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Autore: Manu_Hikari    26/05/2010    1 recensioni
Un grande amore al quale qualcuno ha messo la parole fine senza un valido motivo. Eppure lui non avrebbe saputo immaginare la sua vita senza di lei...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I wouldn’t have imagined my life without you…

 

 

 

Ciao raga eccomi qui con una nuova fic! Questa volta è ispirata a Holly e Benji e vorrei precisare che è la prima che scrivo su questo anime quindi non so come sarà e il titolo non so precisamente cosa c’entri con tutto il resto ma a me sembrava così carino…

Cmq protagonista è Benji  e la storia è ambientata durante il primo campionato mondiale, quello in Francia. Volevo anche dirvi che, per motivi di copione, le età dei nostri beniamini varieranno lievemente da quelli nell’anime (Anche perché io non ho mai capito molto bene quanti anni hanno…) e che gli spoiler saranno veramente pochini perché io non ci so fare molto…^__^’’

Poi…ah, si. I personaggi di questa storia sono tutti del loro papi Yoichi Takahashi e solo Mie è inventata da me.

Penso che sia tutto, un bacione e buona lettura!

 

 

 

CHAPTER SEVENTEEN

 

 

 

Una strada periferica di Amburgo, malamente asfaltata, scivolava sotto le ruote della moto scura di Benji; il vento era freddo e, nonostante Mie avesse un casco integrale, lo avvertiva chiaramente, sotto la visiera. Si stringeva forte alle spalle di Benji, grandi, forti, dietro le quali provava  ripararsi dal vento. Sentiva un qualcosa rigenerarsi dentro; si sentiva di nuovo felice, sapeva quello che stava per fare, lo sapeva e non se ne pentiva.

 

«Andiamo via, solo io e te, l’ultima sera. » Le aveva sussurrato sulle note della loro canzone, dolcemente, come temendo di rompere un precario incanto.

«Si » aveva risposto quasi senza pensarci.

Benji le aveva chiesto di cambiarsi; con quell’abito lungo e i tacchi sarebbe stato impossibile per lei salire in moto. E così, sotto lo sguardo incuriosito di Patty, Mie era salita in camera per cambiarsi ed aveva indossato un paio di comodi jeans, una maglietta e la giacca a vento. Si era precipitata di nuovo in sala, dove Patty aveva cercato di fermarla, di avere una qualche spiegazione per quel tanto concitato movimento. Ma quando Mie scosse la testa, chiedendo il silenzio, precipitandosi poi verso la scala principale, quella che portava all’uscita, Patty la seguì con lo sguardo. Le bastò un attimo solo, un sorriso troppo ampio, il rossore profuso sulle guance, per capire.

«che c’è? » chiese Olly avvicinandosi, «dove va Mie? »

Patty scosse la testa. Lo baciò dolcemente sulle labbra. «va dove le menzogne e il rancore  non la toccheranno più. Dove potrà essere felice, di nuovo. »

 

Mie si guardò intorno ancora un po’ spaesata mentre si toglieva la giacca e la poggiava sulla panca all’entrata.

L’appartamento di Benji era così accogliente, così caldo. Fece pochi passi alla penombra, lentamente. Chiuse gli occhi e assaporò il profumo di Benji, tutto, intorno a lei ne era intriso; dolci ricordi riaffiorarono alla mente; il primo bacio, la vittoria del campionato, tutti i momenti più importanti che avevano vissuto insieme e quel bacio, nella camera dell’albergo, la notte prima. Riassaporò quella sensazione, un misto di gioia, attesa, disperazione; sentiva tutto ancora sulla sua pelle, come se le stesse vivendo in quell’istante. Improvvisamente le sembrò di essere a casa. Nel luogo dove avrebbe sempre dovuto essere.

«è stato Olly. » la voce di Benji la riportò alla realtà. Stava di spalle, appoggiava le mani su di un grande tavolo in salotto, il capo chino. «Non avercela con lui, ero disperato; avrà avuto pena per me. » rise amaramente. « voglio che tu sappia  che Marshall aveva torto, non avrei mai abbandonato il mio sogno, e non ti ho mai tradita. Nessuna poteva sostituirti, nessuno avrebbe potuto essere più bella di te. Non potevo amare nessun’altra. »

«Benji… »

«So che, tecnicamente, non stavamo più insieme, ma, ogni volta che una ragazza mi sfiorava, capivo che non avrei mai più provato quel calore che solo tu sapevi darmi, nessuna mi avrebbe dato le stesse cose…nulla sarebbe stato più uguale. »

Il ragazzo si voltò lentamente, aveva lasciato rifluire le parole alla rinfusa. Aveva cercato di aprirle il suo cuore, di dirle ciò che in quegli anni gli era mancato di più.

