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Autore: Mikayla    17/03/2010    5 recensioni
Il Mago sollevò le sopracciglia sorpreso della mancata reazione e le si avvicinò di qualche passo per posare una mano sulla sua fronte. «Non mi sembri calda, Sophie. Cosa succede?»
[Da posizionare in un momento non definito tra "Howl Moving Castle" e "Castle in the Air", senza vera necessità d'aver letto quest'ultimo.]
Genere: Sentimentale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Seduta sul letto perfettamente fatto Sophie si guardava le mani silenziosa. In verità i suoi occhi osservavano il vuoto davanti a sé e non le dita affusolate, ruvide a causa dei lavori manuali.
Nonostante vivesse in casa con un Mago, Sophie amava fare ogni cosa con le proprie sole forze, come le era stato insegnato - anche se qualche volta aveva lasciato che Howl praticasse qualche incantesimo per semplificarle la vita.
Ancor oggi, però, a ripensare al vestito nero, Sophie giungeva sempre alla conclusione che fidarsi era bene, ma era sempre indiscutibilmente meglio non fidarsi di un vanesio come Howl.
«Ah» si lasciò sfuggire d’improvviso, risquotendosi dalle proprie elocubrazioni. Aveva sicuramente qualcosa da fare, ma non ricordava proprio di cosa si trattasse.
Che dovesse andare a torvare Martha? Lattie? Fanny? O magari doveva fare qualche compera per la cena? Aveva promesso qualcosa a Calcifer? A Michael?
Di sicuro non doveva far nulla per quello sfaticato di Howl, almeno di quello era certa.
Che fosse invece per la signora Fairfax? Il Mago Suliman? O il Principe Justin? Possibile che qualcuno avesse richiesto un incantesimo da Howl?
Per quanto si sforzasse, Sophie non riusciva proprio a ricordare. Le sembrava sicuramente importante, ma non così vitale come lo stava rendendo.
Eppure continuava a glissare, a cercare qualcos’altro a cui pensare. «Dovrei fare le pulizie» si disse lisciando il copriletto con le dita.
«Se ci penso, ancora non ci credo!» sbottò subito dopo, cambiando completamente umore. «Oh, ma è l’ultima volta che Howl mi gioca un simile scherzo!» imperò a tutto ciò che la circondava, fossero mobili o muri o drappi di tessuto. Sapeva bene che imberre di quelle parole ogni cosa nel castello l’avrebbe aiutata ad avverare il proprio incantesimo, e quasi si dispiacque per Howl; appena avesse scoperto che stava circuendo il suo castello sarebbe saltato su tutte le furie, gridando all’ammutinamento.
Tutto l’entusiasmo, però, scemò subito. Sophie tornò a sedersi sul letto, lisciando con le dita il copriletto. «Non oso immaginare cosa succederà...» mormorò con tono contrito, battendo i pugni chiusi sulle proprie ginocchia «Non posso assolutamente crederci!»
«Sophie, Sophie, non ti senti bene?» domandò la voce preoccupata di Howl dalle scale, avvisandola dell’immanente vicinaza del Mago alla sua porta.
La ragazza esitò prima di parlare e scosse le spalle «Sono in camera, Howl. Ti devo parlare» lo richiamò con un tono oscuro nella voce.
Il Mago sa che quel tono, e quel “ti devo parlare” porteranno solo guai: l’ultima volta che la ragazza l’aveva usato era stato per rimproverarlo un’ora intera per lo stato in cui aveva lasciato il bagno, miacciandolo di scopigliare - di proposito, questa volta - gli incantesimi.
Bussò leggermente alla porta, attendendo il permesso d’entrare. Aveva imparato anche questa regola a proprio discapito, in verità.
«Entra, avanti. Ti ho già detto che puoi» rimbrottò Sophie, torcendosi lievemente le dita.
Howl le lanciò un’occhiata penetrante che gli permise di dedurre la presenza quasi asfissiante di ansia ma l'assenza di malattie di qualsiasi tipo nella ragazza. «Sophie, mi hai fatto preoccupare!» disse a mo’ di saluto, sorridente e allegro come solo lui sapeva essere «Eravamo usciti tutti perché dovevi fare le Grandi Pulizie di Primavera, ma quando ho visto che non era cambiato nulla e Calcifer mi ha detto che non ti eri fatta viva temevo fossi in punto di morte» scherzò tranquillo.
Sophie gli lanciò un’occhiataccia e incrociò le braccia sotto il seno, imbronciata.
Il Mago sollevò le sopracciglia, sorpreso della mancata reazione e le si avvicinò di qualche passo per posare una mano sulla sua fronte. «Non mi sembri calda, Sophie. Cosa succede?»
Sophie schioccò la lingua, schivando al meglio la mano preoccupata, imbronciandosi ancora di più. «Oh, non riesco a convincere neppure me, come faccio a dirlo a un vanesio egoista come sei tu?» chiese senza peli sulla lingua.
Howl scrollò le spalle diverito «Prova a dirlo normalmente, Sophie. A meno che non sia un’altra maledizione di cui non puoi parlare - ma in quel caso lo vedrei, sai.»
Le braccia si strinsero maggiormente al suo petto, facendola apparire ingobbita come quando era una vecchietta. Invece di rispondere, però, si alzò quasi di slancio prendendo la porta per uscire.
Howl la guardò sorpreso, facendo per seguirla - fosse mai che volesse mostrargli qualcosa di particolare. La ragazza però si fermò sulla soglia, voltandosi nuovamente verso di lui.
Era evidentemente divisa su quello che voleva fare e dire, ma risolse il conflitto interiore alzando le spalle «Vedi di sparire, Howl: faccio le pulizie» lo cacciò senza tanti problemi dal proprio castello.
Si voltò nuovamente verso le scale, ma al primo gradino si fermò ancora «Sono incinta» borbottò con tono incolore, scendendo la scalinata.
Howl ci impiegò qualche secondo ad afferrare quelle parole e le loro implicazioni. Raggiunse quasi di corsa Sophie, afferrandola da dietro in modo da posare ambo i palmi sul suo ventre piatto «È stupendo!» disse riuscendo ad apparire davvero contento.
Sophie scosse il capo «Io non ci so assolutamente fare con i bambini piccoli» confessò terrorizzata al solo ricordo di Martha e Lettie, di cui era stata in grado di prendersi cura solo dopo che la minore aveva compiuto i cinque anni «E non ti ci vedo proprio a fare il padre, Howl!»
Il Mago la strinse un po’ di più a sé «Ce la caveremo, vedrai» la rassicurò, sembrando davvero sicuro di quello che diceva «Nel caso c’è anche Calcifer e Michael e tua madre e mia sorella e le tue sorelle...»
«Ho capito, ho capito!» lo fermò prima che le elencasse tutti i loro amici - anche se doveva ammettere di essere stata parecchio inquietata dalla prospettiva di lasciare un bambino piccolo in balia di un demone come Calcifer. «Ora lasciami, che devo fare le pulizie.»
Tentò di liberarsi strattonando un poco quelle braccia che la trattenevano, ma non ci riuscì. «Oh no, mia cara!» la riprese il Mago «Tu ora ti metti a letto, alle pulizie penserai tra sei mesi!»
Sophie quasi miagolò per il dolore di quella realtà: se non riusciva a capacitarsi di stare per diventare madre, peggio era l’idea che Howl le avrebbe impedito di fare qualunque cosa fintanto che non sarebbe nato il bambino.
Probabilmente non sarebbe sopravvissuta.
   
 
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