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Autore: Sarty    10/05/2010    6 recensioni
"Ludos si era ripreso, stava guardando la scena e rideva. Ma Damon non lo sentiva nemmeno: cercava con tutte le sue forze di scacciare l’immagine delle sue mani che stringevano il collo del suo uccellino, cercava di scacciare l’immagine di Bonnie senza vita. Perché quell’immagine gli causava un dolore che non aveva mai provato durante tutti i suoi anni di esistenza. Perché quel dolore stava portando con lui una verità che Damon non voleva ascoltare." E se per una volta fosse la dolce Bonnie a salvare la vita a Damon? Come reagirebbe il vampiro se si trovasse davanti la sua piccola streghetta diventata più potente di lui? Tra odio e amore, i miei protagonisti preferiti...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CIAO A TUTTI !

Questa per il momento è la fine… se la mia mente malata mi ispirerà, magari ci produrrò un seguito… Mai dire mai!

Cmq, un particolare ringraziamento a Vale, Bennyrobin, Bonniemora, Ila_D, Veggente, Robbina e Lunetta per il costante sostegno tramite le recensioni.

Un grazie a tutti coloro che hanno messo questa fan tra le seguite / preferite e a tutti quelli che l’hanno letta… Mi ha fatto piacere.

E adesso vi lascio all’ultimo capitolo! GRAZIE ANCORA E CIAO!

 

 

Rimasero tutti immobili per qualche secondo, ma poi Damon sentì il corpo di Bonnie accasciarsi e la prese in braccio.

“Ci sei riuscita…” le disse il vampiro dolcemente.

Bonnie sorrise “Ci siamo riusciti… Non ce l’avrei mai fatta senza di te!”

“Bonnie, oh Bonnie!” Elena si era alzata e stava correndo verso di lei. Goffamente, dato che era ancora tra le braccia di Damon, Elena l’abbracciò e le diede un bacio sulla guancia, piangendo.

“Hey, non sarebbe il caso di festeggiare?” le rispose l’amica sorridendo.

“Oh scusami Bonnie, ti prego, non vorrei piangere, ma è che sono così felice!”.

Adesso anche Stefan si era avvicinato a loro e accarezzò fraternamente il volto della ragazza.

Poi alzò lo sguardo verso Damon, fissò i suoi occhi … e capì.

“Vorremmo restare soli, se non vi dispiace” disse Damon, un mezzo sorriso forzato sulle labbra.

“Cosa?!” iniziò Elena “Non puoi portarmela via adesso! Dobbiamo parlare di così tante cose!”

Stefan le cinse delicatamente la vita “Anche loro devono parlare, Elena… Lasciamoli soli”.

“Perché adesso? Avranno tutto il tempo dopo che ci saremo ripo…” ma lo sguardo di Stefan le bloccò le parole in gola.

“Cosa… Come… NO, non …”

“Lasciali andare, Elena” Stefan la stava delicatamente tirando a sé, per farla rientrare.

“Torneremo in tempo, per salutarci…” come potesse essere così chiara e serena la voce di Bonnie, Elena non riuscì a capirlo, ma non obbiettò.

Si limitò ad osservare Bonnie, che aveva il viso felicemente appoggiato al petto di Damon, e lui che le baciava i capelli, mentre si allontanavano nel tramonto.

 

“Perché?” Elena piangeva da quasi mezz’ora sulla spalla di Stefan, che si limitava ad accarezzarle teneramente i capelli.

“Non è giusto, non doveva finire così…” continuava a ripetere tra un singhiozzo e l’altro.

“Elena” disse dolcemente Stefan “Lo so, ma farti vedere in questo stato adesso non l’aiuterà… Hai visto anche tu com’era serena. Lei ha salvato il suo amore, i suoi amici, tutti noi. Solo che per farlo ha dovuto usare tutta la sua forza vitale…”

Lo sguardo che Elena gli rivolse fu sufficiente, come domanda. 

“Non si può fare niente, amore mio… Ha chiesto troppo a sé stessa…”

Elena ricominciò a piangere e anche sul volto di Stefan scese una lacrima.

Passò qualche altro minuto, poi Elena sembrò riprendersi e disse “Dobbiamo avvertire gli altri: Meredith, Matt e Alaric, devono avere anche loro l’occasione di salutarla…se possibile”.

Presero il telefono e chiamarono i loro amici: ogni conversazione era una pugnalata al cuore, ma dovevano farlo. E una volta finito, non poterono fare altro che aspettare.

 

I loro corpi erano sdraiati uno accanto all’altro, sudati, accaldati e ancora frementi.

La sensazione di pace che provavano era una cosa unica, fuori dal tempo, così come le sensazioni che li avevano pervasi fino a qualche minuto prima.

