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Autore: Black_Eyeliner    13/03/2010    8 recensioni
C'è solo Sasuke sotto la pelle.
SasuNaru
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Another Little White Lie.

 

 

 

“Oh, he’s under my skin,

Just give me something to get rid of him.”

 

Alexz Jhonson

 

 

L’aria della sera è fresca, gli accarezza dispettosa la pelle intirizzita del viso, senza rasentare alcuna dolcezza.

Un tremore improvviso gli corre lungo la schiena e Naruto sbuffa seccato; si stringe un po’ di più nella sua felpa arancione e si sfrega le mani gelate, soffiandovi sopra alla ricerca di quel calore che, costantemente, continua a sfuggirgli.

Un’occhiata guardinga e s’accorge che, a quell’ora, le strade di Konoha già sono tutte deserte.

Affretta il passo e Naruto non sa se maledire l’inverno incipiente o la dannata paura che gli sconvolge il cuore intrepido, accelerandone il battito.

Non vuole ammetterlo, mentre svolta all’angolo successivo, quasi ruzzolando a terra per la foga; eppure, in qualche cantuccio remoto della sua coscienza, sa bene che è nostalgica trepidazione ciò che lo anima e lo fa correre un po’ più veloce verso casa: inconsulta, maledetta voglia di rivederlo e magari lasciarsi fottere da lui, senza troppi complimenti, come la notte precedente.

Ancora c’è lui ovunque: il suo profumo di dopobarba annidato tra le pieghe del maglione e l’odore del sesso su tutto il corpo, lungo il collo, nell’incavo morbido delle braccia, sul ventre e un po’ più in basso.

Più d’ogni altra cosa, però, c’è Sasuke sotto la pelle e Sasuke nell’anima e ancora Sasuke che gli è entrato dentro senza smielati giri di parole e inutili coccole da innamorati; Sasuke, bello e letale come un veleno inodore, Sasuke inconsistente e fragile come la sua scia invisibile, pronto a dissolversi con la stessa discrezione, in silenzio, senza lasciare traccia alcuna, se non una tremenda, dolcissima assuefazione.

 

E’ vagamente malinconico il sorriso di Naruto quando pensa che, se Sasuke d’un tratto svanisse nello stesso nulla da cui è giunto, la mancanza di lui gli toglierebbe il fiato al punto da precipitarlo nella stessa vacua oscurità; tuttavia varrebbe la pena seguirlo a perdifiato fino in fondo al baratro e perché no, morire di lui e con lui: non dovrebbe neanche esitare e ponderare la scelta da fare, tanto quel filo che li lega lo trascinerebbe insieme a lui, anche contro inutili e razionali ripensamenti.

 

-Sono tornato!

Non sente neanche nelle gambe indolenzite la fatica delle quattro rampe di scale, tanto Naruto ha saltato i gradini quattro a quattro, nell’impeto di una fretta inspiegabile; semplicemente, si è precipitato contro l’uscio, spalancandolo fragorosamente e urlando a squarciagola qualcosa che ha sempre desiderato poter dire, una volta a casa.

Ma il buio che lo accoglie nell’anticamera ha il sapore amaro della solitudine cui, credeva, essere divenuto avvezzo e che adesso gli fa sgranare gli occhi e arrestare di colpo il cuore nel petto.

-Sasuke… Ci sei?

Naruto ansima, muovendosi a tentoni nella penombra; se lo aspettava eppure, ugualmente, non è riuscito a prepararsi all’eventualità che Sasuke potesse essersene semplicemente andato.

Se lo immagina Naruto, mentre rovista freneticamente nel salotto, coi suoi occhi neri e imperscrutabili e il suo broncio usuale a stirargli teneramente le labbra pallide.

-Così è la vita, dobe. Credevi restassi qui per sempre? Se è così, allora rassegnati e non guardarmi così, che la vita non è buona con nessuno. Te ne farai una ragione.

Riesce a sentire persino le parole mai dette e che sicuramente gli avrebbe rivolto, se Sasuke fosse stato un po’ meno vigliacco e lo avesse guardato diritto negli occhi, prima di fare fagotto delle proprie cose e sgusciare via per sempre dalla sua vita.

A Naruto viene quasi da sorridere ancora, mentre se lo figura, gelido e imperturbabile, racimolare i suoi pochi averi, sparsi in giro per casa: i jeans e le sue adorate magliette blu scuro nell’armadio, Siddharta sul comodino, il rasoio sulla mensola di plastica nel bagno, il suo dopobarba da quattro soldi e la foto di famiglia cui manca un pezzo nel cassetto del comò; e ficcare tutto in quel logoro zaino nero, lo stesso che ha lasciato cadere sul tappeto impolverato, la prima volta che ha varcato la porta di casa sua, un sorriso di sbieco sulla bocca e la voce composta, profonda e severa.

