La traversata
Lo scoglio sul quale si erano
appena Materializzati era semisommerso nel mare in tumulto mentre
l’uragano
sfogava tutta la propria forza sopra le loro teste.
Sembrava di assistere ad uno
spettacolo apocalittico. Il cielo notturno privo di stelle era coperto
da una
fitta coltre di nubi in balia del vento, che le faceva roteare su se
stesse
come girandole d’acqua condensata.
Le onde si sollevavano ad altezze
vertiginose, finchè non andavano ad infrangersi sulla
scogliera: sembrava quasi
di scorgervi le sagome di cavalli lanciati in una folle corsa contro le
rocce.
Il mare ribolliva ai loro piedi e
gli schizzi di schiuma candida parevano salire alla velocità
della luce verso
il cielo.
Le nubi erano squarciate a
intervalli regolari dai fulmini, i lampi illuminavano a giorno il
paesaggio,
mentre i rombi dei tuoni sembravano far tremare di paura anche
l’imponente
scogliera che si ergeva maestosa su quel mare oscuro.
Ma nessuna tempesta né qualsiasi
altra estrema manifestazione della natura poteva competere con il
tumulto che
scuoteva i cuori degli unici due esseri viventi che comparivano in
quella
scena.
Il ragazzo era talmente pallido
da sembrare un fantasma. Le gocce d’acqua ghiacciata che lo
colpivano,
bagnandolo e facendolo rabbrividire dal freddo, nonostante tutto lo
lasciavano
quasi indifferente.
Quel che doveva temere non si
trovava fuori della scogliera, ma al suo interno.
“Padron Regulus, la supplico,
torniamo indietro…”
L’elfo domestico tremava come una
foglia ed era aggrappato al mantello del padrone come un bambino
piccolo alla
gonna della madre. La sua voce gracchiante non riusciva a sovrastare
l’urlo del
vento.
Il ragazzo si piegò sulle
ginocchia e posò le mani sulle spalle della creatura,
costringendolo a
guardarlo negli occhi.
“Kreacher, andrà tutto
bene”
mentì con fermezza. “Devi solo fare quello che ti
dico”.
L’elfo annuì, chinando la
testa
per non ritrovarsi più in alto del suo padrone.
Regulus Black tornò in piedi e
puntò lo sguardo sulla scogliera: una stretta fenditura
proseguiva in una
galleria circondata dalle rocce.
Il ragazzo vi si inoltrò, seguito
a ruota dall’elfo, il quale continuava a singhiozzare
disperato.
L’unica fonte di luce proveniva
dalla bacchetta del giovane mago, che la teneva in alto per avere una
visione
più ampia dell’ambiente che li circondava.
Man mano che proseguivano, il
livello dell’acqua cominciava a salire, tanto che presto
raggiunse l’altezza
della vita di Regulus. Quest’ultimo, preoccupato per Kreacher
che non sapeva
nuotare, lo sorresse con il braccio libero per non farlo andare a
fondo, fino a
che non risalirono sulla terraferma.
Regulus fissò per parecchio tempo
la parete rocciosa che gli impediva di proseguire, la mascella serrata
per
l’indecisione.
Sapeva benissimo cosa doveva
fare, ma non era più tanto sicuro di volerlo. Faceva ancora
in tempo a voltarsi
e tornare indietro.
Chi me lo fa fare?
Era questo l’interrogativo che lo
tormentava da una settimana. Non sarebbe stato più facile
raccontare ciò che
aveva scoperto a Silente, o chi per lui, porsi sotto la protezione
dell’Ordine
della Fenice e lasciare che qualcun altro entrasse in quella caverna?
Certo sarebbe molto
più comodo. Ma poi cosa mi rimarrebbe? Ho fatto una
scelta sbagliata quando ero ancora troppo immaturo per decidere, ho
cambiato
idea quando sono stato assalito dal rimorso, ho deciso di rimediare
alle mie
colpe. E ora voglio andare a nascondermi come un moccioso spaurito?