Damon faceva perno sul gomito destro, la guancia appoggiata alla mano, mentre con l‘altra accarezzava dolcemente il viso di Bonnie.

Lei lo fissava, ammaliata, con quegli occhi dolci colmi d’amore e di felicità.

Era felice, anche se le sue forze stavano svanendo lentamente, anche se stava per morire, era felice come non lo era mai stata prima.

Quei momenti, quelle ore, erano valse tutto quello che aveva fatto, tutto il tempo che aveva dovuto aspettare, tutto il dolore che aveva sentito. Tutto ciò che era stato e che la aveva portata li… e lo avrebbe affrontato nuovamente anche solo per un altro minuto con il suo Amore.

Ma la stanchezza iniziava ad avere la meglio su di lei: si accoccolò tra le braccia di Damon, che la strinse delicatamente al suo petto.

Il mio uccellino…una lacrima scese nuovamente sul volto di Damon, mentre stringeva ancora di più il piccolo e fragile corpo di Bonnie tra le sue braccia.

“Damon…” la voce di Bonnie era debole, ma serena “Io non ho rimpianti… Tu mi hai regalato te stesso, il tuo amore e questo è molto più di quanto sperassi di ricevere. Sono felice, non voglio che tu soffra ora, ti prego…”

“Non puoi chiedermi questo… Se non fosse stato per me, se non ci fossi stato io, tu ora saresti…”

“Infelice!”

“Viva!”

“Ma io sono viva…”

“Lo sai cosa intendo! Tu stai…” ma il vampiro non riuscì a finire la frase.

Bonnie a fatica si mise a sedere e prese il volto di Damon tra le mani.

“Io stò morendo, Damon, ma non potevo pensare ad una morte più felice. Se non ti avessi incontrato non avrei mai scoperto il significato dell’amore… Il mio unico rimpianto è lasciarti… ma non sarai solo, una parte di me sarà sempre con te, se vorrai, se mi porterai nel tuo cuore…”

Bonnie sentì le sue forze svanire sempre più inesorabilmente.

“Portami dagli altri adesso, non ho più molto tempo…”

Con una fitta al cuore, Damon si vestì e aiutò Bonnie, poi la prese tra le braccia e volò verso il pensionato.

Quando arrivarono erano tutti li fuori, in attesa.

Bonnie rimase sorpresa di vedere anche Matt e Meredith, entrambi con le lacrime agli occhi.

“Allora, se dovete piangere tutti mi faccio portare da un’altra parte!” Bonnie tentava di dare alla sua voce un ché di ironico, ma l’emozione era troppa, anche per lei.

Meredith e Matt la strinsero entrambi, a turno. Poi fu la volta di Alaric, Stefan ed Elena per ultimi.

Damon non la lasciò nemmeno un secondo, la teneva stretta a lui, come se così facendo potesse impedirle di andarsene.

Bonnie guardò a turno i suoi amici, li salutò uno ad uno. Poi, con un sorriso, aggiunse “Scusatemi, ma l’ultimo volto che voglio vedere è il suo”.

Si voltò verso Damon, gli diede un lieve e dolce bacio sulle labbra, poi appoggiò delicatamente il palmo della sua mano sulla guancia del vampiro, che rimase a fissarla intensamente.

Quegli istanti sembrarono infiniti a tutti gli occhi che stavano osservando la scena, almeno fino al momento in cui il braccio di Bonnie cadde a terra.

In quello stesso istante, partì un pianto all’unisono.

 

Due giorni dopo…

 

Avevano dovuto inscenare un incidente, come se non bastasse dover affrontare quel momento, avevano dovuto anche affrontare la famiglia di Bonnie.

Il funerale fu veloce e sobrio, partecipò quasi tutta la città.

Al termine, la bara di Bonnie venne portata nella cappella dove si trovava anche quella di Elena, così avevano deciso.

Il cimitero si svuotò lentamente, ma verso sera, nuovamente, un brusio si levava nella cappella.

“Damon ti prego, vieni via con noi…” Elena lo stava supplicando, ma niente e nessuno lo avrebbe fatto spostare di un centimetro da li.

Stefan le si avvicinò e dolcemente le disse “Vai con Meredith e Matt, tornate al pensionato, provo a parlargli io… Vi raggiungo tra poco”.

Elena lo fissò un istante, poi i suoi occhi si posarono su Damon, che fissava con il solito sguardo vuoto la bara di Bonnie. Infine uscì e li lasciò soli.

“Damon, si sarebbe già svegliata…” Stefan aveva intuito il motivo che teneva li Damon, ma non voleva che Elena sentisse, per non darle vane illusioni.

In realtà il fratello non gli aveva mai parlato del tempo passato con Bonnie, ma sicuramente le aveva fatto bere il suo sangue, nella speranza che si trasformasse.