Mie si teneva il volto tra le mani; con grande stupore di Benji, stava piangendo. «io ti amo, Benji, » singhizzò « non ho mai smesso di farlo, te lo giuro! Non potevo. Ci ho provato; lui, lui mi ha fatto credere che per te sarebbe stato meglio, che solo così avresti realizzato il tuo sogno…ma ogni giorno che passava, stavo sempre peggio, senza di te, non sarebbe mai stato lo stesso…Ed ha provato a farmi cambiare idea, ma non odiarlo…è stato buono con me, ha avuto pazienza, mi ha amata in modo dolce…ma io non sono mai stata in grado di ricambiarlo, io gli volevo bene, ma non lo amavo come lui desiderava. la mia testa mi diceva di ricambiarlo, che magari lui avrebbe potuto lenire le mie ferite. Ma stare con lui non faceva altro che ricordarmi quanto tu mi mancassi e, invece di cancellarle, non ha fatto altro che farmi soffrire ancora di più… e l’altro giorno quando mi hai baciata…»

In pochi passi Benji annullò la distanza fra loro due. «Lo so, » mormorò accarezzandole il viso, asciugando quelle lascrime che poco le si addicevano. «lo so… quando mi hai lasciato il mio mondo è finito. Perdonami se l’altro giorno ti ho mancato di rispetto…ma non ce la facevo più a starti lontano, io…»

Mie lo zittì, sfiorandogli le labbra con le dita. « è stato il momento più bello della mia vita,» mormorò « ritrovarti, toccarti di nuovo, non dimenticherò mai quell’istante… baciami…baciami Benji…»

Fu forse la forza della disperazione a tenere in piedi Mie. Quando Benji toccò le sue labbra, il mondo intorno a loro si annullò, il cuore batteva talmente veloce da sembrarle impazzito, le gambe tremavano, sotto il peso di un’emozione che non pensava di poter provare di nuovo.

Fece correre le sue mani sulle braccia forti di Benji e, passandogli una mano tra i capelli, lo attirò di più a se.

Non voleva perdersi nemmeno un’istante, voleva che il sapore di Benji, il suo odore, restassero impressi a fuoco nella sua mente e sul corpo. Questa volta, non oppose resistenza quando, dolcemente, Benji le sfiorò le labbra con la lingua, invitandola ad abbandonarsi a lui. Schiusa le labbra, lasciando che fosse lui a guidare il gioco più antico del mondo. Non immaginava che Benji sapesse essere tanto sensuale. Le sue mani, il suo respiro, il suo calore; tutto, voleva sentire tutto di lui.

Un brivido le percorse la schiena quando, con delicatezza, Benji abbandonò le sue labbra per dedicarsi al suo collo bianco; inizialmente si limitò a sfiorarlo con le labbra, poi, i  suoi baci si fecero più bramosi e intensi e le sue mani, grandi e vigorose, scesero lungo la schiena, esplorando le curve armoniose di lei.

Mie desiderava Benji più di ogni altra cosa. Aveva avuto la conferma che lui era solo suo, suo e di nessun’ altra, tutto di lui gli apparteneva. Ora, lei voleva ricambiarlo, voleva donargli tutto, il suo cuore, la sua anima, il suo corpo.

«Benji…» gli sussurrò con timidezza, financo con timore «fa l’amore con me…»

Benji si abbandonò con una sorta di incoscienza  a quella richiesta tanto dolce e, al contempo, disperata, tanto da sembrare una preghiera.

La delicatezza, la dolcezza dei baci di poco prima, lasciò spazio a una sete insaziabile delle labbra di lei, mentre le sue braccia la stringevano con vigore, contro quel corpo forte, ma ormai schiavo di lei. Nessuna, nessuna gli avrebbe mai fatto provare quelle sensazioni ancora una volta, nessuna gli avrebbe mai trasmesso quel calore; la desiderava, eppure aveva timore a toccare quel corpo esile e sottile che si stringeva al suo.

