Una vita insieme
Prologo
Guardava il Tardis scomparire davanti ai suoi occhi, e
con esso una parte di sé andava via per sempre, non l’avrebbe più rivisto lo
sapeva.
Sentì una mano stringere la sua, si voltò e lo vide
accanto, il Dottore, ma non il suo Dottore. Solo in quel momento si rese conto
di quello che era successo, lei aveva scelto di rimanere con lui, da una parte ne
era felice, ma vedere il Tardis scomparire le ricordò che lui non era veramente
il suo Dottore, ma sapeva che con il tempo lo avrebbe accettato. Nel suo cuore
sentì farsi largo una paura, la paura che lui un giorno se ne fosse andato via,
per sempre. Era sempre stato abituato a viaggiare, vedere mondi e posti a lei
sconosciuti, mentre ora si trovava intrappolato qui con lei. E in lei crebbe la
paura, se lei non sarebbe stata abbastanza per lui, non avrebbe potuto
sopportarlo. Abbassò lo sguardo e guardò di nuovo dove poco prima c’era il
Tardis, questo per loro era l’inizio di una nuova vita.
Seduto sulla spiaggia, aspettava, guardava il mare
davanti a sé e pensava. Rose era con Jackie poco distante, stavano cercando di
contattare Pete, per mandare qualcuno a prenderle.
Sapeva che lei avrebbe avuto bisogno di tempo per
pensare, per accettarlo per non vederlo più come il clone del Dottore. Ma non
era questo che lo spaventava, l’avrebbe aspettata per tutto il tempo
necessario, anche se ci fosse voluta una vita. Quello che lo spaventava era
quello che lo attendeva, adesso non avrebbe più viaggiato, era lì fermo, legato
ad un pianeta, ad una casa. Aveva paura di non esserne in grado, di non
riuscirlo a sopportarlo.
Chiuse gli occhi assaporando l’odore del mare, cercando
di calmare i corsi dei suoi pensieri e di concentrarsi sul quel momento.
Per sua fortuna, a distrarlo arrivò Rose, che si mise
seduta accanto. La guardò e le sorrise, sapeva che anche lei era piena di dubbi
e spaventata da ciò che sarebbe successo, lo vedeva riflesso nei suoi occhi.
“Come ti senti?” le sentì chiedere con dolcezza.
Ripensava quante volte, in passato, aveva desiderato poterle dare proprio
quello, una vita normale, poter dividere la sua vita con lei, vederla
invecchiare, crescere una famiglia insieme.
“Sto bene.” Le rispose riuscendo a dare un freno ai suoi
pensieri. La vide volgere lo sguardo al mare.
“Papà ha detto che ha mandato qualcuno, dovrebbero
arrivare tra poco.” Spiegò.
“Bene.” Le rispose semplicemente.
“Con mamma abbiamo pensato, che puoi venire a stare da
noi … se ti va.” Disse e vide che era arrossita, imbarazzata come quella volta
sotto quel buco nero, quando immaginava di vivere con lui.
“La casa è grande e ci sono molte stanze che non
utilizziamo mai.” Continuò a spiegare, sempre più imbarazzata.
“Ecco … finché vuoi … puoi … insomma …” cercò di parlare
chiaramente senza riuscirci.
“Penso che sia un idea brillante.” Le disse interrompendola
con il sorriso sul volto. Gli era mancato molto quella sensazione di calore e
completezza che provava ogni volta in sua presenza. Non aveva mai conosciuto
nessuno che l’aveva fatto sentire così.
“Bene, allora siamo d’accordo.” Continuò lei,
sorridendogli.
“D’accordo.” Concluse lui porgendogli la mano. La vide
tentennare, ma poi la strinse nella sua.
Rimasero in silenzio fino a quando un dirigibile della Vitex si fermò qualche metro da loro. Si avvicinarono a
Jackie.
“Bel tipo tuo padre, manchiamo da casa da chissà quanto e
non viene neanche a prenderci lui.” Si lamentò Jackie, quando vide scendere un
giovane ragazzo.
“Tua madre è sempre la stessa.” Sussurrò il Dottore
all’orecchio di Rose a cui scappò una risatina, Jackie se ne accorse.
“Cos’hai da ridere?” le chiese.
“Niente mamma, vedrai che papà sarà stato impegnato.”
Rispose Rose dando una gomitata all’uomo accanto a se. Il ragazzo nel frattempo
li aveva raggiunti.
“Salve signora Tyler, il signor Pete si scusa di non
essere venuto lui personalmente.” Iniziò a giustificarsi il giovane, ma Jackie
lo fermò bruscamente.
“Risparmiati le solite scuse Chris, sono stanca e
affamata, me la vedrò poi personalmente con mio marito.” Disse la donna salendo
sul dirigibile
“Stavolta mi sentirà. Speriamo che almeno si sia occupato
di Tony.” Continuò a borbottare la donna. Rose guardò divertita il Dottore
“Non vorrei essere nei panni del povero Pete.” Le disse
sorridendo. I due si avvicinarono al ragazzo.
“Piacere di rivederla Miss Tyler.” Salutò il giovane con
un sorriso che al Dottore non piacque molto.
“Quante volte devo dirti di chiamarmi solo Rose.” Si
lamentò la ragazza, alzando gli occhi al cielo, ma con il sorriso sulle labbra,
poi si voltò verso il Dottore un po’ imbarazzata.
“Lui è Chris, l’assistente personale di papà.” Lo
presentò educatamente.
“Lei deve essere il Dottore, ho sentito parlare di lei
spesso.” Disse il ragazzo entusiasta, stringendogli la mano, il Dottore guardò
Rose che arrossì imbarazzata.
“Piacere.” Gli sorrise ricambiandola stretta di mano.
“Ohi, volete muovervi, voi tre.” Urlò Jackie da uno dei
finestrini.
“Sarà meglio muoverci.” Disse Chris facendo strada.
“Assistente di tuo padre?” chiese il Dottore sarcastico,
non riuscendo a nascondere la sua gelosia.
“Sei geloso per caso?” chiese lei inarcando il
sopraciglio.
“Io non sono geloso.” Le rispose infastidito, mentre
salivano sul dirigibile.
“Non ancora.” Sussurrò quando la ragazza si allontanò e
notando come il giovane guardava la sua Rose.
I quattro si misero seduti, mentre il dirigibile era in
aria, il Dottore guardò la spiaggia diventar più piccola e allontanarsi, il suo
cuore accelerò ancora, i timori di prima tornarono a tormentarlo. Rose gli
strinse la mano quasi leggendo la sua paura.
Fine
Prologo
Revisione
Settembre 2011
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