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Autore: Fede_Wanderer    15/05/2010    5 recensioni
Il ragazzetto, finito di ascoltarlo, aveva addentato una barretta di cioccolato e aveva commentato: "Tu sei proprio strano, eh. Ciao,comunque. Io sono Mihael. Ma mi fa schifo, per cui chiamami Mello".
Sarebbe diventato il suo migliore amico.
Tredici anni dopo, sfrecciando su una moto nera per le strade del Kanto, Mihael Keehl strinse i denti, cercando di tenere a freno i ripensamenti.

Seconda classificata al concorso "What if...?" indetto da Geruko_
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt, Mello
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono felice ç_ç Seconda al contest, ed era il primo a cui partecipavo ç_ç Ringrazio la giudice e saluto tutti i partecipanti. ^^ Qui il link del contest: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9198310&p=5

_Priority  ~ Parola Chiave: Amicizia.


Molti dei ragazzi della Wammy's House, distinti dalla massa per la loro straordinaria intelligenza, prima o poi scoprivano di essere diversi anche sotto altro aspetti. Il più delle volte era per un attaccamento innaturale ad un tale oggetto, o cibo: così come L mangiava esclusivamente i dolci, Near amava i giocattoli e Mello il cioccolato; in alcuni casi, però, era un hobby particolarmente insolito a contraddistinguere gli orfani. Mail Jeevas era uno di questi casi. Accolto alla Wammy's all'età di sette anni, appena arrivato aveva richiesto dei post-it, per poi scriverci sopra, ogni giorno, tre parole diverse.
Quando un bambino gli aveva chiesto che cosa significassero, Mail aveva alzato le spalle rispondendogli: "Sono le mie parole chiave del giorno. Vedi, quella più in alto è la mia priorità, ma voglio tener conto anche delle due scritte sotto. Per esempio, oggi la parola-priorità è 'videogiochi', ma c'è scritto anche 'fare amicizia', perchè oggi mi ci voglio impegnare, e poi c'è scritto 'L', perchè... voglio capire chi è, qui ne parlano tutti...". Il ragazzetto, finito di ascoltarlo, aveva addentato una barretta di cioccolato e aveva commentato: "Tu sei proprio strano, eh. Ciao, comunque. Io sono Mihael. Ma mi fa schifo, per cui chiamami Mello".
Sarebbe diventato il suo migliore amico.

Tredici anni dopo, sfrecciando su una moto nera per le strade del Kanto, Mihael Keehl strinse i denti, cercando di tenere a freno i ripensamenti.
"La parola chiave di oggi è 'rischio'" mormorò, ripetendosi le parole che gli aveva rivolto Matt poche ore prima ed evitando di pensare alla situazione in cui si trovava l'amico.
Mihael non si era mai fatto scrupoli a mettere in palio la sua stessa vita pur di arrivare ai suoi scopi e quel giorno non faceva differenza. Si era imposto di far salire Takada su quella moto e trascinarla via; si era detto che se avesse rapito quella donna, avrebbe avuto un'occasione in più per mettere i bastoni tra le ruote a Near quanto a Kira, nonché per trovare le prove che gli avrebbero permesso di incastrare quest'ultimo - e superare Near, una volta per tutte. Sapeva che ne andava della sua vita, ma non era quello il problema; non lo era mai stato.  
Il vero problema, quel giorno, era un altro.
Il piede del ragazzo spinse più forte sull'acceleratore, in fuga dai suoi pensieri più che da qualcosa di materiale. "La parola chiave è 'rischio'".
In un agile quanto spericolato slalom, la moto oltrepassò una fila di macchine, sfrecciando ad una velocità decisamente oltre il limite consentito.
"La parola chiave è..."
Con uno scatto improvviso il piede del ragazzo lasciò l'acceleratore, per posarsi sull'altro pedale e generare una brusca frenata. "...'Matt'".
Mello lanciò un'occhiata all'orologio.
"Si tenga forte, Miss. La riporto dalla sua scorta".

Dieci minuti dopo, la moto nera arrivò in un piazzale occupato da cinque o sei macchine - veicoli costosi, di quelli che certamente non passano inosservati - dalle quali erano appena usciti degli uomini armati, intenti a puntare le pistole contro il conducente di un'auto posizionata dall'altro lato della piazza. La moto si fermò davanti all'auto sotto tiro, come per difenderla.
Pochi secondi dopo, il conducente si tolse il casco e scese dal mezzo di trasporto, trattenendo con una mano la donna, ancora a bordo del veicolo.
"Fermi. Non sparate. Qui c'è la vostra presentatrice. Gettate le armi e io ve la restituisco".
Gli uomini si lanciarono un'occhiata e, nello stesso istante, lasciarono cadere le pistole a terra.
Solo a quel punto Mihael lasciò la presa sul polso della donna, rendendola libera di scendere.
Quando le sue guardie del corpo si assicurarono che non fosse ferita, una di esse aprì bocca per rivolgersi al rapitore. Ma quest'ultimo era già scomparso; con lui e la sua moto, anche il conducente dell'auto.


"Ma che stai facendo?"
"Secondo te? Stavano per ucciderti, idiota!"
"Eravamo rimasti che..."
"...Uno come Kira può anche uccidere a sangue freddo persino parenti o amici. Io no. Sarei stato io a ucciderti, Matt. E non potevo"
"Mello?"
"Sì?"
"Sei un idiota. Potevi incastrare Kira"
"..."

 

Mihael Keehl scartò l'ennesima barretta di cioccolato, per poi accartocciare il rivestimento e gettarlo nel cestino, senza muoversi dal divano. Accanto a lui, Mail Jeevas era concentrato in uno dei suoi innumerevoli videogiochi.
Mello si girò verso l'amico, pensando a cosa avrebbe causato il suo improvviso cambio di programma, avvenuto poche ore prima. Pensò che probabilmente aveva mandato all'aria la sua unica occasione di sconfiggere Kira; che forse, alla fine, Near l'avrebbe battuto ancora una volta; che forse, invece, neppure Nate sarebbe stato in grado di incastrare Kira; che Yagami conosceva il suo volto e il suo nome. Pensò ad un futuro incerto, in cui, forse, Kira avrebbe vinto e lui sarebbe morto.
Finì l'ultimo pezzo di cioccolato e prese in mano un foglio, scrivendo con una grafia disordinata poche parole.
 Parola 1: Amicizia.
Sorrise.

 

"Mello?"
"Mh?"
"Grazie"

~


   
 
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