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Autore: Vale11    15/04/2010    6 recensioni
Sento DeathMask tremare e stringere i denti, non sono nemmeno sicuro che riesca a sentire quello che stiamo dicendo. E anche se potesse, come potrebbe capire? Stiamo parlando in svedese. Mi chino su di lui per proteggerlo mentre mio fratello si avvicina di nuovo, sorride mentre ci guarda. “Chi l’avrebbe mai detto, Dag che si affeziona a qualcuno che non sia se stesso” si china davanti a me “Mi ricordo com’eri sai? Mai un po’ d’affetto per tuo fratello minore. Mi hai pure dato per morto.”
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo alla fine, ultimo capitolo! Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa storia, scusatemi se vi ho fatto perdere il capo. E ringrazio soprattutto Ayay, la mia beta che ha betato anche questo capitolo! *ringrazia e strizza*


--

 

Apri gli occhi e ti trovi la faccia di Shura a due centimetri dal naso. “Ti sei svegliato finalmente” ghigna “Ultimamente sei più spesso in posizione orizzontale che in posizione verticale”.

Sbatti le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco, hai la nausea. Hai mal di testa. Hai… che hai in testa?

 

“Stai attento, ci ho messo un bel po’ a ricucirti quella zucca dura” gli dico quando vedo che si passa la mano sui punti sotto la benda “Ringrazia che hai la testa piena di sassi, dev’essere per quello che sei ancora vivo.”

 

Punti. Li odi, i punti. Tirano, danno fastidio, pizzicano. “Shura, sei simpatico come una grattugiata su una guancia” biascichi con la bocca impastata. Ti tiri a sedere un po’ incerto “Che è successo?”

“Se la pianti di provare ad alzarti te lo racconto” il cavaliere del Capricorno ti spinge di nuovo contro il cuscino. Gli faresti notare che ti eri semplicemente seduto ma non ne hai voglia. E Shura sembra pure arrabbiato con te. Sbuffi versandoti un po’ d’acqua da una bottiglia sul comodino, dopo il primo bicchiere la nausea sembra diminuire un po’.

“Allora?” chiedi impaziente.

Shura ti fulmina e si accomoda sulla sedia “Allora sei svenuto. Ti sei reso conto di quanto sangue hai perso ieri notte o no? Avresti potuto aprirci una tintoria con tutta quella roba rossa che ti è uscita dalla testa” indica le bende con un cenno.

“E prima?”

“Prima mi hai atterrato e il colpo di Orion ci è passato a tanto così dalla testa” assottiglia lo sguardo avvicinando pollice e indice della mano destra. Non lo capisci. Cos’ha da essere così nervoso?

“Capra, sei mestruata?”

Shura ti guarda incredulo, poi sembra afflosciarsi sulla sedia. Si piazza una mano sulla faccia. “Non sono mestruato, grazie per l’interessamento” alza il viso su di te. Mai vista una capra così seria, fa quasi paura “Ho avuto paura, testa di legno” sibila fra i denti “Ti ho visto partire come un missile verso quel pazzo di Orion e metterti in mezzo di nuovo…senza armatura!” Chissà se si rende conto che il volume della sua voce si sta alzando considerevolmente “Come ti è venuto in mente? Potevamo trovare un altro modo per farti tornare come… come sei ora! Hai rischiato di ammazzarti!”

 

Mi fissa come se vedesse davvero parlare una capra: ha gli occhi a forma di padella.

Mi viene voglia di strozzarlo quando, per tutta risposta, si limita a chiedermi di

abbassare la voce: “Per piacere, piantala, ho la testa che mi scoppia” dice

mettendosi la mano sinistra sugli occhi. Il braccio destro è di nuovo ingessato.

“Magari perché è mezza aperta!” ribatto rabbioso. A questo giro è lui a fulminarmi

attraverso le dita della mano.

“Piantala” ringhia “Sono vivo, sto bene. Stiamo tutti bene. Dov’è il problema?”

