Videogiochi > Final Fantasy XIII
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Autore: Elkade    08/04/2010    4 recensioni
Breve fanfiction su Serah e Snow, ripresa direttamente dal gioco. Occhio gente, spoiler!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sta accadendo tutto troppo in fretta, gli eventi scorrono rapidi come sabbia nella clessidra dei giorni, ed io mi sento sprofondare. Non si vede la fine di questo tunnel in cui siamo entrati io e lei, e mi chiedo se davvero ci sia una via d’uscita, o quale sia.
Che sorte ci è toccata, mia dolce Serah. In poco, troppo poco tempo, siamo andati e tornati tra paradiso e inferno tante volte da non sapere più nemmeno dove siamo.
Corri, piccola, più veloce, non devono prenderci…
Forse questo è un limbo, né bene né male, in cui sia il paradiso che l’inferno fanno paura. Ma qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa, non me la porteranno via.
Scappa, Serah, fuggi, quella gente non scherza. Ma loro cosa ne sanno, cosa diavolo ne sanno? Lo sanno cosa significa essere trascinati a forza in qualcosa di più grande di sé, essere vittima di eventi che non puoi controllare, condannato per questo? Solo tu sai che vuol dire. Eppure sono convinti che un ‘l Cie sia davvero un mostro. È chiaro, che non ti conoscono. Chiaro come il sole. Chiaro che sanno cos’è un l ‘Cie solo dalle chiacchiere del Sanctum.
Abbiamo una scelta sola, Serah. Una sola. Buttarci tra le braccia di quel fal’Cie di Pulse. Dovrebbe proteggere le proprie creature, se sul serio è dotato di intelletto, non metterle in pericolo. Ma è anche vero che è disposto a distruggerle se non agiscono secondo la sua volontà…
Non abbiamo altra via d’uscita, solo questa, perché non c’è posto su Cocoon per quelli come te. In mezzo alla pioggia di fuoco e proiettili, ci lanciamo verso il fal’ Cie. Non posso fare nulla se non condurla da lui.
Non servo, no, non sono niente. Vorrei essere tutto per lei… non ho avuto nemmeno il tempo di rendermi conto di quello che è successo, che mi sono visto crollare il mondo addosso, e non oso immaginare cosa Serah abbia provato, cosa stia provando.
Prima di tutto questo, dell’arrivo del fal’ Cie, del marchio, di questa maledetta epurazione, c’eravamo solo noi due, nessun altro. In men che non si dica, tutto il nostro mondo si è capovolto, sottosopra. A cominciare dal Sanctum. Sì, il Sanctum, il nostro protettore: è una minaccia.
Ma gli PSICOM non la toccheranno, non prima di essere passati sul mio cadavere, giuro.
Serah, compirai la tua missione, insieme scopriremo il messaggio, il significato di quella tua visione. Se la leggenda è vera, allora vivrai per sempre. L’eternità… un’eternità che mi spaventa. Un’eternità di cristallo, ben più lunga della mia misera vita, così fragile, senza valore. Quel che mi chiedo è: sarai per sempre mia?
Non ti lascerò diventare Cie ‘th. La stringo a me, contro il cuore. Mi si spezza a vederti così, disperata, impaurita. Un sobbalzo. Colpiti.
No, no, è tutto a posto, ci siamo. Questo trabiccolo non reggerà per molto, ma è quanto basta. Ci siamo.

«Salta!»

La vedo saltare giù. Ancora un istante, uno solo… il fal’ Cie trema.

«Snow!»

Un lampo azzurro, liquido, cristallino. La avvolge, ogni parte di lei. No, no, non ora…

«Serah!»

Le tendo il braccio. Ti prego, ti prego afferralo, prendi la mia mano… La sfioro…
Mi sfugge.
Il fal’ Cie la spinge indietro, la trascina dentro. Una porta mi sbarra la strada. No, no!
Un globo elettrico mi respinge, un’onda d’urto mi tira indietro, in veicolo non risponde ai comandi, è in completa avaria. Precipito, giù, giù verso la spiaggia, rapido come un fulmine.
Ingoio la sabbia, e la più amara separazione da lei…
Serah, tornerò a prenderti. Aspettami…

   
 
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