Sarebbe sopravvissuto. In fondo
aveva solo diciotto anni.
Ma avrebbe perso qualcosa di
molto più importante della vita: la dignità.
Era questo che la sua famiglia
gli aveva insegnato, a fuggire come un coniglio? Certo che no.
Nel bene o nel male, nessun
membro della casata dei Black si era mai comportato da vigliacco.
L’onore della
famiglia era un valore in cui aveva sempre creduto e che non poteva
rinnegare
proprio in quel momento.
Nessuno poteva sfidare un Black
senza subirne le conseguenze, neanche il Mago Oscuro più
potente di tutti i
tempi.
Prima di trovarsi di nuovo a
cambiare idea, Regulus estrasse il pugnale dal mantello…
Gocce di sangue scarlatto
andarono a macchiare la parete, che scomparve improvvisamente.
Ignorando i singhiozzi silenziosi
di Kreacher, Regulus avanzò, finchè le rocce non
si richiusero alle loro
spalle.
La prima cosa che notarono fu la
totale assenza di rumore: il fragore della tempesta sembrava adesso
solo un
vago ricordo. Erano immersi in un silenzio molto più
assordante.
Regulus poteva ascoltare senza
sforzo il proprio cuore battere all’unisono con quello di
Kreacher.
Facendosi luce con la bacchetta,
capì di trovarsi all’interno della caverna.
Dinanzi a lui si stendeva
un’immensa distesa d’acqua, talmente liscia e
immobile da sembrare uno
specchio.
La vastità del lago trafisse il
cuore di Regulus come una lama di ghiaccio. Nelle supposizioni dei
giorni
precedenti, aveva sperato ingenuamente che il lago fosse molto
più piccolo.
Forse una minima parte di sé aveva creduto di possedere
un’occasione di
salvezza.
Ora che lo vedeva era
consapevole di non avere vie di scampo. L’isolotto posto al
centro dello specchio
d’acqua si scorgeva a mala pena: nessuno sarebbe mai riuscito
a tornare
indietro a nuoto, considerando anche la presenza degli Inferi.
Deciso ad agire per non essere
costretto a pensare, Regulus si mise alla ricerca della barca di cui
l’elfo gli
aveva parlato. Quando la trovarono e la tirarono fuori
dall’acqua, tuttavia, il
ragazzo ebbe un attimo di esitazione.
Le vene gli pulsavano nelle
tempie ad un ritmo incessante; la gola secca gli impediva di deglutire;
le mani
gli tremavano: una di esse stringeva il medaglione.
Aveva la mente annebbiata, e
forse fu questo a permettergli di salire su quella barca: se fosse
stato
lucido, probabilmente non lo avrebbe fatto.
Kreacher si accucciò sul fondo
dell’imbarcazione, le braccia intorno alle gambe e il viso
nascosto tra le
ginocchia.
Era terrorizzato. Ancora non
aveva ben chiare le intenzioni del suo padrone. Voleva recuperare il
medaglione, ma Kreacher inorridiva al solo pensiero di bere di nuovo
quel
filtro magico.
Kreacher non vuole,
Kreacher non vuole, ma deve farlo lo stesso. Farà
tutto quel che gli dice il padrone, pensava, disperato.
Nel frattempo, Regulus lo
osservava tremare di paura e non riusciva a non provare molta pena per
il suo
elfo. Kreacher temeva di ripetere l’esperienza subita con
l’Oscuro Signore, e
invece non sapeva che quella sera sarebbe stato l’unico a
tornare a casa.
Regulus non gli avrebbe mai
permesso di bere quella pozione un’altra volta: era strano da
ammettere per un
Black, ma era molto affezionato a Kreacher. Gli voleva davvero bene.
Il ragazzo puntò lo sguardo
sull’acqua immobile. I riflessi verdi le davano
un’aria spettrale ma
affascinante al tempo stesso, almeno finché i suoi occhi non
scorsero sotto la
superficie: centinaia di cadaveri rivolgevano le orbite vuote contro di
lui,
pronti a scattare non appena avesse sfiorato il velo che li separava.
