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Autore: Julia Weasley    19/06/2010    18 recensioni
Sembrava di assistere ad uno spettacolo apocalittico. Il cielo notturno privo di stelle era coperto da una fitta coltre di nubi in balia del vento, che le faceva roteare su se stesse come girandole d’acqua condensata. Le onde si sollevavano ad altezze vertiginose, finchè non andavano ad infrangersi sulla scogliera: sembrava quasi di scorgervi le sagome di cavalli lanciati in una folle corsa contro le rocce. Il mare ribolliva ai loro piedi e gli schizzi di schiuma candida parevano salire alla velocità della luce verso il cielo.
Un'altra fanfiction incentrata su Regulus e i suoi pensieri nel momento in cui, insieme a Kreacher, sta attraversando il lago sotterraneo a bordo della barca.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kreacher, Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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trav

La traversata

Lo scoglio sul quale si erano appena Materializzati era semisommerso nel mare in tumulto mentre l’uragano sfogava tutta la propria forza sopra le loro teste.
Sembrava di assistere ad uno spettacolo apocalittico. Il cielo notturno privo di stelle era coperto da una fitta coltre di nubi in balia del vento, che le faceva roteare su se stesse come girandole d’acqua condensata.
Le onde si sollevavano ad altezze vertiginose, finchè non andavano ad infrangersi sulla scogliera: sembrava quasi di scorgervi le sagome di cavalli lanciati in una folle corsa contro le rocce.
Il mare ribolliva ai loro piedi e gli schizzi di schiuma candida parevano salire alla velocità della luce verso il cielo.
Le nubi erano squarciate a intervalli regolari dai fulmini, i lampi illuminavano a giorno il paesaggio, mentre i rombi dei tuoni sembravano far tremare di paura anche l’imponente scogliera che si ergeva maestosa su quel mare oscuro.
Ma nessuna tempesta né qualsiasi altra estrema manifestazione della natura poteva competere con il tumulto che scuoteva i cuori degli unici due esseri viventi che comparivano in quella scena.
Il ragazzo era talmente pallido da sembrare un fantasma. Le gocce d’acqua ghiacciata che lo colpivano, bagnandolo e facendolo rabbrividire dal freddo, nonostante tutto lo lasciavano quasi indifferente.
Quel che doveva temere non si trovava fuori della scogliera, ma al suo interno.
“Padron Regulus, la supplico, torniamo indietro…”
L’elfo domestico tremava come una foglia ed era aggrappato al mantello del padrone come un bambino piccolo alla gonna della madre. La sua voce gracchiante non riusciva a sovrastare l’urlo del vento.
Il ragazzo si piegò sulle ginocchia e posò le mani sulle spalle della creatura, costringendolo a guardarlo negli occhi.
“Kreacher, andrà tutto bene” mentì con fermezza. “Devi solo fare quello che ti dico”.
L’elfo annuì, chinando la testa per non ritrovarsi più in alto del suo padrone.
Regulus Black tornò in piedi e puntò lo sguardo sulla scogliera: una stretta fenditura proseguiva in una galleria circondata dalle rocce.
Il ragazzo vi si inoltrò, seguito a ruota dall’elfo, il quale continuava a singhiozzare disperato.
L’unica fonte di luce proveniva dalla bacchetta del giovane mago, che la teneva in alto per avere una visione più ampia dell’ambiente che li circondava.
Man mano che proseguivano, il livello dell’acqua cominciava a salire, tanto che presto raggiunse l’altezza della vita di Regulus. Quest’ultimo, preoccupato per Kreacher che non sapeva nuotare, lo sorresse con il braccio libero per non farlo andare a fondo, fino a che non risalirono sulla terraferma.