«non temere. » mormorò lei, «non puoi farmi del male, non puoi ferirmi, poiché il mio unico dolore, adesso, sarebbe lo strazio del mio cuore se ti allontanassi da me.» stavolta fu Mie a pretendere le labbra di Benji, a cercare la sua lingua, il suo palato. Si aggrappò a lui con tutta la passione e la disperazione di quegli anni passati a guardare una parete rimasta vuota, dopo che tutte le foto di Benji erano state riposte in soffitta; passati a piangere, sola in bagno, ogni volta che, distrattamente, lasciava che alcuni dei suoi ricordi, quelli più belli, i più intensi, fluissero nella sua mente; passati a sperare che un giorno, il senso di vuoto e di nulla che le albergava dentro si attenuasse. Non si aspettava che potesse essere colmato, ma che, almeno, smettesse di fare così male.

Quante notti aveva maledetto Marshall? Quante notti se stessa, per non essere in grado di essere quell’eroina che lui tanto aveva decantato?

Ma ora, tra le braccia di Benji, nulla aveva più importanza, era valsa la pena di aspettare, se la ricompensa era lui. « Ho pianto troppo, Benji; ora, fammi felice…»

 

****************************************************************

È passata mezzanotte…si disse guardando l’orologio. Una fitta pioggia cadeva fuori della finestra del soggiorno, incorniciata da una semplice tenda bianca. Lentamente, con le labbra, sfiorò l’incavo fra il collo e la spalla della ragazza che, beata, giaceva al suo fianco, abbandonata tra il sonno e la veglia; lei sorrise impercettibilmente. Il ragazzo  si allotanò con cautela, per ravvivare il fuoco del camino che, poco lontano da loro, era stato l’unico testimone del loro amarsi, del donarsi l’un l’altro, teneramente. Non aveva mai pensato a quanto struggente potesse essere ricevere l’amore altrui. C’era qualcosa di commovente nel modo in cui Mie si era data a lui. Totalmente, senza esitazione.

E lei se ne stava lì…sdraiata sul tappeto, ai piedi del divano, coperta fino ai fianchi  da un lenzuolo bianco, ignara di avergli regalato i momenti più intensi, i più belli della sua vita. Sentiva di poter anche piangere in quell’istante, tanto forte era la felicità che provava. In un attimo, mentre con lo sguardo percorreva la sua pelle bianca, gli sembrò che tutta la sofferenza che avevano dovuto affrontare fosse improvvisamente sparita, come se non ci fosse mai stata.

Mie si mosse; allungò il braccio, toccando il posto al suo finco, come se cercasse Benji. Non trovandolo si risolse ad aprire gli occhi e si sollevò puntellandosi su un gomito. «che fai lì? » gli chiese dolcemente. «stammi accanto ogni secondo stanotte, non allontanarti. »

Il ragazzo sorrise con tenerezza, si sdraiò di nuovo accanto a lei e, dopo averle baciato la fronte fresca, si adagiò sul suo petto, respirando il suo profumo.

Marshall era un ricordo lontano; quegli anni, erano un ricordo lontano. Ora c’erano solo loro due. E niente avrebbe mai cambiato le cose.

«Mie… » mormorò Benji con la voce già rapita dal sonno.

«mmm…»

«non avrei immaginato la mia vita senza te…»

Mie lo strinse più a sé e lo cullò dolcemente fin quando lui non si addormentò.

 

 

 

Se mi fosse data la possibilità di scegliere,

rifarei tutto da capo, esattamente come è stato.

Non sono mai stato perfetto,

ho fatto cose che vorrei non aver fatto.

Non ho avuto fiducia in lei, non ho fatto nulla per impedirle di lasciarmi.

Eppure, ora, con il senno di poi, so che

Se le cose fossero andate in modo diverso,

non sarei quello che sono.

E non potremmo vivere in modo così intenso i nostri sentimenti.

Ti amo Mie.

Ti amo.

E mentre le tue mani accarezzano la mia pelle,

so che provi la stessa cosa.

 

 

Fine.

 

 

Eccoci finalmente giunti alla fine.

Voglio prima di tutto chiedere scusa se questa storia, iniziata ben 6 anni fa, ha conosciuto il finale solo ora.

C’è stato un periodo in cui non mi andava più di scrivere. Ma vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito e mi hanno fatto capire di amare questa storia

In particolare vorrei ringraziare benji79, che mi ha chiesto di continuare questa storia

È grazie a lui/lei se mi è tornata la voglia di scrivere, non solo questa storia ma anche le altre.

Quindi un grazie a tutti voi.

Vi mando un bacio. Mi raccomando, commentate, è una cosa che vi toglie poco tempo, ma rende felici, molto felici, noi scrittori.

Alla prossima.

 

 

  
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