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Autore: Julia Weasley    09/06/2010    19 recensioni
La fanfiction
è una raccolta di momenti mancanti in cinque capitoli che
mostrano l'elfo domestico Kreacher da quando, divenuto
proprietà di Harry Potter, è costretto ad andare
nelle cucine di Hogwarts, a quando provoca la sommossa di tutti gli
elfi domestici contro i Mangiamorte, durante l'ultima battaglia contro
Voldemort.
[Personaggi: Kreacher, Dobby, Winky]
Prima classificata al
contest "The Kitchen", indetto da Annaf85 e Tamaki The King
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dobby, Kreacher, Winky
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Erano secoli che volevo scrivere una storia del genere e, quando ho notato il Contest "The Kitchen", ne ho approfittato per decidermi finalmente a buttarla giù! Il tema del contest, ovviamente era la cucina: dovevamo ambientare una storia per la maggior parte in una o più cucine e sviluppare una trama.

Questa storia è un po' particolare: i protagonisti sono gli elfi domestici, con qualche comparsa umana. Stavolta la mia fissa per i personaggi secondari ha raggiunto livelli mai visti prima perché ho scelto come protagonista uno dei personaggi più impopolari e detestati di tutta la saga, quindi preferisco avvertirvi in anticipo (soprattutto i tanti fan di Sirius Black... io lo adoro ma, dato il protagonista, non potevo parlare bene di lui, altrimenti sarei andata OOC).
Be', vi lascio alla storia: sarà composta da cinque brevi capitoli, quindi niente di troppo lungo. Inserirò i punteggi ottenuti nel contest nell'ultimo capitolo.

Disclaimer: tutti i personaggi di questa fanfiction appartengono a J.K. Rowling, come anche le frasi scritte in corsivo. Non scrivo a fini di lucro.

 

Le cucine di Hogwarts
 
Capitolo I

Luglio 1996
“Ehm… Kreacher… voglio che tu vada a Hogwarts e lavori nelle cucine con gli altri elfi domestici”.
Con un sonoro CRAC, un vecchio elfo dagli occhi grigi iniettati di sangue si Materializzò in una stanza dalle grandi dimensioni, popolata da almeno un centinaio di suoi simili. Alcuni si affaccendavano intorno ad un enorme camino, altri prendevano le pentole che si trovavano lungo le pareti, altri ancora servivano la cena ai quattro lunghi tavoli al centro.
Bleah.
“Ehi, guardate, c’è un nuovo elfo domestico”.
Alcuni elfi si erano accorti dell’improvvisa comparsa del loro simile e gli si erano avvicinati. Kreacher non mosse un muscolo, profondamente disgustato.
“Ciao” lo salutò uno degli elfi. “Tu è benvenuto. Tu dovrebbe richiedere la divisa al professor Silente, come tutti noi”.
Kreacher guardò lo strofinaccio decorato con lo stemma di Hogwarts che tutti gli altri indossavano e rispose con un grugnito.
“Io non vuole quella veste! Io ha già cosa indossare”.
Le espressioni gentili scomparvero subito dai visi raggrinziti che aveva di fronte.
“Come vuole tu” risposero, voltandogli le spalle e lasciandolo perdere.
Seppur con riluttanza, Kreacher si mise subito al lavoro. A Grimmauld Place si era abituato a parlare da solo, perciò non volle rinunciare a quella consuetudine nemmeno lì a Hogwarts.
“Povero Kreacher, che umiliazione. Per anni ha servito fedelmente la nobile casata dei Black, e adesso è costretto a sfamare quei mocciosi insignificanti di Hogwarts, quasi tutti Mezzosangue e traditori del proprio sangue…”
Interruppe di scartare il tacchino per lanciare una maledizione a Silente. Se quel vecchio rimbambito non lo avesse chiamato nell’orrida casa dei parenti Babbani di Harry Potter, forse sarebbe riuscito a fermare quello schifoso ladro.
Poteva immaginare Mundungus Fletcher come se fosse stato lì presente, il ghigno soddisfatto quasi del tutto coperto dai sudici capelli rossi, mentre portava via tutti gli oggetti di famiglia, compreso il medaglione.
Kreacher scoppiò in un singhiozzo disperato. Aveva disobbedito: non solo non era riuscito a distruggerlo, ma aveva anche permesso a Fletcher di rubarlo. Doveva assolutamente punirsi per quell’errore.
L’elfo smise di lavorare, guardandosi intorno. Poi si avvicinò al focolare e tese le mani verso una padella di olio bollente…
“Che cosa fa?!”
Un attimo prima di immergere le dita nell’olio, Kreacher fu assalito alle spalle e trascinato a terra.
Lottando contro due braccini che lo trattenevano, infine riuscì a identificare l’elfo che lo aveva fermato.
“Tu non deve punirti!” disse un elfo molto più giovane di lui, con il naso lungo e gli occhi verdi.
Kreacher gli lanciò uno sguardo orripilato non appena inquadrò il suo vestiario. Indossava un golfino marrone con una R ricamata sopra, uno scolapasta come cappello e almeno cinque paia di calzini per piede, ognuno di colori e fantasie diverse.
“Anche tu è stato licenziato?” chiese lo strano elfo vestito, rialzandosi in piedi.
Kreacher balzò su in un nanosecondo, scandalizzato e indignato.
“Kreacher licenziato? Come ti permette? Kreacher ha sempre obbedito, non è stato licenziato! Io è obbligato a stare qui! Io vuole tornare a casa, vuole scovare Mundungus Fletcher e strangolarlo! Come farà la povera padrona senza Kreacher?”
“Dobby chiede scusa” rispose l’altro, impressionato. “Dobby voleva solo impedire di farti male”.
“È affare di Kreacher. Io ha sbagliato e deve punirsi”.
“Gli elfi di Hogwarts non devono punirsi. Silente è molto buono con noi. Se glielo chiede, può anche essere pagato. Dobby riceve un galeone al giorno” annunciò Dobby tutto contento.
Gli altri elfi domestici, che fino a quel momento erano rimasti a guardare, si affrettarono a tornare alle precedenti occupazioni, imbarazzati. Quanto a Kreacher, fissava quell’altro come se credesse di avere a che fare con un malato di mente. Dopo di che iniziò a pestarsi tutto, furioso.
“Kreacher non vuole stare con questi pazzi! Vuole tornare dalla sua padrona!” strillò, spargendo lacrime di rabbia e odio che gli solcarono il grugno. “Invece deve obbedire a quel moccioso Mezzosangue, che schifo! Kreacher odia Potter!”
Dobby gli si avvicinò, incredulo.
“Harry Potter? Tu conosce, Harry Potter?”
Il vecchio elfo lo guardò male.
“Sì, purtroppo…”
Improvvisamente Dobby si gonfiò come un tacchino, furibondo.
“Tu non deve parlare male di Harry Potter! Ha salvato Dobby, l’ha liberato dai suoi vecchi padroni cattivi! Harry Potter è un ragazzo gentile e…”
“Harry Potter è un traditore del proprio sangue” gracchiò Kreacher, “amico di Sanguesporco, ibridi e…”
Nessuno seppe mai che cos’altro avrebbe detto, perché Dobby gli impedì di proseguire, assestandogli un gran pugno sul naso.
Gemendo per il dolore e la frustrazione, Kreacher reagì all’attacco e iniziò un violento corpo a corpo contro Dobby a suon di calci e pugni che riecheggiarono per tutte le cucine.