Regulus fissò per parecchio tempo la parete rocciosa che gli impediva di proseguire, la mascella serrata per l’indecisione.
Sapeva benissimo cosa doveva fare, ma non era più tanto sicuro di volerlo. Faceva ancora in tempo a voltarsi e tornare indietro.
Chi me lo fa fare?
Era questo l’interrogativo che lo tormentava da una settimana. Non sarebbe stato più facile raccontare ciò che aveva scoperto a Silente, o chi per lui, porsi sotto la protezione dell’Ordine della Fenice e lasciare che qualcun altro entrasse in quella caverna?
Certo sarebbe molto più comodo. Ma poi cosa mi rimarrebbe? Ho fatto una scelta sbagliata quando ero ancora troppo immaturo per decidere, ho cambiato idea quando sono stato assalito dal rimorso, ho deciso di rimediare alle mie colpe. E ora voglio andare a nascondermi come un moccioso spaurito?
Sarebbe sopravvissuto. In fondo aveva solo diciotto anni.
Ma avrebbe perso qualcosa di molto più importante della vita: la dignità.
Era questo che la sua famiglia gli aveva insegnato, a fuggire come un coniglio? Certo che no.
Nel bene o nel male, nessun membro della casata dei Black si era mai comportato da vigliacco. L’onore della famiglia era un valore in cui aveva sempre creduto e che non poteva rinnegare proprio in quel momento.
Nessuno poteva sfidare un Black senza subirne le conseguenze, neanche il Mago Oscuro più potente di tutti i tempi.
Prima di trovarsi di nuovo a cambiare idea, Regulus estrasse il pugnale dal mantello…
Gocce di sangue scarlatto andarono a macchiare la parete, che scomparve improvvisamente.
Ignorando i singhiozzi silenziosi di Kreacher, Regulus avanzò, finchè le rocce non si richiusero alle loro spalle.
La prima cosa che notarono fu la totale assenza di rumore: il fragore della tempesta sembrava adesso solo un vago ricordo. Erano immersi in un silenzio molto più assordante.
Regulus poteva ascoltare senza sforzo il proprio cuore battere all’unisono con quello di Kreacher.
Facendosi luce con la bacchetta, capì di trovarsi all’interno della caverna. Dinanzi a lui si stendeva un’immensa distesa d’acqua, talmente liscia e immobile da sembrare uno specchio.
La vastità del lago trafisse il cuore di Regulus come una lama di ghiaccio. Nelle supposizioni dei giorni precedenti, aveva sperato ingenuamente che il lago fosse molto più piccolo. Forse una minima parte di sé aveva creduto di possedere un’occasione di salvezza.
Ora che lo vedeva era consapevole di non avere vie di scampo. L’isolotto posto al centro dello specchio d’acqua si scorgeva a mala pena: nessuno sarebbe mai riuscito a tornare indietro a nuoto, considerando anche la presenza degli Inferi.
Deciso ad agire per non essere costretto a pensare, Regulus si mise alla ricerca della barca di cui l’elfo gli aveva parlato. Quando la trovarono e la tirarono fuori dall’acqua, tuttavia, il ragazzo ebbe un attimo di esitazione.
Le vene gli pulsavano nelle tempie ad un ritmo incessante; la gola secca gli impediva di deglutire; le mani gli tremavano: una di esse stringeva il medaglione.
Aveva la mente annebbiata, e forse fu questo a permettergli di salire su quella barca: se fosse stato lucido, probabilmente non lo avrebbe fatto.
Kreacher si accucciò sul fondo dell’imbarcazione, le braccia intorno alle gambe e il viso nascosto tra le ginocchia.
Era terrorizzato. Ancora non aveva ben chiare le intenzioni del suo padrone. Voleva recuperare il medaglione, ma Kreacher inorridiva al solo pensiero di bere di nuovo quel filtro magico.
