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Autore: lames76    10/06/2010    8 recensioni
Cosa succede in una tranquilla notte passata in una locanda se il custode grigio che guida il gruppo non regge l'alcool? Un gran macello!
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano stati fortunati.
Molto fortunati.
Questo pensava il Custode Grigio, mentre indossava lentamente i suoi abiti, leggermente scocciato dall’aver dovuto abbandonare il comodo letto.
Erano stati fortunati ad incocciare in un piccolo villaggio lungo la Strada Ovest, mentre erano diretti a Denerrim.
Erano stati fortunati che ci fosse un villaggio ancora non toccato dalle scorribande, sempre più frequenti, dei Prole Scura.
Erano stati fortunati che il villaggio fosse dotato di quella locanda.
Erano stati fortunati che avesse tutte le stanze libere.
Ed erano stati fortunati che le stanze singole fossero incredibilmente comode e pulite.
Tanto comode e pulite che anche Morrigan, sempre pronta a protestare ed a lanciare frecciatine, aveva fatto una faccia neutra e si era infilata in una di esse senza protestare.
Ed un’espressione neutra per lei era quello che più si avvicinava al saltare di gioia urlando di felicità, come aveva puntualizzato Alistair.
La sera prima avevano mangiate e bevuto... forse anche più del dovuto... tanto che lui si era dovuto ritirare, barcollando, a metà serata (ed era certo che, dal suo posto nel tavolo, Wynne l’avesse guardato davvero molto male mentre lo faceva) anche se non ricordava bene cosa fosse successo in seguito.
Sapeva solo che, dopo tanto tempo, aveva dormito bene, profondamente, senza che i sogni dell’arcidemone lo tormentassero.
Sbadigliò e raccolse il suo equipaggiamento, montando l’armatura con calma e controllando che le armi fossero a posto.
-Ah si! Adesso si riparte!-, esclamò a voce alta, per sentire il suono della sua voce in modo da svegliarsi pienamente.
-Ancora un momento...-, la voce femminile che rispose era impastata dal sonno.
Voce femminile?
Improvvisamente ogni traccia di sonno scomparve e lui si voltò verso il giaciglio che aveva appena lasciato.
Tra le lenzuola vide, raggomitolarsi coprendosi il capo per trovare un po’ di ombra, una persona... una ragazza...
Una minuta treccina di capelli rossi risaltava nel biancore del letto, sfuggendo all’abbraccio delle coperte.
-Leliana? -, sentì la sua voce come se fosse stata quella di un'altra persona. Un’altra persona molto, molto stupita.
La ragazza si mosse e sbucò con la testa da quel groviglio di stoffa. Aveva i capelli spettinati ed arruffati e sul volto un’espressione molto assonnata ed estremamente candida, ma era bellissima come sempre, -Si sono io, avevi dei dubbi?-, chiese con voce impastata dal sonno, poi in quegli splendidi occhi che possedeva passo un lampo di malizia, -Ieri sera ti ricordavi molto bene il mio nome...-, arrossì, gli fece una beffa e tornò a sprofondare tra le coperte.
"Per Andraste!", pensò il custode, "Che cosa ho fatto ieri sera?", si accigliò, "E soprattutto... perché non mi ricordo niente?"

Barcollava nel corridoio verso la sua camera.
-Oh! Ancora in piedi?-, chiese Leliana e quando vide che stentava a reggersi sulle gambe lo sorresse, -Ti aiuto ad entrare-
Lo condusse verso il letto tenendolo stretto, -Ora vai a dormire, altrimenti domani mattina come facciamo a partire all’alba?-
-Non voglio dormire...-, il custode si voltò verso la ragazza, i loro visi erano molto vicini e nella penombre non era mai stata così bella, -...io voglio te-
Lei sorrise e lo baciò, poi crollarono sul letto legati in un abbraccio.