Regulus si sentì invadere
dall’orrore. Non voleva diventare come loro. Non voleva che
quel lago
diventasse la sua tomba.
Si lasciò sfuggire un gemito
strozzato. Kreacher lo udì e si avvicinò. Senza
dire una parola, Regulus gli
strinse la mano ossuta, cercando di farsi forza.
“Il
padrone non deve
preoccuparsi” lo rassicurò l’elfo.
“Kreacher
lo aiuterà, farà qualsiasi
cosa…”
Nonostante quelle parole di
conforto, Regulus sentì che la propria determinazione era
tornata a
vacillare.
Quello che temeva non era tanto
la morte, quanto piuttosto la paura di provare dolore. Il pensiero di
sentirsi
mancare il respiro, mentre i polmoni si riempivano d’acqua,
lo distruggeva.
Davvero non c’era un modo meno doloroso di morire?
Poi pensò a tutto il dolore che
Voldemort aveva provocato e che avrebbe continuato a diffondere se
qualcuno non
lo avesse fermato. La perdita dei parenti e degli amici era molto
più
straziante di qualche minuto di soffocamento.
Va bene, ma per chi sto
facendo tutto questo? Cosa mi importa di
Babbani e Sanguesporco?
Non aveva modificato le sue idee
sulla purezza del sangue, ma la coscienza gli rimordeva lo stesso.
Anche lui aveva le sue colpe,
aveva provocato sofferenze a persone che non gli avevano mai fatto
nulla.
Sentiva ancora le urla lancinanti di quegli innocenti.
Non sarebbe potuto vivere con
quel rimorso. In qualche modo doveva pagare.
E poi, lo stava facendo anche, e
soprattutto, per la sua famiglia. Aveva il dovere di proteggerli. Il
segreto di Voldemort era
troppo pericoloso e importante per parlarne con qualcun altro.
Vuoi mettere la
soddisfazione di essere la causa della sconfitta
dell’Oscuro Signore?
Non gli importava se nessuno lo
avrebbe saputo. Pensassero pure che fosse un vigliacco: meglio
così, almeno
Voldemort non avrebbe avuto sospetti e non sarebbe andato a interrogare
chi gli
era sempre stato più vicino: sua madre, suo padre, le sue
cugine.
Si era rifiutato di accennarlo
anche con Sirius: non voleva ammetterlo ma avrebbe fatto qualsiasi cosa
per
impedire che venisse ucciso, anche dare la sua stessa vita.
Stranamente, il pensiero di avere
un obiettivo, sacrificarsi per quelli cui teneva, lo
tranquillizzò.
Regulus si accorse di aver
superato la paura di soffrire. Ora aveva capito perché non
si poteva
nascondere.
A cosa serviva condurre una vita
senza onore? Sarebbe stata vuota e inutile, trascorsa nel perenne
tentativo di
sfuggire alla vendetta del Signore Oscuro.
E quando Lui mi
troverà - perché mi troverà -
morirò come un topo nella
trappola. No, se proprio devo morire, farò in modo di
portare con me anche Lui.
In fondo non dovrebbe far
troppo male. Due minuti o tre al massimo di
dolore, e poi sarà tutto finito.
Non sapeva cosa fosse la morte,
né quello che lo avrebbe atteso dopo di essa, ma ci avrebbe
pensato al momento
giusto. Ora doveva solo concentrarsi sul suo obiettivo: prendere il
medaglione
e dire a Kreacher di distruggerlo.
In fin dei conti, chi è che
riesce veramente a sconfiggere la morte?
Chi, come Voldemort, la aveva
evitata in tutti i modi, oppure chi le andava incontro a testa alta?
Il secondo era decisamente un
modo molto più dignitoso di morire. Regulus ebbe la certezza
che Voldemort
sarebbe morto nel modo più banale e insignificante
possibile. Non meritava
niente di più.
In quel momento la barca toccò la
riva dell’isolotto. La traversata del lago era finita.