Kreacher non vuole, Kreacher non vuole, ma deve farlo lo stesso. Farà tutto quel che gli dice il padrone, pensava, disperato.
Nel frattempo, Regulus lo osservava tremare di paura e non riusciva a non provare molta pena per il suo elfo. Kreacher temeva di ripetere l’esperienza subita con l’Oscuro Signore, e invece non sapeva che quella sera sarebbe stato l’unico a tornare a casa.
Regulus non gli avrebbe mai permesso di bere quella pozione un’altra volta: era strano da ammettere per un Black, ma era molto affezionato a Kreacher. Gli voleva davvero bene.
Il ragazzo puntò lo sguardo sull’acqua immobile. I riflessi verdi le davano un’aria spettrale ma affascinante al tempo stesso, almeno finché i suoi occhi non scorsero sotto la superficie: centinaia di cadaveri rivolgevano le orbite vuote contro di lui, pronti a scattare non appena avesse sfiorato il velo che li separava.
Regulus si sentì invadere dall’orrore. Non voleva diventare come loro. Non voleva che quel lago diventasse la sua tomba.
Si lasciò sfuggire un gemito strozzato. Kreacher lo udì e si avvicinò. Senza dire una parola, Regulus gli strinse la mano ossuta, cercando di farsi forza.
“Il padrone non deve preoccuparsi” lo rassicurò l’elfo. “Kreacher lo aiuterà, farà qualsiasi cosa…”
Nonostante quelle parole di conforto, Regulus sentì che la propria determinazione era tornata a vacillare.
Quello che temeva non era tanto la morte, quanto piuttosto la paura di provare dolore. Il pensiero di sentirsi mancare il respiro, mentre i polmoni si riempivano d’acqua, lo distruggeva. Davvero non c’era un modo meno doloroso di morire?
Poi pensò a tutto il dolore che Voldemort aveva provocato e che avrebbe continuato a diffondere se qualcuno non lo avesse fermato. La perdita dei parenti e degli amici era molto più straziante di qualche minuto di soffocamento.
Va bene, ma per chi sto facendo tutto questo? Cosa mi importa di Babbani e Sanguesporco?
Non aveva modificato le sue idee sulla purezza del sangue, ma la coscienza gli rimordeva lo stesso.
Anche lui aveva le sue colpe, aveva provocato sofferenze a persone che non gli avevano mai fatto nulla. Sentiva ancora le urla lancinanti di quegli innocenti.
Non sarebbe potuto vivere con quel rimorso. In qualche modo doveva pagare.
E poi, lo stava facendo anche, e soprattutto, per la sua famiglia. Aveva il dovere di proteggerli. Il segreto di Voldemort era troppo pericoloso e importante per parlarne con qualcun altro.
Vuoi mettere la soddisfazione di essere la causa della sconfitta dell’Oscuro Signore?
Non gli importava se nessuno lo avrebbe saputo. Pensassero pure che fosse un vigliacco: meglio così, almeno Voldemort non avrebbe avuto sospetti e non sarebbe andato a interrogare chi gli era sempre stato più vicino: sua madre, suo padre, le sue cugine.
Si era rifiutato di accennarlo anche con Sirius: non voleva ammetterlo ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per impedire che venisse ucciso, anche dare la sua stessa vita.
Stranamente, il pensiero di avere un obiettivo, sacrificarsi per quelli cui teneva, lo tranquillizzò.
Regulus si accorse di aver superato la paura di soffrire. Ora aveva capito perché non si poteva nascondere.
A cosa serviva condurre una vita senza onore? Sarebbe stata vuota e inutile, trascorsa nel perenne tentativo di sfuggire alla vendetta del Signore Oscuro.
E quando Lui mi troverà - perché mi troverà - morirò come un topo nella trappola. No, se proprio devo morire, farò in modo di portare con me anche Lui.
In fondo non dovrebbe far troppo male. Due minuti o tre al massimo di dolore, e poi sarà tutto finito.

