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Autore: Rucci    21/08/2005    18 recensioni
Un commento soltanto: non lasciatevi ingannare dalle apparenze. Cosa intendo? ...bhe... è breve... arrivate alla fine e tutto vi sarà chiaro. *_*
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love is forever

My heart will go on.

 

Ricordi annebbiati di un tempo in cui eri mia.
Ricordi ormai lontani e lancinanti, a cui mi impedisco di pensare.
Non pensarci, perché pensarci fa solo male, e questo non ti riporterà da me… tu ormai non ci sei più. E mai più tornerai.

Ma come dimenticare, come dimenticare quando ti stringevo tra le mie mani… sempre bellissima, bella in ogni momento, splendida. E ora, non più. Niente della tua figura è rimasto. Niente.

 

Per tutti, per tutti quanti, io ero un Sanzo Hoshi. L’inarrivabile, irraggiungibile, compassato Genjo Sanzo Hoshi. Ma per te no. Con te non era possibile essere qualcuno di diverso; tu per tua natura eri uguale con tutti. Io ero come tutti quelli prima di me erano stati. Era doloroso, ma in qualche modo avvertivo un senso di bruciante giustizia.
E così, tu con me lo eri come con tutti, non c’era un trattamento speciale con me, nulla di esclusivo, ma questo, nonostante un vago senso di… gelosia?, non mi infastidiva. Era nuovo. Tutti mi trattano come da un gradino più in basso; tu non lo facevi.

Eppure, da quand’è che io e te avevamo cominciato ad avere un rapporto privilegiato?

Io non ti conosco, non so come avessi potuto essere insieme agli altri; eppure intuivo che quello che c’era tra di noi era qualcosa di particolare. Quella sensazione insita dentro che mi dava un senso di fiducia, qualcosa che io mi ripetevo in testa “No, non è possibile”, ma che mi diceva che… tu eri quella per me.

 

E questo ha reso doloroso lo stacco. Incredibilmente doloroso. Straziante. Mortale.

Come in un fotogramma, ogni notte, impresso a fuoco nella mia mente, e scorre, uno e dopo un altro, e rivedo con crudele perfezione il momento in cui ti hanno strappata via da me.

 

Contrapposti, i momenti che amaramente riaffiorano alla mia mente senza che io voglia, dolci ricordi di quando stavo a letto senza pensare a niente… la mia mente vagava nel vuoto, e finalmente mi sentivo quasi in pace. Tu eri lì al mio fianco, che facevi capolino tra le lenzuola. Nessuno immaginava potessi essere lì, era insolito, posso essere d’accordo su questo punto, ma in fondo, cosa ne potevano capire gli altri? Tu mi davi sicurezza. Allungare la mano e accarezzarti… mi capitava solo quando davvero non pensavo a nulla, con lo sguardo perso nel vuoto… ma era bello. E poi io… ti amavo.

 

E con vivida violenza, lo stacco. Il momento che più è impresso a fuoco nei miei pensieri. Non avrei mai creduto che sarebbe successa una cosa simile, eri tutto per me, eri la mia sicurezza, eri l’unica di cui mi potessi fidare, eppure mi sei scivolata tra le dita.
Dopo del tempo, ancora quell’immagine davanti ai miei occhi: tu che cadi. E io… che non riesco a proteggerti. Mi sporgo precipitosamente sul bilico del precipizio, tendo le braccia, cerco di afferrarti… eppure… non riesco a prenderti.

- No… -

- Sanzo?! –

- Non è possibile…! –

- Sanzo! Sanzo, fermati! Stai calmo! –

- LASCIAMI ANDARE! –

Le braccia forti di Gojyo che non mollano la presa.

- Calmati, Sanzo! Non c’è più nulla da fare, lo capisci?! –

- LO SO! –
respingo chiunque mi trattenga con violenza. Rimango fermo. E poi… chinando la testa, me ne vado, nel silenzio gelido degli astanti.
Genjo Sanzo non piange. Il mio volto in quel momento era asciutto e duro, e non potevo permettermi di crollare.

