‘You're the night,
Lilah. A little girl lost in the woods. You're a folk tale, the unexplainable
.. ‘
Che sono quelle facce, mai sentito uno cantare? Sono di buon umore, di buonissimo umore!
I hope you're waiting
for me cause I can make it on my own. I can make it on my own.
Non ve lo racconto quello che è successo ieri sera, sono affari miei.
….
Ok, non è successo niente, niente di che. Abbiamo parlato, anzi io ho parlato: lei mi ascoltava e poi abbiamo continuato ad approfittarci delle rispettive labbra per un po’ di tempo.
Albeggiava quasi quando mi ha mollato qui.
C’ho provato: volevo farla restare con me tutta la notte ma poi ho pensato che non potevo chiederle una cosa del genere dopo il mio comportamento insano e non ho aperto bocca. Secondo me le avrebbe fatto piacere.
I hope you're waiting
for me across your carpet of stars. You're the night, Lilah. You're everything
that we can't see.
Il campanello suona alle dieci precise e lei mi compare davanti con un sorriso girocollo e un pacco gigante di cornetti.
“Ma non sei a dieta come tutte le donne?”
“Non ci penso proprio” ridacchia entrando e posandomi la giacca in braccio. “Questi li tengo io. L’hai fatto il caffè?” esclama togliendomi il cibo da sotto il naso.
“Non puoi farmelo, ho un buco nello stomaco.” La rimprovero con il broncio che la fa sorridere.
Svenevole, eh? Che porco!
“Non fare quel muso che non m’inganni” afferma con un sorriso bastardo. Poi guarda, sorride e mi da un bacio veloce.
Troppo veloce.
“Torna qua” sussurro posando quello che ho in mano e abbracciando lei. Fa resistenza solo per un attimo, sufficiente a disorientarmi e poi mi stringe con forza.
“Natalie…”
“Che c’è, Ford?” sussurra nel mio orecchio, mordicchiandolo.
“C’è qualcosa che non va?”
“Si. ” mormora scostandosi. Ha le guance rosse ed è adorabile, ma quella nota di preoccupazione non mi piace. “Me lo devi dire sinceramente” sussurra abbassando la testa “che cosa provi per me?”
A quelle parole ammutolisco. Non l’ha capito?
“Ti …amo. Si, ti amo.” Biascico un po’ imbarazzato. “Non mi è mai passata quindi posso dire che ti amo con sicurezza”
Natalie mi guarda allibita: non è certo una dichiarazione standard.
“Ah…beh…” sussurra afflosciandosi contro di me “anche io”
Sento il suo cuore che batte contro il mio e la stringo senza crederci veramente. Respirare affannosamente e mi scocca dei lievi baci sulla pelle. Stacca le labbra dalle sue emettendo un piccolo gemito per la mancanza di ossigeno “fammi respirare” sussurra accarezzandomi al contempo i capelli mentre la bacio sul collo e scendo verso il seno tranciandole di nuovo il respiro.
Questa va tolta, penso per una breve frazione di secondo, slacciandogliele due bottoni della camicetta e fermandomi subito. Lei annuisce appena e riprende a baciarmi.
Glielo dovrei dire? Se glielo dicessi, scapperebbe a gambe levate. “Ford…”
Lui la guardò negli occhi e Natalie vi lesse così tanta passione che si spaventò “no niente” mormorò perdendosi in un mare di piacevoli emozioni.
Confuso ed eccitato tornò a baciarla con forza, piegandole
il collo all’indietro mentre l’altra mano scendeva ad accarezzarle il seno
facendola gemere nella sua bocca.
Quegli occhi…così terribilmente sensuali e annebbiati che si allacciavano ai suoi morbidamente, le labbra rese rosse da molti baci scambiati che si stava aprendo in un sorriso stentato...no non era solo quello, era tutto l’insieme, tutta lei che lo irretiva.
“Sei bellissima…bellissima” ripetè strofinandole una guancia con le dita aperte, cercando di sorriderle, stregato da quell’espressione che non aveva mai visto sul volto di una donna, un misto di sensualità e ingenuità…quel rossore che si era allargato ed era rimato li, sulle guance calde.
Bellissimo anche il reggiseno, ma starebbe meglio…che so, in terra?
Comincio ad armeggiare con quel maledetto gancetto e lei non mi ferma, ma continua a baciarmi in quel modo che mi distrae dal mio lavoro.
Poi arrivano quegli stronzi col camion e devo lasciarla andare!
Natalie mi guarda frustrata e mi da un altro bacio veloce ed esce giusto in tempo per farsi fischiare dietro da quegli stronzi che si rimediano un’occhiataccia dal sottoscritto e la mancia dimezzata. Così imparano!
Nel pomeriggio hanno finito e io mi sbraco sul divano nuovo soddisfatto. Ho la casa figa, l’armadio figo, la donna figa…dov’è a proposito?
Le telefono ma lei non mi risponde. Il sorriso muore all’istante: sarà andata via nuovamente?
No, senza avvertirmi…non l’avrebbe mai fatto…almeno spero.
‘È incontrollabile, imprevedibile
ma così labile, leggero come nuvole…’
Ho una bruttissima sensazione e quando squilla il telefono rispondo col batticuore.
È lei e sta piangendo, la sento soffocare i singhiozzi. “Devo andare via per lavoro. E’ una cosa urgente. Volevo salutarti”
‘…quasi sicuramente
tu mi dirai di no
ti chiedo solo un istante, ancora
un po'…’
Sento il mondo cadermi addosso “perché?” una domanda che mi fa fin troppo male. Dove ho sbagliato stavolta? “Ma ci vediamo ugualmente…vengo a trovarti”
No? Che vuoi che siano cento chilometri, li faccio in un’ora!
“Ford...io lascio il paese” singhiozza nel telefono “vado via del tutto. Non so quando tornerò”
‘...Lasciala andare come va
come deve andare
è una cometa che sa già
dove illuminare…’
Fortuna che sono già seduto. Nemmeno provarci? Nemmeno quello? “Non basta dirti che ti amo per farti restare, immagino…”
Un silenzio lunghissimo all’altro capo del telefono. Non puoi farmelo, Natalie!
“No, non basta.”
Merda!
‘…È incontrollabile, imprevedibile
troppo indelebile nelle mie molecole
e così stabile, irriducibile
ma così labile, leggero come nuvole..’
“Come vuoi. Stammi bene” borbotto con la fretta di attaccare che mi fa stare male.
“Mi dispiace…mi disp..”
Click!
Ho attaccato io. Non ce la facevo più. Fortuna che sono seduto, non mi reggerebbero le gambe a stare in piedi adesso. Ho fatto tutto questo per lei. Si, anche per me… ma soprattutto era per lei.
Mi prendo la testa fra le mani passando più volte le dita fra i capelli.
Lavoro. Mi ha mollato per il lavoro.
…
…
…
Merda!
Durque la fissa senza aprire bocca. “Proprio sicura? Non mi è sembrata una mossa saggia”.
Natalie è passato a trovarlo e si è ritrovata in mezzo ad un’offerta di lavoro che non ha potuto rifiutare.
“Non sono mai stata saggia.” Mugugna tirando su col naso. “Andiamo, dai”
Daniel la osserva tentare di rimettere a posto i pezzetti del proprio cuore e non commenta la scelta.
Le donne…capaci di amarti alla follia e mollarti all’istante senza remore.
Mai capite…