Non sapeva cosa fosse la morte, né quello che lo avrebbe atteso dopo di essa, ma ci avrebbe pensato al momento giusto. Ora doveva solo concentrarsi sul suo obiettivo: prendere il medaglione e dire a Kreacher di distruggerlo.
In fin dei conti, chi è che riesce veramente a sconfiggere la morte?
Chi, come Voldemort, la aveva evitata in tutti i modi, oppure chi le andava incontro a testa alta?
Il secondo era decisamente un modo molto più dignitoso di morire. Regulus ebbe la certezza che Voldemort sarebbe morto nel modo più banale e insignificante possibile. Non meritava niente di più.
In quel momento la barca toccò la riva dell’isolotto. La traversata del lago era finita.
Regulus prese un gran respiro, poi scese.
Dopo aver dato istruzioni a Kreacher, convincendolo a obbedire nonostante le sue urla disperate, si avvicinò al bacile pieno di pozione.
L’ultimo dei suoi pensieri, prima di concludere i suoi giorni sott’acqua, fu una silenziosa sfida a Voldemort.
Potrai anche aver ingannato la morte, ma non hai fatto i conti con me.



*Angolo autrice*

Ok, questa era la fanfiction super-deprimente che dovevo pubblicare: io vi avevo avvisati. Ogni volta che la rileggo mi viene il magone. T_T
L'ho scritta addirittura a settembre per la Prima Fase del contest Miss Scrittrice 2009/2010. Dovevo ideare una storia che avesse come tema uno dei quattro elementi naturali e ho scelto l'acqua.
Non è diversa dai capitoli che ho già pubblicato nelle mie due precedenti storie su Regulus, ma ho voluto usare sempre questo tema più che altro per un "esperimento". Dovete sapere che non ho l'abitudine di scrivere ascoltando la musica, perché mi distrae. Un giorno però, ascoltando la colonna sonora del film
gelosamente custodita nel mio I-Pod (quella della scena in cui Harry e Silente si trovano sullo scoglio di fronte alla caverna, intitolata "Journey to the cave"), mi è venuta la voglia di scrivere una storia su Regulus ascoltando proprio quel pezzo. Infatti sono soddisfattissima della descrizione iniziale, un po' meno dell'ultima frase, ma alla fine non mi sembrava il caso di toglierla.

Ringrazio tutti quelli che hanno recensito l'ultimo capitolo della storia "Le cucine di Hogwarts" (Alohomora, Circe, JP più semplice di così, _Mary, malandrina4ever, dirkfelpy89, bellatrix18, Mirwen e _Ombra_ ) e mi scuso se non ho potuto rispondere a tutti via e-mail come faccio di solito, ma purtroppo non ho molto tempo a disposizione, mi dispiace! =(

Per quanto riguarda le prossime storie, be', non so se avrò tempo di pubblicarle prima di metà luglio perché prima dovrei correggere i maledettissimi errori di battitura e non ne ho il tempo. Quindi potrei non pubblicare storie per un bel po', ma non sparirò del tutto: per recensire sono sempre disponibile! XD
Grazie per avere letto fin qui (sempre se non siete collassati prima)! A presto, spero! ^^


Qui sotto la valutazione riportata nel contest. Ho corretto gli errori di battitura che ho trovato e ho sostituito la parola "Mezzosangue" con "Sanguesporco" per maggiore chiarezza.

TERZA CLASSIFICATA (Parimerito)

Grammatica: 9 punti
Lessico e Stile: 9 punti
Originalità: 8 punti
Caratterizzazione personaggi: 8.5 punti
Trattazione dell'elemento: 12 punti
Impatto: 4 punti
Punteggio finale 50.5/60
Punti bonus 25.25

Una fiction davvero bella nonostante qualche errore grammaticale qua e là.
Una narrazione lenta in maniera mai noiosa e attenta ai particolari fa da contorno ad una storia che non dice nulla di nuovo o particolare, ma che brilla per il suo lessico e la trattazione dei personaggi piacevoli e IC nel loro esprimersi.
Molto suggestive le descrizioni, quasi io stessa riuscissi a sentire l’odore dell’acqua in movimento, elemento che sei riuscita a trattare egregiamente, sebbene non lo hai sfruttato al massimo delle sue potenzialità.
Hai scritto una storia a cui non ho nulla da rimproverare, sicuramente una delle migliori partecipanti al contest sotto ogni punto di vista. La più completa e bilanciata, quella in cui ogni cosa è al proprio posto, in cui ogni tassello si incastra con il precedente con estrema disinvoltura.
E’ come se i personaggi dialogassero con il lettore in una sintonia meravigliosamente piacevole.
Hai scritto davvero un’ottima fiction, i miei più sinceri complimenti.