Mi limito a fissarlo. Temo non ci arriverà mai.

 

“Il problema è che hai rischiato di farti ammazzare davanti ai miei occhi, cretino! Come credi che starei se tu ci fossi rimasto perché io non ero riuscito a trattenerti? Tu e le tue maledette gomitate!” si passa una mano sulla mascella: in effetti è gonfia. Senti una punta di senso di colpa fartisi strada nel cervello.

“Shura, cosa vorresti che ti dicessi?” Si stringe nelle spalle rifiutandosi di guardarti “Non ti posso dire che non lo rifarò, perché mentirei. Certo, se ti fa piacere posso farlo, ma non servirebbe a molto” concludi tentando un sorriso sghembo.

“Ne faccio volentieri a meno” risponde acido.

Shura arrabbiato è insopportabile: ti ripiazzi la mano sugli occhi.

“Capra, hai mica un’aspirina?”

“Non posso darti un’Aspirina, Angelo, è un anticoagulante” Lo guardi perplesso.

“Che è?”

“Un anticoagulante: vuol dire che impedisce al sangue di coagulare. Di piantarla di uscirti dalla fronte. Ci sei?”

“Oh” annuisci. Forse Shura nel tempo libero si dedica alla lettura dell’enciclopedia medica. “E non posso fare niente per il mal di testa?”

Niente, se non tenertelo” replica piccato.

Ok. Calmiamoci.

“Shura se vuoi litigare con me rimandiamo a domani. Al momento non sarei in grado di dare il meglio di me.”

 

Sospiro “Non voglio litigare con te, voglio soltanto che tu capisca che hai rischiato la vita, e che se tu ci fossi rimasto, anch’io… insomma… diciamo che non mi avrebbe fatto piacere” lo guardo bilanciare il braccio ingessato appeso al collo, lo fissa infastidito.

“Senti me” biascica stringendo gli occhi “Di che hai paura? Siamo cavalieri, è normale per noi rischiare la vita. Sapevo quello che facevo e quello che rischiavo. E sapevo che avrei preso una botta tremenda, ma mi fidavo di voi… mi fido di voi. Lo sapevo che sarei finito al tappeto…e confidavo nel fatto che mi avreste…” deglutisce a vuoto. Deve fare una fatica impressionante a dire tutte queste cose. Aspetto che riprenda a parlare “Mi avreste aiutato”

Sorrido. “Aiutato? Io direi protetto”

Mi lancia uno sguardo omicida che gli ho visto riservare solo ai nemici peggiori “Quel che è” sibila. “Dove si è cacciato Aphrodite?”

 

Shura si rabbuia e indica verso l’alto col pollice “Rintanato in casa sua da ieri notte, non esce. Ha ucciso suo fratello, non deve essere una passeggiata”

Già.

“Andiamo da lui, mh?” Fai per alzarti ma Shura ti blocca di nuovo.

“Tu non vai da nessuna parte! Non voglio vederti finire in terra di nuovo” ringhia. Gli regali un sorriso candido e ti alzi sulle gambe, non esattamente stabile. Ma tant’è.

“Ma guarda, ancora non ci sono finito, in terra” dici falsamente entusiasta. Il cavaliere del Capricorno alza gli occhi al soffitto esasperato.

“Per lo meno evita di correre, testaccia”

“Con questo coso al collo potrebbe risultarmi scomodo, caprone”

 

 ---

 

Arriviamo davanti alla dodicesima casa dopo una decina di minuti, Angelo sembra risentire della scalinata e del caldo, ma decido di non dirgli niente.

“Cosa proponi ora, granchio? Bussiamo?”

 

Lanci a Shura un’occhiata che vale una pugnalata. Non avevi contato le scale, non avevi contato il caldo. La testa ti scoppia e hai voglia di vomitare. Se questo caprone continua a rompere potresti svuotarti lo stomaco sulle sue scarpe.

“Perché, tu cosa faresti?” gli rispondi acido avvicinandoti al tempio dei Pesci “Sfonderesti la porta?”. Lasci il tuo cosmo libero di annunciarti al padrone di casa.