Però nell’oscurità della mia stanza, chiusi la porta, cercai di trattenermi, ma crollai sul letto con la testa fra le mani. E piansi.

 

La fase che seguì fu un inferno. Era un incubo, era irreale, era impensabile.

Eppure ora, di notte, quando mi sveglio, allungo il braccio e non ci sei più.

E questo è più doloroso di ogni ricordo, ormai privo di significato.

Lo sguardo assente, il mutismo cronico. Gli altri non mi parlavano.
A volte vengono colti da lapsus e ti nominano; subito dopo, nel silenzio più totale, consci di avere toccato un tasto dolente, cambiano frettolosamente argomento.

Loro… non potranno mai capire.

 

Il primo periodo senza te fu pessimo.
Il declino verso la rovina non mi era mai sembrato così in pendenza.

Fino al giorno in cui lo feci. Non pensavo a niente. Stavo male e basta. Presi la scatola, svitai il tappo, inghiottii. E ancora, e ancora.

 

- Intossicazione alimentare. –

Furono le prime parole che sentii, mentre mi risvegliavo sotto la fredda luce dell’ospedale. Gli altri evitavano di guardarmi in faccia, ma io capivo cosa pensassero fin troppo bene. Gojyo era incazzato per i popcorn. Goku per il burro di arachidi. Hakkai non sapeva cosa fare.

- Vai a fare la spesa. –

gli suggerii allora emettendo delle parole da molto tempo a quella parte. Tanto che non obiettò e accolse il consiglio.

Quell’incidente mi ha provato. Non solo nel senso che ora non riesco neanche a vedere popcorn o burro d’arachidi senza che mi venga la nausea; era qualcosa che segnava la crisi. O era la fine di una fase, o era l’inizio della fine.
Ci pensai a lungo, steso in quel letto, e alla fine capii. Capii che quello che stavo facendo era solo il pallido riflesso di quello che avevo pensato tempo addietro…

Scelsi quell’arma perché in ogni momento avrei potuto puntarmela alla tempia.

Ma ora che non c’eri più… non aveva senso.

Dovevo continuare a vivere.

E farlo anche per te.

 

Da allora, sto un poco meglio. Diciamo che mi sono leggermente ripreso, da quando ho capito il messaggio che mi hai voluto mandare quel giorno.

Gli altri se ne accorgono, così l’atmosfera è meno tesa. Si danno anche da fare per tirarmene fuori… ma senza successo. Me ne additano di nuove. Delicatamente, me le presentano. Io li guardo gelido, loro capiscono e desistono.
Un giorno, sì, un giorno sarò pronto ad amare ancora. Un giorno la vedrò e dirò “è lei”, un giorno ne troverò un’altra, che non sarà mai te, ma la troverò.

Ma ora è troppo presto per me. Anche se…

Un giorno camminavamo vicino a dei negozi.

- Sanzo… guarda! –

esclamò Goku, meravigliato.

- Cosa? –

- …non la vedi? È lei! È identica! –

e la additò. Era vero. Ti assomigliava. Era il tuo riflesso nello specchio, una goccia d’acqua; provai una fitta al cuore e un senso pungente di nostalgia.

- …non è lei… -

riuscii a mormorare.

- Ma sì, ti dico… -

- Non è la stessa cosa. -
e allora si zittì. Le lanciai un’ultima occhiata.

Non avrebbe mai preso il tuo posto, nel mio cuore. Era la tua ombra perfetta, il tuo fulgido riflesso, ma sempre un’ombra e sempre un riflesso.

Però… però ora è il momento, e tenendo bene presente questo saldo sentimento dentro di me, sarò pronto. In effetti, è la soluzione migliore per tutti; gli altri mi lasciano fare, ma hanno capito, e ormai anch’io sono deciso, perciò è destino che finirà così.
Tu non ci sei più, e io devo andare avanti.

Con sguardo apparentemente noncurante, fisso la vetrina, e faccio il passo decisivo verso la porta.

Però, mia amata, nessun’altra Smith & Wesson potrà mai sostituirti.

Nel mio cuore, tu, la prima e l’unica, la mia Shoreijyu.

  
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