Sono
le 15:42. A quest'ora in negozio si lavora bene, nessun cliente, solo la radio
accesa a basso volume che mi tiene compagnia.
Odio questo lavoro, lo odio sempre di più, la gente è così
maleducata. Mammine extracomunitarie con bimbo a tracolla che cercano di
contrattare sul biglietto del bus. Vecchie sputacchiere con l'alito a metano e
i loro stupidi gratta e vinci.
Un
giorno di questi gli ficco un tubo in bocca e ci riempio una bombola,
così smetto di preoccuparmi se chiudono i gasdotti in Russia.
Le 15:43. Lo so, ho la mania dell'orario, mi aiuta a tirare avanti. Sono
convinto che tutto possa cambiare da un momento all'altro. Si può
passare dal piscio allo spumante, il momento giusto e fortunato arriva per
tutti. Forse il mio è un pò in ritardo, ma sono fiducioso.
Ormai sono le 15:44, e non riesco a smettere di pensare che la ragazza appena
entrata è un angelo sceso dal paradiso. Che sia arrivato il mio momento?
Stai frugando nell'angolo cartoleria, non sei la solita fumatrice paga e fuggi.
Brava. Resta ancora un po’, sei qualcosa di fresco e buono nell'afa
oziosa del pomeriggio. Potrei chiederti se hai bisogno di aiuto, magari mi
sorrideresti e poi... con lo scontrino in mano usciresti veloce dalla porta.
No. Attenderò qui in solitudine come faccio sempre. Le illusioni entrano
sotto la pelle e ti scorticano lentamente, io ormai ho solo carne viva, manca
pure che ci butto sopra il sale.
Le 15:48 e stai ancora scegliendo le agendine. Cristo santissimo! Sei un bel
raggio di sole, grazie per la dolce emozione, ma adesso paga e vattene. Se
continuo a guardarti di striscio divento strabico.
Mi hai letto nel pensiero? Passi di fianco a me e lasci questa scia di buon
profumo. Grazie ancora.
Sono pronto, ora controllo l'orologio e... Cosa fai?
Una
pistola! Non ci posso credere. Ho lasciato cadere la rivista che tenevo in
mano, un fracasso incredibile in mezzo a questo silenzio. Ti sei voltata a
guardarmi per un istante interminabile.
Non
ti eri accorta di me. Okay, mi capita sempre. Però un minimo di
attenzione dovresti averlo se vuoi fare questo mestiere.
Un colpo secco, una martellata sui timpani, continui a fissarmi e scivoli a
terra. Lo sguardo è diventato freddo, una fontana rossa ti esplode tra i
capelli.
Quel
bastardo di un commesso è stato più veloce di te. Mi guarda da
dietro la cassa e trema per lo shock. Di sicuro non ha mai sparato in vita sua.
Gli do il benvenuto nel club, adesso anche lui sa cosa si prova: un senso di
vuoto.
Lo stesso che sto provando io ora, a guardarlo col naso schiacciato sul bancone
tra la pummarola che spande. Un colpo secco e ancora una martellata ai timpani.
La porta si apre a rallentatore, non posso voltarmi, continuo a sentire i tuoi
occhi addosso. Un angelo sceso dal cielo per andare al macello. Che schifo di
mondo è? Ho fatto decine di rapine a mano armata, ma è la prima
volta che incontro la concorrenza.
Sto correndo con i polmoni che mi escono dal naso. Levatevi dalle palle inutili
passanti, non è il momento giusto.
- Fermo!
Una poliziotta sbuca in mezzo al marciapiede.
- Fermati o sparo!
Neanche per idea. È più facile che un cammello armato di ago
passi al ceck-in di un aeroporto. Dove ho messo la pistola?
Un
momento, non è possibile! La poliziotta ha gli stessi occhi dell’angelo.
Cosa
sta succ…
Niente martellata sui timpani. Stavolta era un’incudine. Sono a terra e
non riesco a muovermi, la luce si è spenta e i suoni sono lontani.
È arrivato il mio momento. L’angelo è venuto a prendermi e non
ho rimpianti.
Vi
chiedo solo un favore: l’orologio è sul polso sinistro, potreste
dirmi che ora è?