 

Sapevo che sarebbero arrivati. Sbuffo e lancio un’occhiata allo specchio.

Sono spettinato.

Io.

Sono spettinato.

So che quei rompiscatole mi entreranno in casa anche senza permesso. Tanto vale darsi una sistemata.

 

La porta della zona abitabile del dodicesimo tempio è rimasta chiusa, Angelo si avvicina e bussa.

Niente.

Bussa più forte.

Niente.

 

“Aphrodite apri! Vuoi che non sappia che sei la dentro?”

 

Lancio un’occhiata infastidita al corridoio.

 

Angelo non è mai stato un tipo paziente. Ormai saranno cinque minuti buoni che aspettiamo, e Aphrodite non ha nemmeno risposto.

 

Prendi fiato.

“Fata turchina, vuoi muoverti ad aprire questa porta o la devo buttare giù io?”

 

Infatti.

 

Dite spalanca la porta di scatto e ti prende per il collo “Spero tu abbia un buon motivo per essere salito fin quassù a rompermi l’anima”  sibila scrutandoti torvo.

Dopo Shura anche questa. Non è decisamente giornata. Gli sorridi maligno.

“Io sono un buon motivo. Visto che non scendevi tu mi sono premurato di assicurarti che sto bene.”

 

Mollo la presa. Già. In effetti potevo anche degnarmi di scendere a vedere come stava… ma a vederlo ora non mi pare morto. Un po’ pallido si, forse, ma morto no. Vedo Shura guardare per aria, sembra un padre che si vergogna del figlio.

“Entrate, rompiscatole”

 

La dodicesima casa è nello stato in cui è il suo custode: un casino dalla porta d’ingresso alla stanza più lontana. Dite sembra perfino meno curato del solito. “Come stai Aphro?” azzardo.

Mi trafigge con uno sguardo di un azzurro gelido “Al momento in piedi. Grazie”

Mi aspettavo di peggio.

 

Li guido fino in cucina, Angelo arriva pochi secondi più tardi. Non lo vedo bene, probabilmente si è incaponito e si è lanciato in una scalata del santuario appena svegliato. Questo zuccone. Gli metto davanti un bicchiere d’acqua e zucchero prima che possa dire qualcosa. Mi guarda senza spiccicare parola, la sua espressione è un misto fra riconoscenza, curiosità e la faccia di uno che sta per vomitare. Mi siedo a capotavola, in mezzo fra i miei ospiti.

“Allora, a cosa devo il piacere?”

 

“Il piacere? Ma se mi hai quasi strozzato prima” sbotti finendo l’acqua zuccherata che Aphrodite ti aveva messo davanti. Va quasi meglio. Prendi aria… è una domanda che fai talmente di rado che il suono delle parole sembra diverso da quello che esce dalle bocche degli altri.

“Dite, come stai?”

 

Aphrodite lo guarda incredulo, forse sta pensando che lo prenda in giro. Angelo che rompe il suo riserbo e chiede qualcuno come sta senza alcun imbarazzo apparente. Eppure è tremendamente serio.

Il cavaliere dei Pesci abbassa la testa fissando il tavolo.

“Potrei stare peggio”

Angelo si lascia scappare un sorriso storto dei suoi “Sibillino come sempre.”

 

“Come vuoi che stia? Ho ammazzato mio fratello, l’ho fatto morire dissanguato! E non ho fatto niente per impedirlo. Potevo levargli di dosso quella rosa, ma non l’ho fatto. L’ho lasciata dov’era” fisso il tavolo come se potessi entrarci dentro.

 

“Lui voleva ammazzare te” gli ricordo senza tanti giri di parole.

Annuisce. “Lo so”

 

Li fissi perplesso senza aprire bocca. Il tuo cervello sta andando per conto suo. Vuoi un’aspirina, ma Shura dice che poi il buco che hai in testa non si tappa. Che fastidio.