Ma quando ci sono di mezzo i demoni, le cose non sono mai semplici.

“Non la lascerò qui da sola, non stanotte almeno…” gli rispose Damon, aprendo il coperchio della bara.

Anche nella morte è sempre così bella…Lo diceva sempre, giovane e bella nella mia bara… Non è giusto…

“Vattene ora, fratellino. Pensa agli altri, hanno sicuramente bisogno di te” Damon fissò Stefan “E io ho bisogno di restare da solo”.

Stefan di avvicinò a lui, gli mise una mano sulla spalla per un istante e poi se ne andò.

Finalmente erano soli, in pace.

Damon tornò con lo sguardo sul volto di Bonnie e si maledisse per tutto quello che aveva fatto. Se solo si fosse accorto prima… ma non avrebbe rinunciato al suo amore. Se all’inizio aveva pensato al fatto che il suo uccellino non si sarebbe dovuta innamorare di lui, ora aveva solo la certezza che per niente al mondo avrebbe mai rinunciato a quell’amore. Perché la sua purezza lo aveva riportato in vita, anche se per un vampiro era un eufemismo.

E ora capiva perfettamente anche lei, le sue ultime parole: era stato meglio vivere intensamente solo quelle ore, che avere davanti un’eternità… vuota.

Delicatamente, come potesse ancora ferirla, le accarezzò la guancia.

La sua pelle era così fredda e il suo cuore così muto… il ricordo dei suoi battiti era così chiaro nella sua mente: batteva all’impazzata, specie quando le si avvicinava, all’inizio per paura, poi per amore… Tum-tum … Tum-tum

Un sospiro uscì dalle sue labbra, gli sembrava ancora di sentirlo battere…chiuse gli occhi, immaginando che quel suono fosse reale…Tum-tum… Tum-tum…

Sapeva che gli avrebbe fatto male, sapeva che sarebbe stato peggio continuare a sognare in quel modo, ma non gli importava.

Lentamente, sempre con gli occhi chiusi, Damon appoggiò la testa sul petto di Bonnie…

Tum-tum, Tum-tum...

Si alzò di colpo, aprendo gli occhi e osservando attentamente il suo uccellino.

Le prese la mano e ne testò l’aura … stava forse impazzendo? O aveva permesso alla sua immaginazione di andare troppo oltre? Lui sentiva qualcosa…

Tentò di non farsi sommergere dalla speranza… inutilmente.

Iniziò a trasmetterle del potere, sempre di più, con sempre più ardore.

No, questo non era un sogno, quel suono era reale, quell’aura era reale.

Il respiro di Damon accelerò, mentre le sue mani stringevano sempre più forti quella del suo uccellino…

Altri secondi trascorsero, ancora e ancora…

Gli sembrava di correre all’impazzata senza mai raggiungere il traguardo… perché non si svegliava? Non poteva essere un sogno, quella doveva essere la realtà!

Non per lui, avrebbe dato la sua … esistenza se fosse servita, non gli importava. Ma lei, lei doveva vivere, se lo meritava, per quello che aveva fatto, per quello che aveva passato, per la sua purezza…

Il vampiro richiuse gli occhi e lanciò una preghiera… per lei.

“Damon!”

La sua voce…

“Damon cos’hai?”

Così dolce, così angelica….

“Damon, guardami”

Piccolo uccellino mio…

“Damon rispondimi, mi stai spaventando!”

Paura? Non devi avere paura amore mio…

“Perché siamo qui? Cosa ci faccio in una… bara?”

Il suo tono di voce lo scosse e in quel momento Damon aprì gli occhi: lei si era messa seduta e lui non se n’era nemmeno accorto… Lo stava fissando, un misto tra amore e preoccupazione nello sguardo, quello sguardo che tanto gli aveva dato la caccia…

Restarono immobili, fissandosi a vicenda, per un istante che sembrò infinito per entrambi.

Le loro sensazioni viaggiavano in sintonia: la paura di essersi persi per sempre, la speranza che ciò che stavano vivendo fosse reale, la felicità di essersi ritrovati, di essere insieme, l’amore…

Damon fu il primo a reagire “Bonnie…”

Ma in quel momento le parole erano superflue: la prese in braccio, la fece uscire dalla bara e la strinse a sé, delicatamente ma con ardore.

Senza dire una parola, Damon mise la mano nella tasca dei suoi pantaloni e ne estrasse un piccolo anello in oro bianco sul quale era montata una splendente pietra azzurra. Prese la mano sinistra di Bonnie e le infilò l’anello sull’anulare.

Lei fissò l’anello un istante e poi i loro sguardi si fusero nuovamente per qualche secondo, prima di scambiarsi il bacio che avrebbe suggellato il loro amore per l’eternità.

FINE

  
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