"Bene, ieri sera sono finito a letto con Leliana...", mentre si avvicinava all’uscio lanciò un’ultima occhiata al letto.
Sbucò all’esterno e si mosse verso le scale, sentiva lo stomaco protestare per la fame.
Voltò l’angolo del corridoio e quasi andò a sbattere contro Morrigan.
La strega delle selve lo guardò accigliata superandolo, per poi fermarsi vicino a lui.
-Fossi in te io non scend...-, si interruppe e la sua espressione si fece più dolce avvicinando la bocca al suo orecchio, -Sono stupita del fatto che tu sia già in piedi-, gli sussurrò, -Ieri sera credevo di averti reso esausto... forse non sono così brava come pensavo nelle pratiche sessuali o forse voi custodi grigi siete davvero... potenti-
Scivolò lontano fino ad arrivare alla porta della sua stanza e vi si infilò dentro.
"Io e Morrigan abbiamo...", il custode si appoggiò al muro per non cadere.

La strega giaceva nuda sul letto della sua stanza. La sua pelle candida sembrava risplendere al chiarore della luna che filtrava dall’esterno. Era proprio una bella visione.
Lui le lanciò un'altra occhiata poi aprì l’uscio barcollando ed uscì. Aveva bisogno di un po’ di aria perché era ancora troppo brillo nonostante tutto. Fece due passi nel corridoio, perdendo il senso dell’orientamento, si ritrovò a muoversi verso la sua stanza.
-Oh! Ancora in piedi?-, chiese Leliana...


