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Autore: Hap Collins    05/04/2010    3 recensioni
La donna fatale, ironia, destino e violenza.
Genere: Dark, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rewind

Sono le 15:42. A quest'ora in negozio si lavora bene, nessun cliente, solo la radio accesa a basso volume che mi tiene compagnia.
Odio questo lavoro, lo odio sempre di più, la gente è così maleducata. Mammine extracomunitarie con bimbo a tracolla che cercano di contrattare sul biglietto del bus. Vecchie sputacchiere con l'alito a metano e i loro stupidi gratta e vinci.

Un giorno di questi gli ficco un tubo in bocca e ci riempio una bombola, così smetto di preoccuparmi se chiudono i gasdotti in Russia.
Le 15:43. Lo so, ho la mania dell'orario, mi aiuta a tirare avanti. Sono convinto che tutto possa cambiare da un momento all'altro. Si può passare dal piscio allo spumante, il momento giusto e fortunato arriva per tutti. Forse il mio è un pò in ritardo, ma sono fiducioso.
Ormai sono le 15:44, e non riesco a smettere di pensare che la ragazza appena entrata è un angelo sceso dal paradiso. Che sia arrivato il mio momento?
Stai frugando nell'angolo cartoleria, non sei la solita fumatrice paga e fuggi. Brava. Resta ancora un po’, sei qualcosa di fresco e buono nell'afa oziosa del pomeriggio. Potrei chiederti se hai bisogno di aiuto, magari mi sorrideresti e poi... con lo scontrino in mano usciresti veloce dalla porta.
No. Attenderò qui in solitudine come faccio sempre. Le illusioni entrano sotto la pelle e ti scorticano lentamente, io ormai ho solo carne viva, manca pure che ci butto sopra il sale.
Le 15:48 e stai ancora scegliendo le agendine. Cristo santissimo! Sei un bel raggio di sole, grazie per la dolce emozione, ma adesso paga e vattene. Se continuo a guardarti di striscio divento strabico.
Mi hai letto nel pensiero? Passi di fianco a me e lasci questa scia di buon profumo. Grazie ancora.
Sono pronto, ora controllo l'orologio e... Cosa fai?

Una pistola! Non ci posso credere. Ho lasciato cadere la rivista che tenevo in mano, un fracasso incredibile in mezzo a questo silenzio. Ti sei voltata a guardarmi per un istante interminabile.

Non ti eri accorta di me. Okay, mi capita sempre. Però un minimo di attenzione dovresti averlo se vuoi fare questo mestiere.
Un colpo secco, una martellata sui timpani, continui a fissarmi e scivoli a terra. Lo sguardo è diventato freddo, una fontana rossa ti esplode tra i capelli.

Quel bastardo di un commesso è stato più veloce di te. Mi guarda da dietro la cassa e trema per lo shock. Di sicuro non ha mai sparato in vita sua. Gli do il benvenuto nel club, adesso anche lui sa cosa si prova: un senso di vuoto.
Lo stesso che sto provando io ora, a guardarlo col naso schiacciato sul bancone tra la pummarola che spande. Un colpo secco e ancora una martellata ai timpani.
La porta si apre a rallentatore, non posso voltarmi, continuo a sentire i tuoi occhi addosso. Un angelo sceso dal cielo per andare al macello. Che schifo di mondo è? Ho fatto decine di rapine a mano armata, ma è la prima volta che incontro la concorrenza.
Sto correndo con i polmoni che mi escono dal naso. Levatevi dalle palle inutili passanti, non è il momento giusto.
- Fermo!
Una poliziotta sbuca in mezzo al marciapiede.
- Fermati o sparo!
Neanche per idea. È più facile che un cammello armato di ago passi al ceck-in di un aeroporto. Dove ho messo la pistola?

Un momento, non è possibile! La poliziotta ha gli stessi occhi dell’angelo.

Cosa sta succ…
Niente martellata sui timpani. Stavolta era un’incudine. Sono a terra e non riesco a muovermi, la luce si è spenta e i suoni sono lontani.
È arrivato il mio momento. L’angelo è venuto a prendermi e non ho rimpianti.

Vi chiedo solo un favore: l’orologio è sul polso sinistro, potreste dirmi che ora è?

 

  
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