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Autore: Safyia    28/06/2010    3 recensioni
Ci siamo amati fino in fondo, fino a corroderci e a diventare polvere di un amore che non doveva nemmeno nascere. Ora ne paghiamo le conseguenze, sia io, sia tu, e dobbiamo farcene una ragione pian piano ma soffrendo in un silenzio che ucciderà quel poco che di vivo ci resta.
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Assenza che togli il respiro

 

Non so quanto tempo è passato da quando ho chiuso gli occhi e ancora la sensazione di calore e torpore mi annebbia piacevole la mente anche se il fruscio delle lenzuola attira la mia attenzione.

Apro gli occhi e tu sei lì, seduto sul bordo di questo letto e mi dai le spalle.

Hai i capelli alla rinfusa, che non ne vogliono sapere di stare al loro posto nemmeno quando provi ad importi su di loro con una mano, la stessa mano che poco prima ha accarezzato la mia pelle e sollevato l’orlo del mio candido vestito estivo.

Sussurro il tuo nome e la mia voce è ancora impastata dal sonno me la tua schiena rimane curva in avanti e i tuoi gomiti non si staccano dalle ginocchia.

Lo so che mi hai sentito.

Mi sollevo a sedere anche io, coprendomi pudicamente lembi di pelle nudi ed esposti che hai già visto e già toccato altre mille volte, e ti scruto sentendo quel famigliare svolazzare all’altezza dello stomaco.

Cerco di distinguere i tuoi lineamenti nel gioco di luce aranciata e ombra che crea il tramonto e provo a sussurrare il tuo nome ancora una volta.

Avverto io stessa l’angoscia malcelata nella mia voce, impossibile che tu non te ne accorga.

E infatti volti appena il capo verso di me così che io possa scorgere solo il tuo profilo e notare che la linea delle tua labbra sottili e disegnate perfettamente è piegata il un sorriso storto che mi trasmette solo malinconia e dolore.

Vorrei chiederti cosa ti succede, il perchè di quel sorriso tirato e triste ma tu non me ne lasci il tempo.

Distogli ancora una volta lo sguardo, ritornando a guardare dritto davanti a te, poi ti prendi la testa tra le mani e il mio cuore manca un battito.

Ti alzi con fatica, quasi sentissi sulle spalle anni e doveri che non si addicono ai tuoi 24 anni, e cominci a rivestirti in silenzio, ignorando il mio sguardo... ignorando la mia presenza e sento lo sfarfallio cessare e lo stomaco chiudersi.

Ti chiamo ancora con l’apprensione di chi non capisce cosa sta succedendo e tu finalmente ti fermi, mi guardi e sospiri in un modo così doloroso che sento le spalle tremare mentre ti avvicini a me, seduta su questo letto impregnato dell’amore che abbiamo compiuto, coperta solo da questo lenzuolo candido che ora emana il profumo del tuo dopobarba.

Ti siedi accanto a me, ma quell’aria disperata non abbandona mai i tuoi occhi nonostante il sorriso che ora piega le tua lebbra, e alzi una mano per scostarmi alcune ciocche di capelli scuri che mi pendevano davanti agli occhi, portandoli dietro al mio orecchio con una delicatezza che pochi ti riconoscerebbero.

Mi accarezzi il viso fermando il tuo palmo caldo sulla mia guancia, accarezzando con il pollice la mia pelle, che si sarà lievemente tinta di rosa, come a voler togliere un’invisibile lacrima.

Lacrima che per ora non solca il mio viso ma che presto mi inonderà gli occhi.

Sussurro ancora il tuo nome, come in un singhiozzo, ma tu sei gia’ calato sulle mie labbra baciandomi con un irruenza che non mi da scampo... quello e’ un bacio d’addio.

E non posso che aggrapparmi a te con le poche forze che questa consapevolezza mi ha lasciato, facendo scivolare via il lenzuolo che mi scopre il seno e senza dargli importanza continuo a baciarti sperando che non finisca mai.

Perchè non eravamo pronti a questo, non eravamo pronti ne’ all’amore ne’ tantomeno all’addio, ma tu hai avuto il coraggio di fare il primo passo... che si è riscoperto ultimo.

Mi separi da te con una forza che non ha nulla di violento ma che mi ferisce dritto al cuore, trapassandolo da parte a parte, e gemo per il dolore.

Lo so che e’ sbagliato, lo so che tu non puoi essere mio e io non posso essere tua, so che avremmo potuto esserlo ma abbiamo sbagliato e ora e’ tardi. . . ma e’ stato davvero così sbagliato sperare in noi fino all’ultimo?

Ti alzi dal letto con uno scatto allontanandoti dalla mia pelle, e dove prima avvertivo il contatto con il caldo della tua mano ora sento solo un gelo pungente.

Lo sguardo mi si annebbia a causa delle lacrime mentre ti guardo afferrare velocemente la tua giacca e avvicinarti alla porta della stanza da letto.

Rimani fermo ad un passo dall’uscita e afferri lo stipite della porta come a volerti reggere, ruotando la testa verso di me e mi guardi con gli occhi lucidi e una tristezza che si taglia tanto e’ tangibile.

E io scatto in piedi e mi getto verso di te, aggrappandomi alla tua schiena, cingendoti la vita e dando sfogo a quella disperazione che mi ha circondato il cuore come una nuvola di tempesta che copre il sole in estate.

Piango e ti imploro di non lasciarmi come non ho e non avrei mai voluto fare ma tu stringi lo stipite della porta e ti allontani con forza, spingendo i tuoi passi verso l’uscita del mio appartamento, lasciandomi senza forse e senza speranze.

Apri la porta ed esci non senza guardarmi per un’ultima volta e io imprimo a fuoco nella mia mente questa immagine, i tuoi capelli scompigliati, gli occhi nocciola oscurati da un velo di rassegnazione. . .

E quella fede al dito. . .

Chiudo gli occhi nel sentire la porta che sbatte e anche se è piena estate il gelo mi sovrasta facendomi tremare, e mentre il mio corpo vibra dalla mia gola esce un rantolio straziato, rantolio che vorrebbe trasformarsi in un grido disperato ma sento che sarebbe troppo faticoso.

Può l’assenza farti mancare il respiro?

Cado a terra, reggendomi allo stipite della porta su cui appoggio la testa, e sento che l’ossigeno viene pian piano a mancarmi e mi domando se e’ possibile che la mancanza di qualcuno possa farsi sentire così velocemente e in modo tanto forte?

Sono rimasta lì a piangere in silenzio, con la speranza che presto o tardi saresti tornato ma non lo farai, lo so che non succederà mai ma vorrei tanto sbagliarmi. . .

Infondo tutto e’ nato in modo sbagliato, era naturale che finisse nel medesimo modo.

Ci siamo amati fino in fondo, fino a corroderci e a diventare polvere di un amore che non doveva nemmeno nascere.

Ora ne paghiamo le conseguenze, sia io, sia tu, e dobbiamo farcene una ragione pian piano ma soffrendo in un silenzio che ucciderà quel poco che di vivo ci resta.

E di vivo dentro me rimane ben poco ma ora, seduta sul freddo pavimento della mia gelida casa, circondata da ricordi dolorosi e dal profumo del tuo dopobarba, posso piangere tutte le lacrime che non vedevano l’ora di scivolare fuori dai miei occhi stanchi che non hanno più la forza di guardare ad un futuro mentre la portiera della tua auto si chiude e il motore si accende.

 

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Lo so, sbuco dal nulla e dopo un sacco che non postavo qualcosa, beh, spero solo di non essermi arrugginita e spero che vi piaccia ovviamente!! ^^

 

 

  
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