Marzo 1997
“State solo appiccicati a Malfoy come un paio di cerotti antiverruche”.
“Oh, certo, adesso il padrone ha preso gusto a dare ordini a Kreacher. Kreacher fa questo, Kreacher fa quello, Kreacher insegue anche Draco Malfoy! Quanto vorrebbe che il suo padrone fosse il signorino Malfoy, e non quel traditore di Potter!”
“Se tu conoscesse davvero Draco Malfoy, tu non parlerebbe così” intervenne Dobby.
Erano appena rientrati nelle cucine dopo l’ennesimo pedinamento notturno. Kreacher era stanchissimo, e anche Dobby, ma quest’ultimo si rifiutava di dormire per far contento Harry Potter.
Alle sue parole, Kreacher guardò male l’altro elfo domestico. Erano seduti su due tavoli diversi e si lanciavano occhiatacce irritate a vicenda.
“I vecchi padroni picchiavano continuamente Dobby. Erano molto… cattivi e malvagi. Tu è mai stato picchiato?”
Kreacher assunse un’espressione corrucciata. I suoi padroni gli mancavano immensamente.
“Io è sempre stato un elfo fedele. Forse tu non era altrettanto. Solo padron Sirius trattava male Kreacher, ma lui era un rinnegato traditore del suo sangue e si sfogava sempre su Kreacher. Io non voleva servirlo. Era cattivo. Aveva fatto soffrire così tanto i miei padroni”.
Kreacher rimase in silenzio, covando risentimento nei confronti di Sirius Black. Non lo aveva mai sopportato, fin da quando era bambino e gli faceva i dispetti. Era così diverso da suo fratello Regulus, che invece lo difendeva sempre quando Sirius esagerava.
“Kreacher era tanto felice di non servirlo più, e invece gli è toccato il suo figlioccio” disse digrignando i denti, sicuro che Sirius lo avesse lasciato a Harry proprio per fargli un ultimo dispetto.
“E Dobby è felice di non servire più i Malfoy” obiettò l’elfo più giovane. “Harry Potter è molto più buono e gentile, tu lo capirà presto”.
“Neanche per sogno” sbottò Kreacher, inorridito al solo pensiero, mentre il suo sguardo cadeva su una bottiglia vuota di Burrobirra abbandonata sul pavimento. Si alzò subito e si diresse verso di essa con l’intenzione di buttarla ma, non appena la sfiorò con le dita, un involto di tovaglie poco lontano si mosse ed emise un gemito d’irritazione.
“Lascia stare!”
Dai panni stropicciati si districò un’elfa con gli occhi castani e il naso a pomodoro. Kreacher la conosceva di vista ma non le aveva mai rivolto la parola dal momento che era Vestita. Il suo abitino azzurro era stracciato e pieno di macchie e aveva il muso perennemente arrossato.
“È finita” osservò Kreacher, irritato.
“Tu lascia!” insisté quella, afferrando la bottiglia e portandosela alle labbra. Erano rimaste solo due gocce di Burrobirra, ma questo sembrò farle credere di aver avuto ragione.
“Bah”.
Kreacher non ne poteva più di essere confinato lì dentro. A Grimmauld Place sarebbe stato solo, ma almeno avrebbe avuto il ritratto della sua padrona a fargli compagnia. Là a Hogwarts invece doveva avere a che fare con Dobby e con quell’altra elfa licenziata, entrambi tipi loschi e poco raccomandabili, a suo parere.
Nel frattempo, Dobby si era avvicinato e guardava la sua simile con aria preoccupata.
“Winky deve smettere di bere. La Burrobirra fa male”.
“A Winky non importa” rispose lei, mentre correva alla dispensa per prenderne un’altra. Poi tornò allo sgabello che occupava di solito, vi si sedette e iniziò a bere di nuovo.
“Ma che cos’ha?” non poté fare a meno di chiedere Kreacher. Lui e Dobby si picchiavano almeno due volte a settimana quando il primo insultava troppo Harry Potter, ma a volte riuscivano ad avere delle conversazioni tranquille, anche se duravano meno di cinque minuti.
“È stata licenziata più di tre anni fa e ha cominciato a bere da quel momento” spiegò Dobby. “Se ne sta sempre lì a svuotare una bottiglia dopo l’altra e a piangere. Lei non è come me, non voleva essere licenziata”.
Winky in effetti aveva appena cominciato a piangere e singhiozzare disperatamente.
“Da quando poi il suo vecchio padrone è morto” proseguì Dobby, “beve ancora più di prima. Poi il suo padrone più giovane è stato Baciato da un Dissennatore e lei si dispera sempre per questo, dice che doveva tenerlo d’occhio e invece non l’ha fatto. Gli ha permesso di uccidere suo padre e di far tornare in vita Colui Che Non Deve Essere Nominato. Dobby ha provato a convincerla che non è colpa sua ma… Che cos’hai?”
Quando aveva sentito quel nome, Kreacher era sobbalzato all’improvviso.
“Niente!” mentì, mentre orribili ricordi tornavano a tormentarlo. Tremando come una foglia, aveva quasi l’impressione di sentire di nuovo il bruciore allo stomaco dovuto alla pozione che il Signore Oscuro gli aveva fatto bere e le mani putride dei cadaveri animati che lo trascinavano sott’acqua. E poi, inevitabilmente, ripensò al suo padrone che subiva lo stesso trattamento ma gli chiedeva di andarsene e tornare a casa, lasciandolo lì.
Kreacher non aveva mai capito perché Regulus avesse deciso di morire per recuperare quel medaglione, lui non glielo aveva mai detto. Ma il suo compito era quello di distruggerlo, non di chiedere spiegazioni. Purtroppo, non ci era riuscito e se l’era fatto pure rubare.
Le lacrime gli inumidirono gli occhi iniettati di sangue e cominciarono a scendere lungo il naso.
Senza aggiungere altro, Kreacher si allontanò da un perplesso Dobby e se ne andò in un cantuccio a fingere di dormire. I suoi singhiozzi risuonarono nelle ampie cucine, all’unisono con quelle di Winky.