"Oh cavoli!", troppe sorprese per quella mattina, davvero troppe, "Diamine che altro mi sono dimenticato?"
Si avviò verso il basso, scendendo le scale cercando di forzare il suo cervello, "Si, assolutamente troppe sorprese per oggi, ma ora basta...", il filo dei suoi pensieri si cristallizzò.
Ricordava che, nella parte inferiore della locanda, c’era lo stanzone principale.
Uno stanzone rusticamente arredato da diversi tavoli, un bancone ed una porticina che portava alla cucina.
Lo ricordava perfettamente.
Per questo la visione di quella devastazione lo lasciò interdetto.
C’erano macerie, composte da pezzi di tavolo e di sedie, sparse ovunque.
Non restava in piedi nessun mobile, tutti distrutti. Le finestre erano rotte, la porta che dava alla cucina abbattuta ed il bancone ammaccato.
Unico superstite un tavolo e due sedie, sulle quali erano seduti come se niente fosse, Sten e Zevran.
L’elfo si alzò e si spostò verso di lui.
Il custode grigio ricordò tutte le avances che gli aveva fatto ed i suoi discorsi sull’amore libero che si praticava ad Antivia.
Avances che lui aveva gentilmente respinto al mittente visto che non trovava attraenti gli uomini.
"Oh Creatore ti prego...", si ritrovò a pregare, "...fa che almeno con lui non sia andato a letto!"
Zevran aggrottò la fronte, gli fece un saluto con la mano, -C’è stata una bella lotta qui, non sai cosa ti sei perso ieri sera...-, dopodiché uscì all’esterno. Il Custode tirò un sospiro di sollievo e si avvicinò al tavolo evitando di inciampare nella gamba di una sedia.
Sten si voltò verso di lui con la solita espressione distaccata e gli fece un leggero inchino con il capo. Prima che lui potesse rivolgergli la benché minima domanda, il gigante Qunari si alzò in piedi, -Vado a preparare i bagagli per la partenza Kadan-
Il custode si ritrovò al centro di quella devastazione da solo.
-Cosa diavolo è successo qui?-, mormorò confuso portandosi una mano al capo per grattarsi la nuca.
-Una rissa con i fiocchi ecco cosa!-, la voce proveniva da qualche parte. Si guardò intorno, ma non c’era anima viva in quello scempio.
Poi abbassò lo sguardo, da sotto il tavolo spuntavano due piedi.
-Oghren?-, il nano giaceva a terra sorridente, i baffoni rossi erano impiastricciati di qualcosa di appiccicoso ed erano stiracchiati dai due lati del capo.
Sul petto aveva un macchia di... no! Non voleva sapere di cosa!
Il nano ruttò sonoramente e lo guardò beato, -Erano anni che non mi divertivo così tanto...-
-Che cosa è successo?-, chiese lui rabbrividendo ed accomodandosi sulla sedia occupata fino ad un momento prima da Sten. Il compagno di viaggio era troppo visibilmente felice per chiedergli se voleva alzarsi.
-Ah! Quando te ne sei salito di sopra anche le ragazze sono andate via, Morrigan è salita subito dopo di te...-, lasciò in sospeso la frase come se volesse intendere qualcosa, ma poi proseguì, -Wynne è uscita assieme a Leliana, hanno detto che volevano andare a pregare-, fece una faccia disgustata.
-Si ok, ma come siamo arrivati a questo macello?-, cercò di evitare le occhiate che il compagno gli rifilava.
-Beh ad un certo punto uno di questi bifolchi del paese mi si avvicina, chiedendomi se ero un bambino, visto che ero così basso...-
-E quindi tu hai scatenato una rissa per questo...-, replicò con rassegnazione lui.
-No, mia madre mi ha insegnato che voi umani non reggete l’alcool e quando lo fate non sapete cosa dite-, sbuffò prendendo una delle treccione che formavano i suoi baffi usandola per asciugarsi la bocca.
Il custode lo guardò accigliato e leggermente ripugnato.
-Poi ha continuato dicendo che non ero un uomo se non reagivo e che forse ero invece una donna...-, continuò il nano.
-Ed tu hai dato inizio alla rissa...-
-No! Era sicuramente troppo ubriaco visto che non distingueva un maschio da una femmina. Soprattutto un esemplare di maschio come me!-, replicò Oghren sollevandosi a fatica mugugnando, -E’ che poi si è messo a dire che mia madre era una donnaccia...-
-Ed a questo punto l’hai colpito...-
-No! Non è colpa vostra se le vostre madri fanno quel genere di lavori, le nane sono rispettabili!-, si sollevò seduto ed emise un ulteriore e più convinto rutto.
-Allora come è scoppiata la rissa?-, francamente il custode iniziava a chiedersi se si fosse veramente svegliato e se quello non fosse invece un sogno... anzi un incubo!
-Beh, mentre tornava al bancone ha detto che i miei pantaloni erano brutti!-, ruggì sollevando un braccio.
-Dopo tutto quello che ti ha detto hai fatto scoppiare una rissa per questo motivo?-, sgranò gli occhi.
Si, non c’erano dubbi, era in un incubo...
-Certamente! Si da il caso che questi pantaloni me li ha regalati Branka!-, sospirò, -Sai quanto tenevo a quella donna!-
-Oghren... quei pantaloni li hai comperati due giorni fa al mercato...-, bofonchiò il custode appoggiandosi una mano sul capo.
Il nano si accigliò, -Davvero?-, chiese e l’altro annuì, -Ops...-
No, ripensandoci, questo era il tipico comportamento di Oghren, quindi forse non era un sogno.
Oramai giunto al limite di sopportazione il custode grigio si sollevò in piedi, -C’è altro che mi sono perso?-
In quel momento Alistair entrò nella locanda, si guardò intorno con fare confuso, poi esclamò, -Riuscite a divertirvi solo quando non ci sono io!- Morrigan e Leliana giunsero dal piano di sopra nello stesso momento e lo guardarono.
-Volevo ringraziarti per ieri ser...-, dissero all’unisono poi si fermarono, si scambiarono un’occhiata di fuoco che poi rivolsero a lui.
Ok è deciso, mai più bere alcool...



Alcune note varie. Questa storia è stata un mio regalo per Elos ed è pubblicata qui con il suo consenso.
Lei mi aveva chiesto un racconto su Dragon Age ambientato in una taverna ed a me è saltato fuori questo qui. Naturalmente, quando ho sentito "taverna" ho immediatamente pensato ad Oghren che è certamente uno dei miei "compagni di gioco" preferiti.
Spero che vi sia piaciuta!
   
 
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