Edit (11/12//2010): la storia ha partecipato al contest "Piume di Gallina", classificandosi quarta su 34 e ricevendo il Premio Stile!

Quarta Classificata: JuliaWeasley “La Traversata”

Grammatica 9.9/10
Lessico e stile 14.8/15
Caratterizzazione 15/15
Sviluppo della trama 9.7/10
Originalità 9/10
Gradimento Personale 9.4/10

totale 67.8/70

Giudizio di Fabi:

Che tu fossi specializzata in Regulus, lo sapevo. Leggendo ne ho avuto la conferma. Hai reso il suo personaggio alla perfezione, descrivendo la sua indecisione, la sua paura e i suoi dubbi. Hai presentato il tuo Regulus come un personaggio completo e umano, orgoglioso e combattivo, sicuro e ottimista nel vedersi tornare indietro, Realista e tristemente rassegnato nella sua richiesta a Kreacher.
Hai descritto benissimo l'ambiente, con forza, in modo sintetico e minuzioso, preciso, che rende alla perfezione l'idea del luogo.
Non hai fatto errori di grammatica. La parte introspettiva della storia scorre piacevole, la storia emoziona, trascina e coinvolge.
Non avevo mai letto di questo missing moment, anche se immagino che sia un momento abbastanza sfruttato, ma per mi ascelta ho deciso di premiare comunque l'originalità del punto di vista della storia, che è ben sviluppata e curata in ogni dettaglio.
Questo il tipo di storia che desideravo leggere.
Non ti nascondo che la tua storia era una delle mie due scelte per il mio premio giuria.
Veramente bellissima.

Giudizio di LoveChild:

La grammatica è perfetta se si esclude un errore di battitura. Il tuo stile si sposa perfettamente con il contenuto della storia e la scelta lessicale è molto accurata. Nulla è lasciato al caso, insomma.
La caratterizzazione è magistrale hai sviluppato le poche informazioni che avevamo di Regulus in modo totalmente soddisfacente, siamo, a parer mio, al cospetto del Regulus ideato dalla Row.
Lo sviluppo della trama è perfetto, hai sviluppato la trama nei minimi dettagli e in maniera esaustiva.
La tua storia è originale, trovo che descrivere la traversata dal punto di vista di Regulus sia stata un’idea bella e soprattutto coraggiosa: insomma Regulus ha una personalità davvero difficile da descrivere, almeno secondo me!
La tua storia è bellissima mi ha davvero coinvolta e mi ha lasciata con l’amaro in bocca, cosa che adoro.

Giudizio di Vogue:

Dal punto di vista formale, la storia è assolutamente impeccabile. La grammatica è perfetta, e non mi ci soffermo, lessico e stile sono assolutamente piacevoli, rendono la lettura scorrevole, mai pesante, cosa davvero encomiabile dato che si tratta quasi esclusivamente di introspezione. Sei stata in grado di rendere la narrazione vivace, senza esclusioni.
Poco da dire anche in merito alla caratterizzazione, e non mi stancherò mai di ripetere che l’amore per questo personaggio si riflette assolutamente nella sua descrizione, accurata, plausibile e intensa. I suoi pensieri sono davvero suoi, riflettono magnificamente la sua forza d’animo e ciò che l’ha condotto a determinate scelte.
Mi dispiace di aver dovuto penalizzare l’originalità, dato che si tratta comunque di un momento preso varie volte in esame, poiché ovviamente è il frangente che gli appartiene, quello che l’ha portato nella saga, in fin dei conti. Ammetto che comunque hai saputo metterci del tuo, non limitandoti a descrivere la scena, ma analizzando ogni singola sfaccettatura di quanto stava accadendo, con le relative giustificazioni e sensazioni.
Una storia che insomma mi è piaciuta, proprio perché Regulus ha uno spessore disarmante, e si presenta con quella parte di sé che gli è tipica: la sfida nei confronti di Voldemort, l’idea di star compiendo un’azione importante, l’accettarne le conseguenze. Ti faccio davvero i miei complimenti.


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