Eppure sei su una linea di pensiero totalmente diversa.

“Dite, mi hai salvato la vita… ci hai salvato la vita fermando Holger. Ti sembra di aver sbagliato?” scuoti la testa. “So di essere un amico terribile. Inadeguato. Pessimo. Ma ti prego di non giudicare negativamente quello che hai fatto, significherebbe condannarti per avermi salvato. Potrebbe farmi stare peggio.”

Abbozzi un sorriso, uno di quelli veri: per una volta ti permetti di alzare tutti e due gli angoli della bocca.

 

Non ci posso credere. L’ha detto sul serio.

Non l’avrei avuto nemmeno io il coraggio di dire una cosa così. Di mostrarmi così apertamente.

Si vede che ha sbattuto la testa.

 

Lo prendo per il colletto della maglia fregandomene del dolore che gli devo provocare al braccio rotto. Lo scuoto. Non si lascia scappare nient’altro che una leggera smorfia di dolore.

Mi dispiace, ma me ne frego.

“Non devi nemmeno pensarla una cosa simile, chiaro?” Mi fissa senza battere ciglio “Non potrei mai pentirmi di avervi salvato la vita”

“Ma è quello che hai appena detto” risponde a mezza voce.

No. Io non ho detto questo. Ho detto che ho dovuto ammazzare mio fratello.

Però… se non l’avessi fatto avrei un fratello pazzo vivo e i miei migliori amici morti. Seguire Angelo nei suoi ragionamenti può essere pericoloso: non si capisce mai se è pazzo lui o se impazzisci te a stargli dietro. Da un certo punto di vista ha pure ragione. Sbuffo. Seppelliamo l’ascia di guerra. Lo mollo.

 

“Spero che nessuno di voi abbia altri fratelli” Mi scappa di bocca appena Aphrodite lascia la maglia di Angelo. Mi fissano.

 

“I miei sono morti prima di poter fabbricare qualcun altro” rispondi.

 

“E io sono ufficialmente figlio unico da ieri”.

 

E io sono il signore delle gaffe. Li guardo a occhi spalancati finché Angelo non mi scoppia a ridere in faccia. Dite lo segue a ruota.

 

Mi sento meglio. So che dovrò convivere con l’idea di aver ammazzato mio fratello, che ci metterò un po’ a farmela passare, ma mi sento meglio. Mi alzo dalla sedia.

“Volete qualcosa per pranzo?” Angelo scuote la testa schifato “Se mangio adesso ti vomito in casa”

 

“Una banana. Frullata. Grazie” biascico massaggiandomi la mascella.

 

---

Precisazione: la parola "ritinteggiatura" è stata messa da Ayay. Io avevo scritto "pittura" lei ha trovato la parola perfetta. Ave beta *_*

Ayay: Mu-Raperonzolo *_* e se Shaka tentando di arrampicarsi sui suoi capelli inciampa nelle sue chiome e vola di sotto? Meglio perfezionare le tecniche di salita. XD E il nostro ariete si sta perfezionando nei bigliettini, pensa di scrivere un libro! -Shura apprezza le banane. Tante banane per Shura-

 

Human Renamon: Shira accetta volentieri le banane! Ringrazia sentitamente. Si, in effetti un bel secchio di vernice potrebbe essere meglio, ma vuoi mettere la soddisfazione! :D

 

Sakura: No, Kratos no... che mi inquieta U_U. Il nostro granchio è bello sempre, ma quando tende a dipingersi di rosso da solo è decisamente interessante. Oh si. U_U

 

Gufo_Tave: Hai ragione, la narrazione è piuttosto lenta... soprattutto perchè sono un disastro nel descrivere le battaglie (e giustamente scrivo FF su serie dove ci sono combattimenti ogni 3 per 2). Quando ho letto del gesto atletico di cancer e delle paraolimpiadi ho iniziato a ridere da sola come una scema, recensione catartica :D

 

Ringrazio anche Tritone per la recensione, grazie mille! ^^

  
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