetto nonostante l'occhio nero e le numerose deformazioni al viso.

“Però... Anche se il sogno non era affatto male... Preferisco decisamente la realtà!”

Intanto sulla spiaggia Akane se ne tornò sotto l'ombrellone pestando i piedi ancora furiosa mentre Nabiki chiuse la telecamera soddisfatta.

«Fantastico! Di questo passo il mio documentario sulla stoltezza umana sarà pronto entro dicembre! Ho fatto bene a scegliere come soggetti mia sorella e Ranma... Farò soldi a palate!»


Fine

 

Sono diventata più pazza di prima nel tentativo di pubblicare questa storia! E non sto scherzando! Ho rifatto tutto da capo almeno quindici volte prima di riuscirci! Sono persino in ritardo a teatro... Fantastico... -.-''... Spero almeno che l'abbiate gradita! XD

Ciaooo!

  
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