Regulus prese un gran respiro,
poi scese.
Dopo aver dato istruzioni a
Kreacher, convincendolo a obbedire nonostante le sue urla disperate, si
avvicinò
al bacile pieno di pozione.
L’ultimo dei suoi pensieri, prima
di concludere i suoi giorni sott’acqua, fu una silenziosa
sfida a Voldemort.
Potrai anche aver
ingannato la morte, ma non hai fatto i conti con me.
*Angolo autrice*
Ok, questa era la fanfiction super-deprimente che dovevo pubblicare: io vi avevo avvisati. Ogni volta che la rileggo mi viene il magone. T_T
L'ho scritta addirittura a settembre per la Prima Fase del contest Miss Scrittrice 2009/2010. Dovevo ideare una storia che avesse come tema uno dei quattro elementi naturali e ho scelto l'acqua.
Non è diversa dai capitoli che ho già pubblicato nelle mie due precedenti storie su Regulus, ma ho voluto usare sempre questo tema più che altro per un "esperimento". Dovete sapere che non ho l'abitudine di scrivere ascoltando la musica, perché mi distrae. Un giorno però, ascoltando la colonna sonora del film gelosamente custodita nel mio I-Pod (quella della scena in cui Harry e Silente si trovano sullo scoglio di fronte alla caverna, intitolata "Journey to the cave"), mi è venuta la voglia di scrivere una storia su Regulus ascoltando proprio quel pezzo. Infatti sono soddisfattissima della descrizione iniziale, un po' meno dell'ultima frase, ma alla fine non mi sembrava il caso di toglierla.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito l'ultimo capitolo della storia "Le cucine di Hogwarts" (Alohomora, Circe, JP più semplice di così, _Mary, malandrina4ever, dirkfelpy89, bellatrix18, Mirwen e _Ombra_ ) e mi scuso se non ho potuto rispondere a tutti via e-mail come faccio di solito, ma purtroppo non ho molto tempo a disposizione, mi dispiace! =(
Per
quanto riguarda le prossime storie, be', non so se avrò
tempo di
pubblicarle prima di metà luglio perché prima
dovrei correggere i maledettissimi errori di
battitura e non ne ho il tempo. Quindi potrei non pubblicare storie per
un bel po', ma non sparirò del tutto: per recensire sono
sempre disponibile! XD
Grazie per avere letto fin qui (sempre se non siete collassati prima)!
A presto, spero! ^^
Qui sotto la valutazione riportata nel contest. Ho corretto gli errori di battitura che ho trovato e ho sostituito la parola "Mezzosangue" con "Sanguesporco" per maggiore chiarezza.
TERZA
CLASSIFICATA (Parimerito)
Grammatica: 9 punti
Lessico e Stile: 9 punti
Originalità: 8 punti
Caratterizzazione
personaggi:
8.5 punti
Trattazione dell'elemento: 12 punti
Impatto: 4 punti
Punteggio finale 50.5/60
Punti bonus 25.25
Una fiction davvero bella nonostante qualche errore grammaticale qua e
là.
Una narrazione lenta in maniera mai noiosa e attenta ai particolari fa
da
contorno ad una storia che non dice nulla di nuovo o particolare, ma
che brilla
per il suo lessico e la trattazione dei personaggi piacevoli e IC nel
loro
esprimersi.
Molto suggestive le descrizioni, quasi io stessa riuscissi a sentire
l’odore
dell’acqua in movimento, elemento che sei riuscita a trattare
egregiamente, sebbene
non lo hai sfruttato al massimo delle sue potenzialità.
Hai scritto una storia a cui non ho nulla da rimproverare, sicuramente
una
delle migliori partecipanti al contest sotto ogni punto di vista. La
più
completa e bilanciata, quella in cui ogni cosa è al proprio
posto, in cui ogni
tassello si incastra con il precedente con estrema disinvoltura.
E’ come se i personaggi dialogassero con il lettore in una
sintonia
meravigliosamente piacevole.