-Spero non ti dispiaccia se mi trasferisco per un po’ qui da te, ne, Naruto?

 

-Dannazione, Sasuke! Dove diavolo sei finito… Rispondi, cazzo!

La rabbia gli esplode dentro, si manda affanculo da solo per non averlo capito prima.

 

-Mi auguro tu sia solo di passaggio, teme!

 

L’odore di sudore e sperma gli inebria i sensi e ancora impregna l’aria satura della camera da letto, dove lui e Sasuke la notte passata hanno fatto l’amore tra quelle stesse lenzuola stropicciate, adesso così malinconicamente vuote.

Stupido, che emerito imbecille è stato. Insultarsi da sé lo fa quasi sentire meglio, mentre scaglia con veemenza i cuscini a terra e si morde il labbro, costernato.

Lo aveva saputo fin dall’inizio che Sasuke era una di quelle persone puramente di passaggio; nient’altro che un’ombra, inconsistente, inafferrabile: anche se avesse voluto contro ogni logica, Naruto non avrebbe mai potuto legarsela attorno ad un dito.

 

-Sasuke!!

Naruto strabuzza gli occhi, ma non è soltanto il vento fresco che tira sul terrazzo a farlo rabbrividire; è lui piuttosto che vorrebbe tirare un paio di sonori ceffoni su quel viso etereo, dai tratti distesi e perfettamente calmi rivolto verso il proprio, quasi una sfida, cui non si sottrae.

-Ti sembrano scherzi da fare, maledetto teme?!

Digrigna i denti, stringe i pugni, ma non osa muoversi; se muove un passo, è sicuro, lo uccide e preferisce attendere una replica che, seppur già prevedibile, come al solito arriva per tempo, glaciale e scontata.

-Perché non abbassi la voce, cretino, che siamo in balcone e ti sente tutto il vicinato, a quest’ora.

Una folata di vento più forte sembra dare enfasi a quel rimprovero; smuove i capelli neri come la mezzanotte che esplode in luna e stelle alle sue spalle, mentre Sasuke, seduto sulla ringhiera, accavalla leggermente le gambe snelle e aspira una nuova boccata dal filtro della sua sigaretta.

-Non me ne frega niente… Perché non hai risposto??

-Allora non me lo sono immaginato che mi cercavi disperatamente per tutta la casa.

Naruto potrebbe giurare d’aver visto un sorriso beffardo sulle labbra diritte e irremovibili del compagno e avvampa, inveendogli contro.

-Brutto figlio di…

Si lancia contro di lui, afferrandolo per le spalle esili; ma il “puttana” è stemprato da un bacio inatteso ed esce distorto dall’intreccio di lingue e saliva che, dopo svariati minuti, un po’ comincia a colargli dall’angolo della bocca.

Naruto non si è nemmeno accorto, nella carica erotica di quel contatto di corpi avvinti e pressati l’uno contro l’altro, sterno contro sterno ed anche contro anche, di quando Sasuke con un balzo ha assecondato la sua stretta, scendendo dalla balaustra e saltandogli in braccio, le gambe ora allacciate al suo bacino.

-Lo sai, mi sei mancato moltissimo, Naruto… Così tanto che non vedevo l’ora tornassi…

E’ un sussurro contro il collo, e Naruto sente il respiro caldo dell’altro condensarsi in una macchia d’umido sulla propria pelle; è incredulo, ma, lo riconosce, è felicissimo. Guarda Sasuke ammiccargli sensuale, poi passargli oltre; lo segue con gli occhi blu traboccanti di passione, il denim stretto a fasciargli le gambe, i piedi che muovono ancora qualche passo e le dita diafane che scostano la tenda.

Non sono più solo gli occhi, ma Naruto che segue Sasuke dentro casa, lo fissa e quasi balbetta; si sente dislessico o forse solo un coglione, per quelle stupide, contrastanti emozioni che gli appannano il cervello, come un respiro contro un vetro.

-D- Davvero… ?

Solo questo riesce a dire e Sasuke sorride sul serio, stavolta; poi si lascia cadere sul letto sfatto all’indietro, con un braccio si copre gli occhi e ribatte, malevolo.

-Certo che tu credi proprio a tutto, ne, usuratonkachi?

 

Intanto la sigaretta fuori continua a consumarsi, dimenticata al suolo; Naruto prega tra le labbra che Sasuke non somigli troppo a quel fumo grigiastro che, salendo in alto dalla brace, si dissolve senza lasciare traccia, mentre ancora una volta lo sente sopra e dentro di sé.

 

Tanto, pensa, ha lui sotto la pelle.

Non gli importa se quell’amplesso che lo fa urlare di piacere e dolore è solo un’altra piccola bugia.

Non sarà tanto facile, per Sasuke, disfarsi di lui.

 

 

 

 

 

Nda: Ora capisco il motivo di tanto SasuNaru!

 

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