*Angolo autrice*

Primo esame della sessione estiva superato alla grande + contest conclusosi con un risultato oltre ogni mia previsione = tocco il cielo con un dito, quindi comincio a pubblicare le storie che ho riservato per l'estate! =)
Visto che sono riuscita a scrivere anche su altri personaggi oltre Regulus? XD Ovviamente qui verrà ricordato spesso, ma è un gran passo avanti, no? Ho scritto solo un'altra one-shot su di lui (davvero deprimente, e infatti ancora non ho trovato il coraggio di pubblicarla).
Come avrete capito, in questa storia ho voluto ricostruire come se l'è passata Kreacher dal sesto libro al settimo, il suo rapporto non molto amichevole con Dobby e anche che fine ha fatto la povera Winky, che la Rowling ha praticamente abbandonato.
Spero che l'idea non vi abbia fatto schifo. Immagino che questa storia non avrà molti lettori, data l'impopolarità di Kreacher, ma pazienza: io mi sono divertita a scriverla!
Intanto colgo l'occasione di ringraziare tutti quelli che hanno votato "Eroi non si nasce, si diventa" al concorso sui personaggi originali e quelli che l'hanno letta grazie a quel concorso. Sono stata contentissima, davvero. Non mi aspettavo di vincere ma già passare la prima fase è stata la cosa più bella per me. Grazie!!

@ Pepesale: se stai leggendo qui, grazie per le recensioni che mi stai lasciando. Ti risponderò via e-mail con calma quando avrò un po' di tempo libero (purtroppo ho altri due esami da preparare per metà luglio, quindi sono molto impegnata ora) :-(

Ora corro immediatamente a studiare: la breve pausa che mi sono concessa ieri pomeriggio per festeggiare è finita... -.-"
Ciao a tutti! =)




  
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