Hai scritto davvero un’ottima fiction, i miei più
sinceri complimenti.
Quarta Classificata: JuliaWeasley “La Traversata”
Grammatica 9.9/10
Lessico e stile 14.8/15
Caratterizzazione 15/15
Sviluppo della trama 9.7/10
Originalità 9/10
Gradimento Personale 9.4/10
totale 67.8/70
Giudizio di Fabi:
Che tu fossi specializzata in Regulus, lo sapevo. Leggendo ne ho avuto la conferma. Hai reso il suo personaggio alla perfezione, descrivendo la sua indecisione, la sua paura e i suoi dubbi. Hai presentato il tuo Regulus come un personaggio completo e umano, orgoglioso e combattivo, sicuro e ottimista nel vedersi tornare indietro, Realista e tristemente rassegnato nella sua richiesta a Kreacher.
Hai descritto benissimo l'ambiente, con forza, in modo sintetico e minuzioso, preciso, che rende alla perfezione l'idea del luogo.
Non hai fatto errori di grammatica. La parte introspettiva della storia scorre piacevole, la storia emoziona, trascina e coinvolge.
Non avevo mai letto di questo missing moment, anche se immagino che sia un momento abbastanza sfruttato, ma per mi ascelta ho deciso di premiare comunque l'originalità del punto di vista della storia, che è ben sviluppata e curata in ogni dettaglio.
Questo il tipo di storia che desideravo leggere.
Non ti nascondo che la tua storia era una delle mie due scelte per il mio premio giuria.
Veramente bellissima.
Giudizio di LoveChild:
La grammatica è perfetta se si esclude un errore di battitura. Il tuo stile si sposa perfettamente con il contenuto della storia e la scelta lessicale è molto accurata. Nulla è lasciato al caso, insomma.
La caratterizzazione è magistrale hai sviluppato le poche informazioni che avevamo di Regulus in modo totalmente soddisfacente, siamo, a parer mio, al cospetto del Regulus ideato dalla Row.
Lo sviluppo della trama è perfetto, hai sviluppato la trama nei minimi dettagli e in maniera esaustiva.
La tua storia è originale, trovo che descrivere la traversata dal punto di vista di Regulus sia stata un’idea bella e soprattutto coraggiosa: insomma Regulus ha una personalità davvero difficile da descrivere, almeno secondo me!
La tua storia è bellissima mi ha davvero coinvolta e mi ha lasciata con l’amaro in bocca, cosa che adoro.
Giudizio di Vogue:
Dal punto di vista formale, la storia è assolutamente impeccabile. La grammatica è perfetta, e non mi ci soffermo, lessico e stile sono assolutamente piacevoli, rendono la lettura scorrevole, mai pesante, cosa davvero encomiabile dato che si tratta quasi esclusivamente di introspezione. Sei stata in grado di rendere la narrazione vivace, senza esclusioni.
Poco da dire anche in merito alla caratterizzazione, e non mi stancherò mai di ripetere che l’amore per questo personaggio si riflette assolutamente nella sua descrizione, accurata, plausibile e intensa. I suoi pensieri sono davvero suoi, riflettono magnificamente la sua forza d’animo e ciò che l’ha condotto a determinate scelte.
Mi dispiace di aver dovuto penalizzare l’originalità, dato che si tratta comunque di un momento preso varie volte in esame, poiché ovviamente è il frangente che gli appartiene, quello che l’ha portato nella saga, in fin dei conti. Ammetto che comunque hai saputo metterci del tuo, non limitandoti a descrivere la scena, ma analizzando ogni singola sfaccettatura di quanto stava accadendo, con le relative giustificazioni e sensazioni.
Una storia che insomma mi è piaciuta, proprio perché Regulus ha uno spessore disarmante, e si presenta con quella parte di sé che gli è tipica: la sfida nei confronti di Voldemort, l’idea di star compiendo un’azione importante, l’accettarne le conseguenze. Ti faccio davvero i miei complimenti.